CATARATTA di Leopoldo Spadea, Elisa Zanotto, Rossana Cavallo, Giuseppe Campagna, Maria Ilaria Giannico, Ciro Costagliola
Principal investigators Giovanni Alessio, Stefano Baiocchi, Andrea Corsi, Giorgio Cusati, Romolo Fedeli, Alessandro Franchini, Iacopo Franchini, Alessandro Galantuomo, Cristiana Iaculli, Antonio Laborante, Leonardo Mastropasqua, Tommaso Micelli Ferrari, Vincenzo Orfeo, Giuseppe Perone, Antonino Pioppo, Michele Reibaldi, Scipione Rossi, Domenico Schiano-Lomoriello, Vincenzo Scorcia, Gian Marco Tosi, Agostino Vaiano.
Profilassi domiciliare pre-chirurgica: i risultati dello studio multicentrico italiano ELOOM
L’
incremento dell’antibiotico resistenza tra i comuni patogeni presenti sulla superficie oculare (in particolare tra i batteri Gram+: Stafilococchi coagulasi negativi, dove la resistenza a più classi di antibiotici supera il 40%, e Stafilococco aureo, dove raggiunge il 32%)1 ha indotto molte società scientifiche oftalmologiche ad attuare, negli ultimi anni, una revisione delle linee guida per la prevenzione delle endoftalmiti post-chirurgiche, che non contemplasse l’impiego dell’antibiotico come terapia domiciliare nei giorni antecedenti gli interventi chirurgici. La Società Europea di Cataratta e Chirurgia Refrattiva (ESCRS) ha variato le linee guida del 2007 (in vigore fino al 2103) che suggerivano di “considerare l’impiego di un fluorochinolone, levofloxacina o oflacina, 1 goccia 4 volte al giorno, per 24 o 48 ore prima della chirurgia” 2 , in quelle attuali (2013-2021) che riportano come “una profilassi pre-cataratta con antibiotici topici non abbia mai dimostrato di ridurre il rischio di endoftalmiti rispetto alla profilassi intraoperatoria standard da sola” 3 . Peraltro, sempre secondo le stesse linee guida, “l’aggiunta di un fluorochinolone, somministrato 4 volte al giorno per 3 giorni, alla profilassi standard non riduce ulteriormente la carica microbica sulla superficie oculare. Questi report sottolineano non solo la mancanza di un chiaro beneficio da parte dei colliri antibiotici somministrati in sede preoperatoria, ma anche la possibile induzione di resistenza batterica” 3 .
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LA VOCE AICCER 2/2021
In Francia, l’Agenzia Nazionale del Farmaco (ANSM) ha già da alcuni anni emanato delle “raccomandazioni sull’antibioticoprofilassi in chirurgia oculare” nelle quali i colliri antibiotici non sono indicati nel periodo pre-operatorio4. Dato che finora le evidenze cliniche che dimostrano la possibilità di reversibilità dell’antibiotico-resistenza, una volta che essa è stata acquisita da un ceppo batterico, sono limitate5, questo potrebbe significare che, nel caso in cui ci fosse la necessità di trattare patologie infettive oculari, si avrebbe una minore disponibilità di armi terapeutiche efficaci. Sebbene il povidone ioduro 5% impiegato sulla superficie oculare e nell’area perioculare sia diventato, negli anni, un approccio mandatorio nella pratica chirurgica, con l’impiego del povidone ioduro da solo non si raggiunge una completa “sterilizzazione” della superficie oculare e, nonostante le misure profilattiche, una contaminazione batterica dell’umor acqueo è riportata in letteratura in una certa percentuale di pazienti3. L’insorgenza delle endoftalmiti è dovuta, principalmente a batteri Gram+ (Stafilococchi coagulasi negativi nel 33-77% dei casi, Stafilococco aureo nel 10-21%, Streptococchi nel 9-19% dei casi); i Gramsono coinvolti nel 6-22% delle endoftalmiti (Tab. 1)3. Uno studio di coorte retrospettivo, effettuato su oltre 8,5 milioni di occhi, recentemente pubblicato su Ophthalmology, ha evidenziato come l’incidenza di endoftalmite acuta dopo chirurgia della cataratta