b2eyes magazine 9/2024

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percezione visiva senza limiti

IN QUOTIDIANA EVOLUZIONE

Lenti Progressive a basso gradiente di astigmatismo

MIGLIORANO LA PERCEZIONE VISIVA, IL COMFORT DELL’UTENTE E PERMETTONO DI MANTENERE UN’ACUITÀ VISIVA SEMPRE ELEVATA ANCHE NELLA PORZIONE PERIFERICA, DIMINUENDO IL SENSO DI VERTIGINE

Il kit essenziale per la gestione della presbiopia

Il kit contiene:

Manuale “La compensazione della presbiopia con lenti progressive: oftalmiche e a contatto”

Opuscolo “Le prime cause di perdita della vista”

Opuscolo “La presbiopia e le lenti progressive”

Modulo di accompagnamento

il kit

Per info: info@fgeditore.it

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Novembre 2024 numero 9 www.b2eyes.com In copertina Shamir

EDITORE

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Copia omaggio

© Copyright FGE srl È vietata ogni riproduzione totale o parziale di testi e immagini

Sommario

editoriale

4 Artificiale, emotiva o artigianale, purché sia intelligente speciale Forum Presbiopia

5 Presbiopia: nel 2025 una piattaforma di cogestione oculista-ottico optometrista

10 Progressive, bene i volumi ma occorre far evolvere il mercato

14 Forum Presbiopia 2024: premiati carriere, eccellenze e talenti attualità

20 Hoya: verso un consenso condiviso sulla miopia

24 Contattologia: la chiave è investire su controlli e multifocali

28 Lenti a contatto: l’ottico è al centro della vendita

32 Stanislao De Rosa: un centro ottico, un territorio, un partner oftalmico

36 Il centro ottico apra le porte alla bellezza

38 l’ottico digitale Ottici perennials, eterni studenti della vita

40 in store Gen Z: da sfida a opportunità per l’ottico

44 lab Lac specialty su casi clinici estremi: i vantaggi della tecnologia free form lenti oftalmiche

50 Zeiss: la Digital Transformation a beneficio del centro ottico

lexicon

58 Miopia: sulla “vista corta” il Medioevo ci vedeva... lungo

Presbiopia: nel 2025 una piattaforma di cogestione oculista-ottico optometrista

Progressive, bene i volumi ma occorre far evolvere il mercato

Gen Z: da sfida a opportunità per l’ottico

36 Il centro ottico apra le porte alla bellezza

Zeiss: la Digital Transformation a beneficio del centro ottico

Artificiale, emotiva o artigianale, purché sia intelligente

Era necessario un evento in cui parlare ancora una volta di intelligenza artificiale, dopo almeno un anno in cui anche il settore dell’ottica si è cimentato su questo terreno con meeting, corsi, seminari e quant’altro? Per la prima volta al Forum Presbiopia si è cercato di offrire delle vere e proprie istruzioni per l’uso sul tema alle centinaia di partecipanti che hanno seguito le due giornate di lavori alla Stazione Marittima di Napoli. Sono stati perciò coinvolti i product specialist aziendali, che hanno spiegato le opportunità offerte dall’AI in termini di prodotto, sistemi, servizi e persino di logistica integrata. A loro volta i manager del fronte commerciale e marketing hanno illustrato le potenzialità di questa tecnologia per il centro ottico e, di riflesso, per il consumatore. Ma sono anche intervenuti esponenti di chiara fama del mondo oculistico per ricordare che l’intelligenza artificiale è già un’affermata e utile realtà in medicina e, nello specifico, in ambito oftalmologico.

Basta tutto questo per far dormire sonni tranquilli all’ottico optometrista di oggi e, soprattutto, di domani? Per scongiurare che l’AI si trasformi in un nemico o in un supporto per la concorrenza online o di altro genere? Certamente no, ma l’antidoto principale agli incubi di parte della categoria sta in un altro messaggio

emerso all’evento di Napoli: il fatto di poter disporre di altri due tipi di intelligenza, quella emotiva e quella artigianale, concetti che sono entrati nella terminologia comune degli ultimi mesi. Le sue competenze, la sua abilità, le sue capacità: in altre parole il suo know how, come professionista e imprenditore, possono metterlo al riparo da rischi legati a tale rivoluzionaria tecnologia, che anzi può essere sfruttata a proprio vantaggio. Il tutto purché continui ad aggiornarsi e a evolversi.

A questo proposito il Forum ha lanciato un altro segnale forte: alla luce di una ricerca sui farmacisti italiani, è emerso che buona parte di loro pare insoddisfatta dell’attività che svolge e cerca altro. Cosa che invece non sembra riguardare i giovani ottici, i quali dopo le scuole professionali, statali o l’università entrano facilmente nel mondo del lavoro, che sia retail o industria, e lo vivono con entusiasmo. Sempre pochi però, forse sempre meno. Questo è il punto chiave: la filiera in Italia ha un bisogno pressante di professionisti preparati, ma i percorsi educativi o sono poco conosciuti oppure godono di scarsa considerazione. Per una campagna di comunicazione al pubblico, che coinvolga imprese, associazioni, strutture formative ed enti vari, come richiesto a gran voce anche dal palco del Forum 2024, non sarà mai troppo presto.

PRESENTA

ASSISTENTE VIRTUALE

il primo assistente digitale che spiega come utilizzare la lente progressiva ANIMA o la lente operativa DINAMICA aiutando nella vendita di lenti di valore

Presbiopia: nel 2025 una piattaforma di cogestione oculista-ottico optometrista

Alla sesta edizione del Forum di Napoli sono stati presentati i materiali operativi del percorso paziente-cliente avviato lo scorso anno e frutto della collaborazione interdisciplinare fra area medica, area tecnica e industria

Un manuale per conoscere le lenti progressive, due opuscoli informativi, due moduli per inviare il paziente-cliente dallo studio medico al centro ottico e viceversa, una piattaforma, attiva dal 2025, che rappresenta il culmine di questa collaborazione. A presentare gli strumenti a disposizione di classe medica e area tecnica, risultato del confronto e dell’intesa avviata fra le due categorie lo scorso anno, sono stati i vertici di istituzioni e i professionisti che hanno preso parte attivamente al progetto, saliti sul

palco del Forum Presbiopia nell’intervento “La contaminazione continua. Il percorso ideale del presbite si fa strada”.

«Mi ricordo l’anno scorso quando vi rendemmo noto che stavamo lavorando a un progetto in cui pochi credevano - ha esordito Daniele Petrini - Chi avrebbe pensato che a distanza di dodici mesi saremmo stati materialmente in grado di presentare supporti pratici e di educazione interdisciplinare dedicati alle due categorie, grazie ai quali non solo aggiornarsi, ma anche

I relatori del tavolo “La contaminazione continua. Il percorso ideale del presbite si fa strada” al Forum 2024

Hoya Italia

avviare una comunicazione coordinata all’utente finale su come l’industria si sta muovendo per informarlo sulla tecnologia a disposizione in fatto di soluzioni visive: a questi si aggiunge una piattaforma che verrà attivata nel 2025 le cui modalità di funzionamento sono già state stabilite».

Tale sistema, elaborato dall’Osservatorio Presbiopia, ha l’obiettivo di mettere in contatto oftalmologi e ottici optometristi come unico punto di riferimento per ottenere indicazioni su attività di aggiornamento relative a nuovi prodotti e tecnologie a disposizione in Italia. Servirà, quindi, per aiutare entrambe le categorie a risolvere le problematiche quotidiane: ogni segnalazione potrà essere oggetto di approfondimento da

parte dei consulenti tecnici della piattaforma che risponderanno con suggerimenti e soluzioni.

«Dall’anno scorso a quest’anno abbiamo tenuto fede a quanto promesso: abbiamo lavorato insieme per produrre un manuale focalizzato sulla compensazione della presbiopia sia con lenti progressive sia con lenti a contatto, che racchiude anche una serie di casistiche quotidiane con approfondimenti ed eventuali risoluzioni - ha spiegato l'oftalmologo Danilo Mazzacane, a margine della tavola rotonda - Avevamo anche indicato come importante la comunicazione all’utente finale e a tal fine sono stati realizzati due strumenti, entrambi a disposizione dell'ottico e dell'oculista: uno funge da informativa sulle principali cause di perdita di visus con invito alla prevenzione; l'altro permette di spiegare i vantaggi dei moderni ausili visivi, sia come soluzione oftalmica sia a contatto per la presbiopia, per ogni esigenza quotidiana». Oltre a questi supporti è stata finalizzata la ricetta di accompagnamento. «Una a disposizione dell’oftalmologo, per inviare il proprio paziente al centro ottico, e un analogo modello informativo per l'invio dall'ottico all'oculista», ha precisato Mazzacane. Al centro del progetto rimane la persona presbite. «Grazie a tali strumenti non solo siamo in grado di informare i medici oculisti e gli ottici optometristi, ma, attraverso questa sinergia, anche l’utente finale, focalizzandoci sulle sue esigenze particolari», ha aggiunto Giancarlo Montani, i cui concetti sono stati ribaditi da Ferdinando Sparnelli.

«Dietro a questo lavoro c’è una rete, c’è cogestione - ha sottolineato Roberto Pregliasco - La sfida non è ancora vinta, ora ci vuole concretezza». Concretezza che potrà essere raggiunta in occasione del prossimo Mido con un evento dedicato all’Osservatorio Presbiopia che, con il supporto di Anfao, presenterà ai professionisti della visione la nuova piattaforma.

Daniele Petrini
Roberto Pregliasco Giancarlo Montani
Da sinistra, Ferdinando Sparnelli e Ferdinando Fabiano, ideatore e organizzatore del Forum Presbiopia

Progressive, bene i volumi ma occorre far evolvere il mercato

Per raggiungere questo obiettivo ci vuole più sinergia all’interno della filiera: è uno degli spunti emersi alla luce dei dati GfK sull’andamento del segmento delle lenti per la presbiopia aggiornati ad agosto 2024, presentati al Forum di Napoli, che vede tale comparto essere l’unico cresciuto in quantità negli ultimi cinque anni in Italia

«La fotografia di GfK a fine agosto 2024 ci restituisce un’immagine tutto sommato positiva del mercato dell’ottica in generale sui quattro paesi europei presi in considerazione. Abbiamo registrato una crescita del 5,3% in valore rispetto all’anno precedente con il 61% di incidenza legato al mondo delle lenti oftalmiche, che continua ad aumentare la propria quota. Sommando il 22% del mondo delle montature da vista, possiamo affermare che tutto ciò che è relativo al “gesto professionale” del centro ottico oggi in Europa vale oltre l’80% del business». Così ha commentato Massimo Barberis, presidente di Anfao Gruppo Lenti, la prima annotazione importante emersa dai dati ufficiali sulle lenti per la presbiopia. Nonostante una congiuntura macroeconomica non facile, soprattutto nell’Europa centrale e in particolare in Germania, il mercato si mostra resiliente, con i quattro più importanti paesi dell’area Euro che fanno registrare buone performance.

Massimo Barberis, presidente di Anfao Gruppo Lenti, all'evento del 17 e 18 novembre presso la Stazione Marittima di Napoli

Alcune delle slide presentate al Forum 2024: le prime due dall'alto sono dati GfK, le altre tre sono elaborazioni Anfao su dati GfK

Veniamo all’Italia e alla situazione a fine agosto. I dati presentati al Forum confermano che per la prima volta dopo il periodo pandemico, il nostro paese performa meglio del trend europeo con alcune sorprese molto positive. «Se andiamo a guardare le varie ripartizioni delle quote dei quattro paesi all’interno del fatturato complessivo del comparto, notiamo subito una sostanziale differenza di oltre 10 punti percentuali rispetto a Francia e Germania ed è legata al mondo dell’oftalmica, che in Italia rappresenta il 50,8% contro un 61% della media europea - ha proseguito Barberis - Questo ci deve fare riflettere: significa che lo spazio di crescita è ancora tantissimo, ma certamente dietro questo numero c’è anche tutto ciò che in Anfao chiamiamo sistema di filiera. Riteniamo sia importante abbassare un po’ gli scudi e trovare il dialogo con la classe medica, fondamentale per far evolvere il nostro mercato».

Ma cos’è successo negli ultimi cinque anni nel segmento delle lenti? I dati, ha aggiunto il manager, mostrano che «il valore è cresciuto di 17 punti percentuali, ma i volumi si sono contratti leggermente. Quest’ultimo tema è fondamentale e credo sia importante che tutto il mondo dell’ottica lo tenga in considerazione». In generale, «si registra un incremento del prezzo medio con le progressive che sono cresciute ed è aumentato anche tutto il mondo legato alle monofocali evolute, cioè tutto ciò che è a supporto accomodativo, il mondo office e così via, e questo in generale ha prodotto un aumento del prezzo medio».

In termini di penetrazione delle progressive invece, si è passati da poco meno del 20% a essere oggi vicini al 23%, ma ancora lontani dalla media europea. Attualmente la Francia segna, infatti, un 43% di incidenza, la Germania un 38%, la Spagna che, come modello di business e di mercato è simile al nostro, fa registrare il 31%. «Questo ci deve fare riflettere perché c’è un’area di miglioramento», ha spiegato ancora Barberis. Ma come? «Lo ribadisco: dobbiamo cercare di lavorare in maniera sinergica all’interno della filiera». Sul fronte dei volumi, l’unico comparto cresciuto negli ultimi cinque anni è quello delle progressive. Anche il valore ha seguito un trend simile, con tale segmento che addirittura aumenta del 25%. Dato che conferma come sia uno dei vettori principali per far incrementare il valore, oltre che uno dei driver per migliorare il conto economico del centro ottico.

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Forum Presbiopia 2024: premiati carriere, eccellenze e talenti

a cura della redazione

Non solo formazione ma anche celebrazione di importanti traguardi raggiunti: il 17 e 18 novembre alla Stazione Marittima di Napoli sono saliti sul palco dell’evento personaggi che hanno fatto la storia dell’oftalmologia, dell’ottica, professionisti che si sono distinti nella gestione del cliente e paziente presbite e quelli che hanno vinto il Talent Show, alla sua prima edizione

Sono otto i centri ottici cui è andato il Premio Eccellenza, istituito con l’intento di stimolare l’impegno di coloro che contribuiscono alla diffusione e al corretto utilizzo di tutte le tipologie di lenti per la risoluzione delle problematiche visive in fase di pre-presbiopia e in tutte le fasi di presbiopia. I titolari di New Optical Tho -

mas, Ottica Proto, Centro Ottico Alessandro Spiezia, Ottica Vannelli, Ottica Nissena, Centro Ottico Lavermicocca, Ottica Capaldo e Opit.M.A.-Studio Optometrico-ottica IN vista sono saliti sul palco e hanno ricevuto il riconoscimento da Andrea Afragoli, presidente di Federottica. L’iniziativa ha già gli occhi puntati sul 2025: nel corso del Forum sono

I professionisti della visione candidati per il Premio Eccellenza 2025

stati infatti indicati i punti vendita in nomination per il prossimo anno.

L’evento di Napoli ha anche reso omaggio ai professionisti che si sono distinti nel corso di tutta la loro attività: il premio alla carriera è stato consegnato a Vincenzo Orfeo, responsabile Unità Operativa Clinica Oculistica Mediterranea di Napoli, «per il costante impegno, tramite AiroOnlus, nel portare la luce dove la luce è un lusso e la vista è speranza», a Diego Ponzin, direttore di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, «per il suo impegno e abnegazione nella ricerca e nella gestione del trapianto di cornea», a Giovanni De Napoli, vicepresidente di GreenVision, «per i 50 anni di contributo essenziale e visione innovativa a sostegno dell'ottica associata in Italia», e ad Astrid Galimberti, direttrice generale di Anfao, il cui riconoscimento è stato ritirato da Cinzia Ronchi, responsabile ufficio studi dell'associa -

I vincitori del Premio Eccellenza 2024. Dall'alto e da sinistra, in senso orario: Centro Ottico Lavermicocca, Ottica Vannelli, New Optical Thomas, Centro Ottico Alessandro Spiezia, Ottica Proto, Opit.M.A.-Studio Optometrico-ottica IN vista, Ottica Nissena e Ottica Capaldo, premiati da Andrea Afragoli e Ferdinando Fabiano

zione, «per l'attività svolta a favore della filiera ottica e della prevenzione e sensibilizzazione sulle problematiche visive presso il grande pubblico, all'interno di Anfao e Commissione Difesa Vista».

L unedì 18 novembre si è invece tenuta la prima edizione del Talent Show della Presbiopia. In un appassionante confronto attraverso la tecnica del role playing con la psicoterapeuta Lisa Vampa, già protagonista lo scorso anno dello show educativo, nel ruolo di potenziale cliente, nove ottici si sono sfidati in tre categorie focalizzate sulle principa -

li problematiche della gestione del presbite: in un breve lasso di tempo hanno cercato di rassicurarla sui suoi dubbi riguardo le lenti progressive e di proporle la soluzione correttiva più adatta. Il voto di una giuria composta da un esperto tecnico, una psicologa e la stessa Vampa, oltre a quella costituita da quattro esponenti dell’industria oftalmica e al giudizio della platea attraverso dei Qr code, ha decretato vincitori Francesca Dell’Osa nella categoria adattamento, Ilenia Nichele in presbiofobia e Federico Loda in prezzo.

I premi alla carriera: da sinistra, Diego Ponzin, Giovanni De Napoli, Vincenzo Orfeo e Cinzia Ronchi per Astrid Galimberti
I vincitori del primo Talent Show della Presbiopia: da sinistra, Francesca Dell’Osa nella categoria adattamento, Ilenia Nichele in presbiofobia e Federico Loda in prezzo, con Andrea Afragoli che ha consegnato il riconoscimento

Hoya: verso un consenso condiviso sulla miopia

a cura della redazione

È l’obiettivo dell’iniziativa organizzata a Roma dall’azienda oftalmica dall’8 al 10 novembre scorsi: un confronto scientifico strutturato con il metodo Delphi, che ha coinvolto un centinaio di oftalmologi pediatrici sulla gestione della progressione miopica

Ideato da Paolo Nucci, ordinario di Oftalmologia

presso l’Università degli Studi di Milano, e organizzato da Hoya, “Miopia e dintorni” ha raccolto contributi e visioni scientifiche sul tema dagli oculisti presenti alle due giornate svoltesi all’Hotel Villa Pamphili nella Capitale. Strutturato secondo il modello Delphi, metodo d'indagine interattivo utilizzato nella ricerca scientifica per ottenere risposte a questioni complesse attraverso il confronto tra esperti, l’evento si è svolto attraverso una serie di tavoli di lavoro moderati da alcuni tra i massimi esperti in materia, come Luca Buzzonetti, Roberto Caputo, Irene Schiavetti, Massimiliano Serafino, Aldo Vagge ed Edoardo

Villani. Ogni tavolo è stato accompagnato da specialisti che hanno arricchito la discussione con le proprie conoscenze specifiche. «In tale contesto i partecipanti hanno affrontato, basandosi sulle più recenti evidenze scientifiche, una serie di questioni chiave che verranno successivamente analizzate e approfondite: il metodo Delphi permetterà di definire risposte condivise alle domande rilevanti sull’evoluzione della miopia e le sue implicazioni, arrivando a un “consensus” da fornire alla comunità scientifica su tale tema», spiegano in Hoya Italia, secondo la quale gli argomenti trattati durante le tre giornate di lavori sono stati molto importanti per approfondire vari aspetti della miopia

I moderatori dell’incontro all’Hotel Villa Pamphili: da sinistra, Paolo Nucci, Roberto Caputo, Aldo Vagge, Irene Schiavetti, Edoardo Villani, Massimiliano Serafino e Luca Buzzonetti

pediatrica. «Schiavetti, docente di Statistica all’Università di Genova, ha guidato la discussione sull’epidemiologia, analizzando l’incidenza e la diffusione del fenomeno, Vagge ha affrontato le pratiche di prevenzione, mentre Caputo ha analizzato le strategie di controllo dell’evoluzione miopica – precisano dalla società oftalmica - A sua volta Buzzonetti ha condotto la riflessione sulle politiche necessarie per un’efficace gestione del problema e Serafino ha esplorato la tematica dell’eziologia. Infine Villani ha valutato l’aspetto economico legato alla gestione della miopia»

«Siamo felici di aver realizzato questo incontro che, grazie alla collaborazione con Hoya, ci ha permesso di affrontare il tema della miopia in modo scientifico

e libero da qualsiasi condizionamento - afferma Nucci - Questa occasione è stata un momento di confronto, un'opportunità per mettere le basi di soluzioni efficaci contro la progressione miopica nei più giovani».

Anche Maurizio Veroli, amministratore delegato dell’azienda con sede a Garbagnate Milanese, ha espresso soddisfazione per la qualità della discussione e per il contributo offerto dai partecipanti. «Sono contento di aver sostenuto un progetto così innovativo per il settore oftalmologico - dichiara Veroli - In questo appuntamento abbiamo visti riuniti alcuni tra i massimi esponenti dell’oculistica pediatrica, i cui contributi sono stati fondamentali per definire le linee guida di un approccio moderno alla miopia».

Miopia, nuove scelte politiche per prevenirla

Un protocollo congiunto tra il ministero della Salute e quello dell’Istruzione per fare screening visivi non solo a scuola, ma già tra i 3 e i 5 anni di età; l’auspicio di realizzare più strutture dedicate all’attività all’aria aperta o allo sport dei giovani; la valutazione delle risorse necessarie per fornire le soluzioni innovative alle famiglie italiane con bambini che presentano questa condizione visiva: sono alcune delle idee condivise il 22 ottobre scorso a Roma al convegno istituzionale “La miopia-Come affrontarla con i presidi innovativi: le nuove strategie”, promosso dalla senatrice Elena Murelli e voluto da Hoya, che si è tenuto nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (nella foto), sede degli uffici di senatori a vita ed ex presidenti della Repubblica.

Per l’area medica sono intervenuti Teresio Avitabile e Alessandra Balestrazzi, rispettivamente presidente di Siso e di Aimo, Luca Buzzonetti, primario di Oculistica all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, e Stanislao Rizzo, direttore di Oculistica presso il Policlinico Universitario Gemelli della Capitale: hanno ricordato la diffusione della miopia nel mondo, oggi e soprattutto in prospettiva, nonché le patologie alle quali si può andare incontro se tale difetto refrattivo non viene tenuto sotto controllo, dallo stafiloma miopico alla maculopatia miopica neovascolare o atrofica, fino al distacco di retina. Hanno, inoltre, sottolineato che oggi ci sono gli strumenti per fronteggiare tale problematica visiva: la terapia farmacologica con atropina e le lenti oftalmiche dedicate, con buone percentuali di riuscita in entrambi gli ambiti, sia come numero di piccoli pazienti che rispondono a tali soluzioni sia come percentuale di riduzione della progressione miopica. Dati confermati da Silvano Larcher, medical & professional affairs manager di Hoya Italia, che ha ribadito i riscontri di anni di studi clinici e di pubblicazioni scientifiche sulle lenti da vista con tecnologia D.I.M.S: un rallentamento dell’evoluzione miopica in media del 60% e la possibilità di arrestarla per un portatore su cinque. Senza dimenticare il ruolo fondamentale dei pediatri, evidenziato da Elisabetta Cortis, presidente della sezione Lazio della Società Italiana di Pediatria, che ha ricordato come negli anni questa figura sanitaria sia diventata particolarmente brava nella diagnosi, ma si può fare di più nella prevenzione.

Ampio il parterre di senatrici e senatori presenti al convegno romano, da Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione presso il ministero dell’Istruzione e del Merito, a Tilde Minasi, da Andrea Costa a Nicoletta Spelgatti, da Elisa Pirro a Giovanni Satta, oltre a Elena Murelli, fino all’intervento in diretta di Achille Iachino, a capo della Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico: tutti hanno condiviso non solo la necessità di non sottovalutare il fenomeno miopico, ma anche l’importanza del coinvolgimento della comunità scientifica e la necessità di interventi concreti in fatto di prevenzione scolare e prescolare, utilizzando la strumentazione diagnostica più avanzata per gli screening, avviando campagne d’informazione e adottando le nuove soluzioni.

Contattologia: la chiave è investire su controlli e multifocali

Si tratta di uno dei punti fondamentali emersi dai dati illustrati da GfK al Convegno 2024 di Assottica, che si è tenuto a Roma lo scorso ottobre: nell’ultimo anno il mercato delle lac è cresciuto, ma ci sono ancora ampi margini, soprattutto per chi punta sulla professionalità e i portatori over 45

Chi è il consumatore di oggi? È la domanda cui ha cercato di rispondere Fabrizio Marazzi, regional lead market intelligence West & South Europe di GfK, in occasione del Convegno Assottica 2024, delineando il quadro economico generale in Italia. «L’analisi del cliente è importante perché la sua fiducia è legata alle performance di un paese: quando la fiducia cresce, tutto è positivo anche in termini di Pil - ha spiegato Marazzi alla platea - Oggi, secondo una ricerca di GfK-Eurisko, questo indicatore sta risalendo: negli ultimi 15 anni la media era 57, attualmente è 58, per cui le cose stanno andando bene anche dal punto di vista della percezione dell’utente finale. Inoltre, in un indice prospettico dei prossimi 12 mesi, rilevato da domande al consumatore sulla situazione finanziaria della propria famiglia e più in generale del sistema paese, la percezione è altrettanto positiva, confermando un maggiore desiderio di acquistare, con un allentamento all’attenzione per i prezzi grazie alla diminuzione dell’inflazione, ormai alle spalle, scesa al +0,7% su base annua contro il +11,3% di dicembre 2022». Tuttavia, in questo clima generale di positività, si evidenziano diverse preoccupazioni, tra cui un peggioramento del welfare, il timore legato alle guerre, passando per il costo della vita e i cambiamenti climatici. La fiducia, insieme alla propensione all’acquisto, rimane in sostan-

za uno dei due indicatori importanti per delineare la situazione economica dell’Italia.

Entrando più nello specifico, dal punto di vista del sell out riferito al vision care, ossia lenti a contatto, liquidi e soluzioni, il mercato Europa analizzato da GfK, che comprende Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e Germania, si attesta a 2,3 miliardi di euro tra luglio

Fabrizio Marazzi, regional lead market intelligence West & South Europe di GfK

2023 e giugno 2024. L’Italia mette a segno un incremento a valore del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, allineandosi con Francia e Spagna: il nostro risulta quindi il secondo paese in crescita in questo lasso di tempo. Le lac registrano un andamento leggermente migliore (+5,2%, con 432 milioni di euro di ricavi) rispetto ai liquidi (+4,2%), con una incidenza per questi ultimi sui fatturati del 12%, molto più bassa rispetto alle prime. Se poi ai 432 milioni di euro sopra citati aggiungiamo la parte di vendita in internet, le lenti raggiungono i 560 milioni di euro di ricavi: qui il trend migliora, con +6,8%.

Pur con l’utilizzo dell’e-commerce, che in Italia pesa in totale per il 23%, le innovazioni restituiscono un ruolo chiave al retail. «I nuovi lanci nelle varie tipologie di prodotto sottolineano la centralità dell’applicatore che si prende cura del benessere visivo», ha sottolineato Marazzi. Dunque, quanto incide sul fatturato del retail l’innovazione di prodotto? «Molto», ha affermato il manager di GfK. Lo dimostrano anche le tipologie di lenti a contatto vendute: sempre tra luglio 2023 e giugno 2024, per le sferiche siamo al 19%, mentre per le toriche si registra +20% e per le multifocali +36%.

L’indagine ha anche rilevato nel periodo analizzato i numeri relativi ai controlli della vista e alle nuove applicazioni nel panel di centri ottici GfK. «Negli ultimi 12 mesi sono stati effettuati un milione di controlli, con una crescita delle applicazioni dal pre-pandemia in poi - ha precisato Marazzi - Qui notiamo che, grazie ai lanci di prodotto, quando c’è una visita di controllo (nel 72% dei casi) o anche una nuova applicazione per il cambio

di lente a contatto in silicone hydrogel (nell’84% dei casi), le quali rappresentano più della metà del fatturato, viene registrato un upgrade del prodotto stesso, con un incremento dello scontrino: le lac in silicone hydrogel continuano dunque a rappresentare una opportunità per innalzare il comfort. Se poi ci si sofferma sulle giornaliere ad alto valore, sempre nell’ambito delle visite di controllo, sono cresciute sia le toriche, con +19%, sia le multifocali, con +27%, rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante tale trend positivo, l’incremento di queste lac specialistiche non è ancora significativo a livello di fatturato».

Il manager di GfK ha quindi evidenziato il prodotto sul quale i contattologi dovrebbero puntare: le lenti a contatto per i presbiti. «Siamo il secondo paese al mondo dopo il Giappone con la popolazione più anziana - ha detto Marazzi - Osservando la piramide dell’età che risulta rovesciata, possiamo considerare questa situazione una grande opportunità per quanto riguarda la presbiopia: 32 milioni di persone hanno superato i 45 anni, ossia il 55,3% del totale».

Le persone over 45 risultano, inoltre, le più appetibili per il business: hanno maggiore disponibilità di reddito, sono predisposte a spendere per la propria cura e il proprio benessere (+34% rispetto alla media nazionale). Sono, inoltre, più attenti all’ambiente (+4%, sempre rispetto alla media nazionale) e sempre più attive (+26%). «La chiave dunque è continuare a investire sui controlli della vista, puntando sulle multifocali, segmento che ha tutte le potenzialità per una crescita più sostenuta», ha concluso Marazzi.

Fabrizio Marazzi sul palco del Convegno Assottica 2024

Lenti a contatto: l’ottico è al centro della vendita

La ricerca presentata al Convegno Assottica 2024 afferma a più riprese il ruolo chiave del professionista della visione per il consumatore lungo tutta l’esperienza d’acquisto e di fruizione delle lac, mettendo tuttavia in evidenza la necessità di comunicare maggiormente i benefici del prodotto

L’obiettivo dell’ultima indagine di Assottica presso il consumatore finale è stato individuare nuove possibili azioni in partnership fra produttore e ottico per l’aumento della penetrazione delle lenti a contatto: il target di riferimento è quello che viene definito in gergo “oceano blu”, ossia il mare di non utilizzatori. Inoltre, lo studio ha messo in risalto come lavorare al meglio su strategie di fidelizzazione

degli utenti già acquisiti dal professionista della visione attraverso nuove azioni commerciali drive to store, incrementando così il traffico in negozio. I risultati sono stati presentati da David Jarach, docente presso la Sda Bocconi di Milano, nell’intervento “La prospettiva delle lenti a contatto oggi”, durante la quindicesima edizione del Convegno Assottica, svoltasi il 27 e 28 ottobre a Roma.

David Jarach, docente presso la Sda Bocconi di Milano, ha presentato i risultati dell’ultima indagine Assottica all'evento congressuale organizzato dall'associazione delle aziende italiane di lac il 27 e 28 ottobre a Roma

Per la ricerca, tra aprile e maggio scorsi, è stato intervistato un campione di mille persone, di cui il 60% donne e il 40% uomini, fra i 18 e i 64 anni: il 70% del totale è costituito da non utilizzatori di lenti a contatto, ossia 700 persone che usano solo occhiali da vista, mentre il 30% da soggetti che ne alternano il porto a montature correttive.

Chi può convincere all’uso di lac i portatori di soli occhiali? Già alla prima domanda il campione ha determinato il ruolo centrale dell’ottico, il quale è importante (quasi per il 70%) soprattutto per i non utilizzatori. Segue il medico oculista (48%), mentre le opinioni di amici e parenti influiscono in modo abbastanza significativo (25%).

Jarach è passato poi a illustrare i motivi e i pregiudizi per cui questi portatori, presbiti e non, non usano le lenti a contatto. «Il prezzo non è il driver principale che influenza l’acquisto», ha sottolineato il docente.

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I risultati della ricerca alla domanda "Chi può convincere all’uso di lac i portatori di soli occhiali?"

Secondo l’indagine, infatti, oltre il 63% degli intervistati teme effetti collaterali, quali secchezza dell’occhio e stanchezza oculare, quasi il 49% è a disagio a inserire qualcosa nell’occhio, il 40% paventa di percepire le lenti a contatto e, altrettanto in percentuale, ha paura di introdurre batteri e microbi con l’inserimento. Seguono con oltre il 30% il freno causato dal prezzo, il timore per la scomodità e per la rimozione. Sempre riferendosi al costo, Jarach ha evidenziato la distinzione fra non presbiti e presbiti: per questi ultimi la spesa risulta ancora meno rilevante.

Quali sono dunque le azioni che possono essere messe in campo per stimolare la conversione da non portatore a portatore? «Dobbiamo innanzitutto rassicurarli sulla capacità di inserimento e rimozione e sul fatto che le lac di per sé non nuocciono alla salute oculare - ha spiegato Jarach - Ancora una volta, anche in questa domanda, il tema del prezzo non ha una grande influenza, piazzandosi al quarto posto: per cui l’ottico dovrebbe prima informare il consumatore, in maniera

chiara e diretta, con argomenti di natura tecnica, circa i benefici della semplicità di fruizione del prodotto, per poi passare a illustrare eventuali promozioni in corso».

A questi temi si può aggiungere quello del dual-wearing, ossia la possibilità di indossare le lenti a contatto con gli occhiali da sole, puntando alla libertà e all’estetica offerte.

Anche alla domanda sul canale di acquisto il professionista della visione risulta fondamentale. «Il centro ottico, di fiducia o di prossimità, è il punto d’ingresso - ha continuato Jarach - La frequenza di acquisto degli occhiali è in media di ogni 3-5 anni: l’ottico può quindi già calendarizzare la vendita delle lac per ciascun potenziale cliente. È possibile dunque stimolarne prima la vendita studiando strategie: il non user si reca infatti più spesso in negozio per l’acquisto, ad esempio, di occhiali da sole, mentre l’utilizzatore di meno, per lo più per comprare il prodotto già in uso o richiedere sostegno al professionista della visione».

Come si può stimolare concretamente la vendita di lac? La ricerca evidenza la distribuzione di campioni di prodotto da testare dopo la prova di applicazione, l’organizzazione di open day con eventi dedicati, la produzione di video tutorial e la pubblicità sui social. «Perché chi si reca da voi alla fine si dice contento – ha concluso Jarach, rivolgendosi alla platea dei professionisti presenti al Convegno Assottica – Siete voi stessi a dovervi proporre come ambassador del prodotto, puntando alla descrizione dei suoi benefici».

Jarach al Convegno Assottica 2024

Stanislao De Rosa: un centro ottico, un territorio, un partner oftalmico

Il legame del negozio che porta ancora il nome di chi lo fondò, più di novant’anni fa, con la località in cui è nato, Spilimbergo, a metà strada fra Pordenone e Udine, è lo stesso che anima la collaborazione con il mondo Shamir: iniziata oltre mezzo secolo fa e mantenuta con tutte le proprietà che si sono succedute, lo vede a tutt’oggi come suo unico fornitore di lenti da vista

Il negozio Stanislao De Rosa a Spilimbergo è stato avviato nel 1932 dal padre Stanislao, di professione fotografo. «Lo affiancavo da ragazzo ed eseguivo ritocchi fotografici, poi ho intrapreso gli studi ad Arcetri e mi sono diplomato nel 1971, proseguendo l’attività, che ha mantenuto il nome di mio papà per rispetto verso di lui, ma focalizzandola sull’ottica – racconta Luigi De Rosa - Mia moglie Alessandra e io lavoriamo insieme da 50 anni, abbiamo fatto una scelta di vita professionale impostata sul rispetto e l’amore per i clienti e sull’orgoglio che escano da qui sicuri del prodotto che hanno acquistato. Il nostro non sembra un negozio di ottica e non ha l’esposizione di montature a parete: gli occhiali sono perlopiù racchiusi nei contenitori. Alessandra seleziona quelli da proporre sulla base delle esigenze tecniche ed estetiche idonee al cliente. Occorre una grande capacità di ascolto, è facile e difficile al tempo stesso, ma è quello che ci ha permesso di essere attivi per tanti anni e di contare su una clientela fidelizzata, o che ci ha conosciuto tramite il passaparola di chi è rimasto soddisfatto».

Sin quasi da subito il centro ottico Stanislao De Rosa

Luigi De Rosa, figlio di Stanislao che nel 1932 diede vita al punto vendita, insieme alla moglie Alessandra: da cinquant’anni una coppia affiatata nella vita e sul lavoro

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ha deciso di non vendere firme, concentrandosi su un prodotto più artigianale e di ricerca. «Come abbiamo cercato la qualità nell’eyewear, così abbiamo fatto an che nelle lenti», prosegue Luigi, la cui collaborazione con quello che oggi si identifica con il mondo Shamir è nata oltre mezzo secolo fa, già con le proprietà prece denti del gruppo. «Un rapporto che inizia con Optilens Italia nel 1971 e prosegue per cinquant’anni, così da ar rivare in Shamir nel 2022: una storia condivisa, la cre scita dell’azienda con quella del punto vendita - spiega Daniela Smania, country sales manager della società oftalmica - Due persone meravigliose, i De Rosa, con un gusto eccezionale nella scelta delle montature, delle lenti e dei particolari che rendono piacevole la

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Il centro ottico apra le porte alla bellezza

Attraverso una risorsa del team adeguatamente formata o con il supporto di professionisti esterni, all’interno della pratica quotidiana o durante eventi pianificati ad hoc, è un servizio sempre più importante che può incentivare cross e up selling

Se mezzo secolo fa o forse più avessimo suggerito a un ottico di ampliare la sua prospettiva e introdurre il concetto di bellezza in negozio, chissà come avrebbe reagito. La sensazione è che proporre a un professionista della visione alcune delle attività beauty apprezzate oggi non sarebbe stato un successo: avrebbe certamente compreso poco l’opportunità e declinato lo strano invito, perché solo nella nostra epoca la bellezza non è più solo un valore, ma risulta essere uno dei macro trend di mercato destinati a spopolare per i prossimi decenni. L’ottico è nato per consigliare lenti che migliorano la vista e la vita delle persone, rafforzando il profondo nesso che da sempre tiene legati benessere e bellezza: se vedi bene, vedi il bello che la vita offre ogni giorno; se vedi bene puoi vederti bello; chi vede bene può vederti bello con la montatura che più ti valorizza. Ecco perché molti professionisti del settore in tutto il mondo utilizzano slogan che racchiudono tale concetto. In altre parole, da sempre il mondo del beauty contamina e completa quello del benessere. È in questa prospettiva che dovrebbero muoversi i centri ottici, includendo all’interno del processo di vendita e di personalizzazione ogni argomentazione che possa stimolare il piacere di specchiarsi e di vedersi bene. Quante volte le signore che indossano le lac chiedono consigli su come struccarsi o truccarsi. Quante volte “subiamo” l’autocritica dei clienti che con alcu-

Ideatrice del format “Guardaroba Occhiali”, è Eyewear Image Consultant, esperta di tendenze e trainer internazionale per aziende e imprenditori dell’ottica

ne tipologie di lenti vedono le rughe amplificate dalla correzione visiva. E, ancora, quanti portatori di occhiali lamentano il disagio dei naselli che scivolano sul naso. Almeno una volta nella vita, non c’è ottico che non abbia dovuto informarsi, documentarsi su tips di bellezza utili a consigliare per il meglio il proprio cliente, tanto da risultare sempre più aperto alle tecniche di

consulenza d’immagine richieste dal nuovo consumer. La verità è che per una prima applicazione lac è utile informare la cliente sulle tecniche make up, ma per fare camouflage sui segni del tempo, non basta consigliare lenti oftalmiche colorate che correggono discromie estetiche, bensì è importante dispensare qualche piccolo consiglio di idratazione della zona perioculare. E, infine, per evitare che i naselli rovinino il fitting di un occhiale, bisogna scongiurare l’utilizzo di una skin care inappropriata.

Ma è l’ottico che deve indicare la beauty routine e tutti i modi per vedersi belli con gli occhiali? La risposta è no. Può essere una risorsa del team, formata come beauty advisor per dispensare quotidianamente consigli di bellezza durante la consulenza personalizzata. Oppure può essere una consulente d’immagine con expertise beauty o una beauty advisor esterna a offrire tale prestazione, durante eventi pianificati secondo gli obiettivi del centro ottico. Si tratta di un servizio che può essere allargato anche ad altri professionisti, come esperti di nutraceutica, medici estetici, odontoiatri, operatori specializzati in dermopigmentazione del sopracciglio, psicologi.

Personalmente ho curato due iniziative in tale ambito. Nell’ottobre scorso Forlini Optical, che conta quattro centri ottici in Emilia Romagna, ha organizzato una fashion week dedicata al tema dal titolo “Eyes on Beauty”, trasformando per una sera il flagship di Ravenna in una spa, con beauty advisor di un centro estetico che si prendevano cura della zona perioculare grazie a massaggi rilassanti e prodotti d’avanguardia. La Beauty Station era l’elemento di attrazione del concept

store: un elemento di design creato per l’insegna che contiene tutti gli strumenti per attivare un’assistenza personalizzata, da quelli per l’armocromia ai prodotti skin care e make up. Il touch point fisico è stato altresì utilizzato per supportare la consulenza d’immagine in tutti gli store durante l’evento programmato in quella settimana, in affiancamento con make up artist e beauty advisor di una farmacia. Un talk serale all’interno dell’Hub, lo spazio creativo di Forlini Optical, ha portato in scena tutti gli argomenti di bellezza interiore ed esteriore che mettevano in relazione la corretta percezione dell’individuo con gli occhiali.

Più di un anno fa, invece, Ottica Galeazzo di Palermo ha avviato il primo corner dedicato con lo specchio dell’armocromia e tutti gli strumenti beauty utili a favorire il percorso emozionale durante la consulenza alla vendita: lo spazio è rimasto operativo nel quotidiano e viene presidiato da professionisti esterni durante eventi ad hoc. Si è poi evoluto fino a diventare un’area di proporzioni rilevanti in cui far vivere al cliente un’esperienza unica.

Il concetto di bellezza, se correttamente introdotto nel centro ottico, può dunque incentivare cross selling e up selling. Non abbiamo bisogno di trasformare l’ottico in visagista né di creare sovrapposizioni con professionisti dell’ambito sanitario o con esperti di materie beauty: abbiamo la necessità di sviluppare connessioni e di implementare i servizi.

In queste pagine, alcuni modelli di occhiali presentati durante la fashion week per l’autunno inverno 24-25 organizzata da Forlini Optical a Ravenna nell’ottobre scorso

Ottici perennials, eterni studenti della vita

Si distinguono per la mentalità aperta e all’avanguardia e non per l’età: grazie alla loro flessibilità possono rappresentare una risorsa importante per l’ambiente lavorativo

Negli ultimi decenni il panorama demografico ha visto emergere etichette generazionali come Baby Boomers, Generazione X, Millennials e Gen Z. Tuttavia, nel 2016, Gina Pell, direttrice creativa americana, ha introdotto il termine Perennials, definendo un gruppo di individui uniti più da interessi e visioni del mondo e della vita che da una data di nascita. Non hanno quindi un’età precisa ma sono caratterizzati dalla voglia di sfidare le convenzioni, promuovendo un nuovo paradigma di inclusività.

I Perennials si distinguono per la mentalità aperta e curiosa: vivono nel presente, sono aggiornati sulle tecnologie emergenti e interagiscono con persone di tutte le età. Non si conformano agli stereotipi generazionali e sono eterni studenti della vita, spinti da una continua sete di miglioramento: questa attitudine li rende risorse preziose in ambienti lavorativi innovativi, come un centro ottico moderno.

In un mondo diversificato, classificare le persone per data di nascita limita la comprensione delle loro capacità uniche. I Perennials enfatizzano l'importanza della mentalità rispetto all'età, valorizzando l'adattabilità e l'impegno personale: essere “ottici perenni” implica, quindi, il desiderio di lasciare un impatto positivo sulla società, con una visione globale e inclusiva nel settore. Contribuiscono quindi a creare ambienti dinamici e

Consulente di marketing e personal branding per gli

orientati all’apprendimento per tutte le figure con cui collaborano e mostrano una forte propensione verso l’innovazione, di cui spesso sono promotori. La loro capacità di connettersi con colleghi di diverse generazioni favorisce un notevole stimolo creativo: sono disposti ad apprendere nuovi approcci in ambito organizzativo, diventando catalizzatori di cambiamento. Incoraggiano gli altri professionisti del loro settore a vedere le sfide come opportunità e lo fanno sfruttando ogni canale possibile: dai social alle newsletter, passando per speech e libri, contribuiscono all’evoluzione del mercato condividendo la propria visione.

Definire i Perennials può sembrare una contraddizione rispetto all'intento di superare categorizzazioni rigide. Tuttavia il termine risulta utile come guida per valorizzare l'individualità senza cadere in generalizzazioni dannose: essere “perenni”, quindi, è più una comprensione della mentalità di alcuni ottici anziché una categoria statica che include alcune tipologie di persone.

In un’economia globale dove l'adattabilità è fondamentale, gli ottici “perennials” offrono prospettive fresche che ridefiniscono il futuro del lavoro e delle relazioni in negozio, ma anche in ogni altro luogo di connessione umana per il professionista della visione dei giorni nostri.

ottici. Blogger e podcaster del progetto Ottico del Web

Il nuovo catalogo lenti KIDS 2024 di Ital-lenti si amplia di nuovi prodotti dedicati ai portatori più piccoli, con un particolare focus sulle lenti MYOPICA per la gestione dell’evoluzione miopica ampliate nella gamma di materiali disponibili e range di correzione www.itallenti.com

Gen Z: da sfida a opportunità per l’ottico

Proprio per la giovane età, questo target offre una straordinaria occasione di business prolungata nel tempo: è però necessario assecondarne le esigenze e le modalità di acquisto, regalandogli un’esperienza omnichannel, in grado di unire negozio fisico e digitale

Li conosciamo tutti come “nativi digitali” i giovani nati tra il 1997 e il 2012, che sono rapidamente diventati un segmento di clientela peculiare per il retail ottico. Molti di loro, infatti, sono abituati fin da piccoli all’uso di occhiali per una miopia aggravata dall’utilizzo prolungato di dispositivi digitali, come smartphone, computer e tablet: lamentano spesso, quindi, affaticamento visivo, difficoltà a leggere la lavagna o a vedere dettagli a distanza e mal di testa. Nonostante la loro propensione a fare acquisti online in modo rapido e conveniente, un recente articolo di Business Insider Italia, dal titolo “La Generazione Z e l’e-commerce, come sono cambiati i trend di acquisto”, ha evidenziato una significativa flessione del loro shopping sul web: la percentuale di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che comprano qui è passata, tra agosto 2023 e agosto 2024, dal 14,7% al 10,3%, con un significativo calo di quasi 5 punti percentuali. Il cambiamento nelle abitudini di consumo si spiega con il loro spostamento verso l’omnicanalità, in grado di combinare il meglio dell’online e del negozio fisico. Una notizia dunque incoraggiante per il professionista moderno e per il centro ottico evoluto, che hanno l'opportunità di accogliere e soddisfare tale generazione di giovani consumatori, offrendo non solo prodotti in linea con le loro esigenze, ma anche un’esperienza d’acquisto innovativa e personalizzata.

La Gen Z è sempre più interessata, quasi ossessiona ta, da salute e tecnologia. Il benessere visivo rappre senta una priorità crescente per questo target, soprattutto in relazione all’uso intensivo dei device: alcune ricerche confermano che i giovani trascorrono mediamente oltre 8 ore al giorno davanti agli schermi, un dato che ha fatto aumentare l’attenzione per soluzioni che possano aiutarli a proteggersi dalla luce blu nociva e a prevenire l’affaticamento visivo.

Ecco quindi che l’ottico diventa ai loro occhi un consulente per l’innovazione tecnologica e un esperto per il benessere visivo: colui che propone, oltre a lenti con filtro anti luce blu, trattamenti fotocromatici e antiriflesso di ultima generazione, un programma di fidelizzazione digitale che permetta di accumulare punti o di ricevere sconti su acquisti futuri che includa però anche un follow-up annuale, svolto in accordo con la classe medica, per controllare l’evoluzione della miopia. Rafforza tale percezione anche il farsi promotore di campagne online di sensibilizzazione sulla prevenzione visiva, che spieghino come salvaguardare il sistema visivo nell’era dei dispositivi digitali.

Questo target è particolarmente influenzato dalle recensioni e dalle esperienze degli altri utenti: secondo il report 2023 di Stylight, società che confronta le abitudini di milioni di consumatori sui prodotti moda e arredamento online, circa il 60% della Gen Z consulta

i giudizi sui prodotti prima di effettuare un acquisto e il 70% dichiara di affidarsi ai social per decidere quali brand provare. Sono quindi abituati a reperire tramite il web informazioni dettagliate su articoli e prezzi, desiderano massima trasparenza sulle informazioni relative a materiali, qualità delle lenti e, in definitiva, risultano spesso scettici verso il classico “consiglio da venditore”. È abbastanza frequente, inoltre, notare come i giovani utilizzino lo smartphone per effettuare ricerche online anche durante l’acquisto in negozio.

Ecco quindi che per offrire una reale esperienza omnichannel i centri ottici hanno il compito di aggiornare i propri spazi fisici, integrando tecnologie che valorizzino, e non subiscano, esperienze interattive, come la possibilità di provare virtualmente le montature tramite applicazioni e totem digitali, di confrontare modelli, di leggere recensioni. L’inclinazione dei giovani a farsi influenzare dalle tendenze online diventa un modo per stimolare l’acquisto: valorizzare il feedback degli altri, evidenziare la popolarità di una scelta e studiare offerte limitate nel tempo li spingono a decidere di non perdere l’occasione di acquistare. L’ottico può sfruttare così un meccanismo psicologico molto efficace per la Gen Z definito Fomo (Fear of missing out), ovvero la paura di lasciarsi sfuggire un’opportunità: quella per i punti vendita più evoluti sta proprio nel rispondere alle nuove esigenze di questo target, puntando su una strategia omnichannel che integri la comodità del digi-

tale con l’esperienza fisica ridefinita. Allo stesso tempo è fondamentale proporre prodotti innovativi, come lenti con filtro anti luce blu e fotocromatiche, e costruire una relazione di fiducia attraverso trasparenza, personalizzazione e attenzione al loro benessere visivo. Con l’approccio giusto, il professionista della visione all’avanguardia ha perciò una grande occasione di far presa su tale generazione che, non dimentichiamolo, proprio per la giovane età offre una straordinaria possibilità di business prolungata nel tempo.

«Per conquistare i consumatori più giovani i centri ottici devono aggiornare i propri spazi fisici, integrando tecnologie che valorizzino esperienze interattive: provare

virtualmente le montature tramite applicazioni e totem digitali, confrontare modelli, leggere recensioni, ma anche stimolare l’acquisto sottolineando il feedback degli altri»

Lac specialty su casi clinici estremi: i vantaggi della tecnologia free form

Nella pratica di ogni applicatore di lenti a contatto capita di trovarsi di fronte a situazioni molto complesse: l’unione tra tecnologia, esperienza e osservazione clinica consente oggi di produrre soluzioni con un elevato livello di successo, in grado di migliorare notevolmente la vita dei portatori

La situazione qui trattata riguarda la gestione di un portatore post-multipla cheratoplastica perforante con impianto di IOL. A rendere il caso ancora più delicato erano l’età avanzata del soggetto, oltre i 70 anni, e la sua necessità urgente di rinnovare la patente di guida. Le difficoltà, pertanto, non si limitavano alla complessa realizzazione della lente a contatto, ma coinvolgevano pure aspetti legati alla gestione del caso clinico nel suo insieme: la gravissima riduzione dell’acuità visiva, infatti, non aveva solo compromesso la capacità di guida, ma aveva anche determinato un impatto significativo sulla qualità di vita e sull’autonomia individuale della persona, ormai a rischio di perdere ulteriormente la propria indipendenza.

Due occhi, due sfide diverse

Occhio sinistro

La prima ispezione con lampada a fessura e OCT del segmento anteriore ha subito evidenziato una sostan-

ziale differenza tra le condizioni dei due occhi. Quello sinistro mostrava gli esiti di una cheratoplastica perforante, caratterizzati da notevoli asimmetrie sia a livello corneale, all’interno di un diametro di 12 mm, sia a livello sclerale, con disomogeneità angolari ed elevazionali. Un ulteriore aspetto di rilievo era la significativa lassità del tessuto sclero-congiuntivale, attribuibile all’età avanzata del portatore, con la conseguente predisposizione a prolassi congiuntivali evidenti.

Da una prima analisi della tomografia la mappa elevazionale (in alto a destra nella figura 1) rileva, tramite l’area rossa, le porzioni corneali più elevate, formando una “mezzaluna” di tessuto prominente verso l’esterno. Nella porzione temporale, al contrario, la mappa sottolinea zone blu, indicanti una drastica riduzione dell’altezza corneale. Può essere utile immaginare questa situazione figurandoci un “omino” sopra l’apice rosso che si affaccia verso il baratro di un profondo oceano. Le altezze e gli avvallamenti, espressi in mi-

Laureato in Ottica e Optometria all’Università degli Studi Milano-Bicocca ed esperto in lenti a contatto

cron, forniscono una informazione quantitativa della situazione osservata.

Occhio destro

Anche in questo caso la biomicroscopia iniziale ha messo subito in risalto la gravità della condizione (Figura 3). Le immagini mostrano notevoli pendenze e una protrusione anteriore della superficie corneale (Figura 2). La mappa elevazionale indica una “mezzaluna” rossa, corrispondente alla porzione di cornea maggiormente sporgente. La mappa di curvatura tangenziale, invece, consente di apprezzare la distribuzione delle curvature, evidenziando immediatamente una zona circolare rossa al centro della cornea, indicativa di un raggio di curvatura particolarmente stretto. Questi dati sono fondamentali per la scelta del design della lente con cui affrontare l’applicazione.

Analisi dei profili sclerali

Occhio sinistro

L’analisi della morfologia sclerale, condotta tramite OCT del segmento anteriore, ha rivelato un’elevata variabilità sia in termini di elevazioni sia nella pendenza della regione periferica. Per una migliore contestualizzazione, è opportuno analizzare l’andamento dei profili degli 8 emi-meridiani sia in ambiente bidimensionale sia tridimensionale (Figura 4).

Gestione dell'occhio sinistro:

una soluzione con la tecnologia free form

Il primo passo che viene solitamente adottato nell’affrontare un nuovo caso è l’applicazione di una lente di prova standard, selezionata da un trial set. In questa specifica situazione, è stata utilizzata una sclerale di diametro 16 mm, caratterizzata da una doppia ellitticità periferica con profili angolari differenziati. Tale scelta è dettata dalla conformazione media della sclera, che presenta generalmente una variazione graduale di pendenza, con un aumento verso la porzione temporale (più ripida) e una riduzione verso quella nasale (più piatta). Tuttavia, considerando le numerose operazioni subite dall’occhio, era prevedibile che la sua irregolarità non rientrasse nei parametri di un profilo periferico standard. Nonostante ciò, si è proceduto con l’applicazione della prima lente di test per ottenere una valutazione preliminare.

Limiti della scelta

Come prevedibile, una lente ispettiva da trial set, per quanto ottimizzata, non può rappresentare in modo preciso l’andamento complesso di un occhio sottoposto a numerosi interventi chirurgici. I principali limiti riscontrati riguardavano la variazione delle pendenze e delle altezze sclerali, le asimmetrie centrali e il di-

Figura 1
Figura 2
Figura 3

sallineamento della lente: la foto (Figura 5) mostra l’allineamento non soddisfacente della lente di prova. Tuttavia, questa valutazione ha comunque permesso di rilevare un notevole miglioramento visivo, con un’acuità visiva passata da meno di 2/10 a oltre 10/10, considerando le necessarie sovra-refrazioni.

La scelta finale

Data l’elevata variabilità dei profili oculari, si è ritenuto opportuno optare per una lente sclerale personalizzata (Figura 6), generata utilizzando la mappa topografica in tecnologia total free form. Dopo aver inviato la mappa, l’azienda produttrice ha realizzato una lente su misura, con un risultato immediatamente eccellente. Nonostante il successo iniziale, si è voluto apportare ulteriori modifiche basate sull’esperienza clinica, per garantire un’applicazione ottimale non solo nell’immediato, ma anche a lungo termine. Nello specifico, si è scelto di ridurre la clearance limbare per migliorare l’appoggio della lente e minimizzare il rischio di prolassi congiuntivali.

Gestione dell'occhio destro: una soluzione con la tecnologia free form

Come anticipato, l’occhio destro ha rappresentato la vera sfida, sotto il profilo sia costruttivo sia refrattivo. A causa dell’elevata profondità sagittale e dei minimi spessori corneali, l’utilizzo di una lente sclerale non solo sarebbe stato inappropriato dal punto di vista della sicurezza, ma anche tecnicamente irrealizzabile. Le pendenze richieste per adattarla sarebbero state talmente elevate da impedire all'utensile del tornio a controllo numerico di completare il taglio necessario. La prima scelta è quindi ricaduta su una lente morbida bitorica inversa, realizzata in materiale siliconico ad alta permeabilità e progettata per essere il più sottile possibile. Una volta applicata, nonostante la copertura

sagittale risultasse ottimale, sono emerse problematiche legate a una visione instabile, causata da menischi lacrimali che si formavano al di sotto della zona ottica. Questi menischi, dovuti alle forti asimmetrie presenti nella zona centrale e para-centrale della cornea, generavano un effetto di “intercapedini” lacrimali variabili, influenzando la flessione e conseguentemente l’effetto refrattivo. La soluzione a questo problema è stata individuata attraverso un'accurata valutazione del pro-

Figura 4
Figura 5
Figura 6

SEIKO SMARTZOOM

soggetti ad asimmetria. Sulla base di queste informazioni, ho realizzato una lente morbida FreeForm, modellata esattamente sul profilo della lente da test utilizzata. Una volta replicata la lente in tecnologia FreeForm, ho richiesto specifici aggiustamenti micrometrici su quadranti selezionati, per eliminare i menischi e garantire una visione stabile. Il flusso decisionale può essere meglio compreso tramite lo schema seguente:

filo OCT con la lente in situ. Tale analisi ha permesso di identificare i meridiani maggiormente soggetti ad asimmetria. Sulla base di queste informazioni, è stata realizzata una lente morbida free form, modellata esattamente sul profilo della lente da test utilizzata. Una volta replicata la lente in tecnologia free form, sono stati richiesti specifici aggiustamenti micrometrici su quadranti selezionati, per eliminare i menischi e garantire una visione stabile. Il flusso decisionale può essere meglio compreso tramite lo schema qui sopra.

Lente morbida bitorica inversa provata

La sagitta totale è adeguata Simulazione Lac FreeForm basata su bitorica provata

Correzione dei profili a quadrante specifico Lac morbida FreeForm finale

Il risultato finale si è concretizzato in una lente morbida con una profondità sagittale pari a 6550um che ha permesso la totale copertura delle asimmetrie corneali, eliminando le intercapedini lacrimali sotto la lente e consentendo una acuità visiva fino a 2 lettere dei 6/10.

Free form: una tecnologia moderna, ma come dobbiamo intenderla?

Seguono le foto (immagine 7-8):

Il risultato finale si è concretizzato in una lente morbida con una profondità sagittale pari a 6550um che ha permesso la totale copertura delle asimmetrie corneali, eliminando le intercapedini lacrimali sotto la lente e consentendo una acuità visiva fino a 2 lettere dei 6/10 (Figure 7 e 8)

L’impatto determinante della soluzione

La soluzione adottata ha avuto un impatto straordinario sulla vita del soggetto, un uomo di 72 anni che partiva da una condizione visiva estremamente compromessa, con un’acuità inferiore a 1/10. Grazie all’applicazione delle lenti, la sua visione binoculare è migliorata fino a raggiungere gli 11/10: un risultato che ha significativamente migliorato la sua qualità di vita. Tale cambiamento ha restituito al portatore la capacità di svolgere attività quotidiane che prima gli erano precluse, come ad esempio accompagnare il nipotino a scuola e, soprattutto, ottenere il rinnovo della patente di guida, permettendogli di riacquistare la propria indipendenza.

Immagine 7 Immagine 8

Con questo termine si indica una geometria di lente a contatto il cui sviluppo risiede nella geometria rilevata dallo strumento di acquisizione. È la conformazione anatomica dell’occhio stesso a definire, con estrema accuratezza, quale dovrà essere l’andamento della lente nei vari punti. Si tratta di una tecnologia moderna che si traduce in uno strumento potente per l’applicatore: gli consente, infatti, di ottenere una lac che, già nella sua versione iniziale, si avvicina notevolmente al prodotto finale, con le aree critiche opportunamente gestite. Ciò però non deve certo tramutarsi in un “atto di fede”: il contattologo esperto era, è e sarà sempre la forma più alta di intelligenza per la risoluzione dei problemi, grazie alla sua esperienza, alla sua capacità di prevedere, di osservare e di adattare soluzioni. L’unione tra strumenti eccezionalmente tecnologici e know how, oltre all’osservazione clinica, consente oggi di produrre soluzioni con un livello di successo mai immaginato prima, in grado di trasformare profondamente la vita dei portatori.

Le immagini di questo articolo sono di proprietà dell’autore.

Figura 7
Figura 8

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Un percorso con professionisti del settore per sviluppare il miglior protocollo di proposta delle lenti intelligenti alla luce

Transitions® GEN S™ è una tecnologia al servizio della percezione visiva

ALESSANDRO FARINI

CNR Istituto Nazionale di Ottica e IRSOO

Zeiss: la Digital Transformation a beneficio del centro ottico

Dall’automatizzazione del magazzino delle lac alle fasi produttive nel reparto lenti, dalla possibilità di prevedere gli ordini in arrivo sino all’abbattimento degli sprechi: sono solo alcuni esempi della moderna strategia dell’azienda oftalmica, che si pone come obiettivo ultimo incrementare la qualità dei servizi offerti a professionisti della visione e consumatori

Sinonimo di passione per la precisione e l’innovazione, Zeiss è conosciuta per la costante spinta all’evoluzione tecnologica e per le tecnologie sempre più moderne che include nelle proprie lenti. Innovazioni, tecnologie e design all’avanguardia, frutto di anni di studi del reparto ricerca e sviluppo dell’azienda tedesca, che le consentono di offrire ai propri ottici partner, e quindi ai portatori, lenti altamente performanti. Ma ciò è solo la punta dell’iceberg: molto è il dietro le quinte che spesso non si riesce a vedere o comprendere pienamente. Ed è in questo “backstage”, non visibile al professionista della visione e ancora meno al cliente finale, che prende concretezza l’obiettivo di Zeiss, quella mission che è racchiusa nel motto Seeing Beyond: vedere oltre significa sfidare i limiti conosciuti e definire nuovi standard, aiutando in primis gli ottici partner a diventare protagonisti del loro stesso futuro, supportandoli nel divenire punto di riferimento per il loro pubblico, sempre più esigente

sia in termini di esperienza d’acquisto sia di prodotto acquistato.

Roberto Baldan, operations director and energy-environmental officer di Zeiss Vision Care Italia, spiega questo approccio. «Sono davvero tanti i progetti in corso e quelli a venire nell’ambito della cosiddetta Digital Transformation. In primis, come noto, abbiamo

Roberto Baldan, operations director and energy-environmental officer di Zeiss Vision Care Italia

L’automatizzazione del magazzino di lenti a contatto presso la sede centrale dell’azienda a Castiglione Olona, in provincia di Varese

completato l’automatizzazione del magazzino di lenti a contatto: i prodotti, distribuiti sul territorio nazionale, vengono interamente gestiti da un sistema automatico in grado di seguirne ogni fase, dallo stoccaggio alla spedizione - precisa il manager - L’automazione ci consente anche di avere il massimo rispetto per il Regolamento sui medical device: il numero di lotto dell’articolo viene sempre registrato, le scadenze rispettate e il prodotto selezionato per la commercializzazione è sempre quello corretto, con un margine di errore minimo. Questo percorso di efficientamento all’interno dei processi di Zeiss ha avuto poi come obiettivo un incremento del livello di servizio, con spedizioni di lenti a contatto toriche addirittura entro le 24 ore dall’inserimento dell’ordine. Con benefici immediati e tangibili nel rapporto ottico-cliente».

Un altro progetto innovativo, sempre relativo alla Digital Transformation, riguarda le attività che si svolgono nei reparti produttivi della sede italiana, a Castiglione Olona, in provincia di Varese, e nelle filiali distribuite sul territorio nazionale. «Il taglio delle lenti oftalmiche prevede, ad esempio, una serie di controlli sulla conformità del prodotto prima che avvenga il taglio stesso, grazie a sistemi di taratura digitale sempre aggiornati e calibrati in modo da ottenere il massimo della qualità possibile - ricorda Baldan - Tutto in ottica Industry 4.0, per la quale Zeiss sta facendo investimenti importanti al fine di integrare le attività operative con un sistema informativo di monitoraggio, dove l’operatore assume un ruolo tecnico di supervisione dei singoli processi».

Pur essendo un’azienda altamente tecnologica, Zeiss si avvale anche della collaborazione con realtà terze: istituzioni prestigiose e dalle competenze riconosciute a livello internazionale, perché «non c’è limite al miglioramento e aprirci a un confronto non può che portare benefici a entrambe le parti», prosegue Baldan.

L’azienda ha quindi trovato nel Politecnico di Milano un partner d’eccellenza, con il quale sta concludendo un iter didattico con il Made Competence Center Industria 4.0, ospitando anche una sessione di Executive Digital Transformation. Un’altra collaborazione di cui Zeiss va orgogliosa e che è iniziata molti anni fa, è quella con l’Università Liuc di Castellanza, in provincia di Varese, con cui la filiale italiana del gruppo sta costruendo ulteriori percorsi di crescita. «Agli inizi di novembre abbiamo avviato un progetto focalizzato sull’intelligenza artificiale - continua il manager - Si compone di una parte didattica, che ha visto la formazione in Zeiss non solo di risorse della divisione operations, ma anche nell’ambito delle risorse umane, del finance e dell’information technology, e di una parte pratica, che culminerà con la realizzazione di un piano di predictive maintenance, ovvero un progetto in grado di gestire una manutenzione predittiva, selezionando la tipologia di AI più opportuna da mettere in campo».

Sempre con l’obiettivo di offrire agli ottici partner un servizio migliore, l’aggiornamento dei processi interni a Zeiss ha riguardato anche lo sviluppo di un sistema in grado di prevedere la domanda, ossia quante lavorazioni, intese come quantità di lenti tagliate, montate, colorate e fotocromatiche, vengono realizzate ogni singolo giorno, in base al periodo e alla stagionalità, con una tolleranza di errore dell’1%. «Un simile risultato non è raggiungibile con un normale strumento di analisi: il sistema è basato sull’intelligenza artificiale, addestrata e allenata a leggere e ad analizzare i nostri report - dice ancora Baldan - Stiamo dunque adottando questa modalità per tutte le aree geografiche in Italia ed è in sperimentazione a livello mondiale. Inoltre, stiamo lavorando in modo significativo sui controlli qualitativi per fare sì che siano i più oggettivi possibile grazie a tool digitali e al monitoraggio dei nostri addetti: l’obiettivo è garantire una sempre più elevata qualità del prodotto in uscita e prevedere i picchi di domanda è fondamentale per soddisfare al meglio le richieste». «Infine, è da sottolineare che la Digital Transformation ci aiuta a ridurre, se non ad azzerare, gli sprechi dal punto di vista energetico, di utilizzo di acqua e di materiali, anche solo di fogli di carta - conclude Baldan - Perché essere efficienti ed efficaci per Zeiss significa porre il massimo dell’attenzione nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità».

Eyefit Smart Desk PRO di Ital-lenti: precisione e innovazione

La precisione è essenziale: le lenti devono essere centrate perfettamente per garantire una visione chiara e confortevole. Ital-lenti ha introdotto una soluzione innovativa per rispondere a tale esigenza: il videocentratore EyeFit Smart Desk PRO. Questo strumento avanzato combina tecnologia all’avanguardia e facilità d’uso per migliorare l’esperienza del cliente e garantire una centratura precisa delle lenti.

Cos’è EyeFit Smart Desk PRO?

EyeFit Smart Desk PRO è un videocentratore di ultima generazione progettato per assistere gli ottici optometristi nel processo di centratura delle lenti oftalmiche, riducendo al minimo l’errore umano e aumentando la precisione e l’efficienza: utilizza un sistema di rilevazione video per acquisire immagini esatte degli occhi del portatore e dei parametri necessari, in funzione della montatura prescelta e della morfologia del volto.

Caratteristiche principali

Precisione e affidabilità. EyeFit Smart Desk PRO utilizza due videocamere per la centratura e per la presa dei parametri in posizione d’uso e una terza videocamera per la centratura da vicino: ad alta risoluzione, permettono di rilevare con estrema precisione la posizione delle pupille rendendo i colori nella foto naturali.

Software avanzato. Per l’elaborazione dei dati, EyeFit Smart Desk PRO incorpora un software progettato per essere intuitivo e semplice da usare. La compilazione della presa parametri è immediata, riducendo i tempi di attesa e rendendo più efficiente il servizio.

In un mondo sempre più orientato verso la personalizzazione, il nuovo videocentratore rappresenta una soluzione all’avanguardia per i professionisti della visione. Grazie alla sua tecnologia avanzata e alla facilità d’uso non solo migliora la qualità del servizio, ma aumenta anche l’efficienza operativa dei centri ottici

Esperienza del cliente migliorata. La precisione del sistema non solo garantisce una visione ottimale per il cliente, ma arricchisce anche l’esperienza complessiva. Gli utenti finali possono vedere chiaramente i benefici delle lenti personalizzate grazie alla precisione della centratura.

Vantaggi per il professionista

L’introduzione di EyeFit Smart Desk PRO nel flusso di lavoro di un centro ottico comporta numerosi vantaggi.

Riduzione degli errori. La tecnologia avanzata di EyeFit Smart Desk PRO minimizza il rischio di errori nella centratura delle lenti: viene così garantita una qualità visiva superiore e si riducono le possibilità che le lenti debbano essere rifatte.

Aumento della fiducia del cliente. La precisione e la qualità del servizio offerto fidelizzano la clientela, che può contare su una visione ottimale grazie a lenti perfettamente centrate.

Efficienza operativa. Grazie alla velocità e alla facilità d’uso, EyeFit Smart Desk PRO consente di prestare consulenza a più persone in meno

tempo, ottimizzando le operazioni quotidiane del centro ottico.

Eyefit Smart Desk PRO rappresenta un passo avanti significativo. La centratura delle lenti è un processo critico che influisce direttamente sulla qualità della visione. Con l’adozione di tale tecnologia, i centri ottici possono offrire un servizio superiore, distinguendosi dalla concorrenza e fidelizzando i clienti.

Con EyeFit Smart Desk PRO, Ital-lenti conferma il proprio impegno nell’innovazione e nella qualità, offrendo agli ottici optometristi uno strumento che rivoluziona il processo di centratura delle lenti. Per una migliore operatività nel centro ottico la nuova versione di EyeFit Smart Desk PRO integra anche una colonna laterale con inserito un frontifocometro, che può essere fatto rientrare nella base del tavolo quando non utilizzato tramite un pratico sistema di elevazione.

EyeFit Smart Desk PRO è un investimento che si ripaga rapidamente in termini di precisione, efficienza e soddisfazione del cliente, ponendosi come punto di riferimento nel panorama delle soluzioni tecnologiche per l’ottica.

Divel Italia: con Aliena Max

va oltre i confini della visione

Dai laboratori di Milano di Divel Italia nasce una progressiva di ultima generazione, che offre una serie di vantaggi rispetto a quelle tradizionali, grazie alle innovazioni nel design e alla gestione ottimizzata delle varie zone di correzione.

Aliena Max è la nuova lente personalizzata di Divel Italia, sviluppata interamente con tecnologia Aliena. Si tratta della versione premium della Aliena classica ed è costruita con un upgrade, Nowave: grazie a questa nuova tecnologia è infatti possibile controllare meglio le aberrazioni delle zone di distorsione, diminuendo sensibilmente l’accelerazione degli astigmatismi obliqui, al fine di avere una migliore armonizzazione di tutte le zone di visione. Nowave garantisce una diminuzione del livello massimo delle aberrazioni di quasi il 20% rispetto alla prima versione di Aliena, con un netto miglioramento del comfort e della facilità di adattamento.

Aliena Max è disponibile in tutti gli indici con la possibilità di scegliere due canali di progressione: canale 9 e canale 12.

Nel canale 12 si ottiene una riduzione del livello massimo di aberrazione di circa il 20%: sulla zona dell’intermedio il livello di aberrazione diventa simile a quella delle zone di vicino e lontano. Di conseguenza si può parlare di una progressiva che si avvicina alla concezione di una monofocale. È ideale per il lavoro indoor grazie

a un intermedio molto ampio, ma non è adatta a occhiali molto grandi con forme rettangolari.

Nel canale 9 si ottiene una riduzione del livello massimo di aberrazione di circa il 10%: questa lente reagisce in maniera eccellente nel passaggio tra le varie zone di visione ed è indicata particolarmente per i miopi. Aliena Max in canale 9 è adatta per il montaggio su qualsiasi forma di montatura.

Le lenti progressive di ultima generazione, come Aliena Max, offrono una serie di vantaggi rispetto a quelle tradizionali, grazie ai miglioramenti tecnologici e alle innovazioni nel design.

Aliena Max è progettata per ridurre il tempo di adattamento: grazie alla tecnologia Nowave le zone di transizione tra la visione da lontano, intermedia e da vicino sono più fluide e naturali. Questo significa che il cliente si abituerà alle nuove lenti in modo più veloce e senza troppi disagi.

Il design di Aliena Max minimizza le distorsioni laterali (l’effetto di “sfocatura” ai bordi) e migliora la chiarezza visiva in tutte le zone della lente, riducendo l’effetto di “movimento” od “oscillazione”.

Il design più preciso e la gestione ottimizzata delle varie zone di correzione contribuiscono a rendere l'esperienza visiva più comoda, anche durante l’uso intensivo.

Le progressive Aliena Max sono sviluppate per garantire al portatore il top delle prestazioni.

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IL

INQUADRA

Sel Optical lancia MYOSEL per il controllo della progressione miopica

La miopia è un problema sempre più diffuso e destinato a crescere a livello planetario. Le statistiche infatti indicano un costante e significativo aumento negli ultimi vent’anni e, a oggi, già un quarto della popolazione mondiale risulta essere miope, con un trend che, in proiezione, potrebbe portare al superamento della soglia del 50% nel 2050.

Le ormai innumerevoli ricerche dimostrano che le cause sono da imputare soprattutto alle mutate abitudini di vita, principalmente all’attività visiva a distanza ravvicinata, spesso dovuta all’utilizzo intensivo dei dispositivi digitali, e al minor tempo trascorso in spazi aperti. In relazione al costante incremento di questo difetto visivo soprattutto nei soggetti in età scolare, dai 6 ai 14 anni, il controllo dell'evoluzione della miopia nei bambini e negli adolescenti è uno degli argomenti di maggiore interesse in quest’ultimo periodo: oltre il 60% della miopia si sviluppa già dai 6-7 anni fino all’adolescenza, pertanto la sua prevenzione, con l’adozione di misure precauzionali, diventa un fattore importante al fine di limitarne la costante progressione.

Per rispondere a questa necessità, Sel Optical si è concentrata nello sviluppo di MYOSEL, una nuova famiglia di lenti con defocus periferico, che permettono, oltre alla correzione del deficit refrattivo, anche un’efficace gestione dell’evolu zione miopica. Ricerche a livello internazionale hanno infatti confermato che la parte centrale della retina dei soggetti miopi mostra un defo cus miopico, mentre la parte periferica mostra

L’utilizzo con continuità di questa soluzione visiva da parte di bambini miopi in età scolare dai 6 ai 14 anni garantisce un controllo della progressione del difetto refrattivo e del conseguente allungamento assiale del bulbo oculare.

Principio di progettazione delle lenti MYOSEL

La tecnologia free form di MYOSEL consiste in una zona ottica centrale di 9 mm per correggere il difetto miopico nella visione da lontano: oltre questa area inizia un defocus periferico progressivo che si estende in maniera radiale su tutta la superficie della lente con un incremento del potere di +2.50 D. Questa caratteristica della lente con defocus miopico, come dimostrato da alcuni studi, è in grado di gestire l’allungamento assiale del bulbo oculare causato dalla sfocatu ra periferica ipermetropica, controllando e ritar dando così in maniera efficace la progressione della miopia nei giovani portatori.

La visione con una lente monofocale tradizionale a destra e con la lente MYOSEL con defocus periferico a sinistra

Il sistema completo per la gestione della miopia nei bambini

VEDIAMO FIORIRE

LA LORO IMMAGINAZIONE

Miopia: sulla “vista corta” il Medioevo ci vedeva… lungo

Docente di ottica e optometria, autore di numerose pubblicazioni inerenti alla professione

Ancora un lemma di etimo greco, myo = stringo e ops = occhio, che esprime la tipicità dell’ametrope di fessurare le palpebre per migliorare, riducendo abbagliamento e aberrazioni, la percezione. Il termine viene introdotto dall’olandese Franciscus Cornelis Donders, tra i fondatori della moderna oftalmologia: nel suo testo del 1864 Sulle Anomalie dell’Accomodazione e della Refrazione degli Occhi, a pag. 78 dell’edizione italiana curata dal docente di oculistica Antonio Quaglino, scrive: “La misura è troppo breve e quindi lo stato potrebbe chiamarsi brachimetropia… la brachimetropia non è evidentemente altra cosa se non la miopia, termine da preferirsi”. E con il quale noi la conosciamo.

La miopia, nel tardo Medioevo chiamata “vista corta”, compare già nelle pagine del Codice Civile Giustinianeo del VI secolo dove, nel quarto libro, si indicano le clausole per il diritto di recesso, acta rehedibitoria, di uno schiavo appena acquistato e, tra queste, il non vedere lontano. Investita da grande complessità simbolica è la visione tardo medievale che, dopo il XIII secolo, acquista un proprio stile comunicativo: abbassare lo sguardo certifica manifesta subordinazione davanti al sovrano, al genitore, alla chiesa e in generale al cospetto del divino, sacro o demoniaco che sia. Nella pittura tardo medievale i santi cominciano a essere rappresentati con gli occhi semichiusi,

fissi al suolo, per non vedere le nequizie e le vanità del mondo. La miopia era un segno del divino che lo aveva posto sulla via della beatificazione: al soggetto scegliere se accettare il sacro contratto, fessurando le palpebre e abbassando costantemente lo sguardo, ponendosi fin da subito in odor di santità, od opporsi con acrimonia all’ostile e matrigno destino, abbracciando i rimedi della farmacopea, che comprendeva pozioni, decotti, salassi o purghe contro le infertiadi, le malattie, miopia compresa. Un’abbondante letteratura dettagliava anche la fisiognomica della visio: la velocità dell’ammiccamento, lo sguardo obliquo o le sopracciglia folte suggerivano al potente se assumere o meno il giovane.

Per secoli l’ottica si è occupata solo dei soggetti con la vista corta o debole, miopi e presbiti, e solo dall’Ottocento è giunta a puntualizzare e segmentare le ametropie e la loro compensazione.

Oggi, laici viandanti secolari nell’età della tecnica, fatichiamo ad affidare alla storia un fine ultimo e circoscriviamo il presente alla pura e arida processualità. Il miope è un ametrope che classifichiamo con codici e quantità per compensarlo e normalizzarlo: la mirabile poesia dell’ignoranza medievale ci appare come bizzarra e stravagante, ma era capace di guidare, opprimere o esaltare le coscienze collettive come non più, nella nostra storia, è poi successo.

lui è Pigrocchio

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