Milano Giovani Propone

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GRUPPO GIOVANI sezione di Milano

Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti 20123 Milano Italia - piazza S. Ambrogio, 25 Tel. +39 00 0000000 - Fax +00 0000000

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Gruppo “Il Ponte” Fondazione Vittorino Colombo

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GRUPPO GIOVANI sezione di Milano

20123 Milano Italia - piazza S. Ambrogio, 25 Tel. +39 02 809831 - Fax +39 02 809835 ilponte@fondazionecolombo.org www.fondazionecolombo.org

Il futuro di Milano incontra il Ministro Giovanna Melandri


Noi pensiamo che Milano sia, oltre che capitale dell’economia e della Finanza, anche la città delle professioni intellettuali e dei talenti...


Questo incontro è stato organizzato da un tavolo comune di Associazioni che rappresentano i giovani dell’impresa e delle professioni di Milano (Gruppo Giovani Assoedilizia, Giovani di Assolombarda, Associazione Giovani Avvocati Milano, Giovani Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, Rotaract Club Milano Duomo (Distretto 2040), Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti – Milano, Gruppo Giovani Unione Giuristi Cattolici, Gruppo Il Ponte – Fondazione Vittorino Colombo). Noi pensiamo che Milano sia, oltre che la capitale dell’economia e della Finanza, anche la città delle professioni intellettuali e dei talenti; inoltre è la metropoli italiana con le relazioni internazionali più intense, quindi più incline alla modernità e al confronto con gli altri Paesi. Ecco perché i giovani attivi nelle professioni e nell’impresa sono anticipatori di problematiche che possono riguardare tutta l’Italia. L’obiettivo dell’incontro è stato, quindi, di presentare le istanze di una generazione che guarda alle criticità italiane con una maggiore consapevolezza nelle sfide della globalizzazione, al di là dell’appartenenza politica e ideologica.

Giovani Assoedilizia

Unione Giuristi Cattolici Italiani - Giovani


6 novembre 2006 in Assolombarda Milano

Un incontro con Giovanna Melandri, Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili, per un confronto diretto sul futuro dei giovani nel nostro Paese Redazione: Anna Marino Marcello Menni Alessandro Nitti Michelangelo Prenna Strategia Editoriale: Valerio Marazzi Coordinamento Grafico: www.marazzipartner.com


GRUPPO GIOVANI sezione di Milano

Gruppo “Il Ponte” Fondazione Vittorino Colombo



Introduzione

Alessandro NITTI

La politica è una irrinunciabile attività umana Il perseguimento del Bene Comune nella gestione della cosa pubblica è stato motivo di ispirazione e di fermento ideale che ha attraversato la storia di molte culture. Nelle civiltà moderne l’impegno politico è stato di frequente inteso, anche riprendendo un’eredità culturale del mondo classico, come una delle manifestazioni più alte e nobili dell’agire umano. Dopo l’intenso lavoro del dopoguerra, l’Italia dagli anni ’80 ha conosciuto una fase di stanca dell’impegno politico e dello slancio ideale verso la politica che ha coinvolto soprattutto le giovani generazioni. Secondo alcuni tale deficit di motivazione ha coinciso con l’impoverimento della cultura morale e del senso civico di grandi parti della collettività. Il dibattito che ne è nato e che ha tentato di individuarne la cause ha messo in evidenza i limiti della capacità della classe dirigente politica di saper da una parte rinnovarsi e dall’altra darsi degli elevati standard operativi ed essere lungimirante. È stato inoltre rilevato che il generale senso di sfiducia che caratterizza oggi il sentire comune nei confronti dell’azione politica segue e si contrappone ad un periodo di grande fermento ideale, per alcuni ideologico, che nel ventennio a cavallo tra gli anni ’70 ha condizionato la storia civile del nostro paese. Certamente, in modo trasversale rispetto agli orientamenti politici e in modo del tutto omogeneo tra le generazioni, tutti i cittadini lamenta-

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LA POLITICA È UNA IRRINUNCIABILE ATTIVITÀ UMANA

no una nuova distanza tra il proprio vivere quotidiano e la volontà del complesso politico di cogliere le necessità del mondo che cambia. Da più parti è sollevato il problema: il cittadino non si riconosce più nell’attuale dibattito politico. Questa reale dicotomia (crisi) tra l’esigenza intellettuale di elaborare una cultura politica di più ampio respiro e l’impossibilità di trovare nel mondo istituzionale una efficace capacità di cogliere gli interessi generali determina un senso di smarrimento tanto maggiore per le giovani generazioni. I giovani sono costantemente alla ricerca di modelli ai quali ispirarsi che consentano loro di elaborare i valori di riferimento e testarne di nuovi. I giovani a Milano, che impiegano le proprie energie in un tessuto produttivo esposto più di altri alla competizione globale di contenuti e qualità, hanno sviluppato una maggiore sensibilità all’eccellenza professionale e prima di altri richiedono anche alla politica un approccio strategico nuovo. Tali considerazioni hanno determinato lo spontaneo confronto tra alcune associazioni di giovani professionisti, ricercatori ed imprenditori che ha poi reso possibile, da un’idea del Gruppo “il Ponte” della Fondazione Vittorino Colombo e dalla Sezione UCID di Milano, un incontro sull’esigenza di muoversi congiuntamente per elaborare un percorso di crescita culturale e morale comune. Il Gruppo Milano Giovani Propone (www.milanogiovanipropone.org) nasce con la volontà delle associazioni membri di trovare interlocu-

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tori politici in grado di favorire la chiusura del gap di rappresentanza che alza un muro tra i cittadini e la politica, impedendo un adeguato dialogo sociale. Milano Giovani Propone è composta da: il Gruppo Giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, la Fondazione Vittorino Colombo - Gruppo “Il Ponte”, i Giovani Assoedilizia, il Rotaract Sezione di Milano Duomo, il Gruppo Giovani Imprenditori Assolombarda, l’Associazione Giovani Avvocati di Milano, l’Unione Giovani Dottori Commercialisti, il Gruppo Giovani dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani. Il mondo che cambia impone nuove sfide che richiedono un impegno fondato sulla conoscenza e sullo sviluppo di servizi innovativi. La politica oggi, così come accaduto nel dopoguerra ha il ruolo imprescindibile di governare il processo di innovazione guidando le determinazioni di politica economica necessarie per una corretta allocazione delle risorse ed una più equa redistribuzione della ricchezza. Milano Giovani Propone riconosce pienamente e crede nel ruolo della politica capace di interpretare la dinamica civile per il Bene Comune. Tuttavia la politica non può ridursi ad una strumentale contrapposizione di ideologie e potere. Ecco perché gli interpreti di questa assunzione di responsabilità,

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necessaria per guidare il cambiamento della politica, non potranno che essere uomini e donne che rappresentino altissimi esempi di preparazione culturale e morale. I valori distintivi dell’attività dell’UCID e della Fondazione Vittorino Colombo sostengono l’impegno per la “cultura della creatività” che Milano Giovani Propone si assume: non può esserci sviluppo senza “educazione”. Occorrono guide sicure e maestri che sostengano la nostra tradizione culturale, che consegnino questa tradizione alla libertà di tutti i giovani, che li accompagnino in una verifica piena delle ragioni e che insegnino loro a stimare e amare se stessi e l’ambiente attorno a sè. Milano Giovani Propone nel nostro auspicio è un’iniziativa che consentirà ai giovani membri di: 1. maturare un’esperienza di confronto importante con il mondo politico; 2. consegnare ai rappresentati delle istituzioni il messaggio di un paese che si evolve e ha voglia di crescere e confrontarsi a partire dalle giovani generazioni. Il lavoro di oggi è necessario per formare la leadership per il futuro. Buon lavoro!

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Introduzione

Michelangelo PRENNA

Proposte in materia di rappresentanza civile Un dato indiscutibile emerge da una lettura, anche veloce, delle schede biografiche dei componenti delle Camere e dell’Esecutivo: la presenza dei giovani nelle istituzioni repubblicane può davvero contarsi sulle dita di due mani. La candidatura di under 35 nelle ultime elezioni politiche nel nostro Paese è stata pressoché marginale. Se poi si compara questo quadro di rappresentanza politica con il resto dei Paesi dell’Unione europea, il risultato italiano è totalmente sconfortante. È evidente che l’Italia, da questo punto di vista si presenta come un Paese bloccato, tendenzialmente vecchio non solo per la crisi demografica che lo attanaglia, ma anche per l’incapacità del nostro sistema di rinnovarsi, di far fruttare l’accesso nel mondo della cultura, della politica e dell’economia di risorse “nuove”. Sorge legittimamente un dubbio: ma i giovani italiani sono considerati una risorsa o un problema? Il Centro Studi “Il Ponte” della Fondazione Vittorino Colombo crede fermamente che, come si è affermato nel Libro bianco UE sulle politiche giovanili, investire nella gioventù significhi investire nella ricchezza delle nostre società di oggi e di domani. Nell’articolato lavoro di Milano Giovani Propone, “Il Ponte” si è occupato, in modo particolare, della formulazione di alcune proposte concrete per ridurre il deficit di rappresentanza giovanile. Quelle di seguito sinteticamente riportate rappresentano non già delle soluzio-

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PROPOSTE IN MATERIA DI RAPPRESENTANZA CIVILE

ni pronte per l’uso, quanto alcune idee sulle quali sarebbe auspicabile sviluppare una discussione aperta e franca. 1) Tutti elettori. Uno dei pregi principali delle democrazie moderne dovrebbe consistere nel rappresentare gli interessi degli elettori meglio di altre forme di governo. Gli interessi degli elettori, però, hanno sempre più una valenza “economica” perché le lobby ed i gruppi di pressione sono in grado talvolta di modificare le politiche pubbliche in funzione dei propri affari. Risulta fondamentale, per la salute della nostra democrazia, studiare soluzioni che permettano di rappresentare tutti gli interessi in gioco. Nessuno escluso! Negli ordinamenti democratici, infatti, non tutti i cittadini, hanno la possibilità di far sentire la propria voce mediante l’esercizio del diritto di voto. Si pensi, ad esempio, ai dieci milioni di minori e giovani italiani al di sotto dei 18 anni, che si ritrovano nella sostanziale impossibilità di esprimere in via istituzionale i loro bisogni, interessi, esigenze, talvolta urgenti e sintomatici di un disagio profondo. Cosa si potrebbe fare? Sicuramente un’idea potrebbe essere quella, già espressa alcuni anni fa dalle Acli, di attribuire il diritto di voto dalla nascita, delegandone l’esercizio alla madre, al padre o ad entrambi fino a che il minore non abbia raggiunto la maggiore età. Sul contenuto della proposta e sui dubbi di legittimità costituzionale della stessa sarà auspicabile avviare un ampio dibattito ed un vivace confronto, mutuando spunti di riflessione anche da ordinamenti giuridici di altri paesi europei. La proposta presenta sicuramente un punto di forza, costituito dalla “concorrenza” che si instaurerà fra le forze politiche per conquistare il voto dei minorenni. I partiti, infatti, per intercettare la gran parte di

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questi 10 milioni di voti espressi dai genitori in rappresentanza dei figli, dovranno, in un primo momento, avviare una fase di ascolto attento delle esigenze giovanili, e, successivamente, proporre azioni di governo, che rispondano ai bisogni dei minorenni e delle loro giovani famiglie. A tal proposito forse giova ricordare John Stuart Mill, che affermava: “I governanti e le classi di governo hanno la necessità di tenere conto degli interessi e dei desideri di coloro che hanno il suffragio: ma il farlo o no è invece una scelta rispetto a coloro che ne sono esclusi; e per quanto i governanti siano onestamente disposti, essi sono in genere troppo occupati con questioni di cui devono occuparsi, per avere abbastanza spazio nei loro pensieri per tutto ciò che possono senza danno trascurare”. 2) Alle urne a 16 anni. Gli enti territoriali nell’ordinamento italiano hanno visto, nell’ ultimo decennio, un progressivo aumento delle rispettive prerogative. In molteplici settori legislativi ed amministrativi, in ossequio ad una corretta applicazione del principio di sussidiarietà, Comuni, Province e Regioni sono ormai competenti ad assumere decisioni, che incidono sempre più direttamente sugli interessi dei componenti delle proprie comunità locali, giovani compresi. Anche nelle realtà a loro più prossime, quindi, questi ultimi non dispongono degli strumenti istituzionali per rappresentare le proprie istanze. Esistono già esperienze decisionali che vedono coinvolti ragazzi e giovani minorenni, come i consigli dei bambini, le consulte giovanili e i consigli scolastici (d’istituto,

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PROPOSTE IN MATERIA DI RAPPRESENTANZA CIVILE

distrettuale, provinciale), ma si tratta di forme di rappresentanza all’interno di organismi, svuotati di effettivi poteri e deputati ad esprimere pareri privi di qualsiasi efficacia vincolante. Perché allora non abbassare il tetto dell’elettorato attivo e passivo da 18 a 16 anni nelle elezioni per il rinnovo degli enti territoriali? In primo luogo tale modifica sortirebbe il risultato di spostare il quadro del corpo elettorale e fornire un peso maggiore agli interessi dal punto di vista dei giovani, impegnando, anche in questo caso, come nella proposta del voto delegato, le forze partitiche locali a tendere l’orecchio per ascoltare le esigenze giovanili e tradurle in punti programmatici della propria azione politica. Si favorirebbe, inoltre, la partecipazione dei giovani alla vita politica, facendo sentire loro che possono contare di più, esprimendosi direttamente sulle questioni che riguardano il territorio in cui vivono. Last but not least permettendo ai sedicenni non solo di votare ma anche di essere votati, si potrebbe verificare anche in Italia, così come avviene normalmente in altri Paesi come Spagna, Germania, Inghilterra, un processo virtuoso di graduale formazione dal basso, dalle comunità locali, di una nuova e giovane classe dirigente. 3) Un Ministero strategico. Per la prima volta nella storia della Repubblica un governo italiano presenta fra i suoi dicasteri un Ministero dedicato alle politiche giovanili. Grande è la gioia, ma anche grande è la preoccupazione. I motivi di apprensione sono dati soprattutto da una possibile interpretazione delle competenze ministeriali declinate esclusivamente al mondo della musica, dello spettacolo, delle attività sportive. Per intenderci ad una politica del panem et circenses. Non che ai giovani tutto que-

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sto non piaccia. Sicuramente, però, non basta. Il Ministero per le politiche giovanili, pur essendo un dicastero senza portafoglio, deve configurarsi come soggetto istituzionale chiamato ad esprimere con forza una sorta di “valutazione di impatto giovanile” sui principali provvedimenti da adottarsi nell’agenda politica italiana. La proposta principale, peraltro accettata e fatta propria dall’On. Melandri, riguarda la partecipazione del Ministro al Cipe per rappresentare le istanze giovanili nella delicata operazione di programmazione economica da parte dell’organismo interministeriale. Sarebbe, inoltre, di fondamentale importanza prevedere la possibilità di esprimere il “punto di vista giovanile” nella produzione normativa su temi quali ad esempio le attività produttive, gli interventi nelle aree del nostro Paese, l’erogazione di forme agevolate del credito per intraprendere studi universitari e di formazione superiore, per costituire un nucleo famigliare, per acquistare una propria abitazione. Alcune delle proposte sostenute necessitano per essere realizzate di modifiche della nostra Carta costituzionale e della legislazione ordinaria. Non appaiono questi ostacoli insormontabili per la politica italiana, qualora essa abbia realmente deciso di orientarsi verso il futuro, passando da una immagine di se stessa come mera rappresentazione di interessi strutturati e corporativi tipica delle società vecchie ad un’altra come rappresentazione e confronto con interessi futuri, in formazione, proiettati già nel domani.

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Il Futuro di Milano incontra il Ministro Melandri

La comunità dei giovani professionisti ed imprenditori in Milano “Proposte per l’Italia che cambia” La nostra Europa dalla fine degli anni ’80 ha vissuto cambiamenti epocali che hanno ridisegnato la mappa politica del continente. Il paradigma economico che aveva caratterizzato il grande periodo di sviluppo del dopoguerra si è evoluto in modo sostanziale e oggi si fonda su nuovi trend: il contributo economico del lavoro manifatturiero continuerà a ridursi; con l’invecchiamento della popolazione il welfare assumerà un ruolo crescente nella determinazione della crescita economica; i grandi flussi migratori richiederanno continue ridefinizioni della nostra idea di spazio comune e di riorganizzazione del lavoro. Sono nuove sfide che richiedono, sin da oggi, un impegno fondato sulla conoscenza e sullo sviluppo di servizi innovativi. La Politica oggi, così come accaduto nel dopoguerra, ha il ruolo imprescindibile di governare il processo di innovazione guidando le determinazioni di politica economica necessarie per una corretta allocazione delle risorse ed una più equa redistribuzione della ricchezza.

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IL FUTURO DI MILANO INCONTRA IL MINISTRO MELANDRI

Milano Giovani Propone riconosce appieno e crede nel ruolo della Politica capace di guidare la dinamica civile per il bene comune. Tuttavia la Politica non può ridursi ad una strumentale contrapposizione di ideologie e potere e non può consentire che i cittadini soffrano di un gap di rappresentanza. Il Consiglio Europeo di Lisbona nel marzo del 2000 indicò lo straordinario obiettivo politico di realizzare nell’Unione Europea entro il 2010 il più competitivo sistema economico nel mondo basato sulla conoscenza. Milano Giovani Propone ritiene che il potenziale culturale dell’Unione Europea non sia stato ancora liberato e che non siano stati compiuti i progressi necessari. In tale quadro i Giovani delle Professioni e delle Imprese in Milano, un gruppo di giovani dell’intera Italia, si impegnano nei confronti della propria comunità a lavorare per la cultura della creatività. La nostra assunzione di responsabilità è fondata su valori distintivi: Competenza: la competenza trova migliore sviluppo in un ambiente intellettualmente stimolante e richiede tempo, fiducia, investimenti. Coraggio: il coraggio di investire in aree innovative per attrarre la Next Generation fatta di donne e uomini che hanno il potenziale di interpretare il cambiamento. Comunicazione: l’elemento essenziale che consente lo scambio interdisciplinare ed interculturale per affermare il ruolo della conoscenza nella collettività. Innovazione: sviluppare l’innovazione è la via per apprezzare modi di pensare non convenzionali e nuove visioni del cambiamento. Perseveranza: la disciplina nell’individuare il commitment di lungo periodo.

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Diversità: ogni nuova generazione progredisce rispetto a quella precedente portando nuove conoscenze. Serenità: la creatività richiede lo spazio per l’inaspettato in un ambiente caratterizzato da strutture decisionali e di governance chiare in una condizione di certezza del diritto. La sfida che Milano Giovani Propone vive quotidianamente nel perseguire l’eccellenza professionale, spinta da un constante confronto con le economie di rete, rappresenta per gli interlocutori istituzionali una grande opportunità per cogliere il rinnovamento. La cultura della creatività ci sembra necessaria per premiare il merito, abbattere gli ostacoli e sviluppare le opportunità. Le nostre proposte si orientano verso: 1. Incentivi per incrementare la mobilità dei giovani in Italia, partendo dagli studi universitari o formazione professionale. Un “programma Erasmus all’Italiana”. 2. Innalzare il peso elettorale (a livello amministrativo) della componente più giovane della base elettorale. Due strade: al voto a partire dai 16 anni oppure voto plurimo alle coppie con prole (un voto per ogni neonato). 3. Incremento della rappresentanza dei giovani e maggiore coinvolgimento consultivo a livello amministrativo. 4. La cultura del lavoro: incentivi e investimento formativo. 5. Priorità alle infrastrutture per i giovani che studiano fuori casa (campus universitari), come leva di sviluppo delle città, per attrarre talenti e ospitare grandi eventi (convegni, manifestazioni).

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IL FUTURO DI MILANO INCONTRA IL MINISTRO MELANDRI

6. Un Ministero per le Politiche giovanili dovrebbe essere strategico per un Italia che invecchia più rapidamente degli altri Paesi occidentali. Candidatura del Ministro ad essere membro del CIPE.

L’importanza di ascoltare i giovani per pensare all’Italia del futuro Investire sui giovani vuol dire prima di tutto non considerarli un problema, ma una risorsa da utilizzare, andando così incontro alle esigenze di chi avrà ruolo di protagonista nel paese negli anni a venire. Le scelte possono essere corrette solo se concordate anche con coloro che dovranno gestirne gli impatti, e non solo condivise con chi non potrà risponderne in futuro per questioni anagrafiche. Per questo è necessario dare voce ai giovani. La voce dei giovani non può essere trascurata in alcuni ambiti “sensibili” in cui le decisioni di oggi determineranno conseguenze sulle nuove generazioni, in particolare nel mondo del lavoro e nella politica. Nei luoghi di lavoro Milano Giovani Propone auspica la previsione di strumenti che facciano concretamente interagire la formazione scolastica con le esigenze del mondo del lavoro. Lo stage successivo alla formazione scolastica non sia l’unico approccio al mondo del lavoro. Nel mondo della politica Milano Giovani Propone auspica che sia possibile dare ascolto alle associazioni giovanili più rappresentative (communities) in occasione di incontri periodici. Il costante rinnovamento della composizione interna di queste associazioni consentirà di avere interlocutori con una visione ravvicinata rispetto alla loro generazione.

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Il deficit di rappresentanza giovanile in Italia deve essere ridotto (l’8,1% dei deputati nel nuovo Parlamento ha meno di 39 anni, contro il 10,9% della passata legislatura), ed il Ministero per le politiche giovanili può assumersi il compito di sorvegliare affinché la questione giovanile sia ascoltata in ogni altro ministero o fare in modo che ogni ministero abbia giovani referenti ad hoc per il proprio campo d’azione. Due proposte concrete, per incrementare la rappresentanza giovanile, possono essere le seguenti: 1) la partecipazione del Ministro al CIPE per rappresentare le istanze giovanili nella delicata operazione di programmazione economica da parte dell’organismo; 2) la creazione di dieci nuovi posti al CNEL da attribuirsi a rappresentanti del mondo giovanile così come fatto con L. 383/2000 per le “associazioni di promozione sociale”.

Le differenze da stabilire tra professione e politica La politica si caratterizza, rispetto a tutte le altre attività dell’agire umano, per la sua propensione per l’altro: chi se ne occupa non dovrebbe avere come fine esclusivo il soddisfacimento dei propri personali interessi, ma di quelli condivisi per il raggiungimento del bene comune. Lodevole è il politico che non solo si occupi degli interessi contingenti ma si sforzi di immedesimarsi nelle difficoltà tipiche delle altre attività e professioni cogliendo una visione ideale di benessere collettivo anche per le generazioni future.

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Il piano del Ministero delle Politiche Giovanili ha risorse assegnate per diversi milioni di euro destinati al Fondo nazionale per le politiche giovanili, al fine di conseguire gli obiettivi fissati dal Piano nazionale Giovani a sostegno della creatività, degli studenti universitari fuori sede e dello sport. Il ruolo della politica a favore dei giovani non deve essere limitato ad un intervento protezionistico di breve periodo ma deve riequilibrare le disuguaglianze generazionali che si sono nel tempo determinate negando la naturale evoluzione della società: il ricambio generazionale.

I giovani e lo studio La mobilità negli studi. Incentivi per un “programma Erasmus all’Italiana” per formare dei giovani più disposti ad affrontare avventure professionali lontano da casa. Un tema di grande rilievo da affrontare sia quello della mobilità dei giovani. Milano Giovani Propone è favorevole ad un sistema dove i giovani talenti circolino e possano liberamente proporsi e collocarsi. Purtroppo, il nostro Paese è anche quello della poca mobilità e delle resistenze a dare una possibilità professionale a chi non arriva da percorsi di carriera interna o non gode di appoggi. D’altra parte, un giovane che ha maturato un’esperienza di studio/lavoro all’estero o in un’altra regione italiana, ha l’occasione di arricchire il proprio bagaglio di esperienze. I Giovani che hanno potuto e voluto viaggiare rappresentano una risorsa positiva per l’Italia: 1) aiutano le nostre aziende ad esportare e a costruire basi in altri Paesi; 2) arricchiscono la cultura manageriale delle imprese grazie alle esperienze maturate in contesti sociali e culturali diversi.

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In altri Paesi l’esperienza del campus lontano da casa è la base della formazione giovanile. La Milano dei Giovani ritiene non solo che non ci siano sufficienti stimoli o motivazioni per gli studenti universitari ad uscire dalla propria città ma anche che costoro non siano attivamente impegnati alla ricerca di una via propria distinta dalla famiglia di origine. Le politiche giovanili, cogliendo le opportunità offerte dalla ricchezza e varietà culturale italiana, dovrebbero valutare degli incentivi alla mobilità dei giovani. Le leve potrebbero essere quella dei contributi allo studente non residente (borse di studio, prestiti d’onore, edilizia universitaria).

I giovani e il lavoro La cultura del lavoro: educazione, formazione e fedeltà all’azienda Occorre uno sforzo, un’azione positiva per introdurre ancora di più la cultura del lavoro (sono pochi coloro che conoscono doveri, diritti ed obblighi). Una necessità delle imprese non è solo quella di trovare sul mercato lavoratori qualificati e/o specializzati ma anche dei lavoratori fedeli e che sappiano operare nel mondo del lavoro, inserirsi proficuamente nella realtà tecnico produttiva soprattutto integrarsi con i nuovi processi tecnologici, sia negli uffici che nelle fabbriche. Sempre più spesso l’imprenditore è disposto ad investire nella formazione di un giovane ma si attende che queste risorse non siano uti-

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IL FUTURO DI MILANO INCONTRA IL MINISTRO MELANDRI

lizzate dal giovane a solo titolo personale per vantare una nuova qualifica e cercare poi una diversa occupazione. Negli ultimi 10 anni circa, si è osservato, un incremento delle richieste di società che, per tutelare il loro investimento (costi per la formazione e tempo sottratto al lavoro ai fini formativi), di sottoscrivere accordi che prevedano penali in caso di dimissioni. La soluzione sta nell’educazione alla responsabilità, al metodo e alla cultura del lavoro.

I giovani e le barriere all’entrata nel mercato Ci sono barriere all’entrata nel mercato del lavoro per i giovani, dalla libera professione all’imprenditoria, al lavoro dipendente. Interventi indiscriminati del legislatore in materia di lavoro, che si sono dimostrati non mirati alla specificità del mercato per i giovani e disattenti alle esigenze di formazione ed aggiornamento dei singoli e delle categorie, hanno determinato elevati costi fissi e vari adempimenti che gravano, sotto varia forma (gestionale, fiscale ed altro) su chi inizia il cammino lavorativo. Tali ostacoli limitano l’espressione del pieno potenziale creativo delle nuove generazioni in un contesto competitivo e possono essere parzialmente superati da associazioni o consorzi di professionisti ed imprese in grado di determinare economie di scala. Per questo si propone, in particolar modo per le giovani iniziative e le start up, una semplificazione burocratica ed amministrativa.

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Gli spazi per le realtà giovanili nella politica Secondo l’art. 3 2° comma della Costituzione, spetterebbe alla Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. Questo dovrebbe valere anche per la partecipazione e la presenza dei giovani nelle istituzioni politiche italiane. Il sistema di rappresentanza del mondo giovanile si articola in quattro ambiti: la rappresentanza studentesca, la rappresentanza politica, la rappresentanza sindacale, professionale ed imprenditoriale, la rappresentanza dell’associativismo. Milano Giovani Propone auspica che queste realtà si presentino come interlocutori privilegiati e capaci di interagire con la vita amministrativa locale, portando spinte all’innovazione.

I giovani e la famiglia La soluzione a questo problema ha un forte impatto sociale. Le previsioni per il 2030 stimano nell’Europa a 25 che la popolazione lavorativa, tra i 15 e i 64 anni, diminuirà di 20 milioni di unità, e che il numero di ultraottantenni crescerà di 15 milioni. In Europa il numero degli abitanti è previsto in crescita del 2% mentre in America salirà per oltre il 25%. È evidente che in questo contesto la riserva dei giovani si svuoterà.

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Pare necessario iniziare una politica di incentivi. La proposta di oggi non è solo destinare più risorse pubbliche agli asili nido ma agevolare la creazione degli asili nido aziendali che siano efficace sostegno alla vita della famiglia e all’amministrazione domestica. Per le aziende di più ridotte dimensioni, in grande numero in Italia, è possibile immaginare un’iniziativa congiunta tra più soggetti privati per la creazione di asili in consorzio capaci di rispondere meglio alle necessità delle giovani coppie.

I giovani e la vivibilità delle città Il valore della vivibilità della città è per i giovani milanesi fondamentale. Il fatto di avere una città sicura, fruibile, ricca di opportunità e di offerte, gradevole anche sotto il profilo estetico è un obiettivo imprescindibile, a cui ci sentiamo di spronare il mondo politico. Vero è che molte competenze sono appannaggio degli enti locali, ma misure governative di indirizzo in questo senso rappresenterebbero un indubbio segnale di interesse. Anche se di appannaggio degli enti locali, le città possono essere oggetto di misure governative. Una proposta concreta è invitare a investire in strutture pubbliche o fortemente partecipate dal pubblico. Per esempio nel campo dell’edilizia universitaria. La città di Milano si colloca al primo posto in Italia per offerta formativa universitaria e al secondo posto, dopo Roma, per numero di iscritti. Gli studenti iscritti sono circa 175 mila il 13% della popolazione cittadina) e solo il 20% risiede a Milano, oltre il 55% sono pendolari. Gli studenti fuori sede risultano pari a 43 mila persone. Perciò a fronte di una domanda di 43 mila posti letto, l’offerta al momento è di 5.257 tra ISU milanesi,

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Collegi diocesani, Collegi Universitari gestiti dalle Fondazioni Ceur e Rui e dal Collegio di Milano. In alternativa all’alloggio privato si propone la creazione di grandi campus, anche nelle periferie, per valorizzarle e per interscambi tra studenti e con i professori e per attività sportive agonistiche. Obbligare le nuove Università o le Università già esistenti che vogliano ampliare la propria offerta didattica a investire in edilizia universitaria constestualmente potrebbe essere un sistema per accompagnare uno sviluppo sostenibile del sistema universitario. La sfida internazionale per ottenere grandi manifestazioni (Expo, Olimpiadi, Mondiali sportivi) deve essere vista in funzione del forte impatto infrastrutturale utilizzabile dai giovani (villaggi olimpici, strutture ricreative…), investimenti solitamente troppo onerosi per essere intrapresi da amministrazioni locali. Milano 31 ottobre 2006. Milano 31 ottobre 2006 Milano Giovani Propone www.milanogiovanipropone.org direttivo@milanogiovanipropone.org

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ANNA MARINO

Cronaca dell’incontro “Le nostre associazioni si sono riunite in Milano Giovani Propone perché hanno voluto condividere tre premesse, tre fattori attuali, tre ingredienti fondamentali della società con cui i giovani si confrontano”. Questa la premessa illustrata per spiegare i lavori di Milano Giovani Propone in apertura dell’incontro alle decine di giovani imprenditori, professionisti, componenti della Comunità degli Affari e della Cultura di Milano che sono stati invitati dalle rispettive associazioni di appartenenza e che si sono sentiti chiamati in causa da un interesse comune, da una profonda curiosità verso l’iniziativa. Premessa che ha voluto sottolineare i punti ribaditi nell’introduzione ai documenti approntati per il Ministro per le Politiche Giovanili e per lo Sport e portarli all’attenzione del Ministro stesso. “Abbiamo preso atto del fatto che il contributo economico del lavoro manifatturiero continuerà a ridursi, con l’invecchiamento della popolazione il welfare assumerà un ruolo crescente nella determinazione della crescita economica, che i grandi flussi migratori richiederanno continue ridefinizioni della nostra idea di spazio comune e di riorganizzazione del lavoro. Sfide a cui abbiamo risposto con impegno e con fiducia nel ruolo della politica. Ma soprattutto abbiamo messo sui due piatti della bilancia da una parte la nostra assunzione di responsabilità fondata su valori e dall’altra la richiesta che vengano premiati il merito, abbattuti gli ostacoli e sviluppate le opportunità per noi giovani. E abbiamo

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CRONACA DELL’INCONTRO

studiato proposte operative a tal fine, che abbiamo presentato attraverso domande rivolte al Ministro dai rappresentanti che hanno lavorato nel direttivo di Milano Giovani Propone”. Il gruppo “Milano Giovani Propone” dopo aver ribadito al Ministro Giovanna Melandri il proprio benvenuto, la invita a una presentazione delle attività svolte dal suo Dicastero nei primi mesi dalla sua costituzione. Il Ministro riprende i punti fondamentali delle politiche giovanili. “Politiche in cui – sottolinea il Ministro – si decide di investire sui giovani senza considerarli un problema. Non siamo all’anno zero per quanto riguarda le politiche giovanili, dal punto di vista delle risposte ai giovani sul territorio. Ma ci sono caratteristiche particolari che rispecchiano la provenienza italiana: il valore sul mercato del titolo di studio (minore rispetto a quello degli altri paesi europei), la fragilità dovuta alla condizione di precarietà a volte permanente. Inoltre l’età media con cui si stabilizza la propria vita lavorativa e si ottiene un posto di lavoro in Italia è di 38 anni, mentre la conquista di un posto fisso a tempo indeterminato qualche anno fa era di 36 anni. In questa Finanziaria c’è un piano nazionale per i giovani, che in Europa sono classificati come trentenni mentre nel nostro Paese l’età limite è quella dei 35 anni. Gli interventi sono perciò molteplici per i giovani. L’intervento sul cuneo è una politica giovanile: ridurre il peso fiscale, le tasse sul lavoro dipendente e a tempo indeterminato lo rende competitivo nei confronti dei contratti atipici. Vengono premiate le imprese che favoriscono l’impiego dei giovani. Vengono fornite tutele e garanzie per i contratti parasubordinati, introdotte all’art. 86 della Finanziaria, come malattia e congedi parentali. E si introduce una detrazione delle spese per diventare imprenditori di se stessi. Infine si agevola l’ac-

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cesso al credito per i giovani attraverso accordi con l’Abi, l’Associazione bancaria Italiana. Ma la vera risposta anche per i giovani è il rilancio dell’economia italiana”. La prima domanda viene presentata da Assolombarda Giovani e cioè da Ugo A. Poletti, Responsabile “Laboratorio Milano” Gruppo Giovani Imprenditori Assolombarda, che ha voluto porre l’accento sui doveri dei giovani verso la società italiana, affinché anche loro siano parte dell’impegno civile richiesto alla cittadinanza italiana. Ma anche sulle possibilità concesse ai giovani per godere della completa mobilità durante il periodo degli studi. Per esempio con incentivi per un “programma Erasmus all’Italiana” per formare dei giovani meglio disposti ad affrontare avventure professionali lontano da casa. Le politiche giovanili italiane, cogliendo le diversità culturali della nazione, dovrebbero infatti studiare degli incentivi alla mobilità dei giovani. Le leve potrebbero essere quella dei contributi allo studente non residente. Il Ministro Giovanna Melandri ha annunciato di aver anticipato questa richiesta con l’apertura di quattro linee di credito frutto di una negoziazione con l’Abi, Associazione Bancaria italiana, per gli studi, per gli affitti, per l’acquisto della casa, per l’autoimpiego. Per quanto riguarda le esperienze all’estero, il Ministero delle Politiche Giovanili con il Presidente della Regione Puglia e con il Ministro per le Attività Produttive Pierluigi Bersani, hanno concluso un accordo relativo al progetto che prevede borse di studio per la formazione post universitaria all’estero, ma con l’obbligo etico di tornare dopo due o quattro

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anni di apprendimento. Ma sul tavolo anche l’estensione della detrazione per gli studenti fuori sede e la tutela della creatività dei giovani. La seconda domanda è rivolta al ministro dai Giovani di Assoedilizia, nella persona di Martino Lurani Cernuschi, sulla vivibilità delle città italiane per i giovani, sulla possibilità di investire in strutture pubbliche o fortemente partecipate dal pubblico e di sostenere in particolare l’edilizia universitaria, legando magari la nascita di nuove infrastrutture ai grandi eventi nazionali e internazionali, anche sportivi, come la candidatura di Milano per il prossimo Expo. Il Ministro ha risposto che è evidente che ci siano fattori di rigidità che ostacolano la mobilità, che determinano una scarsa propensione alla mobilità fisica e territoriale dei giovani italiani. Questo secondo il Ministro è un dato da analizzare senza pregiudizi. La permanenza dei giovani in famiglia è legata alla difficoltà di accesso al mercato della casa, fattore di rallentamento della dinamica economica e sociale italiana. Non dobbiamo – secondo il Ministro – favorire l’acquisto dell’alloggio a 25 anni, dobbiamo incoraggiare la mobilità, ma incoraggiare l’acquisto di una casa è un elemento di rigidità. Per questo il Ministero sta lavorando con l’Abi per la faticosa definizione di una convenzione quadro per l’accesso al credito in forma agevolata, oltre al prestito per gli studi e per l’acquisto c’è soprattutto l’aiuto per l’affitto dell’alloggio. Questo si contempera, si concilia con il progetto di un’edilizia studentesca, e con un regolare mercato delle locazioni, perché un mercato sommerso costituisce un impedimento al rafforzamento dell’autonomia. Inoltre il Ministro Melandri si è offerto di impostare un rapporto con Assoedilizia per stabilire quali sono i campus possibili e gli elementi qualificanti, in modo da importare dall’America modelli funzionanti.

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La terza domanda dell’Agam, Associazione Giovani Avvocati Milano, presentata dal suo presidente l’Avv. Alberto Rinaldi, che ha partecipato ai lavori insieme all’Avv. Luigi Borghi, evidenzia il fatto che ci sono barriere all’entrata nel mercato del lavoro per i giovani, dalla libera professione all’imprenditoria, al lavoro dipendente. Vanno da interventi indiscriminati del legislatore nella normazione (non prevedere una specificità del mondo giovanile nel mercato del lavoro), alla formazione, l’aggiornamento e la qualità media dei singoli e delle categorie interessate. Per questo si propone, in particolar modo per le giovani iniziative e le start up, una semplificazione burocratica e amministrativa. Giovanna Melandri interviene con una importante presa di posizione del suo Ministero in merito alla riforma dei professionisti. Non penso – afferma – che sia necessario abbattere gli Ordini ma ripensarli. Dobbiamo interrogarci su questo e – dice – qualche barriera bisogna abbatterla. Dal punto di vista del giovane che si affaccia alla professione ribadisce le 4 proposte annunciate a pochi giorni dall’incontro del 6 novembre. Primo: il tirocinio. L’attuale sistema subordina l’iscrizione all’Albo professionale al “praticantato”. In un progetto di riforma, si dovrebbe prevedere che i praticanti possano ricevere un equo compenso, commisurato al proprio apporto allo svolgimento dell’attività professionale. E anche forme alternative di tirocinio, diverse dalla pratica interna a uno studio professionale, tra cui la possibilità di svolgere, almeno in parte, il tirocinio nella parte finale del corso di laurea. Secondo: l’esame di Stato. Ci dovrebbero essere prove uniformi su base nazionale, per evitare il “turi-

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smo concorsuale” e garanzie di una effettiva terzietà delle commissioni esaminatrici. Terzo: gli Ordini professionali devono farsi parte attiva. Una parte del loro patrimonio dovrebbe essere destinata a borse di studio per i giovani meritevoli in situazioni di disagio economico e dovrebbero farsi tramite per la ricerca di un tutor. Dovrà, poi, essere garantita ai giovani professionisti la rappresentanza negli Ordini. La quarta domanda tocca ai giovani commercialisti, rappresentati dall’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti, nella persona di Mario Motta. Che ha ad oggetto una proposta. E cioè i costi fissi e gli adempimenti gravanti, sotto varia forma (gestionale, fiscale ed altro), su chi inizia il cammino lavorativo, possono essere ovviati dalle economie di scala frutto dell’associazione, tra imprese come tra professionisti. Ed ecco il punto a cui si riferiva Il Ministro Melandri per la riforma: le società fra professionisti. All’esercizio in comune della professione guardano soprattutto i giovani. Associarsi è uno strumento utile soprattutto per chi inizia. Inoltre secondo il Ministro bisognerebbe lasciare spazio a un socio di puro capitale che scommetta sulla professionalità dei giovani. La quinta domanda proviene dai giovani Ucid, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, ed è la volta di Alessandro Nitti (uno dei tre componenti del direttivo UCID - Giovani sezione di Milano, insieme a Carmine Infante e ad Anna Marino). Investire sui giovani vuol dire prima di tutto non considerarli un problema, ma una risorsa da utilizzare, andando così incontro alle esigenze di chi avrà ruolo di protagonista nel paese negli anni a venire. Le scelte sono corrette se concordate anche con chi le dovrà gestire, e non solo con chi non lo farà per questioni fisiologiche. Per questo è necessario dare voce ai giovani. E

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buttare uno sguardo sul futuro, investendo in innovazione. Il Ministro Melandri precisa che la ricerca è un campo di rivendicazioni anche nel sistema Universitario, ma che le tendenze non si possono correggere soltanto con una legge di bilancio. La quota dedicata da questa amministrazione alla ricerca afferma il Ministro Melandri è più alta di quanto fatto finora. Non solo, la risorsa strategica è la bellezza del nostro Paese, bisogna investire in questa direzione. Finora l’inversione di tendenza non c’è stata e non può esserci con una sola Finanziaria, ci vogliono più anni. E il dipartimento dedicato alle politiche giovanili sta lavorando anche se è di nuova costituzione e “leggero” perché conta solo su 50 persone. La sesta questione aperta è segnalata dai Giovani Giuristi Cattolici. Mattia Ferrero pone una domanda secca e provocatoria sulla necessità delle “quote verdi” per agevolare la rappresentanza dei giovani. E pone l’accento così sulla necessità di dare ascolto delle associazioni giovanili più rappresentative, anche di carattere internazionale e multiculturale, tramite appuntamenti periodici con queste communities, che naturalmente si rinnovano all’interno nella loro composizione, garantendo sempre interlocutori con una visione ravvicinata rispetto alla loro generazione. Il Ministro Melandri si dice favorevole a forme di sostegno transitorio a una generazione esclusa, comprese le quote verdi. E fa l’esempio di un “cantiere aperto”, un protocollo firmato con l’Anci con il quale è stata costituita un’associazione di giovani Anci, 26 mila giovani amministratori italiani che a livello locale hanno funzioni di gestione, e guardano al futuro.

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La settima domanda viene posta da Pasquale Merella del Rotaract Milano Duomo District 2040, che ha partecipato ai lavori con Federico Vasòli di Fivizzano (Commissione Azione Interna Distretto Rotaract 2040, Presidente 2006-2007) pone l’accento sulla famiglia. La soluzione a questo problema ha un forte impatto sociale. La proposta non è solo destinare più risorse pubbliche ad asili nido ma agevolare la creazione degli asili nido aziendali che siano efficace sostegno alla vita della famiglia e all’amministrazione domestica. Anche favorendo eventuali strutture consorziate tra più soggetti privati al fine di creare poli di assistenza alle necessità delle giovani coppie. Il Ministro Melandri sottolinea che anche sul fronte sociale si possono conciliare più welfare e più mercato, cioè un mercato libero e non rigido e una riforma del settore previdenziale. Il TFR così come è stato ripensato dalla Finanziaria è un intervento che mette insieme mercato e welfare, perché prospetta anche la previdenza integrativa per le future generazioni. Ma ci vuole anche un welfare diverso che investa più risorse su aspetti culturali e intellettuali. L’ottava domanda proviene da il Gruppo “Il ponte” della Fondazione Vittorino Colombo, ed è posta da Michelangelo Prenna. Il deficit di rappresentanza giovanile in Italia deve essere ridotto (l’8,1% dei deputati nel nuovo Parlamento ha meno di 39 anni, contro il 10,9% della passata legislatura), ed il Ministero per le politiche giovanili può assumersi il compito di sorvegliare affinché la questione giovanile sia ascoltata in ogni altro ministero o fare in modo che ogni ministero abbia giovani referenti ad hoc per il proprio campo d’azione. Due proposte concrete, per incrementare la rappresentanza giovanile, possono essere le seguenti: a) la partecipazione del Ministro al CIPE per

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rappresentare le istanze giovanili nella delicata operazione di programmazione economica da parte dell’organismo; b) la creazione di dieci nuovi posti al CNEL da attribuirsi a rappresentanti del mondo giovanile così come fatto con L. 383/2000 per le “associazioni di promozione sociale”. Il Ministro Meandri, condividendo lo spirito della proposta, è felice di annunciare a questo proposito che da qualche settimana il suo Dicastero è entrato a pieno titolo nel CIPE, assumendo così un ruolo di rilievo anche a favore dei giovani. L’incontro si chiude con un proposito e un invito: un secondo appuntamento con Ministro Giovanna Melandri, non soltanto per una verifica ma anche per fare il punto sulla strada precorsa a favore dei giovani. Milano Giovani Propone non manca di offrire il suo pieno appoggio e la sua piena collaborazione anche per il futuro al Ministro, nel ringraziarla per la sua gentilissima presenza e per il suo gradito ascolto. Il Ministro Melandri ha voluto sottolineare infine l’iniziativa intrapresa in sede di politiche giovanili per una cittadinanza consapevole: è stata creata una consulta di associazioni giovanili religiose, affinché si cerchi il dialogo e un confronto e per ragionare su che cosa significa essere cittadini italiani nel nostro paese, su come possiamo costruire modelli di integrazione.

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Gruppo “Il Ponte” Fondazione Vittorino Colombo

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IL PONTE

Il Gruppo “Il Ponte”, come espressione culturale della Fondazione Vittorino Colombo, è nato dalla volontà di riaffermare un punto di vista culturale ispirato ai valori della Dottrina Sociale della Chiesa. Secondo una prospettiva capace di essere un luogo di riferimento per tutti coloro che sentono di appartenere alla storia del popolo cristiano, e che nella caoticità del mondo di oggi desiderano, sine ira ac studio, sviluppare un pensiero ancorato al Bene Comune. Composto da giovani ricercatori universitari e professionisti, da circa due anni è un cenacolo di riflessione aperto a tutti coloro che hanno a cuore un’ipotesi di cattolicesimo maturo e attento al mondo. Il Gruppo il Ponte pubblica il foglio di collegamento “Oltretutto”

Per informazioni: ilponte@fondazionecolombo.org

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Gruppo Giovani Sezione di Milano

UCID

L’UCID Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, è stata fondata nel 1947, come unione di cristiani legati dalla stessa fede e dalla comune responsabilità imprenditoriale nell’ambito delle aziende e delle professioni. L’UCID, Associazione apartitica, richiama da sempre i suoi Soci all’impegno per la realizzazione del bene comune mediante la partecipazione alle diverse forme e ai diversi ambiti in cui si esprimono la Chiesa e le organizzazioni della Società civile. In tale impegno l’UCID pone al servizio della comunità le esperienze, la conoscenza e la riflessione che derivano dalle attività imprenditoriali e professionali dei suoi Soci. Il Vangelo e la Dottrina Sociale della Chiesa sono riferimenti costanti sia per la formazione spirituale dei Soci che per la testimonianza dei valori cristiani nell’impresa, nelle attività professionali, nella famiglia e nella società. Nella continuità ininterrotta della sua tradizione, l’UCID ribadisce come suoi valori fondamentali di ispirazione e riferimento i seguenti principi: 1) la centralità della persona umana, la salvaguardia e la promozione integrale della sua crescita, creatività e dignità, nei rapporti di lavoro;

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2) l’equilibrato utilizzo dei beni della terra in continuazione dell’opera del Creatore nel rispetto dell’ambiente naturale, sia per le generazioni presenti che per quelle future, valorizzandone ogni potenzialità finalizzata alla soddisfazione dei bisogni delle persone; 3) il sano e corretto esercizio dell’impresa e della professione, atti di amore e di servizio verso la società e come adempimento del precetto evangelico di mettere a frutto, per il bene di tutti, i talenti affidati dalla Provvidenza; 4) il favorire il progresso economico e sociale dei diversi livelli di comunità di cui l’impresa fa parte attraverso il rispetto delle giuste leggi mirate alla distribuzione del benessere; la divulgazione della cultura e della conoscenza; il sostegno in spirito di solidarietà al diritto dei più bisognosi; il più ampio ricorso, in un’ottica di servizio, alla sussidiarietà; la collaborazione con le istituzioni che provvedono al bene comune; 5) la diffusione del Vangelo e dei valori cristiani nell’impresa, nella famiglia e nella società, secondo le indicazioni della Dottrina Sociale della Chiesa, in coerenza con il ruolo missionario che la Chiesa affida ad ogni suo fedele. La costituzione del Gruppo Giovani è stata promossa dalla Sezione Ucid di Milano al fine di consentire ai giovani di età compresa fra i

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18 e i 35 anni i quali abbiano concreti interessi o collegamenti con il mondo imprenditoriale e professionale, pur non essendo ancora imprenditori, dirigenti o professionisti a pieno titolo, di formarsi in linea con i Valori Cristiani ed approfondire i Principi della Dottrina Sociale della Chiesa. www.ucidmilano.org

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Milano Giovani Propone direttivo@milanogiovanipropone.org www.milanogiovanipropone.org

“Il Futuro di Milano incontra il Ministro Melandri: idee e proposte dai giovani delle professioni e delle imprese”

Giovani Assoedilizia

Unione Giuristi Cattolici Italiani - Giovani

ASSOLOMBARDA Sala Camerana V piano - lunedì 6 novembre ore 17,45 - 20122 Milano - Via Pantano, 9



“... in una società di relazioni, il “Capitale Sociale”, è la migliore risorsa economica...”

Valerio Marazzi P

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www.marazzipartner.com

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Gruppo “Il Ponte� Fondazione Vittorino Colombo Fondazione Vittorino Colombo 20123 Milano Italia piazza S. Ambrogio, 25 Tel. +39 02 809831 Fax +39 02 809835 ilponte@fondazionecolombo.org www.fondazionecolombo.org


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GRUPPO GIOVANI sezione di Milano

c/o Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti 20121 Milano Italia - Via Bigli, 15/a Tel +39 02 782421 - Fax +39 02 76027931 www.ucidmilano.org

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c/o Fondazione Vittorino Colombo

Gruppo “Il Ponte” Fondazione Vittorino Colombo

Gruppo “Il Ponte” Fondazione Vittorino Colombo Fondazione Vittorino Colombo

GRUPPO GIOVANI sezione di Milano

20123 Milano Italia - piazza S. Ambrogio, 25 Tel. +39 02 809831 - Fax +39 02 809835 ilponte@fondazionecolombo.org www.fondazionecolombo.org

Il futuro di Milano incontra il Ministro Giovanna Melandri


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