La veglia della ragione disvela mostri
Nell'oscurità della notte, l’assenza della ragione, il suo sogno, che è la mancanza del lume o il suo affievolirsi, produce ombre incerte ed incombenti, figure distorte, ibride, mostruose. Ma al di là della citazione da Goya, vale anche e soprattutto l’inverso, ovvero la veglia della razionalità, il lume sempre acceso senza soluzione di continuità, l' instancabile indagare della mente vigile finiscono per discoprire, se non addirittura per creare, mostri ancor più terribili di quelli del sonno. La veglia della ragione è un attributo tipico della modernità e ancor più della contemporaneità, conseguentemente lo sono i mostri che ne derivano. Questi non sono soltanto i mostri delle atrocità prodotte dal lato oscuro, bestiale dell’uomo che nel mondo contemporaneo si presentano in larga scala, secondo la produzione seriale di massa che lo caratterizza. Un mondo dove si fanno avanti, con prepotenza, mostri dagli effetti spettacolari, con lampi, tuoni e fumo di sapore apocalittico, dove l’esplosione effettuata mediante ordigni di ogni tipo ne è il paradigma. Addirittura negli Stati Uniti si è confezionata la mostruosa MOAB, “mother of all the bombs”, madre di tutte le bombe, poi sperimentata in una delle tante guerre neo-coloniali. Questi mostri sono in realtà gli effetti, la conseguenza dell’autentica mostruosità di fondo, costituita dal relativismo di una società fluida, priva di fondamenti e di connotati autenticamente umani. Questo relativismo, questa mancanza di riferimenti e di un orientamento preciso nasce dall’idea di essere immersi un ambiente dalle dimensioni abnormi, non su scala o proporzione umana. Tale percezione deriva dal considerare l’ambito naturale non tanto riferito al punto di vista umano, soggettivo. ma a quello fisico, inteso come oggettivo. Un contesto fisico-ambientale considerato in termini materialistici, in funzione di una razionalità espressa secondo criteri che dovrebbero essere logico-matematici. Questo tipo di razionalità è limitata, perché esclude il trascendente e pertanto disvela ai nostri occhi i mostri più angosciosi, senza poterli mitigare con considerazioni di carattere estetico o fruitivo.
Tale sviluppo ipertrofico di un emisfero cerebrale ai danni dell'altro, del meccanicismo sull'intuizione, dello scientifico sull'umanistico, della veglia sul sogno, disvela mostri sul piano fisico e ne produce ancor di più sul lato sociale, politico ed economico. Il sogno è piuttosto l'ambito della creatività, dell'arte: si dice che un pittore surrealista, quando si ritirava in camera per dormire, ponesse sulla porta un cartello dove si pregava di non interrompere il lavoro! Il sogno può generare mostri immaginari che poi svaniscono con la veglia e che, tutt'al più, possono rimanere fissati sulla tela di un pittore, rimanendo innocui. Viceversa i mostri che la ragione discopre nella veglia non scompaiono, anzi pongono i presupposti di generazioni successive di mostri. La veglia, l'attenzione vigile, corrisponde al metodo logico, scientifico. Con tale metodo vengono via via effettuate sempre nuove scoperte che sconvolgono concezioni date per acquisite ed equilibri consolidati. Ogni nuova mostruosità disvelata fa vacillare singoli aspetti dell'insieme di sicurezze su cui si fonda la nostra specifica essenza umana, la nostra condizione "naturale" basata sui concreti dati sensoriali, la nostra specifica percezione del mondo che é anche il fondamento della nostra creatività. Le nostre "arti", come il nostro modo "umano" di esprimerci si basano sui sensi e con i sensi soltanto può esprimersi la nostra creatività. Nell'epoca di Aldrovandi, i riferimenti culturali acquisiti erano le concezioni aristoteliche reinterpretate secondo i dettami del Cristianesimo. La cosmologia era ancora quella illustrata poeticamente da Dante nella Commedia, secondo la visione tolemaica ripresa in termini teologici da San Tommaso: una terra fissata stabilmente al centro dell'universo, attorno alla quale ruotano incessantemente le sfere cristalline su cui sono incastonati i pianeti e le stelle, il tutto racchiuso entro l'empireo o Mente Divina. Responsabili dei movimenti sono le menti angeliche, che si esprimono con un linguaggio connaturato all'uomo, quello musicale. Una concezione rassicurante che collima con i dati sensibili: i miei piedi poggiano su qualcosa di fermo e di stabile ed i corpi celesti ruotano attorno alla terra con movimenti regolari ed armonici, senza essere pericolosamente sospesi.
Diversamente da Asterix il gallico, gli uomini del medioevo non temevano che il cielo potesse cader loro sulla testa. I moti dei pianeti seguivano docilmente le armonie musicali orchestrate dagli angeli e determinavano ciclicamente il regolare fluire del tempo, inteso come alternarsi dei giorni e delle stagioni. In quell’epoca lo strumento più appropriato per misurare il tempo era la meridiana che proietta su una superficie le traiettorie ed i riferimenti celesti, segnati dall'ombra del sole. La meridiana è una sineddoche. Sineddoche, come spiegò il prof. Enrico Aceti nel dare sfoggio di eloquenza durante il corso AS2, significa usare una parte per denotare il tutto. Il tutto in questo caso sarebbe l’orologio solare, mentre la meridiana é la sola proiezione dell’equatore celeste. Il concetto di proiezione è alla base di tutta la geometria descrittiva ed era già ben noto agli antichi che lo utilizzavano appunto per costruire meridiane e per indagare i moti celesti. Per definire una proiezione occorre stabilire anzitutto il centro di proiezione che in questo caso è lo gnomone. Lo gnomone, anche se non coincide con il centro della terra, va considerato come se fosse il centro della sfera celeste. Se la proiezione avviene su un supporto piano, muro o pavimento, soltanto gli archi di cerchio massimo, come i meridiani e l’equatore, si trasformano in rette. I paralleli, che si riferiscono a mesi e stagioni, si proiettano invece secondo curve coniche, che alla nostra latitudine assumono la forma di iperboli. In questo contesto l'orologio solare, costruito con le ore italiche o babiloniche, riferite al tramonto oppure all'alba, é il metodo più appropriato per una concezione legata ai ritmi della natura. Successivamente si diffuse invece l'orologio solare alla francese che rispecchia la divisione in meridiani e paralleli, equivalente sulla sfera al reticolo cartesiano sul piano. Tale tipo di orologio solare è più in linea con le concezioni moderne. Riferendoci ad Aldrovandi che, pur vivendo in epoca rinascimentale, è ancora legato alla mentalità medievale, il concetto di "mostro" a lui tanto caro non é ancora una sorprendente scoperta scientifica, bensì una bizzarria della natura, come accade nei bestiari medievali che ci presentano il basilisco, mezzo rettile e mezzo uccello, capace di fulminare con lo sguardo.
Per il dotto bolognese, il mostro é una sorta di eccezione entro un contesto di armonia e di regolarità della creazione. Sarà invece, ad esempio, piuttosto un Galileo a disvelare autentiche mostruosità capaci di rimettere in discussione secoli o millenni di certezze e lo strumento che gli permetterà di aprire nuovi conturbanti orizzonti sarà appunto il metodo empirico fondato sulla logica matematica e sulle reiterate sperimentazioni. E’ dunque la veglia della ragione, ossia il paziente lavoro dell’esperienza guidata dal lume della razionalità, a fondare la scienza moderna, piuttosto che le pedanterie della logica aristotelica. Saranno infatti innanzitutto i matematici, capaci di applicare questa disciplina al mondo naturale, ad aprire le porte alle più sconvolgenti verità. Sempre Galileo scoprirà che la superficie della luna é butterata di crateri e corrugata da montagne. Non é quindi quel corpo incorruttibile e diafano posto nel cielo a beneficio degli uomini per rischiararne le notti. Dante, dunque, nella Commedia si era sforzato invano, nel tentativo di conciliare l'incorruttibilità della Luna con le sue macchie, spiegando che non si trattava di difetti ma di variazioni di densità entro una forma perfettamente sferica. Tanti altri poeti poi, compreso il Leopardi, hanno continuato a rivolgersi invano al pallido astro per confidare i loro sentimenti. Infatti non si é rinunciato a personificare la Luna, pur sapendo che non é altro che un gelido sasso. Galileo poi arriva addirittura a rivelare come lo stesso Sole sia talvolta costellato di impurità, le famose macchie solari, osservate con il cannocchiale. Quel Sole, identificato da tanti popoli come la somma divinità, è considerato ancora dal Cristianesimo come simbolo del divino. Nei paesi anglosassoni e tedeschi la Domenica è ancora letteralmente il giorno del Sole, così come per noi latini e pure per questi stessi popoli il lunedì è il giorno della Luna. Ma ancor più che azzardarsi a contestare l’uniforme splendore del Sole e l’immacolata purezza della Luna, è il portare nuovi argomenti a sostegno dell'ipotesi copernicana a fare di Galileo un pericoloso eretico. Galileo osa negare che il centro della terra, dove è conficcato Satana, l’artefice di tutti i mali e dove, come scrive Dante, "puntan tutte l’altre rocce" che sono di sostegno a mari, monti e piani, sia stabilmente fissato senza possibilità di movimento. Questo significa non solo sconvolgere le nostre sicurezze sul piano fisico, ma anche su quello morale.
In ogni caso si tratta di una folle mostruosità l’immaginare il mondo su cui poggiamo i piedi muoversi in una pazza corsa intorno al sole ed in un ancor più folle girare su se stesso come una trottola, senza alcun appoggio. Come possono rimanere quieti ed immobili gli oceani, i mari e la stessa aria in una situazione del genere? Spaventosi uragani, turbini, maremoti e terremoti dovrebbero sconvolgere continuamente la superficie della terra. Il male sarebbe dunque completamente scatenato: i coetanei di Galileo non potevano facilmente accettare una simile mostruosità, anche se supportata da validi argomenti in suo favore. Tuttavia la vera mostruosità che non poteva essere accettata, specialmente da parte della Chiesa, era il metodo in se stesso: ovvero la conoscenza fondata sulla sola veglia della ragione, costruita sulla logica consequenzialità del ragionamento matematico applicato all'esperienza. Ciò significava ribaltare l'ordinamento tradizionale dei valori. Dopotutto la teologia, l'autentica scienza della società medievale, pur valendosi della logica, non si basava soltanto sulla lucidità e stringente razionalità di un San Tommaso d’Aquino, ma anche e soprattutto sull'opposto versante del sogno, della visione, dell'illuminazione e rivelazione interiore. In precedenza Sant'Agostino aveva insegnato: "noli foras ire, in te ipsum redi", non voler cercare la verità al di fuori di te, nella fisicità, perché la verità risiede nell’uomo interiore. Sotto questo aspetto anche Aldrovandi, prima di Galileo, potrebbe pure aver presentato germi di eresia, forse non tanto per l'aver frequentato gruppi antitrinitari, quanto in quel suo eccessivo dilatarsi nell'indagine empirica, nello studio maniacale dei semplici e nel trascurare la dimensione del sogno, luogo privilegiato della rivelazione interiore. Tuttavia, in realtà, Aldrovandi non ha escluso, suo malgrado, l’aspetto fantastico e visionario tipico del Medioevo, infatti nella sua collezione di mostri trovano posto figure mitiche come il pesce-vescovo e tante altre curiose creature, spacciate però come effettivamente esistenti. La modernità di Aldrovandi, piuttosto, consiste, come accade per la medicina moderna, nel puntare tutte le aspettative di guarigione nelle virtù fisiche dei semplici, tralasciando la dimensione spirituale che pure è parte importante nella terapia, almeno secondo le antiche concezioni sciamaniche.
La Chiesa, che inquisisce Aldrovandi prima e condanna Galileo poi, non può invece escludere la dimensione onirica. La rivelazione tramite il sogno che la nascente scienza tende a ridurre od annullare, fa parte della dimensione legata al sacro. Ciò, oltre che da fatti narrati nella Bibbia, é evidente nella produzione pittorica della controriforma. Nelle pale d'altare si aprono squarci visionari di luce soprannaturale. Queste visioni divine che si allargano al di sopra e al di là al mondo concreto, oltre il teatro della natura, indicano che l'autentica dimensione dell'esistenza è quella spirituale che si contrappone, senza negarla, all'esistenza fisica, precaria, toccata dal male e dalla deformità. Una dimensione divina e trascendente che si apre pure sulla realtà fisica, oggetto di indagine della scienza umana, mentre inversamente la realtà costituita dal teatro della natura, pur essendo in grado di svelare o di produrre mostri, risulta di per sé incapace di aprirsi al trascendente. Mostruoso è l’ universo con le sue fonti immani di energia e con le sue distanze abissali che vengono appunto definite astronomiche per distinguerle dalle dimensioni abituali in cui noi ci muoviamo, ma mostruoso è anche il microcosmo con particelle sempre più piccole e misteriose ripetute in quantità inimmaginabili. Mostruoso è anche un granello di polvere, per le miriadi di molecole e di atomi che può contenere. Nessun seppur mostruoso calcolatore elettronico sarebbe mai in grado di descriverne in modo completo la struttura geometrica. Le dimensioni abnormi sono una caratteristica dei mostri, ma, prima delle scoperte scientifiche, nessuno aveva mai immaginato nani o giganti a questi livelli di scala. Gli antichi atomisti consideravano come elementi primordiali quelli costituiti dal pulviscolo visibile entro un fascio di luce, ma si tratta di giganti ai confronti delle autentiche particelle. Considerando poi l’aspetto sociale del mondo contemporaneo, collegato alle innovazioni tecnologiche, mostruosa é pure la televisione e ciò che gravita attorno ad essa: ad esempio i programmi dove si illude la gente che sia possibile incassare milioni aprendo scatoline o rispondendo a domande idiote, quando la realtà dei fatti insegna che, salvo questi pochi prescelti dal fato , succede proprio il contrario, cioè come in un gioco di prestigio delle banche, eventuali risparmi svaniscono nel nulla. In questo caso la mente vigile è quella che gestisce le trasmissioni, le quali sono sogni ad occhi aperti, veglia più dell'idiozia che della ragione.
Mostruoso è pure internet con il suo oceano di informazioni che dà l’illusione ai singoli di essere protagonisti, quando in realtà ogni messaggio è una bottiglia lanciata in un mare dove quotidianamente vengono gettate miriadi di bottiglie. Ancora più perversi sono quei meccanismi dove il vigile raziocinio controlla le transazioni economiche e finanziarie. Quella selva di moderni usurai che sono riusciti a realizzare il campo dei miracoli di Collodi, dove si moltiplica il denaro mediante il denaro. Dante, provvisto di una sana etica medievale, condanna l’usura come violenza contro natura, da punire all'inferno sotto la pioggia di fuoco, infatti l'impiego della razionalità nel campo finanziario per arricchirsi senza produrre nulla é usare “altro modo”, che non sia l'onesta manualità o l’ingegno, per procurarsi il necessario dalla natura stessa. Tale vigile raziocinio utilizzato in modo spregiudicato finisce dunque per avere più i connotati satanici che quelli umani. Il suo lume è quello di Lucifero, il portatore di luce, perché manca un ingrediente essenziale, il sale della sapienza che dia un orientamento autenticamente umano a tale veglia della ragione. Senza questo sale dovremo rassegnarci a lasciare il nostro posto sulla Terra ad altre specie. La caratteristica della nostra specie é quella di avere una grande capacità di adattamento grazie all’intelligenza e ai manufatti che ci permettono di sopravvivere anche in luoghi o climi a noi inadatti. Il nostro problema, però, è che non siamo in grado di resistere ai veleni che noi stessi produciamo, così a Chernobyl mentre i nostri consimili continuano ad ammalarsi per le radiazioni, i topi hanno già sviluppato mutazioni genetiche tali da poter riparare i danni dovuti alle radiazioni.
La veglia della ragione disvela mostri
Nell’oscurità della notte l’assenza della ragione, il suo sogno, nell’affievolirsi del lume, nel suo tremolare, produce incerte, incombenti, ibride, distorte, mostruose ombre. Ma la veglia della razionalità, il suo lume sempre acceso, l’instancabile vigile lucida indagine non solo discopre ma realmente crea i mostri più terribili.
La sentinelle de la raison révèle des mostres
Dans l’obscurité de la nuit L’absence de la raison, son rêve, dans l’affaiblissement de la lumière dans son tremblement, produit l’ombre incertaine, hybride, tordue, monstrueuse qui lui incombe. Mais la sentinelle de la rationalitè, sa lumiére toujours allumée, sa veille infatigable, recherche lucide non seulement découvre mais crée vraiment les monstres le plus terrible.
La meridiana Sull’antica torre leggo: senza l’ombra nulla, con l’ombra nulla. Le ore babiloniche narrano il tempo caldo di luce che godiamo dall’alba. Le ore italiche ammoniscono sul tempo che resta prima che per noi cali il sole. Le ore francesi soltanto mostrano quel tale cerchio celeste che ci sovrasta. L’orologio meccanico il tempo scandisce, ma il suo roteare nulla ci dice, nulla su quando nascemmo, nulla su quando dovremo morire. Il silente orologio elettronico mente. Ci dice che il tempo é indifferente, che senza sosta fluisce per noi.
La relativitĂ di Galileo
Come può il centro dove puntano tutte che sostegno danno follemente roteare
dell’orbe, le rocce a mari, monti e piani, attorno al sole ?
I miei piedi saldamente poggiano sulla ferma terra, follemente mostruoso sarebbe ritenere che, senza appoggio alcuno, il mondo intero lanciato sia in una corsa pazza. Mari, oceani, l’aria stessa non calmi sarebbero come vedo in questa ridente serena giornata, ma spaventosi uragani, turbini, orrendi maremoti, terremoti a dannazione sconvolgerebbero tutto il paesaggio. Satana, il tentatore conficcato stabilmente nel gelido centro del mondo per piÚ non poter nuocere, in movimento libero e vorticoso sarebbe, potendo operare ogni male. Ma i miei sensi e il mio senno il contrario dicono e mi rassicurano : ritratta dunque la tua folle tesi.
La relativité de Galilée
Comment pourrait le centre de l’orbe, d’où pointent toutes forteresses soutenant mers, montagnes et plaines tourner follement autour du soleil ? Mes pieds sont solidement ancrés sur la terre ferme. Ne serait-ce follement monstrueux soutenir que sans appui tout mon monde est lancé dans une course folle ? Mers, océans, l’air même ne pourraint rester calme comme je les vois en cette souriante et sereine journée. D’épouvantables ouragans, typhons, d’horribles tsunamis, tremblements de terre condamneraient à l’anéantissement tout le paysage. Satan, le tentateur cloué fermement sur le centre gelé du monde pour ne plus pouvoir nuire,pourrait dans ces mouvements vertigineux et libres opérer tous les maux. Mais mes sens et mon discernement me disent le contraire et me rassurent : renounce alors à ta folle thèse.
1969, anno della Luna
La Luna non consola più né i viandanti né i poeti. La Luna non avvisa più il villano sui tempi della fertilità e del vino. La Luna non ammonisce più sulla sorte nefasta di Caino con il suo fardello di spine.
La Luna non è più incorruttibile e diafana, il suo chiarore non invia più magici influssi sull’uomo. Ormai la luna altro non è che un gelido sasso polveroso calpestato dall’uomo.
Usuraio moderno
Moderno usuriere, più che l'antico tu violenti la natura. Non soltanto perché, come l'antico, altro modo tu usi da quello stabilito dal Creatore per procurarti il necessario per la vita e l'arte disdegni e l'onesta manualità e il naturale ingegno. Ma soprattutto perché con i tuoi astratti artefici, le voraci tue banche, le ingorde assicurazioni, in finanziarie speculazioni, tutta l'economia indirizzi non dell'uomo a beneficio, bensì a suo danno, corrompendo, insozzando, inquinando, oltre te stesso, la natura medesima che ospitare dovrà i bambini ancor non nati.
Ravvediti in tempo, o moderno usuriere, perché se l'antico sconta il peso della sua colpa eternamente seduto sulla sabbia ardente, bruciato dai lapilli infuocati, quale supplizio inaudito sarà il tuo mai, che non solo violenti, ma la natura sovverti, sconquassi, distruggi?