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Maurizio Pelli (IDIC) International Day of Italian Cuisine
IDIC 2020, “I cappelletti della resilienza”, un tributo a Pellegrino Artusi e un augurio di ripresa alla ristorazione Italiana.
di Maurizio Pelli editore fotografia IDIC 2020
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Passeranno alla storia della cucina italiana nel mondo come “i cappelletti della resilienza”, quelli all’uso di Romagna, preparati da oltre cento cuochi in quaranta paesi, in occasione della XIII edizione della IDIC, “International day of Italian Cuisines”, “Giornata mondiale delle cucine italiane”.
La crisi senza precedenti causata dalla pandemia Covid19 che coinvolge la ristorazione mondiale, in particolare di quella italiana, non ha fermato i cuochi e i ristoratori che hanno cucinato i cappelletti con la ricetta della “La Scienza in Cucina” di Pellegrino Artusi, con l’intento di mostrare la loro determinazione per superare questo momento terribile. Organizzata dal network “itchefs”- “GVCI” in collaborazione con “Casa Artusi”, nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario anni dalla nascita di Pellegrino Artusi, tredicesima edizione IDIC, si è trasformata in un momento altamente simbolico e di unità d’intenti.
Il migliore e il più efficace dei modi per dare una giusta dimensione a questo evento, creato dodici anni or sono, per difendere l’autenticità della cucina italiana e i prodotti del “made in Italy” dalle contraffazioni. Cappelletti, tortellini, anolini e agnolotti, fanno parte della “costellazione” di ricette che rappresentano l’identità del “mangiare all’italiana”. Piatti che esistevano prima di Artusi ma che grazie a lui sono diventati simboli d’italianità a tavola.
Tutti i cuochi e i ristoratori italiani all’estero, sono gli eredi diretti dell’opera di Artusi, lo hanno dimostrato con orgoglio in questa IDIC. Artusi, nume tutelare della cucina di casa, lo è per proprietà transitiva anche di quella italiana fuori dall’Italia. Chi se non i nostri cuochi emigranti, esportarono la cucina “di casa” e quella “regionale” che Artusi aveva recuperato nella sua Scienza? Una cucina fatta di cappelletti appunto, ma anche di tortellini alla bolognese, anolini alla parmigiana, risotto alla milanese, maccheroni alla napoletana, ravioli alla genovese, polpette e tanti altri piatti della tradizione, quelli che hanno creato e delineato la storia della cucina
italiana nel mondo. Cucina di casa si, ma non solo “quella di mammà”, perché fu anche la stessa cucina delle locande, delle trattorie e osterie ovvero del settore “HO.RE.CA.” del tempo. Un “business model” che fu replicato esportandolo all’estero.
Durante la celebrazione IDIC è stato rimarcato come la filosofia stessa della “Giornata” sia quella di Pellegrino Artusi, che si scagliò contro gli “sbrodoli muscosi”, creati per compiacere il palato degli stranieri a spese dell’autenticità. Artusi non parla ancora di cucina italiana fuori dall’Italia ma di una sua triste esperienza in un ristorante della Pompei ai suoi tempi, già frequentata dagli stranieri. Qualcosa di molto simile alle degenerazioni della cucina italiana all’estero, alle cucine frankestein italo-americana e italo-argentina, alle carbonare con panna, agli spaghetti bolognaise, al pesto con burro e alle famigerate fettuccine Alfredo. Disgustosi e ingannevoli adattamenti alle richieste dei mercati stranieri in nome del profitto che Artusi non avrebbe mai tollerato. Esattamente per questi motivi e per combattere queste mistificazioni, dodici anni or sono nacque la giornata internazionale della cucina italiana - IDIC.
Ancora una volta, un grande ringraziamento va a tutti gli chef, chef patron, ristoratori e ristoranti coinvolti, ai molti sostenitori in sparsi nel mondo e alla Chef Rosana Milivinti, che ha coordinato questa impegnativa tredicesima edizione 2020. Continueremo a lavorare, senza mai abbassare la guardia, sperando in tempi migliori. Arrivederci alla prossima edizione IDIC 2021.