Interno/Interiore - Festival di Paesaggio 2019

Page 1


“Vieni con me, ti porterò dove la solitudine è un regalo più bello di una rosa.” (Pinguini Tattici Nucleari)


BOTTEGA DELLE MANI A.P.S. viale A. De Gasperi, 14 – 83100 Avellino, Italy tel (+39) 0825_39876 info@bottegadellemani.com Facebook: bottegadellemani Twitter: FdPaesaggio Youtube: bottegadellemani Tutti i diritti riservati a norma di legge delle convenzioni internazionali. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l’autorizzazione di BOTTEGA DELLE MANI A.P.S.

foto e progetto grafico Antonio Bergamino info@antoniobergamino.it stampa Centro stampa Casa di Reclusione “Bartolo - Famiglietti - Forgetta” Sant’Angelo dei Lombardi - AV

in copertina Sant’Andrea di Conza, centro storico

FESTIVAL di PAESAGGIO summer school 2019



Promosso da bottega delle MANI a.p.s-e.t.s. Clan H – compagnia teatrale

curatore Mario Pagliaro direttore scientifico Ugo Morelli direttore artistico Salvatore Mazza foto di scena Antonio Bergamino segreteria organizzativa Paola Gerola responsabile comunicazione Giulio D’Andrea coordinamento tecnico Proloco “Terra di Sant’Andrea”

Partner

Focus / Seminari

Comune di Sant’Andrea di Conza

C’ERA UNA VOLTA QUELLO CHE VEDIAMO OGGI Il paesaggio è un racconto Mario Pagliaro - Curatore FdP19 Maria Antonietta Scolamiero - Coordinatrice

A.N.C.I. - Associazione Nazionale Comuni Italiani - Campania - Giovani “Parco Urbano Intercomunale della “Dea DIANA” di Interesse regionale Ordini degli Architetti, P.P. e C. della Provincia di Avellino U.N.P.L.I. - Unione Nazionale Pro Loco Italiane - Comitato Provinciale Avellino Ru.De.Ri. - Rural Design per la Rigenerazione dei Territori Associazione Proloco Sant’Andrea di Conza F.I.D.A.P.A. BPW ITALY Sezione di Sant’Andrea di Conza Forum Giovani “Sant’Andrea di Conza” Associazione “Michele Mariano Iannicelli” Associazione “Voglio restare in Irpinia” Archeo Club “Jonathan” Associazione “Lu Faucion”

PAESAGGIO “SI FA”, NON “SI DICE” Interventi sulla retorica Pietro Vigorito Pro Loco “Terra di Sant’Andrea” Michele Carluccio - Architetto Gerardo D’Angola Sindaco Sant’Andrea di Conza Giuseppe Silvestri Presidente UNPLI - Avellino Erminio Petecca Presidente Ordine Architetti P.P. e C. Avellino

Teatro a cura della Compagnia Teatrale Clan H THEATRUM REPENTE Teatro all’improvviso Regia: Lucio Mazza Attori: Salvatore Mazza, Andrea De Ruggiero, Santa Capriolo, Laura Tropeano, Pasquale Migliaccio, Felice Cataldo, Umberto Branchi, MariaPia Di Padova, Antonia Guerra, Luca Picariello, Federica Avagnano CTONIO Azioni degli esseri del “mondo di sotto”

VIVERE vs AMMINISTRARE Carlo Preziosi – Antropologo

Regia: Lucio Mazza Attori: Salvatore Mazza, Andrea De Ruggiero, Santa Capriolo, Laura Tropeano, Umberto Branchi, Mariapia Di Padova, Antonia Guerra, Luca Picariello, Gianluca D’Acierno

ARCHITETTURA AL MURO Osservare non è proprio guardare Antonio Bergamino - Fotografo

Mostra fotografica

PAESAGGIO A SISTEMA Mariano Nuzzo Direttore “Parco Urbano d’interesse regionale – Dea Diana” RURALITÀ CRITICA Mario Festa - Presidente Ru.De.Ri.

Luigi D’Oro - Rural Design Week IL TURISMO AI TEMPI DELLA RETORICA Gianpaolo Basile Universitas Mercatorum – BSB Lab PAESAGGIO RIPRESO Proiezioni dell’osservatore Paolo Spagnuolo - Saggista PAESAGGI DI MAFIA Giovanni Centrella Coordinamento provinciale “Libera contro le mafie” CHI SCRIVENDO APRE, RACCONTANDO CHIUDE Paesaggio, favole e bambini Salvatore Mazza - Attore Maria Antonietta Scolamiero

ARCHITETTURA AL MURO Mostra fotografica a cura di Antonio Bergamino

Gli allievi della summer school Amirante Giovanni Aurisicchio Noemi Basile Alessandra Calabrese Emanuele Caroniti Vincenzo Casale Giuseppina Centrella Giovanni Ciani Felicita Ciuffreda Antonio Coppola Annamaria De Pascale Giuseppe Del Vicario Maria Di Folco Tiziana Di Nunno Fabio Egidio Maria Assunta Errico Francesco Fierro Anna Giordano Anna Guerriero Adriana Ieppariello Antonella Infante Maria Rosaria Landi Agostino Liberale Fabio Liloia Ernesto Loffredo Ilaria Mari Rossella Martino Francesco Matteo Pagano Niroscia Roselli Antonella Sabatino Giuseppe Sbardella Grazia Stanco Franca Tambasco Filippo Marco Tierno Mariella Vallario Maria Carmen Viscido Elisa Zizzania Piero


UN’IDEA

pagina destra Sant’Andrea di Conza, particolare della fontana dell’Episcopio

CON


Comunità fuori gioco Mario Pagliaro Curatore Festival di Paesaggio

La necessità è quella di affiancare all’estetica della decadenza, alle abitudini sulle “aree interne”, al monumentalismo dei localismi, alla noia del radicalismo chic, al colesterolo delle sagre, un’alternativa di pragmatismo che ri-guardi le cose in cui viviamo e suggerisca l’idea che il Paesaggio sia nostro, perché noi lo modifichiamo, fortunatamente e noi lo degradiamo. Maledizione! Quando scali una montagna, anche la più alta, puoi ammirare panorami. Solitamente da più lontano lo guardi e più bello sembra il mondo. Il Paesaggio, invece, lo scopri quando cammini rasoterra, ci cammini dentro e ne annusi odori, lievi e fetidi. Gioisci con i protagonisti e ne interrompi le bestemmie e più che di bellezza, vera o presunta, discuti di vivibilità. La prima tutti credono di poterla riconoscere, la seconda pochi sanno di non viverla. Con il 4° Festival di Paesaggio, abbiamo voluto focalizzare il tema delle “Aree interne” ma, con il senno di poi, confesserei di aver sbagliato obiettivo. Anche le “Aree interne” sono solo una grandezza politica, nata per estrarre minuzie elettorali. È il “margine”, il luogo vero da studiare, quello delle idee e della vita.Tutto quello che si sposta al centro, nell’evidente, scoprirà la necessità di

poter solo sopravvivere. In Irpinia, ad esempio, si dice faccia “undici mesi freddo ed un mese freddino” Ma non è vero. Ugualmente, per undici mesi si bada al paesaggio scambiandolo col panorama e per un mese, di solito agosto, si guarda al paesaggio come il luogo dei romantici. Concentrandosi su verità bugiarde. Lo sforzo diffuso è di estrarre qualcosa che non possa non piacere per trarne l’idea che anche il resto sia straordinario.Tutto, pur di sentirsi almeno per un attimo, per un mese, in un centro. Uno qualsiasi, possibilmente quello più facile da condividere. Ovviamente, se alzassimo lo sguardo sarebbe lampante che di paesaggio si soffre. Costantemente. Se si accettasse di guardare il mondo dal margine, la necessità di cui si sentirebbe l’impellenza sarebbe la “vivibilità”. Una necessità articolata che spesso viene contrabbandata per mancanza di lavoro, servizi, turismo, ospedali, strade nuove, treni veloci mentre coincide con ‘la condizione di vita consentita dal luogo e dall’ambiente’. La capacità che ognuno di noi esprime di saper far vivere bene l’altro. Le singole comunità alimentano le proprie contraddizioni, compiono scelte approssimative, autoreferenziali che creano presup-


Echi dal margine posti irreversibili e quando l’estate finisce si è convinti di vivere bene nel posto in cui siamo, ma non è così e lo dicono i numeri su un turismo che non funziona, sull’artigianato che è morto, sulle persone che vanno via, la disoccupazione che continua ad esserci e i suicidi. Il nostro paesaggio è depresso anche quando la mattina ci svegliamo e l’alba è stupenda. È solo dal margine che una idea può nascere e trasformarsi senza doversi mummificare per l’attenzione alla sommatoria di interessi vacui che la circondano. Allo stesso modo, gli uomini e le donne dei luoghi che altri definiscono “marginali”, sono loro che

vivono. Gli altri vegetano, sicuri di esistere solo perché notiziabili. Uno dei miei riferimenti di vita e di mestiere, Ugo La Pietra, vent’anni fa mi convinse, confessando con orgoglio: “mi occupo di cose marginali”. Dopo vent’anni spero mi rassicuri di non aver sbagliato nel sottrargli un motto capace di disegnare una vita e, soprattutto, che siano maturi i tempi per lasciar comprendere il margine quale luogo dell’azione e non della resistenza o peggio, della resilienza. D’altronde, i migliori goal si fanno crossando dalle fasce. Se al centro non restano in fuorigioco.

Ugo Morelli Direttore scientifico Scuola sul Paesaggio Festival di Paesaggio

L’elaborazione del margine è un esercizio atto a mettere in forma la vita intera. Il termine giapponese Yohaku significa letteralmente margine, spazio vuoto (yo: resto; haku: bianco), qualcosa che ha raggiunto la riduzione all’essenziale. La stessa dimensione i greci la definivano àskesis, indicando un esercizio e un’esperienza attraverso cui la vita intera prende forma. Il margine, lo spazio agibile, luogo del vuoto e del possibile è perciò la struttura che collega, il luogo del gioco, del rischio del baratro e di ogni possibilità. Nella creazione di una cultura del paesaggio e della sua valorizzazione, ma anche nella ricerca di forme di vita sostenibili, il margine è, oggi, uno dei principali luoghi da analizzare e a cui guardare. Gestire l’evoluzione del conflitto vuol dire “darsi margine”. Il margine è il luogo del divenire, dell’inizio dell’altro ve e in questo senso vale il gotico marka quando indica la frontiera. L’origine della parola ne segnala sia il genere maschile che femminile, la sua capacità di costituire un contenuto e di essere luogo germinale di contenimento, mentre può essere luogo di emarginazione. In queste sue potenzialità sta il più alto rischio ma risiedono anche le opportunità più elevate. Quando si cerca di realizzare un processo di cambiamento in una situa-

zione che riguardi l’esperienza individuale, quella di un gruppo o di un’istituzione, ci si rende presto conto che proprio le cose lievi bisognerebbe perseguire: quelle in grado di facilitare l’evoluzione. Ci si rende anche conto che perseguirle non è però facile poiché per il fatto stesso di perseguirle esse tendono a strutturarsi e a divenire impegnative, costose e vincolanti. La nostra stessa ricerca di consistenza nell’azione, il nostro stesso desiderio di lasciare una traccia, concorrono a questo rischio e non sempre ci riesce di disporci ad attendere attivamente e in forme leggere la loro manifestazione imprevista, o raramente prevedibile. È al margine della caoticità che si genera l’incertezza (Holland, 1998) e la possibilità della vita nell’infinitamente piccolo, mentre le dinamiche dell’ “infinitamente grande”, come i sistemi sociali e i processi sociali in genere, tendono ad avere almeno in parte gli stessi andamenti. Il senso del margine sta, quindi, nel suo valore generativo; se il margine non è una linea né un confine, contiene, per la stessa ragione della generatività, il rischio della perdita.Tra conformità e difformità emerge lo spazio del “quasi-conforme”: quello spazio può portare all’esclusione o può generare una trasformazione emancipativa. Può generare aggressione ed emarginazione o capacità di


Re-azioni dis-uguali riflessione e “corteggiamento”. Se il margine riesce a essere valorizzato come spazio e tempo di gioco può divenire il passo da fare per spostarsi dalle posizioni centrali di certezza e accedere alla plasticità delle

zone temporanee ed evolutive, agli spazi del possibile dove dalla buona elaborazione dei conflitti può emergere il senso del futuro.

Salvatore Mazza Direttore artistico attività teatrali Festival di Paesaggio

Riusciamo a dare un senso a ciò che pensiamo di vedere, spettatori spauriti di obsoleti e inutili consessi fatti di parole ripetitive, progetti stantii e rigurgiti autoreferenziali? Riusciamo ancora a vivere quella proporzione spaziale tra uomo e mondo senza foraggio che rimpingua la borsa dei soliti? Non so. Ma è giunto il tempo di fare, il tempo di reagire all’immutabilità, il tempo dell’azione

e della reazione disuguale e non ordinaria; facendo e disfacendo il nostro paesaggio interiore, imbrigliato, incanutito, svogliato, dobbiamo essere pronti a ricercare per cercarsi, ritrovare per ritrovarsi, generare per non degenerare, creare per non svilire e mortificare l’essere e l’essenza, finalmente attivi. È tempo di comprenderlo quel passaggio, urlando, senza stereotipi e nostalgie melense. È tempo in cui l’uomo deve cercare l’uomo, ovunque.


Summer school

Condivisione

Teatro Ospitalità


LA SEGRETERIA




DIARIO FOTOGRAFICO



C’ERA UNA VOLTA QUELLO CHE VEDIAMO OGGI Il paesaggio è un racconto Raccontare un paesaggio ai bambini, per poi scrivere un libro di favole vere.

Racconta: Mario Pagliaro Curatore Festival di Paesaggio Coordina: Maria Antonietta Scolamiero Scrivono: I bambini di Sant’Andrea di Conza



Gerardo D’Angola Sindaco Sant’Andrea di Conza

PAESAGGIO “SI FA”, NON “SI DICE” Interventi sulla retorica Un tema di cui si parla molto, in cui regna la retorica e, troppo spesso, con conseguenze opposte a quelle annunciate.

Erminio Petecca Presidente Ordine Architetti P.P. e C. di Avellino

Pietro Vigorito (in alto) Presidente Proloco “Terra di Sant’Andrea” Michele Carluccio (a destra in alto) Architetto Giuseppe Silvestri (a destra) Presidente UNPLI - Avellino





VIVERE vs AMMINISTRITARE La percezione dello spazio pubblico, le aspettative comunitarie ed il pragmatismo amministrativo.

Carlo Preziosi Antropologo




ARCHITETTURA AL MURO Osservare non è proprio guardare La fotografia è ancora lo strumento privilegiato per osservare. Per questo, è tanto difficile fotografare.

Racconta ed espone Antonio Bergamino Fotografo




THEATRUM REPENTE Teatro all’improvviso Il teatro dei passi perduti. Camminando viaggia lo sguardo dell’attenzione.

A cura del “CLAN H” Compagnia Teatrale Regia: Lucio Mazza Attori: Salvatore Mazza, Andrea De Ruggiero, Santa Capriolo, Laura Tropeano, Pasquale Migliaccio, Felice Cataldo, Umberto Branchi, MariaPia Di Padova, Antonia Guerra, Luca Picariello, Federica Avagnano






PAESAGGIO A SISTEMA Focus Il sistema urbano del verde, la strategia per il riequilibrio delle aree urbanizzate a scala interprovinciale.

Mariano Nuzzo Direttore “Parco Urbano d’interesse regionale – Dea Diana”




RURALITÀ FISICA Focus L’innovazione delle aree interne, montane e rurali, a partire dalle loro risorse: luoghi di interazione e dall’enorme ricchezza ambientale.

Mario Festa Presidente Ru.De.Ri.

Luigi D’Oro Rural Design Week




IL TURISMO AI TEMPI DELLA RETORICA Focus Un conto è rallegrarsi per la oggettiva ripresa dei flussi turistici, un altro è quello di ritenere il turismo il volano della ripresa economica, politica e sociale del Mezzogiorno.

Gianpaolo Basile Universitas Mercatorum – BSB Lab




PAESAGGIO RIPRESO Proiezioni dell’osservatore Nel cinema, “paesaggio” è rapporto fra personaggio e spazio, fra uomo e mondo. C’è l’osservatore e la cinepresa, che osserva l’osservatore.

Paolo Spagnuolo Saggista




PAESAGGI DI MAFIA Fare paesaggio significa andare oltre le retoriche poetiche per impegnarsi nella azione sociale.

Giovanni Centrella Coordinamento provinciale “Libera contro le mafie”



CTONIO Azioni degli esseri del “mondo di sotto” Gli esseri CTONII si ritrovano nel mondo attuale, tra vite frementi e paesaggi. Dal sottosuolo magico che assomiglia ai nostri sogni, arrivano.

A cura del “CLAN H” Compagnia Teatrale Regia: Lucio Mazza Attori: Salvatore Mazza, Andrea De Ruggiero, Santa Capriolo, Laura Tropeano, Umberto Branchi, Mariapia Di Padova, Antonia Guerra, Luca Picariello, Gianluca D’Acierno






CHI SCRIVENDO APRE, RACCONTANDO CHIUDE Paesaggio, favole e bambini Lettura delle Favole di Paesaggio scritte dai bambini di Sant’Andrea di Conza.

A cura di Salvatore Mazza e Maria Antonietta Scolamiero



FUORI ONDA Convivialità e ospitalità Se Paesaggio è comunità e Comunità è riuscire a creare “vecchi amicizie tra perfetti sconosciuti”, Sant’Andrea di Conza è una comunità.




Finito di stampare nel mese di settembre 2021 Centro stampa Casa di Reclusione “Bartolo - Famiglietti - Forgetta” Sant’Angelo dei Lombardi - AV


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.