Education online - UNIFORM - Kit insegnanti Scuola primaria - Uniforme a modo mio

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APPROFONDIMENTO INSEGNANTI SCUOLA PRIMARIA secondo ciclo

UNIFORME A MODO MIO UNIFORM INTO THE WORK / OUT OF THE WORK


La scheda si rivolge a insegnanti e formatori di scuole primarie (secondo ciclo), per fornire alcuni approfondimenti teorici a complemento del percorso Uniforme a modo mio.

A partire da una selezione di opere della mostra Uniform Into the Work/Out of the Work, una serie di brevi attività per riflettere con gli studenti sul rapporto tra uniforme e identità dell’individuo, sia nel contesto lavorativo che in quello sociale. Il percorso Uniforme a modo mio, accompagnato dalla sezione Approfondimenti per insegnanti, si prefissa i seguenti obiettivi: • • • •

stimolare l’osservazione e la descrizione dell’immagine fotografica; sviluppare una riflessione sugli elementi e le funzioni del linguaggio visivo; favorire la conoscenza della poetica di alcuni fotografi esposti nella mostra Uniform Into the Work / Out of the Work; ideare e progettare elaborati, ricercando soluzioni creative originali, ispirate anche dallo studio dell’arte e della comunicazione visiva.

parole chiave

In copertina: Paola Agosti, Giovane operaia ferraiola in cantiere, 1978 © Paola Agosti

> Identità > Immaginazione > Lavoro > Ritratto > Storie > Tempo libero


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Judith Joy Ross, Agente di polizia dalla serie Mestieri, 1990

Judith Joy Ross, Cuoco dalla serie Mestieri, 1980 ca. © Judith Joy Ross, courtesy Galerie Thomas Zander, Cologne

A ciascuno la sua uniforme

un lungo studio prima dello scatto, mantengono una forte immediatezza ed empatia. Ross fotografa con cavalletto utilizzando una macchina analogica a lastre che le permette di realizzare immagini dettagliate.

La fotografa americana Judith Joy Ross (1946) nasce e cresce in Pennsylvania. Dopo la laurea nel 1970 si trasferisce a Chicago per iscriversi all’Illinois Institute of Technology, dove frequenta un Master in Fotografia. Fin dagli anni Ottanta, Ross si dedica al ritratto per raccontare la società americana. Tra le persone fotografate nel corso degli anni troviamo ad esempio: alunni e insegnanti, soldati, visitatori del Vietnam Veterans Memorial e membri del Congresso degli Stati Uniti. I suoi ritratti sono generalmente raggruppati in serie, con le quali la fotografa restituisce una lettura diretta della comunità. Tra gli autori che influenzano il suo linguaggio fotografico ci sono alcuni importanti fotografi di inizio Novecento: il francese Eugéne Atget, l’americano Lewis Hine e il tedesco August Sander.

Nella serie Mestieri, realizzata in Pennsylvania tra il 1980 e il 1990, l’artista immortala in bianco e nero un gruppo eterogeneo di persone sul posto di lavoro. Ross mantiene una rispettosa distanza dai soggetti, realizzando immagini intime e sincere. Le persone sono al centro dell’inquadratura e la ridotta profondità di campo ne fa emergere le figure. In questi scatti, i lavoratori indossano abiti molto riconoscibili che permettono, fin dal primo sguardo, di identificarli. Tra loro troviamo: poliziotti, cuochi, addetti alle vendite e un benzinaio. L’intento di Ross, tuttavia, non è quello di categorizzare i suoi soggetti, ma di cogliere le personalità di ciascuno, facendone risaltare le individualità e le storie. I suoi ritratti mantengono la profondità e la freschezza di un racconto che si conclude appena prima dello scatto, per continuare nell’immaginario dello spettatore.

Ross realizza i suoi ritratti utilizzando lunghi tempi di esposizione nelle fasi di scatto, durante le quali ha la possibilità di dialogare con i suoi soggetti ed entrare in intimità con loro. Sebbene le fotografie di Ross siano caratterizzate da 3


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domande per gli studenti Che lavoro fanno queste persone e da cosa possiamo capirlo? A che cosa serve l’uniforme? In quali mestieri è utilizzata?

attività didattica Osserva attentamente i personaggi. Quali potrebbero essere i pensieri dei soggetti in posa durante lo scatto?

consigli di lettura Filastrocche per tutto l’anno (La filastrocca dei mestieri; I colori dei mestieri e Gli odori dei mestieri), libro di Gianni Rodari, Einaudi Ragazzi,1986

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Timm Rautert, dalla serie Tedeschi in uniforme, 1974 © Timm Rautert

L’uniforme tra lavoro e immaginazione

sentano un’omogeneità data dal fondale neutro e dall’inquadratura a figura intera, utilizzata in tutte le fotografie. Con le uniformi immacolate accompagnate da gesti stereotipati, i soggetti fotografati mettono in scena sé stessi nei panni del loro mestiere o del tempo libero.

Timm Rautert (1941) utilizza la fotografia per esplorare la società contemporanea. Nel 1974, appena dopo la laurea, realizza la serie Tedeschi in uniforme nel suo studio di Düsseldorf, con l’intento di mostrare la complessità della Germania degli anni Settanta. Nel corso del Novecento, l’uso delle uniformi si afferma in Germania come un riconosciuto codice di comportamento pubblico e privato, tanto da portare all’approvazione di una legge che ne limiti l’uso nel 1921, prontamente revocata con l’avvento del nazismo. L’artista sente dunque la necessità di indagare sul ruolo delle uniformi nella costruzione dell’identità individuale e collettiva.

Se da un lato queste immagini rivelano l’importanza dell’uniforme come strumento di comunicazione simbolica all’interno della società e di definizione dell’identità dei soggetti fotografati, dall’altro la serie mostra la possibilità di scegliere liberamente quale ruolo interpretare. Rautert lascia i soggetti liberi di indossare quella che ritengono essere la propria uniforme più significativa. Non tutti scelgono l’abito da lavoro: tra i ritratti troviamo quello del direttore di un’azienda vestito da Babbo Natale e un altro in costume da principe del Carnevale di Düsseldorf.

Per realizzare questa serie, il fotografo seleziona e contatta realtà pubbliche e private e proponendo di partecipare al progetto. l Rautert crea un affresco della società che presenta gli individui come dei protòtipi della loro professione, rinunciando a scegliere personalmente i soggetti. Tra i mestieri fotografati troviamo un pompiere, un pilota di aerei, un’assistente di volo, alcune infermiere, e molte altre professioni. I ritratti sono realizzati in studio e pre-

Nella serie Tedeschi in uniforme, Rautert riflette sul ruolo sociale della divisa ed esplora i diversi significati di questa parola, in relazione all’identità individuale. Il suo lavoro mostra come, giorno dopo giorno, costruiamo la nostra identità attraverso i ruoli che rivestiamo e le diverse uniformi che indossiamo, nella vita professionale e in quella privata. 5


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domande per gli studenti Nelle immagini di Rautert, riesci a riconoscere i ruoli professionali di queste persone guardando le loro uniformi? Perché alcuni soggetti hanno scelto di farsi ritrarre con abiti da lavoro e altri con vestiti diversi?

attività didattica Anche i nostri vestiti preferiti possono diventare un’uniforme che racconta chi siamo e cosa facciamo. Qual è la tua ‘uniforme’ preferita, quella che ti rappresenta di più? Per raccontarlo puoi utilizzare fotografie, disegni, scrittura o altro.

consigli di visione La Fabbrica di Cioccolato, film di Tim Burton, 2005, 115’

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Song Chao, dalla serie Minatori I, 2000- 02 © Song Chao

Oltre l’uniforme

voler sottolineare una diretta connessione tra il lavoro di progettazione e il suo essere minatore. Un giovane posa invece con la camicia aperta e scopre un tatuaggio sul petto, facendosi ritrarre, con sguardo sicuro, come un attore hollywoodiano ripreso sul set di un film. C’è chi si avvicina alla macchina fotografica e chi preferisce mantenere una distanza, quasi a rimarcare un desiderio di fuga, di insofferenza, come nel caso dell’uomo che posa al margine dell’inquadratura, con lo sguardo serio e i pugni stretti. In questa serie e con le sue successive ricerche, Chao racconta ciò che è strettamente legato al suo vissuto. L’intento è mostrare l’impatto che le miniere hanno sulla vita delle persone, sull’economia di una piccola comunità e sull’ambiente circostante. La narrazione è fatta di diversi strati, che raccontano di un lavoro trasmesso di padre in figlio, di intere comunità che si spostano da un luogo all’altro quando la miniera si esaurisce, della difficoltà di lasciarsi alle spalle quella vita, ma anche della bellezza dei rapporti umani che legano i lavoratori. L’autore, interessato alle persone dentro l’uniforme da lavoro, lascia i suoi soggetti liberi di esprimersi per ciò che sono o che intendono mostrare di sé. Il suo è un racconto pieno di umanità che mantiene una prospettiva capace di mostrare l’essere dei soggetti ritratti, nella realtà della miniera.

Il fotografo cinese Song Chao (1979) nasce e cresce nella provincia di Shandong, una delle aree estrattive di carbone più grandi al mondo. Diventato lui stesso un minatore, si avvicina alla fotografia grazie allo zio, fotografo della comunità e insegnante d’arte, e all’incontro con il fotografo professionista Hei Ming, recatosi in miniera per realizzare un reportage. Nel 2000 Song Chao decide di realizzare Minatori I, lavoro nel quale ritrae i minatori della sua comunità, installando un set fotografico all’uscita della miniera e utilizzando un telo bianco con luce naturale per la ripresa. I minatori da lui ritratti indossano tutti la stessa uniforme, ma ognuno manifesta la propria identità attraverso la posa, lo sguardo e il linguaggio del corpo. La serie di ritratti fa emergere il senso e la condizione di una comunità, ma anche la relazione unica del singolo con il proprio lavoro. I soggetti sanno che a ritrarli è uno di loro, che conosce la vita e la fatica della miniera. In una delle fotografie vediamo lo sguardo di un minatore che posa con in mano un disegno tecnico, come a

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domande per gli studenti Quali sono gli elementi che accumunano i lavoratori ritratti da Song Chao? Perché alcuni soggetti si fanno ritrarre con degli oggetti? Che cosa fanno secondo te queste persone durante il loro tempo libero?

attività didattica Immagina di farti fotografare con l’oggetto che ti rappresenta di più. Quale sceglieresti? Perché?

consigli di lettura Chi è chi. Cosa farò da grande, libro di Owen Davey, Emme Edizioni, 2018

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Tobias Kaspar, Porter (bordeaux), 2018 © Tobias Kaspar

Moda e società

immobile. La fotografia rimanda alla cultura dei caffè, dei bistrot, dei ristoranti di lusso diffusa in Europa e, soprattutto, in Francia. La foggia degli abiti e le uniformi indossate dai personaggi rappresentati nei ricami sono lo strumento comunicativo scelto dall’azienda per commercializzare questo prodotto, capace di evocare immediatamente scenari di vita dell’alta società.

Tobias Kaspar (1984), artista svizzero, svolge una ricerca sulla produzione e il commercio di beni di consumo legati alle industrie del lusso. Tra il 2015 e il 2018, l’artista lavora alla serie The Japan Collection, ‘La collezione giapponese’, di cui Porter (bordeaux) fa parte. Kaspar fotografa e poi ingrandisce alcuni ricami su stoffa che misurano pochi centimetri, in modo da rendere ben visibili le figure rappresentate e i dettagli della cucitura, i punti dell’ago e, talvolta, i difetti di produzione. Il tessuto scelto da Kaspar si trova negli archivi di un’azienda manifatturiera di St. Gallen, in Svizzera ed era prodotto negli anni Sessanta esclusivamente per il mercato giapponese, che all’epoca si apriva all’importazione di beni occidentali. La ‘collezione giapponese’ è ideata per presentare lo stile di vita europeo, attraverso immagini stereotipate e immediatamente riconoscibili che, nonostante l’evoluzione dei costumi, sembrano sospese in un tempo

Gli ingrandimenti realizzati dall’artista evidenziano il modo in cui l’abbigliamento comunica il ruolo e lo status sociale degli individui, come nel lavoro Porter (bordeaux), fotografia in cui vediamo, in contrasto, un facchino in uniforme e una donna benestante. Le fotografie di Kaspar creano un’immagine speculare dei ricami che non si limita a riprodurli, ma ci permette di riflettere sulla potenza dell’abito come linguaggio simbolico, capace di attraversare epoche e culture. Questi ricami, prodotti in Svizzera negli anni Sessanta, risultano perfettamente comprensibili al pubblico giapponese dell’epoca, tanto quanto lo sono per noi oggi.

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domande per gli studenti Quale potrebbe essere la storia rappresentata in questo ricamo? A quale scopo sono stati realizzati questi ricami?

attività didattica Chi sono e dove stanno andando questi due soggetti? Immagina e scrivi un dialogo tra i due personaggi rappresentati.

consigli di lettura I vestiti nuovi dell’imperatore, libro illustrato da Steven Guarnaccia, Corraini, 2019

Bibliografia Krauss, Rosalind, Teoria e storia della fotografia, Bruno Mondadori, Milano, 2006 Newhall, Beaumont, Storia della fotografia, Einaudi, Trento, 2006 Rautert, Timm, Germans In Uniform, Steidl, 2018 Stahel, Urs, Abiti da lavoro, costumi, uniformi. Da abbigliamento funzionale a simbolico, da tute casual a capi di riferimento per la moda, MAST, 2020 Sitografia Judith Joy Ross, The Portraits of Judith Joy Ross: Not Just Faces in the Crowd [Link] Song Chao, About the “Coal mine Community” [Link], Interview: Song Chao [Link] Timm Rautert: Tedeschi in uniforme [Link], Timm Rautert [Link] Tobias Kaspar, The Category Is [Link] 10


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