Education online - UNIFORM - Kit insegnanti Scuola secondaria 2 grado - Uniformi e identità

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APPROFONDIMENTO INSEGNANTI SCUOLA SECONDARIA SECONDO GRADO

UNIFORMI E IDENTITÀ UNIFORM INTO THE WORK / OUT OF THE WORK


La scheda si rivolge a insegnanti e formatori di scuole secondarie di secondo grado per fornire alcuni approfondimenti teorici a complemento del percorso Uniformi e Identità.

A partire da una selezione di opere della mostra Uniform Into the Work/ Out of the Work, una serie di brevi attività per riflettere con gli studenti sul rapporto tra uniforme e identità dell’individuo, sia nel contesto lavorativo che in quello sociale. Il percorso Uniformi e Identità, accompagnato dalla sezione Approfondimenti per insegnanti, si prefissa i seguenti obiettivi: • educare a un atteggiamento critico nei confronti delle forme di comunicazione visiva fotografica; • sviluppare una riflessione volta a stimolare una lettura personale e consapevole del linguaggio artistico fotografico; • comprendere come poetiche e scelte artistiche rispondono a necessità estetiche e comunicative; • rielaborare in modo creativo le tematiche affrontate, ricercando soluzioni espressive originali e efficaci, attraverso l’uso di Internet e strumenti digitali.

parole chiave

In copertina: Paola Agosti, Giovane operaia ferraiola in cantiere, 1978 © Paola Agosti

> Identità > Lavoro > Racconto > Ritratto > Società > Uniforme


Uniformi e Identità

Disoccupato, 1928

Montatore, 1929

Ingegnere, 1928

August Sander, dalla serie Uomini del XX secolo, 1910- 36

© Die Photographische Sammlung/SK Stiftung Kultur - August Sander Archiv, Cologne; SIAE, Rome

Protòtipi dell’uomo del XX secolo

La ricerca di Sander si concentra sulla classe sociale di appartenenza e non sulla personalità individuale dei soggetti fotografati. L’opera diventa un catalogo di diversi gruppi e ruoli sociali, tutti testimoni e archetipi della propria epoca.

Annoverato tra i più importanti fotografi del Novecento, August Sander (1876 -1964), nasce in un sobborgo industriale di Herdorf (Germania), dove lavora con il padre in miniera. Il primo contatto con la fotografia avviene quando incontra un fotografo incaricato di documentare l’attività in uno dei pozzi minerari. L’ambiente della miniera, con lavoratori provenienti da varie località della Germania e dall’estero, condiziona fortemente l’interesse di Sander verso lo studio dell’uomo, portandolo a realizzare i suoi primi ritratti agli operai della miniera di Herdorf.

Nel 1929, la sua ricerca è pubblicata in un libro dal titolo La faccia del nostro tempo, il primo di una serie di volumi che non ebbero seguito a causa dello scandalo suscitato dalle fotografie. Lo sguardo oggettivo delle immagini di Sander non piace al regime nazista perché rivolto anche agli strati più umili della società tedesca. Per il regime il lavoro di Sander rientra nella categoria di ‘arte degenerata’, l’insieme di quelle forme espressive che riflettono valori e linguaggi estetici contrari a quelli sostenuti dal nazismo. Per questo motivo nel 1936 gran parte delle copie del libro e dei negativi originali sono sequestrati e distrutti. Il lavoro di Sander nasce dal desiderio e dalla necessità di raccontare liberamente la realtà del proprio tempo. I suoi ritratti restituiscono in modo quasi scientifico una appartenenza di classe e di lavoro, mostrando come l’identità si intrecci al ruolo sociale rivestito da ciascuno. Nelle parole dello scrittore e critico tedesco Alfred Döblin emerge il tratto moderno dello sguardo di Sander: ‘La sua opera non consiste nella produzione di ritratti somiglianti, in cui si possa riconoscere con facilità e certezza un individuo determinato, ma di ritratti che suggeriscono intere storie’.

Nel 1910 decide di mappare la società tedesca del suo tempo ritraendo diverse professioni e classi sociali. Il lavoro, intitolato Uomini del XX secolo, si articola in una serie di ritratti di persone fotografate nei panni e nei contesti del proprio ambiente. Sander divide il lavoro in sette capitoli: I contadini, I commercianti, Le donne, Classi sociali e professioni, Gli artisti, La città, Gli ultimi. Nelle immagini non sono riportati il nome e il cognome dei soggetti, ma solo le categorie che questi rappresentano, come ad esempio: l’ingegnere, il cuoco, il banchiere, il notaio, il muratore. In alcuni casi, l’assenza di una categoria professionale rimanda a una condizione sociale precaria, come nei ritratti in cui compare un disoccupato o una mendicante. 3


Uniformi e Identità

domande per gli studenti Quali sono le implicazioni politiche e sociali del lavoro di Sander? In quale contesto politico attuale un progetto simile potrebbe essere censurato? Se il lavoro di Sander fosse realizzato oggi, in che cosa sarebbe diverso?

attività didattica A partire dal lavoro di Sander, prova a realizzare un progetto dal titolo ‘Uomini del XXI secolo’. Utilizza fotografie, video, disegni, scrittura o altro.

consigli di lettura Heimat, graphic novel di Nora Krug, Einaudi, 2018

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Uniformi e Identità

Irving Penn, Pescivendolo, Londra, dalla serie Small Trades,1950

Irving Penn, Macellai, Parigi, dalla serie Small Trades,1950

© Condé Nast, courtesy Pace Gallery, New York

© Condé Nast, courtesy Pace Gallery, New York

Mestieri d’altri tempi

luce naturale. I soggetti ritratti sono lontani dal loro luogo di lavoro, ma mantengono i capi e gli strumenti del mestiere. Penn non è interessato al contesto in cui i personaggi operano, ma alle loro caratteristiche individuali e ai tratti tipici e distintivi della loro professione. Se a Parigi Penn nota una certa diffidenza nei soggetti da lui fotografati, scettici sul suo lavoro e attirati perlopiù dal compenso monetario, a Londra e New York i lavoratori mostrano orgoglio e compiacimento nell’essere ritratti.

L’americano Irving Penn (1917-2009), tra i più importanti fotografi di moda del Novecento, raggiunge la fama internazionale negli anni Cinquanta con noti servizi fotografici realizzati per la rivista Vogue. Dopo aver concluso il corso in Disegno Industriale presso la School of Industrial Art di Philadelphia, parte per il Messico per dedicarsi alla pittura, capendo presto che non è il suo linguaggio. Nel 1943 diventa assistente dell’art director di Vogue Alexander Liberman, che ne apprezza la creatività ideativa e compositiva e lo incoraggia a proseguire con la fotografia. Per oltre sessant’anni collabora con la rivista, ritraendo personaggi importanti del mondo della cultura, della moda e dell’arte, tra cui Truman Capote, Marlene Dietrich, Yves Saint Laurent, Pablo Picasso e molti altri.

Le fotografie, che Penn accompagna da note in cui sono riportati il nome e la professione di ciascun soggetto, ci mostrano spesso piccole professioni già destinate a scomparire negli anni Cinquanta, tra cui gli spazzacamini londinesi e alcuni operai specializzati newyorchesi. Tra i ritratti troviamo quello di un pescivendolo, con il grembiule sporco e il pesce pulito in mano, e di una coppia di macellai dove il giovane, con la mano appoggiata sugli attrezzi legati alla cinta, sembra rimarcare l’amore per il proprio lavoro e per il sapere ereditato dall’esperienza dei più anziani. La stessa cura che l’autore riporta nelle riprese fotografiche di moda, la ritroviamo in questo omaggio alle piccole professioni. In Small Trades tutti gli elementi concorrono a raccontare l’identità delle persone ritratte: non solo comprendiamo di cosa si occupano, ma ne percepiamo i pensieri e le emozioni.

La serie Small Trades nasce con l’intenzione di documentare e creare un ritratto del mondo del lavoro di metà Novecento. La serie è composta da oltre 200 immagini scattate nel 1950 e 1951 tra Parigi, Londra e New York. Negli stessi anni Penn pubblica una selezione di queste fotografie sulle pagine di Vogue. L’artista manda i suoi assistenti nelle botteghe e nei mercati alla ricerca di soggetti da fotografare, promettendo un pagamento in cambio del loro ritratto. Le persone invitate nel suo studio sono artigiani, commercianti e lavoratori che posano davanti a un telo chiaro, illuminato da 5


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domande per gli studenti In che modo Penn ha valorizzato i mestieri dei soggetti ritratti? Quali sono le somiglianze e le differenze rispetto ai ritratti di August Sander?

attività didattica Quali professioni stanno emergendo e quali stanno scomparendo? Quali sono i fattori che determinano questi cambiamenti? Prova a scrivere un breve articolo.

consigli di lettura ‘I Robot possono diventare nostri colleghi di lavoro’, articolo di Gwynne Dyer, Internazionale, 22/08/2018 clicca qui per leggere l’articolo su Internazionale

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Song Chao, dalla serie Minatori I, 2000 - 02 © Song Chao

Oltre l’uniforme

posa invece con la camicia aperta e scopre un tatuaggio sul petto, facendosi ritrarre, con sguardo sicuro, come un attore hollywoodiano ripreso sul set di un film. C’è chi si avvicina alla macchina fotografica e chi preferisce mantenere una distanza, quasi a rimarcare un desiderio di fuga, di insofferenza, come nel caso dell’uomo che posa al margine dell’inquadratura, con lo sguardo serio e i pugni stretti.

Il fotografo cinese Song Chao (1979) nasce e cresce nella provincia di Shandong, una delle aree estrattive di carbone più grandi al mondo. Diventato lui stesso un minatore, si avvicina alla fotografia grazie allo zio, fotografo della comunità e insegnante d’arte, e all’incontro con il fotografo professionista Hei Ming, recatosi in miniera per realizzare un reportage.

In questa serie e con le successive ricerche, Chao racconta ciò che è strettamente legato al suo vissuto. L’intento è mostrare l’impatto che le miniere hanno sulla vita delle persone, sull’economia di una piccola comunità e sull’ambiente circostante. La narrazione è fatta di diversi strati, che raccontano di un lavoro trasmesso di padre in figlio, di intere comunità che si spostano da un luogo all’altro quando la miniera si esaurisce, della difficoltà di lasciarsi alle spalle quella vita, ma anche della bellezza dei rapporti umani che legano i lavoratori. L’autore è interessato alle persone dentro l’uniforme, lascia i suoi soggetti liberi di esprimersi per ciò che sono o che intendono mostrare di sé. Il suo è un racconto pieno di umanità che mantiene una prospettiva capace di mostrare l’essere dei soggetti ritratti, nella realtà della miniera.

Nel 2000 Song Chao decide di realizzare Minatori I, lavoro nel quale ritrae minatori della sua comunità, installando un set fotografico all’uscita della miniera e utilizzando un telo bianco con luce naturale per la ripresa. I minatori da lui ritratti indossano tutti la stessa uniforme, ma ognuno manifesta la propria identità, nella posa, nello sguardo, nel linguaggio del corpo. La serie di ritratti fa emergere il senso e la condizione di una comunità, ma anche la relazione unica del singolo con il proprio lavoro. I soggetti sanno che a ritrarli è uno di loro, che conosce la vita e la fatica della miniera. In una delle fotografie vediamo lo sguardo di un minatore che posa con in mano un disegno tecnico, come a voler sottolineare una diretta connessione tra il lavoro di progettazione e il suo essere minatore. Un giovane

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Uniformi e Identità

domande per gli studenti In che modo le individualità delle persone ritratte emergono nelle immagini? Che cosa sarebbe cambiato se il fotografo non fosse stato un minatore? In che modo il lavoro può alimentare il senso di comunità?

attività didattica Utilizzando Google Earth, visita alcuni luoghi di estrazione mineraria e scatta degli screenshot ai paesaggi che esplori. Alcuni luoghi li trovi qui.

consigli di visione Anthropocene: The Human Epoch, film documentario codiretto da Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier e Edward Burtynsky, 2018, 87’

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Uniformi e Identità

Chiti nata a Dürrenäsch, Svizzera nel 1986

Marie-Laure nata a Schaffhausen, Svizzera nel 1976

Barbara Davatz, dalla serie Le apparenze non contano. Ritratti dal mondo globalizzato della moda, 2007 © Barbara Davatz

Identità nell’epoca della moda a basso prezzo

dipendenti di utilizzare come uniforme i capi venduti in negozio. I vestiti del tempo libero diventano gli abiti da lavoro, annullando in questo modo il confine tra contesto professionale e sfera privata.

La fotografa svizzera Barbara Davatz (1944) cresce negli Stati Uniti fino al 1963, quando decide di tornare in Svizzera per proseguire la sua formazione. La sua carriera fotografica è segnata da un forte interesse per il ritratto, che la porta a dedicare più di quarant’anni di ricerca artistica allo studio dei suoi soggetti.

Davatz ritrae i protagonisti dei suoi scatti fuori dal loro contesto quotidiano, in uno studio fotografico, escludendo ogni tipo di elemento esterno. I soggetti sono fotografati e illuminati frontalmente per valorizzare al massimo la posa, il corpo e l’espressione del volto. Ogni ritratto è accompagnato da alcune informazioni personali del soggetto come il nome, la data e il luogo di nascita.

Con il titolo della serie Le apparenze non contano. Ritratti dal mondo globalizzato della moda, l’artista fa riferimento allo slogan stampato sui sacchetti per gli acquisti di H&M, nota catena di moda a buon prezzo. Davatz utilizza questo titolo con ironia, evidenziando come un’azienda che produce abiti a livello globale cerchi, attraverso il marketing, di comunicare autenticità, attenzione ai singoli clienti e alle loro personalità. La serie è composta da 81 fotografie di giovani assistenti alle vendite di H&M, fotografati con indosso abiti prodotti dall’azienda per cui lavorano, che permette ai propri

Il lavoro vuole essere una riflessione sul livellamento delle differenze culturali attraverso il linguaggio globale della moda, che avvicina e uniforma superando i confini geografici, ma anche sull’aspetto dell’identità nazionale, sempre più multiculturale. L’intreccio di questi livelli è valorizzato dall’utilizzo del colore che evidenzia le differenze somatiche dei soggetti e l’uniformità dei capi da loro indossati.

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Uniformi e Identità

domande per gli studenti Che cosa significa seguire una moda? Quanto la moda ci permette di esprimere la nostra identità? Quanto pensi sia importante assomigliare nel modo di vestire e nello stile ai propri amici e coetanei? Perché?

attività didattica Che cosa vuol dire per te ‘le apparenze non contano’? Prova a raccontarlo.

consigli di visione The True Cost, film documentario di Andrew Morgan, 2015, 92’

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Uniformi e Identità

Olivier, Quartiere Vienot, Marsiglia, Francia, 21 luglio 2000

Olivier, Quartiere Vienot, Marsiglia, Francia, 21 luglio 2000

Olivier, Quartiere Monclar, Gibuti, Gibuti, 13 luglio 2003

Rineke Dijkstra, dalla serie Olivier (La Legione straniera francese), 2000 - 03 © Rineke Dijkstra

Passaggi

scegliere quale nome, data e luogo di nascita includere sul passaporto francese, acquisito dopo tre anni nella Legione.‘Olivier Silva’, il ragazzo ritratto da Dijkstra, è dunque un’identità fittizia, o piuttosto una nuova identità da lui assunta all’inizio dell’addestramento militare.

La fotografa olandese Rineke Dijkstra (1959) utilizza il ritratto in serie come strumento di narrazione. La sua attenzione si concentra principalmente su persone che si trovano in momenti di transizione della propria vita, come ad esempio adolescenti che attraversano un’evoluzione fisica ed emotiva oppure madri che hanno da poco partorito. I suoi soggetti sono spesso ritratti in piedi, frontalmente, con uno sfondo minimale o neutro. L’intento della fotografa è raccontare le fasi di passaggio che definiscono importanti cambiamenti.

Nella prima fotografia vediamo lo sguardo ingenuo di un ragazzo ancora inconsapevole, ritratto con i suoi abiti poco dopo aver firmato il contratto di reclutamento. Seppure scattata a distanza di poche ore dalla prima, molto diversa è la seconda fotografia, dove al giovane sono stati rasati i capelli, segno di un’omologazione identitaria che si lega all’uniforme militare che indossa. Lo sguardo del ragazzo cambia già nei primi ritratti, nei quali incomincia a manifestare la fatica fisica e psicologica del percorso di addestramento.

Per tre anni Dijkstra ha seguito una giovane leva della Legione straniera francese, dal giorno del suo arruolamento fino all’addestramento in diversi campi militari, tra Corsica, Gabon, Costa d’Avorio e Gibuti, realizzando una serie composta da sette fotografie. Fondata nel 1831, la Legione straniera è uno storico corpo militare dell’esercito francese che permette ai cittadini stranieri di arruolarsi a patto di rinunciare al proprio nome e alla propria identità. Oggi i soldati possono decidere di tornare alla loro ‘vecchia’ identità dopo il primo anno di arruolamento e

Nell’ultima fotografia vediamo il ritratto non più di un ragazzo, ma di un uomo indurito nel corpo e nello sguardo, che non mostra punti deboli. Il processo di transizione e di crescita di Olivier, raccontato dalle fotografie di Dijkstra, rappresenta un’identità che si fonde e si perde con la divisa che il giovane indossa.

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domande per gli studenti Perché secondo te Olivier ha deciso di arruolarsi nella Legione straniera? Quali sono le conseguenze della perdita della propria identità? Quali sono le professioni che maggiormente influiscono sulla vita personale dei lavoratori?

attività didattica Ricerca e seleziona alcune tue fotografie personali che testimoniano importanti momenti di transizione della tua vita. Scrivi poi le didascalie da attribuire a ogni immagine.

consigli di visione Full Metal Jacket, film di Stanley Kubrick,1987, 116’

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Herlinde Koelbl, dalla serie Tracce del potere, 1991- 2008 © Herlinde Koelbl

I segni del potere

di un personaggio che rappresenta, nell’abbigliamento e nel modo di essere, una nazione. Nel realizzare l’ultima fotografia, Koelbl si accorge che il linguaggio del corpo di Angela Merkel è notevolmente cambiato negli anni: la postura salda, il mento e lo sguardo rivolti verso l’alto, le braccia distese lungo il corpo, anche in questo caso escluse dall’inquadratura, indicano un senso di sicurezza e di stabilità.

L’artista tedesca Herlinde Koelbl (1939) realizza lavori fotografici a lungo termine, nei quali le immagini sono spesso accompagnate e completate da interviste ai soggetti ritratti. Il suo primo successo internazionale arriva nel 1989 con la pubblicazione del libro fotografico Jewish Portraits, in cui l’autrice fotografa ed intervista 80 ebrei sopravvissuti alla Shoah.

Come nella serie Olivier (La Legione straniera francese) di Rineke Dijkstra, tornano sia l’elemento dello sfondo neutro, per concentrare l’attenzione sul volto della persona ritratta, che quello del racconto fotografico in serie, per rendere il passaggio del tempo. Il ruolo espresso dall’uniforme, in questo caso quella politica, incide sulla percezione che abbiamo del soggetto ritratto e su quella che il soggetto ha di se stesso. Tracce del potere ci mostra il modo in cui il lavoro politico cambi nel profondo l’identità di coloro che lo esercitano. L’individuo impara a portare una maschera in grado di contenere le emozioni a favore di una forma attesa dall’esterno.

Tra i suoi lavori più noti figura Tracce del potere, dove Koelbl mantiene sempre la struttura della serie, con fotografie, interviste e riprese realizzate a 15 personalità del mondo tedesco della politica e della finanza, raccontate nell’arco di più di vent’anni, dal 1991al 2008. Nella serie fotografica dedicata ad Angela Merkel notiamo l’evoluzione del soggetto nel tempo, che ne modifica il corpo e lo sguardo. Nella prima fotografia, Merkel ha 37 anni e si rivolge direttamente alla macchina fotografica con occhi timidi, ma al tempo stesso determinati; l’artista racconta come la posa fosse contenuta, con le braccia conserte escluse dal primo piano. Nell’ultima immagine, invece, ad apparire è l’icona pubblica e politica

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Uniformi e Identità

domande per gli studenti Definiresti ‘divise’ gli abiti che indossa Angela Merkel? Perché? In che modo secondo te il ruolo pubblico influenza la vita personale? Quali sono le somiglianze e le differenze rispetto ai ritratti della serie Olivier (La Legione straniera francese) di Rineke Dijkstra?

attività didattica Ricerca o scatta tre fotografie che rappresentano quelle che sono per te le ‘Tracce del potere’.

consigli di visione Becoming, film documentario di Nadia Hallgren, 2020, 89’

Bibliografia Cotton, Charlotte, La fotografia come arte contemporanea, Piccola Biblioteca Einaudi, 2010 Heckert, Virginia; Lacoste, Anne, Irving Penn: Small Trades, Getty Publications, 2009 Krauss, Rosalind, Teoria e storia della fotografia, Bruno Mondadori, Milano, 2006 Newhall, Beaumont, Storia della fotografia, Einaudi, Trento, 2006 Sander, August, Uomini del Ventesimo Secolo, con introduzione di Alfred Döblin, Abscondita Editore, 2016 Stahel, Urs, Abiti da lavoro, costumi, uniformi. Da abbigliamento funzionale a simbolico, da tute casual a capi di riferimento per la moda, MAST, 2020 Sitografia Song Chao About the ‘Coal mine Community’ [Link], Interview: Song Chao [Link] Rineke Dijkstra, sito ufficiale Legione straniera [Link], L’identité déclarée [Link], Rineke Dijkstra [Link] 14


Uniformi e Identità

domande generali per gli studenti

Song Chao, dalla serie Minatori I, 2000 - 02 © Song Chao

A che cosa serve l’uniforme? Che differenza c’è tra uniforme e divisa? L’uniforme riflette la personalità di chi la indossa? Il lavoro può determinare l’identità di una persona? In che modo? Che cosa può condizionare l’identità del singolo? Che differenza c’è tra identità individuale e collettiva? Perché è importante conoscere se stessi?

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