Education online - MAST - Kit studenti Scuola secondaria secondo grado - Sistemi di visione

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KIT STUDENTI SCUOLA SECONDARIA SECONDO GRADO

SISTEMI DI VISIONE MAST.


Insieme andremo alla scoperta del MAST, un luogo dedicato alla Tecnologia, all’Arte e all’Innovazione, inaugurato nel 2013 e progettato da Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, due architetti dello Studio Labics di Roma.

Gli obiettivi del MAST sono contenuti nel suo nome, un acronimo che significa: M – Manifattura A – Arti S – Sperimentazione T – Tecnologia MAST si trova in Via Speranza a Bologna, in una zona di periferia della città dove ci sono tante case, ma anche attività commerciali, industriali e servizi. MAST è stato costruito di fianco alla sede di Coesia, un gruppo industriale di aziende che producono macchine automatiche, bracci meccanici, nastri trasportatori e ingranaggi. A ideare il MAST è stata l’imprenditrice Isabella Seràgnoli, Presidente del Gruppo Coesia. Dentro il MAST sono presenti spazi dedicati ai lavoratori dell’azienda e altri aperti a tutta la comunità.

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In copertina: Veduta esterna della Fondazione MAST

> Città > Fotografia > Innovazione > Tecnologia


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Veduta interna

al pubblico tra cui la Gallery, l’Auditorium, la Caffetteria e l’Academy, con aule per corsi di formazione e workshop. Questo spazio ospita anche progetti di alternanza scuola-lavoro, rivolti agli studenti del terzo anno di scuola superiore, con percorsi di apprendimento focalizzati sull’innovazione nell’industria meccanica.

MAST è un grande complesso polifunzionale che unisce spazi dedicati ai collaboratori del Gruppo Coesia e altri aperti a tutta la comunità. La parte inferiore dell’edificio è dedicata a diversi servizi per i dipendenti: la palestra della zona Wellness, il Ristorante Aziendale e il NidoScuola, per i figli dei collaboratori e per le famiglie del quartiere. Al piano superiore sono invece presenti aree aperte

Veduta esterna 3


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Gallery Tecnologica

Negli spazi della Gallery Tecnologica, ingegneri del Gruppo Coesia hanno collaborato con artisti contemporanei per creare installazioni permanenti dedicate al rapporto tra tecnologia, arte e mondo del lavoro. All’ingresso troviamo una installazione interattiva realizzata dagli artisti di Studio Azzurro, composta da una parete di monitor con luci, suoni e quattro teche, ciascuna delle quali contiene un oggetto meccanico e tecnologico. Una delle teche ospita una macchina fotografica Polaroid degli anni Cinquanta, sezionata per permetterci di osservarne l’interno. Questo oggetto ha rappresentato una svolta tecnologica in ambito fotografico e diventa per il MAST il simbolo della relazione tra fotografia e tecnologia.

tecnologia e arte. Entrando nella seconda sala troviamo un’altra opera di Studio Azzurro in cui, sull’ascensore posto al centro della sala, sono proiettate figure a dimensione reale dei collaboratori dell’area ‘Ricerca e Sviluppo’ di Coesia, che salgono e scendono. Quando si fermano alla nostra altezza, è possibile ‘attivarli’ con la mano per farci raccontare storie legate ai processi di creazione e innovazione in ambito aziendale. Proseguendo nel percorso si accede agli spazi espositivi. La fotografia è il linguaggio comunicativo scelto dal MAST per le sue mostre temporanee, organizzate nella Photo Gallery. Le tematiche trattate dalle mostre sono sempre collegate al mondo del lavoro e dell’industria. Le immagini esposte toccano ambiti storici e artistici differenti, dall’Ottocento al contemporaneo.

Proseguendo, si attraversa Countdown, un portale composto da 720 ingranaggi di precisione, che ruotano mossi da un solo ingranaggio motore per parete. L’installazione è frutto della collaborazione fra gli ingegneri di CIMA, azienda del Gruppo Coesia, e gli artisti del collettivo Troika che hanno ideato il concept del conto alla rovescia: da un apparente caos si formano numeri da 10 a 0 che invitano il visitatore ad addentrarsi nel cuore del MAST. Questa installazione rappresenta una fusione tra meccanica di precisione,

I valori di sperimentazione e innovazione alla base del Gruppo Coesia si rispecchiano negli spazi del MAST, che ci mostrano il modo in cui settori come la meccanica e l’industria siano ricchi di creatività e tecnologia. 4


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Fotografia e tecnologia

Illustrazione di una camera oscura, 1910 Public Domain

La storia della fotografia è strettamente legata a quella dell’innovazione tecnologica. La fotografia stessa nasce nell’Ottocento come sviluppo della camera oscura, un procedimento già in uso per riprodurre un’immagine fedele della realtà.

la veduta da una finestra. Negli stessi anni, l’artista e inventore Louis-Jacques-Mandé Daguerre si interessa ai metodi di Niepce e, perfezionandoli, inventa un nuovo dispositivo: il dagherrotipo, che consente ridotti tempi di posa e una maggiore nitidezza dell’immagine.

La camera oscura è una scatola chiusa con un piccolo foro su uno dei lati. Quando la luce del sole attraversa il foro, l’immagine della realtà circostante è proiettata a rovescio sul fondo della scatola. Questo procedimento è descritto dallo scienziato arabo Alhazen già nell’XI secolo d.C. e ampiamente presentato da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico del 1515. Ricalcando le immagini proiettate, artisti come Leonardo potevano riprodurre la realtà con estrema accuratezza.

Nel 1888, l’americano George Eastman realizza la Kodak: la prima macchina fotografica portatile, venduta con un rullino da 100 scatti al suo interno. Lo slogan pubblicitario recita: ‘Voi premete il bottone, noi faremo il resto’. Nel decennio successivo, le fotocamere si avvicinano sempre più a quelle che conosciamo oggi, grazie all’introduzione del mirino e del rullino avvolgibile. La Leica, altro celebre marchio di fotocamere, è progettata nella prima metà del Novecento dal tedesco Oskar Barnack. Si tratta di una macchina fotografica di piccolo formato che utilizza una pellicola da 35 mm, con la possibilità di scattare 36 immagini in rapida successione: tecnologia che tutt’oggi è la più diffusa nel campo della fotografia analogica.

La camera oscura rimane sostanzialmente invariata fino all’Ottocento, quando il francese Joseph Nicéphore Niepce inventa una nuova tecnologia. Inserendo una lastra di metallo trattata chimicamente sulla parete di fondo della camera oscura, Niepce riesce a fissare l’immagine della realtà, nel suo caso 5


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Polaroid land camera Mod. 95, 1948 CC BY-SA 4.0

La messa in commercio delle pellicole Kodachrome nel 1935 e Kodacolor nel 1941 contribuisce alla diffusione della fotografia a colori.

floppy per l’archiviazione dei dati digitali e permette di scattare fotografie con una risoluzione di 570x490 pixel, definizione bassissima se paragonata a quella dei sensori attualmente in uso.

Nel 1947 Edwin H. Land idea il procedimento della Polaroid, una macchina fotografica istantanea che permette di vedere il proprio scatto in pochi minuti.

Oggi la fotografia e le fotocamere sono in costante evoluzione: dalle reflex alle compatte, fino ai telefoni cellulari con fotocamere integrate, ai software e alle applicazioni digitali per modificare le immagini. Si tratta di strumenti sempre più connessi a Internet e ad alta precisione. La fotografia e l’immagine sono diventate un linguaggio comunicativo quotidiano, prodotte in quantità sempre maggiori: si stima che ogni giorno quasi 2 miliardi di immagini siano condivise sulle piattaforme dei social network più popolari.

Una grande rivoluzione in ambito tecnologico è l’avvento del digitale. Le prime sperimentazioni per la costruzione di una macchina fotografica digitale risalgono alla metà degli anni Settanta, condotte dal ricercatore della Kodak Steve Sasson, che brevetta una macchina capace di archiviare le immagini non più su pellicola fotosensibile ma su una scheda di memoria interna. Il sensore della macchina cattura la luce e, quindi, l’immagine trasformandola in segnale elettrico, tradotto a sua volta in un codice binario. Nel 1981 la prima fotocamera digitale è immessa sul mercato dalla Sony: la macchina utilizza un supporto

Le moderne tecnologie hanno portato alla diffusione su larga scala di strumenti fotografici innovativi, come il drone, tramite cui la presenza fisica del fotografo non è più necessaria nel luogo dello scatto e 6


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conoscere la prospettiva dall’alto permette di creare immagini inedite molto dettagliate. Nel progetto Anthropocene, diverse immagini del fotografo Edward Burtynsky e dei registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier sono realizzate con il drone in differenti parti del mondo. Attraverso un sistema di mappatura fotografica ad altissima risoluzione, Burtynsky crea murales fotografici di grandi dimensioni, risultato di centinaia di fotogrammi assemblati digitalmente, che rendono l’estensione, apparentemente senza fine, di paesaggi naturali e urbani. Il lavoro di Burtynsky richiama fortemente l’estetica di Google Maps, in cui è possibile esplorare il mondo dall’alto tramite le funzioni ‘Earth’ e ‘Street View’.

Maps include molte immagini raccolte da satelliti che orbitano intorno al Pianeta, realizzate anche da droni e da operatori di Google, creando mosaici di fotografie scattate nell’arco di molti giorni, mesi o anni. Alcuni artisti hanno deciso di utilizzare Google Earth e Street View quale strumento della loro ricerca fotografica: trovano i paesaggi più inusuali, persone impegnate in diverse attività, scene del crimine, incidenti o errori del software che deformano l’immagine e immortalano digitalmente queste prospettive. Attraverso il suo sterminato archivio di scatti, Google Maps ci racconta di persone e luoghi lontani.

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Edward Burtynsky, Irrigazione a pivot N.1, High Plains, Texas Panhandle, USA, 2011 © Edward Burtynsky

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fare Google Maps offre infinite possibilità di esplorazione visiva del nostro Pianeta, grazie a una mappatura del mondo in continua evoluzione.

Come gli artisti che utilizzano l’applicazione per creare le loro opere, anche tu potrai esplorare una città, andando alla ricerca dei più curiosi paesaggi urbani e delle scene più suggestive che riuscirai a trovare!

1.

Scegli una città a te sconosciuta: può essere un luogo che da tempo sogni di visitare o che ti incuriosisce particolarmente. Attiva la funzione satellite di Google Maps e inizia ad esplorarne le strade. Puoi cercare dei pattern particolari nel tessuto urbano e visitare le zone che più ti affascinano, utilizzando la modalità Street View per passeggiare tra le vie.

2.

Inizia subito ad acquisire immagini, attraverso degli screenshot, ogni volta che un luogo, una persona o un dettaglio attirano la tua attenzione: le foto di Google Maps sono talmente numerose che può essere difficile ritrovarle!

3.

Una volta completata la tua esplorazione della città, seleziona 6 screenshot tra quelli raccolti. Prova a creare un assortimento che sia più vario possibile, includendo ad esempio una veduta dall’alto, una o due immagini di architetture, due fotografie con persone impegnate in diverse attività, uno o due dettagli dove la vita della città è catturata molto da vicino.

4.

Realizza una presentazione utilizzando un programma come PowerPoint per organizzare i sei scatti selezionati e assegna un titolo a ciascuno di essi. 8


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fare esempio di laboratorio

Sistemi di visione | Esplorazione di Dubai

La luna sopra il grattacelo

Selfie & glitches

Mondo in miniatura

Compagni di giochi

Lavori in corso

Sbirciando dentro casa

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