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ANDO GILARDI COLLEZION-ANDO IMMAGINI
Ando Gilardi è oggi considerato un importante riferimento nell’ambiente fotografico.
La grande curiosità verso il mondo e la storia delle immagini lo ha portato a dedicare gran parte della sua vita a scriverne e raccontarne in modo originale, ironico e a volte irriverente.
Le sue immagini sono importanti documenti che raccontano la storia dell’Italia del Novecento, il mondo del lavoro e quello delle persone. Gilardi non è solo un fotografo, ma anche un attento collezionista di immagini: la sua passione iconografica lo spinge a raccoglierne moltissime, di differenti tecniche ed epoche storiche, oggi conservate a Milano per mezzo della loro riproduzione, nella Fototeca Gilardi. Nel suo lavoro hanno grande importanza la riflessione sull’immagine in relazione alle tecniche di produzione e il modo di avvicinare i più giovani alla fotografia, per far scoprire loro le tante possibilità espressive, narrative e di lettura del mondo che questo linguaggio può offrire.
parole chiave Trasporti. La bicicletta draisina, con propulsione a spinta, senza pedali né freni. Prodotti Liebig: gli alleati fedeli della massaia. Cromolitografia, figurina Liebig della serie “Come viaggiavano i nostri nonni”, n.4, Italia 1935
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conoscere Ando Gilardi (1921-2012) nasce in un paese del Piemonte e si interessa alla fotografia fin da molto giovane. Durante la Seconda guerra mondiale combatte al fianco dei partigiani e, proprio in questo periodo, comprende l’importanza e la potenza delle immagini fotografiche per raccontare quello che accade nel mondo.
quale cura spesso le copertine e la scelta delle fotografie che illustrano gli articoli. Per lo stesso giornale, tra gli anni '50 e '60, Gilardi realizza numerose foto-inchieste.
Dopo la guerra, Gilardi collabora con una commissione internazionale che ha il compito di ricostruire una documentazione dei crimini nazifascisti. Ha così modo di vedere migliaia di fotografie che mostrano le ingiustizie e le pesanti conseguenze del conflitto. Questo impegno lo rende ancora più sensibile e attento ai temi sociali e lo porta a interessarsi ai lavoratori, in particolare quelli delle fabbriche e delle campagne che ritrae, con la sua macchina fotografica, nella loro quotidianità.
Attraverso le sue immagini, scattate dal nord al sud dell’Italia, possiamo ricostruire le varie fasi del mercato alimentare: dalla produzione alla vendita, fino alla preparazione del cibo e al consumo. Molti ritratti sono di donne, impiegate del settore agricolo. Gilardi diventa così portavoce dei lavoratori, raccontandone e denunciandone le difficili condizioni di vita e di lavoro.
Tra i tanti temi che affronta, quello del cibo è centrale.
Alla fine degli anni '40, mosso dal desiderio di condividere la sua visione del mondo, inizia a collaborare con alcuni giornali. Tra questi la rivista Lavoro, per la
Ando Gilardi. Agricoltura. Mondine delle noci, giovane donna al lavoro sulla pulitura del mallo. Qualiano (NA), 1954
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Ando Gilardi. Donna. Due giovani raccoglitrici di zucche, ne portano via una ciascuno trasportandola sulla testa. Qualiano (NA) 1954
Ando Gilardi. Agricoltura. Giovane e graziosa raccoglitrice di olive calabrese, ripresa di schiena a mezzo busto nell’oliveto per evidenziare con affetto le mani macchiate di nero, appoggiate dietro a contrasto della gonna chiara a fiorellini; la posizione della donna tradisce affaticamento e dolore alla schiena
Nell’immagine qui sopra, ad esempio, l’autore trasmette la fatica delle lavoratrici attraverso un dettaglio: le mani sporche e consumate dalle ore trascorse nei campi. Nella fotografia in alto a destra, siamo in provincia di Napoli. Queste donne trasportano pesanti zucche appoggiandole sulla testa. È quanto succede anche a Chieti, in Abruzzo, dove le raccoglitrici di uva spostano grandi casse di legno sopra il capo. Qui a fianco vediamo una ragazza che riesce a tenerne una in equilibrio con una mano sul fianco e l’altra appoggiata sulla fronte per farsi ombra… Cosa starà osservando all’orizzonte?
Ando Gilardi. Vendemmiatrici. «Dai primi di settembre alla fine di ottobre sulle colline abruzzesi fra il Sangro e il Pescara, quindicimila donne, con un lavoro faticoso e da pochi conosciuto, raccolgono imballano e spediscono la famosa uva da tavola Regina. Dall’organizzazione e sviluppo della coscienza sindacale di queste donne, ancora in gran parte ‘protette’ dalle ACLI, dipende in buona parte il progresso della democrazia in Abruzzo». Testo e immagini dalla fotoinchiesta “Uva amara”. Italia, Ortona (Chieti), 26 settembre 1954
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conoscere Proseguendo il nostro viaggio fotografico nell’Italia degli anni '50, vediamo alcune persone che si dedicano alla vendita di diversi prodotti alimentari: dalle verdure al latte, alla trippa per gatti. Le immagini mostrano contesti molto umili, in cui i lavoratori sono anche bambini che vendono dolciumi e biscotti ai passanti. Per raccontare più da vicino le famiglie italiane, Gilardi fotografa l’interno di alcune case. In Italia, cucinare e mangiare in compagnia sono momenti preziosi che rafforzano i legami tra le persone.
Ando Gilardi. Bambina. Sorridente al lavoro dietro un minuscolo chiosco di dolciumi: caramelle, biscotti, blocchetti di cioccolato, torroncini etc. Palermo 1955 circa
Ando Gilardi. Bambini alla mensa della scuola, al tavolo, aspettano il loro piatto. Bella sequenza (scuola materna e elementare), San Costantino Albanese, 1957 5
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Ando Gilardi. Cucina. L’angolo cottura nell’abitazione operaia di una famiglia del “Quartiere Shangai”, il villaggio Montecatini. Fornellino per la bombola a gas, pentole appese ed alcuni mastelli per lavare le stoviglie. Le case erano prive di acqua corrente e di impianto fognario. Crotone 1956
Guardate quanto sono diverse le cucine di 70 anni fa rispetto a quelle di oggi! Qui vediamo la cucina di un’operaia calabrese, un ambiente semplice e povero. In pochi, a quel tempo, potevano permettersi gli elettrodomestici e l’acqua corrente in casa. Cucinare era molto più complicato di oggi.
Nel 1959 fonda un proprio archivio, oggi chiamato Fototeca Gilardi e composto da oltre 500 mila immagini. Una collezione incredibile, organizzata secondo diverse categorie: mestieri, moda, religione, storia e molto altro.
Ando Gilardi, come altri fotografi negli stessi anni, racconta il periodo difficile dell’Italia del dopoguerra. La particolarità dei suoi reportage sta nell’affiancare alle fotografie delle didascalie: brevi testi per condurre l’osservatore nelle storie delle sue immagini. Questo è un primo passo verso altre riflessioni e sperimentazioni con la fotografia cui Gilardi si dedicherà in seguito. Dopo una lunga esperienza da fotoreporter, spinto da un forte interesse per la storia della fotografia e affascinato dalle sue evoluzioni tecniche, Ando Gilardi decide infatti di dedicarsi ad aspetti più sperimentali, scoprendo le numerose possibilità espressive del mezzo fotografico.
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conoscere Nel 1962 abbandona l’attività di fotografo per dedicarsi completamente alla sua Fototeca e alla fotografia come studioso, storico e collezionista. Da questo momento, Gilardi si concentra sempre più sulla raccolta e sulle possibilità che questa può offrire. La collezione lo porta a riflettere sugli infiniti riusi delle immagini in vari ambiti, ad esempio per illustrare riviste, enciclopedie, libri o articoli: le stesse immagini possono assumere significati diversi a seconda del contesto in cui sono inserite.
Nelle immagini a destra, invece, alcune figurine: illustrazioni da collezionare e attaccare all’interno di album raccoglitori. Già nell’Ottocento, le industrie alimentari utilizzavano le figurine da collezione per promuovere i propri prodotti e stimolarne l’acquisto! Nelle illustrazioni, possiamo osservare dei lavoratori mentre raccolgono e lavorano le materie prime utilizzate nella produzione di alcuni alimenti. Questo tipo di immagini erano considerate, a quel tempo, un utile strumento di comunicazione: ecco perché le aziende le regalavano a chiunque acquistasse un loro prodotto.
L’archivio continua ad arricchirsi di immagini di varia natura, che evocano il gusto estetico del periodo storico cui appartengono. Di seguito troviamo alcuni esempi di immagini che Gilardi, nel tempo, conserva. Qui sotto a sinistra degli incarti d’agrumi, che fino a circa 20 anni fa erano utilizzati per impacchettare la frutta e pubblicizzare le aziende produttrici di arance.
Etichetta. Il gatto.Velina per la protezione di arance per la ditta Paola Antonio, a Paternò (Sicilia). Marchio “Accarezzami”. Italia anni 1990-1999
Riso. La fioritura e la maturazione: verso i primi di agosto appaiono i fiori di riso, a cominciare dall’apice della pannocchia e proseguendo verso il basso (dettaglio nel riquadro a sinistra). Fecondato il fiore hanno inizio le varie fasi della maturazione del seme di riso. Figurina Liebig della serie ‘Coltivazione del riso’ per TAVOLETTA LIEBIG: il sano brodo casalingo. Fotolitografia, Italia 1955
Riso. Confezione: dopo la brillatura o oleatura il riso è pronto per la confezione e vendita. Figurina Liebig della serie ‘Lavorazione del riso’ per PRODOTTI LIEBIG: una lunga tradizione di fedeltà. Fotolitografia, Italia 1955
Etichette. Velina per la protezione di frutta prodotta da Lentini “Il Raccoglitore”, Pedagaggi (Siracusa). È raffigurato un contadino che raccoglie la frutta dall’albero. Stampa litografica a quattro colori
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conoscere La grande collezione di Gilardi è composta anche da oggetti particolari destinati all’uso alimentare, che l’autore fotografa. Queste sono scatole di latta utilizzate per contenere caramelle e dolciumi. Gilardi le conserva, affascinato dalla cura con cui sono state decorate: colori, forme e scritte molto attraenti, pensate per attirare l’attenzione dei consumatori. Una è quadrata, una a forma di luna o di stella, un’altra ancora sembra una giostra, tutte diverse e da collezionare! Ancora una volta, sono le immagini e la loro capacità di comunicare un messaggio e di evocare una storia, ad alimentare la sua attenzione. Collezionismo. Tre scatole in latta litografata contenenti caramelle: due a forma di luna e una a forma di stella
Collezionismo. Scatola in latta litografata per biscotti, Better & Dolphins - Londra Berlino XX secolo
Collezionismo. Due scatoline in latta litografata delle caramelline di liquirizia con motto “Tabù e... vivrai di più” ditta R. De Rosa fondata nel 1836 Italia XX secolo
Collezionismo. Scatola (aperta) in latta litografata “TIcs - Strong Liquorice pellets” Inghilterra, inizio del XX secolo
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Aranciata. Etichetta per l’aranciata “Splendor” sulla quale è ben evidenziato che non contiene coloranti; in carattere più piccolo sono elencati tutti gli ingredienti. L’etichetta è illustrata con la raffigurazione di due frutti su sfondo grafico che richiama il sole splendente i cui raggi partono dal sigillo di fabbrica “MBM” ovvero M. Bozzetti, Milano. Litografia a colori, Milano anni 1950 - 1960
Come si trasformerà la fotografia nel futuro? Come cambieranno le collezioni e le raccolte di immagini?
Ando Gilardi è stato un personaggio fondamentale nel mondo della fotografia. Un uomo curioso, capace di studiare e iniziare sempre cose nuove, come un eterno bambino! La sua ricerca è ancora oggi molto utile per comprendere il linguaggio fotografico, come si è evoluto, quale storia porta con sé e il ruolo che possono assumere le immagini nella comunicazione di un messaggio. Il suo archivio rappresenta una memoria storica di come sono cambiate le tecniche di produzione delle immagini e, di conseguenza, il loro uso. Alla fine del secolo scorso, con l’avvento di Internet e l’inizio dell’Era digitale, il modo di produrre e diffondere le immagini è mutato radicalmente e questo Gilardi lo avevo previsto. 9
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Ando Gilardi era un uomo molto curioso che amava collezionare fotografie di immagini e oggetti come confezioni, figurine, incarti di dolciumi e molto altro!
1. Come ha fatto Gilardi, prova anche tu a mettere insieme una piccola collezione di fotografie di immagini. Raccogli confezioni particolari, incarti di caramelle o cioccolatini, immagini pubblicitarie, etichette per prodotti alimentari o altro, che colpiscono la tua attenzione e che abbiano qualcosa in comune come il colore, la forma e i soggetti rappresentati.
2. Completata la raccolta (composta da almeno 4 elementi), disponi gli oggetti selezionati su una base a piacere (tavolo, pavimento, prato, etc.) e fotografali dall’alto, uno alla volta, con una macchina fotografica digitale o uno smartphone. Ricorda: ora l’oggetto non ti serve più! Lo hai riprodotto con la fotografia e lo potrai rivedere quando vorrai nell’immagine da te realizzata.
3. Inserisci le tue immagini in un file Word o Power Point e per ogni oggetto fotografato prova a scrivere una breve didascalia, in cui racconti le parti dell’oggetto che ti hanno incuriosito di più. 10
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