Storia Argentina

Page 1

(ad uso interno Movimento dei Focolari)

Argentina Paese dei 6 continenti

SINTESI STORICA


Indice índice 3

Qualcosa della storia sociale e religiosa argentina

10

L’Argentina dei migranti

14 Dal ritorno conservatore, all’ argentina peronista e gli anni violenti

18 Violenza politica, guerra e recupero della democrazia (19551983) 21 Dal ritorno alla democrazia nel 1983 alla crisi del 1989

25 Del governo della Alianza alla crisi del 2001-2003 27. La Argentina attuale 31 A modo di chiusura... L’Argentina è stata chiamata “Il Paese dei 6 continenti” perché nel suo territorio ci sono climi e paesaggi, i più vari del pianeta. Dalla frondosa selva Subtropicale che cinge le imponenti cascate dell’lguazu, fin all’agresta tundra della Patagonia e ai ghiacci dell’Antartide; dalla bellezza dei laghi e delle montagne andine - che fanno pensare in un esteso e meno transitato paesaggio svizzero - all’arida Puna, culla delle antiche civiltà indigene, a migliaia di metri sopra il livello del mare. Dalle vastissime spiagge sull’Atlantico, all’ immensità delle pianure della Pampa. A cura di Cecilia Diez, María Celceste Mancuso, María Nieves Tapia, Osvaldo Barreneche, Matías Blanco e Eduardo Selaya (Volontarie e Volontari - Zona Argentina Sud)


ARGENTINA PAESE DEI 6 CONTINENTI

L’Argentina si potrebbe pure chiamare la “casa dei popoli dei 5 continenti”, perché nelle sue terre, non solo c’è stato l’incontro tra le popolazioni indigeni e i conquistatori europei, ma anche - lungo i suoi due secoli d’indipendenza migliaia d’immigrazioni, da tutti gli angoli del pianeta, hanno cercato in essa rifugio. E hanno arricchito con le loro culture, il formarsi dell’Argentina contemporanea.

Mappa attuale dell’Argentina coi paesi limitrofi

QUALCOSA DELLA STORIA SOCIALE E RELIGIOSA ARGENTINA La storia delle convergenze e dei conflitti - nella quale si sono alternati progetti nazionali condivisi e grandi scontri e antagonismi è una storia che l’Argentina condivide nelle sue linee fondamentali con quelle del resto dell’America latina. Ma ci sono pure aspetti originali propri, che la rendono difficile da circoscrivere.

L’ARGENTINA INDIGENA (fino al secolo XVI) Una di queste originali caratteristiche - in confronto alle altre nazioni americane come Messico, Colombia o Perù - è la scarsità e la dispersione delle popolazioni indigene nel periodo pre-colombiano.

argentino apparteneva a culture ancora nomadi, come i “mapuches” della Patagonia - o solo inizialmente agricoltori - come i “guarani” del Litoral.

Gruppo di indios Mapuches 2 0 1 2

L’Argentina è stata chiamata “Il Paese dei 6 continenti” perché nel suo territorio ci sono climi e paesaggi, i più vari del pianeta. Dalla frondosa selva Subtropicale che cinge le imponenti cascate dell’lguazu, fin all’agresta tundra della Patagonia e ai ghiacci dell’Antartide; dalla bellezza dei laghi e delle montagne andine - che fanno pensare in un esteso e meno transitato paesaggio svizzero all’arida Puna, culla delle antiche civiltà indigene, a migliaia di metri sopra il livello del mare. Dalle vastissime spiagge sull’Atlantico, all’ immen-

sità delle pianure della Pampa.

Etnie diverse e isolate tra loro, alcune cadute sotto il dominio degli spagnoli, altre hanno mantenuto la propria autonomia fino alla fine del secolo XIX , quando le truppe della Repubblica Argentina, le malattie, e la tecnologia dei “bianchi” le decimarono, in qualche caso, fino all’ estinzione.

A p r i l e

ARGENTINA PAESE DEI 6 CONTINENTI

Fatta eccezione della regione del nord-ovest, che deve agli Incas la maggior parte delle popolazioni indigene, l’attuale territorio 3


LA FONDAZIONE DI BUENOS AIRES

interno )

Famiglie indigene prigioniere L’ARGENTINA COLONIALE (secoli XVI - XVIII)

S I N T E S I

S T O R I C A

( ad

u so

I primi spagnoli si sono stabiliti nell’attuale territorio argentino 40 anni dopo il primo arrivo di Colombo nel mare dei Caraibi, e 15 anni dopo che l’oro di Moctezuma scatenasse la corsa per scoprire i preziosi metalli d’America. Infatti il nome “Argentina” - da argentum, terra dell’argento - evoca leggende di città con muri d’oro e d’argento, che i primi arrivati al “Rio

de la Plata” speravano trovare. Le prime città: Santiago del Estero, Salta e Jujuy, furono fondate da coloro che, delusi per non incontrare né oro né argento, hanno dovuto accontentarsi di avviare tenute agricole e allevamento di bestiame per i rifornimenti necessari agli sfruttatori delle miniere dell’arido “Alto Perù” che è l’attuale territorio boliviano.

La prima fondazione di Buenos Aires risale al 1536, fatta da Pedro de Mendoza, capo d’una potente armata di figli o parenti dei nobili spagnoli che, incoraggiati per la recente conquista del Perù, speravano arricchirsi rapidamente. Nulla più lontano dalle loro aspettative che trovare grandi estensioni di praterie. Decimati dalla fame e per gli

attacchi degli indios che - a differenza degli Incas - mai avevano avuto né sovrani né governatori, la prima Buenos Aires ha dovuto esser abbandonata. I sopravvissuti si sono rifugiati tra i più amichevoli indios-guarani, fondando Asunción, l’attuale capitale del Paraguay. La seconda fondazione di Buenos Aires - quasi 50 anni dopo - si è realizzata su basi più realistiche. Gli spagnoli e anche i “criollos” (creoli,

Il ‘Gaucho’ creolo

La tipica città coloniale spagnola in America 4

figli di spagnoli e indigeni) sono venuti da Asunción disposti a lavorare la terra e a vivere dell’allevamento dei bovini e dei cavalli che -nati da quelli portati da Mendoza - si alleva-


Modellino della piazza centrale di Buenos Aires (epoca coloniale)

La tradizione narra che - non essendosi trovati d’accordo sull’elezione del nome del Santo patrono - i fondatori della città decidessero tirarlo a sorte: il 10 nome estratto fu quello di San Martin de Tours. Di fronte alla protesta di

quelli che non volevano un “santo francese” si torna a tirare a sorte, e - per la 30 volta - appare lo stesso nome. Meravigliati, proclamano come patrono questo santo dei primi cristiani che condivise il suo mantello con i poveri per amore a Gesù.

Il ‘Cabildo’ di Buenos Aires

LA PRIMA EVANGELIZZAZIONE La colonizzazione dei nostri territori coincide con gli anni del Concilio di Trento, con l’arte barocca, con l’ardore missionario di gesuiti, francescani, domenicani per la “Reforma católica”. I re spagnoli proibiscono l’entrata alle loro colonie americane a qualsiasi “infedele mussulmano o protestante” stabilendo filiali dell’Inquisizione nelle principali città. Allo stesso tempo incoraggiano l’evangelizzazione degli indigeni ed esortano i loro sudditi a dar loro un trattamento giusto. Le “leggi delle Indie”,

ispirate dai teologi umanisti dell’Università di Salamanca furono, di fatto, le prime legislazioni a difesa dei diritti umani.

A p rile

Secondo gli usi spagnoli si delineò il limite della nuova città, stabilendo il luogo del Forte e della Cattedrale. Dando ad essa il nome di “Puerto de la Santisima Trinidad” e città di “Santa Maria de los Buenos Aires”, fondandola sotto la protezione della Vergine, con un disegno trinitario. Buenos Aires è stata posta pure sotto la protezione d’un santo con una speciale predilezione per i poveri: San Martin de Tours.

2 0 1 2

vano allo stato brado, nell’ estesa pianura della Pampa.

Ciononostante la religiosità dei conquistatori, in generale, non riuscì a tradurre la propria fede in atteggìamenti umanitari verso gli indigeni. I missionari non sempre riuscivano a far osservare ai padroni spagnoli il riposo domenicale, o la possibilità di frequentare la catechesi ai loro lavoratori indigeni. Lo sfruttamento servile degli indios è stato motivo di scandalo in tutta America, scandalo denunciato da religiosi difensori della dignità 5


degli indios, come Fra Bartolomè de las Casas e Antonio de Montesinos . LE CITTA’ “GUARANI” DEI GESUITI

S I N T E S I

S T O R I C A

( a d

u so

interno )

La creatività evangelizzatrice dei gesuiti li porta ben presto a far sorgere originali cittadelle, dove convivono indigeni e missionari, distribuendo il loro tempo tra lavoro, catechesi, orazione e riposo. Le “misiones o reducciones” gesuitiche armonizzano proprietà collettiva e privata.

Manuale gesuita per imparare il Guaraní

La maggior parte della terra è di proprietà comune e ciascun indigena si alterna a lavorarla 2 o 3 giorni alla settimana. Con il ricavato, pagano i tributi, sostengono la 6

chiesa, le vedove, gli orfani e tutti coloro che sono nell’impossibilità di lavorare. Ciascuna famiglia ha pure un lotto di terra proprio, proporzionato al numero dei suoi figli. La comunità è governata da un “Ayuntamiento” (Consiglio) indigena, eletto annualmente. E la sovraintendenza generale - come pure le relazioni con il mondo spagnolo - è a carico dei Padri gesuiti. Nel secolo XVIII queste città sono più di 30, riunendo circa 100.000 indigeni in paesi di circa 7.500 abitanti, sparsi da Asuncion fino a Cordoba. La prosperità delle loro coltivazioni, e la ricchezza delle loro manifestazioni artistiche, caratterizza la vita e la cultura di tutta quella regione. E’ significativo, ad esempio, che la 10 tipografia del Rio de la Plata, sia stata fatta in una missione dei gesuiti. Nel 1767 il re “illuminista” Carlo III, ordina l’espulsione della Compagnia di Gesù da tutti i domini dell’impero spagnolo. Partendo i gesuiti, alcune missioni sono difese dagli stessi indigeni a sangue, nelle guerre “guaranitiche”. Altre passano all’ammi-

Università di Córdoba e Fagnano, morti per mano degli indios nella fondata dai Gesuiti nistrazione di altri ordini religiosi o di governatori civili, però tutte finiscono per essere sciolte. Fatto polemico in quei tempi, e anche ai tempi nostri. Ma sarebbe impossibile ignorare l’impronta profonda delle missioni gesuitiche nella cultura di questa regione, come pure la potenza d’una esperienza evangelizzatrice. Non solo nelle missioni si avverte l’impronta della Chiesa: dalle università, (quella fondata dai gesuiti a Cordoba, è la più antica del Paese) agli asili per gli orfani, alle confraternite per schiavi neri e liberti, dagli unici ospedali dell’epoca, all’assistenza sociale. Pure nell’educazione, religiosi e laici sono stati protagonisti fin dagli inizi.

regione della Cordigliera di Neuquen. E santi della creatività come San Francesco Solano, che ripercorre a piedi i territori più ostili del nordovest con l’unica compagnia del suo violino. La musica è il linguaggio con il quale si fa comprendere dagli indigeni, prima di apprendere il loro dialetto. Con la sua bontà e mansuetudine e i suoi miracoli, riesce a convertire migliaia di essi.

In questo periodo l’ardore dell’evangelizzazione fa anche martiri, come i missionari d’origine italiana Mascardi

San Francisco Solano


Fino alla fine del secolo XVIII l’attuale territorio argentino amministrativamente dipende dal vicere del Perù. Per l’arrivo dei portoghesi a sud dell’attuale territorio brasiliano, e la necessità di rendere più efficiente il controllo delle proprie colonie, il re di Spagna decide fondare nel 1776 - il medesimo anno nel

Durante poco più di 30 anni, il nuovo vice-re dà unità politica alle attuali nazioni: Argentina, Uruguay, Paraguay e Bolivia, con notevoli radici comuni. Però anche con caratteristiche differenti, e si potrebbe dire che durante il secolo XIX si accentuano le differenze tra loro, fino a produrre una frammentazione

Mappa del ‘Virreinato del Río de la Plata’

Cenacolo a Buenos Aires nella guerra dell’indipendenza. E causa pure della guerra fratricida, come quella che affronta Brasile e Argentina contro il Paraguay. Solo a fine del secolo XX questo processo di distinzione, sembra convergere verso l’unità, attraverso lo sviluppo del Mercosur (unione del tipo della CEE) fra Argentina, Uruguay, Paraguay, Brasile e Cile. La fondazione del ‘Virreinato’ comincia a muovere il centro del potere economico dai monti e valli agricoli del nordovest - vicino al Perù - verso la Pampa col suo allevamento di bestiame. E il potere politico, dalle tradizionali città del nord - fortemente legata alla sudamerica andina - verso i nuovi porti della costa atlan-

tica, orientata verso l’Europa.

2 0 1 2

quale si rendono indipendenti gli Stati Uniti d’America - un nuovo ‘Virreinato’: quello del Rio de la Plata, la cui capitale è Buenos Aires.

A partire dalla fondazione del ‘Virreinato’, e lungo il periodo rivoluzionario di lunghi anni di guerre civili e di organizzazioni nazionali, il centro della ricchezza e le decisioni politiche si va concentrando in una Buenos Aires sempre più ricca e cosmopolita, con un commercio mondiale favorito dai porti lungo la costa Artlantica, di fronte al territorio dell’interno “criollo” debole e impoverito dalle guerre.

A p r i l e

L’ARGENTINA “CRIOLLA”: RIVOLUZIONE, GUERRE D’INDIPENDENZA E GUERRE CIVILI (1776-1880)

I venti della libertà, portati dalla rivoluzione nordmericana e dalla rivoluzione francese, arrivarono al Rio de la Plata. E mentre in Messico, Bogotà e Santiago 7


del Chife, nel maggio del 1810 scoppia la rivoluzione, a Buenos Aires si organizza il primo governo autonomo.

interno )

Durante i primi anni della guerra, a differenza degli altri paesi latinoamericani che dichiarano subito l’independenza, le “Provincie Unite del Rio de la Plata” non osano farlo apertamente fino al 9 luglio 1816.

S I N T E S I

S T O R I C A

( a d

u so

Assai decisiva nella svolta dell’Indipendenza e nel condurre la guerra di liberazione dell’ Argentina, Cile e Perù, è stata la figura del generale José San Martin, che condivide con il colombiano Miranda e il venezuelano Bolivar, il sogno dell’unità americana. Infatti, dopo esser proclamato “Liberatore” non solo del suo Paese natale, ma anche del Cile e del Perù, quando

inizia la guerra civile tra i nascenti stati indipendenti, San Martin opta per l’esilio giacché afferma “giammai voglio che la mia spada si macchi col sangue dei fratelli”. Le guerre dell’indipendenza dal 1810, fino più in là della decade del ‘20, danneggia soprattutto le provincie del nord-ovest (Tucuman, Salta, Jujuy). Invece nel Litoral (lungo il grande fiume Paranà al nordest) dal 1814 scoppiano litigi civili tra Buenos Aires e l’attuale territorio dell’Uruguay e le provincie del Litoral. Dal 1820 al 1880 si succedono guerre civili, principalmente affrontandosi partiti del modello centralista (“unitarios”) con quelli decentralisti (“federales”).

Ritratti di José San Martín

Soldati delle guerre civili Le guerre si concludono nel 1880 con una specie di “vittoria di Pirro” dell’interno del Paese, su Buenos Aires . S’impone una costituzione federale, e il territorio della città di Buenos Aires con le entrate della ricca dogana sono nazionalizzate. Si distingue la città di Buenos Aires dalla sua provincia, e si stabilisce Buenos Aires quale capitale federale. E allo stesso tempo un riconoscimento dell’ innegabile supremazia del Porto cosmopolita (col suo prospero intorno di allevamenti di bestiame) e delle alleanze - di fatto stabilitesi - tra le èlite delle provincie vincolate al commercio estero, con la dirigenza “porteña” (abitanti di Buenos Aires).

Piano della città di Buenos Aires come capitale dell’Argentina 8

L’antagonismo tra “porteños” e “provincianos” ha segnato duramente la storia dell’indipendenza argentina. Il detto “Dio c’è dapperttutto, ma riceve a Buenos Aires”, ancora vigente nella cultura popolare, manifesta una piaga nell’unità nazionale che non sembra essersi mai del tutto cicatrizzata. A partire dal 1880, gli abitanti della città di Buenos Aires - a differenza dei cittadini del resto del Paese – non potevano eleggersi il loro proprio capo comunale: il un sindaco veniva nominato direttamente dal presidente della nazione, senza consultazione popolare. Questa situazione storicamente respinta dai cittadini “porteños” solo recentemente è stata modificata, sancendo la riforma costituzionale del 1994 .


La ‘Plaza de Mayo’ agli inizi del secolo XX L’ARGENTINA DEGLI IMMIGRANTI (18801930) Durante l’ultima parte del secolo XIX, la società argentina ha esperimentato rapidi e profondi cambiamenti. Con l’organizzazione politica definitiva si è prodotta l’apertura al mercato mondiale, con l’introduzione di nuove tecnologie per l’esportazione di cereali e carne congelata, ed è iniziata l’espansione sui territori indigeni fino a delineare

le attuali frontiere del Paese. Uno dei principali cambiamenti sociali che caratterizza quest’epoca è l’alluvione delle immigrazioni.

Immigranti scendendo dalle navi

A metà del secolo XIX cominciano ad arrivare alla provincia di Buenos Aires gli irlandesi, scappando dalla fame e dalla persecuzione religiosa.

A p r i l e

2 0 1 2

percorrono a cavallo i diversi paesi portando, a quelli arrivati da poco o ai meno fortunati, le risorse acquistate da coloro che sono già riusciti a stabilirsi.

Ritratto di una coppia di immigranti E tra la fine del secolo XIX e inizi del XX , al termine delle guerre civili e con l’espansione dell’esportazione agropecuaria, è che si produce la grande alluvione principalmente di italiani e spagnoli, ma anche di polacchi, siriani, libanesi, armeni e russi.

Le loro reti di solidarietà costituirono la prima e informale grande rete di fondi cooperativi; i sacerdoti irlandesi 9


- fuori Israele - superata solo dalle comunità della Russia e degli Stati Uniti.

Orchestra di Tango

interno )

Attività portuaria a Buenos Aires agli inizi del secolo XX

Famiglia immigrante arrivando A differenza di altri Paesi all’Argentina

S I N T E S I

S T O R I C A

( a d

u so

con tendenza a segregare gli immigranti e sottolineare le loro differenze in rioni distinti o ghetti, il modello immigratorio che prevale in Argentina cerca sempre l’integrazione. I figli degl’immigranti e dei “criollos” studiano insieme nelle scuole pubbliche e gratuite. Affermandosi uno spazio di formazione d’incipiente identità comune, che genera argentini di prima generazione con nonni di tante diverse procedenze. L’università pubblica e gratuita contribuisce ad alimentare il sogno del “figlio dottore”. E’ stato uno strumento fondamentale nel far sorgere la classe media con radici immigratorie.

10

Questo clima aperto, incoraggia l’utopia sionista del Barone Maurizio de Hirsch - un ricco finanziere europeo di origine ebrea - che, quasi un secolo prima della fondazione dello stato di Israele, compera una grande estensione di terra nel Litorale argentino, pensando stabilirvi una “nuova terra promessa”. Nella quale i perseguitati ebrei europei, possano vivere in pace e tornare a coltivare la terra e allevare il bestiame come i loro antenati. L’esperienza dei “gauchi ebrei” - anche se non ebbe continuità nel tempo - come sognata dal Barone de Hirsch, mette le basi per una comunità ebrea in Argentina, la terza più importante nel mondo

I “Gauchos ‘Ebrei’” Ancora da più lontano arrivano dopo la 2a guerra mondiale, gli emigrati giapponesi, e più tardi i coreani e i cinesi, che negli ultimi 30 anni vi stabiliscono numerose collettività. Ciononostante in tutto il Paese l’emigrazione non si è diffusa con la medesima forza. Assai pochi si sono stabiliti nelle zone rurali e nel nordovest del Paese, impoverito dalle guerre d’indipendenza, e meno favorito economicamente. Il tango - mescolanza di musica afro, europea e creola (‘criolla’, nativa) - si trasforma nella musica che identifica Buenos Aires e il Litorale “gringo” (italiano) di fronte al folklore “criollo” che sintetizza l’eredità spagnola e indigena.

Poco prima di scoppiare la prima guerra mondiale, si dice che “Buenos Aires è la 2a città d’Italia, e la 1a di Galicia”. Più di metà dei suoi abitanti infatti, sono stranieri.

L’ARGENTINA DEI MIGRANTI Immigrazione e religiosità popolare Uno storico chiama questo periodo “Argentina alluvione”, perché è come una valanga l’immigrazione che impatta modificando drasticamente la fisionomia e la cultura nazionale. L’impatto migratorio modifica anche la religiosità argentina. La religiosità “criolla” (sintesi della pietà ispanica e di alcune tradizioni indigene) si va alimentando con quella dei cattolici italiani e spagnoli.


Modello laicista

Suore spagnole in Argentina E alla devozione nazionale per “Nuestra Señora de Lujan”, “del Valle de Catamarca” o “de Itati” si somma quella di Nostra Signora di Pompei, di Loreto e più tardi di Lourdes e Fatima. Ma, non tutti gli emigranti sono cattolici. L’immigrazione per la prima volta introduce in Argentina un’ effettiva pluralità di culti, soprattutto a Buenos Aires. Anche nelle principali città sì incominciano ad alzare templi ortodossi, evangelici, metodisti, battisti, sinagoghe e an-

che qualche moschea. La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione, anche se l’appoggio dato dallo Stato al culto cattolico genera qualche diffidenza da parte degli altri credi. In quel tempo c’è una dipendenza tra la gerarchia religiosa e la politica.

Chiesa Cristiana Ortodossa a Buenos Aires

Tra gli emigranti ci sono anche garibaldini e anarchici, militanti socialisti e marxisti, scappati dall’Europa per ragioni politiche, che fondano i primi sindacati e i primi partiti politici anticlericali. Quest’ influsso contribuisce ad un clima culturale secolarizzato.

A p r i l e

2 0 1 2

La classe al governo continua ad esser formata maggioritariamente da famiglie tradizionali di origine “criolla”. E la prosperità nella coltivazione della terra e l’allevamento del bestiame di quegli anni trasforma l’Argentina in “granaio del mondo”, arricchendo di grosse fortune i grandi proprietari terrieri.

Esportazione di grano

Meeting politico di militanti anarchici 11


u so

interno )

Mentre i poveri dell’Europa emigrano verso l’Argentina, gli argentini più ricchi trascorrono lunghi periodi in Europa, secondo l’espressione di quel tempo: “hanno il portafoglio a Londra e il cuore a Parigi”. Così l’influenza intellettuale francese si fa sentire nella classe dirigente: dall’illuminismo del secolo XVIII, al credo del progresso illimitato, alla filosofia positivista secondo Conte, alla massoneria della fine del secolo XIX.

di cimiteri statali, sono sentite dai parroci come altrettante battaglie perdute di fronte all’imporsi di una società secolarizzata. Nel 1884, il potente presidente Roca è arrivato a sloggiare dal Paese il Nunzio apostolico Mons. Matera.

un timbro fortemente secolarizzato all’educazione, iniziando così un conflitto tra i sostenitori della scuola “Iaicista” e i sostenitori della libertà d’insegnamento che - a volte apertamente e altre larvatamente - perdura fino ai nostri giorni.

il sorgere del pensiero sociale cattolico. Costatando il crescente divorzio tra fede e vita sociale, incominciano a sorgere associazioni come “i circoli cattolici degli operai” e numerose opere di promozione sociale.

Disegno nella rivista “El Mosquito”

S I N T E S I

S T O R I C A

( a d

Anche se il laicismo mili-

Sfilata civica Sociabilità nei Caffè tante della classe dirigente argentina, non ha mai avuto l’estremismo del modello uruguaiano, nè generato guerre civili come in Messico; però sì, impose dure rotture con il modello coloniale di unione tra Chiesa e Stato. La legge del Registro Civile e del Matrimonio Civile, come la creazione 12

La legge n° 1420 sull’educazione pubblica, gratuita, laica e obbligatoria, permise di estendere l’educazione elementare al punto da convertire l’Argentina in uno dei paesi col minor numero di analfabeti al mondo, ed anche - come già detto - a trasformare le scuole in uno dei principali fattori d’integrazione sociale. D’altra parte, in Argentina è stato dato

La Chiesa in Argentina, indebolita dal lungo isolamento da Roma durante il periodo delle guerre dell’indipendenza, soffre lungo quasi tutto questo secolo, l’assenza di sedi episcopali e una grande scarsità di vocazioni; solo verso la fine del secolo XIX incomincia a riorganizzarsi e risorgono le associazioni laiche. Ed è proprio il laicismo della classe dirigente che stimola

Processione con a capo le autorità civili e religiose


Celebrazioni per il Centenario 1810-1910

Ciononostante, per la crescita d’un incipiente classe media di professionisti, impiegati pubblici, commercianti e piccoli produttori, l’Argentina incomincia a differenziarsi dagli altri Paesi latinoamericani che hanno un gran divario tra ricchi e poveri.

Manifestazione popolare

2 0 1 2

Fin dalla sua organizzazione nazionale, il governo è in mano ad una piccola ‘èlite’ conservatrice che attraverso Nuovi attori politici provenienti dai ceti medi la frode elettorale si mantiene al potere. Ma i conflitti sociali e la crescente pressione della nuova classe media contribuiscono a mettere in crisi questa “repubblica aristocratica”, e nel 1912 il presidente Roque Saez Peña, uno dei più lucidi dirigenti conservatori, sanziona la legge del suffragio universale, segreto e obbligatorio.

A p r i l e

DALLA RAPPRESENTATIVITÀ POLITICA, ALLA CRISI ECONOMICA.. Nel 1910 l’Argentina compie il suo primo centenario di vita indipendente, in mezzo a forti tensioni sociali. Nei contrasti, tra i “palazzetti” di stile francese nei quali vivono i ricchi e i “conventillos” (casone con tante stanze dove in ognuna si ammucchiano gl’immigranti con i loro figli), tra la fortuna degli “estancieros” (proprietari di vaste terre e bestiame) e la miseria dei manovali, scoppiano i primi scioperi e il susseguirsi della violenza politica anarchica.

Nel 1919 le prime elezioni libere consacrano presidente della nazione Hipolito Irigoyen, leader della “Union Civica Radical” (UCR), fondata nel 1890 dalla convergenza di condottieri del posto e di intellettuali sia liberali che cattolici. Il “radicalismo” in quell’epoca rappresenta un’alternativa di centro tra il partito conservatore e la minoranza formata 13


u so

interno )

da socialisti e marxisti, costituendo uno spazio pluralista, giacché conta con l’appoggio della classe media e anche con settori rurali e operai.

La neutralità argentina durante la grande guerra le permette di fornire di viveri i contendenti, con grandi guadagni, che stimolano il nascente sviluppo industriale e lo sfruttamento del petrolio. La presidenza di Marcelo T. de Alvear, un aristocratico radicale (1922-1928), coincide con la sensazione di prosperità e di ottimismo generale.

( a d

Hipólito Yrigoyen

S I N T E S I

S T O R I C A

Ma, negli anni della Prima Guerra Mondiale e della Rivoluzione russa, il radicalismo dovrà cedere di fronte alle pressioni di chi vuole “mano dura” e reprimerà col sangue le proteste dei sindacati rurali della Patagonia e lo sciopero a Buenos Aires, fatti conosciuti come “la Patagonia ribelle” e “la Settimana tragica”.

14

Ma la fragilità di questo sogno di prosperità si evidenzia con la crisi economica mondiale del 1929. Il “granaio del mondo” scopre che i suoi prodotti sono troppo dipendenti dalle richezze altrui, e che la caduta dei prezzi internazionali della materia prima lascia le finanze nazionali troppo deboli di fronte alle condizioni “da leone” del mercato mondiale. Come nel resto del mondo, i fallimenti bancari e industriali e la disoccupazione colpiscono duramente le famiglie argentine.

Comparsa dell’automobile nelle città argentine

Protesta operaia nella Patagonia durante il decennio di 1920

“Los desocupados” (1934). Antonio Berni (pittore argentino) Assieme al crollo del sogno di prosperità, crolla pure la breve esperienza democratica argentina. Il 6 settembre di 1930, un generale con certa simpatia fascista, abbatte il recentemente rieletto e già anziano presidente Irigoyen. Inizia per l’Argentina mezzo secolo d’instabilità politica ed economica.

Festeggiamenti civicomilitari per il colpo di stato del 6-9-1930

DAL RITORNO CONSERVATORE, ALL’ ARGENTINA PERONISTA E GLI ANNI VIOLENTI (1930-1983) Ritorno al potere dei conservatori e “Argentina segreta” (1930-1943) Durante i 13 anni che vanno dal 1930 al 1943 un’èlite di terratenenti argentini tenta di restaurare la repubblica


Caricatura sulla frode elettorale

2 0 1 2 A p r i l e

aristocratica di prima del suffragio universale. L’economia lentamente si riprende a costo d’una maggiore dipendenza dal mercato britannico, e con grandi piani da parte dello stato con vaste opere pubbliche, secondo il modello nordamericano del “New Deal”.

Ma ormai la società argentina è troppo cambiata e solo una dura repressione e una sfacciata frode elettorale riesce a mantenere l’apparenza dell’ordine istituzionale. In questi anni, sotto un mantello di apparente tranquillità, cresce in silenzio quella che uno scrittore ha chiamato “l’Argentina

Tipica famiglia di classe media alta nell’Argentina degli anni ‘30 segreta”, che respinge i modelli imposti da fuori e cerca il volto della sua vera identità. Nel 1934 il Congresso Eucaristico internazionale, presieduto dall’allora Card. Pacelli, si annovera come l’evento di cambio culturale più significativo di questo periodo. Un cattolicesimo con nuovo ardore evangelizzatore riacquista presenza pubblica e la masiccia partecipazione di laici alla nascente Azione Cattolica e in opere di promozione sociale, segnano lo stile della vita ecclesiale dell’epoca.

Congresso Eucaristico Internazionale – Buenos Aires, 1934 Lo scoppio della 2° guerra mondiale provoca nuova prosperità alle esportazioni alimentarie e un rinnovato processo d’industrializzazione. Le braccia per dar forza a una nuova espansione, ormai non possono più venire dall’altra parte dell’oceano, ma vengono dalle migrazioni 15


( a d

u so

interno )

interne. Attorno alle grandi città industriali sorge la corona di spine dei villaggi della miseria dove si ammucchiano i “cabecitas negras”, i “criollos” delle provincie più povere e dei Paesi vicini, che cercano nelle città ciò che non possono dare le loro già sfruttate campagne.

S T O R I C A

Primi insediamenti o “villas miseria”

S I N T E S I

Gli indeboliti sindacati di tradizione socialista e anarchica sono troppo intellettuali, e poco attraenti per i nuovi lavoratori venuti dall’interno del Paese. Questo vuoto di potere, sarà presto riempito dal peronismo. GLI ANNI DEL PERONISMO (1943-1955) Il 1943 è in l’Argentina l’anno in cui uno sconosciuto gruppo d’ufficiali di orientazione nazionalista, operano il 2° colpo militare del secolo. In esso l’ancor più sconosciuto colonnello chiamato Juan 16

Domingo Peron chiede, come premio alla sua partecipazione al colpo militare, un’altrettanto sconosciuto posto di “capo del dipartimento del lavoro” del governo nazionale.

alla rinuncia. Il 17 ottobre ‘45, data emblematica nella storia politica argentina, migliaia di operai venuti dalla Gran Buenos Aires (circondario di Buenos Aires) prendono pacificamente la “Plaza de Mayo”, il simbolo del potere politico. Nasce il peronismo come fenomeno di massa.

Con tale base, nelle elezioni libere del 1946 Peron ottiene una vittoria schiacciante su Juan Domingo Perón una alleanza composta con tutti gli altri partiti, incoraggiati dal governo nordamericano che In pochi mesi Peron diffidava delle simpatie - figura carismatica mussoliniane di Peron. che ancor oggi susciCome a suo tempo il ta entusiasmi e rifiuti, radicalismo, ora il peugualmente difficili a capirsi - attira i dirigenti ronismo rivendica una “terza posizione” tra il sindacali proponendo liberalismo conservamigliorie effettive alle tore e le forze di siniloro condizioni di lavostra. La consegna era: ro. E trasforma l’oscu“né nordamericani, né ro “dipartimento del lavoro” in una catapulta marxisti: ma peronisti!”. politica, che lo conduce E non solo lavoratori, ma gran parte della piccola ad assumere nel 1945 classe media e molti la vicepresidenza della nazione, e la candidatu- intellettuali cattolici e nazionalisti, salutano Pera alla presidenza nelle ron come il leader della elezioni convocate dal “nuova Argentina”. governo militare. Ma non tutti i suoi colleghi delle forze armate vedono di buon occhio costui che considerano un demagogo opportunista, e lo costringono

Donne infermiere d’un ospedale pubblico

Perón sale alla presidenza col suo uniforme militare Col favore della prosperità dell’immediato dopo guerra, si nazionalizzano le ferrovie e i servizi pubblici, e si costituisce un’ampia struttura di assicurazioni sociali statali e sindacali che beneficiano specialmente gli operai industriali. Si riduce


la distanza tra settori operai e settori di classe media, consolidando una cultura nazionale “di classe media”, caratteristica che distingue l’Argentina dal contesto latinoamericano.

L’opposizione dei settori più benestanti alla legislazione sociale, la resistenza dei settori della classe media a un regime sempre più repressivo, e il sorgere di fuochi di opposizione tra le forze armate, vanno producendo una crescente tensione tra peronisti e antiperonisti. Peron, che all’inizio contava con l’appoggio di gran parte della gerarchia e del laicato, comincia poco a poco a mettersi contro la Chiesa. La sua protezione a gruppi spiritisti, l’approvazione della legge del divorzio, la legalizzazione della prostituzione, e l’antagonismo tra la potente gioventù peronista e la militante gioventù cattolica, va generando una crescente identificazione della Chiesa con l’opposizione.

2 0 1 2

Eva Duarte di Perón (Evita)

Attacchi alla Curia di Buenos Aires (1955) Nel giugno del 1955 un gruppo di aviatori della marina bombardano la “Plaza de Mayo”, sbagliando nel loro intento di “ammazzare il tiranno” provocando invece la morte di civili innocenti. Come risposta, in quella notte sono incendiate varie Chiese e la Curia di Buenos Aires, logicamente per mano di gruppi estremisti vincolati al partito peronista.

A p r i l e

Nel 1949 il Congresso sancisce una riforma costituzionale che permette la rielezione di Peron e autorizza per la prima volta il suffragio alle donne. La schiacciante vittoria di Peron nelle elezioni di 1951, pochi mesi prima della morte della sua sposa Eva (“Evita”) - pure “carismatica” - segnano l’apice della sua popolarità, ma anche l’inizio di un processo di concentramento di potere autoritario e di difficoltà economiche.

Notizia periodistica sul bombardamento nella Plaza de Mayo (1955) Tre mesi dopo un nuovo colpo militare abbatte Peron. Il Paese si divide tra coloro che festeggiano e coloro che piangono. La consegna proposta dal leader del colpo, il nazionalista cattolico Lonardi, “nè vincitori 17


Il divorzio tra governanti e governati, lo scetticismo verso la dirigenza politica corrotta e incapace di fronte al potere militare, il crescente predominio della logica

forte, che s’impone alla cultura dello sforzo e del lavoro, che aveva caratterizzato la generazione degli immigranti.

interno )

nè vinti” è rapidamente dimenticata dai suoi sucessori. C’è una dura repressione, e pure alcune fucilazioni, e durante i 17 anni che seguono il peronismo è proscrito.

( a d

u so

Trionfo della “Revolución Libertadora”

S I N T E S I

S T O R I C A

Fortificato il potere militare, esclusa dalla vita politica la maggior parte della popolazione, la vita argentina si converte in un pendolo tra governi militari e governi civili con fragile o dubbiosa rappresentatività.

VIOLENZA POLITICA, GUERRA E RECUPERO DELLA DEMOCRAZIA (1955-1983) 18

dell’intolleranza e della violenza, segnano gli anni ‘50 e ‘60. Anni nei quali nasce e incominciata a svilupparsi l’Opera di Maria in Argentina e in Sudamerica.

Brevi periodi d’una certa prosperità - come quelli della prima metà degli anni ‘60 - non riescono a nascondere l’indebolimento della struttura economica argentina, di fronte alle nuove sfide del mercato mondiale. L’inflazione comincia a trasformarsi in un incubo che segna gravemente la vita nazionale. L’instabilità economica rende inutile il risparmio, ed è incubatrice propizia per la cultura della speculazione e della legge del più

Sciopero e mobilitazione operaia Il susseguirsi di colpi militari, le rivolte giovanili degli anni ‘60, l’influsso della rivoluzione cubana e della guerriglia capitanata in Bolivia da “Che” Guevara, si sommano ai movimenti di resistenza peronista per generare - specie a partire dal ‘68 quella che Mons. Helder Camara chiama “la spirale della violenza”. Un crescendo di ingiustizie, violenze politiche e repressioni, e più violenza ancora che costantemente si alimenta su se stessa a circolo chiuso. Nascono organizzazioni guerrigliere: la peronista dei “montoneros”, quella

marxista del “ejercito revolucionario del pueblo” e anche organizzazioni che -anche se non partecipano direttamente alla lotta armata- la rivendicano, e sono il suo braccio politico e sociale. La consegna è: “né colpi di stato, nè elezioni, bensì rivoluzione!”. Nemmeno le votazioni libere del 1973 e il vittorioso ritorno alla presidenza del già anziano Peron, riescono a impedire una reale guerra civile tra sinistra e destra peronista, tra forze armate e organizzazioni guerrigliere di sinistra, tra forze para-poliziali e gruppi armati di tutti i tipi. Sono all’ordine del giorno le bombe, i sequestri e le esecuzioni popolari.

Juan Domingo Perón assume per terza volta la presidenza (1973) In questi anni dell’immediato post-Concilio,


Nel 1974 un gruppo di organizzazioni giovanili cattoliche propone il primo pellegrinaggio giovanile a Lujan (70 km. a piedi), che con gli anni diventerà la più moltitudinaria espressione di religiosità giovanile mariana del mondo (più di 1 milione) .

za culmina il 24 marzo 1976 con l’ultimo colpo militare contro il governo costituzionale della vedova di Peron.

Giunta Militare Argentina (1976)

La durezza della repressione, l’estensione delle torture e i “desaparecidos” (persone scomparse) raggiunge un livello mai prima conosciuto dalla società argentina. Una società che, dopo anni e anni di violenza, in certi casi ha preferiLa scalata della violento non rendersi conto delle violazioni dei diritti Pellegrinaggi a piedi umani, per cercare un al Santuario di Luján “ordine”.

Funerale dei Padri Pallottini assassinati (1976) Solo alcuni valorosi vescovi cattolici e protestanti e qualche prestigiosa figura della cultura come Ernesto Sabato, hanno avuto il coraggio di denunciare apertamente la repressione attraverso organizzazioni come il Movimento ecumenico per i diritti umani, sostenuto da Mons. Novak e da P.Leonfanti (salesia-

2 0 1 2

zione dell’amore” è un reale controcorrente. Si organizzano le prime giornate della gioventù durante lo stato d’assedio, e poi nelle università dominate da forze guerrigliere. Anche altri movimenti ecclesiali come “Schoenstatt” e “Cursillos” incominciano a diffondersi in quelli anni.

A p r i l e

del Documento dei Vescovi a Medellin che chiama alla giustizia sociale, e del “Movimento dei sacerdoti del Terzo Mondo” che rivendica il peronismo come espressione del popolo credente, nemmeno la Chiesa argentina è estranea alla discussione tra la “legittimità della lotta armata contro la tirannia”. Molti giovani militanti cattolici conducono o si uniscono a movimenti guerriglieri, mettendo in crisi molte delle organizzazioni tradizionali del laicato.

Padre Antonio Mujica, assassinato in 1974 Ed è appunto in questi anni critici per la gioventù del nostro Paese quando viene lanciato e si afferma il Movimento Gen in Argentina, che proponendo la “rivolu-

19


no focolarino), o come l’Assemblea permanente dei diritti umani, o come le “madres de Plaza de Mayo”.

u so

interno )

Mappa del sud della Terra del Fuoco ed il Canale Beagle

S T O R I C A

( a d

Monsignor Jorge Novak

S I N T E S I

Il governo militare, dopo due anni di dura repressione interna, tenta di giustificarsi con “imprese nazionalistiche” aprendo fronti di conflitto contro l’esterno. Così nel 1978 l’Argentina è sul punto di entrare in guerra col Cile per la disputa dei confini nella regione delle isole del canale di Beagle.

Solo il tempestivo e provvidenziale intervento del appena eletto Papa Giovanni Paolo Il, riesce a evitare all’ultimo momento una guerra fratricida, inviando come suo delegato personale il Card. Samoré.

a Lujan e a Buenos Aires, una moltitudine può finalmente aver voce e “chiedere pace”.

Prima Visita di Giovanni Paolo II all’Argentina (1982)

Truppe argentine nelle Isole Malvinas (1982)

Infine, il ritorno alla democrazia si converte nella bandiera comune per l’immensa maggioranza degli argentini. Le distinzioni di partito, religiose o culturali, sono decisamente lasciate in second’ordine, e il governo militare deve accettare la sua sconfitta.

Cardinale Antonio Samoré, mediatore inviado da Giovanni Paolo II (1978) Poi nel 1982, la guerra delle Malvinas (Falkland) 20

segna la fine di un epoca. Mobilitati da una causa cara a una certa coscienza nazionale, molti giovani si offrono come volontari per lottare contro un nemico tecnicamente superiore, che ottiene una vittoria schiacciante.

Giovanni Paolo Il, che doveva visitare la Gran Bretagna, e proprio negli ultimi giorni della sconfitta argentina, fa una storica visita al nostro Paese. Grazie la sua paterna presenza,

DAL RITORNO ALLA DEMOCRAZIA NEL 1983 ALLA CRISI DEL 1989


Raúl Alfonsín Affrontato duramente col peronismo negli anni ‘50 e vicino ad alcuni settori militari negli anni ‘60, durante l’apertura democratica posteriore alla guerra di Malvinas nel radicalismo degli ‘80 prevalse la corrente guidata da Raúl Alfonsín, un avvocato compromesso con la

difesa dei diritti umani e simpatizzante delle socialdemocrazie europee come quella di Felipe González.

Nel 1983, Alfonsín vinse le elezioni con le quali l’Argentina ricuperò la democrazia. La sua vittoria esprimeva l’esigenza di tutta la società: superare gli anni della violenza e fortificare le istituzioni repubblicane. Durante la sua presidenza si giudicò ed imprigionò i generali responsabili del colpo di stato e della violazione dei diritti umani, ma fallì nel suo tentativo di estendere quei giudizi agli ufficiali inferiori; la legge conosciuta come di “punto finale” chiuse la tappa dei giudizi ai militari e deluse molti che avevano votato ad Alfonsín.

Il Giudizio alle Giunte responsabili dell’ultima dittatura militare in Argentina Durante i sei anni della sua presidenza si consolidò la coscienza democratica e incominciò il cammino verso l’integrazione con altre nazioni del Cono Sud, ma la situazione economica soffrì grandi alti e bassi. In 1989 si scatenò una “iperinflazione” solo paragonabile in proporzioni alla registrata nella Germania del primo dopoguerra. Le scene di saccheggio nei supermercati furono un simbolo traumatico di un periodo che segnò fortemente la coscienza argentina degli ultimi anni.

2 0 1 2

In dicembre di 1983 l’Argentina recuperava il sistema democratico, con l’assunzione del Presidente radicale Raúl Alfonsín.

A p r i l e

La vita politica argentina di questi decenni è stata segnata da due grandi movimenti maggioritari, il radicalismo e il peronismo (o ‘partito giustizialista’). Radicalismo e peronismo condividono la condizione di spazi poli classisti, con maggior presenza nei ceti medi il primo, con maggior tradizione operaia il secondo. In entrambi convivono correnti ideologiche diverse – se non opposte – unite da una tradizione politica comune. I due hanno rivendicato tradizionalmente un spazio di “centro”, tra il conservatorismo liberale ed i socialismi vicini al marxismo, e in entrambi partiti ci sono stati sempre settori sensibili al pensiero sociale della Chiesa. Probabilmente per quel motivo, la Democrazia Cristiana non fu mai in Argentina più che un piccolo partito di intellettuali e militanti cattolici.

Discorso inaugurale di Raúl Alfonsin in Plaza de Mayo (10 diciembre 1983) 21


interno )

Ministro dell’Economia Domingo Cavallo e la sua “regola”: 1 peso = 1 dollaro

( a d

u so

Saccheggi di supermercati (1989)

S T O R I C A

La prima presidenza di Carlos Saul Menem (1989-1995)

S I N T E S I

Le elezioni di 1989, in piena hiper-inflazione, consacrarono come nuovo Presidente al peronista Carlos Saul Menem, un avvocato riojano di famiglia siriano-mussulmana. Ex-governatore della provincia di La Rioja, durante il governo militare fu imprigionato e dietro il recupero della democrazia salì nuovamente al governo della sua provincia, una delle più povere del paese.

22

Carlos Saul Menem La sua campagna elettorale si basò sulle bandiere storiche del populismo ‘giustizialista’, ma al suo arrivo alla presidenza iniziò un periodo di riforme economiche prammatiche, lontane dalla tradizione peronista e vicine ai modelli di “accomodamento” che agli inizi della decade del ‘90 ebbe a imporsi in tutta l’America latina ed in altre regioni del mondo.

Caricatura sul ruolo del governo negli stabilità della moneta, anni novanta motivata nell’equivalen-

Il gran risultato della prima presidenza di Menem, 1989 -1995, fu quella di eliminare l’inflazione. Per un paese che soffrì durante quasi mezzo secolo di processi inflazionari endemici, la

za 1 peso = 1 dollaro a partire da 1991, significò un cambiamento fondamentale nella vita quotidiana degli argentini. La privatizzazione delle imprese dello Stato e l’apertura economica al mercato mondiale contribuirono a cambiare


vuoto lo spazio dell’opposizione.

Carlos Saúl Menem e Raúl Alfonsin

A dispetto del deterioramento dei salari nei settori di minori entrate, alle denunce di corruzione, all’aumento dell’insicurezza lavorativa e la disoccupazione, la trasformazione economica ebbe un grande appoggio che permise a Menem di contare su maggioranze proprie nel Potere Legislativo, e così cercare una riforma della Costituzione Nazionale e permettere la sua rielezione per un secondo periodo. In un gesto sorprendente, l’ex presidente Raúl Alfonsín accordò i termini della riforma costituzionale con Carlos Menem, lasciando praticamente

dell “effetto tequila” sulla marcia dell’economia, l’alta disoccupazione e la crescente distanza tra le nicchie di povertà e quelle di sperpero dei nuovi ricchi misero crescenti ombre sul modello economico. La concentrazione personalista del potere, la mancanza di indipendenza e di

José Octavio Bordón e Carlos “Chacho” Alvarez, ‘leader’ del FREPASO

credibilità del Potere Giudiziale, e gli alti livelli di corruzione si trasformarono in temi centrali del dibattito politico.

Seconda presidenza di Menem (1995-1999) Tuttavia, l’assenza di politiche sociali consistenti, e la concentrazione personalista del potere cominciarono ad essere denunciate ogni volta con più insistenza. In 1994, una coalizione di piccoli partiti di centro sinistra, il “Frente Grande” vinse sorpresivamente nelle elezioni per costituenti della Città di Buenos Aires. In 1995, la coalizione si ampliò: peronisti e radicali opposti alle leadership di Menem ed Alfonsín, dirigenti provenienti della Democrazia Cristiana e di organizzazioni di diritti umani formarono il “FREPASO” (Fronte per un Paese Solidale). La formula presidenziale che presentarono contro la rielezione di Menem era formata da due

2 0 1 2

Notizia sull’approvazione della privatizzazzione di YPF (Giacimenti Petroliferi Fiscali)

peronisti che respingevano il “menemismo”: José Octavio Bordón, exgovernatore di Mendoza e cattolico convinto, candidato a presidente, e Carlos “Chacho” Alvarez, proveniente della sinistra peronista e fondatore del “Frente Grande”, come candidato alla vice-presidenza.

A p r i l e

rapida e radicalmente la fisionomia economica e sociale argentina.

In ottobre di 1995, Menem raggiunse il suo secondo periodo presidenziale col 50 percento dei voti, ma la sorpresa fu che - per la prima volta nella storia democratica argentina si ruppe il bipartitismo: il FREPASO ottenne il secondo posto, relegando al radicalismo ad un magro terzo posto. Il secondo mandato presidenziale di Carlos Menem fu segnato dalle ripercussioni

Carlos Saul Menem e la sua “Ferrari Testa Rossa”, simbolo della corruzione del governo 23


bile - José Luis Cabezas, fotografo di un settimanale di attualità che investigava proprio uno dei casi di corruzione. L’impatto nell’opinione pubblica fu enorme. L’investigazione mise in luce vincoli tra gruppi criminali e gruppi della Polizia della Provincia di Buenos Aires. Alti membri di questo corpo poliziesco - che ebbe una tragica partecipazione nella repressione degli anni ‘70 e ‘80 - si videro coinvolti. Per ciò, la giustizia finì condannando a vari uniformati partecipanti dell’assassinio, come così pure a civili vincolati col potere.

S I N T E S I

S T O R I C A

( a d

u so

interno )

Il proprio Ministro di Economia Domingo Cavallo, autore intellettuale del “miracolo economico”, presentò la sua rinuncia al carico in 1996, facendo gravi denunce sulla supposta connivenza di settori del governo nazionale con vaste reti di corruzione, possibilmente vincolate col narcotraffico. Questo clima politico rarefatto favorì al radicalismo oppositore che trionfò nelle elezioni della città di Buenos Aires di quell’anno, portando come sindaco a Fernando della Rúa.

24

Fernando De la Rúa, sindaco di Buenos Aires (1996-99) e presidente dell’Argentina (19992001)

Poster reclamando giustizia per la morte del fotografo José Luis Cabezas

Come parte di questo scenario di sospetti di corruzione e narcotraffico, in gennaio di 1996 apparve assassinato - ammanettato e bruciato dentro l’automo-

Il discredito della polizia della sua provincia rimbalzò direttamente sulle aspirazioni presidenziali del governatore di Buenos Aires, Eduardo Duhalde, chi appariva come il candidato

“naturale” per succedere Menem.

Eduardo Duhalde Appoggiato in una gestione caratterizzata per grandi opere pubbliche e per politiche sociali di corte paternalistica, Duhalde contava su ottenere una nuova vittoria elettorale nel suo distretto nelle elezioni di ottobre di quell’anno. Davanti ad un radicalismo indebolito per il discredito di Alfonsín, ed i confronti interni del FREPASO che condussero all’allontanamento di Bordón, l’opposizione sembrava incapace di offrire alternative credibili alla continuità del menemismo-duhaldismo. Tuttavia, tanto nel FREPASO come nel radicalismo finirono per imporsi le voci che chiedevano per l’unità dell’opposizione. Tra tutti e due la costituzione della “Alleanza” permise loro di canalizzare la do-

manda sociale di onestà e proposte alternative, ed ottenere significativi trionfi nelle elezioni legislative di 1997.

Simbolo della “Alianza”

Del governo della ‘Alianza’ alla Crisi del 2001-2003 La “Alleanza per il Lavoro, la Giustizia e l’Educazione”, più conosciuta come “L’Alleanza” fu semplicemente una

Campagna elettorale dell’Alleanza in 1999


Quasi dall’inizio, il governo dell’Alleanza si vide colpito da forti lotte tra i settori interni che la componevano, specialmente dei settori più conservatori che sostenevano il presidente De la Rúa, in opposizione ai settori di centro-sinistra del FREPASO. Le lotte interne, nell’anno 2000 sboccarono in un grande scandalo per una denuncia di subornazioni nel Senato della Nazione col fine di sancire una legge lavorativa molto resistita dai lavoratori, scandalo attribuito al Potere Esecutivo Nazionale, con la susseguente rinuncia del vicepresidente Carlos “Chacho” Álvarez.

Carlos “Chacho” Alvarez rinuncia alla vice-presidenza dell‘Argentina (6-102000) Davanti all’aggravamento della situazione economica il governo De la Rúa chiese ed ottenne aiuto del Fondo Monetario Internazionale e delle banche private per ridurre la pressione del debito esterno. Tuttavia, la recessione e la fuga di capitali continuarono a ritmo accelerato, con l’aggravante addizionale dello scontento provocato per le misure di accomodamento.

2 0 1 2

La vittoria dell’Alleanza si dovette, in parte, al forte rifiuto pubblico verso la corruzione e al deterioramento della situazione socio-lavorativa del paese. L’Argentina stava soffrendo l’impatto delle crisi economiche asiatica e brasiliana, e si trovava in mezzo ad una profonda recessione che aveva cominciato alla fine di 1998. Il presidente De la Rúa prese inizialmente severe misure di accomodamento col

proposito di migliorare la riscossione pubblica che risultarono tuttavia insufficienti per risolvere il deterioramento delle finanze pubbliche e aggravarono la capacità produttiva dell’industria nazionale. D’altra parte l’Alleanza si era impegnata durante la campagna elettorale a mantenere il tasso di cambio ancorato in parità col dollaro statunitense.

A p r i l e

coalizione politica tra l’Unione Civico Radicale ed il Fronte Paese Solidale (FREPASO), conformata nel 1997, che guadagnò le elezioni presidenziali di 1999 e si dissolse in realtà dopo la rinuncia del presidente Fernando De la Rúa il 20 dicembre 2001.

Proteste di risparmiatori davanti al Ministero di Economia In questo contesto, e dopo il fallimento di vari ministri di Economia per risolvere le crisi in fiore, De la Rua convocò nuovamente a Domingo Cavallo che aveva occupato già il carico durante vari anni del governo Menem. In novembre di 2001 il governo iniziò una ristrutturazione dei compromessi del debito esterno che significava la cessazione di 25


S T O R I C A

( a d

u so

interno )

pagamenti (default) in pratica. L’aggravamento della situazione economica provocò sfiducia pubblica nel sistema finanziario con forti ritiri dei depositi bancari; per frenarli, si feccero restrizioni che implicavano il congelamento dei fondi depositati nelle banche, misura conosciuta come “corralito”, altamente impopolare. Il FMI, mentre, indurì la sua posizione esigendo un ritaglio del 10 percento nel presupposto pubblico prima di produrre qualunque nuovo invio di fondi.

All’inizio dell’anno 2001 comincia una grande fuga di capitali che continua durante tutto l’anno, finanziata in larga misura per i crediti straordinari concessi all’Argentina dal FMI. Alla fine di novembre di 2001, il governo stabilì la proibizione di ritirare fondi del sistema bancario, autorizzando soli bonifichi interbancarii. La misura colpì fortemente la classe media e i settori dell’economia informale, che raggiungeva il 50 percento del mercato di

lavoro. Immediatamente si è diffusa un’onda di proteste, “cacerolazos”, saccheggi, scioperi, e manifestazioni popolari in tutto il paese.

I “cacerolazos” di protesta della classe media argentina nel 2001

S I N T E S I

Il 19 dicembre 2001 De la Rúa decretò lo stato di assedio, e si produsse una grave repressione che provocò 27 morti i giorni 19 e 20 dicembre. La ribellione popolare si aggravò e De la Rúa dovette rinunciare, avendo completato appena la metà del suo mandato. La consegna principale della ribellione popolare di dicembre 2001 fu: “che vadano via tutti!”

Caricatura che mostra l’Argentina nel “corralito” 26

Proteste popolari durante la crisi del diciembre 2001 Dopo alcune settimane nelle quali si sono alternati vari presidenti provvisori, il 2 gennaio di 2002 Eduardo Duhalde fu scelto dall’Assemblea Legislativa in mezzo al caos per le strade di Buenos Aires. Si arriva a quella decisione attraverso un ampio consenso nel peronismo e nell’opposizione affinché Duhalde potesse guidare il paese, sommerso nella confusione di una crisi terminale, completando il mandato presidenziale di De la Rua. Tra le misure del suo governo risalta la ricerca della pacificazione del paese attraverso strumenti come il “Dialogo Argentino”, originalmente spinto dalla Chiesa nel cui sviluppo ebbero partecipazione


Bambini all’interno di un abitazione precaria in un insediamento popolare

La presidenza di Néstor Kirchner (2003-2007) Attorniato dai problemi politici e per alcuni fatti di violenza da parte delle forze di sicurezza con motivo della repressione delle proteste sociali, che non avevano cessato dopo l’esplosione della crisi di 2001, Eduardo Duhalde decise di chiamare ad elezioni anticipate. Di fronte alla candidatura presidenziale di Carlos Saúl

Menem, Duhalde spinse quella del governatore patagónico di Santa Cruz, Néstor Kirchner, che finalmente riuscì a imporsi nelle elezioni di 2003 con una scarsa percentuale di appoggio. Kirchner assunse la presidenza il 25 di maggio 2003. Confermò a vari dei ministri di Duhalde,

specialmente quello dell’economia Eduardo Lavagna, dando segni di continuità con le politiche che si stavano implementando. Mantenne la svalutazione della moneta mediante una forte partecipazione della Banca Centrale nell’acquisto di valute, spingendo mediante le esportazioni una crescita economica con tassi dei PBI vicini al 10 percento. Le politiche messe in atto furono di successo, anche nel tirare fuori il paese dalla cessazione di pagamenti più grande della sua storia: si cambiò il debito sovrano, di valore nullo dietro la crisi del 2001, per nuovi buoni indicizzati per l’inflazione e l’indice di crescita economica. Gli indici di povertà e di disoccupazione diminuirono notoriamente.

Nestor Kirchner riceve il bastone presidenziale da Eduardo Duhalde (2003) Una decisione iniziale molto importante per il

presidente Kirchner fu la rinnovazione dei membri della Suprema Corte di Giustizia. Durante la decade di 1990 la Corte fu duramente criticata per non avere la sufficiente indipendenza dal Potere Esecutivo. In realtà, molti dei suoi membri furono accusati di conformare una “maggioranza automatica” che cedeva sempre a beneficio degli interessi del governo. Dal 19 giugno 2003, per decreto presidenziale, tutti i candidati ad integrare la Corte Suprema devono passare una tappa di esposizione pubblica che deve presentare il Potere Esecutivo nei principali mezzi di comunicazione di tutto il paese. Per rinuncia o destituzione dei membri anteriori, la Corte Suprema di Giustizia fu rinnovata totalmente, con l’incorporazione di due donne all’alto tribunale.

2 0 1 2

La Argentina Attuale

A p r i l e

varie persone del Movimento dei Focolari. Si implementarono anche diverse misure per la ripresa dell’economia argentina che veniva da soffrire vari anni di recessione: svalutazione della moneta che diede fine alla “Legge di Convertibilità”, fine di 1 peso = 1 dollaro, la “pesificación” forzata dei depositi bancari in moneta straniera, ed una serie di misure sociali cercando di attenuare gli effetti di un’economia recessiva che aveva incrementato la povertà e l’indigenza a numeri mai visti prima nell’Argentina.

Attuale composizione della Suprema Corte di Giustizia di Argentina 27


S I N T E S I

S T O R I C A

( a d

u so

interno )

Durante il governo di Kirchner, Argentina ed il Fondo Monetario Internazionale mantennero una relazione tesa. Come il Brasile, una delle principali misure di Kirchner fu cancellare in anticipo la totalità del debito con questo organismo internazionale. L’obiettivo dichiarato di entrambi i governi fu finire con la legatura delle rispettive politiche economiche nazionali alle indicazioni del FMI. Durante il 2005, si fecce anche lo “scambio di debito”, che iniziava le rinegoziazioni per i buoni che erano rimasti in default dalla crisi del 2001. Questo si è dato nella cornice di una crescita economica sostenuta ed ininterrotta nell’Argentina. Tuttavia, i critichi alla politica economica del governo dicono che l’alta crescita economica del paese si dovette, e si deve ancora, più ad una tendenza mondiale che a particolarità argentine.

Coltivazione di soia, un redditizio prodotto di esportazione per l’Argentina 28

La cosa certa è che il periodo 2003-2007 è stato una tappa di grande avanzamento dell’economia argentina, registrando tassi di crescita media dell’ordine del 9% annuo. L’adempimento produttivo fu motorizzato dal persistente miglioramento presentato dalla spesa domestica privata, consumo ed investimento, e dalle esportazioni. D’altra parte, la generazione di mano d’opera fu un’altra caratteristica saliente del periodo 2003-2007; ciò si evidenziò nella discesa del tasso di disoccupazione con riduzioni importanti, raggiungendo livelli di una cifra.

so di crescente inflazione. Questo si sostenta in una polemica misura del governo, in gennaio 2007, quando si intervenne l’INDEC Istituto Nazionale di Statistiche e Censimenti che fino a quel momento godeva di autonomia per calcolare e pubblicare gli indicatori dell’attività economica. Da allora gli impiegati dell’Istituto denunciano un cambiamento della metodologia, e che questo cambiamento non fu pubblicato né discusso coi tecnici.

Sede dell’Istituto Nazionale di Statistica e Censimenti L’industria automobilistica è stata tra le più attive nell’ultimo decennio Però, nonostante la notevole crescita indicata, l’opposizione politica ha denunciato la manipolazione di statistiche ufficiali che nascondono situazioni di povertà estesa in tutto il paese e dissimulano un proces-

Néstor Kirchner portò avanti un’attiva politica per promuovere i Diritti umani. Il suo governo ottenne l’appoggio di riconoscenti integranti di organismi di Diritti umani. Inoltre, ha spinto il procedimento giudiziario ai responsabili per crimini contro l’umanità accaduti durante l’ultima dittatura militare dell’Argentina. Questo fu possibile per la

deroga delle leggi di “punto finale” che erano state approvate durante la presidenza di Raúl Alfonsín.

Ex militari Jorge Videla e Luciano Menendez nel banco degli accusati In conseguenza varie di queste misure politiche e la bonaccia economica come contrasti della crisi tremenda del 2001 furono incrementando i livelli di popolarità del governo di Néstor Kirchner. L’accumulazione di potere politico del presidente fu in costante aumento, potendo consolidarsi come leader indiscusso del partito peronista. Il suo stile frontale e di confronto duro ha esacerbato le differenze e divisioni tra diversi settori della società. Tutto questo, nella cornice di una crisi dell’opposizione politica che non ha saputo o non ha potuto resistere, con proposte credibili, questa tendenza.


Presidenza di Cristina Fernandez de Kirchner (20072011-2015)

L’inizio del mandato presidenziale di Cristina Kirchner fu segnato dallo scontro coi produttori agricoli di diverse organizzazioni chi si unirono per fermare i tentativi del governo

Propaganda ufficiale dell’ “Assegnazione Universale per Figlio” Proteste di agricoltori durante i conflitti del 2008 Tuttavia, la continuità della crescita economica e la politica distributiva del governo contribuirono a mantenere la sua popolarità, senza che discendesse a livelli critici. Si stabilì la “Assegnazione Universale per Figlio”, per le famiglie più in necessità, e si stabilì il piano per “collegare uguaglianza” distribuendosi netbooks a tutti gli studenti delle scuole pubbliche. Allo stesso tempo, si sanzionarono alcune leggi importanti come quella di boschi (2007) e ghiacciai (2010) destinate alla protezio-

Un altro dibattito importante in questi anni delle presidenze di Néstor Kirchner e Cristina Fernández di Kirchner è stata sui mezzi di comunicazione. Il confronto dei Kirchner coi proprietari di alcuni multi-media importanti dell’Argentina, conformati durante la decade del ‘90, mise in luce questo tema. Si dettò una nuova legge che regola il funzionamento dei mezzi di comunicazione, benché essa fosse risultata di un lavoro precedente questa tappa confrontativa. Precisamente, la ripercussione di questo conflitto in radio, televisione e giornali di tutto il paese continua fino ai nostri giorni.

2 0 1 2

Con l’adesione popolare alla gestione di Néstor Kirchner, sua moglie Cristina Fernandez lanciò la sua candidatura presidenziale a succedergli. Così, in ottobre 2007 fu eletta come presidente col 45,29 % dei voti. Dopo 4 anni di mandato, si presentò alla rielezione, permessa una sola volta consecutiva dalla Costituzione Nazionale Argentina, ottenendo un nuovo trionfo col 54,11 % di appoggio elettorale.

ne dell’ecosistema. Tutto questo per segnalare solo alcuni aspetti della sua gestione.

A p r i l e

Caricatura di Néstor Kirchner

di imporre maggiori regolazioni alla produzione di grani. Questo portò ad intensi dibattiti ed a rompere l’alleanza che i Kirchner avevano col vicepresidente di estrazione radicale, Julio Cobos. Queste dispute diminuirono momentaneamente il capitale elettorale del governo che dovette perdere le elezioni parlamentari nel 2009.

Caricatura sul concentrarsi dei mezzi audiovisivi A metà del governo di Cristina Fernandez di Kirchner, si diedero le celebrazioni del Bicentenario della Repubblica Argentina. Esse ebbero il suo epicentro nella città di Buenos Aires, il 25 maggio 2010, con un massiccio concorso della cittadinanza.

29


dovette essere intervenuto chirurgicamente in varie occasioni.

Il ‘Cabildo’ di Buenos Aires illuminato con tecnologia 3 D

S I N T E S I

S T O R I C A

( a d

u so

interno )

In questo stesso anno si è fatto l’ultimo Censimento Nazionale che ha dato come risultato una popolazione totale di 40.091.359 abitanti, il che implica un 10,6 % di aumento rispetto al censimento fatto nell’anno 2001.

Cartoncino consegnato in occasione del censimento Il 27 ottobre 2010, mentre si trovava a riposare nel sud dal paese vicino alla sua famiglia, morì improvvisamente Néstor Kirchner, marito della presidente, che aveva sofferto un deterioramento nella sua salute e 30

nomico a livello internazionale per l’Argentina, fecero salire nuovamente la sua popolarità, sono alcuni dei motivi che si segnalano per spiegare l’importante trionfo elettorale nella sua rielezione dell’anno scorso.

gentina è stata modellata per il giro politico che i Kirchner hanno dato al partito giustizialista (peronista) in particolare, ed al paese in generale. Non si scorgono per il momento, nel campo oppositore, delle figure agglutinanti che abbia-

Cristina Fernández di Kirchner, nel suo Camera ardente di trionfo elettorale, Néstor Kirchner nella con la foto di Nestor Casa di Governo Kirchner

no potuto resistere la sua influenza. Chi più può avvicinarsi oggi a quel ruolo è il sindaco della città di Buenos Aires, Mauricio Macri del partito Pro, ma la cui base elettorale è molto concentrata nella città e dintorni, senza una gran proiezione nelle altre province argentine.

La morte di Néstor Kirchner ebbe molte ripercussioni dentro e fuori del paese. L’ex presidente era segretario generale dell’UNASUR (Unione di Nazioni Sudamericane), uno degli organismi regionali di più recente creazione. Presidenti ed autorità di tutta l’America Latina concorsero alla camera ardente di Néstor Kirchner che si fece nella Casa di Governo. Ci fu anche un massiccio concorso del pubblico in generale, che diede luogo ad un dibattito sulla spontaneità o manipolazione della gente che sfilò incessantemente davanti alla bara dell’ex presidente.

L’opera di governo di Cristina Kirchner, per suoi simpatizzante, o la morte di suo marito che, insieme alla continuità del buon momento eco-

Risulta difficile ponderare storicamente una gestione politica ancora in corso. La cosa certa è che dall’anno 2003, l’Ar-


D

al recupero della democrazia in 1983, la società argentina ha conquistato, con gran sforzo, la stabilità delle istituzioni democratiche e la stabilità economica. Sembrerebbe che i prossimi orizzonti di sfida passino sempre per le posticipate politiche sociali di lotta contro la povertà e la disoccupazione, e per la maggiore trasparenza delle istituzioni di fronte alla corruzione. Sicuramente tutto questo esigerà una gran creatività e decisione dei dirigenti, ed anche un forte compromesso etico e solidale, non solo di essi bensì dell’insieme della società. Tuttavia, il dolore sembra aver maturato una nuova coscienza nel popolo argentino. Terra di tutti i continenti, paese di grandi diversità etniche e culturali, l’Argentina ha oscillato durante tutta la sua storia tra la ricerca di

A p rile

2 0 1 2

A modo di chiusura…

sintesi che superano e la tentazione dell’intolleranza e la violenza. L’esperienza democratica ancora giovane degli ultimi decenni sembra avere cominciato il lungo e difficile apprendistato di cercare l’unità nel rispetto, l’accoglienza e la valutazione della diversità. L’integrazione coi suoi paesi vicini nel MERCOSUR ed i suoi soci (Brasile, Paraguay, Uruguay, Cile e Bolivia) insieme agli altri organismi internazionali a livello regionale, come l’UNASUR, sono altri dei sintomi incoraggianti di superamento di vecchie rivalità tra paesi fratelli, per avanzare verso un’unità latinoamericana aperta all’orizzonte mondiale. Buenos Aires, Aprile 2012.

31



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.