Emmanuel Babled

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a cura di Gallo Serena, Mattiuzzo Alessandro e Sefa Malvina

Un francese ad Amsterdam, Milano e Venezia. Da designer di oggetti in vetro a curatore di mostre in tutto il mondo. Nato nel 1967 in Francia, Emmanuel Babled si è diplomato presso l’European Institute of Design a Milano nel 1989. Nel 1992 ha fondato Emmanuel Babled Studio e ha iniziato la sua produzione per oggetti in vetro e ceramica, mobili, design d’interni. Tra i suoi clienti più importanti per la produzione in vetro e cristallo ci sono: Baccarat (F), Covo (I), Idée Co. Ltd (J), Laurent Perrier (F), Rosenthal (D) e Venini (I). Per la produzione di mobili e product design si ricorda: Magis (I), Casprini (I), Viceversa (HK), Giannini (I), DuPont De Nemours (F), Créa Diffusion (F), SLIDE (I). Dal 1992, Emmanuel Babled ha realizzato una lunga serie di collezioni in vetro soffiato che sono state espo-

ste presso gallerie e musei italiani e internazionali a: Colonia, Londra, Lisbona, Milano, New York, Parigi, Toronto e Tokyo. Inoltre Emmanuel Babled è curatore di mostre ed eventi di gruppo come la mostra “Fusion” (Milano, 1999), “Sputnik” (Milano, in collaborazione con Idée Co. Ltd., 2000), “Smash” (Milano, New York, Parigi, Londra, Tokyo, 2001) e ha lavorato come art director per Baccarat (per la collezione in cristallo disegnato dall’architetto Ettore Sottsass, Covo (per la mostra “Smash”) e l’organizzazione fieristica MACEF. Dal 2001 collabora con la Domus Academy (Milano) e la Design Academy di Eindhoven (Paesi Bassi) come visiting professor. Nel 2000 vince il Laurent Perrier

Design Challenge con il miglire disegno per il “Laurent Perrier Ice Bucket”. Nel 2001 Emmanuel Babled ha vinto il Tokyo Designer Block Award per “Smash” e le sue collezioni in vetro sono state pubblicate e fanno parte di molte collezioni internazionali. Babled usa un materiale tanto prezioso e fragile ed esplora il limite delle possibilità tecniche del soffiare a mano. Dalla fornace, dove lavora con numerosi maestri vetrai al contempo, lascia uscire solo oggetti tecnicamente perfetti; questa perfezione si sposa però a tradimenti continui e voluti della classica idea di vaso, oggetto decorativo, animaletto. La dimensione funzionale e l’aspetto decorativo vengono continuamente sfidate. 3


In studio. Un continuo lavoro di collaborazione. Babled & Co. è uno studio consulente di design per i prodotti industriali; una rete di collaboratori sviluppa prodotti per l’industria della produzione di massa con Emmanuel Babled come art director. Lo studio offre un servizio completo di progettazione per creare soluzioni di prodotto a marchio, dal concept al prodotto finito, compresa la strategia e la grafica. 4

Quello che si nota in primo luogo vedendo le opere di Babled sono le linee fluide che dà ai materiali, portandoli spesso al limite della loro resistenza enfatizzando così un tentativo di smaterializzazione: tavoli bassi che sembrano forme ùcellulari aggregate pronte a fondersi nel sistema circostante, lampadari che rappresentano l’attimo infimo prima della loro dilagazione nello

spazio, lampade che propagano le loro linee senza limiti tangibili e vasi che contengano il soffio, tesi come fossero delle bolle d’acqua appena prima della loro dispersione verso la superficie. Questi stati apparentemente transitori e dinamici, che caratterizzano i lavori monomaterici di Babled riescono a cancellare ogni eredità superflua in merito alle convenzioni etiche ed estetiche.


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Dai maestri vetrai.

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Da designer di oggetti in vetro a curatore di mostre in tutto il mondo. Emmanuel Babled ha lavorato con il vetro a Murano per molti anni, sviluppando una lunga e proficua collaborazione con i più bravi artigiani che operano sul territorio. Il suo approccio progettuale si basa sull’idea che un buon progetto nasce attraverso il contatto diretto e la presenza fisica sul territorio della sua produzione. Osservando materiali e tecniche nel loro ambiente

autentico ottiene una sensazione per i luoghi e le condizioni sociali, diventati una parte importante del suo metodo di lavoro. Le competenze territoriali assieme al fattore umano costituiscono elementi che determinano il risultato. Il vetro è estremamente difficile da maneggiare, un materiale ingrato e allo stesso tempo estremamente generoso perché permette soluzioni

ed effetti addirittura imprevisti che altri materiali non offrono. Babled cerca sempre di provocare il materiale per ottenere risultati non connessi all’ortogonalità della forma. Il vetro, in particolare, ha bisogno di respiro e per lasciarlo respirare bisogna accompagnarlo. Se si riesce ad ascoltarlo e a cogliere l’attimo più congeniale il vetro diventa un materiale ricchissimo.

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Per Venini. Una lunga collaborazione che prosegue dal 1992. Dal suo primo contatto con Venini nel 1992, Emmanuel Babled ha realizzato una lunga serie di collezioni in vetro soffiato, che sono state esposte presso gallerie e musei a Colonia, Londra, Lisbona, Milano, New York, Parigi, Toronto e Tokyo. Ha prodotto con entusiasmo creazioni innovative e rispettose, ma anche dispettose nei confronti della tradizione e lontane dal gusto commerciale. “Toys” è la celebrazione della maniera giocosa e dissacrante nella quale Babled usa un materiale tanto prezioso, fragile e ricco di storia; il designer esplora il limite delle possibilità tecniche del soffiare a mano il vetro dove lavora contemporaneamente con numerosi maestri vetrai. Lascia uscire solo oggetti tecnicamente perfetti; perfezione che si sposa però a tradimenti continui e voluti della classica idea di vaso, oggetto decorativo, animaletto. La dimensione funzionale e l’aspetto decorativo vengono continuamente sfidate. Tre linee di oggetti, formalmente ed esteticamente molto diverse una dall’altra ma collegate dal desiderio di innestare l’antica pratica del vetro sulle tematiche più vicine al nostro tempo.

In successione dall’alto le collezioni: “Units”, “Genetic” e “Megalitic”.

“Units” presenta un riferimento costante all’architettura, cioè alle strutture non antropomorfe che l’uomo crea per contenere se stesso: anche un edificio è un vaso, una macchina per garantire flussi di presenze, di entrate, di uscite. “Genetic”, con il costante riferimento all’atto dell’ibridare e innestare, presenta riferimenti all’evoluzione prepotente della genetica: vene, arterie e organi del corpo sono vasi su cui l’uomo può intervenire. “Megalits” mostra l’idea di vaso portata al suo limite dimensionale; questi oggetti di bellezza sensuale o di presenza giocosa sono in realtà una rappresentazione del massimo sforzo, della potenzialità estrema del vetro ma anche, più in generale, del manufatto umano nel suo complesso. Tutte le opere mostrano una ricerca di bellezza minimale, semplice all’apparenza, ma risultato di un processo complesso. Il loro spingersi oltre le leggi comuni del vetro dimostra una tensione verso l’utopia. Il modernismo come fondamento culturale ed estetico viene continuamente a galla, seppur sotto una luce ironica e dimostrandone ogni fragilità. 9


Con Vistosi. Pod e Ferea, una doppia sfida con il vetro. Forte di una tradizione familiare secolare, l’azienda realizza sistemi d'illuminazione e oggetti d’arredo in vetro di Murano collaborando con numerosi designer. Le lampade di Vistosi sono tutte infatti definite da contorni quasi evanescenti, da linee finissime, che sembrano appena accennate; 10

sono presenze velate, che si osservano solo vigilando attentamente. E’ evitata qualsivoglia eccentrica bizzaria decorativa. La funzionalità e la purezza formale sono accentuate dai non colori o da colori pastello scelti come tonalità che contribuiscono a dare alla struttura un aspetto leggero, candido e suggestivo.

“Pod” è una collezione di lampade in vetro soffiato bianco semitrasparente a decoro centrale in vetro opalino, che comprende i modelli a sospensione e a plafoniera. Questo piccolo gioco, questa piccola vibrazione di decentramento conferisce umanità al prodotto e rende la plasticità del vetro.


Rappresenta una sfida per la difficile riproducibilità per la forma ribassata, che hanno colto molto bene Vistosi e Matteo Moretti. “Ferea”, lampada a sospensione in vetro soffiato che coniuga grandissima capacità artigianale con un processo industriale digitale. Il brief della Vistosi prevedeva lo sfruttamento

delle moderne tecnologie di taglio idroget: una macchina a cinque assi che permette di fare dei tagli nel vetro che in effetti si potrebbero fare manualmente, ma non di certo ad un costo industriale, cioè un costo sopportabile da un oggetto che dovrebbe avere un suo posizionamento nel mercato. Non è solo il taglio ad

essere innovativo, ma anche la possibilità di usare sorgenti luminose nuove con un grande corpo centrale. Nella famiglia della lampada “Ferea” e anche nelle repliche in scala minore della stessa si effettua un taglio diverso dovuto alla diversa funzione che questa assume nel momento in cui la si pone in un’ambiente. 11


Seduta “Sunshare” prodotta con tecnologie all’avanguardia.

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Oltre il vetro. Il marmo e i filati. Emmanuel Babled utilizza maestrie antiche e moderne, legate a territori autoctoni come il vetro di Murano, il marmo di Carrara, le ceramiche del bacino veneto; i tessuti a telaio dell’India e i sofisticati plexiglass lavorati a Como. La diversità di queste origini portano l’autore francese a un approccio dove dimostra la sua attenzione alla sostenibilità nelle sue dimensioni umane e sociali definendo un ruolo evoluto dell’artista designer, orientato al prodotto e alla sua commerciabilità. 12

È riuscito a fare altrettanto con il marmo di carrara e con i tessuti riuscendo ad ottenere il massimo dalla manualità e rendendo tangibili dei progetti perfezionati a monte con tecniche digitali. “Quark Marble” è un tavolino da caffè dalle forme organiche e fluide nel quale Babled ha utilizzato tecnologie all’avanguardia. Anche “Sunshare”, realizzata in marmo classico, viene creata con l’utilizzo di programmi informatici innovativi grazie ai quali è riuscito

a conferire a un materiale così pesante, un movimento di contrasto e una forma fluida. Le astrazioni geometriche dei tappeti fabbricati nell’India nord orientale trasformate dalla bellezza imprecisa dell’artigianato e dalla scelta di motivi non figurativi che riflettono il desiderio di evitare riferimenti con l’iconografia classica del tappeto orientale; esplorando la tradizione in un viaggio tra due mondi: quello digitale del design e quello manuale dei tessitori.


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Principali esposizioni. p 1996 “Glas” (Idée, Co. Ltd., Tokyo), presentata da Teruo Kurosaki; “Ovni”(Blanchaert & Arosio, Milano), presentata da Jean Blanchaert & Marco Arosio. p 1997 “Verrerie” (Neotu, Parigi), presentato da Pierre Staudenmeyer; “Halebopp” (Blanchaert & Arosio, Milano), presentata da Jean Blanchaert & Marco Arosio. p 1998 “Mos Kos” (Space Gallery, Londra), presentata da Ema Oldham; “Vaporetto 52” (Crossover Gallery, Colonia), presentata da Ema Oldham. p 1999 “Primaire” (Galerie Clara Scremini, Parigi), presentato da Clara Scremini; “Oversize” (Studio Segantini, Milano), presentata al workshop Babled. p 2000 “Kos Mos” (Idée, Co. Ltd, Tokyo), presentata da Teruo Kurosaki;

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p 2002 “The Happy Few” (Holt Renfrew, Toronto), presentata da Holt Renfrew. p 2003 “Joker Lounge”, (Le Case d'Arte, Milano), presentata da Pasquale Leccese; “Fanatisme” (Maxalto, Parigi), presentato da Max Alto. p 2004 “Gli esseri umani e di cocco” (Spazio Micamoca, Milano), presentata da Manuela Klerkx; “Toys” (Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia), presentato da Angela Vettese; “Unità” (Spazio Micamoca, Milano), presentata da Manuela Klerkx. p 2005 “Toys” (Centre Culturel Français, Milano), presentato dai francesi ambasciate culturali magazzini; “Unità” (Gallerie Mouvements Modernes, Parigi), presentato da Pierre Staudenmeyer; “Unità”, (Galleria Designer, Colonia), presentata da Gabrielle Amman.

p 2008 “Digit” (Ambasciata di Francia a Milano), presentato dal dipartimento culturale dell'ambasciata francese; “Digit”, (Galleria Scagliola, Parigi), presentata da Roberta Fumia. p 2009 “Seduto qui, far riposare le mie ossa”, (Galleria Klerkx, Milano), presentata da Manuela Klerkx; “Digit” (Galleria Nilufar di Milano), presentata da Nina Yashar; “Tutto andrà tutto bene” (Kessler Gallery, Zurigo), presentata da Franzisca Kessler; “Digit” al Design e Design Miami Basel, presentato da Priveekollektie gallery (NL). p 2010 “Tre Spirits” con Richard Hutten e Paolo Giordano (Milano); “Superdesign” (La galleria appartamento, Londra). p 2011 “Rien de 9” (Ventura Lambrate - Milano), a cura di Ines Salgado.


Direzioni artistiche. p 1999 Il Comune di Milano Babled nomina come direttore artistico del vetro mostra “Fusion”.

tu (Parigi), Property (New York), Design Museum (Londra), Idée Co. Ltd. (Tokyo), e il National Glass Center (Sunderland, GB).

p 2000 Babled è responsabile del lancio del nuovo life-style brand “Sputnik”, avviato dal giapponese Teruo Kurosaki imprenditore di Idée Co. Ltd. in Tokyo.

p 2002 Il francese, produttrice di cristalli Baccarat nomina Babled come art director per lo sviluppo dei cristalli di raccolta “Rencontres” disegnato dall'architetto italiano Ettore Sottsass.

p 2001 La famiglia italiana produttrice di accessori Covo Babled nomina come direttore artistico per il concetto e l'organizzazione della mostra itinerante vetro “Smash” che coinvolge nove giovani designer internazionali. Dopo la prima presentazione a Milano, la mostra si sposta a Neo-

p 2002 Babled organizza mostre per l'organizzazione di Macef Fiera Milano in collaborazione con gli studenti di diverse scuole di design nazionali e internazionali (Domus Academy di Milano, Design Academy Eindhoven) workshop leader in ogni scuola.

p 2002 Dupont De Nemours (Ginevra) le commissioni Babled di concepire e progettare nuovi mobili salotto realizzato in Corian da Crea Diffusion (F). p 2003 Babled coordina e presenta il marchio di lifestyle giapponese Mogu, in collaborazione con progetto pronto all'uso (NY) e Ebisukasei Co. Ltd (Osaka). p 2005 Babled diventa consulente strategico creativo per il marchio italiano I + I, per la produzione di tessuti, tappeti e accessori per la casa.

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