Progetto Jonathan …”Non importa se sono penne ed ossa, mamma. A me importa soltanto di imparare che cosa si può fare su per aria, e cosa no. Ecco tutto. A me preme soltanto di sapere….” (Il gabbiano Jonathan Livingston – Richard Bach)
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CHI SIAMO
L’Aias di Piacenza, prima associazione di volontariato nel territorio piacentino ad occuparsi di assistenza specifica a persone con disabilità, è stata fondata il 29 novembre 1970. Negli anni ha sviluppato una serie di progetti ed interventi volti a perseguire l’autonomia e la promozione dei diritti delle persone con disabilità, tra cui i principali sono: - CASA FAMIGLIA, gestita in convenzione con il Comune di Piacenza e la Azienda USL di Piacenza, che ospita a livello residenziale un gruppo di disabili adulti privi in tutto o in parte di sostegno familiare. - SAP INFORMAHANDICAP, l'Ufficio Informahandicap del Comune di Piacenza, pensato per informare i cittadini disabili e guidarli all'interno del labirinto dei servizi. - CAAD, il Centro di informazione per l'adattamento dell'ambiente domestico per anziani e disabili, presso il quale è possibile essere orientati in merito alle soluzioni più adeguate per migliorare la mobilità e l'autonomia in casa e accedere ai contributi regionali. -CDI, il Centro di Documentazione per l'Integrazione, ha come obiettivo fondamentale la sensibilizzazione della cittadinanza sul tema della disabilità e la piena integrazione sociale. Organizza eventi, convegni, giornate di studio. -TEMPO LIBERO E VACANZE, l'Aias porta avanti da anni un'esperienza di tempo libero rivolto ai propri soci e di vacanze estive per soci disabili adulti. Attraverso il suo “SPORTELLO VACANZE” è in grado di fornire informazioni su strutture alberghiere idonee all'accoglienza di persone con disabilità. -PRESIDIO LEGALE, servizio di consulenza e assistenza legale gratuita per i soci dell’associazione relativamente ai problemi collegati alla loro situazione di disabilità. L’Aias promuove, accoglie e sostiene il contributo del volontariato nella realizzazione di iniziative legate al progetto globale, finalizzato all’arricchimento delle attività sociali e ricreative svolte sia all’interno che all’esterno delle proprie strutture. Nell’erogare i propri servizi l’Aias assume come fondamentali i principi del DPCM 27 gennaio 1994, per la tutela delle esigenze delle persone che ad essa si rivolgono, ovvero di Eguaglianza, Imparzialità, Continuità del Servizio, Diritto di scelta e Partecipazione da parte degli utenti, Efficienza ed Efficacia. 2
EGUAGLIANZA - Nessuna distinzione nella erogazione del servizio può essere compiuta. Va garantita la parità di trattamento. L’eguaglianza va intesa come divieto di ogni ingiustificata discriminazione. IMPARZIALITA’ – Si assume l’obbligo di ispirare i propri comportamenti, nei confronti delle persone fruitrici dei propri servizi, a criteri di obiettività, giustizia ed imparzialità. CONTINUITA’ – L’erogazione dei servizi dell’Associazione deve essere continua e regolare. In caso di funzionamento irregolare o di interruzione, si adottano misure volte ad arrecare agli utenti il minor disagio possibile. DIRITTO DI SCELTA –I fruitori dei servizi gestiti dell’Associazione hanno diritto di scegliere e di recedere liberamente dal servizio scelto. PARTECIPAZIONE
–
La
partecipazione
delle
persone
con
disabilità
alla
prestazione dei servizi deve essere sempre garantita. Loro e le loro famiglie hanno diritto di accesso alle informazioni che vanno comunicate in modo chiaro e comprensibile, ricorrendo a procedure semplificate. EFFICIENZA ED EFFICACIA – Il servizio deve essere erogato in modo da garantire l’efficienza e l’efficacia, valutando e confrontando attentamente: risorse impiegate e risultati raggiunti - risultati raggiunti ed obiettivi prestabiliti. In questo senso l’Aias si è sempre proposta di: • Porre la centralità della persona come fine ultimo della propria azione, valorizzarne
le
potenzialità
individualizzati, •
Promuovere
elaborando
globali la
cultura
della
progetti
abilitativi/riabilitativi
ed qualità
come
integrati fondamento
dell’agire
• Lavorare in rete con servizi sociali e sanitari, con il volontariato ed il terzo settore. • Considerare la famiglia come parte integrante dei progetti di residenzialità. •
Contribuire
alla
diffusione
dell’educazione
alla
solidarietà.
• Consolidare ricerca e riflessione sulle buone prassi che consentono di passare da un modello di assistenza ad uno di autodeterminazione della persona. Ora l’Associazione intende dar vita ad un progetto complesso, volto a rispondere alle nuove esigenze di costruzione di maggiore autonomia dei propri soci.
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IL CONTESTO E I BISOGNI Tutti ma proprio tutti i ragazzi coltivano il sogno di avere un posto nel mondo in cui vivere da persone adulte. Ma naturalmente, non sono tutti uguali : hanno tempi, indole, caratteristiche diverse, vivono situazioni, spazi ed esperienze diverse, provengono da famiglie diverse. E’ proprio partendo da questa consapevolezza che è stato prima pensato e poi fortemente voluto il progetto Jonathan che, essendo basato su un principio universale, ha in sé, crediamo, un grande potenziale.
Se tanti trentenni e quarantenni escono di casa nel momento in cui si sposano, vanno a convivere o trovano lavoro, lo stesso non si può dire per le persone disabili che a seguito della loro situazione si trovano spesso a
convivere in
maniera continuativa con i genitori. Già da tempo alcuni soci iscritti all’Associazione manifestano la necessità di costruirsi una vita più autonoma e chiedono all’Aias di trovare una soluzione che possa essere idonea a rispondere ai loro bisogni. Si tratta di persone in condizione di disabilità con età media intorno ai quarant’anni
che durante la
giornata lavorano oppure frequentano centri diurni o stages aziendali, e che vivono nel loro nucleo familiare d’origine. Non si pone per loro un problema immediato di emergenza assistenziale ma è da loro avvertito il bisogno di crearsi uno spazio di vita autonomo rispetto a quello dei genitori. La volontà di “padroneggiare” la propria vita risulta essere per loro oggi più forte del desiderio di rimanere nel “nido”, per quanto questo possa essere ancora caldo e accogliente. Da qui una esigenza nuova: trovare uno spazio in cui poter vivere al di fuori dal nucleo familiare e lontano dai soliti luoghi, un posto in cui sia possibile sperimentarsi e trovare nuovi stimoli per crescere con l’aiuto di persone motivate e qualificate. Non un “dopo di noi”, quindi, ma un “nonostante noi”, sicuramente altrettanto efficace e significativo ma indubbiamente più semplice da affrontare per tutti, nessuno escluso.
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FINALITA’
Il progetto integrato “Jonathan” mira a rispondere ad una pluralità di bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, in un approccio graduale e composito, valorizzandone peculiarità, attitudini ed esperienze e andando incontro a due fondamentali obiettivi : -
da un lato l’esigenza di vivere in maniera compiuta il proprio tempo libero e contemporaneamente di sperimentare percorsi di avvicinamento ad una vita più indipendente e autonoma rispetto a quella familiare;
-
dall’altro l’esigenza di condividere una esperienza di vita indipendente che consenta la costruzione di un ambiente di vita sereno e di un luogo accogliente in cui sviluppare le proprie relazioni interpersonali, sviluppare i propri interessi e sentirsi parte di una vera e propria famiglia al di là del nucleo familiare di origine, con la possibilità di sperimentare periodi di distacco
vero
aiutando
ed
accompagnando
entrambi
verso
l’emancipazione. Con questo progetto, l’Aias
intende quindi promuovere il benessere delle
persone disabili coinvolte e dei loro genitori, favorendo la loro integrazione nel territorio e percorsi di scoperta e recupero dell’autonomia nella gestione di sé, dei rapporti con gli altri, dei tempi e degli spazi. Specificamente, il progetto si propone i seguenti obiettivi: -
sviluppare e sostenere l’autonomia personale, intesa come possibilità, per la persona, di essere e di sentirsi soggetto attivo di pensiero e di azione, promuovendo le capacità residue, portando alla luce le potenzialità esistenti e garantendo la massima espressività possibile, all’interno di una gestione della vita quotidiana rispettosa sia degli spazi individuali che dei momenti comunitari;
-
favorire il benessere psicofisico degli utenti, attraverso progetti educativi che tengano conto delle diversità individuali;
-
attivare iniziative volte a favorire lo scambio relazionale, la capacità di adattamento, la flessibilità comportamentale, individuando all’interno della programmazione le opportune aree d’intervento;
-
sostenere le famiglie, dando la possibilità di un sollievo effettivo dagli impegni di cura;
5
-
supportare i genitori nel momento in cui sentono di non poter più essere il solo punto di riferimento nella vita dei loro figli;
-
documentare
l’esperienza,
affinchè
acquisisca
un
carattere
di
trasferibilità e comunicabilità.
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I DESTINATARI Il target del progetto, come accennato, è costituito sia da persone disabili che dai loro familiari.
LE FAMIGLIE I genitori si preoccupano soprattutto dell’avvenire dei loro ragazzi nel momento in cui non potranno più occuparsi di loro personalmente. Per i genitori diventa con il passare degli anni sempre più importante : -
sentirsi ascoltati e accolti
-
poter parlare dei dubbi, delle paure relative al futuro dei loro figli
-
essere accompagnati in un percorso di progressivo distacco, superando la naturale tendenza a credere che nessuno meglio di loro stessi può provvedere alla sorte dei propri figli
-
essere rassicurati sul fatto che comunque anche quando loro non potranno
più
occuparsene,
i
loro
figli
verranno
seguiti
con
attenzione, sensibilità e sollecitudine da personale preparato e disponibile -
confrontarsi con gli altri genitori e trovare una rete di accoglienza e sostegno reciproco anche attraverso il gruppo di auto mutuo aiuto che è nato spontaneamente qualche mese fa e che ora fa parte integrante del presente progetto.
I genitori chiedono all’Associazione di dar vita sia (laboratori
per
l’acquisizione
di
autonomia
e
a risposte intermedie percorsi
di
sviluppo
dell’indipendenza) sia ad un luogo in cui si possa realizzare una accoglienza anche residenziale in periodi programmati o di emergenza familiare (ad es. ricoveri in ospedale dei genitori) o stabilmente nel momento in cui la famiglia d’origine non risulterà più essere idonea a supportare quotidianamente la persona con disabilità .
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LE PERSONE CON DISABILITA’
Le persone disabili coinvolte saranno complessivamente una ventina, con età media intorno ai 40 anni, alcune delle quali coinvolte in molteplici ambiti del progetto. Persone
Età
coinvolte
Ambito Residenziale (nuova
Ambito Laboratorio di
Ambito Tempo
Casa Famiglia)
Vita Indipendente
Libero
1
L.B.
45
X
X
X
2
F.B.
37
X
X
X
3
C.C.
45
4.
M.D.A.
32
X
5.
F.G.
64
X
6
G.G.
43
7.
E.G.
35
X
X
8.
M.M.
26
X
X
9.
E.P.
54
X
X
10. L.P.
45
X
X
11. C.S.
36
X
X
12. R.C.
48
X
X
13. F.T.
35
14. S.C.
36
X
X
15. G.S.
22
X
X
16. G.F.
30
X
X
X
17. M.B.
37
X
X
X
18. A.L.
33
X
X
19
45
A.P.
X X
X X X
X
X
Ciò che chiedono è la possibilità di sperimentare periodi di distacco dai genitori in cui vivere in condivisione con gli altri momenti di autonomia e di tempo libero, per acquisire propri spazi di vita autonomi.
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LE ATTIVITA’ Il progetto è composto da 3 diversi filoni complementari : -
una nuova residenza per persone disabili che intendono vivere al di fuori del contesto familiare durante la settimana (con eventuale ritorno a casa nel weekend per qualcuno e per la fruizione del servizio proprio nei fine settimana da parte di altri)
-
un “laboratorio di vita indipendente” destinato ad aumentare le autonomie residue delle persone coinvolte
-
la realizzazione di iniziative di tempo libero che si affianchino e si coordinino sia con le attività previste dagli altri due filoni che con la realtà della Casa Famiglia gestita dall’associazione e con le uscite di tempo libero già in corso.
A questi si affiancherà il proseguimento di un gruppo di auto mutuo aiuto che ha preso avvio da qualche mese, all’interno del quale i genitori possono confrontare e condividere le proprie esperienze e stati d’animo supportati da una psicologa e da un facilitatore.
L’AMBITO RESIDENZIALE
La nuova Casa costituirà una sorta di comunità allargata, che possa assicurare spazi di vita autonomi e il più possibile indipendenti a cui si affiancano spazi comuni nei quali stare in gruppo e vivere momenti conviviali, con un rientro in famiglia nei fine settimana, durante le festività e nei momenti di chiusura concordati preventivamente. Disporrà di un’organizzazione con orari di vita improntati alla flessibilità e atti a venire incontro ai ritmi di vita dei singoli ospiti. Si intende così garantire all’ospite la massima libertà
e la possibilità di ricreare nella struttura un ambiente
familiare idoneo a favorire il benessere di ognuno e il mantenimento dei rapporti con la famiglia.
La struttura promuoverà l’organizzazione di attività ricreative, tenendo conto delle attitudini e delle aspettative degli ospiti, delle proposte di associazioni e soggetti terzi, delle indicazioni espresse dalle famiglie, delle opportunità e 9
iniziative ricreative, sportive, culturali e sociali attuate nel territorio. In particolare, la presenza, in prossimità della nuova struttura, della Casa Famiglia già gestita dall’Associazione consentirà la possibilità di realizzare insieme momenti di tempo libero e di socializzazione , oltre che iniziative comuni (vacanze, feste, uscite) ed economie di gestione.
L’Associazione individuerà gli interventi da sviluppare tenendo conto del grado di autosufficienza di ogni singolo ospite.
Saranno pertanto fornite:
-
prestazioni di assistenza e aiuto alla persona in ogni attività quotidiana che gli ospiti non siano in grado di compiere autonomamente.
-
prestazioni alberghiere (preparazione del vitto; lavanderia, guardaroba e pulizie degli ambienti)
-
prestazioni professionali
educative idonee
ed
animative
supportate
da
(realizzate volontari)
attraverso
volte
ad
figure
aiutare
la
costruzione di un percorso di vita più autonomo e la creazione di un ambiente di vita sereno; mediare eventuali difficoltà relazionali tra l’ospite e
la famiglia d’origine;
supportare gli ospiti nella creazione e nel
mantenimento di relazioni positive tra loro; incentivare la partecipazione a iniziative ricreative anche esterne alla struttura; organizzare iniziative di tempo libero aperte anche ad altri soci dell’Associazione o a componenti di Casa Famiglia Aias; supportare gli ospiti in attività espressive o nella pratica di hobbies scelti in base alle proprie personali attitudini; raccordarsi con medici di famiglia e altre figure socio-assistenziali di riferimento; promuovere il benessere di ogni singolo ospite.
L’Aias non intende esternalizzare servizi poiché si ritiene che l’ambiente debba essere il più possibile familiare e informale per favorire
la partecipazione alle
piccole attività quotidiane (spese, preparazione pasti, piccole pulizie…)
che
promuovano le autonomie e permettano a ciascuno, nei limiti delle proprie
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possibilità, di rendersi utile e sentirsi soggetto attivo di un progetto e non semplice fruitore di un servizio. Compito degli operatori sarà quello di
valorizzare e incentivare rapporti
d’amicizia e di conoscenza, fondamentali per una reale socializzazione.
In un progetto di questo genere, un ruolo fondamentale verrà giocato anche dalla famiglia di origine di ognuno degli ospiti. Attraverso un atteggiamento di ascolto, accogliente ed empatico, si cercherà di coinvolgere la famiglia nella condivisione
di
obiettivi
educativi,
tempi,
modalità
relazionali,
strategie
comportamentali volte a far raggiungere ad ognuno degli ospiti la massima serenità possibile . In questo senso la famiglia sarà un importante alleato nella costruzione di un percorso di vita più autonomo ma anche un destinatario dell’intervento
psico-relazionale
svolto
dagli
operatori
dell’Associazione.
Il
personale Aias si adopererà per aiutare la famiglia stessa, attraverso il gruppo di auto mutuo aiuto già attivato, nella ridefinizione del proprio ruolo, delle proprie responsabilità e del proprio modus vivendi nel momento dell’uscita di un componente dal nucleo familiare e nel successivo “adattamento” a nuove situazioni di vita con la massima attenzione e il massimo rispetto possibile per i genitori e i fratelli. L’intero intervento sarà improntato alla creazione di un clima di fiducia, sia nei confronti degli ospiti che nei confronti delle loro famiglie.
La struttura sarà di norma attiva dal lunedì al venerdì per alcuni oppure durante i fine settimana per altri e assicurerà la presenza dei propri operatori supportati da volontari durante l’arco della giornata in concomitanza con la presenza in struttura degli ospiti e durante l’intera nottata. Non ci saranno orari particolari di visita; familiari e amici saranno i benvenuti in qualsiasi momento, nel rispetto della riservatezza degli altri ospiti, per favorire la possibilità di coinvolgimento del mondo esterno alla vita della comunità (non escludendo la possibilità di usufruire anche degli spazi e del personale della Casa Famiglia esistente per ogni eventualità).
La modalità ed i tempi dell’ingresso verranno concordati con la singola persona interessata e con la famiglia. Qualora una presa in carico sia sollecitata dai servizi sociali di riferimento, sarà con essi, con la persona e con la famiglia di riferimento che ci si raccorderà, prestando la massima attenzione alle esigenze
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dell’interessato. Requisiti e documentazione personale dell’ospite di cui si proporrà l’ammissione saranno descritti in un apposito regolamento interno.
Le figure professionali coinvolte saranno in possesso di titoli specifici (laurea in psicologia e scienze dell’educazione, qualifica di OSS) .
La retta potrà essere: -
interamente a carico degli ospiti che usufruiscono del servizio ;
-
parzialmente a carico, in caso di inserimento in convenzione con i Servizi sociali del Comune
Sono da individuare eventuali contributi privati finalizzati (provenienti da Enti, Aziende, privati) che possano acquisire un carattere di regolarità nel tempo.
L’AMBITO VITA INDIPENDENTE L’Aias con questo progetto intende anche supportare i ragazzi nell’abituarsi progressivamente ad un nuovo tipo di vita, senza la presenza costante dei genitori, sviluppando le loro autonomie residue e al tempo stesso facendoli sentire protetti da una rete di supporto (costituita da operatori e volontari) tale da rassicurare sia le loro famiglie sia i disabili stessi, per porli in condizione di costruire legami relazionali e umani che prescindono dal ristretto gruppo familiare. Per fare tutto ciò occorre però stimolare i ragazzi disabili a diventare il più possibile autonomi nella gestione delle proprie piccole attività quotidiane e favorire la preparazione dei disabili e delle loro famiglie al progressivo allontanamento dal nucleo familiare di origine in maniera graduale, non necessariamente legata alla perdita improvvisa dei genitori, imparando ad interagire con altri soggetti ed acquisendo abilità minime indispensabili per vivere fuori casa, ognuno secondo le proprie potenzialità, supportati da specifico personale (educatori e volontari) che li aiuteranno a sviluppare le proprie autonomie. L'intervento che verrà attivato valuterà il bisogno di sostegno della persona per facilitare l'apprendimento di comportamenti positivi. L'operatore diventerà quindi
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un facilitatore che coniugherà l'intervento educativo a quello di cura /assistenza. Il tutto si tradurrà nella realizzazione di una sorta di laboratorio di vita indipendente, volto ad accompagnare ognuno nella costruzione di una sua più piena individualità all’interno di un contesto sociale e relazionale di riferimento. Per raggiungere questo risultato, verrà utilizzato un locale attiguo a quelli della nuova Casa Famiglia, dotato di servizi igienici e di spazi adeguati allo sviluppo delle
autonomie
anche
attraverso
attività
laboratoriali
e
di
“sperimentazioni” di situazioni quotidiane in cui ci si può trovare a dover interagire.
L’AMBITO TEMPO LIBERO
Qualità della vita e capacità di gestire in modo costruttivo il proprio tempo libero, costituiscono due poli inscindibili nel benessere soggettivo della persona in situazione di disabilità. Infatti, completati gli impegni quotidiani (siano essi di tipo scolastico, riabilitativo, formativo o lavorativo), anche per le persone con disabilità intellettiva si aprono le porte del cosiddetto tempo libero. Di tempo libero per la persona con disabilità si è cominciato a parlare negli ultimi anni, dopo un periodo nel quale l’interesse era stato concentrato su altri obiettivi ritenuti prioritari, come l’integrazione scolastica e lavorativa. Il riferimento al concetto di qualità della vita come obiettivo irrinunciabile del processo educativo ha portato ad attribuire un ruolo fondamentale al benessere personale, del quale la
gestione
adeguata
del
tempo
libero
rappresenta
una
componente
fondamentale. E’ sempre più evidente che
che gran parte delle persone con disabilità, in
particolare intellettiva: -
non sanno fruire del tempo libero in maniera autonoma e questo si collega spesso con
l’aumento di problemi comportamentali;
-
trascorrono il tempo libero a casa e da sole;
-
anche quando diventano adulte sono coinvolte in attività ricreative non adatte all’età, con tipologie e materiali di gioco tipici dei bambini.
Mettere la persona disabile al centro significa che non solo è oggetto del sistema di prestazioni e risposte, ma anche soggetto che collabora, partecipa, sceglie il processo di inclusione sociale. La disattenzione, il disconoscimento della 13
società di fronte all’handicap, acuisce sofferenza e solitudine. L’impossibilità di poter beneficiare in modo positivo e partecipe delle occasioni di Tempo Libero offerte dal territorio è vissuto dalle persone con disabilità come una mancanza grave alla qualità della propria vita, una discriminazione sempre meno comprensibile e accettabile. Quando il Tempo Libero si trasforma in un Tempo Vuoto provoca un forte senso di frustrazione e impotenza. Nell’ottica guida della dignità della persona e dei suoi diritti, il tempo ed il tempo libero non possono essere considerati accessori di vita, ma sua parte integrante, densa di significato esistenziale. L’obiettivo della qualità della vita riferito alle persone in situazione di disabilità si concretizza nella ricerca del massimo sviluppo possibile, sia in termini di acquisizione di abilità, che
di
capacità
affettivo-relazionali
e
nella
promozione
del
più
ampio
dispiegamento di tali possibilità. Su questo fronte, Aias Piacenza si è mostrata un autentico precursore: da oltre 30 anni infatti l’Aias realizza opportunità di integrazione sociale per le persone disabili che si traducono sia in momenti ricreativi e di tempo libero che in vacanze da vivere insieme in contesti non emarginanti , grazie al supporto di accompagnatori e volontari motivati e attenti.
L’Associazione svolge da anni, senza alcun contributo da parte dell’ente pubblico, un progetto, tuttora attivo, che prevede la realizzazione di una serie di uscite di tempo libero, che danno la possibilità alle persone in situazione di handicap di sentirsi integrate nella società e di partecipare ad occasioni ricreative, culturali e sociali che coinvolgono l’intera cittadinanza, senza alcun tipo di discriminazione o di ghettizzazione (feste e fiere, cinema, carnevali, teatro, concerti, pranzi e cene in pizzerie e agriturismi, eventi sportivi, visite a musei ed esposizioni, piscina ecc.) . Gli operatori sono stati individuati in relazione alla loro pregressa esperienza con l’utenza disabile: attualmente c’è una figura di autista con competenze specialistiche
e titolo di operatore socio sanitario e una figura
educativa con ampia esperienza con i disabili. A loro si aggiunge un operatore che all’interno dell’Associazione
organizza e coordina le uscite, contattando i
disabili e i loro familiari, raccogliendo le preferenze e le proposte dei ragazzi e proponendo un calendario di uscite . I volontari sono individuati attraverso passaparola e sulla base della esperienza pregressa nella relazione con i disabili, che è titolo preferenziale.
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Questa opportunità coinvolge tutte le persone disabili coinvolte dal progetto Jonathan e ha rappresentato e rappresenta tuttora una opportunità valida e significativa per le persone disabili coinvolte
di avere momenti di vita sociale
autonoma dai genitori in un contesto non emarginante. Le famiglie vedono il tempo libero come un momento di effettivo sollievo dai compiti di cura, con la certezza di aver affidato i propri figli ad un gruppo di persone motivate e attente che permettono loro di vivere una esperienza di relazione e condivisione in una atmosfera serena e rassicurante. Fin dagli Anni’ 70 inoltre l’Associazione realizza una vacanza estiva di dieci giorni per gli ospiti della attuale Casa Famiglia e per i soci : si tratta di un’esperienza di socializzazione particolarmente importante per coloro che la vivono, affiancati da accompagnatori motivati e attenti durante tutta la durata del soggiorno. Le ultime vacanze sono state organizzate presso una struttura specializzata di Lignano Sabbiadoro e hanno visto la partecipazione di 18 persone con disabilità e 19 accompagnatori in rapporto 1:1.
Il soggiorno, oltre ad avere le
caratteristiche della vacanza tradizionale di gruppo, consente ai partecipanti di essere coinvolti in opportunità di tempo libero e in attività
educative, tali da
sviluppare il grado di integrazione e di socializzazione affettivo/relazionale e da favorire l’instaurarsi di nuove amicizie. L’esperienza maturata negli anni ha reso nel tempo possibile la creazione di un gruppo particolarmente affiatato, in grado di gestire al meglio le eventualità e le esigenze particolari che via via si possono presentare. Attualmente l’Aias è una delle pochissime realtà che continuano ad offrire alle persone disabili una opportunità del genere nel territorio piacentino. Chiaramente anche questo ambito verrà allargato agli ospiti della nuova Casa Famiglia e a chi parteciperà alle attività laboratoriali.
IL GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO
L’esperienza dell’auto mutuo aiuto appartiene ad ognuno di noi, fa parte della vita;
basti pensare a tutte le volte in cui ci siamo rivolti ad un amico, ad un
familiare, ad una persona degna della nostra fiducia e abbiamo condiviso in modo semplice e sincero un nostro pensiero, un problema, una gioia. In un gruppo di auto-mutuo aiuto (A.M.A.) si incontrano persone che condividono uno stesso problema e che desiderano trovare strategie per migliorare la propria
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vita. Lo scambio di sentimenti ed esperienze è un valore assoluto, non esiste all’interno del gruppo chi aiuta e chi è aiutato. L’esperienza di ognuno è quindi una risorsa per tutti e il gruppo aiuta ognuno a riconoscersi come risorsa. La reciprocità di questo scambio, il rispetto dell’altro, la fiducia aiutano le persone a sentirsi responsabili verso loro stesse e verso gli altri e favoriscono l’autostima e l’iniziativa. E’ attraverso l’ascolto, la condivisione, la fiducia, la responsabilità, il rispetto, la crescita personale che avviene il cambiamento che porta ad un maggiore benessere . La nascita di un sentimento più positivo fa sì che le esperienze personali, compresa la sofferenza, si possano trasformare in speranza e fiducia nel futuro. Nella società attuale, minacciata da un progressivo isolamento da cui spesso deriva un senso di solitudine e di scoraggiamento e caratterizzata da un sempre crescente individualismo e dalla competizione esasperata, scoprire l’esistenza di un gruppo all’interno del quale potersi confrontare certi di essere ascoltati traendone sostegno emotivo è sicuramente un sollievo e in un certo senso anche una liberazione. Il gruppo infatti permette di ridimensionare i problemi, aiuta a non ripetere errori, che altri hanno già commesso, conferma l’utilità di ciò che si sta facendo, Nel progetto Jonathan si è pensato di puntare quindi anche su questo tipo di intervento, affiancandolo agli altri perché convinti della sua validità e del suo potenziale più che mai attuale. L’auto mutuo aiuto può essere visto come una grande risorsa per contrastare la crisi e l’affanno dei servizi di cura formali perché porta a riconoscere e valorizzare capacità e competenze delle persone stesse “portatrici di un problema”. Si passa quindi dall’essere e percepirsi semplicemente come fruitore di un servizio alla ridefinizione della propria identità come soggetto protagonista competente e capace e di conseguenza meno rivendicativo e più propositivo e consapevole.
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I TEMPI Il progetto si svilupperà attraverso fasi graduali che possano accompagnare famiglie e persone con disabilità in un percorso progressivo di promozione dell’autonomia e di accettazione del distacco, fasi che in linea di massima possono avere il seguente sviluppo:
STEPS DEL PROGETTO
AUTUNNO 2011
PRIMAVER A 2012
AUTUNNO 2012
PRIMAVERA 2013
ESTATE 2013
2014
ATTIVITA’DI INCONTRO CON LE FAMIGLIE / GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTO DEFIZIONE PIANO ECONOMICO
STIPULA DI COMODATO D’USO CON L’ASP CITTA’DI PIACENZA RISTRUTTURAZIONE DEI LOCALI
ARREDO LOCALI
INIZIO DELLE ATTIVITA’DI PROMOZIONE DELL’AUTONOMIA INTERVENTI DI INTEGRAZIONE SOCIALE: ATTIVITA’ DI TEMPO LIBERO, DIVERTIMENTO E SVAGO INGRESSO NELLA CASA DEI PRIMI OSPITI ATTIVITA LABORATORIALI ATTIVITA’ DELLA CASA A PIENO REGIME MONITORAGGIO E VALUTAZIONE IN ITINERE
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GLI SPAZI
La struttura che ospiterà le varie iniziative previste è stata individuata all’interno dell’ala degli Ospizi Civili di Piacenza che insiste su Via Gaspare Landi. Si tratta di un’area al piano terreno suddivisa in due parti (vedi progetto tecnico allegato): -
un locale di 170 mq commerciali destinata alla realizzazione della nuova
struttura residenziale -
un locale di 98 mq commerciali destinata ad ospitare le attività
laboratoriali. Per ambedue occorre un rilevante intervento di completamento interno, dal momento che tali locali, oggetto di una ristrutturazione parziale, saranno consegnati a rustico dalla ditta appaltatrice agli Ospizi Civili (attualmente confluiti nell’ASP Città di Piacenza) alla fine dal 2011.
Aias e ASP Città di Piacenza stipuleranno uno specifico contratto di comodato d’uso, che preveda l’assegnazione ad Aias per un congruo numero di anni dei locali in questione, a fronte dell’impegno da parte dell’Associazione di portare avanti il completamento della ristrutturazione dell’immobile (comprendente fra l’altro la pavimentatura, la suddivisione in stanze,
la realizzazione dei bagni,
degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, dell’impianto idrosanitario e di quello elettrico). I singoli costi sono dettagliati in allegato.
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