Atelier MM - Febbraio 2022

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Atelier MM Magazine locale di Arte, Design, Arredamento, Stili di vita e Creatività

anno II

| n°II | febbraio 2022

“Sospiro Sospeso” Varese Design Week


Prima stampa:

Febbraio 2022


Questo progetto, in continua evoluzione, si pone l’obiettivo di raccontare, mostrare e raccogliere l’arte in ogni sua forma, spaziando non solo dalla pittura alla fotografia, ma coinvolgendo anche attività come design, teatro, danza, cucina, artigianato, scrittura e così via. Ognuna di queste attività è in grado di esprimere la propria arte e di ispirare grazie a sfumature diverse, trasmettendo fantasia, creatività, passione e magari lasciando un messaggio per le generazioni future. Pubblicazione dopo pubblicazione, verranno quindi trattati argomenti diversi, dando la possibilità ad artisti e professionisti emergenti o già affermati di farsi conoscere meglio e di trasmettere il proprio messaggio, la propria passione. In particolare però, la rivista si rivolge al lettore, cercando di suscitare in lui nuovi interessi, nuove curiosità e mostrandogli sfumature diverse di qualcosa che pensava di conoscere.


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PERCHÈ CREARE UNA RIVISTA

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La percezione tattile del foglio di carta, il suo profumo, il fruscio delle pagine sfogliate, i riflessi di luce che si susseguono sulla superficie. In un mondo ormai interamente digitale, dove ogni informazione è reperibile sul web, questi piccoli piaceri vanno perdendosi. Il mio desiderio è quello di riportarli nel quotidiano, ricordare alle persone che uno strumento di informazione tradizionale e concreto come una rivista d’arte non dovrebbe mai passare di moda. Un oggetto esteticamente piacevole, un oggetto che c’è e che permane nel tempo, su un tavolo, sul comodino o in una libreria, un oggetto che può essere reso personale con appunti ed annotazioni scaturiti da pensieri ed emozioni. L’obiettivo che mi pongo è quello di rendere l’arte accessibile a tutti, così come la percepisco io e di raggiungere e coinvolgere più persone possibile trattando l’arte in modo semplice e intuitivo.

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CON TE NU TI


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Perché creare una rivista

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Varese Design Week 14

Team di progettazione

LE INSTALLAZIONI 19 il caos 23 il giardino della condivisione 27 il codice 31 sospiro sospeso 35 la rinascita 37 green labyrinth

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DIETRO LE QUINTE

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TEMPORARY

Mattia Milano Art

56 Esposizione temporane RICORDOeRISPETTO 60 Esposizione temporanea Cuntitt 70 76

Poesia in Arte opere selezionate


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Cos’è La VARESE DESIGN WEEK è un appuntamento internazionale, che promuove design, cultura e territorio. L’organizzazione di VDW fa capo all’Associazione Wareseable e l’evento è ospitato una volta all’anno nella città di Varese. Nata nel 2016, Varese Design Week rappresenta un momento di attenzione verso il mondo del design e della cultura, che nella vision delle sue ideatrici è volto a stimolare l’interesse, non solo degli addetti ai lavori, ma di un pubblico più ampio, curioso e interessato al bello, alla ricerca del gusto e alla rivalutazione della città nei suoi luoghi più significativi. Protagonisti indiscussi dell’appuntamento varesino sono Designer e Aziende che hanno l’occasione di presentare le loro realizzazioni, in un’importante vetrina e nell’ambito di un circuito fortemente legato alla creatività, alla progettazione e alla messa in produzione dell’oggetto industriale.

La VI edizione VDW21 “reinterpreta la Città” e ne promuove una nuova visione in cui gli spazi cittadini si legano in un percorso metaforico simbolo di riflessione, ricerca, riscatto e rinascita. L’obiettivo è sollecitare una maggiore comprensione del passato e ottenere più consapevolezza della ricchezza presente, la quale necessita ora più che mai di essere tutelata e promossa.

Il labirinto diffuso: Da questa volontà è nata l’idea di realizzare un Labirinto diffuso per le vie del centro storico di Varese, il quale diventa esso stesso un “luogo del viaggio” e della rinascita, invitando i cittadini a perdersi attraverso luoghi già noti che cambiano completamente la loro conformazione oppure semplicemente portando le persone ad osservare lo spazio da punti di vista diversi e strategici. La Varese Design Week 2021, attraverso la volontà e l’impegno di chi ha sempre creduto nelle potenzialità della città, non solo vuole stimolare una riflessione, ma cerca anche di dimostrare che ad ogni fine corrisponde un nuovo inizio, attraverso ciò che più le compete, il Design.

Esposizione diffusa: Varese Design Week ha scelto di ricorrere alla modalità dell’esposizione diffusa: nelle piazze e nelle vie più simboliche della Città presentiamo installazioni e progetti di design ispirati a un tema di riflessione, realizzando così un percorso di interazione e condivisione che coinvolge cittadini e visitatori attraverso la modalità dell’esperienza diretta.

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Il Team di progettazione: LA CHIAVE PER LA RINASCITA Varese Design Week “affida” la città a giovani designer, architetti e creativi. Arrivano dal Politecnico di Milano e dall’Accademia di Mendrisio. Le curatrici della VDW ne hanno scoperte doti e potenzialità e li hanno riuniti in un team di lavoro. L’innovazione parte proprio dal coraggio di rompere schemi accettando il rischio di proporre nuove visioni e nuove interpretazioni. Labyrinth#2 è un evento “fresco”, che attraverso un linguaggio giovane e smart rivisita gli spazi urbani dandogli nuova vitalità e nuove destinazioni. Le strade, le piazze e il centro, da luoghi di passaggio per vite caotiche prenderanno nuova forma e nuova destinazione. Nella vision di Varese Design Week Labyrinth#2 nasce come “un’idea” che acquisisce forma estetica attraverso la materia: è il percorso dell’uomo che insegue la conoscenza. Le piazze principali si trasformano nelle tappe fondamentali di un precorso labirintico: entrata, cuore, uscita. A ciascuna di esse corrisponde un’installazione che secondo la logica dedalica porta il fruitore a credere di trovarsi sempre nello stesso luogo pur non essendo mai dove era prima.

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Mattia Milano Conseguito il Bachelor of Arts in Architettura presso la SUPSI, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana ho completato il percorso formativo co un Master of Science in Architecture

presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio. Dal 2018 lavoro come architetto presso l’Atelier di architettura Felicia Lamanuzzi, nel comune svizzero di San Pietro di Stabio e continuo a dedicarmi all’arte, realizzando tele e installazioni.

Tito Monestier Laureato in Architettura presso il Politecnico di Milano. Durante l’università collaboro con alcuni studi di Milano, grazie ai quali sviluppo le mie capacità nel campo della progettazione e della grafica. Subito dopo la

laurea inizio a lavorare come collaboratore presso uno studio di progettazione a Varese. Dal 2021 lavoro a diversi progetti personali incentrati soprattutto sulla ristrutturazione edilizia, sul design di interni e sulla grafica.

Maria Mastella Laureata in Architettura e Conservazione del patrimonio architettonico e paesaggistico presso il Politecnico di Milano nel 2018, ho lavorato in stu-

di internazionali tra Svizzera, Italia e Giappone, per poi avviare insieme a Valentina Del Motto un atelier di progettazione e ricerca architettonica.

Valentina Del Motto Laureata nel 2007 all’Accademia di Architettura di Mendrisio, ho lavorato presso grandi studi internazionali viaggiando tra Spagna, Inghilterra, Por-

togallo e Svizzera. Nel 2020 ho deciso di fondare insieme a Maria Mastella uno spazio dedicato alla progettazione in tutte le sue forme.

Eleonora Castagnetta Laureata in Architettura a Palermo e all’Accademia di Architettura di Mendrisio, in Svizzera. Ho lavorato 13 anni nello Studio Mario Botta Architetti. Nel 2018 fondo lo Studio AnD – Arts n Design.

Parallelamente lancia il brand di gioielli contemporanei AnD – Swiss ArchiJewels, in cui fonde il linguaggio delle geometrie del mestiere di architetto con la creatività artistica e il senso del bello che anima i suoi progetti.

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COR T CAT ILE TAN EO TEM P BAN ORARY CA W IDIB A

PIA Z CAR ZA DUC CI

FON D MAR AZIONE C MOR ELLO AND INI

PIAZZA PODESTÀ

mappa Varese GIA EST RDIN EN I SI

PIAZZA SAN VITTORE

PI MO AZZA GR NT AP E PA

VILLA MIRABELLO

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Il Caos PIAZZA MONTEGRAPPA – entrata al labirinto

Il cammino che percorreremo nel centro storico di Varese dal 23 al 26 settembre comincia da piazza Monte Grappa: alle porte del centro storico, la piazza sarà “invasa” da un’imponente installazione disordinata e “caotica”. Il Caos, che dà il nome all’opera stessa è il sinonimo che più si addice agli anni che viviamo nell’epoca contemporanea, condizionata da drammatici cambiamenti climatici, economici, sociali. L’opera è concepita con questa finalità: rappresentare attraverso architettura e design la vita contemporanea. L’installazione è qui costituita da un complesso di fili che, descrivono estese geometrie

irregolari e disordinate. Fluttuando in cielo, queste geometrie caotiche sovrastano gran parte della superficie della piazza, la quale diventa improvvisamente protagonista di un eterno conflitto tra ordine e disordine: la perfetta simmetria della piazza, le sue geometrie regolari e ponderate enfatizzano percettibilmente il significato dell’installazione. Partendo da un’altezza massima di 8 metri i fili raggiungono l’estremità est della piazza, aggrappandosi attraverso ganci metallici a tre elementi espositivi a sezione triangolare, studiati e realizzati da Danilo Alessandro Brutti insieme a tutto il team di Leroy Merlin Solbiate Arno. Tre piramidi che rappresentano di fatto le porte

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d’ingresso del labirinto e sono visibili dai principali coni ottici che danno sulla piazza, grazie non solo alla loro forma ma anche alla decorazione: i disegni dipinti sulle superfici seguono le teorie del cerchio cromatico di Itten e i colori, inscritti nei triangoli, vengono fatti “esplodere” verso l’esterno dell’installazione e di conseguenza verso la città andando a attirare l’attenzione del fruitore e invitandolo ad entrare all’interno del labirinto. A livello costruttivo sono costituite da una sottostruttura in legno lamellare riciclabile che sostiene pannelli in MDF verniciati e si estendono per quindici metri lungo il ciglio della strada, raggiungendo un’altezza massima di 240cm.


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Il giardino della condivisione PIAZZA PODESTÀ – cuore del labirinto

Attraversando Corso Matteotti, si entra nel cuore del labirinto, nel punto in cui il fruitore incomincia a prendere coscienza del cambiamento e consapevolezza di sé stesso.

L’installazione trasforma parte della piazza in un giardino urbano come appello ad una crescita collettiva e ad una maggiore diffusione e cura del verde.

Qui, attraverso il tentativo di portare la natura all’interno delle vie del centro storico si cerca di indagare la relazione tra uomo, architettura e ambiente naturale ed evocare la bellezza della vegetazione spontanea che talvolta si riappropria di spazi antropizzati.

E’ un esercizio sperimentale in cui i pallet in legno

riciclato vengono utilizzati come blocchi modulari impilati per formare posti a sedere o sostegni per i numerosi vasi di piante Nandina domestica, posizionati sul perimetro dell’installazione al fine di In questo piccolo labirinto i rendere più intime le sedute. cittadini sono invitati ad entrare L’allestimento, grazie al progetto ed interagire con la natura e di illuminazione, prende con lo spazio stesso, vivendo vita anche al calar del sole, un’esperienza nuova e differente diventando un punto di incontro e riscoprendo lo stupore di e di condivisione anche serale. vivere la natura in città.

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Il codice PIAZZA SAN VITTORE – cuore del labirinto

Il labirinto è sempre stato al centro di temi letterari, di mitologia, di psicologia poiché la sua matrice fisica e metaforica si presta a molteplici racconti. In questo anno di rinascita e speranza, il suo significato è piu’ che mai attuale e ha stimolato la mia riflessione sul concetto di inizio e fine del complesso percorso che tutti abbiamo vissuto a seguito della pandemia. L’installazione di piazza San Vittore è un grande palco quadrato costituito da 4 labirinti uguali e simmetrici e 4 attraversamenti chiusi ai lati da grandi arcobaleni. L’ intervento urbano diventa l’occasione per percorrere a piedi i labirinti oppure attraversare gli arcobaleni per raggiungere in entrambi i casi il centro della piazza.

Qui una superficie a specchio simboleggia il punto di arrivo e il punto di partenza per intraprendere un nuovo cammino ma con uno sguardo volto al paesaggio, al cielo e alle nuvole riflesse. Il materiale scelto è il legno colorato, in bianco e nero per i labirinti e in 8 sfumature per i passaggi. “L’uso del colore è per me lo strumento necessario per rompere il rigore formale che sposo come poetica del mio operare. Il colore è l’elemento attraverso il quale esprimo la libertà dei miei pensieri sintetizzati in questo linguaggio rigido e geometrico. Il colore è l’espressione di una vitalità e una magia che fanno sognare seppur incastonati nelle forme rigide e rigorose dei manufatti.

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Questa netta alternanza di colori ricompone una figura geometrica che vista dall’alto è un codice digitale legato alla modernità e ai nostri tempi. Che questo codice sia il link che ci porterà da qualche parte?” (Arch. Eleonora Castagnetta) “Il Codice” è il risultato di un lavoro creativo eseguito da un team di Leroy Merlin Solbiate Arno: uno sponsor che partecipa in maniera fattiva alla Varese Design Week, con l’obiettivo di coinvolgere il proprio personale in attività che vadano oltre le mere funzioni lavorative e che abbiano come obiettivo una ricaduta positiva sul territorio, un valorizzazione delle persone e della loro espressione creativa.


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Sospiro sospeso PIAZZA CARDUCCI – cuore del labirinto

Proseguendo attraverso il labirinto diffuso si arriva all’ultima tappa del cuore del labirinto stesso, dove gli elementi cominciano a districarsi ma non del tutto, rimangono ancorati ancora in una situazione di limbo tra confusione e libertà. Il cittadino arrivando in piazza Carducci ha l’occasione di vivere un’esperienza diversa dal solito: per andare oltre l’estetica e vivere davvero l’installazione non basta attraversare la piazza come tutti i giorni, ma è necessario avvicinarsi e rivolgere lo sguardo verso l’alto per scoprire i due mondi opposti che la costituiscono. Senza il suo contesto, senza la piazza, elemento centrale di snodo di diverse strade e zone della città, l’installazione perderebbe il suo senso. Infatti, l’opera “Sospiri Sospesi” cambia la percezione di quest’area, trasformandola da luogo di attraversamento e transizione a luogo dove soffermarsi. Ritrovando così il concetto basilare di piazza: “luogo di riunioni, di spettacoli, di prediche, di cerimonie, di processioni, nonché il luogo privilegiato

dello scambio e dell’attività commerciale, del contatto della comunità con il mondo esterno, dell’informazione in quanto simbolo materializzato della storia pubblica di quella comunità. Pertanto, dal punto di vista culturale storico, scientifico, le piazze prodotte nell’ambito della cultura urbana dell’Occidente costituiscono lo spazio formale della comunità insediata, il nucleo spaziale ove si realizza l’intersezione di storia civile, movimenti culturali, tendenze artistiche, cultura materiale, immaginazione collettiva, proiezioni simboliche, ritualità consolidate, tradizioni popolari e consuetudini comportamentali.” (cfr. C. Dardi, Place d’Italie, in “Agorà”, n.1, Roma 1987). Il protagonista della scena in questo caso è un cubo in tessuto semitrasparente, sospeso nel centro della piazza e saldamente fissato agli edifici circostanti tramite dei cavi. La sua leggerezza e semitrasparenza crea un dialogo stimolante e un contrasto con lo spazio urbano circostante e con gli edifici della piazza.

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Esso si mostra inizialmente come unico elemento dell’installazione, ben saldo e senza possibilità di movimento. Ma nella realtà il cubo racchiude in sé tanti nastri colorati, apparentemente liberi: si muovono interagendo con il vento che li attraversa ma sono tuttavia ancora costretti in un’area ben precisa e delimitata, senza possibilità di uscire. Ciò vuole rappresentare inevitabilmente il momento storico attuale che stiamo vivendo, e accompagnare il fruitore a prendere maggior consapevolezza del caos vissuto all’entrata del labirinto prima di scoprire che l’uscita, o meglio la rinascita, è molto vicina. L’esigenza di minimizzare e alleggerire l’installazione ha portato a realizzare una struttura di cavi in acciaio a cui legare il tessuto e che permette la sospensione del volume stesso. Il contrasto tra la tinta unita delle pareti del cubo e i differenti colori dei nastri in tessuto trattenuti all’interno è una scelta voluta per rafforzare il contrasto tra le due componenti opposte dell’installazione.


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La rinascita GIARDINI ESTENSI – uscita del labirinto

I Giardini Estensi rappresentano l’uscita dal labirinto: in contrapposizione con l’ingresso dove tutto era caos, qui si entra nella dimensione della vera e propria rinascita, in cui gli elementi sono fluidi e leggeri e dove gli ostacoli vengono riproposti sottoforma di soluzioni innovative e sostenibili.

Parte della facciata di Palazzo Estense si dipinge di colori grazie ad innumerevoli nastri appesi alla balconata, cascanti e lasciati liberi di muoversi al passaggio di persone e con l’interazione del vento. In questo modo si è voluto rappresentare il portale di uscita che invita

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i cittadini ad avviarsi verso nuovi orizzonti e nuove prospettive, portando con sé le esperienze vissute e la consapevolezza di quanto gli spazi della città hanno sempre nuovi potenziali da offrirci ogni giorno.


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GREEN LABYRINTH GIARDINI ESTENSI – uscita del labirinto

All’interno dei giardini estensi a pochi passi da Villa Mirabello, il Green Labyrinth si erge come omaggio alla “Città giardino” seguendo l’impostazione classica del labirinto rivisitata in chiave moderna. Il fruitore ha qui la possibilità di perdersi tra alte piante di bambù e potrà giungere nel centro alla scoperta del cuore del labirinto stesso. Progettato e realizzato dal team dell’azienda Archiverde, la scelta del bambù non è stata per loro casuale, ma anzi vuole essere un

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contributo per promuovere una forte sensibilizzazione in temi di sostenibilità e green economy: il bambù è infatti una pianta ecosostenibile e biodegradabile, assorbe CO2 e carbonio durante la crescita e crea ossigeno tutto l’anno pulendo l’aria il 35% in più delle altre piante. Al centro del labirinto una spettacolare scultura, “Albera” dell’artista Silvia Cibaldi, che evoca femminilità e creatività come chiave di lettura per la libertà e la Rinascita. L’opera è un omaggio alle donne afghane, alla loro forza e alla voglia di resistere.


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DIETRO LE QUINTE Tito Monestier l’idea di piazza monte grappa nasce da concetto di sinergia tra contenitore e contenuto e tra arte e tecnica: da un lato l’ordine, la proporzione e la simmetria della piazza si contrappongono all’aspetto evidentemente caotico dell’installazione; dall’altro l’opera artistica non può prescindere dalla tecnica così come la tecnica non sussisterebbe se non applicata all’arte. Il risultato è potente perché conflittuale ed armonioso insieme.

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OLOS Atelier Maria Mastella Valentina Del Motto

“se pianifichi la città per auto e traffico, otterrai auto e traffico. Se pianifichi la città per persone e per luoghi di qualità, otterrai persone e luoghi di qualità.” - F.K. -

Eleonora Castagnetta In questo anno di rinascita e speranza, il suo significato è piu’ che mai attuale e ha stimolato la mia riflessione sul concetto di inizio e fine del complesso percorso che tutti abbiamo vissuto a seguito della pandemia.

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Attenzione alla sostenibilità Fondamentale è anche l’importanza che Archiverde, in sintonia con l’evento, affida al tema della sostenibilità. Il “Green Labyrinth” è stato creato interamente in bambù, una pianta scelta poiché testimone dell’evoluzione e dell’impatto zero. Una foresta di bambù, infatti, è in grado di captare una quantità di anidride carbonica 35 volte maggiore rispetto ad una qualsiasi altra foresta. Questo avviene grazie alla sua capacità di rinnovamento vegetazionale che riduce in maniera esponenziale l’impatto del carbonio sul pianeta. Optare per questa specie significa scegliere di aiutare il pianeta.

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Mattia Milano L’emozione più bella, dopo tanto lavoro di squadra, è stata vedere le persone col naso all’insù ad interrogarsi sul significato. Sarà piaciuto? Non lo so, ma solo il fatto che si siano posti una domanda mi rende felice.

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BACHECA DEI RICORDI

11.09.2021 - Archiverde

13.09.2021 - Ing. 05.09.2021 - Mauro Porcini

14.09.2021 - Prima nottata

16.09.2021 - Seconda nottata

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07.09.2021 - Mauro Porcini


05.09.2021 - Mauro Porcini 26.09.2021 - Gregorio Mancino

26.09.2021 - Gregorio Mancino

13.09.2021 - Facility Gest

15.09.2021 - Contrappeso

05.09.2021 - Team Leroy Merlin

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23.09.2021 - Innaugurazione


La progettazione dei giardini è il fulcro della creazione di spazi verdi. Progettare e realizzare richiede passione e professionalità e solo i professionisti del verde riescono a trasmetterti emozioni con le loro realizzazioni. Dalle parole di Alessandro Ferrario possiamo comprendere come il design sia una fusione tra molte discipline: arte, scultura, filosofia, nelle loro forme sia tradizionali che innovative. Solitamente tende a rispecchiare le tendenze, ma diventa autentica quando lascia un segno nel tempo. Allo stesso modo anche Archiverde si insedia nella storia, operando inizialmente sul territorio varesino, culla delle aziende giardinieristiche e delle prime collaborazioni tra architetti e giardinieri, fino a diventare ora una realtà che opera per progetti internazionali.

Archiverde Via Giambello 13 Jerago con Orago (VA)

T +39 0331 213108 www.archiverde.it

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Camiceria Turri Via Pilatello, 18 Jerago con Orago (VA)

T +39 0331 218079 www.camiceriaturri.it


Facility Gest ha avuto modo di partecipare attivamente a questa edizione come Main sponsor e come partner tecnico per realizzare le installazioni presenti nella città di Varese. Come Varese design week, anche Facility Gest condivide l’attenzione verso l’individuo in modo che la PERSONA sia al centro dell’attenzione e per farlo addotta approcci differenti, più flessibili e smart finalizzati al raggiungimento dell’obbiettivo che si sostanzia nel benessere fisico, salutare, economico e sociale.

La VDW è stato un’evento capace di conciliare arte, design, cultura, territorio ed inclusività.

Questi e altri temi, come l’importanza di dare spazio ai giovani e di valorizzare il territorio con ogni propria peculiarità, sono parte integrante dell’intervista promossa da VDW al nostro partner Pierfrancesco Pozzetto.

FACILITY Gest, main sponsor dell’evento, ha datio il suo contributo per posizionare in sicurezza le installazioni degli artisti coinvolti, vere e proprie experience da vivere nelle vie di Varese. Tra gli ospiti internazionali più illustri Fausto Roma, artista, scultore e pittore di origini romane e Grogorio Mancino, artista e pittore con studio sui Navigli milanese, Partner in tante occasioni di solidarietà, generosità ed altruismo e Amico del Cuore di FACILITY Gest.

Facility Gest Sede Amministrativa Via Tevere, 1, 20123 Milano (MI) Italia

T +39 0298 670049 www.facilitygest.it

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Intervista a Pierfancesco Pozzetto di Facility Gest presso Locanda Pozzetto a Laveno-Lago Maggiore

Installazioni Varese Design Week

Fausto Roma per VDW21

Gregorio Mancino per VDW21

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TEMPORARY

Anche quest’anno l’ufficio della consulenza finanziaria di Banca Widiba in Via Staurenghi 11, a Varese ospiterà il Temporary della VDW, luogo dedicato all’esposizione di oggetti di design. Dal 23 al 26 settembre opere di designer italiani e stranieri saranno esposte al pubblico e presentate seguendo un percorso progettato e realizzato dalla designer Beatrice Gallini. Il tema guida della sesta edizione, Labyrinth#2 ispira l’allestimento: gli oggetti si rivelano ai visitatori attraverso “tappe” segnate da una ritmica divisione degli spazi interni. I designer selezionati dalle curatrici di VDW21 figurano tra nomi di spicco del product design internazionale: Eleonora Castagnetta, Stefano Zellner, Massimiliano Della Monaca, Filippo Protasoni, Vito Scamarcia

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Conferenza finale presso la Fondazione Morandini. Dialogo con l’arch. Mauro Rivolta.

photo by Guido Nicora - courtesy Varese Design Week

1. Eleonora Castagnetta serie di anelli ispirati al movimento modernista 2. Percorso espositivo 3. Filippo Protasoni DE-METRO 4. Galimberti Interiors Poltrona Mad Chair Poliform Marcel Wanders Tavolino Prismatic Table Vitra Isamu Noguchi IC Light Flos Michael Anastassiades Quadro Cavalli Pensanti Michele Fiocco 5. Esposizione esterna Beatrice Gallini 6. Massimiliano Della Monica Universi paralleli 1 Universi paralleli 2 Stracci 1 Stracci 2 Linea nera

City Jungle presso Cortile Cattaneo Realizzata da Giulio Sanpaoli e Marco Caielli di GSF ARCHITECTURAL & INTERIOR DESIGN

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Galimberti Interiors Via San Camillo, 73, 20130 Marchirolo (VA)

T +39 0332 723468 www.galimberti.com

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Stefano Zellner Via Via Scerée, 70 21020 Bodio Lomnago (VA)

www.it.sz-bikes.com


MATTIA MI O SELEZIONE T R ESPOSIZIO 54


ILANO ART

E

ONI

Nelle prossime pagine: -

RICORDOeRISPETTO - esposizione permanente presso CUNTITT

esposizione temporanea

- SELEZIONE LAVORI 2021

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RICORDO RISPETTO e

Esposizione temporanea dell’artista Mattia Milano fotografie di: Emanuele Palmieri testi a cura di: Chiara Manfrin

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Parco di Villa Tatti Talacchini - Padiglione della musica, Comerio

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Non basterà un giorno della memoria o un minuto di silenzio per colmare il vuoto e il dolore lasciato da chi non ce l’ha fatta e nemmeno per ricompensare il lavoro di infermieri, medici, ricercatori e volontari. Il ricordo però è sempre stato per l’uomo un modo per onorare le persone e il loro operato, per sentirle in qualche modo ancora vicine. L’insegnamento più importante rimane perciò sempre lo stesso: non dimenticare mai e, se possibile, impara. Erano padri e madri, fratelli e sorelle, nonni, zii e cugini, grandi amici, amori di una vita, mentori... erano tutto questo le persone che se ne sono andate. Non erano numeri, non erano statistiche. Queste vite spezzate dal Covid, così come tutte quelle persone che hanno lottato duramente e che continuano a farlo, sono così rappresentate dal bagliore della fiamma di una candela. La particolarità di quest’opera risiede in una stretta connessione tra il soggetto e il processo mediante il quale è stato realizzato. La fiamma di una candela può essere una piccola fonte di calore e, nella realizzazione della tela, è stato proprio il calore uno degli elementi utilizzati per ottenere il risultato finale. È stato utilizzato infatti un termosoffiatore che con la temperatura elevata ha portato all’ebollizione del colore, andando a formare delle piccole bolle sulla superficie. La sensazione fisica e percepibile del calore è perciò anche una caratteristica intrinseca del soggetto dell’opera stessa.

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sinistra: “18 marzo 2021” 100 x 58 acrilico su tela destra: “in segno di rispetto” 46 x 88 inchiostro rotocalcografico monosolvente in acetato di etile su Tela sotto: interno del Padiglione della musica - Parco di Villa Tatti Talacchini, Comerio


L’opera nasce in un periodo storico particolarmente difficile. Dalla prima ondata di casi di Covid19 ad oggi i decessi registrati sono a milioni: di queste morti molte non sono state onorate dignitosamente per via delle molteplici restrizioni messe in atto dai governi. I numeri sono talmente alti che paradossalmente ci dimentichiamo di questi morti, quasi non ci sembrano reali, ma per famiglie, amici e conoscenti lo sono. In un momento in cui onorare ogni persona deceduta durante la pandemia è diventato difficile, questa tela è stata concepita per comunicare rispetto per queste persone che non ce l’hanno fatta. Non solo, il rispetto è destinato anche a quelle persone che stanno lottando per guarire, che lavorano giorno e notte negli ospedali in prima linea e sulle ambulanze per fare la differenza. È dedicata perciò a chiunque stia facendo il possibile, in un momento in cui ci sentiamo tutti inermi e sopraffatti da un nemico difficile da affrontare e intende esprimere un senso di fragilità e tristezza che personalmente mi accompagna ogni qualvolta giungono nuove notizie. Una tela cupa realizzata con una semplice spatola dal profilo dentellato, con la quale sono stati sovrapposti colori prettamente scuri. Ad ogni strato, grazie all’effetto graffiato ottenuto, è possibile scorgere il colore sottostante creando un impatto duro sull’osservatore. Questo graffiato intende rappresentare non solo il turbamento e la fragilità che ognuno di noi sta vivendo in questo momento particolare della storia dell’uomo, ma anche il susseguirsi della perdita di vite, che trova uno sfogo proprio in questo effetto visivo irregolare, difficile da ottenere con un colore pieno e disteso in maniera omogenea. Al centro della tela, se si osserva con attenzione, è possibile intravedere una croce, uno dei simboli umani più antichi. Questa croce abbraccia totalmente il concetto di morte e di rispetto per queste morti. L’utilizzo di un colore cupo per realizzarla è servito ad incorporarla in maniera armoniosa all’interno di una tela che non ha l’obiettivo di risaltare dal punto di vista cromatico o di autocelebrarsi in quanto opera d’arte, ma tutt’al più di portare l’osservatore ad una riflessione forte sì, ma individuale e non ostentata. Per questo motivo l’ impatto visivo è dato proprio dalla scelta di colori scuri e graffiati sulla tela e dalla presenza non invasiva, ma pur sempre significativa, di un simbolo antico e rispettoso come quello della croce al centro.

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UNIVERSE

La serie “UNIVERSE” qui esposta è una collezione composta sino ad oggi da sei tavole 40 x 40 incorniciate.

L’intento è quello di incoraggiare l’osservatore ad immergersi completamente nelle tele, accompagnandolo in un viaggio interiore alla scoperta dei propri sentimenti. Questi sentimenti possono spaziare dai più gioiosi ai più cupi a seconda dell’occhio che osserva e partendo dal presupposto che ognuno di noi può percepire emozioni diverse, in virtù di una propria personalità unica. Questa serie, ancora in evoluzione, non ha tanto lo scopo di essere “vista” quanto quello di essere osservata e interpretata. Per carpirne l’essenza vi chiedo perciò di osservare con attenzione, dedicando alcuni minuti ad ogni opera e lasciandovi travolgere dai sentimenti che ognuna di esse può suscitare. Lasciate la mente libera di viaggiare nel vostro universo interiore e ognuno di voi potrà cogliere un significato diverso, personale e intimo, strettamente legato al proprio mondo interiore. I colori dipingono la nostra realtà. Siamo circondati da essi e il loro potere è quello di accendere i sensi, la fantasia e l’immaginazione. Danno vita in questo modo a delle emozioni. Ciascun colore può rappresentare infatti uno stato d’animo, una sfumatura del carattere, un atteggiamento particolare nei confronti della vita. Solamente osservando con attenzione queste tele si potrà dare libero sfogo alle nostre fantasie, permettendoci di esplorare il nostro io interiore. Le sensazioni che ne deriveranno avranno sfumature diverse per ogni persona. Le opere sono state realizzate mediante l’uso di inchiostro rotocalcografico mono solvente in acetato di etile su MDF. Questo inchiostro, diluito in diverse quantità, viene distribuito sulla tavola tramite rotazione. La forza centripeta che ne deriva, grazie anche alle diverse densità dei colori utilizzati, ha generato molteplici giochi di sfumature, capaci di dare vita a scenari unici.

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CATASTROFI

Protagonisti di queste opere sono alcuni dei disastri ambientali causati dai cambiamenti climatici. Che l’uomo stia lentamente distruggendo il pianeta è ormai un dato di fatto, ma non è il solo protagonista in questo scenario. La Terra ha infatti un proprio equilibrio, indipendente dalla volontà umana. Nel momento in cui i nostri comportamenti nocivi vanno ad alterare la biosfera, è proprio la Terra a mettere in moto i meccanismi atti a ristabilire l’equilibrio e lo fa senza il permesso dell’uomo. Viviamo perennemente con un senso di onnipotenza che, se messo a confronto con i miliardi di anni di vita che il nostro pianeta vanta, non ha alcun senso di esistere. Siamo convinti di avere un potere assoluto su ciò che ci circonda e di poter continuare ad esercitarlo senza subire delle conseguenze che però, puntualmente, arrivano. Credo fortemente nella legge fisica di conservazione della massa: “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. La Terra continuerà a cercare di ristabilire il proprio equilibrio con i mezzi che ha a disposizione e il chiaro segnale di questo meccanismo è senza dubbio il cambiamento climatico che, con i disastri naturali che ne derivano, ci mette davanti all’unica opzione sensata: comprendere e agire di conseguenza. Tra i disastri ambientali che stiamo vivendo possiamo individuare gli incendi. La tela “Australia 2020” prende in considerazione quelli che nel 2020 hanno devastato l’Australia sud-orientale. L’aumento delle temperature medie e la diminuzione delle precipitazioni hanno causato inevitabilmente la siccità rappresentata nella tela “Siccità”. Come ben sappiamo, sta causando gravi danni anche all’agricoltura mondiale, nonché problemi per gli ecosistemi intaccando flora e fauna selvatica. Il riscaldamento globale e l’effetto serra però non sono solo causa di siccità, dello scioglimento del ghiaccio continentale e dell’aumento del livello del mare, ma anche dell’aumento delle piogge torrenziali che porta al fenomeno sempre più violento delle alluvioni, rappresentato nella tela “Alluvione” in una combinazione di fulmini, pioggia e palazzi quasi del tutto sommersi dall’acqua.

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Australia 2020 67 x 110 acrilico su MDF

Alluvione 100 x 58 acrilico su tela

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Siccità 84 x 90 acrilico su MDF

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METAMORPHOSIS

Tramite l’uso soggettivo del colore, della forma e della deformazione termica, viene rappresentato il tema centrale dell’opera: il concetto di evoluzione, o più precisamente di metamorfosi, che segna il passaggio da bruco a farfalla, dove il bruco viene individuato nel foglio di plastica vergine.

La cornice quadrata 100x100 cm è generatrice di moto, poiché da essa nasce una rotazione centripeta in cui la sovrapposizione dei singoli quadrati ruotati, dà origine a un motivo di inviluppo su base quadrata, che rappresenta il fiore. Si tratta di composizioni grafiche che utilizzano strutture portanti costituite da una serie di segmenti disposti ordinatamente che generano l’illusione ottica di movimento. In questo modo anche una forma semplice, se utilizzata sapientemente, può dare vita ad un oggetto in grado di stupire e, in questo caso, trasmette la percezione di movimento insito nel concetto stesso di evoluzione.

In aggiunta, l’utilizzo della suddetta geometria, testimonia una parte del mio percorso formativo universitario nell’ambito dell’architettura e mi ha permesso di riportare alla mente la magia dell’ottenere una composizione di linee curve partendo da segmenti retti. Ai fili di spago sono stati applicati poi gli elementi compositivi della metamorfosi stessa, disposti in senso orario suggerendo il concetto naturale di progressione. Tuttavia, si può ricercare un’interpretazione più simbolica partendo dal concetto comune di evoluzione e addentrandosi in un concetto più spirituale, come la capacità dell’anima umana di rinnovarsi e trasformarsi. La rinascita della farfalla, che esce dal proprio involucro liberandosi, può essere accostata al concetto di rinascita dello spirito, il quale lascia il corpo al momento della morte e diventa così immortale.

Con la nascita della farfalla il mondo viene inoltre arricchito di nuovi colori. Pertanto il colore assume particolare rilievo e gioca un ruolo fondamentale all’interno dell’opera. La farfalla è infatti da sempre considerata simbolo di grazia e femminilità e ciò è riconducibile alla varietà di colori e sfumature delle ali del- le varie specie esistenti. A tal proposito, si è reso necessario ottenere giochi di colori e sfumature unici e difficilmente riproducibili nella medesima forma.

Per ottenere tale risultato è stato applicato un moto di rotazione ad alta velocità al foglio base e contemporaneamente è stato versato il colore, ottenendo combinazioni del tutto casuali e uniche. Per quanto riguarda infine la forma creatasi al centro della tela, essa rappresenta il pistillo, elemento femminile e cen- trale del fiore. Pur trovandosi in secondo piano rispetto ai principali elementi della composizione, può essere considerato il centro focale, il quale attrae lo sguardo dell’osservatore rappresentando il punto di partenza per la lettura dell’opera. L’opera finale è il risultato di una fase di sperimentazione, ovvero la tappa finale di un processo creativo che trova il suo input nel periodo di lockdown, causato da Covid-19. Il gioco di colori e forme che ne scaturisce desidera smuovere nello spettatore un senso di gioia e leggerezza, come una sorta di boccata d’aria fresca in un momento storico che sta mettendo alla prova la tempra umana.

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“Quello che il bruco chiama FINE DEL MONDO il resto del mondo chiama FARFALLA”

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Poesia in


Arte


Nell’ora che nel bruno firmamento comincia un tremolio di punti d’oro, d’atomi d’argento, guardo e domando: - Dite, o luci belle, ditemi, cosa è Dio? “Ordine”, mi rispondono le stelle. Quando all’april la valle, il monte, il prato, i margini del rio, ogni campo dai fiori è festeggiato, guardo e domando: - Dite, o bei colori, ditemi, cosa è Dio? “Bellezza”, mi rispondono quei fiori. Quando il tuo sguardo innanzi a me scintilla, amabilmente pio, io chiedo al lume della tua pupilla: - Dimmi, se il sai, bel messagger del core, dimmi, che cosa è Dio? E la pupilla mi risponde: “Amore!”

Che cosa è Dio? di Aleardo Aleardi

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Titolo: Dimensione:

Lia ø94 cm


Non smette di bussare alla porta, Il suo rumore rimbomba per casa Ha una mente parecchio contorta Che non riesce ad essere dissuasa Rincorre i pensieri veloci, Ricorda gli eventi più atroci Ha il controllo delle emozioni Percepisce tutte le sensazioni A lui è affidato tutto l’amore L’allegria lo rende illusore Quando lui si ferma tutto finisce Oggi si spegne e il mondo sparisce

Cuore di Greta

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Titolo: Dimensione:

Cuore 54 x 54 cm


SELEZ 74


ZIONE 2021

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Performance artistica con: Chiara Manfrin

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Titolo: Dimensione:

La vie en rose 200 x 118 cm


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Titolo: Dimensione:

Shades of fall 100 x 150 cm


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Titolo: Dimensione:

Lollipop 60 x 69 cm


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Titolo: Dimensione:

Freschezza 40 x 60 cm


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Titolo: Dimensione:

Bollicine 140 x 140 cm


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Titolo: Dimensione:

Folla di pensieri 58 x 28 cm


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Titolo: Dimensione:

el Diez 90 x 70 cm


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Titolo: Dimensione:

Natale 2020 54 x 54 cm


Titolo: Dimensione:

No Vaccino No Party 54 x 54 cm

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Prima, Seconda e Terza dose

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Titolo: Dimensione:

una primula in segno di rinascita 14 x 14 cm


Titolo: Dimensione:

Papaveri 90 x 100 cm

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Titolo: Dimensione:

Anticiclone 130 x 60 cm


Instagram: @mattiamilano_art

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Website: www.mattiamilanoart.com


Redattore: Mattia Milano Curatrice testi: Chiara Manfrin Prima stesura: Febbraio 2022 © 2020 Mattia Milano Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta.




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