FILARMONICA 22-9-2012

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Filarmonica della Scala - Christoph von Dohnรกnyi

Filarmonica della Scala

Christoph von Dohnรกnyi Direttore

Concerti sinfonici 2012 / 2013

22, 23 e 25 settembre 2012

Concerti sinfonici 2012 / 2013


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Fondazione di diritto privato

ALBO DEI FONDATORI Fondatori di Diritto

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Fondazione di diritto privato

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente

Vice Presidente

Consiglieri

Giuliano Pisapia Sindaco di Milano

Bruno Ermolli

Stéphane Lissner Giovanni Bazoli Guido Podestà Aldo Poli Paolo Scaroni Fiorenzo Tagliabue Alessandro Tuzzi Margherita Zambon

Stéphane Lissner Sovrintendente e Direttore artistico Daniel Barenboim Direttore musicale Maria Di Freda Direttore generale

Gastón Fournier-Facio Coordinatore artistico COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Presidente

Mario Cattaneo

Membro supplente

Nadia Palmeri

Membri effettivi

Marco De Luca Marcello Coato



Stagione Sinfonica 2012-2013

Filarmonica della Scala

Christoph von Dohnรกnyi Direttore

EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA


TEATRO ALLA SCALA Sabato 22 settembre 2012, ore 20 – Turno A Dominica 23 settembre 2012, ore 20 – Turno B Martedì 25 settembre 2012, ore 20 – Turno C SOMMARIO PAGINA 5

Malinconia e romantica solennità di Paolo Gallarati e Franco Pulcini PAGINA 13

Robert Schumann. Cronologia della vita e delle opere, a cura di Cesare Fertonani PAGINA 19

Johannes Brahms. Cronologia della vita e delle opere, a cura di Marco Mattarozzi PAGINA 27

Christoph von Dohnányi PAGINA 29

Filarmonica della Scala PAGINA 30

Il Teatro alla Scala


PROGRAMMA

Robert Schumann Sinfonia n. 4 in re min. op. 120 Ziemlich langsam - Lebhaft Romanze. Ziemlich langsam Scherzo. Lebhaft Langsam - Lebhaft

Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in do min. op. 68 Un poco sostenuto - Allegro Andante sostenuto Un poco Allegretto e grazioso Adagio - Allegro non troppo, ma con brio


Gustav Zerner, Robert Schumann, 1840 ca.

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Malinconia e romantica solennità

Robert Schumann, Sinfonia n. 4 in re minore, op. 120 Composta nel 1841, subito dopo la Prima Sinfonia, la Sinfonia in re minore fu presentata a Lipsia il 6 dicembre dello stesso anno. Lo scarso successo cui andò incontro indusse Schumann a ritirare il lavoro per sottoporlo a una profonda revisione, presentata a Düsseldorf il 3 marzo 1853. Insieme alla Prima Sinfonia, all’Ouverture, scherzo e finale op. 52, alla Fantasia in la minore per pianoforte e orchestra (prima versione del Concerto op. 54) e all’abbozzo di una Sinfonia in do minore, la Quarta Sinfonia segna la svolta stilistica nata in Schumann da un interesse sempre maggiore per le forme classiche, e non disgiunta da significativi avvenimenti biografici. Raggiunta finalmente l’agognata unione con Clara Wieck, l’esistenza di Schumann si assesta, infatti, entro le sponde sicure del matrimonio: il maestro dell’aforisma, della miniatura, del pezzo fantastico sente ora il bisogno di misurarsi con la grande tradizione della sonata e della sinfonia, e di accantonare il pianoforte, protagonista di tutta la sua produzione precedente, a favore del Lied, dell’orchestra e della musica da camera: nel 1840 Schumann compose, infatti, più di cento Lieder, nel 1841 si gettò con foga nella produzione sinfonica, nel 1842 furono i complessi da camera a galvanizzare l’entusiasmo creativo del musicista, che licenziò tre Quartetti per archi, il Quartetto e il Quintetto con pianoforte. Di questo slancio la Quarta Sinfonia è un documento bruciante. I quattro movimenti tradizionali debbono essere infatti eseguiti senza interruzione, come una sola, incandescente colata musicale dove alcuni temi ritornano a distanza, determinando una sorta di forma ciclica, più vicina all'idea del poema sinfonico che a quella della sinfonia classica. II primo movimento Ziemlich langsam (Un poco lento) si svolge in un clima di solennità misteriosa e di intima dolcezza. Chiarissima appare sin dall’inizio la svolta che la sinfonia tedesca subisce con Schumann e con Brahms, trasformandosi da un solenne ed epico discorso alla nazione e all’umanità in un genere vicino allo spirito della musica da camera, capace certamente di grandi effetti orchestrali ma anche di parlare all’intimità dell’ascoltatore con discorsi sottilmente elaborati. Il Lebhaft (Vivace) che segue scatta veloce, pieno di slanci e segretamente ansioso, proseguendo secondo la struttura classica della forma-sonata fatta di esposizione, sviluppo e ripresa. Dunque l’incandescenza inventiva che aveva caratterizzato le grandi suites pianistiche della

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giovinezza, libere da ogni schema formale, viene ora a confrontarsi con una tradizione con cui ogni sinfonista tedesco doveva necessariamente fare i conti. Il risultato è splendido per vitalità ed equilibrio formale: basti ascoltare lo sviluppo del primo movimento, acquatico e galoppante, con i suoi moti a ondate che sfociano in trionfali fanfare, oppure la ripresa che conclude il pezzo, come avvitandosi in una spirale di vera ebbrezza creativa. Senza soluzione di continuità il discorso trapassa nella lieve malinconia della Romanza, dove l’espressione si distende in un andamento fluido e scorrevole. È l’altra anima di Schumann che appare in questo quadro di intimità domestica: l’anima del sognatore, divagante e infelice. Ma la riscossa avviene nel terzo movimento, uno scherzo robusto, pieno di un umorismo vagamente rustico e paesano. Il pensiero corre a Beethoven per l’energia ritmica e la forza d'urto dei contrattempi, ma la sezione centrale si apre, come una conchiglia, a mostrare la perla di una melodia cullante e tenerissima: di nuovo l’intimità di Schumann trasportata nella sinfonia, con una felicità di soluzioni che sarà un modello ineludibile per Brahms. Un solenne corale apre l’ultimo movimento in un modo che anticipa l’attacco del Finale della Prima di Brahms. Dopo questo inizio, il pezzo esplode in un misto di ansia e di entusiasmo con gesti forti, scoppi di spumeggiante vitalità violinistica, durezze severe come l’episodio contrappuntistico che sembra intralciare il libero corso dell’invenzione, ma per renderla più vitale ed energetica come il masso che si oppone allo scroscio del torrente. Alla fine, una coda travolgente lascia l’ultima parola ai sentimenti ottimistici e positivi che chiudono la sinfonia in un clima giovanile ed entusiastico, travolgendo ogni ricordo malinconico. Paolo Gallarati

Johannes Brahms, Sinfonia n. 1 in do minore. op. 68 Il giovane Brahms manifestava due propositi solenni: non sposarsi e non scrivere sinfonie. Tenne fede solo al primo dei due. E comunque il suo avvicinamento alla forma sinfonica fu progressivo e molto rallentato dalle cautele del musicista, indicato nel 1853 da Schumann come il genio del tempo, nato «di colpo, come Minerva sorge armata dalla testa di Giove»; sempre Schumann, con iperbolica metafora, aveva scritto del giovinetto di Amburgo: «attorno alla sua culla hanno vegliato le Grazie e gli Eroi». Il peso della responsabilità – ancora Schumann aveva definito i suoi pezzi per pianoforte “sinfonie mascherate” – e la volontà di non tradire le aspettative del pubblico spinsero Brahms a cimentarsi con parsimonia nella scrittura per sola orchestra all’inizio della sua carriera: prima dei quarant’anni il suo catalogo riporta solo il Primo concerto per pianoforte e orchestra (1854-58) e le due Serenate op. 11 (1857-58) e op. 16 (1859, rev. 1875). E la tardiva adesione del musicista al genere sinfonico è ancora preceduta da opere sinfonico-vocali di primaria importanza, quali Ein deutsches Requiem (1857-68), Rinaldo (1863-68) e Rapsodia (1869). L’emancipazione della scrittura esclusivamente sinfonica avviene nel 1873 con le Va-

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Jean-Joseph-Bonaventure Laurens, Robert Schumann, 1853.

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Johannes Brahms.

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riazioni su un tema di Haydn, il cui successo finì probabilmente per sbloccare un’altra opera, la cui stesura non procedeva da ormai undici anni. Brahms aveva inviato a Clara Schumann nel 1862 un Allegro sinfonico, al quale, dodici anni dopo, antepose l’introduzione lenta (“Un poco sostenuto”), completando poi, tra il 1874 e il settembre del 1876, gli altri tre movimenti. Quest’opera, nata nel vasto arco temporale di oltre quattordici anni, è la Prima sinfonia in do minore. op. 68, che, iniziata da un Brahms non ancora trentenne, venne portata a termine quando l’autore aveva quarantatré anni. Anche l’evoluzione stilistica del compositore contribuisce a donare alla pagina un carattere di ascesa esistenziale, di arco epico teso fra i due movimenti estremi, scritti a grande distanza temporale: il primo, tutto slancio romantico, ricco di contrasti ed echeggiante catastrofi, e l’ultimo, un maturo e serioso inno alla malinconia. È come se in quest’opera potessimo leggere la vicenda spirituale di un uomo che, dopo le passioni giovanili, dopo aver conosciuto le disillusioni dei tempi moderni, si vuole arrendere ancora una volta alle illusioni dell’eroismo romantico. La parentela melodica del tema conclusivo in modo maggiore della Prima sinfonia in do minore. con il popolare Inno alla gioia della Nona di Beethoven ha contribuito ad accentuare una sorta di continuità fra le due opere e a diffondere la definizione di Decima, con la quale Hans von Bülow proponeva Brahms come legittimo continuatore dei nove capolavori beethoveniani. (In proposito è circolato un aneddoto, secondo il quale Brahms avrebbe liquidato con una delle sue sgarbate e fulminanti battute un “altolocato personaggio” che gli faceva notare l’analogia tematica con la Nona: «Certo, ed è ancor più strano che lo senta subito qualsiasi asino!») Ma c’è un altro aspetto del Brahms sinfonico su cui vale la pena soffermarsi. Il suo stile classico, legato alla grande forma e alle tecniche dell’elaborazione tematica e della variazione, viene solitamente contrapposto al genere lisztiano-wagneriano della musica a programma e del poema sinfonico; e ciò fa dimenticare che buona parte della musica di Brahms nacque da suggestioni naturalistiche. Il musicista sceglieva con cura i luoghi in cui trascorrere le sue interminabili vacanze estive, che erano per lui costante fonte d’ispirazione tematica. Quando Johannes aveva appena diciassette anni già Clara Schumann gli aveva scritto: «Un bel cielo tempestoso può portare in sé una sinfonia». E l’epistolario di Brahms contiene spesso frasi come quella scritta al critico Eduard Hanslick a proposito della Seconda sinfonia: «Il Wörthersee non è forse un lago vergine, dove le melodie pullulano in tal modo che bisogna stare attenti a non calpestarle camminando?». Quale fu allora lo scenario naturalistico che suggerì a Brahms la Prima sinfonia? Vi lavorò anche ad Amburgo e a Baden-Baden, ma per scriverne la maggior parte il musicista scelse un luogo particolare: Rügen, la maggiore isola tedesca – situata tra il Mare del Nord e il Mar Baltico, quasi attaccata alla costa tedesca, ma protesa a sud-est della Danimarca – luogo leggendario, primordiale centro spirituale, che conserva ancora i resti di bastioni su cui gli antichi popoli facevano sacrifici alla dea Hertha. Le spiagge basse e sabbiose di Rügen non sono frustate dal vento come quelle vicine alla nativa Amburgo, alle quali per altro assomigliano: il clima è più mite; l’isola è ricca di boschi di faggi secolari; il paesaggio varia fra scogliere frastagliate e friabili, paludi e lande desolate. La Prima sinfonia nacque pertanto in buona parte fra questi scenari, durante le interminabili e solitarie passeggiate del musicista, che venne raggiunto solo per qual-

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che giorno dal giovane amico Georg Henschel, con il quale si cimentò persino in gare d’immersione per cercare sassi sul fondo del mare. Un’isola, simbolo del rifugio e della solitudine, il mare, simbolo della dinamica della vita, la sabbia, simbolo di un’incommensurabile e angosciante moltitudine, ci possono raccontare della Prima sinfonia di Brahms forse più di quanto possano le moderne analisi tematiche, nelle quali si dimostra che i motivi usati dal compositore sono spesso derivati l’uno dall’altro, anche se all’ascolto non lo si percepisce. La sinfonia – dopo la prima diretta a Karlsruhe da Otto Dessoff il 4 novembre 1876 –, pur con i limiti dell’ “opera prima” e i problemi di unità stilistica che a volte incrinano i lavori nati in spazi temporali molto estesi, venne accolta con crescente entusiasmo in molte sedi. La ricchezza della scrittura, di grande finezza contrappuntistica, l’orchestrazione ora robusta e ora tenera, non appariscente nei colori, ma varia ed efficace, e la monumentalità dei movimenti estremi, di forte impronta beethoveniana, hanno fatto della Prima sinfonia di Brahms, se non il vertice, uno dei pezzi più amati del repertorio sinfonico. Il primo movimento ha un’introduzione lenta (“Un poco sostenuto”), dal carattere funereo e dignitosamente lamentoso: una landa di grande varietà armonica. La parte rapida (“Allegro”) è in forma sonata e comprende due temi principali e circa cinque idee secondarie. Non ha, esattamente come avviene in molti brani beethoveniani, un bel tema, e l’invenzione va ricercata nell’elaborazione, nella faticosa costruzione di intricati sviluppi, entro i quali ascoltiamo sentimenti spesso contrastanti. Tipica di Brahms è, alla conclusione, una citazione dell’introduzione lenta, che sfuma il finale verso un tono meno concitato. Il secondo movimento (“Andante sostenuto”) è un’oasi di cantabilità che germoglia su uno spunto tematico dal carattere di corale, sul quale si innestano sottili variazioni melodiche. C’è anche uno spunto “pastorale”, tipico dell’autore, amante della “solitudine campestre” (Feldeinsamkeit). Il terzo movimento (“Un poco Allegretto e grazioso”) è in forma di scherzo (ABA), ma mostra tutta la leggerezza di una serenata piuttosto che la foga di una sinfonia. L’episodio centrale ha carattere danzato. Il quarto movimento ha un’introduzione lenta (“Adagio”) come il primo: il clima è cupo, con un forte senso di attesa. Giunge infatti il tema più bello della sinfonia, nella sua scultorea sacralità romantica: un corno sorgente dagli archi, come una luna che appare fra le fronde dei faggi di Rügen. La parte rapida (“Allegro non troppo ma con brio”) è una specie di rondò in cui le tecniche della variazione e dello sviluppo si alternano con grande libertà e semplicità. Il preteso plagio beethoveniano dall’Inno alla gioia non è tale (ci assicurano i biografi di Brahms), perché il tema, di origine popolare, già ben conosciuto e utilizzato, e divenuto pertanto patrimonio comune, si trova anche nell’Offertorio K 222 di Mozart. Fra numerosi ritorni tematici e passi di bravura nella scrittura strumentale, la sinfonia aumenta la sua temperatura drammatica fino a un grandioso finale, che pare metafora della vittoria dell’autore sulla sua stessa malinconia. Franco Pulcini

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Johannes Brahms.

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Friedrich Klima, Robert Schumann, 1835 ca.

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ROBERT SCHUMANN CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE Cesare Fertonani

1810 8 giugno: Robert (Alexander) Schumann nasce a Zwickau, in Sassonia, quinto figlio di August, libraio, editore e scrittore, e di Johanna Christiana Schnabel.

ottobre ritorna a Lipsia col proposito di studiare con Wieck. Termina di scrivere: 6 Walzer pianistici, Thème sur le nom Abegg varié pour le pianoforte op. 1.

1816 Viene mandato a scuola e prende lezioni di musica da un organista locale, J.G. Kuntsch.

1831 Studia composizione con H. Dorn, progetta opere musicali e letterarie, vagheggia di diventare un virtuoso del pianoforte. A dicembre inizia l’attività di critico, con un articolo sulla musica di Chopin per l’«Allgemeine musikalische Zeitung». Porta a termine Papillons op. 2 e Allegro op. 8 per pianoforte.

1819 Agosto: a Karlsbad ascolta un concerto del pianista Ignaz Moscheles (1794-1870) e si entusiasma. 1820 Intraprende gli studi ginnasiali e si appassiona alla letteratura. Gli otto anni passati presso il liceo della città natale sono segnati da numerosi tentativi letterari; nel frattempo prosegue gli studi musicali. 1822 Muoiono la sorella maggiore Emilie, malata di mente, e il padre (10 agosto). 1827 Compone quattro Lieder. Si reca a Lipsia, Dresda, Praga e Teplitz. 1828 Per volontà della madre, si iscrive all’Università di Lipsia, facoltà di giurisprudenza, ma le lezioni di pianoforte con Friedrich Wieck (1785-1873) lo distolgono dagli impegni accademici. Compone 8 Polacche per pianoforte a quattro mani e alcuni Lieder. 1829 Si trasferisce a Heidelberg, per continuarvi gli studi. In settembre, breve viaggio in Italia (Venezia e Milano). Scrive un Quartetto per pianoforte e archi. 1830 11 aprile: ascolta a Francoforte un concerto di Paganini, ne resta assai impressionato e decide di dedicarsi completamente alla musica. Vinta l’opposizione materna, in

1832 Colpito da una sorta di paresi ai legamenti di una mano (probabilmente dovuta al mercurio impiegato nella cura della sifilide, e non agli effetti di un congegno meccanico per costringere le dita a più ampie articolazioni), deve rinunciare alla carriera di virtuoso. Prende lezioni di orchestrazione da G. Müller. 18 novembre: a Zwickau si esegue il primo tempo di un’incompiuta Sinfonia in sol minore. Porta a compimento la stesura di numerosi brani pianistici, fra cui 6 Studien nach Capricen von Paganini op. 3, 6 Intermezzi op. 4, Phantasie satyrique, Exercice fantastique. 1833 Prima grave crisi depressiva. Sono di quest’anno alcuni lavori per pianoforte: 10 Impromptus über ein Thema von Clara Wieck op. 5, 6 Konzert-Etüden nach Capricen von Paganini op. 10, Sehnsuchtswalzer Variationen, Etüden in Form freier Variation über ein Beethovensches Thema. 1834 3 aprile: esce il primo numero della «Neue Zeitschrift für Musik», rivista che Schumann fonda per difendere la nuova musica romantica dagli attacchi dei conservatori; destinato a diventare il centro della sua at-

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tività critica, il periodico s’imporrà come modello e punto di riferimento. Conosce e s’innamora di un’allieva di Wieck, Ernestine von Fricken; quindi si fidanza con lei in segreto. Scrive le Variations sur un nocturne de Chopin e progetta altre opere per pianoforte. 1835 S’innamora di Clara Wieck (18191896), pianista e figlia del suo insegnante. Ottobre: conosce Moscheles e Chopin a casa di Wieck. Termina di comporre: Carnaval op. 9 e la Sonata n. 1 op. 11 per pianoforte. 1836 Scoperto il legame che unisce la figlia a Schumann, Wieck separa i due giovani. 4 febbraio: morte della madre. Sono di quest’anno il Concert sans orchestre (Sonata) op. 14 e altri abbozzi di lavori per pianoforte. 1837 Approfondisce lo studio del contrappunto bachiano. 13 settembre: chiede a Wieck la mano di Clara; per tutta risposta, questi allontana la figlia. Robert e Clara si scrivono in segreto. Nascono nuovi capolavori pianistici: Davidsbündlertänze op. 6, Phantasiestücke op. 12, Symphonische Etüden op. 13. 1838 Nuovo periodo di depressione. 27 settembre: parte alla volta di Vienna. Termina di comporre e scrive altre grandi opere pianistiche: Kinderszenen op. 15, Kreisleriana op. 16, Phantasie op. 17, Arabeske op. 18, Humoresque op. 20, 8 Novelletten op. 21, Sonata n. 2 op. 22. 1839 Visita al fratello di Schubert e scoperta di alcuni manoscritti del maestro viennese, fra cui quello della Sinfonia in do maggiore (la «Grande»). Aprile: ritorno in Germania. Giugno: avvio dell’azione legale intrapresa da Clara e Robert nei confronti di Wieck, più che mai risoluto a contrastare il loro matrimonio. Risale a quest’anno un’ulteriore messe di brani per pianoforte: Blumenstück op. 19, Nachtstücke op. 23, 3 Romanzen op. 28, Klavierstücke op. 32. 1840 Prosegue la battaglia legale contro Wieck, impegnatosi in una campagna diffamatoria tesa a screditare Robert di fronte alla corte. Febbraio: riceve la laurea in filosofia honoris causa dall’Università di Jena. 1° ago-

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sto: la definitiva sentenza del tribunale stabilisce la legittimità delle nozze. 12 settembre: matrimonio di Clara e Robert a Schönenfeld, presso Lipsia. È il cosiddetto «anno dei Lieder»; Schumann ne compone a decine, fra cui quelli raccolti in: Liederkreis op. 24 (Heine), Myrthen op. 25 (Rückert, Goethe, Mosen, Burns, Byron, Heine, Moore), Liederkreis op. 39 (Eichendorff), Frauenliebe und -leben op. 42 (Chamisso), Dichterliebe op. 48 (Heine); 3 Gedichte op. 29 per 2, 3 e 4 voci. Inoltre scrive i 6 Lieder op. 33 per coro a cappella e finisce il Faschingsschwank aus Wien op. 26 per pianoforte. 1841 È l’anno dei primi importanti lavori sinfonici. Nascono la Sinfonia n. 1 op. 38 («Der Frühling»), diretta dall’autore al Gewandhaus il 31 marzo, Ouverture, Scherzo und Finale op. 52, il primo movimento (Fantasie) del futuro Concerto per pianoforte e orchestra op. 54. 1° settembre: nasce Marie, prima degli otto figli della coppia. 1842 È l’anno della musica da camera. Affronta un esaurimento nervoso, e si dedica allo studio dei classici (Haydn, Mozart, Beethoven). A quest’anno appartengono: i tre Quartetti per archi op. 41 dedicati a F. Mendelssohn, il Quintetto op. 44 e il Quartetto op. 47 per pianoforte e archi, Phantasiestücke op. 88 per violino, violoncello e pianoforte. 1843 Febbraio: cordiali incontri con Hector Berlioz. 3 aprile: inaugurazione del Conservatorio di Lipsia, fondato dall’amico Mendelssohn: Schumann accetta l’incarico di insegnarvi pianoforte, composizione e lettura della partitura. Completa l’oratorio profano Das Paradies und die Peri op. 50, eseguito a Lipsia il 4 dicembre, e inoltre compone Andante und Variationen per due pianoforti, due violoncelli e corno. 1844 Robert accompagna Clara in una lunga tournée in Russia. 30 maggio: la coppia è di ritorno a Lipsia. Inizia a scrivere l’opera teatrale Der Corsar, lasciata incompiuta, e le Szenen aus Goethes Faust. Nuova crisi depressiva. Ottobre: dopo un viaggio a Dresda, Clara e Robert decidono di trasferirsi nella capitale sassone.


Robert Schumann.

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1845 Conosce F. Hiller e Richard Wagner. Riprende a comporre, anche sull’onda di un rinnovato interesse per il contrappunto. Porta a termine il Concerto per pianoforte e orchestra op. 54, gli Studien für den Pedal-Flügel op. 56 e le 4 Skizzen für Pedal-Flügel op. 58 per pianoforte con pedaleria, le 6 Fugen über B-A-C-H op. 60 per organo. 1846 Continuano i disturbi nervosi. Novembre: Clara e Robert sono in tournée a Vienna. Termina di comporre la Sinfonia n. 2 op. 61 e due raccolte di Lieder per voci miste sole op. 55 e op. 59. 1847 Da Vienna a Brno e a Praga, quindi a Berlino, dove la coppia progetta di stabilirsi. Marzo: ritorno a Dresda. 5 novembre: morte di Mendelssohn. Scrive Beim Abschied zu singen op. 84 per coro e strumenti a fiato, 3 Gesänge op. 62 per voci maschili a cappella e alcuni Lieder. Il catalogo cameristico annovera i due Trii per violino, violoncello e pianoforte op. 63 e op. 80. 1848 Nell’anno della rivoluzione compone: l’Adventlied op. 71 (Rückert) per soprano, coro e orchestra e l’Album für die Jugend op. 68 per pianoforte. Inoltre prosegue a scrivere l’opera teatrale Genoveva, iniziata nel 1847, e incomincia la stesura delle musiche di scena per il Manfred di Byron. 1849 Fra maggio e giugno - a Dresda sono scoppiati i moti rivoluzionari - gli Schumann si rifugiano in campagna, a Maxen e a Kreischa. È un anno di vulcanica creatività: Requiem für Mignon op. 98b (Goethe) per soli, coro e orchestra; Nachtlied op. 108 (Hebbel) per coro e orchestra; 5 Gesänge aus H. Laubes Jagdbrevier op. 137 per voci maschili, Romanzen op. 69 e op. 91 per voci femminili, Romanzen und Balladen op. 67 e op. 75 e 4 Doppelchörige Gesänge op. 141 per voci miste; Lieder-Album für die Jugend op. 79, Lieder und Gesänge aus “Wilhelm Meister” op. 98a e altri Lieder per voce e pianoforte; Spanisches Liederspiel op. 74, Minnespiel op. 101 (Rückert) per voci e pianoforte e Spanische Liebeslieder op. 138 per voci e pianoforte a quattro mani; Concertstück op. 86 per quattro corni e orchestra; Introduzione e Allegro appassionato op. 92 per pianoforte e orchestra; Adagio e Allegro op. 70 per corno e pianofor-

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te; Phantasiestücke op. 73 per clarinetto e pianoforte; 3 Romanzen op. 94 per oboe e pianoforte; 5 Stücke in Volkston op. 102 per violoncello e pianoforte; Waldszenen op. 82 per pianoforte e 12 Vierhändige Klavierstücke für kleine und grosse Kinder op. 85. Termina anche le musiche di scena per Manfred op. 115. 1850 Concerti degli Schumann nella Germania settentrionale. 25 giugno: a Lipsia, discreto successo della rappresentazione di Genoveva op. 81. 2 settembre: gli Schumann si trasferiscono a Düsseldorf, dove Robert ha accettato l’incarico di Musikdirektor. Quest’anno compone fra l’altro: Neujahrslied op. 144 (Rückert) per coro e orchestra; Sinfonia n. 3 op. 97 («Rheinische»); Concerto per violoncello e orchestra op. 129; 6 Gedichte op. 90 (Lenau). 1851 Prosegue un’intensa attività creativa. Compone: Der Rose Pilgerfahrt op. 112 e Der Königssohn op. 116 per soli, coro e orchestra; Sinfonia n. 4 op. 120; ouverture per Die Braut von Messina (Schiller) op. 100, per Julius Caesar (Shakespeare) op. 128 e per Hermann und Dorothea (Goethe) op. 126; Sonate op. 105 e op. 121 per violino e pianoforte; Trio op. 110 per violino, violoncello e pianoforte; Märchenbilder op. 113 per viola e pianoforte; i 3 pianistici Phantasiestücke op. 111; le Ballszenen op. 109 per pianoforte a quattro mani. Compone inoltre Romanzen und Balladen op. 145 e op. 146 per voci miste, e alcuni Lieder. 1852 Giugno: si aggrava una crisi nervosa iniziata in aprile; Schumann manifesta difficoltà di parola e di movimento. Scrive: Des Sängers Fluch op. 139 e Vom Pagen und der Königstochter op. 140 per soli, coro e orchestra; Requiem op. 148; Gedichte der Königin Maria Stuart op. 135. Inoltre raccoglie per la pubblicazione i brani pianistici Bunte Blätter op. 99. 1853 È l’ultimo anno di intensa produttività. Agosto: conosce J. Joachim. 30 settembre: incontro con Brahms. 28 ottobre: presenta il giovane genio al mondo musicale con uno storico articolo sulla «Neue Zeitschrift für Musik». Le cattive condizioni di salute gli impediscono di dirigere in pubblico. Novembre: viene costretto a dimettersi dalla carica di Musikdirektor. Segue Clara in una tournée


in Olanda. Risalgono a quest’anno, oltre al completamento delle Szenen aus Goethes Faust, della Messe op. 147 e della Fest-Ouverture op. 123 per tenore, coro e orchestra; Das Glück von Edenhall op. 143 per soli, coro e orchestra; Fantasie op. 131 e Concerto per violino e orchestra; Introduzione e Allegro per pianoforte e orchestra op. 134; Sonata in la minore; due tempi della Sonata F.A.E. (scritta con A. Dietrich e Brahms) per violino e pianoforte; Märchenerzählungen op. 132 per clarinetto, viola e pianoforte; 3 KlavierSonaten für die Jugend op. 118; 7 Klavierstücke in Fughettenform op. 126; Gesänge der Frühe op. 133.

1854 Gennaio: ritorno a Düsseldorf da Hannover. 10 febbraio: allucinazioni, minacciose avvisaglie di squilibrio mentale. 27 febbraio: tenta il suicidio gettandosi nel Reno. 4 marzo: viene ricoverato in una casa di cura a Endenich, presso Bonn. Compone: Tema e Variazioni su un tema originale per pianoforte. 1855 Scrive ancora degli accompagnamenti pianistici ai Capricci di Paganini. 1856 29 luglio: muore a Endenich, assistito da Clara e da Brahms.

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Johannes Brahms nel 1860.

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JOHANNES BRAHMS CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE Marco Mattarozzi

1833 Johannes Brahms nasce il 7 maggio ad Amburgo, da Johann Jakob, suonatore di contrabbasso. 1835 Il 26 marzo nasce il fratello Friedrich (Fritz). 1839 Apprende le prime nozioni musicali dal padre. 1840 Continua l’insegnamento paterno, che si prefigge di fare di Johannes un buon orchestrale. Prende lezioni di pianoforte da Cossel. 1842 Progredisce rapidamente nello studio del pianoforte. 1843 Cossel lo presenta a Marxsen perché gli dia lezioni di pianoforte. Brahms dà un concerto privato per finanziare i propri studi. 1844 Cossel si oppone al suggerimento di fargli intraprendere una tournée come bambino prodigio. 1845 Diventa l’allievo preferito di Marxsen e incomincia a comporre improvvisando al pianoforte. 1846 Marxsen inizia a dargli lezioni di teoria. Brahms guadagna qualche soldo suonando in modesti locali di spettacolo. 1847 La sua salute è danneggiata dall’ambiente degli infimi locali dove è costretto a suonare. Giesemann, un amante della musica, lo invita a trascorrere una lunga vacanza a Wiensen an der Luhe, dove Brahms compone A B C e Postillons Morgenlied, per coro e voci maschili.

1848 Trascorre ancora l’estate a Wiensen, dove dirige un piccolo coro di voci maschili. Torna ad Amburgo, dove, il 21 settembre, dà a proprie spese il suo primo concerto. 1849 Dà lezioni di pianoforte per pochi soldi; suona in miseri locali da ballo e arrangia per pianoforte melodie popolari. 1850 Compone molti Lieder. Il suo incontro con Reményi gli fa conoscere le danze nazionali ungheresi. 1851 Continuano le lezioni e il suo pesante lavoro. Compone lo Scherzo op. 4, per pianoforte. 1852 Compone il Finale della Sonata op. 1 e la Sonata op. 2, per pianoforte. 1853 Aprile: giro di concerti con Reményi. Incontra a Hannover Joachim, che li scrittura entrambi per la corte di Hannover e li manda con una presentazione da Liszt a Weimar. Conosce Schumann a Düsseldorf. Grande amicizia con lui e con Clara Schumann. Porta a termine la Sonata op. 1 e scrive la Sonata op. 5, per pianoforte. Nascono anche: 6 Lieder op. 3 e 6 Lieder op. 7, per voce e pianoforte; lo Scherzo per la Sonata F.A.E., per violino e pianoforte, scritta in collaborazione con Schumann e Dietrich. 1854 In febbraio accorre a Düsseldorf, avendo avuto notizia della crisi psichica di Schumann e del suo tentativo di suicidio. È vicino a Clara Schumann. Compone, in giugno, le Variazioni su un tema di Schumann op. 9, per pianoforte. Inoltre: 4 Ballate op. 10, per pianoforte; Trio op. 8, per violino, violoncello e pianoforte; Mondnacht, per voce e pianoforte.

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1855 Vive e insegna a Düsseldorf, ma impiega buona parte del suo tempo per giri di concerti. Compone: 2 Gighe e 2 Sarabande, per pianoforte. 1856 In primavera va a vivere a Bonn, per essere vicino al morente Schumann, che spira il 29 luglio. Brahms rimane fraternamente vicino a Clara Schumann dopo la morte del marito. Compone: 2 Variazioni op. 21, per pianoforte, e Preludio e fuga n. 1, per organo. 1857 Da settembre a dicembre è presso la corte di Lippe-Detmold, dove insegna pianoforte alla principessa Friederike e dirige il coro. Porta a termine: Preludio e fuga n. 2, Fuga, preludi corali e fuga, O Traurigkeit, per organo; Serenata op. 11, per orchestra. 1858 Trascorre l’estate a Göttingen. Scrive: 8 Lieder e Romanze op. 14, per voce e pianoforte; Ave Maria op. 12, per voci femminili, orchestra e organo; Inno funebre op. 13, per voci miste e banda; 14 Volkskinderlieder e 28 Deutsche Volkslieder, per voce e pianoforte; Concerto n. 1 op. 15, per pianoforte e orchestra. 1859 Il 22 e il 27 gennaio, Brahms esegue il suo Concerto n. 1, per pianoforte e orchestra, a Hannover e Lipsia. In marzo è nominato direttore del coro femminile di Amburgo. Durante l’estate compone Vier Gesänge op. 17, per coro femminile, due corni e arpa. In settembre vengono eseguiti Marienlieder op. 22 e Psalm XIII op. 27, per voci femminili e organo. Scrive anche: Serenata op. 16, per piccola orchestra; 5 Poemi op. 19, per voce e pianoforte. 1860 Sottoscrive un manifesto a stampa contro la “Nuova Scuola Tedesca” promosso da Liszt, che viene inavvertitamente pubblicato con sole quattro firme. Compone: Sestetto op. 18, per archi; 3 Duetti op. 20, per soprano e contralto; Lass dich nur nichts dauern, per coro misto e organo (iniziato nel 1856); 2 Mottetti op. 29, per coro misto; 3 Cori sacri op. 37, per coro femminile. 1861 Vive ad Amburgo, dove porta a termine: Variazioni e Fuga su un tema di Händel

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op. 24, per pianoforte; Variazioni su un tema di Schumann op. 23, per due pianoforti; Quartetto op. 25, per archi e pianoforte. 1862 In settembre si reca per la prima volta a Vienna, dove viene ricevuto molto cordialmente. La nomina dell’amico Stockhausen a direttore dei Concerti Filarmonici e della Singakademie gli fa valutare la possibilità di ritornare nella città natale. Vi si reca comunque, durante un giro di concerti, dopo Natale. Nascono: Quartetto op. 26, per archi e pianoforte; Fünf Gesänge op. 41, per coro maschile; Drei Gesänge op. 34, per coro misto; 4 Duetti op. 28, per contralto e baritono; Tredici canoni op. 113, per coro femminile. 1863 In gennaio, ancora a Vienna, Brahms dà un piccolo concerto per presentare i suoi Lieder al pubblico viennese. In primavera, con Tausig, si reca da Wagner. In maggio, tornato ad Amburgo, viene invitato a dirigere la Singakademie di Vienna. Si stabilisce in questa città in agosto. Compone: Studi su un tema di Paganini op. 35, per pianoforte; 3 Quartetti vocali op. 31, con pianoforte. 1864 Si dimette dall’incarico di direttore della Singakademie, ma mantiene il suo domicilio a Vienna. Trascorre le vacanze estive a BadenBaden, dove vive Clara Schumann. Scrive quest’anno: Quintetto op. 34, per archi e pianoforte; 9 Lieder op. 32, per voce e pianoforte; 26 Deutsche Volkslieder, per coro solo. 1865 2 febbraio: muore la madre, ad Amburgo. Durante l’estate è ancora a BadenBaden, dove compone il Trio op. 40, per violino, corno e pianoforte. Giro di concerti in autunno e inverno. Compone: Waltzes op. 39, per due pianoforti; Sestetto op. 36, per archi; Sonata op. 38, per violoncello e pianoforte. 1866 Lavora a Karlsruhe, tra febbraio e aprile, ad Ein deutsches Requiem op. 45, per soli, coro e orchestra, la cui stesura era iniziata nel 1857. È successivamente ad Amburgo e, in novembre, a Vienna. Conclude la stesura del Quartetto op. 51 n. 1, per archi, e di 12 Lieder e Romanze op. 44, per coro femminile. 1867 Prosegue nei giri di concerti nelle province austriache e a Budapest, in primavera e


in autunno. Il Requiem, ancora incompiuto, è eseguito a Vienna. 1868 In primavera, nuovo giro di concerti con Stockhausen. Il Requiem è definitivamente completato durante l’estate. Vengono pure completate 15 Romanze da “Magelone” op. 33, per pianoforte, iniziate nel 1861. Nuove composizioni: 4 Lieder op. 43, 4 Lieder op. 46, 5 Lieder op. 47, 7 Lieder op. 48, per voce e pianoforte; la cantata Rinaldo op. 50, per tenore, coro maschile e orchestra. 1869 Il 18 febbraio il Requiem è eseguito per la prima volta nella sua stesura completa al Gewandhaus di Lipsia, sotto la direzione di Reinecke. Scrive: Liebeslieder Waltzes op. 52, per coro e due pianoforti; Rhapsodie op. 53, per solo, coro maschile e orchestra; Neue Liebeslieder op. 65, per coro e due pianoforti. 1871 All’inizio della primavera, compone il Triumphlied op. 55, per coro e orchestra, per celebrare la vittoria tedesca nella guerra franco-prussiana. Sono pure di quest’anno: 8 Lieder op. 57 e 8 Lieder op. 58, per voce e pianoforte; Schicksalslied op. 54, per coro e orchestra. 1872 L’11 febbraio muore ad Amburgo il padre. Dopo le vacanze a Baden-Baden, Brahms torna a Vienna, dove è nominato direttore artistico della Gesellschaft der Musikfreunde, succedendo a Rubinstein. 1873 Scrive: Quartetto op. 51 n. 2, per archi; Variazioni su un tema di Haydn op. 56a, per orchestra; 8 Lieder op. 59 e 5 Lieder di Ofelia da “Amleto”, per voce e pianoforte. 1874 È a Lipsia, dove incontra Herzogenberg, Spitta e altri. Qui vengono eseguiti molti suoi lavori. È poi a Monaco e Colonia. Passa l’estate in Svizzera, presso Zurigo. Compone: Quartetto op. 60, per archi e pianoforte; 9 Lieder op. 63, per voce e pianoforte; 4 Duetti op. 61 e 5 Duetti op. 66, per soprano e contralto; 3 Quartetti vocali op. 64, con pianoforte; 7 Lieder op. 72, per coro misto. 1875 Si dimette dall’incarico di direttore della Gesellschaft der Musikfreunde. Porta a

termine: il Quartetto op. 67, per archi, e 2 Mottetti op. 74, per coro misto, iniziati nel 1860. 1876 In estate è a Sassnitz, dove rivede il Quartetto op. 67. Scrive la Sinfonia n. 1 op. 68, per orchestra, che viene eseguita il 4 novembre a Karlsruhe, diretta da Dessoff: in seguito Brahms stesso la dirige a Mannheim e a Monaco. 1877 Rifiuta la laurea honoris causa dall’Università di Cambridge, non desiderando compiere il viaggio in Inghilterra per andare a riceverla. Da marzo all’autunno compone la Sinfonia n. 2 op. 73, per orchestra. Scrive anche: 9 Lieder op. 69, 4 Lieder op. 70, 5 Lieder op. 71, 5 Lieder op. 72, per voce e pianoforte. 1878 In aprile compie un viaggio in Italia. Sono di quest’anno: Otto pezzi op. 76, per pianoforte; Concerto op. 77, per violino e orchestra; 6 Lieder op. 86, per voce e pianoforte; 4 Ballate e Romanze op. 75, per duetto vocale. 1879 Il 1° gennaio viene eseguito per la prima volta il Concerto per violino e orchestra al Gewandhaus di Lipsia: solista è Joachim. L’Università di Breslavia conferisce a Brahms il dottorato honoris causa in filosofia. Porta a termine: 2 Rapsodie op. 79, per pianoforte; Sonata op. 78, per violino e pianoforte; 6 Lieder op. 85, per voce e pianoforte. 1880 Compone, durante l’estate, Ouverture per una festa accademica op. 80 e Ouverture tragica op. 81, per orchestra. Termina e pubblica le Danze ungheresi (voll. III e IV, il I e II sono del 1858), per due pianoforti. 1881 In gennaio e febbraio è in Olanda e Ungheria. A Budapest, dopo molti anni, incontra di nuovo Liszt. A primavera è in Sicilia. Porta a termine il Concerto n. 2 op. 83, per pianoforte e orchestra; 5 Lieder e Romanze op. 84, per voce e pianoforte; Nänie op. 82, per coro e orchestra. 1882 Brahms compie un ampio giro di concerti per far conoscere il suo nuovo Concerto

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Johannes Brahms nel suo studio viennese nel 1892.

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op. 83, per pianoforte e orchestra. In settembre è nuovamente in Italia. Compone: Trio op. 87, per violino, violoncello e pianoforte; Quintetto op. 88, per archi; Gesang der Parzen op. 89, per coro e orchestra. Inizia la Sinfonia n. 3.

Goldmark e Johann Strauss figlio. Compone, per la città di Amburgo, Deutsche Fest- und Gedenksprüche op. 109, per coro. Gli viene conferito dall’imperatore Francesco Giuseppe l’Ordine di Leopoldo. Scrive: 5 Lieder op. 106 e 5 Lieder op. 107, per voce e pianoforte; 3 Mottetti op. 110, per coro misto.

1883 Completa, durante le vacanze estive a Wiesbaden, la Sinfonia n. 3 op. 90, per orchestra. La prima esecuzione è a dicembre, a opera della Società Filarmonica di Vienna, con la direzione di Richter.

1890 In primavera è in Italia. Trascorre l’estate a Ischl, dove compone il Quintetto op. 111, per archi. Sono di quest’anno anche i 6 Quartetti vocali op. 112, con pianoforte.

1884 Durante l’estate a Mürzuschlag in Stiria, inizia la stesura della Sinfonia n. 4. Scrive: 2 Lieder op. 91, per contralto, viola e pianoforte; 5 Lieder op. 94 e 7 Lieder op. 95, per voce e pianoforte; 4 Quartetti vocali op. 92, con pianoforte; 6 Lieder e Romanze op. 93a e Tafellied (Dank der Damen) op. 93b, per coro misto. 1885 Durante una nuova vacanza estiva a Mürzuschlag completa la stesura della Sinfonia n. 4 op. 98, per orchestra. 1886 Dopo la prima esecuzione della Sinfonia n. 4 il 17 gennaio a Vienna, Brahms si reca a Thun, in Svizzera, dove rimarrà dalla primavera all’autunno. Compone: Sonata op. 89, per violoncello e pianoforte; Sonata op. 100, per violino e pianoforte; 4 Lieder op. 96, 6 Lieder op. 97 e 5 Lieder op. 105, per voce e pianoforte. 1887 In primavera si reca in Italia con Kircher e l’editore Simrock. È ancora a Thun per l’estate. Qui compone il Doppio concerto op. 102, per violino, violoncello e orchestra, e gli Zigeunerlieder op. 103, per quartetto vocale e pianoforte. 1888 In gennaio si incontra con Cˇajkovskij. In primavera è di nuovo in Italia, dove conosce Martucci. Terza estate a Thun, dove compone la Sonata op. 108, per violino e pianoforte. Scrive anche i 5 Gesänge op. 104. 1889

Brahms trascorre l’estate a Ischl, con

1891 Compone durante l’estate a Ischl il Trio op. 114, per clarinetto, violoncello e pianoforte, e il Quintetto op. 115, per clarinetto e archi. 1892 Nascono le 7 Fantasie op. 116 e i 3 Intermezzi op. 117, per pianoforte. 1893 In primavera è ancora in Italia. Durante l’estate a Ischl scrive i 6 Pezzi op. 118 e i 4 Pezzi op. 119, per pianoforte. 1894 Compone a Ischl 2 Sonate op. 120, per clarinetto e pianoforte. 1895 In febbraio segue il clarinettista Mühlfeld in un giro di concerti attraverso la Germania: vengono eseguite le 2 Sonate op. 120. Trascorre l’estate a Ischl. In settembre è al Festival di Meiningen; in ottobre da Clara Schumann, a Francoforte; poi si reca in Svizzera. 1896 In maggio compone Vier ernste Gesänge op. 121, per voce e pianoforte. Il 20 maggio muore Clara Schumann. Brahms si reca al suo funerale aggravando il suo già precario stato di salute. Durante l’estate compone 11 Preludi corali op. 122, per organo. È a Karlsbad, a settembre. Rientra a Vienna in ottobre. 1897 In febbraio la sua malattia compie allarmanti progressi. Il 7 marzo il musicista appare per l’ultima volta a un concerto. Il 3 aprile muore di cancro, a Vienna.

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Filarmonica della Scala.

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Foto Marco Brescia


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Fotostudio Heinrich


Christoph von Dohnányi È Direttore onorario a vita della Philharmonia Orchestra dall’inizio della stagione 2008/09. Il fortunato sodalizio era cominciato nel 1994 con la sua nomina a Primo Direttore ospite dell’orchestra, di cui è diventato Direttore Principale nel 1997. Nella sua ultima stagione come Direttore Principale, oltre a esibirsi con la sua orchestra al Southbank Centre e in altre sale della Gran Bretagna, ha dato una serie di tre concerti alla prestigiosa sede del Musikverein di Vienna, ha fatto una tournée in Germania e un’altra, da costa a costa, negli Stati Uniti. Uno dei suoi maggiori successi con la Philharmonia è stata la collaborazione con il Théâtre du Châtelet di Parigi, che ha prodotto numerosi allestimenti degni di nota, tra cui Arabella, Die Frau ohne Schatten e Die schweigsame Frau di Strauss, Moses und Aron di Schoenberg, Oedipus Rex di Stravinskij e Hänsel und Gretel di Humperdinck, nonché un ciclo di sinfonie di Brahms. Nato a Berlino, aveva iniziato a studiare giurisprudenza a Monaco, ma dopo due anni decise di iscriversi ai corsi di composizione, pianoforte e direzione d’orchestra dell’Accademia di Musica e Teatro di Monaco. Una volta diplomato, ricevette dalla Città di Monaco il Premio Richard Strauss per la direzione d’orchestra e continuò a studiare con suo nonno, Ernst von Dohnányi, all’Università statale della Florida. Nel 1953 fu ingaggiato da Sir Georg Solti come maestro collaboratore e direttore d’orchestra per l’Opera di Francoforte. A 27 anni si trasferì a Lubecca, dove divenne il più giovane Generalmusikdirektor

della Germania, prima di essere nominato Direttore stabile della Staatsorchester di Kassel e poi della Westdeutscher Rundfunk (WDR) Sinfonieorchester, a Colonia. Nel 1968 è diventato Generalmusikdirektor a Francoforte e nel 1972 Direttore dell’Opera di Francoforte. Dal 1977 al 1984 è stato Sovrintendente e Direttore stabile della Staatsoper di Amburgo. A Francoforte come ad Amburgo, ha sempre cercato di bilanciare allestimenti operistici tradizionali e produzioni innovative di teatro musicale. Ha diretto per la prima volta la Cleveland Orchestra nel dicembre 1981. Dal 1982 al 1984 ne è stato Direttore musicale designato, dal settembre 1984 all’agosto 2002 è stato il sesto Direttore musicale dell’orchestra e successivamente ne è diventato il primo Direttore musicale laureato. Sotto la sua guida, la formazione di Cleveland ha girato gli Stati Uniti, l’Asia e l’Europa, esibendosi al Festival di Salisburgo e di Edimburgo e ai Proms della BBC, ed è stata per diversi anni l’orchestra residente alla Carnegie Hall di New York. Nel 1998 l’orchestra, per la prima volta nella sua storia, ha suonato in Cina. Tra le molte incisioni di Dohnányi con la Cleveland Orchestra vi sono le sinfonie complete di Beethoven, Brahms e Schumann, Die Walküre e Das Rheingold di Wagner. Durante la direzione di Dohnányi, la sede storica dell’orchestra, la Severance Hall, è stata ristrutturata e ampliata per poter riaccogliere uno degli organi più grandi degli Stati Uniti, che è stato finalmente restituito alla vita musicale di Cleveland. Dal settembre 2004 al luglio 2010 è stato

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Direttore stabile della Norddeutscher Rundfunk (NDR) Sinfonieorchester, che ha diretto regolarmente nelle stagioni sinfoniche di Amburgo, Lubecca, Brema e Kiel, ma anche in tournée nelle più importanti città europee, quali Vienna, Budapest, Varsavia, Parigi, Colonia, Madrid, Francoforte, Bonn, ai Proms di Londra e ai Festival di Lucerna e di Praga. Una tournée nordica ha toccato Oslo, Stoccolma e Copenhagen. Dohnányi e la NDR Sinfonieorchester si sono esibiti anche in America del Sud, dove sono stati eletti Migliore Orchestra e Migliore Direttore del 2005 dall’Associazione dei Critici di Buenos Aires. Nel marzo 2007 hanno dato due concerti alla Carnegie Hall e uno nella Sala dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per celebrare il 50° anniversario del Trattato di Roma; nel maggio dello stesso anno hanno fatto una tournée in Giappone. Nell’ottobre 2008 hanno dato una serie di concerti a Taiwan e in Cina. Molto richiesto come direttore ospite negli Stati Uniti, dove dirige abitualmente le orchestre di Boston, Chicago, Pittsburgh, New York, Philadelphia e Los Angeles, in Europa ha diretto tutte le formazioni più importanti, tra cui, recentemente, i Berliner Philharmoniker, l’Orchestre de Paris,

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l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, la Israel Philharmonic Orchestra e la Tonhalle-Orchester di Zurigo. Ospite regolarmente dell’Opera di Zurigo sin dai primi anni Novanta, vi ha diretto nuovi allestimenti di Ariadne auf Naxos, Elektra, Die schweigsame Frau e Die Frau ohne Schatten di Strauss, Der fliegende Holländer di Wagner e Idomeneo di Mozart, oltre a una doppia serata composta dal Castello del duca Barbablù di Bartók e dall’Oedipus Rex di Stravinskij. La sua discografia con i Wiener Philharmoniker comprende Fidelio, Wozzeck, Lulu, Erwartung, Salome, Der fliegende Holländer, nonché brani sinfonici di Mendelssohn e Čajkovskij. Ha inciso i Concerti per violino di Glass e Schnittke con Gidon Kremer, il Concerto per pianoforte di Dvořák con András Schiff e trascrizioni per orchestra di musica da camera di Brahms e Mahler. In qualità di ospite regolare del Festival di Salisburgo, ha diretto i Wiener Philharmoniker in molti nuovi allestimenti, quali Salome, Der Rosenkavalier, Così fan tutte, Die Zauberflöte, Erwartung, Il castello del duca Barbablù e Ariadne auf Naxos, nonché le prime mondiali delle Bassariden di Henze e del Baal di Cerha.


FILARMONICA DELLA SCALA Violini primi Francesco De Angelis (spalla) Francesco Manara (spalla) Daniele Pascoletti (spalla) Eriko Tsuchihashi* Duccio Beluffi Rodolfo Cibin Alessandro Ferrari Agnese Ferraro Alois Hubner Fulvio Liviabella Kaori Ogasawara Andrea Pecolo Gianluca Scandola Enkeleida Sheshaj Dino Sossai Gianluca Turconi Corinne Van Eikema Damiano Cottalasso Evgenia Staneva Claudio Mondini Francesca Monego Enrico Piccini Estela Sheshi Violini secondi Giorgio Di Crosta* Pierangelo Negri* Anna Salvatori* Anna Longiave Emanuela Abriani Stefano Dallera Silvia Guarino Ludmilla Laftchieva Stefano Lo Re Antonio Mastalli Roberto Nigro Gabriele Porfidio Francesco Tagliavini Alexia Tiberghien Paola Lutzemberger Alessandro Cappelletto Lorenzo Gentili Tedeschi Rita Mascagna Roberta Miseferi Susanna Nagy

Viole Simonide Braconi* Danilo Rossi* Raffaele Mallozzi* Giorgio Baiocco Carlo Barato Maddalena Calderoni Adelheid Dalvai Marco Giubileo Joel Imperial Francesco Lattuada Emanuele Rossi Luciano Sangalli Zoran Vuckovic Matteo Amadasi Federica Mazzanti Filippo Milani Eugenio Silvestri Adriana Stoica Violoncelli Sandro Laffranchini* Alfredo Persichilli* Massimo Polidori* Martina Lopez Jakob Ludwig Alice Cappagli Gabriele Garofano Simone Groppo Clare Ibbott Cosma Beatrice Pomarico Marcello Sirotti Massimiliano Tisserant Andrea Favalessa Gianluca Muzzolon Livia Rotondi

Contrabbassi Giuseppe Ettorre* Francesco Siragusa* Roberto Benatti Attilio Corradini Demetrio Costantino Omar Lonati Emanuele Pedrani Claudio Pinferetti Alessandro Serra Gaetano Siragusa Roberto Parretti Antonello Labanca Flauti Davide Formisano* Marco Zoni* Ottavino Giovanni Paciello Oboi Fabien Thouand* Alberto Negroni* Augusto Mianiti Corno inglese Renato Duca Clarinetti Mauro Ferrando* Fabrizio Meloni* Christian Chiodi Latini Denis Zanchetta Clarinetto Basso Stefano Cardo Fagotti Gabriele Screpis* Valentino Zucchiatti* Maurizio Orsini Nicola Meneghetti

Controfagotto Marion Reinhard Corni Danilo Stagni* Gabriele Falcioni* Roberto Miele Stefano Alessandri Claudio Martini Stefano Curci Piero Mangano Trombe Francesco Tamiati* Gianni Dallaturca Mauro Edantippe Nicola Martelli Tromboni Daniele Morandini* Riccardo Bernasconi Renato Filisetti Giuseppe Grandi Tuba Brian Earl Timpani Nando Russo* Percussioni Gianni Arfacchia Giuseppe Cacciola Antonello Cancelli Elio Marchesini Paolo Tini Francesco Muraca Arpe Luisa Prandina* Olga Mazzia* Tastiere Lorenzo Bonoldi

Major Partner

* prima parte

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Fondazione di diritto privato

SOVRINTENDENZA

DIREZIONE GENERALE

Sovrintendente StĂŠphane Lissner Responsabile Relazioni Esterne e Assistente del Sovrintendente Donatella Brunazzi Responsabile Ufficio Stampa Carlo Maria Cella Responsabile Controllo di Gestione Enzo Andrea Bignotti

Direttore Generale Maria Di Freda Responsabile Servizio Rapporti Istituzionali Dino Belletti Coordinatore Segreteria e Staff Andrea Vitalini Responsabile Ufficio Promozione Culturale Carlo Torresani Responsabile Segreteria Organi e Legale Germana De Luca Responsabile Provveditorato Antonio Cunsolo Direzione Tecnica Direttore Tecnico Franco Malgrande Responsabile Manutenzione Immobili e Impianti Persio Pini Responsabile Prevenzione Igiene Sicurezza Giuseppe Formentini Direzione del Personale Direttore del Personale Marco Aldo Amoruso Responsabile Amministrazione del Personale e Costo del Lavoro Alex Zambianchi Responsabile Servizio Sviluppo Organizzativo Rino Casazza Responsabile Servizio Tecnologie dell’Informazione Massimo Succi Responsabile Ufficio Assunzioni e Gestione del Personale Marco Migliavacca Responsabile Ufficio Lavoro Autonomo Giusy Tonani

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Direzione Marketing e Fund Raising Direttore Marketing e Fund Raising Cristina Paciello Responsabile Ufficio Marketing Francesca Agus Responsabile Biglietteria Annalisa Severgnini Responsabile di Sala Achille Gozzi Direzione Amministrazione e Finanza Direttore Amministrazione e Finanza Claudio Migliorini Capo Contabile Sefora Curatolo Museo Teatrale alla Scala Direttore Museo Teatrale alla Scala Renato Garavaglia


DIREZIONE MUSICALE

DIREZIONE ALLESTIMENTO SCENICO

Direttore Musicale Daniel Barenboim

Direttore Allestimento Scenico Franco Malgrande Assistente Direttore Allestimento Scenico Elio Brescia Responsabile Reparto Macchinisti Cosimo Prudentino Responsabile Realizzazione Luci Marco Filibeck Realizzatori Luci Vincenzo Crippa Andrea Giretti Responsabile Reparto Elettricisti Roberto Parolo Responsabile Cabina Luci Antonio Mastrandrea Responsabile Audiovisivi Nicola Urru Responsabile Reparto Attrezzisti Luciano Di Nicuolo Responsabile Reparto Meccanici Castrenze Mangiapane Responsabile Parrucchieri e Truccatori Francesco Restelli Responsabile Calzoleria Alfio Pappalardo

DIREZIONE ARTISTICA Direttore Artistico St茅phane Lissner Coordinatore Artistico Gast贸n Fournier-Facio Responsabile Servizi Musicali Andrea Amarante Responsabile Controllo di Gestione Artistica Manuela Cattaneo Responsabile Compagnie di Canto Ilias Tzempetonidis Direttore Editoriale Franco Pulcini Responsabile Archivio Musicale Cesare Freddi Regista Collaboratore Lorenza Cantini Direzione Ballo Direttore del Corpo di Ballo Makhar Vaziev Coordinatore del Corpo di Ballo Marco Berrichillo

Responsabile Laboratori Scenografici Angelo Sala Capi Scenografi Realizzatori Stefania Cavallin Angelo Lodi Luisa Guerra Capo Scenografo Realizzatore Scultore Venanzio Alberti Scenografi Realizzatori Claudia Bona Emanuela Finardi Verena Redin Flavio Erbetta Claudio Spinelli Barrile Scenografo Realizzatore Scultore Silvia Rosellina Cerioli Responsabile Reparto Costruzioni Roberto De Rota Responsabile Reparto Sartoria Cinzia Rosselli Responsabile Sartoria Vestizione Filomena Graus

Direzione Organizzazione della Produzione Direttore Organizzazione della Produzione Andrea Valioni Assistente Direttore Organizzazione della Produzione Maria De Rosa Responsabile Direzione di Scena Luca Bonini Direttori di Scena Silvia Fava Andrea Boi

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EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA DIRETTORE EDITORIALE

Franco Pulcini

Ufficio Edizioni del Teatro alla Scala REDAZIONE

Anna Paniale Giancarlo Di Marco PROGETTO GRAFICO

Emilio Fioravanti G&R Associati

Le immagini degli spettacoli scaligeri provengono dall’Archivio Fotografico del Teatro alla Scala Realizzazione e catalogazione immagini digitali: “Progetto D.A.M.” per la gestione digitale degli archivi del Teatro alla Scala Si ringrazia per la collaborazione il Museo Teatrale alla Scala Il Teatro alla Scala è disponibile a regolare eventuali diritti di riproduzione per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte Pubblicità: A.P. srl - Str. Rigolino, 1 bis 10024 Moncalieri (TO) - Tel. 011/6615469 Finito di stampare nel mese di settembre 2012 presso Pinelli Printing srl © Copyright 2012, Teatro alla Scala

Prezzo del volume € 5,00 (IVA inclusa)


Stagione artistica 2011- 2012

Il Teatro alla Scala ringrazia

Per il Progetto Speciale “Grandi Artisti alla Scala�


Un progetto che appassiona i giovani

Realizzato con il sostegno di

LaScalaUNDER30 per

STAGIONE ARTISTICA 2011-2012 laScalaUNDER30.org

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Stagione artistica 2011- 2012

Il Teatro alla Scala ringrazia i propri Partner e Fornitori Ufficiali

Exclusive timepiece


Concerti sinfonici 2012 ~ 2013 22, 23, 25 settembre 2012

Filarmonica della Scala Direttore

Christoph von Dohnányi Robert Schumann Sinfonia n. 4 in re min. op. 120

La stagione 2012-2013 del Teatro alla Scala è realizzata in collaborazione con

Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in do min. op. 68

20 dicembre 2012 Concerto di Natale

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala Direttore

Robin Ticciati

Hector Berlioz Symphonie fantastique (épisode de la vie d’un artiste) op. 14 L’adieu des bergers à la Sainte famille (da L’Enfance du Christe op. 25)

Maestro del Coro Bruno Casoni

Con il sostegno di


Stagione artistica 2011- 2012 Ciclo straordinario Il Concerto per pianoforte e orchestra 30 ottobre 2012 Pianoforte Daniel Barenboim Filarmonica della Scala Con la partecipazione della Orchestra Mozart Direttore Claudio Abbado Il Teatro alla Scala ringrazia


Concerti sinfonici 2012 ~ 2013

21, 22, 24 gennaio 2013

11, 14, 22 marzo 2013

Filarmonica della Scala

Filarmonica della Scala

Nikolaj Rimskij-Korsakov Shéhérazade suite sinfonica op. 35

Serge Rachmaninoff Concerto n. 2 in do min. op. 18 per pianoforte e orchestra

Direttore

Nicola Luisotti

Direttore

Gianandrea Noseda

Pëtr Il’icˇ Cˇajkovskij Sinfonia n. 4 in fa min. op. 36

Khatia Buniatishvili, pianoforte

25, 27 febbraio - 2 marzo 2013

8, 10, 12 aprile 2013

Sinfonia n. 1 in re min. op. 13

Filarmonica della Scala

Filarmonica della Scala

Riccardo Panfili L’Aurora, probabilmente (prima esecuzione assoluta commissione del Teatro alla Scala)

Ludwig van Beethoven Egmont ouverture op. 84

Direttore

Daniel Harding

Richard Wagner Da Tristan und Isolde Preludio e morte d’Isotta

Gustav Mahler Da Il corno magico del fanciullo Lieder scelti Dorothea Röschmann, soprano Matthias Goerne, baritono

Direttore

Ingo Metzmacher

Luciano Berio (nel 10 o anniversario della morte) Sinfonia per otto voci e orchestra The Swingle Singers Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 5 in do min. op 67


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Il Teatro alla Scala ringrazia per la collaborazione alle iniziative specifiche gli SPONSOR TECNICI ATM COCCINELLE COLLATERAL FILMS KONICA MINOLTA BUSINESS SOLUTIONS ITALIA MANUTENCOOP MEETING PROJECT LEDIBERG RCS DIRECT ROBERT BOSCH S.P.A. Il Teatro alla Scala ringrazia per la collaborazione al progetto tecnologico DAM gli SPONSOR TECNICI FONDAZIONE MILANO PER LA SCALA ROBERT BOSCH S.P.A. FASTWEB ORACLE ITALIA


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Foto Marco Brescia



Con la riapertura della sala del Piermarini, anche il Museo Teatrale è ritornato nella sua sede storica di Piazza Scala. Curato da Pier Luigi Pizzi, il nuovo percorso espositivo interpreta l’emozione del Museo come venne creato nel 1913, e la volontà di far rivivere il respiro originario di un’epoca indimenticabile. Il Museo Teatrale alla Scala, oltre ad essere un luogo d’incontro per il grande pubblico, vuole anche continuare ad essere un punto di riferimento per gli studiosi, per gli appassionati della lirica e per l’educazione musicale delle nuove generazioni attraverso l’attività dei laboratori didattici. Un Museo dedicato alla vita del Teatro nel tempo attraverso un’ampia collezione di ritratti, cimeli, busti, documenti, locandine dedicati ai grandi personaggi della lirica, da Giuseppe Verdi ad Arturo Toscanini e Victor De Sabata. Le sale che ospitano le collezioni sono rivestite con stoffe dai colori preziosi per ricreare l’atmosfera di un secolo di vita del Museo. Le visite al Museo offrono, inoltre, la possibilità di ammirare la sala del Teatro riaperta dopo il restauro. La Biblioteca Livia Simoni è tornata nella sua sede storica, all’interno del Museo. Questo permette a un grande numero di studiosi e di studenti di poter consultare i 150.000 volumi, le stampe e i documenti sulla storia del teatro e della musica dal 1500 ai nostri giorni.

Partner Istituzionale

YOKO NAGAE CESCHINA Mecenate del Museo Teatrale alla Scala

Museo Teatrale alla Scala Biblioteca Livia Simoni Largo Ghiringhelli, 1 20121 Milano www.teatroallascala.org Orari Tutti i giorni tranne • 7 dicembre • 24 dicembre pomeriggio • 25 dicembre • 26 dicembre • 31 dicembre pomeriggio • 1° gennaio • Domenica di Pasqua • 1° maggio • 15 agosto Dalle 9.00 alle 12.30 (ultimo ingresso alle 12.00) e dalle 13.30 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17.00)


Consultazione Biblioteca Livia Simoni su prenotazione tel. 0288792088

Come arrivare MM linea 1 fermata San Babila, Duomo, Cordusio. MM linea 3 fermata Montenapoleone, Duomo Autobus linea 61 Tram 1, 2

Prezzi Biglietto intero Biglietto ridotto Biglietto scuole

Informazioni Tel. 02.88797473

€ 6,00 € 4,00 € 2,50

Servizio visite guidate Civita Servizi. Tel: 02 43353521 (prenotazione obbligatoria per le scolaresche)

Centro guide. Tel: 02 86450433 La sala del Teatro è visibile da un palco, solo qualora non siano in corso prove o spettacoli.

Visite guidate al Teatro Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a Francine Garino via email garino@fondazionelascala.it o via fax allo 02.88792090 Catalogo del Museo (italiano - francese, inglese - spagnolo, giapponese - tedesco) in vendita a € 15,00


PER VIVERE DA VICINO UNA GRANDE TRADIZIONE La Fondazione Milano per la Scala nasce nel 1991 con lo scopo esclusivo di sostenere il Teatro alla Scala, attraverso i contributi di coloro che ne amano il patrimonio culturale ed artistico e desiderano vivere più intensamente la sua grande tradizione. È la prima istituzione sorta a supporto di un teatro lirico in Italia. Presidente Giuseppe Faina

Vice Presidente Hélène de Prittwitz Zaleski

Consiglieri Lodovico Barassi, Francesca Colombo, Jean-Sébastien Decaux, Margot de Mazzeri, Bruno Ermolli, Gioia Falck Marchi, Alfredo Gysi, Marino Golinelli, Stéphane Lissner, Marco Margheri, Paolo Martelli, Francesco Micheli, Federico Radice Fossati, Franca Sozzani, Fiorenzo Tagliabue, Diego Visconti, Paolo M. Zambelli Presidente d’Onore: Ottorino Beltrami

Per informazioni e per adesioni

Milano per la Scala Via Clerici, 5 20121 Milano Tel. 02.7202.1647 Fax. 02.7202.1662 E-mail. miscala@milanoperlascala.it www.milanoperlascala.it


Milano per la Scala ringrazia tutti i Sostenitori che hanno generosamente contribuito alla speciale raccolta fondi del nostro

Albo d’Oro del Ventennale Grazie di cuore.

NICE BARBERIS FIGARI BENIAMINO BELLUZ LUCIANO BERTI CARLA BOSSI COMELLI EDOARDO TEODORO BRIOSCHI ALFREDO CAMPANINI BONOMI LIVIO E MARIA LUISA CAMOZZI HELENE DE PRITTWITZ ZALESKI LORENZO ENRIQUES GIUSEPPE FAINA PAOLA FATTORINI RENZO FERRANTE MARINELLA FERRARI MARGOT FERRARI DE MAZZERI MARINO GOLINELLI LIA KERBAKER VINCENZO MAGRI MATTEO MAMBRETTI PAOLO MARTELLI FRANCESCO MICHELI RICCARDO OTTAVIANI ROSANNA PIROVANO VIERI POGGIALI FABRIZIO RIVOLTA GIORGIO ROSSI POLVARA ROSSANA SACCHI ZEI NATACHA SANCHEZ DE TAPIA LUIGI STAFFICO GIOVANNI VIVIANI GIOVANNI M. VOLONTE’

VITTORIA ASSICURAZIONI S.P.A.

Il 18 ottobre 2011 Milano per la Scala ha compiuto vent’anni. Vent’anni in cui con passione, energia, impegno e dedizione costanti, ha raccolto fondi per il Teatro alla Scala, sensibilizzando privati cittadini e aziende al mecenatismo culturale, così importante nel mondo dell’arte e della cultura. Nei vent’anni trascorsi la Fondazione ha donato al Teatro circa dieci milioni di euro, finanziando allestimenti, spettacoli e iniziative artistiche, eventi e mostre, pubblicazioni, progetti speciali, e molte altre attività tra le quali l’importantissimo versante formativo gestito dall’Accademia Teatro alla Scala di cui Milano per la Scala è “main sponsor”.

La raccolta fondi per l’Albo d’Oro del Ventennale prosegue per tutto il 2012: partecipa anche TU!


ringrazia

l’ALBO D’ORO 2012 Ada Barberis Fortina Maria Elina Barberis Mosca Nice Barberis Figari Maria Bonatti Mameli Carla Bossi Comelli Francesco Brioschi Giancarlo Colombo Giuseppe Deiure Hélène de Prittwitz Zaleski Giuseppe Faina Margot Ferrari de Mazzeri Marino Golinelli Beatrix Habermann Paolo Jucker Pompeo Locatelli Matteo Mambretti Francesco Micheli Riccardo Ottaviani Vieri Poggiali Patrizia Staffico Roberto Telò Diego Visconti Giovanni M. Volonté Paolo Maria Zambelli

Accenture S.p.A. Amici della Scala - Lugano Banca BSI S.A. Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Fondazione Schlesinger Mittel S.p.A. Natixis S.A. Pirelli Cultura S.p.A. Sipcam S.p.A. Studio Legale Zambelli-Luzzati-Meregalli UBI Banca Vittoria Assicurazioni S.p.A.

per il contributo speciale

AI PROGETTI DI FORMAZIONE DEI GIOVANI DELL’ACCADEMIA D’ARTI E MESTIERI DELLO SPETTACOLO TEATRO ALLA SCALA

per vivere una grande Tradizione


Mapei per l’arte e la cultura

Il legame con il Teatro alla Scala ha radici profonde nella storia di Mapei. Si è concretizzato sin dal 1984 come Abbonato Sostenitore ed è proseguito con il contributo alla ristrutturazione e al restauro del Teatro, grazie alla tecnologia e alla ricerca Mapei. Dal 2008 Mapei ha rafforzato ulteriormente il rapporto con la Scala divenendo Socio Fondatore Permanente. Il 75° anno di attività è un’ulteriore occasione per consacrare lo storico connubio tra il lavoro, l’arte e la cultura.


JURA IN ARRIVO ALLE 12.00

Senza titolo-1 1

14-09-2012 10:59:15


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