Noseda

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Filarmonica della Scala - Gianandrea Noseda

Filarmonica della Scala Gianandrea Noseda Direttore

Concerti sinfonici 2012 / 2013

11, 14 e 22 marzo 2013

Concerti sinfonici 2012 / 2013




Disponibili presso La Scala Shop e sul sito www.soundandmusic.com

www.gianandreanoseda.com

Foto Sussie Ahlburg

Noseda dirige Rachmaninoff


lavoriamo in pi첫 di 80 paesi, per portarvi energia

eni.com



Il Teatro alla Scala ringrazia

Per il Progetto Speciale “Grandi Artisti alla Scala”

STAGIONE 2012 - 2013


Il Teatro alla Scala ringrazia i propri Partner e Fornitori Ufficiali

Exclusive timepiece

STAGIONE 2012 - 2013


Sarà una stagione irripetibile. Grazie a chi l’ha resa possibile.




Fondazione di diritto privato

ALBO DEI FONDATORI Fondatori di Diritto

Stato Italiano

Fondatori Pubblici

Fondatori Privati Permanenti

Fondatori Privati Ordinari Fondatori Emeriti


Fondazione di diritto privato

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente

Giuliano Pisapia Sindaco di Milano

Consiglieri

Stéphane Lissner Giovanni Bazoli Guido Podestà Aldo Poli Paolo Scaroni Fiorenzo Tagliabue Alessandro Tuzzi Margherita Zambon

Vice Presidente

Bruno Ermolli

Stéphane Lissner Sovrintendente e Direttore artistico Daniel Barenboim Direttore musicale Maria Di Freda Direttore generale

Gastón Fournier-Facio Coordinatore artistico COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Presidente

Mario Cattaneo

Membro supplente

Nadia Palmeri

Membri effettivi

Marco De Luca Marcello Coato


FESTIVAL RACHMANINOFF Riscoprire Rachmaninoff

nel 70° anniversario della morte e in occasione del 140° anniversario della nascita

TEATRO ALLA SCALA RIDOTTO DEI PALCHI “A. TOSCANINI” In collaborazione con

Giovedì 7 marzo 2013 - ore 18

Conferenza introduttiva

con Geoffrey Norris, Gianandrea Noseda e Franco Pulcini partecipa l’Ing. Paolo Fazioli

Rachmaninoff suona Rachmaninoff Incisioni su rulli riversate in digitale: la sua interpretazione ricreata con l’odierna tecnologia su un pianoforte moderno Venerdì 8 marzo 2013 - ore 18

The Harvest of Sorrow (Il frutto del dolore)

Film di Tony Palmer

(con Orchestra e Coro del Teatro Mariinskij Diretti da Valery Gergiev) Sir John Gielgud, voce recitante Presentazione di Tony Palmer


Sabato 9 marzo 2013 - ore 15

Domenica 10 marzo 2013 - ore 11

Sonata n. 1 in re min. op. 28 Sean Botkin, pianoforte

Vakhtang Kodanashvili, pianoforte Edisher Savitski, pianoforte

Preludio n. 4 in re magg. op. 23 Preludio n. 12 in sol diesis min. op. 32 Preludio n. 6 in mi bem. magg. op. 23 Preludio n. 5 in sol min. op. 23 Edisher Savitski, pianoforte

Fantaisie - Tableaux (Suite n. 1) op. 5 per due pianoforti

Rachmaninoff Pianoforte solo

Six moments musicaux op. 16 Variazioni sopra un tema di Corelli op. 42 Nikita Abrosimov, pianoforte

Sabato 9 marzo 2013 - ore 17

Rachmaninoff Musica da camera

Sonata per violoncello e pianoforte in sol min. op. 19 Sandro Laffranchini, violoncello Sean Botkin, pianoforte dalle Romanze per canto e pianoforte

Lillà n. 5 op. 21 Non cantare, bella fanciulla! n. 4 op. 4 Mi sono innamorata della tristezza mia n. 4 op. 8 Bimba, tu sei bella come un fiore n. 2 op. 8 Acque primaverili n. 11 op. 14 Meditazione n. 3 op. 8 Frammento di A. de Musset n. 6 op. 21

Marika Gulordava, soprano Sean Botkin, pianoforte

Trio élégiaque n. 2 in re min. op. 9 Francesco De Angelis, violino Alfredo Persichilli, violoncello Vakhtang Kodanashvili, pianoforte

Rachmaninoff Due pianoforti

Rapsodia su un tema russo per due pianoforti Suite n. 2 op. 17 per due pianoforti

Danze Sinfoniche op. 45 versione per due pianoforti

TEATRO ALLA SCALA Lunedì 11 marzo 2013 - ore 20*

Filarmonica della Scala Direttore

Gianandrea Noseda Pianoforte Khatia Buniatishvili

Concerto n. 2 in do min. op. 18 per pianoforte e orchestra Sinfonia n. 1 in re min. op. 13

*(Concerto in abbonamento nella Stagione Sinfonica 2012/2013)

I concerti del Festival verranno eseguiti su pianoforti Fazioli



Stagione Sinfonica 2012-2013

Filarmonica della Scala

Gianandrea Noseda Direttore

Khatia Buniatishvili Pianoforte

EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA


TEATRO ALLA SCALA Lunedì 11 marzo 2013, ore 20 – Turno A Giovedì 14 marzo 2013, ore 20 – Turno B Venerdì 22 marzo 2013, ore 20 – Turno C SOMMARIO PAGINA 5

Il gesto e il pensiero Raffaele Mellace PAGINA 11

Serge Rachmaninoff. Cronologia della vita e delle opere Marco Mattarozzi PAGINA 19

Gianandrea Noseda PAGINA 21

Khatia Buniatishvili PAGINA 23

Filarmonica della Scala PAGINA 24

Il Teatro alla Scala


PROGRAMMA

Serge Rachmaninoff Concerto n. 2 in do min. op. 18 per pianoforte e orchestra Moderato Adagio sostenuto Allegro scherzando Sinfonia n. 1 in re min. op. 13 Grave – Allegro ma non troppo Allegro animato Larghetto Allegro con fuoco


Serge Rachmaninoff

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Il gesto e il pensiero Raffaele Mellace

Il dittico in programma questa sera non si limita a proporre due dei lavori principali di Sergej Vasil’evič Rachmaninoff, ma affronta uno degli snodi capitali della vicenda biografica e creativa del compositore. La storia, già raccontata infinite volte, non è effettivamente priva di fascino e avrebbe costituito un perfetto soggetto novellistico per qualche grande talento della letteratura russa del tardo Ottocento sul tema “caduta e riscatto”. Fu infatti la caduta della Prima sinfonia, a Pietroburgo il 27 marzo 1897 – complici la direzione inadeguata di Aleksandr Konstantinovič Glazunov e la velenosa stroncatura di Cezar’ Antonovič Kjui – a gettare l’autore non ancora ventiquattrenne in uno stato di prostrazione prolungata. D’un tratto le luminose promesse degli esordi (la Medaglia d’oro del Conservatorio, l’avvio delle carriere di concertista e di direttore, la stima e la protezione di Pëtr Il’ič Čajkovskij) si capovolgevano di segno rivelandosi illusioni ingannevoli. Alla spirale depressiva, con conseguente, lunga paralisi compositiva, innescata da quel fiasco pose fine il Secondo concerto, scritto per incoraggiamento del dottor Nikolaj Dahl, lo psichiatra dedicatario della composizione e violinista dilettante alle cui cure assidue, ipnosi compresa, Rachmaninoff si affidò sul cadere del 1899 e fino alla primavera successiva. La prima del concerto, a Mosca il 27 ottobre 1901, rappresentò la rivincita del compositore e la ripresa del suo catalogo dopo la faglia dolorosa lunga tre anni. Questa sera si presenta la rara occasione di mettere a confronto, a debita distanza dal romanzo della loro genesi, due lavori non di diverso rango estetico, ma semplicemente incomparabili: frutto certo della stessa penna, ma rispondenti a concezioni diverse dell’atto creativo e della musica stessa. Semplificando, partiture che hanno nel gesto del compositore-pianista (il concerto) e nel pensiero musicale del compositore-compositore (la sinfonia) la loro ispirazione più intima. La pagina più recente, il concerto, venne composta in due tempi: II e III movimento nella seconda metà del 1900 (Rachmaninoff aveva trascorso parte dell’estate in Italia, a Varazze e a Milano), tanto che furono eseguiti in anteprima quello stesso dicembre; il I tempo venne invece scritto l’anno dopo. Il successo che rapidamente arrise al concerto – interpretato da Rachmaninoff alla “prima” moscovita, ai Concerts Russes di Djagilev a Parigi nel 1907, in tournée negli Stati Uniti e in Canada nel 1909/10, in Scandinavia nel 1918, ma proposto già dal 1902 in Russia e in Germania da un direttore come Arthur Nikisch e approdato infine alle platee del grande schermo nel 1945 col film di David Lean Breve incontro – andrà ricondotto alla consapevole e felice attuazione d’una strategia accuratamente ponderata. Rachmaninoff compose deliberatamente, per

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così dire, un concerto “di successo”, ovvero un concerto privo di velleità d’innovazione formale (il modello, per dirla con un’efficace formula di Piero Rattalino, «non è l’articolazione vivente di un discorso dialettico ma lo schema convenzionale ed inerte di un’improvvisazione oratoria»), che presentasse piuttosto tutte le caratteristiche adatte a fomentare il furore delle platee all’alba del nuovo secolo. Un concerto tagliato innanzitutto su misura sul protagonismo del pianista (il modello di Čajkovskij rappresentava un’ottima scuola), che suona continuamente, impegnato in una pluralità di registri espressivi che s’avvicendano rapidamente con affascinante varietà, dall’incanto d’un lirismo attonito al virtuosismo più trascendentale. Alla centralità del virtuoso corrisponde la perfetta complicità dell’orchestra, immane cassa di risonanza che amplifica la voce dell’individuo con energiche ed efficacissime iniezioni di sentimentalismo o di grandiosità un po’ pompière, in una geniale strategia della comunicazione pronta in prospettiva per la società di massa. Emblematico è già l’avvio del I tempo, quando il pianoforte, che ha liberato la tensione montata nella breve introduzione (Moderato) in un tumultuoso affastellarsi di arpeggi (a tempo, con passione), è contrastato dall’afflato epico del I tema all’orchestra (unisono agli archi superiori raddoppiati dal I clarinetto, fortissimo, con passione), implacabile e sinuoso al tempo stesso nell’insistenza sugli intervalli di seconda. Altrettanto efficace la combinazione, nella Ripresa, Maestoso (Alla marcia), tra il suddetto I tema agli archi all’unisono (ora anche i violoncelli, e sempre fortissimo) e il ben ritmato III tema al pianoforte, che si rivelerà una sorta di idée fixe facendo nuovamente capolino nel cuore dell’Adagio sostenuto e in apertura dell’Allegro scherzando. Appunto nell’Adagio sostenuto la carta del coinvolgimento emotivo è giocata, ereditando alcuni atteggiamenti del I tempo, nella materializzazione d’una Stimmung di crepuscolare malinconia cui il pianoforte induce il flauto che trascolora quasi subito nella voce del clarinetto, vero timbro caratterizzante del movimento centrale, quasi unico canto infinito condiviso da diverse voci strumentali attorno a un tema che insiste ancora una volta, circolarmente, su intervalli di seconda. L’avvio marziale dell’Allegro scherzando preannuncia un antagonismo dalla vocazione spiccatamente virtuosistica tra solista e orchestra, che a dispetto dell’orientalismo zuccheroso del II tema affidato alla voce calda delle viole colorata dal I oboe, e del balenare d’una sezione fugata, ha comprensibilmente nella brillantezza della scrittura pianistica la sua intima ragion d’essere. Compiamo ora un passo indietro, considerando senza pregiudizi la composizione dello scandalo, la Prima sinfonia in re minore, tonalità d’un modello ingombrante, la Nona di Beethoven, e carissima a Rachmaninoff, che vi aveva già scritto il primo esperimento sinfonico, l’Allegro del 1891 che avrebbe dovuto aprire una sinfonia poi mai composta, il Trio élégiaque n. 2 op. 9 (1893) in memoria di Čajkovskij, e più tardi la Sonata n. 1 per pianoforte op. 28 (1907) e perfino l’estremo lavoro pianistico, le Variazioni sopra un tema di Corelli op. 42. Il musicista ventiduenne che nel 1895 porta a termine la sua prima fatica sinfonica s’accinge all’impresa con la determinazione esibita dalla perentoria introduzione Grave al I tempo, vero atto di fede nella tradizione del sinfonismo tedesco, immediatamente contaminata con la natura tutta čajkovskijana del tema dell’Allegro (ancora una volta per insistiti intervalli di seconda) al clarinetto. Ma ancor prima, già nell’introduzione, il giovane compositore aveva impresso la propria

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inconfondibile cifra personale facendo risuonare ineludibile agli archi, all’unisono e in fff, la citazione della sequenza del Dies irae: vera e propria ossessione dell’universo creativo di Rachmaninoff, la melodia gregoriana ne costellerà l’intero catalogo, dal poema sinfonico Il principe Rostislav (1891) fino alle estreme Danze sinfoniche del 1940. Soltanto nella Prima sinfonia ricompare ciclicamente in trattamento fugato nel I tempo, in apertura dello scherzo Allegro animato, in piena evidenza ai corni nel Larghetto, infine ai tromboni e alla tuba nell’Allegro con fuoco conclusivo. Che la sinfonia corrisponda a un progetto accuratamente studiato lo dimostra d’altra parte anche la sibillina citazione biblica «A me la vendetta, sono io che ricambierò» (Romani 12, 19, parafrasi di Deuteronomio 32, 35) apposta sull’ultima pagina della partitura, esattamente la stessa citazione collocata in esergo al romanzo Anna Karenina di Tolstoj. Un’altra Anna, Anna Lodyzhenskaya, moglie d’un amico di Rachmaninoff, e già plausibilmente collegabile all’opera Aleko (1892) e al Capriccio bohémien op. 12 dell’anno prima, si cela dietro la sigla A.L. che costituisce la dedica della sinfonia. Difficile inferire un collegamento sicuro tra l’infelice adultera di Tolstoj (Rachmaninoff avrebbe realmente incontrato lo scrittore nel 1900) e dati biografici reali del compositore, ma certo il mondo espressivo della sinfonia si presta senz’altro a una lettura tragica. Memore di Borodin, Čajkovskij e forse anche Musorgskij e Balakirev, la Prima di Rachmaninoff, ricostruita postuma grazie ai materiali orchestrali, disegna un aspro percorso accidentato tra la varietà d’atteggiamenti del I tempo, la mobile leggerezza di sapore bohémien dell’Allegro animato, l’incanto lirico del Larghetto dominato dal trascolorare dei legni, il marziale Allegro con fuoco, perforato da oasi liriche e trasfigurato nella grandiosa perorazione conclusiva.

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SERGE RACHMANINOFF CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE Marco Mattarozzi

1873 Nasce il 1° aprile a Oneg, nella campagna intorno a Novgorod. Quarto di sei fratelli, Sergej Vasil’evicˇ appartiene a una famiglia dell’aristocrazia militare zarista, con vive tradizioni musicali: il nonno è stato allievo di John Field, il capostipite della scuola pianistica russa; anche il padre – ex ufficiale di cavalleria – e la madre sono buoni pianisti dilettanti. 1879 Prime lezioni di pianoforte, con una giovane diplomata al Conservatorio di Pietroburgo; in casa Sergej ha a disposizione anche un’istitutrice francese e una tedesca. 1882 La condotta irresponsabile del padre compromette la stabilità familiare; di cinque proprietà, portate in dote dalla moglie, è rimasta con gli anni soltanto Oneg: casa e terreni sono ora messi all’asta, per saldare i debiti di gioco. La famiglia si trasferisce a Pietroburgo in un modesto appartamento, ma poco dopo i genitori si separano; Sergej entra al Conservatorio con una borsa di studio, grazie alla sua insegnante di pianoforte. 1885 Allievo pigro e mediocre, abbandonato a se stesso, Sergej trascorre le giornate sulle piste di pattinaggio, saltando regolarmente le lezioni. Nulla lascia supporre un talento eccezionale, e le più forti impressioni di questi anni non hanno rapporto con le aule: il rintocco delle campane, i cori della liturgia ortodossa; le liriche di Cˇ ajkovskij, cantate al pianoforte dalla sorella Elena. Quando, bocciato in più materie, Sergej rischia ormai l’espulsione, la madre corre ai ripari: su consiglio del cugino Aleksandr Siloti, astro nascente del concertismo russo, invia il ragazzo a Mosca, presso il celebre Zˇverev.

1886 Nobile decaduto, personaggio per molti versi singolare, Nikolaj Zˇ verev – già maestro di Siloti – accoglie in casa gli allievi più dotati, per una scuola di disciplina e di assoluta dedizione alla musica: sveglia alle sei, lezioni e studio individuale, conoscenza dei classici attraverso le riduzioni pianistiche, frequenza assidua all’opera e ai concerti. I suoi inviti a cena radunano spesso i maggiori compositori, e qui Sergej ha occasione di incontrare Anton Rubinsˇtein e Cˇ ajkovskij; a quest’ultimo, vero idolo dei suoi primi anni, chiede di poter trascrivere per pianoforte la sinfonia Manfred. 1887 Prime prove compositive: due Notturni per pianoforte, uno Scherzo sinfonico. 1888 Accede al corso superiore di pianoforte, allievo del cugino Siloti; nelle classi di armonia (Arenskij) e contrappunto (Taneev) ha come compagno Aleksandr Skrjabin. Compone un Notturno e Quattro pezzi (Romance, Prélude, Mélodie, Gavotte) per pianoforte; abbozza alcune scene di un’opera mai realizzata (Esmeralda, da Hugo). 1889 Lascia l’appartamento di Zˇ verev; il vecchio maestro non ha mai approvato i suoi tentativi di composizione: perdite di tempo, futili diversivi per un pianista. Contro il parere della madre, che lo vorrebbe di nuovo a Pietroburgo, Sergej si sistema presso un compagno di Conservatorio, per poi trovare ospitalità dai cugini Satin; qui lavora a un concerto per pianoforte e orchestra (in do min.; ne restano pochi schizzi) e stende i due movimenti centrali di un Quartetto (incompiuto), dedicato a Siloti. 1890 Compone il mottetto a sei voci Deus meus, le prime liriche da camera, una Roman-

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za per violoncello e pianoforte e un Valzer a sei mani (per le sorelle Skalon, incontrate nella tenuta estiva dei Satin); inizia il Primo concerto per pianoforte e orchestra, abbozza il poema sinfonico Manfred (perduto), cura la riduzione a quattro mani di La Bella addormentata di Cˇajkovskij. 1891 In vista delle dimissioni di Siloti, decide di presentarsi al diploma con un anno d’anticipo: fra i brani prescelti la Waldstein di Beethoven e la Sonata in si bem. min. (Marcia funebre) di Chopin. Completa il Primo concerto e alcune pagine vocali (due monologhi, da Boris Godunov di Pusˇkin); intraprende un poema sinfonico (Il principe Rostislav, da Aleksej K. Tolstoj) e un primo movimento di sinfonia; scrive brani pianistici, fra cui un nuovo pezzo a sei mani (Romanza) e la Rapsodia russa per due pianoforti, eseguita la prima volta con Lhévinne. 1892 Gli anni di studio si chiudono con la Gran medaglia d’oro, il massimo riconoscimento del Conservatorio di Mosca: l’atto unico Aleko, saggio finale di composizione, è premiato all’unanimità. Nei suoi primi concerti Sergej propone i lavori più ambiziosi, sedendo al pianoforte nel Trio élégiaque e nel Primo concerto op. 1; firma un contratto con l’editore Gutheil, che pubblica i Due pezzi op. 2 per violoncello e pianoforte e – con l’innocuo titolo Morceaux de fantaisie – una prima raccolta pianistica (op. 3: Élégie, Prélude, Mélodie, Polichinelle, Sérénade): il Preludio, immancabile bis di ogni recital, diverrà in breve la croce e l’ossessione dello stesso Rachmaninoff. 1893 Aleko va in scena al Bol’sˇoj, con la Iolanta di Cˇ ajkovskij. Sull’onda del successo Sergej continua a comporre: nascono in pochi mesi i Fantaisie-tableaux (Suite n. 1) per due pianoforti op. 5, i Due pezzi op. 6 per violino e pianoforte, la fantasia sinfonica La roccia op. 7, le prime raccolte di liriche, op. 4 e op. 8; la carriera solistica è per ora in secondo piano. L’improvvisa morte di Cˇajkovskij (contava di dirigere La roccia) lo colpisce e addolora; in sua memoria scrive il secondo Trio élégiaque op. 9. 1894 Pubblica una nuova raccolta pianistica, sette Morceaux de salon op. 10; compone inoltre i Six morceaux op. 11, per pianoforte a

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quattro mani, e il Capriccio bohémien op. 12 per grande orchestra. Insegna alcuni mesi al collegio femminile Mariinskij: un ruolo ingrato, deprimente, che Sergej non accetterà mai più. 1895 In tournée con la violinista Teresina Tua, pianta in asso pubblico e impresario; torna improvvisamente a Mosca e si concentra sulla sua Prima sinfonia. 1896 Completa e pubblica le liriche op. 14 e i Sei cori op. 15 (coro femminile, o voci bianche, e pianoforte); dopo le avvisaglie sparse nei Morceaux, i Six moments musicaux op. 16 fissano i tratti più personali del pianismo di Rachmaninoff. 1897 Esecuzione della Prima sinfonia op. 13, inserita nei “Concerti di musica russa” di Beljaev (Pietroburgo, 27 marzo; direttore Glazunov): un fiasco totale, salutato l’indomani da feroci stroncature. La delusione trascina Sergej in un penoso stato di smarrimento e di angosciosa sfiducia nei propri mezzi: abbandona gli schizzi di una nuova sinfonia, vaga senza meta per le strade, per tre anni rinuncia a scrivere musica. Una proposta inattesa lo salva, tamponando fra l’altro una situazione economica sempre più precaria. Mamontov, magnate delle ferrovie russe, lo assume nella sua compagnia d’opera (Teatro privato di Mosca) come secondo direttore per la stagione 189798; è l’avvio di un’altra carriera, l’occasione per conoscere dall’interno il repertorio lirico, russo e occidentale. 1898 Stringe amicizia con Fëdor Sˇ aljapin, punta di diamante della compagnia Mamontov: lo aiuta a preparare Boris Godunov, lo segue per alcuni concerti in Crimea (incontro con Cˇ echov). 1899 Debutto all’estero, con un concerto alla Queen’s Hall di Londra; prima di Aleko a Pietroburgo, protagonista Sˇaljapin. 1900 La notorietà, i primi viaggi, le visite a Tolstoj: nulla vale a sbloccare una desolante inerzia. L’aiuto decisivo giunge da un medico, buon violinista dilettante, specialista di un metodo terapeutico basato sull’ipnosi; il dottor Dahl apre una breccia nell’animo di Sergej e, in mesi e mesi di sedute giornaliere, tenta un


recupero del suo equilibrio nervoso e psicologico. Gli effetti non tardano a palesarsi: d’estate, in villeggiatura a Varazze, Rachmaninoff riprende faticosamente a comporre, ritrova i ritmi di un lavoro regolare; stende il duetto d’amore per l’opera Francesca da Rimini (un progetto accarezzato da anni) e matura i temi principali del Secondo concerto per pianoforte e orchestra, elaborato al rientro in Russia; l’esecuzione del secondo e terzo movimento, alla Sala della nobiltà di Mosca (15 dicembre), riconcilia l’autore con la musica e il proprio mondo. 1901 Un anno d’oro per Rachmaninoff, con lo slancio vorticoso, la mano sciolta e – per una volta – brillante della Seconda suite per due pianoforti op. 17 (eseguita con Siloti), la Sonata op. 19 per violoncello e pianoforte, il completamento del Secondo concerto op. 18, il celebre Preludio in sol min. (quinto dell’op. 23); il successo del Concerto – da Mosca a Pietroburgo (1902), a Vienna e Praga (1903), alla stagione parigina di Djagilev (1907) – proietta il suo nome nel firmamento pianistico internazionale 1902 Lavora alla cantata Vesna (Primavera, da un poema di Nekrasov) per baritono, coro e orchestra op. 20; pubblica le liriche op. 21. Sposa Natalja Satina, cugina di primo grado; lunga luna di miele in Europa (Vienna, Venezia, Svizzera), con il rituale passaggio a Bayreuth. 1903 Completa le Variazioni su un tema di Chopin op. 22 e i Dieci preludi op. 23; inizia l’opera Il cavaliere avaro (tre quadri da Pusˇ kin, op. 24), con un occhio alle doti sceniche e vocali di Sˇaljapin. Nasce la prima figlia, Irina (Tatjana seguirà nel 1907). 1904 Termina lo spartito del Cavaliere avaro, riprende e conclude Francesca da Rimini (due quadri, prologo ed epilogo, op. 25; libretto di ˇ ajkovskij, fratello del compositore). Modest C Accetta la nomina a direttore stabile del Bol’sˇoj; i suoi metodi portano aria nuova in teatro, con una diversa disposizione dell’orchestra, lunghe prove al pianoforte con i cantanti, riletture esemplari per il grande repertorio russo (Evgenij Onegin, Rusalka, Il principe Igor).

1905 Con il Secondo concerto vince il Premio Glinka, ideato da Beljaev e presieduto da Rimskij-Korsakov; orchestrazione del Cavaliere avaro e di Francesca da Rimini, in vista della prima al Bol’sˇoj (24 gennaio 1906). 1906 I fermenti rivoluzionari penetrano anche in teatro, creando un clima confuso di insoddisfazione e protesta. Preoccupato, infastidito, Rachmaninoff si dimette dall’incarico (febbraio) e scende con la famiglia in Italia: a Marina di Pisa fissa uno schema scenico per l’opera Salammbô (poi abbandonata); in autunno, sciolto ogni vincolo con l’ambiente moscovita, decide di trasferirsi a Dresda. Compone le Liriche op. 26. 1907 In un centro musicale vivo, lontano dalla patria inquieta (vi torna solo d’estate), Rachmaninoff trova la calma e gli stimoli a lui necessari. Inizia il periodo più produttivo, con la Seconda sinfonia op. 27 e la Sonata per pianoforte op. 28; l’autografo dell’opera Monna Vanna, da Maeterlinck (un soggetto che attrae negli stessi anni anche Puccini), si interrompe al secondo atto: l’esperienza di Salome di Strauss – titolo di punta, a Dresda e in tutta Europa – lo ha forse dissuaso da altri tentativi teatrali. 1909 Termina e dirige (Mosca, 1° maggio) L’isola dei morti op. 29, poema sinfonico ispirato alla celebre tela di Böcklin; prepara il Terzo concerto per pianoforte e orchestra op. 30: debutto a New York il 28 novembre, nel corso di una tournée attraverso gli Stati Uniti (Philadelphia, Boston, Chicago). 1910 Stanco dell’America, disgustato dal suo pubblico, rifiuta il posto di direttore principale della Boston Symphony Orchestra; al ritorno in Russia realizza la Liturgia di san Giovanni Crisostomo op. 31, per coro a cappella, e i Tredici preludi op. 32. 1911 A Ivanovka, la vecchia tenuta dei Satin, nasce la prima serie di Études-tableaux op. 33; per il resto l’anno è ormai assorbito dai concerti, sia in recital (prima esecuzione dei Preludi op. 32) sia sul podio della Filarmonica di Mosca. 1912 In giugno si dedica alle Liriche op. 34;

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fra i molteplici impegni la direzione della Symphonie fantastique di Berlioz e la proposta, in una stessa serata, del Primo concerto di Cˇajkovskij e di quello di Liszt. 1913 Sull’orlo di un esaurimento fisico, è costretto ad annullare le ultime date di una tournée. Lento recupero in Svizzera e a Roma; qui, nelle stanze su piazza di Spagna già ˇ ajkovskij, inizia la sinfonia Le abitate da C campane per soli, coro e orchestra op. 35 (testo di Poe, nella libera versione di Konstantin Bal’mont): sarà, con alcuni numeri dei Vespri, il brano più amato dal suo autore. Il lavoro di orchestrazione, a Ivanovka, si intreccia con la faticosa stesura della Seconda sonata per pianoforte op. 36 (riveduta nel 1931). 1914 In autunno, concerti benefici con Koussevitzky, a sostegno delle spese di guerra. 1915 Nei primi mesi dell’anno compone i Vespri op. 37: quindici inni per coro a cappella (in buona parte tratti dal patrimonio liturgico), che accolgono e rinnovano la tradizione del canto ortodosso. 1916 Pubblica l’ultima raccolta di Liriche, op. 38, su testi di poeti simbolisti russi; apre la seconda serie di Études-tableaux op. 39 (conclusa nel 1917). 1917 Revisione del Primo concerto per pianoforte e orchestra; frammenti, brevi pagine pianistiche (Portrait oriental). L’abdicazione di Nicola II segna irrevocabilmente un’epoca prima ancora che la scintilla rivoluzionaria esploda, travolgendo tutto e tutti; Rachmaninoff decide di lasciare il proprio paese. In giugno chiede a Siloti di procurargli un visto, ma invano; trascorre un’ultima infelice estate a Ivanovka: i contadini sono sfrontati, aggressivi, “si sentono i padroni della situazione”. Provvidenziale, giunge da Stoccolma un invito per alcuni concerti; il 23 dicembre parte con la famiglia dalla stazione di Pietroburgo: in valigia qualche libro, pane fresco, caviale (un dono di Sˇaljapin) e i pochi rubli concessi per varcare la frontiera. 1918 A quarantacinque anni, precocemente invecchiato, si trova a inseguire una nuova vita. Accantona per il momento la composizione, puntando tutte le sue carte sulla carriera di

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virtuoso: rispolvera, affina, irrobustisce la tecnica pianistica; comincia ad ampliare il repertorio, limitato sinora ai propri pezzi, a qualche titolo celebre, a poche pagine di autori russi (soprattutto Cˇajkovskij e Skrjabin). Dopo vari concerti in Scandinavia, le ripetute offerte dagli Stati Uniti lo persuadono ad attraversare l’Atlantico (novembre) e a stabilirsi in un paese che non ama e non vorrà mai accettare. 1919 Prime sedute in sala d’incisione, al termine di una sensazionale stagione nei maggiori centri americani. 1926 Compone il Quarto concerto per pianoforte e orchestra op. 40 (prima esecuzione: Philadelphia, 18 marzo 1927, direttore Stokowski) e i Tre canti russi per coro e orchestra op. 41. Vagheggiato da tempo, il Concerto nasce in nove mesi di assoluta libertà e riposo (1925-26), dopo anni spesi a consolidare una fama di grande solista; l’esito non soddisfa Rachmaninoff, che continuerà a tagliare e ritoccare interi passi, sino alla revisione globale del 1941. 1931 Rara incursione sul terreno politico: in una lettera al New York Times, firmata con altri due esuli russi, denuncia il sistema delle purghe e delle deportazioni in massa; pronta la reazione sovietica, con il bando della sua musica sotto qualsiasi forma (revocato due anni dopo). Presenta al pubblico le Variazioni su un tema di Corelli op. 42, ultimo brano pianistico. 1934 Nelle estati a Villa Senar, sul Lago dei Quattro Cantoni, riscopre il piacere di comporre. Fra le opere estreme la più fortunata (e smaliziata) resta la Rapsodia su un tema di Paganini op. 43, per pianoforte e orchestra, eseguita a Baltimora il 7 novembre: servirà anche di base al balletto Paganini, montato da Michail Fokin (Londra, Covent Garden, 30 giugno 1939) su espresso desiderio dell’autore. 1936 Termina la Terza sinfonia op. 44 (riveduta nel 1938). Se il pianista suscita ovunque ammirazione ed entusiasmo, non altrettanto può dirsi del compositore; per il mondo musicale Rachmaninoff è un sopravvissuto, e i frutti di questa sua “estate indiana” appaiono – più ancora che inattuali – semplicemente inutili, imbarazzanti per eccesso d’ingenuità.


1940 Danze sinfoniche op. 45, dedicate alla Philadelphia Orchestra e al suo nuovo direttore, Eugene Ormandy: accoglienza tiepida, malgrado i ritmi incisivi, il profilo inedito, brutale del primo brano. 1943 Ennesima tournée americana, l’ultima

nelle intenzioni di Rachmaninoff; dopo un concerto a Knoxville, Tennessee (17 febbraio: in programma ancora la Sonata in si bem. min. di Chopin), un treno lo riporta d’urgenza a Los Angeles. Muore il 28 marzo, colpito da cancro, nella nuova casa di Beverly Hills; da cinque settimane è cittadino statunitense.

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Filarmonica della Scala.

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Foto Marco Brescia


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Foto Sussie Ahlburg 2012


Gianandrea Noseda Considerato oggi tra i più eminenti direttori d’orchestra del panorama internazionale, è Direttore Musicale del Teatro Regio di Torino dal 2007. Le nuove produzioni da lui dirette di Don Giovanni, Salome per la regia di Robert Carsen, Thaïs, La donna di picche, La traviata, Boris Godunov per la regia di Andrei Konchalovsky, Fidelio e Tosca sono state accolte da unanimi consensi del pubblico e della critica. Ha guidato i complessi del Teatro Regio in tournée in Spagna e al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, dove torna ogni anno. Nel maggio 2013 sarà la volta di Dresda e Vienna, dove il Teatro Regio di Torino si presenterà per la prima volta nella sua storia. Gianandrea Noseda è anche Direttore Principale Ospite dell’Orchestra Filarmonica di Israele, Chief Conductor della BBC Philharmonic, “Victor De Sabata Guest Chair” della Pittsburgh Symphony Orchestra e Direttore Artistico del Festival di Stresa. È stato inoltre primo Direttore Ospite Principale straniero nella storia del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, nonché Direttore Principale Ospite della Filarmonica di Rotterdam e dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Nato a Milano, dove ha compiuto gli studi musicali, dirige regolarmente le più importanti orchestre sinfoniche del mondo: Chicago, Pittsburgh e Philadelphia negli Stati Uniti, la London Symphony Orchestra, l’Orchestre de Paris e la Filarmonica della Scala in Europa, mentre in Giappone è ospite regolare della NHK Symphony Orchestra. Nella stagione 2012/13 ha debuttato con la Los Angeles Philharmonic e la Cleveland Orchestra, oltre che al Musikverein di Vienna. Intensa e felice la collaborazione con

il Metropolitan di New York, dove dirige ogni anno dal 2002. Come Chief Conductor della BBC Philharmonic, ha guidato l’orchestra in tournée in Giappone (nel 2004 e nel 2008) e in Europa. Tra i momenti più significativi della passata stagione 2011/12 vanno ricordati il War Requiem di Britten con la London Symphony Orchestra – presentato al Barbican Centre di Londra e al Lincoln Centre di New York, e salutato dalla critica americana come uno degli eventi dell’anno – e la Missa Solemnis di Beethoven alla Royal Festival Hall di Londra. Il personale successo nel Macbeth alla Metropolitan Opera, insieme a quello della Luisa Miller scaligera e dei Vespri siciliani all’Opera di Vienna, lo hanno imposto ormai come sicuro punto di riferimento per il repertorio verdiano nel mondo. Dal 2002 ha registrato oltre 30 CD, con musiche di Bartók, Dvořák, Karłowicz, Liszt, Mahler, Prokof’ev, Respighi, Šostakovič, Smetana; ha inoltre inciso il debutto discografico di Anna Netrebko con la Filarmonica di Vienna. Un posto particolare nella sua discografia occupa la musica di Rachmaninov, alla quale ha dedicato diverse incisioni che comprendono tutte le sinfonie e le tre opere. Ha inoltre avviato “Musica Italiana”, un progetto dedicato ai compositori italiani del XX secolo. Sempre attento ai giovani musicisti, ha collaborato con il Royal College of Music di Londra, con la National Youth Orchestra of United Kingdom e con l’Orchestra Giovanile Italiana; dirige regolarmente la European Union Youth Orchestra in tournée in Europa. È Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica Italiana.

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Foto Hester Haase


Khatia Buniatishvili Nata nel 1987 a Tbilisi in Georgia, ha iniziato a studiare pianoforte da giovanissima sotto la guida della madre. Il suo straordinario talento è stato riconosciuto quando, all’età di sei anni, ha debuttato da solista; in seguito è stata invitata a esibirsi in Svizzera, Olanda, Francia, Germania, Belgio, Italia, Austria, Russia, Israele e Stati Uniti. Nel 2003 ha vinto un premio speciale al Concorso Internazionale Horowitz per Giovani Pianisti di Kiev e la borsa di studio Elisabeth Leonskaya. Al Concorso Pianistico di Tbilisi dello stesso anno ha conosciuto Oleg Maisenberg, che l’ha convinta a trasferirsi all’Accademia di Musica e Arti Figurative di Vienna. Nel 2008 ha ricevuto la medaglia di bronzo e un premio speciale come Migliore Interprete di un brano di Chopin alla dodicesima edizione del Concorso Arthur Rubinstein. Nel 2010 ha ricevuto il Borletti-Buitoni Trust Award. Si è esibita in numerosi festival importanti, tra cui il Festival di Verbier, il Progetto Martha Argerich, il Festival di Musica da Camera di Lockenhaus creato da Gidon Kremer, i Sommets Musicaux di Gstaad e il Festival de la Roque-d’Anthéron. Ha inoltre suonato con la Israel Philharmonic

Orchestra, l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, la Philadelphia Orchestra (diretta da Lawrence Foster), oltre che con la NDR Sinfonieorchester di Amburgo e la Deutsche Kammerphilharmonie di Brema (diretta da Paavo Järvi). Nel 2008 ha debuttato alla Carnegie Hall, dove ha eseguito il Secondo Concerto per pianoforte di Chopin. L’anno successivo, al Musikverein di Vienna, ha suonato con Gidon Kremer il Doppio Concerto per violino e pianoforte di Mendelssohn e in seguito, con lo stesso Kremer e la Kremerata Baltica, è stata in tournée alla Scala, a Roma, Pavia e Istanbul. I suoi prossimi appuntamenti di rilievo includono esibizioni con l’Orchestre de Paris diretta da Paavo Järvi, l’Orchestre du Festival de Verbier diretta da Charles Dutoit e i Münchner Philharmoniker. Nell’ambito del progetto “New Generation Artist 20092011” di BBC Radio 3, ha collaborato regolarmente con le orchestre della BBC. Considerata dalla critica mondiale come una delle grandi promesse del futuro, ha tenuto acclamati recital e concerti di musica da camera in sale rinomate quali la Wigmore Hall di Londra, il Concertgebouw di Amsterdam e il Musikverein di Vienna.

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FILARMONICA DELLA SCALA Violini primi Francesco De Angelis (spalla) Francesco Manara (spalla) Daniele Pascoletti (spalla) Eriko Tsuchihashi* Duccio Beluffi Rodolfo Cibin Alessandro Ferrari Agnese Ferraro Alois Hubner Fulvio Liviabella Kaori Ogasawara Andrea Pecolo Gianluca Scandola Enkeleida Sheshaj Dino Sossai Gianluca Turconi Corinne Van Eikema Damiano Cottalasso Evgenia Staneva Claudio Mondini Francesca Monego Enrico Piccini Estela Sheshi Violini secondi Giorgio Di Crosta* Pierangelo Negri* Anna Salvatori* Anna Longiave Emanuela Abriani Stefano Dallera Silvia Guarino Ludmilla Laftchieva Stefano Lo Re Antonio Mastalli Roberto Nigro Gabriele Porfidio Francesco Tagliavini Alexia Tiberghien Paola Lutzemberger Alessandro Cappelletto Lorenzo Gentili Tedeschi Rita Mascagna Roberta Miseferi Susanna Nagy

Viole Simonide Braconi* Danilo Rossi* Raffaele Mallozzi* Giorgio Baiocco Carlo Barato Maddalena Calderoni Adelheid Dalvai Marco Giubileo Joel Imperial Francesco Lattuada Emanuele Rossi Luciano Sangalli Zoran Vuckovic Matteo Amadasi Federica Mazzanti Filippo Milani Eugenio Silvestri Adriana Stoica Violoncelli Sandro Laffranchini* Alfredo Persichilli* Massimo Polidori* Martina Lopez Jakob Ludwig Alice Cappagli Gabriele Garofano Simone Groppo Clare Ibbott Cosma Beatrice Pomarico Marcello Sirotti Massimiliano Tisserant Andrea Favalessa Gianluca Muzzolon Livia Rotondi

Contrabbassi Giuseppe Ettorre* Francesco Siragusa* Roberto Benatti Attilio Corradini Demetrio Costantino Omar Lonati Emanuele Pedrani Claudio Pinferetti Alessandro Serra Gaetano Siragusa Roberto Parretti Antonello Labanca Flauti Davide Formisano* Marco Zoni* Ottavino Giovanni Paciello Oboi Fabien Thouand* Alberto Negroni* Augusto Mianiti Corno inglese Renato Duca Clarinetti Mauro Ferrando* Fabrizio Meloni* Christian Chiodi Latini Denis Zanchetta Clarinetto Basso Stefano Cardo Fagotti Gabriele Screpis* Valentino Zucchiatti* Maurizio Orsini Nicola Meneghetti

Controfagotto Marion Reinhard Corni Danilo Stagni* Gabriele Falcioni* Roberto Miele Stefano Alessandri Claudio Martini Stefano Curci Piero Mangano Trombe Francesco Tamiati* Gianni Dallaturca Mauro Edantippe Nicola Martelli Tromboni Daniele Morandini* Riccardo Bernasconi Renato Filisetti Giuseppe Grandi Tuba Brian Earl Timpani Nando Russo* Percussioni Gianni Arfacchia Giuseppe Cacciola Antonello Cancelli Elio Marchesini Paolo Tini Francesco Muraca Arpe Luisa Prandina* Olga Mazzia* Tastiere Lorenzo Bonoldi

Major Partner

* prima parte

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Fondazione di diritto privato

SOVRINTENDENZA

DIREZIONE GENERALE

Sovrintendente StĂŠphane Lissner Responsabile Relazioni Esterne e Assistente del Sovrintendente Donatella Brunazzi Responsabile Ufficio Stampa Carlo Maria Cella Responsabile Controllo di Gestione Enzo Andrea Bignotti

Direttore Generale Maria Di Freda Responsabile Servizio Rapporti Istituzionali Dino Belletti Coordinatore Segreteria e Staff Andrea Vitalini Responsabile Ufficio Promozione Culturale Carlo Torresani Responsabile Segreteria Organi e Legale Germana De Luca Responsabile Provveditorato Antonio Cunsolo Direzione Tecnica Direttore Tecnico Marco Morelli Responsabile Manutenzione Immobili e Impianti Persio Pini Responsabile Prevenzione Igiene Sicurezza Giuseppe Formentini Direzione del Personale Direttore del Personale Marco Aldo Amoruso Responsabile Amministrazione del Personale e Costo del Lavoro Alex Zambianchi Responsabile Servizio Sviluppo Organizzativo Rino Casazza Responsabile Servizio Tecnologie dell’Informazione Massimo Succi Responsabile Ufficio Assunzioni e Gestione del Personale Marco Migliavacca Responsabile Ufficio Lavoro Autonomo Giusy Tonani

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Direzione Marketing e Fund Raising Direttore Marketing e Fund Raising Cristina Paciello Responsabile Ufficio Marketing Francesca Agus Responsabile Biglietteria Annalisa Severgnini Responsabile di Sala Achille Gozzi Direzione Amministrazione e Finanza Direttore Amministrazione e Finanza Claudio Migliorini Capo Contabile Sefora Curatolo Museo Teatrale alla Scala Direttore Museo Teatrale alla Scala Renato Garavaglia


DIREZIONE MUSICALE

DIREZIONE ALLESTIMENTO SCENICO

Direttore Musicale Daniel Barenboim

Direttore Allestimento Scenico Franco Malgrande Assistente Direttore Allestimento Scenico Elio Brescia Responsabile Reparto Macchinisti Cosimo Prudentino Responsabile Realizzazione Luci Marco Filibeck Realizzatori Luci Vincenzo Crippa Andrea Giretti Responsabile Reparto Elettricisti Roberto Parolo Responsabile Cabina Luci Antonio Mastrandrea Responsabile Audiovisivi Nicola Urru Responsabile Reparto Attrezzisti Luciano Di Nicuolo Responsabile Reparto Meccanici Castrenze Mangiapane Responsabile Parrucchieri e Truccatori Francesco Restelli Responsabile Calzoleria Alfio Pappalardo

DIREZIONE ARTISTICA Direttore Artistico St茅phane Lissner Coordinatore Artistico Gast贸n Fournier-Facio Responsabile Servizi Musicali Andrea Amarante Responsabile Controllo di Gestione Artistica Manuela Cattaneo Responsabile Compagnie di Canto Ilias Tzempetonidis Direttore Editoriale Franco Pulcini Responsabile Archivio Musicale Cesare Freddi Regista Collaboratore Lorenza Cantini Direzione Ballo Direttore del Corpo di Ballo Makhar Vaziev Coordinatore del Corpo di Ballo Marco Berrichillo

Capi Scenografi Realizzatori Stefania Cavallin Angelo Lodi Luisa Guerra Capo Scenografo Realizzatore Scultore Venanzio Alberti Scenografi Realizzatori Claudia Bona Emanuela Finardi Verena Redin Flavio Erbetta Claudio Spinelli Barrile Scenografo Realizzatore Scultore Silvia Rosellina Cerioli Responsabile Reparto Costruzioni Roberto De Rota Responsabile Reparto Sartoria Cinzia Rosselli Responsabile Sartoria Vestizione Filomena Graus

Direzione Organizzazione della Produzione Direttore Organizzazione della Produzione Andrea Valioni Assistente Direttore Organizzazione della Produzione Maria De Rosa Responsabile Direzione di Scena Luca Bonini Direttori di Scena Silvia Fava Andrea Boi

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EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA DIRETTORE EDITORIALE

Franco Pulcini

Ufficio Edizioni del Teatro alla Scala REDAZIONE

Anna Paniale Giancarlo Di Marco PROGETTO GRAFICO

Emilio Fioravanti G&R Associati

Le immagini degli spettacoli scaligeri provengono dall’Archivio Fotografico del Teatro alla Scala Realizzazione e catalogazione immagini digitali: “Progetto D.A.M.” per la gestione digitale degli archivi del Teatro alla Scala Si ringrazia per la collaborazione il Museo Teatrale alla Scala Il Teatro alla Scala è disponibile a regolare eventuali diritti di riproduzione per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte Pubblicità: A.P. srl - Str. Rigolino, 1 bis 10024 Moncalieri (TO) - Tel. 011/6615469 Finito di stampare nel mese di marzo 2013 presso Pinelli Printing srl © Copyright 2013, Teatro alla Scala

Prezzo del volume € 5,00 (IVA inclusa)


Concerti sinfonici 2012 ~ 2013 22, 23, 25 settembre 2012

Filarmonica della Scala Direttore

Christoph von Dohnányi Robert Schumann Sinfonia n. 4 in re min. op. 120

La stagione 2012-2013 del Teatro alla Scala è realizzata in collaborazione con

Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in do min. op. 68

20 dicembre 2012 Concerto di Natale

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala Direttore

Robin Ticciati

Hector Berlioz Symphonie fantastique (épisode de la vie d’un artiste) op. 14 L’adieu des bergers à la Sainte famille (da L’Enfance du Christe op. 25)

Maestro del Coro Bruno Casoni

Con il sostegno di


Il Teatro alla Scala ringrazia per la collaborazione alle iniziative specifiche gli SPONSOR TECNICI ATM COCCINELLE COLLATERAL FILMS MEETING PROJECT LEDIBERG RCS DIRECT ROBERT BOSCH S.P.A. Il Teatro alla Scala ringrazia per la collaborazione al progetto tecnologico DAM gli SPONSOR TECNICI FONDAZIONE MILANO PER LA SCALA ROBERT BOSCH S.P.A. FASTWEB ORACLE ITALIA


Concerti sinfonici 2012 ~ 2013

21, 22, 24 gennaio 2013

11, 14, 22 marzo 2013

Filarmonica della Scala

Filarmonica della Scala

Nikolaj Rimskij-Korsakov Shéhérazade suite sinfonica op. 35

Serge Rachmaninoff Concerto n. 2 in do min. op. 18 per pianoforte e orchestra

Direttore

Nicola Luisotti

Direttore

Gianandrea Noseda

Pëtr Il’icˇ Cˇajkovskij Sinfonia n. 4 in fa min. op. 36

Khatia Buniatishvili, pianoforte

25, 27 febbraio - 2 marzo 2013

8, 10, 12 aprile 2013

Sinfonia n. 1 in re min. op. 13

Filarmonica della Scala

Filarmonica della Scala

Riccardo Panfili L’Aurora, probabilmente (prima esecuzione assoluta commissione del Teatro alla Scala)

Ludwig van Beethoven Egmont ouverture op. 84

Direttore

Daniel Harding

Richard Wagner Da Tristan und Isolde Preludio e morte d’Isotta

Gustav Mahler Da Il corno magico del fanciullo Lieder scelti Dorothea Röschmann, soprano Matthias Goerne, baritono

Direttore

Ingo Metzmacher

Luciano Berio (nel 10 o anniversario della morte) Sinfonia per otto voci e orchestra The Swingle Singers Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 5 in do min. op 67


Foto Marco Brescia


La Fondazione Serge Rachmaninoff annuncia il “Serge Rachmaninoff Jubilee Year 2013” Dedicato alla memoria del proprio fondatore Alexander Rachmaninoff 14 Febbraio 2013 – Madrid, Auditorium Nacional LONDON PHILHARMONIC ORCHESTRA Yannick Nézet-Séguin, direttore d’orchestra – Simon Trpčeski, pianoforte 15 Febbraio 2013 – Londra, Royal Festival Hall LONDON PHILHARMONIC ORCHESTRA Yannick Nézet-Séguin, direttore d’orchestra – Simon Trpčeski, pianoforte 17 Febbraio 2013 – Losanna, Salle Metropole ORCHESTRE DE CHAMBRE DE LAUSANNE – ORCHESTRE DE l’HEMU Jesús López-Cobos, direttore d’orchestra 7 – 11 Marzo 2013 – Milano, Teatro alla Scala FESTIVAL “RISCOPRIRE RACHMANINOFF” Filarmonica della Scala – Gianandrea Noseda – Khatia Buniatishvili con Nikita Abrosimov, Sean Botkin, Vakhtang Kodanashvili, Geoffrey Norris, Tony Palmer, Edisher Savitski 27 e 28 Marzo 2013 – Parigi, Salle Pleyel ORCHESTRE DE PARIS Paavo Järvi, direttore d’orchestra – Jorge Luis Pratt, pianoforte 1 e 2 Aprile 2013 – Mosca, Tchaikovsky Concert Hall STATE SYMPHONY ORCHESTRA OF RUSSIA Leonard Slatkin, direttore d’orchestra – Denis Matsuev, pianoforte 14 Maggio – 1 Giugno 2013 – Ginevra, Victoria Hall CICLO RACHMANINOFF Orchestre de la Suisse Romande – Neeme Järvi – Alexander Gavrylyuk 26 Maggio – 13 Giugno 2013 – Lucerna, KKL LUCERNE SYMPHONY ORCHESTRA Dima Slobodeniuk – James Gaffigan – Boris Berezovsky – Denis Matsuev 21 Settembre 2013 – Kiev, Great Philharmonic Hall ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE UCRAINA Vladimir Sirenko – Dmitry Mayboroda, Dmitry Kharitonov 8 e 10 Ottobre 2013 – Roma, Auditorium Parco della Musica ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA Alexander Sladkovski – Dmitry Mayboroda, Sean Botkin e Nikolai Lugansky 8 e 10 Novembre 2013 – Bruxelles, BOZAR ORCHESTRE NATIONAL DE BELGIQUE Andrey Boreyko – Dmitry Mayboroda, Denis Khozhukin e Denis Matsuev 18 Novembre 2013 – Vienna, Konzerthaus ROTTERDAM PHILHARMONIC ORCHESTRA Yannick Nézet-Séguin, direttore d’orchestra – Nikolai Lugansky, pianoforte




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LA SCIENZA ARMONICA Formare, promuovere e diffondere espressioni della cultura, della scienza e dell’arte quali mezzi per il miglioramento della qualità della vita e della coesione sociale. L’impegno della Fondazione Bracco ha radici nel patrimonio di valori maturati in oltre 80 anni di storia aziendale. Perché siamo convinti che la responsabilità civile passi anche attraverso una maggiore diffusione della cultura e dell’arte quali strumenti di un armonico progresso umano. Per questo siamo partner di grandi Istituzioni culturali in Italia e all’estero, a sostegno di iniziative volte alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio artistico italiano. Perché scienza e bellezza sono due aspetti del medesimo impegno.




Con la riapertura della sala del Piermarini, anche il Museo Teatrale è ritornato nella sua sede storica di Piazza Scala. Curato da Pier Luigi Pizzi, il nuovo percorso espositivo interpreta l’emozione del Museo come venne creato nel 1913, e la volontà di far rivivere il respiro originario di un’epoca indimenticabile. Il Museo Teatrale alla Scala, oltre ad essere un luogo d’incontro per il grande pubblico, vuole anche continuare ad essere un punto di riferimento per gli studiosi, per gli appassionati della lirica e per l’educazione musicale delle nuove generazioni attraverso l’attività dei laboratori didattici. Un Museo dedicato alla vita del Teatro nel tempo attraverso un’ampia collezione di ritratti, cimeli, busti, documenti, locandine dedicati ai grandi personaggi della lirica, da Giuseppe Verdi ad Arturo Toscanini e Victor De Sabata. Le sale che ospitano le collezioni sono rivestite con stoffe dai colori preziosi per ricreare l’atmosfera di un secolo di vita del Museo. Le visite al Museo offrono, inoltre, la possibilità di ammirare la sala del Teatro riaperta dopo il restauro. La Biblioteca Livia Simoni è tornata nella sua sede storica, all’interno del Museo. Questo permette a un grande numero di studiosi e di studenti di poter consultare i 150.000 volumi, le stampe e i documenti sulla storia del teatro e della musica dal 1500 ai nostri giorni.

Partner Istituzionale

YOKO NAGAE CESCHINA Mecenate del Museo Teatrale alla Scala

Museo Teatrale alla Scala Biblioteca Livia Simoni Largo Ghiringhelli, 1 20121 Milano www.teatroallascala.org Orari Tutti i giorni tranne • 7 dicembre • 24 dicembre pomeriggio • 25 dicembre • 26 dicembre • 31 dicembre pomeriggio • 1° gennaio • Domenica di Pasqua • 1° maggio • 15 agosto Dalle 9.00 alle 12.30 (ultimo ingresso alle 12.00) e dalle 13.30 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17.00)


Consultazione Biblioteca Livia Simoni su prenotazione tel. 0288792088

Come arrivare MM linea 1 fermata San Babila, Duomo, Cordusio. MM linea 3 fermata Montenapoleone, Duomo Autobus linea 61 Tram 1, 2 Prezzi Biglietto intero Biglietto ridotto Biglietto scuole

Informazioni Tel. 02.88797473

€ 6,00 € 4,00 € 2,50

Servizio visite guidate Civita Servizi. Tel: 02 43353521 (prenotazione obbligatoria per le scolaresche)

Centro guide. Tel: 02 86450433 La sala del Teatro è visibile da un palco, solo qualora non siano in corso prove o spettacoli.

Visite guidate al Teatro Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a Francine Garino via email garino@fondazionelascala.it o via fax allo 02.88792090 Catalogo del Museo (italiano - francese, inglese - spagnolo, giapponese - tedesco) in vendita a € 15,00


Foto Lelli & Masotti

PER VIVERE DA VICINO La Fondazione Milano per la Scala nasce nel 1991 con lo scopo esclusivo di sostenere il Teatro alla Scala, attraverso i contributi di coloro che ne amano il patrimonio culturale ed artistico e desiderano vivere piĂš intensamente la sua grande tradizione. Ăˆ la prima istituzione sorta a supporto di un teatro lirico in Italia.


UNA GRANDE TRADIZIONE Per informazioni e per adesioni

Milano per la Scala Via Clerici, 5 20121 Milano Tel. 02.7202.1647 Fax. 02.7202.1662 E-mail. miscala@milanoperlascala.it www.milanoperlascala.it


ringrazia

Albo d’Oro 2013 Maria Elina Barberis Mosca Nice Barberis Figari Maria Bonatti Mameli Carla Bossi Comelli Francesco Brioschi Giancarlo Colombo Giuseppe Deiure Hélène de Prittwitz Zaleski Giuseppe Faina Margot Ferrari de Mazzeri Marino Golinelli Beatrix Habermann Paolo Jucker Pompeo Locatelli Matteo Mambretti Francesco Micheli Orazio Leotta Riccardo Ottaviani Vieri Poggiali Patrizia Staffico Roberto Telò Daria Tinelli di Gorla Diego Visconti Giovanni M. Volonté Paolo Maria Zambelli Amici della Scala - Lugano Banca BSI S.A. Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Pirelli & C. S.p.A. Sipcam S.p.A. UBI Banca Vittoria Assicurazioni S.p.A.

per il contributo speciale

AI PROGETTI DI FORMAZIONE DEI GIOVANI DELL’ACCADEMIA D’ARTI E MESTIERI DELLO SPETTACOLO TEATRO ALLA SCALA

per vivere una grande Tradizione


Mapei per l’arte e la cultura

Il legame con il Teatro alla Scala ha radici profonde nella storia di Mapei. Si è concretizzato sin dal 1984 come Abbonato Sostenitore ed è proseguito con il contributo alla ristrutturazione e al restauro del Teatro, grazie alla tecnologia e alla ricerca Mapei. Dal 2008 Mapei ha rafforzato ulteriormente il rapporto con la Scala divenendo Socio Fondatore Permanente. Il 75° anno di attività è stato un’ulteriore occasione per consacrare lo storico connubio tra il lavoro, l’arte e la cultura.


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