Recital Villazon

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Rolando Villaz贸n - Gerold Huber

Rolando Villaz贸n Tenore

Gerold Huber Pianoforte

Recital di canto 2011 / 2012

12 novembre 2012

Recital di canto 2011 / 2012


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eni socio fondatore Teatro alla Scala eni.com

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Come il cielo quando è bello, così la conoscenza: incoraggia. Come la luce serena e trasparente, così l’immaginazione: ispira. Conoscenza e immaginazione hanno il potere di migliorare oltre alla tua vita anche la vita di altri, il tuo Paese, il mondo, mentre ti impegni al massimo. È lo stesso impegno di SDA Bocconi School of Management: agire attraverso la ricerca e la formazione - MBA e Master, Programmi di Formazione Executive e su Misura - per la crescita degli individui, l’innovazione delle imprese e l’evoluzione dei patrimoni di conoscenza; per creare valore e diffondere valori.

www.sdabocconi.it Milano, Italy


LA SCIENZA ARMONICA Formare, promuovere e diffondere espressioni della cultura, della scienza e dell’arte quali mezzi per il miglioramento della qualità della vita e della coesione sociale. L’impegno della Fondazione Bracco ha radici nel patrimonio di valori maturati in oltre 80 anni di storia aziendale. Perché siamo convinti che la responsabilità civile passi anche attraverso una maggiore diffusione della cultura e dell’arte quali strumenti di un armonico progresso umano. Per questo siamo partner di grandi Istituzioni culturali in Italia e all’estero, a sostegno di iniziative volte alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio artistico italiano. Perché scienza e bellezza sono due aspetti del medesimo impegno.


Foto Marco Brescia


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Fondazione di diritto privato

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Stéphane Lissner Giovanni Bazoli Guido Podestà Aldo Poli Paolo Scaroni Fiorenzo Tagliabue Alessandro Tuzzi Margherita Zambon

Stéphane Lissner Sovrintendente e Direttore artistico Daniel Barenboim Direttore musicale Maria Di Freda Direttore generale

Gastón Fournier-Facio Coordinatore artistico COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Presidente

Mario Cattaneo

Membro supplente

Nadia Palmeri

Membri effettivi

Marco De Luca Marcello Coato



Recital di canto 2011-2012

Rolando Villaz贸n Tenore

Gerold Huber Pianoforte

EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA


TEATRO ALLA SCALA Luned矛 12 novembre 2012, ore 20 SOMMARIO PAGINA 5

Rolando Villaz贸n PAGINA 6

Invitation au voyage: Francia, Spagna, Italia nella musica vocale da camera Pinuccia Carrer PAGINA 10

I testi cantati PAGINA 21

Gerold Huber PAGINA 22

Il Teatro alla Scala


PROGRAMMA

Henri Duparc Chanson triste / Canzone triste L’invitation au voyage / L’invito al viaggio La vie antérieure / La vita anteriore

Gabriel Fauré Adieu op. 21 n. 3 / Addio Les berceaux op. 23 n. 1 / Le culle Après un rêve op. 7 n. 1 / Dopo un sogno

Manuel de Falla Siete canciones populares españolas / Sette canzoni popolari spagnole 1. El paño moruno / Il drappo moresco 2. Seguidilla murciana / Seguidilla murciana 3. Asturiana / Asturiana 4. Jota / Jota 5. Nana / Ninnananna 6. Canción / Canzone 7. Polo / Polo

Vincenzo Bellini Vaga luna che inargenti Torna, vezzosa Fillide

Gaetano Donizetti L’amor funesto Il sospiro

Giuseppe Verdi Da Sei Romanze Non t’accostare all’urna In solitaria stanza L’esule


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Š Foto Felix Broede/DG


Rolando Villazón Per le sue apparizioni in importanti teatri d’opera e con orchestre in tutto il mondo, si è confermato fra le ‘stars’ musicali più applaudite e più acclamate dalla critica. Inizia la stagione 2012-13 con concerti al Musikfest di Brema e al Klara Festival di Bruxelles; seguono alcune esecuzioni del Requiem di Verdi diretto da Yannick Nézet-Séguin a Philadelphia e alla Carnegie Hall di New York. Inoltre si esibisce in tre concerti con la Staatskapelle di Berlino sotto la guida di Daniel Barenboim: Romanze di Verdi orchestrate da Luciano Berio, Requiem di Mozart e “prima mondiale” di Songs di Elliot Carter. Ritorna anche al Musikverein di Vienna per concerti diretti da Fabio Luisi, e in recital a Monaco di Baviera e al Teatro alla Scala. Per celebrare il 200° anniversario della nascita del compositore, intraprende una tournée in molte città d’Europa con un programma di “romanze e arie” di Verdi. Sulle scene sarà Rodolfo (Luisa Miller di Verdi) al Covent Garden di Londra, Nemorino (L’elisir d’amore di Donizetti) al Gran Teatre del Liceu di Barcellona con la Staatsoper di Vienna. Durante la Musikwoche di Salisburgo debutta in Lucio Silla di Mozart in una nuova produzione diretta da Mark Minkowski. Ha iniziato la stagione 2010-11 con il suo atteso debutto al Teatro alla Scala nel ruolo di Nemorino. Si è poi esibito in una produzione, acclamata da pubblico e critica, di Werther di Massenet all’Opéra di Lione; ha più tardi ripreso il ruolo di Werther al Covent Garden. In Germania è apparso come Don Ottavio (Don Giovanni di Mozart) a Baden-Baden, dove è tornato per debuttare come Ferrando in Così fan tutte di Mozart - entrambi i ruoli come parti d’un ciclo mozartiano ideato da lui e da Yannick Nézet-Séguin. Nel 2012 ha curato la regia dell’Elisir d’amore al Festspielhaus di Baden-Baden. Nella medesima produzione, trasmessa in televisione nel dicembre 2012, ha pure interpretato il ruolo di Nemorino.

Altre apparizioni hanno incluso concerti a Barcellona nonché alla Mozartwoche di Salisburgo. Vinti numerosi premi al Concorso “Operalia” di Plácido Domingo nel 1999, ha poi debuttato con successo su tutte le maggiori scene d’opera, e ora compare regolarmente al Metropolitan di New York, alla Staatsoper di Vienna, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, alla Deutsche Staatsoper di Berlino, al Covent Garden nonché all’Opéra di Parigi. Ha debuttato al Festival di Salisburgo nel 2005 come Alfredo in una spettacolare produzione della Traviata di Verdi, e vi è ritornato nel 2008 per una nuova produzione di Roméo et Juliette di Gounod. Altri ruoli importanti includono Rodolfo (La bohème di Puccini), Nemorino, Des Grieux (Manon di Massenet), Hoffmann (Les contes d’Hoffmann di Offenbach), Faust (Faust di Gounod) e Don José (Carmen di Bizet). Applaudito e popolare anche in sede concertistica e in recital, si è esibito con importanti orchestre in prestigiose sale in tutto il mondo: Barbican Hall di Londra, Salle Pleyel e Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, Orchestre Filarmoniche di Berlino, di Colonia e di Monaco di Baviera nonché Gewandhaus di Lipsia. Collabora attivamente con celebri direttori d’orchestra quali Daniel Barenboim e Antonio Pappano. La sua discografia include numerosi album, divenuti ‘bestsellers’ e riconosciuti con numerosi prestigiosi premi. Una registrazione di Arie di Verdi dirette da Gianandrea Noseda esce nell’autunno 2012. Nato a Città del Messico, ha iniziato gli studi musicali al Conservatorio Nazionale di Musica della sua città, prima di partecipare a programmi per giovani artisti a Pittsburgh e all’Opera di San Francisco. Vincitore di molti importanti premi, è stato nominato ‘Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres’, uno dei più alti riconoscimenti francesi nel campo delle arti e delle lettere.

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Invitation au voyage: Francia, Spagna, Italia nella musica vocale da camera Pinuccia Carrer

“Quanto a Duparc, che è impossibile qui passare sotto silenzio, le sue melodie imperfette ma geniali hanno qualche volta con quelle di Fauré come un’aria di parentela. Sembra tuttavia difficile stabilire quale dei due abbia influenzato l’altro.” Con queste parole (Révue Musicale, 1922) Maurice Ravel individua un legame tra due musicisti che ebbero vite assai diverse, ma che sono accomunati dall’interesse creativo verso la mélodie, sinuosa e sensuale intonazione di testi poetici in lingua francese. Il programma di questa sera inizia con un trittico di Henri Duparc, eccentrico quanto sfortunato compositore parigino: egli soffrirà a lungo per i sintomi di una malattia nervosa che, a quel tempo, riscuoteva l’interesse degli studiosi della psiche umana: la nevrastenia. Si recherà a Lourdes, si farà operare di glaucoma; colpito dalla paralisi, morirà a ottantacinque anni (il 12 febbraio 1933 a Mont-de-Marsan), chiuso sempre più in un suo mondo di mistica religiosità. Duparc era allievo di César Franck sia per il pianoforte sia per la composizione; fu proprio Franck a spingerlo a coltivare la seconda, a fronte di un limitato talento pianistico/concertistico. Chanson triste (1868), su versi di Henri Cazalis (noto con lo pseudonimo di Jean Lahor), è pervasa da quella Melancholia - una sorta di predisposizione innata alla tristezza - che dà il titolo a tutta la raccolta poetica di Lahor. Gli arpeggi del pianoforte avvolgono il canto, i mutamenti melodici e dinamici sottolineano l’entrata del protagonista: je, e con forza il verso: tu prendras ma tête malade / Oh! quelquefois, sur tes genoux…, prima che tutto si dissolva nelle battute finali. L’invitation au voyage (1870) e La vie antérieure (1876-84) sono entrambe di Charles Baudelaire. Duparc le intonò dopo aver vissuto esperienze musicali nuove e fondamentali: la frequentazione di Liszt e Wagner - assistette alla rappresentazione della Walküre a Monaco -, l’amicizia con Vincent d'Indy e Alexis de Castillon, gli incontri con Fauré, Chausson, Chabrier, Saint-Saëns, Benoît, la creazione della Société Nationale de Musique… Il compositore distruggeva volentieri, bruciandole, le sue opere ma salvò queste mé-

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lodies, tra le sue predilette. Là, tout n’est qu’ordre et beauté, / Luxe, calme et volupté: è questo il punto d’arrivo del viaggio. In corrispondenza del refrain il pianoforte interrompe la continuità del movimento melodico per accompagnare il canto con accordi lunghi e risonanti. A quel tempo il paradiso per Duparc era Ellen MacSwiney, dedicataria del pezzo e di lì a poco sua sposa. Ancora volupté in La vie antérieure (1876-84): C’est là, c’est là que j’ai véçu dans les voluptés calmes / Au milieu de l’azur, des vagues…: l’accompagnamento con grande effetto sottolinea il sorgere delle onde oceaniche, con mutamenti di tono, improvvisi crescendo, in una scrittura quasi madrigalistica. Il pianoforte solo chiude La vie antérieure citando frammenti e reminiscenze melodiche, in un dolente postludio. “Non si potrebbe valutare meglio l’importanza di Gabriel Fauré che studiando le sue mélodies…” È sempre Ravel che ci aiuta a individuare nella musica vocale da camera la parte più originale del ricco catalogo consegnato da Fauré (1845-1924) alla storia della musica. Adieu (1881), su poesia di Charles Grandmougin, con le sue note malinconiche, riflette anche la tristezza e la delusione di esperienze amorose: nel 1877, a fidanzamento certo, l’amata Marianne Viardot, figlia di Pauline Viardot García e nipote di Maria Malibran, lo abbandonò d’improvviso. Il compositore allora si allontanò dalla Francia, incontrò Liszt a Weimar, assistette a Colonia e a Monaco alle opere di Wagner, arricchendo costantemente la sua formazione. Anche Les berceaux (1880-81) consente una nota autobiografica, essendone dedicataria Alice Boissonnet, altro oggetto di idillio fallito; il testo è di Armand Sully-Prudhomme. È una delle più toccanti melodie di Fauré - “commovente e profonda” la definì Ravel - con il suo ostinato ritmo cullante del pianoforte e della voce e che si allenta nel canto sulle sillabe lunghe silence… balance… pleurent... berceaux. Après un rêve (1870-77), con testo di Romain Bussine, ha uno stile più leggero, quasi arioso con i suoi vocalizzi romanticamente sussurrati. Alla parola Hélas! l’intonazione raggiunge il suo apice espressivo, per ritornare gradatamente nell’armosfera sognante dell’elegia. L’intimismo melodico di Duparc e Fauré contrasta con la forza dirompente delle Siete canciones populares españolas di Manuel de Falla, spagnolo di Cadice (23 novembre 1876) vissuto nella “magica” Parigi di inizio Novecento, poi tra Madrid e Granada (ancor oggi sede, con la Casa Museo, dell’Archivio Falla sulla collina dell’Alhambra) e infine, dal 1936, in Argentina, dove morì ad Alta Gracia il 14 novembre 1946. Le canzoni, su testi popolari anonimi, sono dedicate a Ida Godebska, protettrice col marito “Cipa” di artisti, musicisti, intellettuali: erano famose le soirées musicales organizzate ogni domenica nella casa parigina dei Godebski. La data di composizione è il 1914, l’anno in cui Falla lasciò Parigi per tornare in Spagna; la prima esecuzione avvenne nell’Ateneo di Madrid, il 14 gennaio 1915, con Luisa Vela, famosa interprete di zarzuelas (forma teatrale tipica della ricchissima storia musicale iberica), e lo stesso Falla al pianoforte, in un accompagnamento difficile quanto ritmicamente e armonicamente ardito. La successione delle Canciones segue una sua logica interna: El paño moruno è una canzoncina leggera, simile a una filastrocca; la Seguidilla murciana è complessa,

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con un testo in due strofe di quinari e settenari, ricco di rime e assonanze: la musica si ispira ai ritmi del folklore spagnolo del sud (altra seguidilla famosa è quella “francesizzata” da Bizet in Carmen); Asturiana è una “chanson triste”, con pochissimi versi, iterati; poi Falla sceglie una Jota, esempio di folklore ispanico delle regioni settentrionali, altalenante tra gioia e tristezza; a seguire, immancabile nel patrimonio della tradizione orale, una Nana (Ninnananna); Polo chiude il ciclo, proponendo il “profondo canto” dell’Andalusia, il cante jondo, con i suoi melismi (¡Ay!). Proprio nel 1922, anno di edizione delle Canciones per i tipi di Max Eschig, Falla diede vita al Cuncurso de Cante Jondo a Granada, aprendo una pagina preziosa per ricostruire la storia della musica dei gitani e della cultura flamenca. Bellini, Donizetti, Verdi ovvero la trinità del melodramma italiano dell’Ottocento. Una parte della loro produzione è però costituita da pregevoli pagine cameristiche. Vaga luna che inargenti apparve per la prima volta su “Glissons n'appuyons pas”, “Giornale critico-letterario di Arti, Teatri, Varietà e Mode” di Casa Ricordi, il lunedì 15 febbraio 1836, con il titolo “Romanzetta Vaga Luna composta a Londra da Bellini e dedicata alla sig.na Giulietta Pezzi”. Il catanese era morto non ancora trentaquattrenne a Puteaux, l’anno prima. Nel gennaio 1838 Ricordi ristampò con modifiche la romanza nelle Tre Ariette inedite di Vincenzo Bellini, eliminando contemporaneamente dal suo catalogo l’edizione del 1836 e, soprattutto, non più riportando il nome della dedicataria e il luogo di composizione. Gli studiosi hanno poi confermato che la romanza venne scritta a Londra nel 1833 (lì Bellini assisteva alla prima dei Capuleti) e che la dedicataria avrebbe potuto davvero essere Giulietta Pezzi, giornalista e scrittrice, patriota mazziniana convinta, ben introdotta nel mondo dei salotti milanesi dall’amica contessa Clara Maffei. La “romanzetta” è dolce ed estatica come le acque illuminate dalla luna e riporta alla mente le soste che Bellini tante volte aveva fatto su una riva e l’altra del Lago di Como, tra Moltrasio e Blevio, nella villa della “diva” Giuditta Pasta. Anche Torna, vezzosa Fillide (nell’originale, Fille, per crear giusta rima con “pupille”) è scoperta postuma: i due manoscritti di questo pezzo si trovano a Milano, nel Fondo Noseda della Biblioteca del Conservatorio “Giuseppe Verdi”, uno senza titolo, ma con il nome del compositore, e uno titolato Cantata per soprano. L’editore Ricordi le incluse nella serie di composizioni belliniane pubblicate in occasione del centenario della morte (Milano, 1935). Per caratteristiche di scrittura, l’intonazione è stata attribuita al giovane Bellini, di cui rivela in nuce l’elegante, innata purezza dell’invenzione melodica. Diverso il caso di Donizetti camerista, che ebbe una buona fortuna ottocentesca, non solo in Italia: molte raccolte di musica vocale da camera comparvero durante la sua vita o immediatamente dopo la sua morte (Bergamo, 1848); numerosi pezzi staccati vennero pubblicati singolarmente e inseriti in antologie collettive, riviste musicali, periodici, musiche a dispense. L’amor funesto è di un poeta anonimo: Donizetti, maestro nel trattamento della voce, riesce a rendere plausibile l’intricata veste poetica, affidando al pianoforte un accompagnamento da barcarola, che interagisce in bel dialogo con il cantante. Il sospiro (da Inspirations viennoises) ci porta invece verso il mondo dell’aria d’opera, con le cadenze e l’acuto nei punti canonici.

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Jacopo Vittorelli, il poeta arcade di Non t’accostare all’urna e In solitaria stanza, ebbe l’onore di essere intonato da Schubert, da Bellini, da Carlotta Ferrari, prima compositrice italiana professionista, oltre che da Giuseppe Verdi. Le due poesie fanno parte delle Sei Romanze che l’editore Canti pubblicò a Milano nel 1838; L’esule uscì, sempre per i tipi di Canti, nel 1839, anno di Oberto conte di San Bonifacio, opera del debutto scaligero di Verdi. Rispetto alle liriche di Vittorelli, più cameristiche, L’esule del poeta/librettista Temistocle Solera, ha in sé tutte le componenti di una vera e propria scena teatrale che Verdi intona da par suo, con declamati, recitativi, episodi lirici e virtuosi. Le romanze da camera sono pagine di un giovane compositore agli esordi: Verdi ha 25-26 anni quando le scrive, ma già sono ricche di percezione delle durate, di senso del dramma, di amor patrio, di individualità stilistica e di autentico sentire; di quei caratteri che ancora oggi, alle soglie del bicentenario della nascita, rendono Giuseppe Verdi musicista inconfondibile e sempre attuale.

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Henri Duparc

Chanson triste (versi di H. Cazalis)

Canzone triste

Dans ton cœur dort un clair de lune, Un doux clair de lune d’été, Et pour fuir la vie importune, Je me noierai dans ta clarté. J’oublierai les douleurs passées, Mon amour, quand tu berceras Mon triste cœur et mes pensées Dans le calme aimant de tes bras. Tu prendras ma tête malade, Oh! quelquefois, sur tes genoux, Et lui diras une ballade Qui semblera parler de nous; Et dans tes yeux pleins de tristesse, Dans tes yeux alors je boirai Tant de baisers et de tendresses Que peut-être je guérirai.

Nel tuo cuore dorme un chiaro di luna, un dolce chiaro di luna d’estate, e per fuggire la vita importuna, io affogherò nel tuo chiarore. Scorderò i dolori passati, amor mio, quando cullerai il mio triste cuore e i miei pensieri nella quiete amorosa delle tue braccia. Prenderai il mio capo malato, oh! talvolta, sulle tue ginocchia, e gli dirai una ballata che sembrerà parlare di noi; e nei tuoi occhi colmi di tristezza, nei tuoi occhi allora berrò tanti baci e tante tenerezze che forse io guarirò.

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L’invitation au voyage (versi di Ch. Baudelaire)

L’invito al viaggio

Mon enfant, ma sœur, Songe à la douceur D’aller là-bas vivre ensemble, Aimer à loisir, Aimer et mourir Au pays qui te ressemble! Les soleils mouillés De ces ciels brouillés Pour mon esprit ont les charmes Si mystérieux De tes traîtres yeux, Brillant à travers leurs larmes. Là, tout n’est qu’ordre et beauté, Luxe, calme et volupté. Des meubles luisants, Polis par les ans, Décoreraient notre chambre, Les plus rares fleurs Mêlant leurs odeurs Aux vagues senteurs de l’ambre, Les riches plafonds, Les miroirs profonds, La splendeur orientale, Tout y parlerait À l’âme en secret Sa douce langue natale. Là, tout n’est qu’ordre et beauté, Luxe, calme et volupté. Vois sur ces canaux Dormir ces vaisseaux Dont l’humeur est vagabonde; C’est pour assouvir Ton moindre désir Qu’ils viennent du bout du monde. Les soleils couchants Revêtent les champs, Les canaux, la ville entière, D’hyacinthe et d’or; Le monde s’endort Dans une chaude lumière! Là, tout n’est qu’ordre et beauté, Luxe, calme et volupté.

Bimba mia, sorella mia, pensa alla dolcezza d’andar laggiù a vivere insieme, amare a volontà, amare e morire nel paese che ti assomiglia! I soli stillanti di quei cieli nuvolosi hanno per me gli incanti così misteriosi dei tuoi occhi traditori, che brillano traverso le lacrime. Là, tutto è ordine e bellezza, lusso, quiete e voluttà. Mobili lucenti, levigati dagli anni, decorerebbero la nostra stanza, i fiori più rari mescono i loro odori ai vaghi sentori dell’ambra, i ricchi soffitti, gli specchi profondi, lo splendore orientale, tutto là parlerebbe in segreto all’anima la sua dolce lingua natìa. Là, tutto è ordine e bellezza, lusso, quiete e voluttà. Vedi su quei canali dormire quelle navi dall’umore vagabondo: perché si appaghi il tuo minimo desiderio, vengono da in capo al mondo. I soli che tramontano rivestono i campi, i canali, l’intera città, di giacinto e d’oro; il mondo si addormenta in una calda luce! Là, tutto è ordine e bellezza, lusso, quiete e voluttà.

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La vie antérieure (versi di Ch. Baudelaire) J’ai longtemps habité sous de vastes [portiques Que les soleils marins teignaient de mille [feux, Et que leurs grands piliers, droits et [majestueux, Rendaient pareils, le soir, aux grottes [basaltiques. Les houles, en roulant les images des [cieux, Mêlaient d’une façon solennelle et [mystique Les tout puissants accords de leur riche [musique Aux couleurs du couchant reflété par [mes yeux... C’est là, c’est là que j’ai vécu dans les [voluptés calmes Au milieu de l’azur, des vagues, des [splendeurs, Et des esclaves nus tout imprégnés [d’odeurs Qui me rafraîchissaient le front avec [des palmes, Et dont l’unique soin était d’approfondir Le secret douloureux qui me faisait [languir.

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La vita anteriore

Ho abitato a lungo sotto vasti portici che i soli marini tingevano di mille fuochi, e le loro grandi colonne, dritte e maestose, rendevano simili, di sera, a grotte di [basalto. I marosi, rotolando le immagine dei [cieli, mescevano in modo solenne e mistico gli accordi onnipossenti della loro ricca [musica ai colori del tramonto riflesso dai miei [occhi… Là, là ho vissuto nelle quiete voluttà, cinto d’azzurro, di onde, di splendori, e di schiavi nudi pregni di odori, che con le palme mi rinfrescavano la [fronte, e il cui unico pensiero era di approfondire il doloroso segreto che mi faceva languire.


Gabriel Fauré

Adieu, op. 21 n. 3 (versi di Ch. Grandmougin)

Addio

Comme tout meurt vite, la rose Déclose, Et les frais manteaux diaprés Des prés; Les longs soupirs, les bienaimées, Fumées! On voit dans ce monde léger Changer, Plus vite que les flots des grèves, Nos rêves, Plus vite que le givre en fleurs, Nos coeurs! À vous l’on se croyait fidèle, Cruelle, Mais hélas! les plus longs amours Sont courts! Et je dis en quittant vos charmes, Sans larmes, Presqu’au moment de mon aveu: Adieu!

Come tutto presto muore, la rosa dischiusa, e i freschi iridati mantelli dei prati; i lunghi sospiri, le molto-amate, in fumo! Si vede in questo mondo leggero mutare, più rapidi dei flutti delle rive, i nostri sogni, più rapidi della brina in fiore, i nostri cuori! A voi lo si credeva fedele, crudele, ma, ahimè!, i più lunghi amori sono brevi! E io dico, lasciando la vostra bellezza, senza lacrime, quasi al momento della mia confessione: Addio!

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Les berceaux, op. 23 n. 1 (versi di A. Sully-Prudhomme)

Le culle

Le long du quai, les grands vaisseaux, Que la houle incline en silence, Ne prennent pas garde aux berceaux, Que la main des femmes balance. Mais viendra le jour des adieux, Car il faut que les femmes pleurent, Et que les hommes curieux Tentent les horizons qui leurrent! Et ce jour-là les grands vaisseaux, Fuyant le port qui diminue, Sentent leur masse retenue Par l’âme des lointains berceaux.

Lungo il molo, i grandi vascelli, che l’onda inclina in silenzio, non si curano delle culle mosse dalla mano delle donne. Ma verrà il giorno degli addii, perché le donne devono piangere, e gli uomini curiosi tentano gli allettanti orizzonti! E quel giorno i grandi vascelli, fuggendo il porto che s’allontana, sentono la loro stazza trattenuta dall’anima delle culle lontane.

Après un rêve, op. 7 n. 1 (versi di R. Bussine)

Dopo un sogno

Dans un sommeil que charmait ton [image Je rêvais le bonheur, ardent mirage, Tes yeux étaient plus doux, ta voix pure [et sonore, Tu rayonnais comme un ciel éclairé par [l’aurore; Tu m’appelais et je quittais la terre Pour m’enfuir avec toi vers la lumière, Les cieux pour nous entr’ouvraient leurs [nues, Splendeurs inconnues, lueurs divines [entrevues. Hélas! Hélas! triste réveil des songes! Je t’appelle, ô nuit, rends moi tes [mensonges! Reviens, reviens radieuse, Reviens, ô nuit mystérieuse!

In un sogno incantato dalla tua

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[immagine sognavo la felicità, ardente miraggio, i tuoi occhi eran più dolci, la tua voce [pura e sonora, splendevi come un cielo illuminato [dall’aurora; tu mi chiamavi ed io lasciavo la terra per fuggire con te verso la luce, il cielo per noi schiudeva le sue nubi, splendori sconosciuti, intravisti barlumi [divini. Ahimè! Ahimè! triste risveglio dai sogni! Ti chiamo, oh notte, rendimi le tue [menzogne! Ritorna, ritorna radiosa, ritorna, oh notte di mistero!


Manuel de Falla

Siete canciones populares españolas

Sette canzoni popolari spagnole

1. El paño moruno Al paño fino, en la tienda, Una mancha le cayó; Por menos precio se vende, Porque perdió su valor. ¡Ay!

1. Il drappo moresco Sul drappo fino, nel negozio, cadde una macchia; si vende a prezzo minore, perché ha perso il suo valore. Ahimè!

2. Seguidilla murciana Cualquiera que el tejado Tenga de vidrio, No debe tirar piedras Al del vecino. Arrieros semos; ¡Puede que en el camino Nos encontremos! Por tu mucha inconstancia Yo te comparo Con peseta que corre De mano en mano; Que al fin se borra, Y creyéndola falsa ¡Nadie la toma!

2. Seguidilla murciana Chi vive in una casa dal tetto di vetro, non deve tirar sassi a quella del vicino. Noi, come i mulattieri, possiamo incontrarci durante il cammino! Volubile qual sei, mi sembri una moneta che va di mano in mano e tutta si consuma; finché, sembrando falsa, nessuno più la vuole!

3. Asturiana Por ver si me consolaba, Arrime a un pino verde, Por ver si me consolaba. Por verme llorar, lloraba. Y el pino como era verde, Por verme llorar, lloraba.

3. Asturiana Per vedere se mi consolava, mi avvicinai a un pino verde, per vedere se mi consolava. Al vedermi piangere piangeva. E il pino com’era verde, al vedermi piangere piangeva.

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4. Jota Dicen que no nos queremos Porque no nos ven hablar; A tu corazón y al mio Se lo pueden preguntar. Ya me despido de tí, De tu casa y tu ventana; Y aunque no quiera tu madre, Adiós, niña, hasta mañana.

4. Jota Dicono che non ci amiamo, perché non ci vedono parlare; al tuo cuore e al mio possono domandarlo. Già mi accomiato da te, dalla tua casa e dalla tua finestra; anche se tua madre non vuole, addio, bambina, fino a domani.

5. Nana Duérmete, niño, duerme, Duerme, mi alma. Duérmete, lucerito De la mañana. Naninta, nana.

5. Ninnananna Dormi, bimbo, dormi, dormi, anima mia. Dormi, stellina del mattino. Ninnananna.

6. Canción Por traidores, tus ojos, Voy a enterrarlos; No sabes lo que cuesta, Niña, el mirarlos. Dicen que no me quieres, Y a me has querido... Váyase lo ganado, Por lo perdido.

6. Canzone I tuoi occhi traditori, io li seppellirò; tu non sai quanto costa, bimba, guardarli. Dicono che non mi ami, eppure mi hai amato... Quel che ho guadagnato compensi quel che ho perduto.

7. Polo ¡Ay! ¡Guardo una pena en mi pecho, Que a nadie se la diré! Malhaya el amor, malhaya, Y quen me lo dió a entender.

7. Polo Ahimè! Ho una pena nel petto che a nessuno dirò! Maledetto l’amore, maledetto, e chi mi ha fatto innamorare. Tutte le traduzioni sono di Olimpio Cescatti.

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Vincenzo Bellini

Vaga luna che inargenti (versi di anonimo)

Torna, vezzosa Fillide (versi di anonimo)

Vaga luna che inargenti queste rive e questi fiori ed inspiri agli elementi il linguaggio dell'amor; testimonio or sei tu sola del mio fervido desir, ed a lei che m'innamora conta i palpiti e i sospir. Dille pur che lontananza il mio duol non può lenir, che se nutro una speranza, ella è sol nell'avvenir. Dille pur che giorno e sera conto l'ore del dolor, che una speme lusinghiera mi conforta nell'amor.

Torna, vezzosa Fillide, al caro tuo pastore; lungi da tue pupille pace non trova il cor. Al caro tuo soggiorno io sempre volgo il piè e grido notte e giorno: Fillide mia dov’è? Domando a quella sponda: Fillide mia che fa? E par che mi risponda: Piange lontan da te! Domando a quello rio: Fillide mia dov’è? Con rauco mormorio dice: Piangendo sta. Il caro tuo sembiante, fonte d’ogni piacere, il miro ad ogni istante impresso nel pensier. Ma rimirando allora ch’egli non è con me, grido piangendo ognora: Fillide mia dov’e? Son fatte le mie pene un tempestoso mare; non trovo, amato bene, chi le potrà calmar. Che fa la morte, oh Dio, che non mi chiama a sé? Gridar più non poss’io: Fillide mia dov’è?

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Getano Donizetti

L’amor funesto (versi di anonimo)

Il sospiro (versi di C. Gaita)

Più che non ama un angelo, T’amai nel mio deliro, Mi fusi nel tuo spirito, Vissi nel tuo respiro, Ma un core senza palpiti, Un giuro senza fé, Un riso senza lagrime, Donna, tu desti a me. Addio, lontano è il tumulo Che accoglierà quest’ossa, Né resterà pei gemiti La traccia della fossa; L’angiol tu fosti e il demone De’ miei consunti dì, T’amo, dicesti a un misero, Ed egli ne morì.

Donna infelice, stanca d’amore, l’eterno sonno chiedi all’avel? Deh! non rammenti, che qui v’è un core che, te perduta, perduto ha il ciel? L’Eden ridente quaggiù la speme rinnovellata ci può donar. Se implori morte, moriamo insieme, angiol mio caro, non mi lasciar. Ma se ricusi ch’or teco stretto nel riso eterno debba salir, onde la vita mi resti in petto, dammi l’estremo caldo sospir.

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Giuseppe Verdi

Non t’accostare all’urna (da Sei Romanze, versi di J. Vittorelli)

L’esule (versi di T. Solera)

Non t’accostare all’urna Che il cener mio rinserra, Questa pietosa terra È sacra al mio dolor. Odio gli affanni tuoi, Ricuso i tuoi giacinti: Che giovano agli estinti Due lacrime o due fior? Empia! dovevi allora Porgermi un fil d’aita, Quando traea la vita Nell’ansia e nei sospir. A che d’inutil pianto Assordi la foresta? Rispetta un’ombra mesta E lasciala dormir.

Vedi! la bianca luna Splende sui colli; La notturna brezza Scorre leggera ad increspare il vago Grembo del queto lago. Perché, perché sol io Nell’ora più tranquilla e più soave Muto e pensoso mi starò? Qui tutto È gioia, il ciel, la terra Di natura sorridono all’incanto. L’esule solo è condannato al pianto. Ed io pure fra l’aure native Palpitava d’ignoto piacer. Oh, del tempo felice ancor vive La memoria nel caldo pensier. Corsi lande, deserti, foreste, Vidi luoghi olezzanti di fior; M’aggirai fra le danze e le feste, Ma compagno ebbi sempre il dolor. Or che mi resta?... togliere alla vita Quella forza che misero mi fa. Deh, vieni, vieni, o morte, a chi t’invita E l’alma ai primi gaudi tornerà. Oh, che allor le patrie sponde Non saranno a me vietate; Fra quell’aure, su quell’onde Nudo spirto volerò; Bacerò le guancie amate Della cara genitrice, Ed il pianto all’infelice Non veduto tergerò.

In solitaria stanza (da Sei Romanze, versi di J. Vittorelli) In solitaria stanza Langue per doglia atroce, Il labbro è senza voce, Senza respiro il sen. Come in deserta aiuola, Che di rugiade è priva, Sotto alla vampa estiva Molle narcisso svien. Io, dall’affanno oppresso, Corro per vie rimote E grido in suon che puote Le rupi intenerir: Salvate, o Dei pietosi, Quella beltà celeste; Voi forse non sapreste Un’altra Irene ordir.

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Foto Gunar Streu


Gerold Huber Nato a Monaco di Baviera, ha ottenuto una borsa di studio per seguire le lezioni di pianoforte di Friedemann Berger alla Musikhochschule della sua città; ha seguito anche la classe di Lied di Dietrich Fischer-Dieskau a Berlino. Nel 1998 ha vinto il “Prix International Pro Musicis” di Parigi/New York assieme a Christian Gerhaher, ch’egli accompagna regolarmente in recital liederistici. All’inizio del 2001 è stato uno dei vincitori del Concorso Internazionale Pianistico “Johann Sebastian Bach” di Saarbrücken. Tiene masterclasses alla Yale University di New Haven (Connecticut), al Festival di Aldeburgh o a quello di Schwetzingen. Come accompagnatore liederistico si è già esibito in importanti festival quali la Schubertiade di Schwarzenberg, a Vilabertrán (Spagna), al Festival di Salisburgo o a quello di Schwetzingen e al Festival Musicale di Rheingau. Inoltre, ha fondato un proprio festival noto come “Ernste Musik”, che ha avuto luogo la prima volta al Palazzo Nymphenburg di Monaco nel 2006. Si è esibito nelle maggiori sale da concerto quali Philharmonie di Colonia, Alte Oper di Francoforte, Konzerthaus e Musikverein di Vienna, Concertgebouw di Amsterdam, Wigmore Hall di Londra, Grosses Festspielhaus di Salisburgo, Frick Collection di New York e Musée d’Orsay di Parigi. Inoltre è il pianista dell’ensemble vocale “Liedertafel”, fondato nel 2002 e costituito da

Markus Schäfer, Christian Elsner, Michael Volle e Franz-Josef Selig. Esegue pure musica da camera con l’ “Artemis Quartett” e con Reinhold Friedrich. La sua attività, sia come solista sia in àmbito discografico, si concentra sulle composizioni di Bach, Beethoven e Schubert. Ha presentato recital a Monaco di Baviera, Regensburg, al Théâtre Municipal des Romains (Francia), al Festival Kultursommer di Kassel e al Festival della Nuova Zelanda di Wellington. Oltre che per il CD con composizioni di Beethoven, è molto apprezzato per le sue registrazioni con il baritono Christian Gerhaher. Insieme hanno ricevuto gli “Echo Klassik Awards” per la migliore incisione liederistica, sia per Die Winterreise sia per Die schöne Müllerin di Schubert. L’ultimo CD schubertiano, “Abendbilder”, è stato premiato con il “Gramophone Award” 2006. Sono stati pure pubblicati: “Melanchonie” di Schumann con Christian Gerhaher (Gramophone Award 2009); “Lieder” di Gustav Mahler (Echo, Midem Classical Award…); Schubert con Bernarda Fink; Liszt e Haydn con Ruth Ziesach. Nel giugno 2012 è stato pubblicato un nuovo album con Christian Gerhaher, “Ferne Geliebte”, che pone a confronto le due Scuole di Vienna (Beethoven/Haydn e Schönberg/Berg). Sempre a inizio 2012 risale una nuova incisione di Die schöne Müllerin con Maximilian Schmitt.

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Fondazione di diritto privato

SOVRINTENDENZA

DIREZIONE GENERALE

Sovrintendente StĂŠphane Lissner Responsabile Relazioni Esterne e Assistente del Sovrintendente Donatella Brunazzi Responsabile Ufficio Stampa Carlo Maria Cella Responsabile Controllo di Gestione Enzo Andrea Bignotti

Direttore Generale Maria Di Freda Responsabile Servizio Rapporti Istituzionali Dino Belletti Coordinatore Segreteria e Staff Andrea Vitalini Responsabile Ufficio Promozione Culturale Carlo Torresani Responsabile Segreteria Organi e Legale Germana De Luca Responsabile Provveditorato Antonio Cunsolo Direzione Tecnica Direttore Tecnico Marco Morelli Responsabile Manutenzione Immobili e Impianti Persio Pini Responsabile Prevenzione Igiene Sicurezza Giuseppe Formentini Direzione del Personale Direttore del Personale Marco Aldo Amoruso Responsabile Amministrazione del Personale e Costo del Lavoro Alex Zambianchi Responsabile Servizio Sviluppo Organizzativo Rino Casazza Responsabile Servizio Tecnologie dell’Informazione Massimo Succi Responsabile Ufficio Assunzioni e Gestione del Personale Marco Migliavacca Responsabile Ufficio Lavoro Autonomo Giusy Tonani

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Direzione Marketing e Fund Raising Direttore Marketing e Fund Raising Cristina Paciello Responsabile Ufficio Marketing Francesca Agus Responsabile Biglietteria Annalisa Severgnini Responsabile di Sala Achille Gozzi Direzione Amministrazione e Finanza Direttore Amministrazione e Finanza Claudio Migliorini Capo Contabile Sefora Curatolo Museo Teatrale alla Scala Direttore Museo Teatrale alla Scala Renato Garavaglia


DIREZIONE MUSICALE

DIREZIONE ALLESTIMENTO SCENICO

Direttore Musicale Daniel Barenboim

Direttore Allestimento Scenico Franco Malgrande Assistente Direttore Allestimento Scenico Elio Brescia Responsabile Reparto Macchinisti Cosimo Prudentino Responsabile Realizzazione Luci Marco Filibeck Realizzatori Luci Vincenzo Crippa Andrea Giretti Responsabile Reparto Elettricisti Roberto Parolo Responsabile Cabina Luci Antonio Mastrandrea Responsabile Audiovisivi Nicola Urru Responsabile Reparto Attrezzisti Luciano Di Nicuolo Responsabile Reparto Meccanici Castrenze Mangiapane Responsabile Parrucchieri e Truccatori Francesco Restelli Responsabile Calzoleria Alfio Pappalardo

DIREZIONE ARTISTICA Direttore Artistico St茅phane Lissner Coordinatore Artistico Gast贸n Fournier-Facio Responsabile Servizi Musicali Andrea Amarante Responsabile Controllo di Gestione Artistica Manuela Cattaneo Responsabile Compagnie di Canto Ilias Tzempetonidis Direttore Editoriale Franco Pulcini Responsabile Archivio Musicale Cesare Freddi Regista Collaboratore Lorenza Cantini Direzione Ballo Direttore del Corpo di Ballo Makhar Vaziev Coordinatore del Corpo di Ballo Marco Berrichillo

Capi Scenografi Realizzatori Stefania Cavallin Angelo Lodi Luisa Guerra Capo Scenografo Realizzatore Scultore Venanzio Alberti Scenografi Realizzatori Claudia Bona Emanuela Finardi Verena Redin Flavio Erbetta Claudio Spinelli Barrile Scenografo Realizzatore Scultore Silvia Rosellina Cerioli Responsabile Reparto Costruzioni Roberto De Rota Responsabile Reparto Sartoria Cinzia Rosselli Responsabile Sartoria Vestizione Filomena Graus

Direzione Organizzazione della Produzione Direttore Organizzazione della Produzione Andrea Valioni Assistente Direttore Organizzazione della Produzione Maria De Rosa Responsabile Direzione di Scena Luca Bonini Direttori di Scena Silvia Fava Andrea Boi

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EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA DIRETTORE EDITORIALE

Franco Pulcini

Ufficio Edizioni del Teatro alla Scala REDAZIONE

Anna Paniale Giancarlo Di Marco PROGETTO GRAFICO

Emilio Fioravanti G&R Associati

Le immagini degli spettacoli scaligeri provengono dall’Archivio Fotografico del Teatro alla Scala Realizzazione e catalogazione immagini digitali: “Progetto D.A.M.” per la gestione digitale degli archivi del Teatro alla Scala Si ringrazia per la collaborazione il Museo Teatrale alla Scala Il Teatro alla Scala è disponibile a regolare eventuali diritti di riproduzione per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte Pubblicità: A.P. srl - Str. Rigolino, 1 bis 10024 Moncalieri (TO) - Tel. 011/6615469 Finito di stampare nel mese di novembre 2012 presso Pinelli Printing srl © Copyright 2012, Teatro alla Scala

Prezzo del volume € 5,00 (IVA inclusa)


Stagione artistica 2011- 2012

Il Teatro alla Scala ringrazia

Per il Progetto Speciale “Grandi Artisti alla Scala�


Un progetto che appassiona i giovani

Realizzato con il sostegno di

LaScalaUNDER30 per

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Stagione artistica 2011- 2012

Il Teatro alla Scala ringrazia i propri Partner e Fornitori Ufficiali

Exclusive timepiece


Il Teatro alla Scala ringrazia per la collaborazione alle iniziative specifiche gli SPONSOR TECNICI ATM COCCINELLE COLLATERAL FILMS KONICA MINOLTA BUSINESS SOLUTIONS ITALIA MANUTENCOOP MEETING PROJECT LEDIBERG RCS DIRECT ROBERT BOSCH S.P.A. Il Teatro alla Scala ringrazia per la collaborazione al progetto tecnologico DAM gli SPONSOR TECNICI FONDAZIONE MILANO PER LA SCALA ROBERT BOSCH S.P.A. FASTWEB ORACLE ITALIA


Stagione artistica 2011- 2012 Ciclo straordinario Il Concerto per pianoforte e orchestra 30 ottobre 2012 Pianoforte Daniel Barenboim Filarmonica della Scala Orchestra Mozart Bologna Direttore Claudio Abbado Il Teatro alla Scala ringrazia


Recital di canto 2011 ~ 2012 16 gennaio 2012 Mezzosoprano

Daniela Barcellona Pianoforte Alessandro Vitiello 30 gennaio 2012 Tenore

Ian Bostridge

La stagione 2011-2012 del Teatro alla Scala è realizzata in collaborazione con

Pianoforte Julius Drake

26 marzo 2012 Soprano

Mariella Devia Pianoforte Enrica Ciccarelli 14 maggio 2012 Soprano

Edita Gruberova Pianoforte Alexander Schmalcz 4 giugno 2012 Mezzosoprano

Elı-na Garancˇa Pianoforte Roger Vignoles

16 settembre 2012 Basso

René Pape

Pianoforte Camillo Radicke

11 novembre 2012 Tenore

Rolando Villazón Pianoforte Gerold Huber


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Con la riapertura della sala del Piermarini, anche il Museo Teatrale è ritornato nella sua sede storica di Piazza Scala. Curato da Pier Luigi Pizzi, il nuovo percorso espositivo interpreta l’emozione del Museo come venne creato nel 1913, e la volontà di far rivivere il respiro originario di un’epoca indimenticabile. Il Museo Teatrale alla Scala, oltre ad essere un luogo d’incontro per il grande pubblico, vuole anche continuare ad essere un punto di riferimento per gli studiosi, per gli appassionati della lirica e per l’educazione musicale delle nuove generazioni attraverso l’attività dei laboratori didattici. Un Museo dedicato alla vita del Teatro nel tempo attraverso un’ampia collezione di ritratti, cimeli, busti, documenti, locandine dedicati ai grandi personaggi della lirica, da Giuseppe Verdi ad Arturo Toscanini e Victor De Sabata. Le sale che ospitano le collezioni sono rivestite con stoffe dai colori preziosi per ricreare l’atmosfera di un secolo di vita del Museo. Le visite al Museo offrono, inoltre, la possibilità di ammirare la sala del Teatro riaperta dopo il restauro. La Biblioteca Livia Simoni è tornata nella sua sede storica, all’interno del Museo. Questo permette a un grande numero di studiosi e di studenti di poter consultare i 150.000 volumi, le stampe e i documenti sulla storia del teatro e della musica dal 1500 ai nostri giorni.

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Museo Teatrale alla Scala Biblioteca Livia Simoni Largo Ghiringhelli, 1 20121 Milano www.teatroallascala.org Orari Tutti i giorni tranne • 7 dicembre • 24 dicembre pomeriggio • 25 dicembre • 26 dicembre • 31 dicembre pomeriggio • 1° gennaio • Domenica di Pasqua • 1° maggio • 15 agosto Dalle 9.00 alle 12.30 (ultimo ingresso alle 12.00) e dalle 13.30 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17.00)


Consultazione Biblioteca Livia Simoni su prenotazione tel. 0288792088

Come arrivare MM linea 1 fermata San Babila, Duomo, Cordusio. MM linea 3 fermata Montenapoleone, Duomo Autobus linea 61 Tram 1, 2

Prezzi Biglietto intero Biglietto ridotto Biglietto scuole

Informazioni Tel. 02.88797473

€ 6,00 € 4,00 € 2,50

Servizio visite guidate Civita Servizi. Tel: 02 43353521 (prenotazione obbligatoria per le scolaresche)

Centro guide. Tel: 02 86450433 La sala del Teatro è visibile da un palco, solo qualora non siano in corso prove o spettacoli.

Visite guidate al Teatro Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a Francine Garino via email garino@fondazionelascala.it o via fax allo 02.88792090 Catalogo del Museo (italiano - francese, inglese - spagnolo, giapponese - tedesco) in vendita a € 15,00


Foto Marco Brescia


ringrazia

l’ALBO D’ORO 2012 Ada Barberis Fortina Maria Elina Barberis Mosca Nice Barberis Figari Maria Bonatti Mameli Carla Bossi Comelli Francesco Brioschi Giancarlo Colombo Giuseppe Deiure Hélène de Prittwitz Zaleski Giuseppe Faina Margot Ferrari de Mazzeri Marino Golinelli Beatrix Habermann Paolo Jucker Pompeo Locatelli Matteo Mambretti Francesco Micheli Riccardo Ottaviani Vieri Poggiali Patrizia Staffico Roberto Telò Diego Visconti Giovanni M. Volonté Paolo Maria Zambelli

Accenture S.p.A. Amici della Scala - Lugano Banca BSI S.A. Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Fondazione Schlesinger Mittel S.p.A. Natixis S.A. Pirelli Cultura S.p.A. Sipcam S.p.A. Studio Legale Zambelli-Luzzati-Meregalli UBI Banca Vittoria Assicurazioni S.p.A.

per il contributo speciale

AI PROGETTI DI FORMAZIONE DEI GIOVANI DELL’ACCADEMIA D’ARTI E MESTIERI DELLO SPETTACOLO TEATRO ALLA SCALA

per vivere una grande Tradizione


PER VIVERE DA VICINO UNA GRANDE TRADIZIONE La Fondazione Milano per la Scala nasce nel 1991 con lo scopo esclusivo di sostenere il Teatro alla Scala, attraverso i contributi di coloro che ne amano il patrimonio culturale ed artistico e desiderano vivere più intensamente la sua grande tradizione. È la prima istituzione sorta a supporto di un teatro lirico in Italia. Presidente Giuseppe Faina

Vice Presidente Hélène de Prittwitz Zaleski

Consiglieri Lodovico Barassi, Francesca Colombo, Jean-Sébastien Decaux, Margot de Mazzeri, Bruno Ermolli, Gioia Falck Marchi, Alfredo Gysi, Marino Golinelli, Stéphane Lissner, Marco Margheri, Paolo Martelli, Francesco Micheli, Federico Radice Fossati, Franca Sozzani, Fiorenzo Tagliabue, Diego Visconti, Paolo M. Zambelli Presidente d’Onore: Ottorino Beltrami

Per informazioni e per adesioni

Milano per la Scala Via Clerici, 5 20121 Milano Tel. 02.7202.1647 Fax. 02.7202.1662 E-mail. miscala@milanoperlascala.it www.milanoperlascala.it


Milano per la Scala ringrazia tutti i Sostenitori che hanno generosamente contribuito alla speciale raccolta fondi del nostro

Albo d’Oro del Ventennale Grazie di cuore.

NICE BARBERIS FIGARI BENIAMINO BELLUZ LUCIANO BERTI CARLA BOSSI COMELLI EDOARDO TEODORO BRIOSCHI ALFREDO CAMPANINI BONOMI LIVIO E MARIA LUISA CAMOZZI HELENE DE PRITTWITZ ZALESKI LORENZO ENRIQUES GIUSEPPE FAINA PAOLA FATTORINI RENZO FERRANTE MARINELLA FERRARI MARGOT FERRARI DE MAZZERI MARINO GOLINELLI LIA KERBAKER VINCENZO MAGRI MATTEO MAMBRETTI PAOLO MARTELLI FRANCESCO MICHELI RICCARDO OTTAVIANI ROSANNA PIROVANO VIERI POGGIALI FABRIZIO RIVOLTA GIORGIO ROSSI POLVARA ROSSANA SACCHI ZEI NATACHA SANCHEZ DE TAPIA LUIGI STAFFICO GIOVANNI VIVIANI GIOVANNI M. VOLONTE’

VITTORIA ASSICURAZIONI S.P.A.

Il 18 ottobre 2011 Milano per la Scala ha compiuto vent’anni. Vent’anni in cui con passione, energia, impegno e dedizione costanti, ha raccolto fondi per il Teatro alla Scala, sensibilizzando privati cittadini e aziende al mecenatismo culturale, così importante nel mondo dell’arte e della cultura. Nei vent’anni trascorsi la Fondazione ha donato al Teatro circa dieci milioni di euro, finanziando allestimenti, spettacoli e iniziative artistiche, eventi e mostre, pubblicazioni, progetti speciali, e molte altre attività tra le quali l’importantissimo versante formativo gestito dall’Accademia Teatro alla Scala di cui Milano per la Scala è “main sponsor”.

La raccolta fondi per l’Albo d’Oro del Ventennale prosegue per tutto il 2012: partecipa anche TU!


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Mapei per l’arte e la cultura

Il legame con il Teatro alla Scala ha radici profonde nella storia di Mapei. Si è concretizzato sin dal 1984 come Abbonato Sostenitore ed è proseguito con il contributo alla ristrutturazione e al restauro del Teatro, grazie alla tecnologia e alla ricerca Mapei. Dal 2008 Mapei ha rafforzato ulteriormente il rapporto con la Scala divenendo Socio Fondatore Permanente. Il 75° anno di attività è un’ulteriore occasione per consacrare lo storico connubio tra il lavoro, l’arte e la cultura.


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