LA STAMPA MERCOLEDÌ 23 MAGGIO 2012
«Quello che vogliamo per le staminali» Al dibattito conclusivo di «Scienza Attiva» per il 2012 erano presenti studenti, docenti, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni. Questi ultimi hanno raccolto raccomandazioni e proposte elaborate da circa 40 classi per analizzarle e renderle operative. Si è discusso in particolare di cellule staminali, della ricerca e dei problemi etici che le riguardano. Le nostre conclusioni, frutto di un lungo studio, sono ora accessibili su www. scienzattiva.eu.
L’iniziativa
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Dai banchi di scuola al giornale Questo è il secondo dei 3 articoli delle classi vincitrici del premio di «Scienza Attiva»
P STORIA/2 MAURILIO ORBECCHI
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oggi o un viaggiatore del tempo che si ritrovò nel XVII secolo. Ma è sbagliato. Lui non era come noi. Riportarlo nel suo mondo è un’impresa fondamentale e incompiuta». E allora qual è il filo che ci lega a lui e ai suoi colleghi?
«La scienza del XVII secolo continua a modellare le nostre esistenze. Galileo e Newton non starebbero nella pelle se potessero visitare uno stabilimento automobilistico o volare su un jet, mentre per affer-
rare cosa sono computer e cellulari avrebbero bisogno di un po’ di tempo. Ma non si tratta solo del fatto che molte realtà del presente si basino su leggi fisiche e tecniche matematiche scoperte allora. Più importante è la nozione che esistano delle leggi di natura, che il mondo obbedisca a queste regole e che l’umanità possa decifrarle: questa è l’eredità del Seicento. E’ così che Kepler, Galileo e Newton e altri geni hanno plasmato l’oggi».
l progresso della scienza e della tecnica determina da sempre forti resistenze. Potere religioso, burocrazie di apparato, intellettuali, oscurantisti di tutte le aree politiche, ampi settori di opinione pubblica spesso si scoprono spaventati da innovazioni che fanno fatica ad afferrare. Per questo motivo molti tendono a vedere nella scienza e nella tecnica più una minaccia che un alleato e finiscono per applicare le categorie e le modalità del dibattito politico. Così viene inventato un nemico che non esiste, utilizzando termini come «riduzionista» o «scientista» con funzione apotropaica nei confronti di chiunque parli di questioni culturali, tenendo in conto ciò che la scienza ha da dirci. In questo clima storico non stupisce che anche le teorie della democrazia prevalenti come sostiene Gilberto Corbellini nel suo recente «Scienza, quindi democrazia» - tendano a sottovalutare, a ignorare o a fraintendere il ruolo della scienza nella costruzione stessa della moderna mentalità civile. La politica e la cultura occidentali faticano a riconoscere che la scienza e la tecnica moderna non solo hanno fornito alle società umane conoscenze e possibilità straordinarie, ma anche modelli e procedimenti che hanno profondamente influenzato l’evoluzione del diritto e del pensiero politico. Non a caso la democrazia è più solida nei Paesi di maggiore tradizione e cultura scientifica. La scienza, infatti, si è sviluppata sulla base dell’applicazione di regole procedurali e del controllo degli esperimenti. Chiunque poteva verificare quanto sostenuto da Galileo e Newton molto tempo prima
Ci siamo concentrati sul problema della corretta informazione scientifica a livello scolastico, mediatico e professionale che dovrebbe incrementare la consapevolezza dei cittadini e sensibilizzarli sull'importanza di questa ricerca. Abbiamo anche evidenziato alcune criticità legislative italiane e, su tutte, l'assenza di una legge - per noi fondamentale - che regolamenti l'estrazione di staminali da embrioni crioconservati e da feti abortivi. Le informazioni a cui abbiamo avuto accesso, grazie ad alcuni esperti di Agorà Scienza, hanno evidenziato che le cellule staminali rappresentano una reale speranza in medicina. Guardando al futuro, vorremmo che diventasse possibile l'accesso da parte di tutti alle nuove applicazioni, indipendentemente dalle possibilità economiche,
TuttoScienze III
per evitare anche il pericoloso fenomeno del «turismo staminale». Per questo motivo chiediamo ai politici un maggiore impegno di fondi pubblici, ma auspichiamo anche una serie di interventi degli enti privati e un coordinamento a livello europeo per aumentare e specializzare i centri di ricerca. Se queste proposte venissero applicate, pensiamo che le istituzioni conquisterebbero l'apprezzamento e il riconoscimento dei cittadini, dimostrando grande sensibilità verso un tema attuale e importante per la nostra salute. Mercoledì prossimo, nell'ultima puntata di questa breve serie, appariranno i risultati sul tema delle nanoscienze. 4 A - Liceo «Camillo Golgi» di Breno Continua la prossima settimana
Cari oscurantisti senza numeri e provette non ci sarebbe la libertà Troppi dimenticano il legame scienza-democrazia ne naturale ci ha predisposti alla lotta per la dominanza, alla predazione e ai valori tribali, piuttosto che ad accettare la complessità, la mediazione e il tipo di razionalità necessario in un mondo moderno. La scienza, dunque, fornisce un modello di ragionamento. Educa alla razionalità, al pensiero critico, al rispetto delle opinioni, all’onestà intellettuale e al controllo dei risultati. Insegna a pensare liberamente, a rispettare punti di vista differenti, a valutare le opinioni, utilizzando criteri razio-
Maurilio Orbecchi Psicoterapeuta Un simbolo della democrazia: il Congresso di Washington
che regole democratiche e controllo degli atti dei politici diventassero i principi fondanti della democrazia liberale. La scienza, poi, come la democrazia, è profondamente innaturale. La prima va contro l’ingenuità del senso comune (il sole che gira attorno alla Terra, la natura dei colori ecc.) e cerca di capire cosa c’è oltre le nostre percezioni immediate; la seconda è una costruzione collettiva estranea in un mondo nel quale le specie animali sociali, come quella umana, sono organizza-
te sul principio del maschio dominante, un tiranno che detiene il potere e compie continui soprusi, senza regole e senza sanzioni, su coloro che hanno la sfortuna di essergli sottoposti. Scienza e democrazia, insieme con l’economia di mercato, sono pertanto radicali novità rispetto al mondo naturale in cui il genere umano si è sviluppato. Per questo motivo è difficile accettare e maneggiare queste acquisizioni: tendiamo a temerle, se non a demonizzarle, perché la selezio-
RUOLO: E’ SPECIALISTA IN PSICOLOGIA CLINICA IL LIBRO: GILBERTO CORBELLINI «SCIENZA, QUINDI DEMOCRAZIA» EINAUDI
nali condivisi. La scienza forma i requisiti di base della vita civile e democratica, educando a rifiutare identificazioni tribali, spiritualismi e pensiero magico. E’ quanto mai necessario, dunque, che l’insegnamento della scienza diventi prevalente nelle scuole, non solo perché trasmette informazioni essenziali su come funziona il mondo, ma per il suo carattere di formazione interiore, di apertura ai temi collettivi e ai valori umani ed esistenziali in cui l’individuo realizza la sua umanità.