Analisi Transazionale - Cenni.

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L’Analisi Transazionale Storia e sviluppo L’analisi transazionale è una teoria psicologica ideata negli anni cinquanta da un medico canadese, Eric Leonard Bernstein, conosciuto come Eric Bern (Montréal, 10 maggio 1910 – 15 luglio 1970). Nel 1943 egli si arruolò nell'esercito come ufficiale medico e fu proprio in quel periodo che lavorando su i militari che si arruolavano per andare in guerra diede origine ad un’innovativa teoria della personalità che, tra le altre cose, ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo della terapia di gruppo. La teoria originaria, così come venne elaborata da Bern non è solo una teoria della personalità, ma anche una teoria dello sviluppo e delle comunicazioni relazionali, e può essere considerata un 'evoluzione (in senso relazionale ) della psicoanalisi freudiana. I legami con la psicoanalisi di Freud risultano evidenti, non solo per quanto riguarda i punti di contatto tra le topiche freudiane e i tre stati dell'io dall'analisi transazionale, ma principalmente per l'importanza fondamentale che si da all'analisi del transfert e del controtransfert nella terapia transazionale. Anche gli influssi dell'approccio centrato sulla persona di Carl Rogers sono evidenti in questa teoria e fanno sì che l'analisi transazionale tenga sempre in primo piano i bisogni della persona piuttosto che la direttività. Nel 1957 Bern si presentò al Congresso regionale della Associazione Americana di Psicoterapia di Gruppo (AGPA) di Los Angeles, presentando ufficialmente la sua teoria. Solo un anno dopo nel 1958 uscì un articolo nell'edizione dell'American Journal of Psychotherapy, così l'analisi transazionale, cioè il metodo di Eric Berne per la diagnosi e la cura, fa il suo ingresso nella letteratura della psicoterapia.

Principi e concetti di base: a) i GAB L'analisi transazionale teorizza l'io come formato da tre strutture rappresentate graficamente come una sola personalità, ovvero i tre Stati dell'IO, ognuno con le proprie funzioni (GAB): 1. Genitore (Esteropsiche) 2. Adulto (Neopsiche) 3. Bambino (Archeopsiche) Ogni stato dell'Io ha connotazioni positive e connotazioni negative, a seconda che favorisca oppure impedisca l'indipendenza della persona. IO Genitore ­ La parte genitoriale dell'io è quella dove sono custoditi i sentimenti, i comportamenti, le emozioni, gli insegnamenti, gli esempi che noi abbiamo appreso dai nostri genitori e figure che ci hanno educato. Quando una persona si trova nello stato Genitore, egli reagisce come reagivano suo padre o sua madre. Il Genitore si manifesta in due modi: come influenza e come stato attivo dell'io. Quando è attivo, la persona reagisce come i suoi reagivano. Quando è un'influenza egli reagisce come i suoi volevano che lui


reagisse. Il Genitore si divide in due tipi: normativo e affettivo, ognuno dei quali ha il suo positivo e negativo. La funzione genitoriale normativa, nella sua accezione positiva guida, insegna e offre regole e valori, mentre nella sua accezione negativa, critica, impone, rimprovera, punisce, svaluta. La funzione genitoriale affettiva, nella sua accezione positiva cura e incoraggia, mentre nella sua accezione negativa è iperprotettiva, si sostituisce e condiziona l'affetto ad un avere. IO Adulto ­ La parte adulta è la parte razionale di tutti noi, dove si elaborano le informazioni. L'Adulto esamina la situazione e valuta di conseguenza, effettuando un "calcolo di probabilità". Se, ad esempio, devo attraversare la strada, il mio Adulto mi deve dire che ci sono buone probabilità che non mi investano. è da notare che il concetto di Adulto di Berne si ritrova nel concetto cognitivista di "mente come elaboratore dell'informazione". Lo stato adulto, nella sua funzione positiva vive oggettivamente la realtà, non drammatizza l'errore e decide in base a ciò che è noto, qualora sia contaminato e non ben funzionante trascura le emozioni ed i valori e non si cura dei rapporti interpersonali. Quindi, quando sono nell'adulto, io uso tutte le mie facoltà intellettuali, so valutare la situazione. IO Bambino ­ La parte bambino dell'Io è dove è racchiusa la spontaneità e l'emotività. Il Bambino racchiude tutte quelle esperienze, quei comportamenti che noi mettemmo in atto nella nostra infanzia. Quando sono nel Bambino io mi comporto non come un bambino in generale, ma come io mi comportavo quando ero bambino. Il Bambino si divide in adattato e naturale o libero, che ha i suoi positivi e negativi come il Genitore. Il Bambino adattato positivo, che accetta le regole, collabora e agisce per farsi accettare, e il Bambino Adattato negativo che si sottomette alle regole, si compiange e subisce per farsi accettare. Il Bambino libero positivo, è spontaneo, allegro, ha spirito d'iniziativa e non è controllato dal Genitore interiore. I Bambino Libero negativi, è ribelle e sempre contrario per principio.

b) le Transazioni La comunicazione tra due individui può essere letta come una transazione (o scambio) tra stati diversi o tra omologhi dei due IO, quindi si parla nel primo caso di "transazioni incrociate", qui i vettori non sono paralleli, lo stato dell’Io a cui ci si rivolge non è quello che risponde e la comunicazione tra i due si interrompe; e nel secondo di "transazioni complementari", in cui i vettori sono paralleli, ossia lo stato dell’IO a cui ci si rivolge è quello che risponde ed in questo caso la comunicazione non va incontro ad interruzioni. Vi sono poi le “transazioni ulteriori” in cui vengono inviati due messaggi, uno manifesto e l’altro no (es. A –A manifesto e G­B nascosto) in questo caso la transazione si sviluppa su due livelli, uno sociale e uno psicologico. Ogni comunicazione in effetti avviene su due livelli che si influenzano reciprocamente, il contenuto (il cosa si dice) e la forma (il


come lo si dice). Si comunica secondo segnali verbali e non verbali e se il verbale è contraddetto dal non verbale, si ha una incongruenza (un meccanismo simile a ciò che nella teoria di Bateson è detto "doppio legame"). In una relazione tra due persone possiamo assistere ad uno scambio tra sei parti diversi dello Stato dell’Io. In questo modo si costruisce una serie concatenata di transazioni che possono essere analizzate (e questo è il fine dell’Analisi Transazionale) per migliorare la qualità delle comunicazioni.

c) il Copione Uno dei concetti cardine della teoria di Berne, è il copione: un piano di vita che si basa su una serie di decisioni prese nell’infanzia, sulla persona che si desidera essere, decisioni che rinforzate dai genitori e giustificate dagli avvenimenti successivi, culminano in una scelta decisiva di vita. E’ l’infanzia il momento in cui ogni individuo inizia a scrivere il proprio copione , e questo fa si che egli si basi quindi su scelte che sono le migliori strategie del bambino per sopravvivere in un mondo che percepisce ostile e minaccioso. Quando la persona adulta ripropone tale decisione nel suo contesto attuale, probabilmente tale decisione non sarà più funzionale. Si dice allora che la persona ”è nel copione”, ossia che ripropone un vecchio schema recitando una parte. Eric Berne definisce il copione "un dramma transferale", a significare quanto le dinamiche transferali siano fondamentali nell'elaborazione e attuazione del proprio piano di vita.

d) le Posizioni Esistenziali


Un altro assunto dell’analisi transazionale è che ogni individuo ha una sua posizione esistenziale. Le posizioni esistenziali sono quattro e descrivono come una persona vede sé e gli altri.    

Io sono OK; tu sei OK: (posizione esistenziale sana, che induce ad un comportamento assertivo) Io sono OK; tu NON sei OK: (comportamento aggressivo) Io NON sono OK; tu sei OK: (comportamento passivo, servile; depressione) Io NON sono OK; tu NON sei OK: (futilità, cinismo)

La posizione esistenziale di un soggetto può cambiare con il passare del tempo, anche breve in relazione all’elaborazione di nuove esperienze di vita. Esistono anche le "posizioni a tre", che esaminano la valutazione che l'individuo effettua nei confronti di se stesso, del suo interlocutore e degli "altri":        

Io sono OK; tu sei OK; loro sono OK: (posizione aperta, socievole, democratica) Io sono OK; tu sei OK; loro NON sono OK: (posizione snobistica, demagogica) Io sono OK; tu NON sei OK; loro sono OK: (posizione dello scontento, polemica) Io sono OK; tu NON sei OK; loro NON sono OK: (posizione solitaria, arrogante) Io NON sono OK; tu sei OK; loro sono OK: (posizione masochistica, depressiva) Io NON sono OK; tu sei OK; loro NON sono OK: (posizione subordinata) Io NON sono OK; tu NON sei OK; loro sono OK: (posizione dell'invidia servile) Io NON sono OK; tu NON sei OK; loro NON sono OK: (posizione pessimistica, cinica)


e) le Carezze (Stroke) Le transazioni consistono in uno scambio di stimoli che in Analisi Transazionale vengono denominati carezze (strokes) e possono essere positive o negative. L'AT considera le carezze e le modalità del loro scambio come strumento importante di diagnosi e di terapia. Durante lo sviluppo della personalità, l'individuo può imparare alcune regole comportamentali che costituiscono la base della cosiddetta Stroke Economy:     

non puoi chiedere le carezze che desideri non puoi dare le carezze che desideri dare non puoi rifiutare le carezze che non desideri non puoi accettare le carezze anche se le vuoi non puoi dare carezze a te stesso

La Stroke può essere insegnata dai genitori o dalle altre figure di attaccamento per migliorare il controllo necessario legato alla responsabilità, nel periodo in cui l'individuo dipende da queste figure per il proprio sostentamento e sviluppo. Li dove l’insegnamento è troppo rigido, in seguito possono verificarsi negli individui difficoltà a derogare da queste regole. La scelta di non consentirsi deroghe dalla Stroke allontana l'individuo dalla spontaneità, un elemento importante della guarigione. Si generano pertanto in lui svalutazioni ed emozioni parassite. Le emozioni in una persona sana sono vissute in armonia con i propri bisogni e desideri, le emozioni parassite invece si presentano unite alle svalutazioni e si contrastano insieme a queste.

f) i Giochi Eric Berne definisce il Gioco così : “ il gioco psicologico è una serie di transazioni ulteriori ripetitive a cui fa seguito un colpo di scena con uno scambio di ruoli, un senso di confusione accompagnato da uno stato d’animo spiacevole come tornaconto finale, in termini di rinforzo di convinzioni negative su di sé, sugli altri, sul mondo”. In effetti il gioco è una tipologia di Strutturazione del tempo ad alto contenuto emotivo, ma altamente prevedibile, che si svolge secondo uno schema fisso e termina in modo sgradevole per entrambi i partecipanti. Questa modalità si innesca in presenza di un tipo di relazione interpersonale “disturbata”, e viene messo in atto per portare avanti il proprio copione di vita e ricevere stroke. Lo schema è il seguente: G + A = R > S > X > TC G = Gancio, vale a dire la prima mossa o stimolo che compie il giocatore cercando di coinvolgere altre persone nel proprio gioco A = Anello, vale a dire l'aggancio dell'interlocutore allo stimolo R = Risposta al Gancio + Anello, nella comunicazione S = Scambio di ruoli (o Colpo di scena) che avviene ad un certo punto del gioco


X = Confusione, vale a dire disagio psicologico negli interlocutori TC = Tornaconto, vale a dire stato d'animo finale negativo in entrambi gli interlocutori. Nell'opera dal titolo “ A che gioco giochiamo?” Eric Berne, elenca numerosi "giochi" tipicamente adottati in varie circostanze sociali. Un esempio è quello denominato "Perché non...sì, ma" (PNSM). Qui il protagonista sottopone agli altri presenti un problema, quindi procede a confutare senza sosta tutte le possibili soluzioni che gli vengono proposte.Vi è poi il “triangolo psicodrammatico” o triangolo di Karpman , che da un'altra modalità di lettura dei giochi . Secondo Karpman, il “gioco” è composto da tre ruoli: Persecutore, Salvatore e Vittima. Dove la vittima crea il Gancio, il persecutore è l’Anello ed al momento della risposta (di quella che era la vittima ) avviene lo scambio dei ruoli e la vittima diviene persecutore a sua volta. E’ evidente che un Gioco, per essere completo, implica che almeno uno dei 2 interlocutori cambi ruolo.

1.4. Il modello teorico­concettuale utilizzato Provenendo io da una scuola di counseling pluralistico integrato, inizio col dire che a guidare il mio lavoro come counselor nell’ approccio con il cliente sono alcuni fondamentali concetti del modello umanistico­esistenziale , con uno sguardo particolare all’Analisi Transazionale, alla Gestalt ed a Carl Rogers. Il riferimento di partenza è la definizione di counseling dell’EATA (Associazione Europea di Analisi Transazionale): "Il counseling analitico transazionale è una attività professionale all’interno di una relazione contrattuale. Il processo di counseling permette ai clienti o ai sistemi di clienti di sviluppare consapevolezze, opzioni e capacità di gestione dei problemi e dello sviluppo personale nella vita quotidiana, attraverso l’accrescere dei propri punti di forze e risorse. L’obiettivo è quello di accrescere l’autonomia in relazione al proprio ambiente sociale, professionale e culturale. " (EATA, 1995). In quest’ottica la relazione di counseling, fa riferimento all’assunto che “ognuno di noi, a prescindere dal nostro stile di comportamento, ha un nucleo di fondo che è degno di essere amato, e che ha la potenzialità e il desiderio di crescita e di autorealizzazione”, è un processo di cambiamento in cui counselor e cliente si danno sia il Permesso che il Potere di lavorare insieme nei modi e per gli obiettivi che si sono dati, e che sono definiti dal contratto: questo permette di definire i confini del lavoro di counseling, dando in tal modo Protezione a entrambi e alla relazione. Tutto ciò è reso possibile dalla una visione di counselor e cliente come persone che “vanno bene”( ovvero dal “doppio OK”, punto di partenza per il lavoro del counselor Analista Transazionale) e dalla visione Gestaltica che porta ogni processo di counseling a focalizzarsi sul QUI E ORA , sulla relazione(IO­TU) e sulla Sperimentazione.


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