Taranto fra storia, tradizioni e leggende ( decima parte fino agli Aragonesi) a cura di nonna Serena
MARIA d’ENGHIEN di BRIENNE Nata nel 1367, Maria d’Enghien, era figlia del conte di Lecce e nipote di Isabella di Brienne. Nel 1384, a soli diciassette anni, ereditò la contea di Lecce e sposò Raimondello Orsini del Balzo, principe di Taranto, dal quale ebbe quattro figli: Maria, Caterina, Giovanni Antonio e Gabriele. Nel 1406 morì Raimondello Orsini e Maria tornò a Lecce, affidando ad alcuni nobili tarantini Giovanni Antonio, il figlio
primogenito, al quale era stato destinato il Principato di Taranto. Intanto Ladislao, ormai re di Napoli, pensò bene di riappropriarsi di alcuni territori del Principato, fra cui le città di Barletta e di Trani, dichiarando che facevano parte dei beni della corona. Subito dopo si diresse verso Taranto e la pose in stato d’assedio. Maria, con l’aiuto di alcune nobili famiglie, fra cui quella dei Sanseverino, preparò una difesa ad oltranza, ordinando di rafforzare le mura della città.
Ladislao, allora, riorganizzò l’esercito, armò una nuova flotta e si preparò ad attaccare Taranto. A questo punto Maria si decise a chiedere rinforzi. Prima si rivolse al re di Sicilia, ma nonostante gli aiuti sopraggiunti, la battaglia volse a favore di Ladislao, per cui la principessa si alleò ai reali di Francia. Quando il re di Napoli seppe che gli aiuti erano stati accordati, perse la speranza di impossessarsi con la forza di Taranto ed aggirò l’ostacolo facendo sapere di voler sposare Maria. I Sanseverino, pensando
ad un inganno, implorarono la principessa di rifiutare, ma questa, un po’ per salvare il Principato, un po’ per vanità, decise di accettare la proposta. Le nozze tra Ladislao e Maria d’Enghien furono celebrate, con grande sfarzo, a Taranto, nella cappella di Santa Maria nel castello bizantino-svevo ( l’attuale cappella di San Leonardo del castello aragonese) il 23 aprile del 1407. Ogni anno, a Taranto, si svolge la Parata storica che rievoca il Matrimonio di Maria d’Enghien.
Maria, dunque, diventò regina e andò a vivere a Napoli, dove il popolo l’accolse favorevolmente. Ma, dopo solo un mese di matrimonio, Ladislao, praticamente, la imprigionò nella reggia, affidandola alle cure di alcune dame a lui devote. Il re si impossessò di quasi tutti i suoi averi e da quel momento Maria fu regina solo di nome. I Tarantini apprendendo queste notizie, coniarono un detto” ‘u uadàgne de Maria Préne”cioè” il guadagno di Maria di Briènne”per indicare una
persona che, credendo di fare un guadagno, va incontro ad un grosso guaio. Intanto Ladislao, dopo aver aumentato, sempre più il suo potere, diventando anche re di Gerusalemme, di Sicilia e d’Ungheria, morì improvvisamente il 6 agosto del 1414, probabilmente avvelenato. Maria d’Enghien, alla morte del re, sperò di poter riacquistare la libertà, ma, purtroppo, non fu così. Infatti, essendo Ladislao morto senza eredi legittimi, gli successe la sorella Giovanna II, donna ambiziosa e frivola.
Giovanna II, vedova del duca Guglielmo d’Austria, divenuta regina di Napoli, si risposò con Giacomo di Borbone, conte di La Marca ma gli pose come condizione di non pretendere la conduzione del regno, accontentandosi del Principato di Taranto. A questo punto Maria D’Enghien vide allontanarsi sempre più la speranza di riappropriarsi dei suoi territori. Ma Giacomo della Marca non era uomo da accettare passivamente le condizioni
imposte dalla moglie e, con l’aiuto di alcuni nobili napoletani, cominciò a cospirare contro di lei. Giacomo pensò bene di far tornare Maria nelle sue terre e, per averla come alleata, fece sposare la figlia Caterina con Tristano di Chiaromonte, conte di Copertino, suo fedele alleato. Questo matrimonio consentì alla vedova di Ladislao di tornare a Lecce, ottenendo nel 1420, in seguito alla rinuncia di Giacomo della Marca, che il Principato di Taranto venisse assegnato a suo figlio Giovanni Antonio. Maria dedicò il resto della sua vita alla conservazione delle opere d’arte
ed alla beneficenza. Morì nel 1446 a Lecce, dove fu sepolta con grandi onori nel monastero di Santa Croce.
Giovanni Antonio, figlio di Raimondello Orsini del Balzo e di Maria d’Enghien diventò Principe di Taranto in seguito alla rinuncia di Giacomo della Marca che, stanco degli intrighi di corte, si ritirò in Francia diventando francescano.
In breve tempo il principe Orsini divenne uno dei Signori più potenti del Regno di Napoli, in quanto il suo feudo comprendeva Taranto, Otranto, Gallipoli, Ostuni, e numerosi vescovadi e castelli. Ebbe anche molta importanza politica, tanto da venire coinvolto direttamente nelle lotte dinastiche condotte dalla regina Giovanna II. Questa, dopo le controversie con il marito Giacomo, a causa del suo dispotismo, si inimicò gran parte dei nobili napoletani che, per disfarsi di lei chiamarono in aiuto Ludovico III (chiamato anche Luigi III) d’Angiò.
La regina non perse tempo e, poiché non aveva figli, decise di adottare Alfonso, re d’Aragona e di Sicilia, nominandolo suo successore. Ma Alfonso era molto amico di Giovanni Antonio che, con il suo aiuto diventò ancora più potente e pericoloso. A questo punto la storia si complica maggiormente, perché Giovanna II, preoccupata per il grande potere raggiunto dal re d’Aragona, alleato del principe di Taranto, con un improvviso voltafaccia disdisse l’adozione di Alfonso e nominò erede Ludovico III d’Angiò.
La regina, forte del sostegno del re di Francia, intimò a Giovanni Antonio di restituirle le terre conquistate e lo convocò a Napoli, ma questi ignorò la richiesta, pertanto la sovrana gli inviò contro le truppe di Ludovico III, al comando del generale Giacomo Caldora. Nonostante la fiera resistenza, Giovanni Antonio capì ben presto che le forze nemiche erano più forti, pertanto fu costretto a cedere gran parte dei suoi possedimenti ed a ritirarsi a Taranto.
Però, proprio nel 1434 Luigi d’Angiò, si ammalò e morì a Cosenza. Il principe Orsini, approfittando anche della momentanea lontananza del generale Caldora e dello smarrimento dell’esercito francese, riuscì a battere le forze nemiche, riconquistando tutti i suoi territori.Quindi con i rinforzi inviati dal suo amico Alfonso d’Aragona, puntò verso Napoli, riuscendo a conquistare Capua. Ma nel febbraio del 1435, Giovanna II morì, nominando suo successore al Regno di Napoli Renato d’Angiò, duca di Lorena e fratello di Luigi III.
I nobili napoletani, però, erano favorevoli all’ascesa al trono di Alfonso d’Aragona e, Giovanni Antonio, suo amico fedele, approfittando del fatto che Renato d’Angiò fosse prigioniero del duca di Borgogna, preparò un esercito e si diresse verso Gaeta, città fedele ai Francesi. Intanto Isabella, moglie di Renato, chiese aiuto a Filippo Maria Visconti, duca di Milano e di Genova che inviò una flotta contro quella di Alfonso e Giovanni Antonio, i quali furono sconfitti e fatti prigionieri.
Giunti a Milano,i due principi riuscirono a convincere il Duca ad aiutarli a conquistare il regno di Napoli, cosa che avvenne nel 1442, quando Alfonso V fu riconosciuto ufficialmente re di Napoli, nonchÊ della Sicilia, della Sardegna e di Aragona. Dopo l’ascesa al trono di Alfonso V, Giovanni Antonio Orsini fu ancora piÚ potente, diventando anche duca di Bari, poi,i due amici, per cementare maggiormente la loro alleanza fecero sposare Isabella, nipote del principe di Taranto con Ferdinando ( detto Ferrante), figlio ed erede di Alfonso.
Nonostante il re di Napoli, per riconoscenza verso Taranto, avesse decretato che i Tarantini dovessero godere degli stessi diritti dei cittadini napoletani, fra Alfonso e Giovanni Antonio iniziarono a profilarsi delle divergenze, soprattutto per motivi di interesse e questi aumentarono alla morte del re, avvenuta nel 1458. Infatti il principe Orsini si mise a capo dei nobili ostili a Ferdinando , erede al trono di Napoli, favorevoli al ritorno degli Angioini, guidati da Giovanni, figlio di Renato.
Giovanni Antonio era avido di denaro e molto ambizioso, inoltre essendo figlio di Maria d’Enghien, regina di Napoli, probabilmente riteneva di essere l’erede legittimo di Alfonso V, poiché Ferdinando era soltanto un figlio naturale del re. Ma, dopo alterne vicende (durante le quali il papa Pio II incoronò ufficialmente Ferrante), il principe Orsini ormai stanco finì i suoi giorni ad Altamura, nel 1463. Prima del decesso nominò erede del Principato la nipote Isabella, figlia della sorella Caterina Orsini del Balzo e di Tristano di Chiaromonte, la quale,
nel 1444, aveva sposato Ferdinando, che fu re di Napoli fino al 1494. Da quel momento il Principato di Taranto entrò a far parte del regno di Napoli.