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Vicini Lonani

Vicini Lontani

Photo by Antonina Bukowska on Unsplash

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Da sei anni abito in questo condominio e non conosco nessuno dei miei vicini di casa. Percepisco la loro esistenza, ma sinceramente me ne frego. Anzi, cerco di evitarli. Mi riesce bene. La mattina prima di andare al lavoro, allungo le orecchie: se sento una porta sbattere e poi il rumore dell’ascensore che sale al mio piano mi fermo e aspetto. Nel dubbio butto l’occhio nel spioncino: vorrei evitare ogni possibilità di incontro. Vedo la vicina di fronte che ogni mattina alle nove esce per fare jogging. Ma non lavora questa? Tra l’altro, sono abbastanza in ritardo ma aspetto finché se ne va. Scesa. Finalmente via libera, scapo alla velocità della luce.

A volte l’ascensore si ferma a qualche piano in giù solo per darmi fastidio. Appena sento che si rallenta e sta per accogliere un altro sconosciuto, il mio cuore comincia a battere forte. Mi allontano dallo specchio dove qualche secondo prima mi aggiustavo i capelli e tiro fuori il telefono nel tentativo di evitare ogni sguardo. Se ho tempo, mi metto gli auricolari. “Buongiorno.” “Buongiorno” (Ma chi ti conosce?) Un minuto interminabile di silenzio mentre l’ascensore si avvicina al piano terra... (Devo vivere in una casa indipendente.)

La sera al ritorno dal lavoro incontro la vicina sportiva che mi sorride aprendo la porta d’ingresso mentre io aspetto l’ascensore. Caspita, le devo tenere la porta finche arriva, per forza. Mi ringrazia. E pure simpatica, la stronza.

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