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La bambina che non piangeva

Photo by Aliyah Jamous on Unsplash

Era una calda giornata d’estate. Come ogni anno la piccola Ada passava le vacanze estive insieme a suo fratello da sua nonna. Quel giorno Ada stava dentro al fresco a sfogliare dei fumetti quando sentì la porta d’ingresso aprirsi. Qualcuno entrò e qualche secondo dopo sentì una confusione e il pianto disperato di sua nonna. Ada corse a vedere che succedeva nascondendosi dietro la porta. Da poche parole capì che qualcuno era morto. Questo qualcuno era suo padre. Ada si buttò sul letto e spinse le mani contro le orecchie per bloccare la realtà.

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Il giorno dopo i due bambini vennero caricati d’urgenza sulla macchina degli zii e riportati a casa in silenzio opprimente. Il fratello non capiva che stava succedendo però Ada non gli disse nulla, teneva il segreto fra i denti stretti.

Una volta arrivati a casa si riunirono a tavola per pranzo. L’aria era densa a tagliare col coltello. La madre fece un brindisi per annunciare così la brutta notizia ai figli. Pianti. Fratello sconvolto. Ada, a occhi asciutti, alzò la forchetta in silenzio e mangiò. La guardarono come se fosse un mostro.

Ada invece crebbe una ragazza sensibile. A volte tornava a casa in lacrime perché a scuola le avevano detto qualcosa di brutto. La madre, secca: “Smettila, tu non hai pianto al funerale di tuo padre. Avrai un motivo per piangere quando sarò morta io.” Così Ada smise di mostrare i sentimenti.

Ada diventò una donna. Ebbe molte relazioni fallite perché non riusciva a mostrare i sentimenti, ne quelli belli, ne quelli brutti. Finché un giorno successe qualcosa che le fece pensare: “Mi manca mio padre. Quanto mi piacerebbe che ci fosse qui con me.” E a pensare questo, all’improvviso le lacrime traboccarono dagli occhi, le bagnarono il viso, caddero per terra e continuavano a cadere come se non avessero mai finito. Ada non fece neanche un cenno per asciugarle. Per la prima volta nella sua vita si sentiva leggera, sollevata, libera.

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