MC5.0-Macchine Cantieri - n. 41 marzo 2017

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MACCHINE CANTIERI

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marzo 2017, n.41

COVERSTORY

Il quinto elemento

D E L L ’ E D I L I Z I A




L’intera flotta noleggio di Marini Servizio Noleggio, azienda con sede a Verona, da 12 anni specializzata nel noleggio di scale mobili per il sollevamento utilizzate in ambito edile e traslochi, è composta da macchine e attrezzature Böcker. Nello specifico stiamo parlando di due macchine trainate e due componibili: un elevatore trainato Arriva HD34 da 34 m, un ulteriore trainato Piccolo da 21 m, e due elevatori componibili della serie Allegro e Top Lift da 20 m di altezza operativa. L’elevatore trainato Arriva HD 34/1-8 LH in particolare è la macchina di punta, con altezza operativa di 34 m e 400 kg di portata. La velocità della slitta si attesta a 50 m/min e prevede profili scale in alluminio sfilabili da 5,5 a 33,6 m. La macchina è mossa da un motore Honda da 20 CV, con starter elettrico, cofano insonorizzato e controllo automatico dell’alimentazione.

TUTTO

dalle aziende

Böcker

AGENDA DEL MESE

PER IL MONDO

FIERE

2017

APEX 2017 Amsterdam 2 - 4 maggio

TOC EUROPE 2017 Amsterdam 27 - 29 giugno

VERTIKAL DAYS 2017

Silverstone (UK) 24 - 25 maggio

GIS 2017 Piacenza 5 - 8 ottobre

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SMOPYC 2017 Saragozza 25-29 aprile


GRU

LE NUOVE 6

Palfinger completa la gamma Solid con sei nuovi modelli di gru retrocabina

I

modelli PK 13.501 SLD 1, PK 13.501 SLD 3, PK 14.001 SLD 3 e PK 14.501 SLD 5 sono disponibili con un massimo di 5 sfili idraulici e offrono uno sbraccio massimo di 14,8 m. Le PK 13.501 SLD 1 e PK 13.501 SLD 3 hanno un momento di sollevamento di 13,1 tm mentre la PK 14.001 SLD 3 raggiunge le 14 tm che diventano 14,5 tm per la PK 14.501 SLD 5. Le gru PK 13.501K SLD 3 e PK 14.501K SLD 5 sono invece a 4 sfili idraulici per 11,7 m di sbraccio.

18 IN una volta

La belga Sarens, cliente storico di Terex Cranes da molti anni, ha recentemente ampliato la propria flotta acquistando 18 autogrù all terrain di Demag in un colpo solo. Si tratta di otto AC 100-4L, tre AC 130-5 e sette AC 220-5. Le nuove autogrù andranno ad aggiungersi alla gigantesca flotta Sarens già esistente, composta da 1.500 macchine fra cui altre 500 autogrù a marchio sia Terex che Demag.

fonte: PAlfInGer

Certificata (Venpa)

Venpa Spa è conforme alla normativa UNI ESO ISO 9001:2015. Con l’ottenimento di questa certificazione da parte dell’ente Kiwa Cermet Italia Venpa stabilisce il record di essere il primo noleggiatore di di piattaforme aeree, autogrù, carrelli elevatori, macchine movimento terra e sollevatori telescopici a ottenere un tale riconoscimento. La novità sostanziale dell’UNI EN ISO 9001:2015 è, in sintesi, l’approccio al Risk Management per progettazione, attuazione, miglioramento del sistema di gestione qualità.

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PRODOTTI SERVIZI E news Notizie in pillole su macchine, servizi e novità del mercato

Terex

(Autogrù)

PTerex ha presentato le nuove autogrù all terrain Demag AC 55-3 e AC-60-3. Le due nuove autogrù, rispettivamente da 55 t su 3 assi e da 60 t sempre su 3 assi, sono equipaggiate con i più moderni sistemi atti a garantire il maggior contenimento possibile dei costi operativi.

Grove

Kalmar

15 nuove Grove all terrain sono state consegnate in Germania dal dealer Manitowoc KranAgentur Werner al cliente Maxikraft Group. Si tratta di una flotta composta dai modelli di autogrù all terrain GMK3060, GMK4080-1, GMK5110 e GMK5130-2, con capacità operative che vanno da 60 a 130 t. Le nuove autogrù si uniscono alla flotta già esistente.

Kalmar ha consegnato due carrelli elevatori super-heavy a Pentti Hämeenaho Oy, specialista in servizi logistici

(Autogrù)

6

(Logistica)

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industriali, per le operazioni presso l’acciaieria finlandese Raahe. Con una capacità di sollevamento di 62 t, i due nuovi carrelli elevatori

super-heavy di Kalmar saranno le macchine più potenti che Kalmar abbia mai consegnato dal record delle 90 t sollevate, nel 1991.

Ikea ha rinnovato per altri due anni l’accordo con Haulotte per la fornitura di piattaforme nei centri logistici dei punti vendita italiani. Una scelta particolarmente significativa in quanto non tutti i contesti operativi logistici sono uguali. Oltre alla fornitura di un importante parco macchine, composto dalle piattaforme elettriche a pantografo Compact 14, dalle Compact 8, 10 e 12, e dalle specialiste della logistica Star 10, Star 8 e Star 6 Picking, l’accordo originale prevedeva anche un ampio pacchetto di servizi di assistenza e manutenzione (di validità quinquennale e quindi ancora in corso). Un valore aggiunto, quest’ultimo, che è stato un fattore determinante nella decisione di Ikea di stipulare il primo accordo organico con un produttore di piattaforme e che comprendeva, fra l’altro, la formazione del personale addetto all’utilizzo delle macchine, la manutenzione e le verifiche periodiche sulle piattaforme.


A Barcellona (Liebherr)

Un lavoro impegnativo per un’autogrù Liebherr LTM 1500-8.1 alla Sagrada Familia di Barcellona: si può riassumere così il processo di riposizionamento di una delle tre gru edili che stanno lavorando alla costruzione della più famosa chiesa della Spagna. Grúas Rigar, importante realtà spagnola attiva nel settore dei sollevamenti eccezionali, ha gestito ogni fase del delicato spostamento che ha deciso di eseguire con l’autogrù più grande della sua flotta, la Liebherr LTM 1500-8.1 appunto. Nonostante il fatto che l’area interessata dal cantiere fosse chiusa al traffico, non è stato sempllice posizionare l’autogrù a 8 assi e l’attrezzatura necessaria, composta da un contrappeso di 165 t e un braccio da 70 m. Nonostante questo la Liebherr ha dato prova sia di agilità che di potenza, eseguendo con successo sia le operazioni di smontaggio della gigantesca gru a torre, sia il successivo riposizionamento nella nuova zona del cantiere.

PIATTAFORME

NUOVI MODELLI I nuovi allestimenti su veicoli Euro 6 di CTE

C

TE ha presentato i nuovi allestimenti su veicoli Euro 6 alla forza vendite italiana con demo sui primi esemplari. Alla presentazione dei primi esemplari, sono stati invitati

tutti i componenti della forza vendita del mercato italiano di CTE di cui fanno parte anche le consociate Elevateur, Tecnoalt, Sicel e Nord Est Elevatori. Dato l’aumento della tara dei veicoli, i progettisti CTE hanno rivisto i disegni dei bracci delle piattaforme per rientrare nei pesi complessivi e sono stati impiegati nuovi materiali e sistemi di gestione e di controllo. La fase di riprogettazione coinvolgerà in un primo momento i modelli di punta della gamma CTE Zed con braccio articolato, e proseguirà poi con lo sviluppo ai modelli CTE B-Lift a braccio telescopico. fonte:

cte

2017

Quando “abbastanza bene” non basta.

Quando il compromesso non è accettabile...

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Prodotti e servizi DALLE AZIENDE

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Una carrellata su mezzi e offerte a supporto della vostra attività

Il nuovo sito (BKT)

Facile, emozionante, interattivo, veloce e dettagliato. Questi, in sintesi, i pregi del nuovo sito internet BKT (https://www. bkt-tires.com/it) dove gli assoluti protagonisti sono gli pneumatici per il mondo del movimento terra, l’industria e l’agricoltura.

Nuovi sensori (Gefran)

Tra le ultime novità GSR i sensori angolari GR, gli inclinometri GI e la sonda di pressione KH. I trasduttori di posizione assoluti con effetto hall rotativi della famiglia GR aiutano a mantenere elevata la sicurezza del mezzo durante i movimenti (stabilizzazione, rotazione e inclinazione).

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Gefran mette a disposizione varie versioni per tutti i suoi prodotti che sono tutti dotati di protocollo di comunicazione digitale CANOpen e CAN J1939.

Il più piccolo sollevatore

(Wacker Neuson/Cofiloc) Il Wacker Neuson TH412 entrato nella flotta Cofiloc si è fatto subito apprezzare per il perfetto equilibrio tra compattezza delle dimensioni, potenza e manovrabilità. Trasportabile su un rimorchio auto, il TH412 misura solamente 1,56 di larghezza e 1,94 m di altezza; il che lo rende il più piccolo sollevatore telescopico fuoristrada, ma con una capacità di sollevamento di 1,2 t e un’altezza operativa di 4,25 m.

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bis


Nella foto: A Las vegas FPT Industrial ha presentato in anteprima il nuovo propulsore da 20 litri V20, nonché le versioni Tier 4 Final dei propri Cursor 16 e N67.

AZIENDE

SI ESPANDE Anni di crescita per Rockwool

I

AZIENDE Faymonville acquisisce il 100% della proprietà di Industrie Cometto. L’annuncio, anticipato dal pay off “We are going big”, è giunto dal primo giorno di ConExpo ed è una notizia che ridefinirà gli equilibri del settore

dei trasporti eccezionali. Con questa acquisizione a dir poco strategica, infatti, Faymonville non solo consolida la propria posizione sul mercato, ma espande il proprio portafoglio prodotti nei SPMT, nonché

nei SPMT per applicazioni speciali quali quelle portuali o per acciaierie, applicazioni per le quali Cometto ha sviluppato moduli appositi. Fondata nel 1954, Industrie Cometto ha raggiunto un successo mondiale grazie alla qualità dei propri prodotti.

QUALITÀ. Motore protetto dal sistema MDM: sicurezza garantita!

© teracreonte, Sergey Nivens – Fotolia.com

l Gruppo Rockwool annuncia nuovi piani di espansione. Guardare al futuro con ottimismo e con la consapevolezza di lavorare per rispondere a una precisa domanda del mercato: partendo da questi presupposti il Gruppo Rockwool ha acquisito alcuni terreni destinati alla costruzione di tre nuovi impianti produttivi in Svezia, Romania e negli Stati Uniti. Investimenti che si sommano a quelli effettuati gli anni scorsi, quali l’apertura di un nuovo stabilimento per la lavorazione della lana di roccia nel Mississippi e l’avvio, nello stesso sito, di una innovativa linea di produzione di controsoffitti acustici a marchio Rockfon. Rockwool opera in 38 Paesi e offre un’ampia gamma di soluzioni in lana di roccia che comprende: sistemi isolanti per edifici ad alte performance resilienti al fuoco, i pannelli per controsoffitti acustici Rockfon, i pannelli di rivestimento per facciate Rockpanel, le applicazioni industriali Rockwool Technical Insulation, i substrati Grodan per coltivazioni idroponiche e le fibre speciali di rinforzo per materiali compositi Lapinus. fonte: rockwool

La protezione del motore MDM è disponibile per piastre vibranti bi-direzionali, dal modello CR 6 al CR 9.

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MC MC I L

M O T O R E

F R E E

P R E S S

Sommario

D E L L ’ E D I L I Z I A

5.0

MACCHINE CANTIERI

MC 5.0 • MARZO 2017 • NUMERO 41

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NO/NOVARA

marzo 2017, n.41

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COVERSTORY

Il quinto elemento COVER I vent'anni di Generac Tower Light ATTUALITÀ

04 NOVITÀ DAL

SETTORE E MOLTO DI PIÙ

EDITORIALI

TESTIMONIANZE

12 Editoriale on

29 UN'OPERA DA DIECI

IL GOVERNO NON CI SALVERÀ IL "LATO B"

(DIECI)

43 COLPO DA

(DI EMANUELA PIROLA)

26 LA SEMPLICITÀ

66 Editoriale off CHE NOIA!

È L'ESSENZA

(DI MAURIZIO GUSSONI)

(BÖCKER)

INTERVISTA

14 Intervista

UNA RISPOSTA CONCRETA

(CONTROLS)

COVER STORY

18 Cover story

IL QUINTO ELEMENTO

(TOWER LIGHT)

28 DOVE IL GIOCO SI FA DURO

38 LA REGOLA DEL 6 (HITACHI)

40 L'ALTERNATIVA

24 TOP DI GAMMA (ASTRA)

Direttore Responsabile Emanuela Pirola Art Director Daniela Francescon daniela.francescon@gmail.com Collaboratori Renata Bernardini, Carlo Otto Brambilla, Rachele Donati De Conti, Maurizio Gussoni, Jacopo Oldani, Cristiano Pinotti Fotografia Archivio Macchine Cantieri 5.0

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MACCHINE CANTIERI 5.0

61 COSTRUIRE IL FUTURO

PER IVECO

(SCANIA)

(IVECO)

(BRIGADE)

30 UNA PRESENZA FORTE

58 PANORAMICHE E RISPARMIOSE

INNOVAZIONI

50 IL SOLLEVAMENTO HA UN NUOVO PLAYER

(VF VENIERI)

57 TRA MOTORI

(CASE)

32 PER CHI

(JCB)

E CABINE

AMA VINCERE FACILE

(CIFA)

34 12 PER LAS VEGAS

(MERLO)

59 NON SI FERMA MAI (TREVI BENNE)

STORIA

55 IL MITO È

SENZA ETÀ

62 IL RITORNO

(DOOSAN)

REPORT TECNICO

MAESTRO

(JCB)

(MERCEDES-BENZ)

(SCHAEFF)

36 L'HIGH TECH

PARTE DAI MINI

64 UN MERCATO CHE CONTA

FIERE

46 84.000 PER VERONA

(YANMAR CEE)

(KOBELCO)

Ufficio traffico Lucia Gatti adv@macchinecantieri.com

Fax 039 2020976 commerciale@ macchinecantieri.com

Registro operatori di comunicazione N.O 17890 del 02/01/2009

Direzione e redazione Via Carlo Amati 12, 20900 Monza, MB Tel. 039 2020976 Fax 039 2020976 www.macchinecantieri.com mc@macchinecantieri.com

Pre-stampa e stampa Press grafica, Gravellona Toce (VB)

Sede legale Via Marconi 4/b, 20062 Vaprio d’Adda

Registrazioni Tribunale di Sondrio, N° 337 del 12/11/2003. Camera Commercio di Milano, R.I. N.O 06405990968 del 16/03/2009

Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Orsa Maggiore International” sono utilizzati solo dalla casa

Pubblicità e marketing Tel. 039 2020976

(SAMOTER)

editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Emanuela Pirola Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2017


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EditorialeOn EMANUELA PIROLA

Lo Stato non ci salverà il “lato B”

S

i, se vi state chiedendo a cosa mi riferisca parlando di “Lato B” vi confermo che intendo proprio quello più famoso, che gergalmente viene indicato anche con la parolina di quattro lettere che inizia per C. L’idea di questo editoriale, sarò onesta, non è solo mia. Tutto è nato l’ultimo giorno di Samoter, parlando con il mio braccio destro in Redazione, Cristiano Pinotti, alla luce del successo ormai chiaro che la quattro giorni scaligera aveva incassato, insieme con Transpotec Logitec e Aspahltica. Constatato che a Verona il settore ha dato segni non solo di esserci, ma anche di voler fare e di una rinnovata fiducia nel futuro (che si è concretizzata addirittura in acquisti di macchine fatti in fiera, cosa che non si vedeva letteralmente da anni in una manifestazione italiana se si esclude il GIS), veniva un po’ spontaneo chiedersi quanto avessero contribuito azioni dello Stato a questa nuova vitalità. In effetti non possiamo negare che superammortamento e Legge Sabbatini abbiano influito, ma qui vorrei attirare l’attenzione su una considerazione che potrebbe passare in secondo piano. Ancora oggi alcuni operatori o responsabili di aziende fantasticano sulla ripresa del settore legata alla partenza dei fantomatici cantieri delle grandi opere infrastrutturali che tanto servono alla Nazione. Ma perché? Eppure da Verona il segnale è chiaro: se superammortamento e Legge Sabbatini sono state così sfruttate è perché comunque il lavoro nel settore c’è di nuovo, e le grandi opere non hanno avuto merito alcuno in questa ripartenza. Quindi, perché invece di continuare a vaneggiare su opere che non partiranno mai (troppi vincoli europei, Patto di Stabilità, Brexit e chi più ne ha più ne metta) non ci focalizziamo su cosa c’è concretamente a disposizione? Per esempio abbiamo un parco UNA BRICIOLA immobiliare vetusto, che necessita di ristrutturazioni profonde non solo dal punto di vista dell’integrità strutturale e antisismica, ma anche DI VOLONTÀ PESA PIÙ DI sul piano dell’efficienza energetica (non sto a ricordare i vincoli che ci da qui a pochi anni in materia di abbattimento dei consumi UN QUINTALE DI GIUDIZIO aspettano energetici come Nazione). Per non parlare del dissesto idrogeologico, la cui gravità ci costa migliaia di euro in interventi riparatori, nonché E PERSUASIONE. un pegno (spesso, ahimé) in vite umane. Forse è ora che le Associazioni (ARTHUR SCHOPENHAUER) facciano leva su questi aspetti quando rappresentano il settore sui tavoli istituzionali. Con un’argomentazione facile: visto che già i soldi si spenderanno, perché la prossima bomba d’acqua è alle porte (la primavera incalza), forse è il caso di stanziarli in anticipo e procedere a lavori preventivi di messa in sicurezza. E visto che il disattendere all’abbattimento del nostro conto energetico come Nazione si tramuterà in salatissime multe, va da se che stanziare l’equivalente di quelle multe in leggi a favore delle ristrutturazioni sarebbe decisamente intelligente. Forse anche troppo. Ma di una cosa siate sicuri: non saranno certo le grandi opere statali a salvare il Lato B del nostro settore, ma la voglia di fare e di rimboccarsi le maniche delle Aziende che vi operano.Verona ne è la prova. ❑

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Concentrato di forza Prestazioni senza compromessi

Merlo ha ideato un nuovo telescopico compatto ad alte prestazioni: capacità di sollevamento, forza di trazione, comfort, sicurezza di alto livello e compattezza sono le caratteristiche del nuovo P27.6. Dotato di un braccio in grado di raggiungere i 6 metri di altezza e le 2,7 tonnellate di sollevamento, il nuovo P27.6 ha la stessa cabina modulare dei fratelli maggiori con uno spazio e una superficie vetrata a disposizione dell'operatore unici nella categoria. Con una velocità massima di 40 km/h (modelli Plus e Top), una trasmissione idrostatica a variazione continua da O a 40 km/h senza interruzione di coppia e la possibilità di essere immatricolato come trattrice agricola su strada, il P27.6 è oggi un sollevatore che non ha paragoni nel mercato.

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INTERVISTA

VUOI CONOSCERE PIÙ A FONDO LA REALTÀ CONTROLS GROUP? http://www.controls-group.com

W

La parola a Pasquale Di Iorio

UNA RISPOSTA

concreta

La nuova divisione IPC Global-CONTROLS GROUP proporrà macchine e tecnologie per le prove dinamiche nel settore degli asfalti e bitumi destinate a rivoluzionare il mercato del testing DI EMANUELA PIROLA

“LA NUOVA DIVISIONE CONFERMA LA LEADERSHIP NEL SETTORE e l’impegno a offrire prodotti e servizi di valore per i nostri clienti, così come l’impegno allo sviluppo delle tecnologie più avanzate a sostegno del progresso tecnologico di sistemi di prova stradali. La nostra riconosciuta etica negli affari, l’eccellente reputazione di cui godiamo sono un valore aggiunto che spiega i quasi 50 anni di successi del nostro gruppo e la fruttuosa collaborazione con i nostri clienti”.

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bbiamo incontrato Pasquale Di Iorio durante Asphaltica, che per Controls Group è stata l’occasione per presentare ufficialmente la nuova divisione IPC Global-CONTROLS GROUP “Advanced Pavements Testing Systems”, nata dalla fusione di due precedenti realtà storiche del settore, ossia IPC Global, pioniere e leader da 25 anni nel settore delle Prove Dinamiche sugli Asfalti, e Controls, azienda leader da 50 anni nelle apparecchiature di Prova sui Materiali da Costruzione. Dal 1996 CEO di Controls Group, Pasquale Di Iorio non ha fatto mistero dell’importanza che questa fusione e la nuova divisione rivestiranno nel futuro di tutto il Gruppo.

A

MC: Ci può spiegare i perché della nascita della nuova

divisione IPC Global-CONTROLS GROUP e che ruolo rivestirà nel settore? Pasquale Di Iorio: IPC Global-CONTROLS GROUP è la meta di un processo importante per Controls Group. Fin dal nome abbiamo voluto lanciare un messaggio chiaro al mercato: la divisione nasce dalla fusione di due realtà già riconosciute quali leader da diversi decenni; la scelta poi di presentare al mercato non solo la nuova divisione ma anche tutte le novità ad essa collegate in occasione di Asphaltica a Verona vuole sottolineare come IPC Global-CONTROLS GROUP vuole arrivare a ricoprire un ruolo di primo piano nel settore delle prove dinamiche per asfalti e bitumi. MC: Come intendete perseguire questo obiettivo? Pasquale Di Iorio: IPC Global-CONTROLS GROUP nasce

forte dell’esperienza delle due realtà di origine e porta con se fin da subito nuovi prodotti estremamente significativi per le tecnologie e l’approccio innovativo che racchiudono. Grazie a questi due fattori, le nuove macchine sono destinate a rivoluzionare il modo di rispondere alle esigenze del mercato sia per la qualità dei test eseguibili che per la facilità di esecuzione. Senza dimenticare il fatto che con la nuova divisione vogliamo rispondere anche a quella che potremmo definire un’esigenza di democratizzazione delle prove dinamiche sofisticate. Finora le macchine in grado di eseguire tali prove erano appannaggio di pochi laboratori e centri che disponevano di un certo budget, in quanto particolarmente costose. Oggi IPC Global-CONTROLS GROUP vuole mettere a disposizione del mercato macchine per prove dinamiche che consentono di realizzare più facilmente test finora molto costosi con lo stesso grado di precisione e accuratezza, se non superiore, ma con costi per l’acquisto più bassi grazie all’applicazione di nuove tecnologie elettromeccaniche che consentono di superare i limiti

Le nuove macchine di IPC Global-CONTROLS GROUP adottano la moderna tecnologia touch screen per migliorare l’interazione uomo-macchina

tecnologici delle attrezzature finora a disposizione. Questo permetterà a un maggior numero di laboratori di equipaggiarsi con macchine moderne, affidabili e all’avanguardia. Ne deriva una maggiore disponibilità di esecuzione di prove che sono alla base poi della realizzazione di strade e infrastrutture destinate a durare negli anni. MC: Macchine precise e affidabili a costi ragionevoli. Un

approccio innovativo al settore delle prove dinamiche. Cosa vi ha spinto verso questa direzione? Pasquale Di Iorio: Il futuro del settore

degli asfalti e dei bitumi è legato allo sviluppo economico delle Nazioni. E non mi riferisco solo a quelle in via di sviluppo. Anche Nazioni già mature, come quelle dell’Europa Occidentale, hanno necessità oggi di costruire e/o ammodernare le proprie infrastrutture viarie. Per affrontare tutto questo è necessario che la diffusione di macchine in grado di eseguire prove dinamiche che comprovino la qualità dei mix design degli asfalti e delle miscele utilizzabili. Oggi uno dei principali problemi è la scarsa durata delle pavimentazioni in asfalto: dopo uno o due anni dalla realizzazione le strade si presentano deteriorate in modo più o meno grave. DYNAQUBE: AMPT elettromeccanica per prove di controllo qualità MACCHINE CANTIERI 5.0

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INTERVISTA

Questo è in parte dovuto al fatto di non realizzare le giuste prove, ossia dinamiche, sulle miscele bituminose impiegate, spesso per mancanza di sistemi di prova ritenuti troppo costosi. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma oggi con la Serie DynaQube, AST Pro si può compensare questo gap rendendo “affordable” prove riservate a sistemi molto più onerosi. MC: Questo salto in termini di livelli economici è stato reso

possibile dall’avvento di nuove tecnologie. Può fornirci qualche esempio? Pasquale Di Iorio: Le nuove macchine di IPC Global-

CONTROLS GROUP sono state sviluppate seguendo alcune linee guida fondamentali. In primis l’ecologia: il rispetto sia dell’ambiente che degli operatori destinati a utilizzare i nostri prodotti è fondamentale. In tal senso abbiamo sviluppato macchine come la nuova Pavelab 50 che permette di eseguire test di separazione del bitume a solvente per analizzarne le caratteristiche in un ciclo chiuso senza alcun tipo di emissione nociva. Si tratta di una macchina rivoluzionaria che risponde a nuove esigenze specifiche di tecnologia nell’ambito delle analisi degli asfalti, analisi che prevedono l’uso di sostanze nocive se inalate. Anche sulla prova giratoria la nostra Galileo rappresenta una vera rivoluzione copernicana: grazie al sistema brevettato Orbital e al fatto di essere una macchina di tipo elettromeccanico e non più pneumatico, Galileo offre una maggiore facilità d’uso, prestazioni maggiori e una qualità delle analisi molto più accurata rispetto a quanto ottenibile con le vecchie macchine pneumatiche. Il sistema EmS (Electromechanical Servoactuation Technology) permette inoltre di mantenere, durante la prova, l’angolo giratorio del campione perfettamente centrato sul valore nominale: questa caratteristica, unitamente alle valutazioni dello sforzo di taglio e dell’energia di compattazione, ci ha permesso di sviluppare una seconda versione di Galileo, che abbiamo chiamato Galileo Research proprio per indicare che questa macchina può essere usata anche per scopi di ricerca.

Compattatore elettromeccanico di lastre

ancora, ‘The research choice for advanced pavement testing equipment’. Si tratta di una forte caratterizzazione di IPC Global-CONTROLS GROUP che la differenzia nettamente dai competitor. Infatti la nuova divisione porta avanti questa impostazione affiancando alle macchine per prove di routine una gamma per prove di ricerca (compattatore elettromeccanico di lastre, duttilometro, UTM 130 extra large, ormaiole DWT a carico maggiorato, Galileo Research, ecc.).

MC: Quindi la nuova divisione

IPC Global-CONTROLS GROUP proporrà non solo macchine destinate ai laboratori e ai centri prova, ma anche a istituti di ricerca? Pasquale Di Iorio: Il mondo

della ricerca è sempre stato il target principale di IPC Global: non a caso il pay off era, ed è

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MACCHINE CANTIERI 5.0

PAVELAB 50: analizzatore automatico a solvente


LA STORIA MC: Cosa può dirci sulla facilità d’uso che ha citato poc’anzi? Pasquale Di Iorio: L’ergonomia è un altro filo conduttore della

progettazione delle macchine di IPC Global-CONTROLS GROUP. I nostri tecnici hanno dedicato molta attenzione allo sviluppo di macchine facili da usare e abbiamo adottato la stessa tecnologia resa disponibile dall’avvento dei dispositivi mobili, quali smartphone e tablet, ossia schermi touch screen che rendono la gestione delle nostre macchine ancora più immediata, semplice e intuitiva. Tutte le informazioni e i comandi sono, letteralmente, sulla punta delle dita degli operatori. Design ed ergonomia per IPC Global-CONTROLS GROUP significa curare in modo particolare l’interazione uomo-macchina. MC: Come saranno distribuiti i prodotti di IPC Global-

CONTROLS GROUP? Pasquale Di Iorio: I prodotti della nuova divisione sono

distribuiti nel mondo dalle reti commerciali Controls e IPC Global, particolarmente qualificate e apprezzate per i servizi pre e post-vendita e il supporto alla formazione che garantiamo attraverso la nostra Academy. Il lancio della nuova divisione è concomitante alla distribuzione di un nuovo catalogo divisionale di 128 pagine, un qualificato strumento di lavoro per l’industria delle pavimentazioni stradali, realizzato con lo stile del Catalogo Generale CONTROLS di 600 pagine, presente nei laboratori di ingegneria di tutto il mondo. ❑

1968 Fondazione della CONTROLS S.a.S. e lancio della prima serie di macchine per prove di Compressione sui Calcestruzzi 1979 Progettazione e produzione della prima macchina robot “C45 Gruppo automatico per la misura, pesatura e compressione di provini di Calcestruzzo”. 1983 Fondazione della Controls UK. 1986 Progettazione e produzione del primo Sistema Triassiale Dinamico T 700 per prove geotecniche. 1988 Progettazione e produzione del nuovo Sistema di Acquisizione ed Elaborazione Dati per prove geotecniche. Progettazione, produzione e installazione all’Università di Pavia, del Sistema idraulico da 12.000 kN per prove strutturali. 1989 Fondazione della Equipe de Ensayo CONTROLS, Spagna. 1993 Fondazione della CONTROLS S.r.l, Francia. 1994 La CONTROLS è certificata ISO 9001. 1995 Fondazione della Equipo de Ensaye S.A. de C.V., Mexico. 1997 Estensione della gamma per Prove Stradali con i Compattatori Giratori e i Sistemi Dinamici di Prova. 1998 Lancio del SERCOMP e dell’MCC, la nuova gamma di sistemi automatici per prove di Compressione e Flessione e per la determinazione del Modulo Elastico del calcestruzzo. 2002 Lancio dell’Automax, Sistema per il controllo automatico della prova di compressione e flessione sui calcestruzzi.

PIVOT, penetrometro automatico per bitumi

2004 La Controls incorpora la Wykeham Farrance,

la rinomata società inglese, specializzata nella produzione di Sistemi per Prove Geotecniche. Fondazione della CONTROLS Polska Sp. Z o.o. Progettazione e realizzazione del Sistema Servo-idraulico ADVANTEST, per prove automatiche in controllo di carico, Spostamento e Deformazione. 2006 Progettazione e realizzazione dell’AUTOTRIAX, il primo Sistema Automatico per prove Triassiali sulle terre. Lancio dei Nuovi Sistemi Dinamici DynaComp e DynaTrack per prove stradali. 2008 Progettazione e realizzazione del Sistema Dinamico per prove Triassiali DYNATRIAX. 2009 Progettazione e realizzazione del Sistema PILOT 4, per prove automatiche di compressione su provini di calcestruzzo.. 2011 Progettazione e realizzazione dei Sistemi Servo-pneumatici e Servoidraulici DYNAPAVE, per prove dinamiche sulle pavimentazioni stradali. 2012 Lancio di COMPACT e SMART-Line, la nuova gamma di macchine di compressione 2013 Fondazione di T.E. CONTROLS ad Erbil, IRAQ. Nasce PAVELAB Systems, la nuova divisione asfalti di CONTROLS. 2014 Acquisizione di IPC Global® LTD, leader australiano nelle prove dinamiche su asfalto. 2015 Fondazione di CONTROLS GROUP USA Inc, Stati Uniti. Trasferimento di CONTROLS nella nuova sede di Liscate, Milano, di oltre 8.000 metri quadri. 2017 Nasce la nuova divisione IPC GlobalCONTROLS GROUP.

MACCHINE CANTIERI 5.0

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CoverStory GENERAC TOWER LIGHT

IL

ELEMENTO Acqua. Aria. Fuoco. Terra. Luce. Ma senza luce, nessuno degli altri elementi può essere veramente apprezzato. E nessun lavoro svolto in sicurezza e con facilità. Un dato di fatto che rende le torri faro elementi imprescindibili di qualunque attività, dal cantiere alla cava, dallo spettacolo alla viabilità DI EMANUELA PIROLA • FOTO GENERAC TOWER LIGHT PHOTO GALLERY

G

Gli Antichi sostenevano che ogni oggetto fosse composto in parti variabili dai quattro elementi fondamentali, ossia acqua, aria, fuoco e terra. A nessuno, fino ad Albert Einstein, è balzata agli occhi l’importanza del quinto elemento, senza il quale gli altri non sarebbero apprezzabili: la luce. Eppure il Sole, fonte primaria e più antica di luce è sempre stato dove è ora, luminoso in mezzo alla volta celeste.

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MACCHINE CANTIERI 5.0

Ma si sa che spesso le cose che abbiamo sotto gli occhi sono quelle più importanti e contemporaneamente più sottovalutate. Queste riflessioni filosofiche ci sono state di spunto per comprendere come la luce sia sempre stata una caratteristica sottovalutata ma sovente limitante le attività umane: basti pensare a quante di esse di notte si fermano proprio per le difficoltà di essere portate avanti al buio.


Vent’anni fa un’azienda ha capito che questa esigenza, l’illuminazione dei luoghi di lavoro, doveva essere soddisfatta per i luoghi all’aperto esattamente allo stesso modo in cui elettricità e lampadine avevano risposto per i luoghi chiusi. Così sono nate le torri faro come le conosciamo noi oggi. E l’idea, di cui proprio quest’anno cade l’anniversario della nascita, 20 anni, è tutta italiana: è stata infatti Tower Light, nel 1997, a lanciare i primi sistemi di illuminazione in kit opzionali per gruppi elettrogeni, nucleo embrionale della prima torre faro con palo verticale telescopico integrato apparsa nel 2003: la gloriosa VT1. Una torre faro che ha letteralmente riscritto la storia delle operazioni di cantieri e siti produttivi, rendendo possibili e sicure le attività notturne. Da allora di elettroni nei fari delle torri di Tower Light ne sono passati a miliardi, e oggi l’azienda italiana è ancora leader nel settore dell’illuminazione mobile, pur avendo comunque ampliato la propria gamma di prodotti che comprende anche abbattitori di polvere, motopompe, generatori, box antiscasso e wash rack (vedi box per ulteriori dettagli). Le torri faro sono comunque il core business dell’azienda che a partire dal 2015 ha cambiato il proprio nome in Generac Tower Light a seguito dell’acquisizione da parte del Gruppo americano Generac Power Systems, attivo a livello mondiale in diversi settori affini, che oggi offre alle torri faro Made in Italy la possibilità di diventare prodotti leader assoluti a livello mondiale nell’illuminazione mobile. Questo doppio avvenimento, ossia l’ingresso in Generac prima e lo scoccare dei vent’anni, quest’anno verrà duplicemente festeggiato con il lancio della nuova torre faro V20 e con un open house che durerà diversi mesi e che permetterà ai clienti di tutto il Mondo di visitare la sede e gli stabilimenti produttivi di Generac Tower Light che, lo ricordiamo, sono sempre a Villanova D’Ardenghi, sede storica del Costruttore. Si, perché nonostante l’ingresso nella multinazionale americana, tutto è rimasto in Italia: sede, stabilimenti, persone che vi lavorano, tutto è impregnato tutt’oggi di una forte connotazione tricolore. Connotazione che va a braccetto con una filosofia aziendale basata sull’innovazione da un lato e il rispetto ambientale dall’altro.

I VALORI: INNOVAZIONE. Prima ancora di chiamarsi Generac Tower Light e di avere a disposizione capitali da multinazionale, il Costruttore ha sempre dedicato e continua a dedicare investimenti in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti (quindi non solo torri faro) che abbiano come minimo comune denominatore una caratteristica base: essere innovativi e all’avanguardia. Da questo impegno sono scaturiti molti primati che hanno cambiato l’idea stessa di torre faro negli anni, a partire dal concetto stesso che ne è la base, ossia l’integrazione di un palo telescopico verticale in un gruppo elettrogeno, per arrivare alla realizzazione del primo modello di torre faro con sistema di alimentazione ibrido (motore/batteria) per spingersi alla massimizzazione delle caratteristiche che concorrono alla diminuzione dell’impatto ambientale, quali l’adozione di moderne motorizzazioni, la riduzione della rumorosità, l’uso di moderni fari led fino a spingersi allo studio dei nuovi design per integrare al meglio le torri faro in ogni ambiente operativo. Oggi la nuova V20 è l’emblema di tutto ciò, il modello che racchiude tutte le principali innovazioni che Generac Tower Light ha perseguito. La V20 è una torre faro che si distingue per l’uso di fari a led personalizzabili, un motore a bassi consumi ed emissioni e, in ogni caso, la più bassa rumorosità oggi offerta sul mercato: 58 dB(A) a 7 m. I VALORI: SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE. Bassi consumi e limitate emissioni di CO2 sono i due obiettivi principe dei prodotti Generac Tower Light. Progettate per essere gestite facilmente, con la massima ottimizzazione di ingombri e trasporti che garantisce risparmio di carburante e minori emissioni legate al loro trasporto (tutte le torri faro sono infatti dotate di palo verticale telescopico, caratteristica che riduce di fatto le dimensioni fino al 40% rispetto alle torri faro tradizionali con palo orizzontale), le torri faro di Generac Tower Light sono alimentate da motori fabbricati da alcuni dei migliori produttori al mondo e realizzati in linea con i più recenti standard sulle emissioni; inoltre offrono diversi optional tra cui, ad esempio, un kit crepuscolare che consente l’accensione


CoverStory GENERAC TOWER LIGHT

VT1

TF

HYDRO POWER CUBE

Link

MVSS

1997: inizia la produzione delle torri faro

2003: VT1, la prima torre faro con palo verticale

2004: la Linktower

2005: le motopompe

2008: i Dust Fighter

2009: la Hydro Power Cube

DF Mini MTLC DF Smart TL6-G

e lo spegnimento automatico a seconda delle condizioni di luce: un sistema che permette di risparmiare carburante e di ridurre l’impatto ambientale di torri dimenticate accese. Infine, la recente introduzione dei fari LED ad alta efficienza e a basso consumo permette di ottimizzare il consumo di carburante utilizzando motori diesel più piccoli: queste versioni arrivano a ridurre anche del 75% il consumo di carburante rispetto a una torre faro tradizionale. La versione con motore ibrido, la VT-Hybrid è la ciliegina sulla torta della sostenibilità delle torri faro Generac Tower Light perché ha permesso un ulteriore passo in avanti verso l’obiettivo del massimo rispetto ambientale e del contenimento dei consumi. L’IBRIDA. Benché non sia una novità assoluta come può essere la V20 (cui abbiamo dedicato una dettagliata infografica a pag. 24) la torre faro ibrida di Generac Tower Light merita comunque un momento a sé all’interno

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DF 7500

DF 5000

DF 7500 MPT

DF 50000

DF 110000 MACCHINE CANTIERI 5.0


VT-EVO

VB9 con luci LED Wash Rack

VT-Hybrid V20

Cube+ VB9

2010: la VB9

2011: la VB9-L, prima torre faro con luci LED

2012: i Wash Rack

2013: la VT-Hybrid, prima torre faro ibrida

dell’articolo in quanto rappresenta sicuramente una pietra miliare nella storia aziendale. Il nucleo del progetto è insito nella filosofia stessa del Costruttore che, abbiamo visto, è sempre a caccia di soluzioni innovative ed ecologiche: questo ha portato alla progettazione e produzione di una vera e propria linea specifica di torri faro con sistema di alimentazione ibrido che vede lavorare insieme un motore diesel tradizionale e una batteria ricaricabile che permette un enorme risparmio energetico e la drastica riduzione di emissioni di anidride carbonica. Capostipite della gamma è stata la VT-Hybrid, la prima torre d’illuminazione ibrida al mondo, che è tutt’ora in produzione e garantisce un funzionamento di 8 ore consecutive senza emissioni, consumo di carburante e rumore, grazie al pacco batterie posizionato al suo interno composto da speciali batterie a secco in grado di ricaricarsi in meno di 5 ore e con un ciclo di carica/scarica garantito superiore alle 4.000 ore. Le batterie sono ricaricabili da fonte esterna o dal generatore di backup incorporato nella torre faro stessa. Nel caso in cui la VT-Hybrid non possa utilizzare il pacco batterie, l’energia necessaria per il funzionamento è garantito dal generatore diesel di backup posizionato nella parte posteriore della torre faro. LA CUSTOMIZZAZIONE: SCELTA VINCENTE Oltre all’innovazione e al rispetto ambientale, alla base dell’offerta di Generac Tower Light vi è anche una terza, fondamentale capacità: essere Customer Oriented.Tutti i prodotti nascono da un know-how dove i clienti stessi sono protagonisti per idee, indica-

2015: nasce Generac Tower Light

2016: l a Cube+ e la VT-EVO

2017: anniversario dei 20 anni e lancio della V20

zioni e suggerimenti. Come unica azienda al mondo specializzata in torri faro, l’ampia gamma di questi prodotti è il risultato di questa caratteristica che fa di Generac Tower Light più un partner che un semplice fornitore: una vocazione che si estende anche alla scelta di applicare caratteristiche tecniche e strutturali particolari in base al settore di riferimento e alla destinazione. Pensate per esempio alla possibilità di veder realizzato il prodotto ad hoc per specifici cantieri, o per le flotte noleggio. Una duttilità che solo alcuni Costruttori possono offrire. Generac Tower Light è forte di uno stabilimento produttivo sviluppato su un’area di oltre 10.000 metri quadri al cui interno è in grado di progettare, sviluppare e seguire l’intero iter produttivo dei prodotti e customizzarli ai massimi livelli. Lo sviluppo delle torri faro e delle altre macchine inizia dall’ufficio tecnico, che utilizza specifici software per il disegno in 3D, e prosegue nel reparto produttivo che sfrutta le più recenti tecnologie per il taglio laser e la piega delle lamiere; anche la verniciatura a polvere poliuretanica dei componenti viene effettuata e gestita all’interno dello stabilimento ed è comprensiva di uno speciale trattamento protettivo contro gli agenti atmosferici corrosivi, miscelato durante la fase di verniciatura, che garantisce alta resistenza e lunga durata a tutti i prodotti. Infine le diverse linee di montaggio esistenti permettono l’allestimento di vari modelli di torri faro contemporaneamente (compresi i modelli ATEX). ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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CoverStory GENERAC TOWER LIGHT

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LA V20

Altezza massima Lampade Area illuminata Resistenza al vento Serbatoio

8,5 M 4 x 300 W LED 3.900 mq 110 km/h 100 l

Motore

2 cilindri - 1.500 rpm raffreddato ad acqua 3.5 kVA - 230 V 16A - 230V 2.0 kVA - 230V 180 ore 58 dB(A) a 7 m

Generatore Presa di ingresso Presa in uscita Autonomia Pressione sonora

Fari a LED di ultima generazione garantiscono consumi minimi

Comode prese in ingresso e in uscita per fornire energia o alimentare la torre faro

Nuova Logica controllo Generac con possibilità di verificare parametri motore e gestire il funzionamento della torre faro. Pulsante di salita/ discesa del palo

La V20 si trasporta facilmente come carrello trainato Motore a bassi consumi e pannelli fonoassorbenti per ridurre la rumorosità fino a 58 dB(A) a 7 m

I 4 piedi stabilizzatori ne permettono l’uso anche su terreni disconnessi

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NON SOLO TORRI FARO

LA REALTÀ GENERAC Generac Holdings Inc. è una società quotata alla Borsa di New York storicamente incentrata sulla vendita di generatori fissi e portatili sul territorio nordamericano. L’acquisizione di Tower Light, riconosciuta come produttore di torri faro leader in Europa, è seguita a una serie di precedenti acquisizioni, tra cui quelle di Magnum Power Products (USA, torri faro mobili e generatori) nel 2011, di Ottomotores (Messico,

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generatori) nel 2012, di Baldor (USA, generatori) nel 2013 e di Mac Heaters (USA, riscaldatori) nel 2014. Grazie a queste acquisizioni, Generac si è trasformata da società produttrice nordamericana di generatori a produttore globale di generatori, torri faro e altri prodotti portatili e, grazie all’acquisizione di Magnum e Tower Light, è ora il più importante produttore al mondo di torri faro mobili.

Un’altra soluzione sostenibile di Generac Tower Light sono i Dust Fighter, una serie di unità di abbattimento polveri progettati appositamente per ridurre la polvere in aree di lavoro quali cantieri di demolizione e siti minerari, salvaguardando la salute degli operatori. Ai Dust Fighter si affianca la linea Wash Rack, una baia di lavaggio per macchine e attrezzature a circuito chiuso con un particolare sistema di filtraggio che pulisce l’acqua in modo che possa essere riutilizzata. Chiudono il portafoglio prodotti la linea di box antiscasso, le motopompe (vuotoassistite o autoadescanti) e la gamma di gruppi elettrogeni alimentati a diesel e disponibili in diverse configurazioni.

DOVE SARÀ GENERAC TOWER LIGHT

Nel 2017 Generac Tower Light parteciperà a numerose manifestazioni nazionali ed estere tra cui:

CQMS - Construction & Quarry Machinery Show Molloy’s Quarry, Tullamore, Co. Offaly, Irlanda 21-22 aprile Zona 2 - Stand 07

International Rental Exhibition RAI building, Amsterdam, Paesi Bassi 2-4 maggio Hall 5 - Stand 5230

Plantworkx Bruntingthorpe Proving Ground, Leicestershire, UK 6-8 giugno Stand D56

Ecomondo Rimini, Italia 7-9 novembre

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REPORTTECNICO

ASTRA

TOP DI GAMMA tiamo parlando dell'HD9, ovviamente, il best in class di Astra che ha fatto bella mostra di sé anche in occasione di Samoter, dove figurava tra le macchine movimento terra di Case, suoi natuali partner di lavoro. In queste pagine vorremmo proprio focalizzarci sull'allestimento dell'HD9 presentato a Verona: in configurazione 8x4 Heavy Duty da 500 CV con Massa Totale a Terra fino a 60 t e allestito con cassone ribaltabile da 24 metri cubi e protezione cabina certificata ROPS-FOPS. Le soluzioni tecniche adottate su questo modello sono state pensate appositamente per incrementarne robustezza, affidabilità e durata di vita, naturalmente con effetti positivi sulla produttività in cantiere. Oltre al robusto telaio in acciaio ad alta

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MACCHINE CANTIERI 5.0

StorageAbility

resistenza (530 Mpa) composto da due longheroni piani e paralleli tra loro (320 x 90 x 10 mm + 6 mm), il veicolo presenta una soluzione di Il nuovo interno cabina è tandem posteriore rinforzato con progettato per portate fino a 40 t per applicazioni massimizzare lo off road particolarmente gravose. spazio disponibile per il comfort Fatto robusto il telaio portante, la catena cinematica, altro punto fon- del conducente, allo scopo di damentale su mezzi quali lHD9, assicurare la più deve essere altrettanto a prova delle elevata funzionale applicazioni più gravose e impecapacità di gnative: i veicoli della gamma HD9 alloggiamento. montano non a caso motori Iveco Nella pratica sono presenti molti Cursor 13 Euro VI con motorizzacomodi punti zioni fino a 560 CV e con coppie di appoggio, massime fino a 2.500 Nm. Il nuovo piani e cassetti sistema di iniezione common rail ad utili per allocare alta pressione migliora il processo di e contenere documenti, combustione e aumenta l’efficienza del motore in termini di potenza chiavi, bottiglie, contenitori e incremento della coppia, ridu-

e molti altri accessori, localizzati sulla plancia frontale, così come sulla traversa superiore e sui pannelli laterali.

cendone al contempo il rumore e il consumo. Il sistema di iniezione multipla di terza generazione è integrato e protetto dalla copertura del motore, mentre gli intervalli prolungati tra i cambi olio garantiscono un pacchetto e standard di manutenzione migliori. Il sistema Hi-eSCR senza EGR permette la migliore efficienza termica riducendo peso e complessità. L’ efficienza della conversione, inoltre, permette una continua rigenerazione passiva del DPF ( filtro antiparticolato) che garantisce minori costi di manutenzione. L’EVGT (turbocompressore a geometria variabile controllato elettronicamente) fornisce eccellenti prestazioni termodinamiche del veicolo e risposta transitoria ottimale. La coppia elevata a basso numero di giri (1.000 rpm) garantisce un’elasticità di guida eccellente in


qualsiasi condizione e con qualsiasi pendenza e carico. Il freno motore Super Engine Brake consente un miglioramento della potenza frenante pari al 30% (463kW@1900rpm) rispetto alla versione Euro V. Questo è possibile grazie a una innovativa valvola a farfalla sullo scarico, che migliora la gestione termica del sistema di post- trattamento. Tutto questo va in abbinata a cambi meccanici o, a richiesta, come nel caso dell'HD9 presente a Samoter, automatizzati a 16 marce con o senza intarder. Il cambio manuale a 16 marce sincronizzate è perfetto per fronteggiare anche le più estreme missioni fuoristrada. Grazie al sistema pneumatico di cambiata il conducente può selezionare la marcia ottimale velocemente e senza sforzo. Il peso contenuto del cambio per-

mette una maggiore capacità di carico, così come il rallentatore idraulico integrato (opzionale) migliora la decelerazione, preserva le masse frenanti e aumenta la sicurezza di guida. Il Cambio Automatizzato, invece, con la sua ottimale spazia-

tura dei rapporti, è la scelta perfetta quando si richiedono costi di esercizio ridotti ed elevato comfort di guida. La centralina elettronica assicura sempre la corretta interazione tra motore, frizione e cambio, preservando l’intera catena cinematica, estendendo la vita dei componenti e riducendo il consumo di carburante. Inoltre il rallentatore idraulico integrato (opzionale) è disponibile per assistere il conducente nelle missioni fuoristrada più complesse. L’interno cabina è stato recentemente ridisegnato per garantire eccellente ergonomia e comodità rendendo la guida rilassante e al tempo stesso assicurare elevata funzionalità. La nuova e ampia plancia dell’HD9 Euro VI ridefinisce lo spazio interno della cabina in modo funzionale e confortevole. Il pannello strumenti avvolge il conducente e rende facile e sicuro l’utilizzo dei controlli anche nelle più difficili e sfidanti condizioni di lavoro. La sicurezza è amplificata grazie anche alle semplici e utili finestrelle sulle portiere, necessarie ad assicurare piena visibilità durante la guida tra gli ostacoli e sui terreni più accidentati. Il comfort interno è sempre assicurato grazie al sedile guida e la colonna sterzo regolabile, e grazie alla nuova illuminazione ottimizzata generata dai 4 faretti sulla traversa superiore e al suono di alta fedeltà riprodotto dalla radio CD MP3 con Bleutooth e comandi al volante (opzionale). ❑


REPORTTECNICO

BOCKER

LA SEMPLICITÀ È L'ESSENZA bbiamo disturbato il grande Gandhi - la frase attribuita al padre dell'India è “la semplicità è l'essenza dell'universalità” - per ribadire come la capacità di semplificare le cose sia una dote fondamentale e, a livello industriale, rappresenti quasi un dogma. Ma questa essenza della tecnologia non è così semplice da mettere in pratica. Così, ogni qual volta ci si trova a parlare di una macchina semplice quanto efficace, si rimane quasi stupiti e decisamente soddisfatti. Questo è quanto è accaduto a noi osservando l'elevatore inclinato HD 21/1-5 Simply (il nome è già tutto un programma) progettato e prodotto da Böcker. Funzionale, robusto, semplice da utilizzare ed economico,

A

In cantiere la stabilizzazione del Simply avviene in soli 4,6 metri quadrati

La

gamma 26

MACCHINE CANTIERI 5.0

La gamma degli elevatori per edilizia messa in campo da Böcker comprende ben sette modelli. Si va dal piccolo Top Lift con altezza di sollevamento di 20,30 m e portata

utile di 250 kg, fino all'elevatore per ponteggi HD-G che raggiunge i 36 m di altezza massima per una capacità di sollevamento di 300 kg. Tutte le macchine hanno in comune

un'elevata versatilità e un'ottima velocità della slitta. Top Lift è ideale per il montaggio dei pannelli solari; Junior, Avario e Arriva HD-K sono perfetti per tutte le opere di lattoneria

e il montaggio delle coperture; mentre Junior G e l'HD-G sono dedicati alla realizzazione dei ponteggi, grazie a soluzioni ad hoc proprio per questa applicazione.


di piazzamento grazie al funzionamento idraulico del sollevamento e della fuoriuscita delle guide idrauliche e agli stabilizzatori facilmente estraibili. E una volta piazzata, la macchina mette in mostra tutta la sua semplicità e affidabilità anche nel caso di utilizzo da parte di personale inesperto. E si ritorna quindi alle notevoli possibilità di utilizzo per il mercato del noleggio. Il telaio, sottoposto a speciale trattamento per una lunga durata, si caratterizza per un baricentro particolarmente basso che garantisce l'ottimale stabilità DATI TECNICI Modello Portata utile massima Peso massimo ammissibile Patente Estrazione Lunghezza Larghezza Altezza senza rimorchio Superficie occupata Motore elettrico Motore a benzina

il Simply è anche facile da installare. Pur occupando pochissimo spazio in cantiere (solo 4,6 m2) riesce però a raggiungere gli oltre 20 m di altezza. Disponibile per edilizia e traslochi, il Simply, come spesso accade per le macchine del produttore tedesco e distribuite in Italia dalla filiale di Nogarole Rocca in provincia di Verona, è un autentico campione di versatilità. Grazie alla slitta universale, l'elevatore permette l'utilizzo della gabbia per traslochi Basic e di tutte le gabbie per l'edilizia, comprese quelle per laterizi, per serramenti e la benna ribaltabile. Accessori che rendono l'elevatore Simply particolarmente interessante anche per il

HD 21/1-5 Simply 250 kg 750 kg non frenato B da 5,15 a 20,60 m 5,90 m 1,45 m 1,50 m 2,00x2,30 m 230 V da 2,6 kW 5,5 CV L'estrema leggerezza (750 kg) del Simply permette il traino con la maggior parte delle vetture e, quindi, con la semplice patente B

mercato del noleggio. Infatti, grazie a queste soluzioni, i professionisti del settore possono equipaggiare la macchina Böcker su misura delle necessità specifiche del cliente e del cantiere. L'elevatore può essere allestito in versione elettrica, oppure equipaggiato, senza alcun sovrapprezzo, con un motore a benzina. Decisamente economico, l'elevatore Böcker è anche leggero (750 kg), compatto, anche in fase di trasporto, e permette il traino con la maggior parte delle vetture in circolazione e, quindi, con la semplice patente B. Da evidenziare anche l'estrema rapidità

durante tutti i movimenti. A livello operativo la ralla continua offre un ideale raggio di azione che permette di raggiungere qualsiasi area del cantiere, mentre il verricello idraulico per il sollevamento del carico, che garantisce affidabilità e notevoli prestazioni, consente l'uscita e il rientro dei singoli profili del pacco scala a qualsiasi inclinazione. Il carico massimo è di 250 kg. Per le imprese che operano nel settore delle coperture, Böcker mette a disposizione, in via opzionale, la speciale curva per tetti con montaggio manuale e regolabile da 20° a 45°. ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

BRIGADE

non usata per questa attività, l’attrezzatura viene impiegata come semplice caricatore. La macchina è equipaggiata con molteplici dispositivi per garantire la massima sicurezza, sistemi firmati Brigade Elettronica volti alla salvaguardia dell’operatore, di chi si trova nell’area circostante e della macchina stessa. Innanzitutto il Backeye 360 Select, un sistema di telecamere che fornisce una panoramica completa del mezzo, anche con la pala in azione. Per questo progetto alle usuali quattro telecamere ne è stata aggiunta una quinta, esterna all’attrezzatura, al fine di azzerare gli angoli ciechi in ogni fase. Backeye 360 Select, grazie a un software intelligente studiato da Brigade che appiattisce le immagini grandangolari, elimina istantaneamente le distorsioni fisheye e bilancia le differenti luminosità delle varie inquadrature, riunendole in tempo reale e riproducendole sul monitor in cabina, senza soluzione di continuità, in una sola immag ine, con vista a 360° dall’alto tutto intorno al mezzo. GAP ha anche pensato a un controllo del mezzo, con MDR, il sistema di registrazione digitale mobile da 1T utile per dare traccia del lavoro e delle lavorazioni. ❑

DOVE IL GIOCO SI FA DURO a sempre contraddistinta da una forte spinta innovativa, GAP Piantoni - nome storico nei servizi ausiliari per stabilimenti, in particolare meccanicosiderurgici – è presente in tutto il Nord Italia e oggi opera anche a Terni e nel porto di Livorno. Incarichi importanti che hanno incentivato la società ad ampliare un già significativo parco mezzi (di circa 500 unità) e a cercare soluzioni che migliorino le macchine, l’efficienza e la qualità.Tra queste spicca il prototipo sviluppato con Officine Minelli, in funzione vicino a Udine, presso ABS,Acciaierie Bertoli Safau. Si tratta di un caricatore gommato M380 modificato ed equipaggiato con varie attrezzature

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Sicurezza anche sonora Due i sistemi Brigade adottati sul prototipo Minelli GAP ha installato due

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MACCHINE CANTIERI 5.0

aggiuntive, per svolgere operazioni solitamente ripartite su tre macchine differenti. Nello specifico, grazie a un cilindro che ricrea il cinematismo degli escavatori, muove un ripper, un martello e una benna mordente e può pulire i forni a pozzo, senza l’intervento di altri mezzi, con il pieno comfort per l’operatore che gestisce tutto dalla cabina. Quando

Backsense, il radar che segnala la presenza di ostacoli, indispensabile in avvicinamento al carroponte, scegliendo la versione top di gamma programmabile. Con un’area di rilevamento da 3 a 30 m in lunghezza e tra i 2 e i 10 m di larghezza, Backsense si compone

di un robusto sensore impermeabile all’acqua, polvere e fango. In cabina un display di semplice lettura consente di individuare immediatamente la parte a rischio collisione. Il sistema prevede, inoltre, un avvertimento sonoro, con un cicalino

regolabile da 65 a 90 dB, per essere udito negli ambienti di lavoro rumorosi, come può essere un sito siderurgico. A proposito di avvertimento sonoro, GAP ha montato anche il bbs-tek, l’avvisatore acustico per la retromarcia a “suono

bianco” (banda larga), direzionale e, quindi, immediatamente localizzabile. Bbs-tek ha un suono circoscritto laddove realmente serve, per garantire la più assoluta sicurezza e ridurre l’inquinamento acustico.


TESTIMONIANZE

(DIECI)

UN’OPERA DA DIECI Le betoniere e i dumper Dieci sono impegnati nella costruzione del Crossrail di Londra

n’opera infrastrutturale di enormi proporzioni. Stiamo parlando del Crossrail: la nuova rete ferroviaria ad alta frequenza e capacità, che con un tracciato di 136 km affiancherà la metropolitana di Londra, collegando Reading, 63

U

km a ovest della capitale britannica, con Abbey Wood, nei sobborghi a sud-est. La nuova rete garantirà una frequenza massima delle corse che nelle ore di punta toccherà i 24 convogli all’ora e permetterà di collegare l’aeroporto di Hetrow al tracciato ad alta velocità dell’Eurostar, che porta sul continente europeo attraverso il Tunnel della Manica. Con un costo stimato in circa 15 miliardi di Sterline, i lavori dovrebbero concludersi entro il 2018, anche grazie al lavoro di circa 8.000 operatori di 26 diverse nazionalità. Grande attenzione è stata posta al rispetto dell’ambiente e degli standard di sicurezza: l’accesso alle aree di lavoro è consentito solo se si indossano i sei diversi sistemi di sicurezza individuale e ogni azione è regolata da normative ben precise (e strettamente osservate) affisse in ogni cantiere. Fra le numerose infrastrutture in fase di realizzazione - stazioni, rampe di accesso, pozzi, tunnel di servizio e di emergenza - particolare importanza riveste la serie di gallerie, per complessivi 21 km. Ogni

galleria è composta da due tunnel paralleli del diametro di 6 m, scavati contemporaneamente da due talpe meccaniche che avanzano alla velocità di 100 m a settimana. A mano a mano che la galleria avanza, si provvede a rivestire le pareti in cemento, per consolidarle e prepararle alla successiva applicazione dei rivestimenti prefabbricati, alla posa delle rotaie, e ai cablaggi di servizio. In questo contesto lavorano alcune autobetoniere e dumper Dieci, mezzi agili e ideali per operare in queste condizioni particolarmente difficili. I dumper, con una capacità di carico fino a 7 metri cubi, portano rapidamente il materiale di scavo fino ai convogliatori, preparando la galleria alle operazioni di consolidamento a spritz beton. Le spruzzatrici vengono a loro volta rifornite dalle autobetoniere Dieci, che con una produzione di cemento di 5 metri cubi all’ora consentono di tenere il ritmo di avanzamento delle frese. ❑

TRA STORIA E futuro

Il Crossrail di Londra, uno dei più grandi progetti infrastrutturali ferroviari d’Europa, ha una storia lunga e travagliata. È stato concepito nel lontano 1941 e inserito nei Piano Regolatore del 1944, in piena Seconda guerra Mondiale, grazie a un urbanista di fama mondiale, Sir Patrick Abercrombie, che pianificava la ricostruzione e l’espansione della metropoli inglese durante i bombardamenti tedeschi. Dopo un lungo e travagliato iter oggi siamo vicini al traguardo. I lavori hanno avuto inizio nel 2009: la parte orientale è in esercizio dal maggio del 2015, mentre la tratta occidentale è in costruzione e si prevede di rispettare il termine di consegna previsto per il 2018. Inoltre sono già in corso le consultazioni per la realizzazione di Crossrail2, un ulteriore asse di comunicazione in direzione Nord-Sud i cui lavori, se approvati, inizieranno nel 2019 per concludersi nel 2033.

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REPORTTECNICO

CASE

UNA PRESENZA FORTE n anno tutto da vivere il 2017 per Case che compie 175 anni di attività e intende celebrarli nella maniera più opportuna. In effetti l'inizio, sul mercato italiano, è stato più che in linea con un anno di festeggiamenti: ai primi di gennaio infatti il Costruttore ha

U

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presentato i nuovi miniescavatori, nati dalla partnership con Hyundai, di cui vi abbiamo già raccontato alcuni dettagli sulle pagine del numero di gennaio/febbraio di MC5.0-Macchine Cantieri. L'anno è poi proseguito senza un attimo di respiro, approdando a Samoter a fine febbraio. A Verona la presenza di Case è stata massiccia, con uno stand che vedeva non solo schierati in bella mostra i nuovi miniescavatori, ma anche tutte le novità, sia piccole che grandi, della gamma. Oltre a un simulatore che ha fatto la gioa delle nuove generazioni di operatori. Abbinato al simulatore c'era per di più un concorso che ha permesso agli operatori più abili di vincere ogni giorno diversi premi. La presenza a Samoter si affianca ovviamente a quella in altre manifestazioni di settore in tutta Europa, a sostegno

del lancio dei nuovi prodotti. Ma torniamo in quel di Verona per un momento: lo stand era concepito per proporre la macchina giusta per ogni applicazione: ecco quindi spiegate le aree tematiche viste, con i settori dello stand dedicati a edilizia urbana, infrastrutture, cave ed ecologia (riciclaggio rifiuti). Ciò ha permesso ai visitatori di trovare più facilmente il modello o il tipo di applicazione di proprio interesse. Così, oltre ai sei modelli dei nuovi miniescavatori già disponibili (da 1,7 a 6 tonnellate), ai quali si uniranno altri modelli nel corso del 2017 e del 2018, a Verona facevano bella mostra di se le nuove terne Tier 4 Final e una preview delle nuove pale gommate Serie G di Case di cui vi parleremo in aprile. Sulla nuova Serie C abbiamo già detto molto sul numero preceden-


L’INTERA GAMMA.

E non solo.

Accanto ai nuovi miniescavatori, alle terne Tier 4 Final e alla preview delle pale era esposto il resto della gamma Case: i grandi escavatori cingolati, tra cui il CX210D (con carro stretto NLC), le pale gommate e le minipale compatte gommate e cingolate (skid steer loaders e compact track loaders). Nella sezione Cave era presente anche un Astra HD9, un partner perfetto per le nuove pale gommate Serie G. Sullo stand Iveco, l’abbinata di successo è stata tra un Daily e un miniescavatore Case CX26C.

te ma qui ci piace ricordare quanto detto da Gastón Le Chevalier de la Sauzaye, Product Manager Case per i miniescavatori: “I miniescavatori sono macchine essenziali per il settore delle costruzioni, in Italia e in Europa. Con la nuova Serie C abbiamo voluto dare ai clienti quello che maggiormente chiedono: produttività, comfort e sicurezza.” Passando alle terne, le rinnovate unità della Serie T ora adempiono alla normativa Tier 4 Final sulle emissioni allo scarico grazie alla soluzione esclusiva Case SCR-Only che assicura prestazioni di alto livello con notevoli risparmi sui consumi e non richiede filtro antiparticolato, catalizzatore DOC o rigenerazione. Golosa anche la preview delle nuove pale gommate Serie G. A Verona si è trattato di un’anticipazione, dato che il lancio ufficiale delle pale è fissato per questo mese di marzo. I visitatori hanno potuto

dare giusto un’occhiata alle macchine, ma per avere i dettagli tecnici e poterle provare dovranno attendere il vero e proprio lancio del modello sul mercato. “Non posso ancora entrare nei dettagli, ma le nuove pale gommate della Serie G rappresentano un enorme salto in avanti rispetto alla già eccellente generazione attuale, apprezzata per i bassi consumi e per la robustezza” ha dichiarato Alain De Nanteuil, responsabile pale gommate Case per la regione EMEA.“Saranno le pale più silenziose sul mercato, con caratteristiche nuove e rivoluzionarie che le renderanno le autentiche protagoniste del settore.” Ciliegina sulla torta scaligera di Case, il nuovo look delle sue macchine. Il nuovo design fa parte della strategia mirata al rafforzamento della marca. “Il nostro obiettivo era duplice. Per gli esterni, creare un design che comunicasse solidità e precisione, oltre a contraddistinguere il brand Case in modo da riflettere la sua tradizione e i suoi valori storici su tutti i modelli” ha detto David Wilkie, Direttore del CNH Industrial Design Centre.“Per gli interni, abbiamo voluto migliorare il comfort e la qualità della vita a bordo, utilizzando materiali e rivestimenti sviluppati ad hoc.” ❑

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REPORTTECNICO

CIFA

PER CHI AMA VINCERE a favolosa Las Vegas è inevitabilmente legata al gioco, al rischio, alla fortuna. Allo stesso tempo la città del Nevada, grazie a manifestazioni come il ConExpo, la cui ultima edizione è andata in scena nei primi giorni di marzo, è anche il simbolo delle costruzioni a stelle e strisce. La capitale del gioco per alcuni giorni è infatti diventata la città nevralgica dell'intero movimento edile. Un cambiamento di ruolo che attrae non solo moltissimi visitatori, ma anche una sostenuta schiera di

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Steeltech e Classic

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costruttori tra i quali spicca Cifa, i cui prodotti sono decisamente apprezzati dal mercato americano. In questa occasione la realtà di Senago ha messo in mostra tre pompe autocarrate, una per ogni gamma, per vincere facile anche in cantiere. Cifa, lo ricordiamo, per quanto concerne questa tipologia di prodotto prosegue nell'implementazione di una gamma che punta sulla diversificazione dell’offerta basata sulle tre linee Carbotech, Steeltech e Classic. Tre diversi allestimenti pensati per soddisfare al meglio le diverse

Come accennato, Cifa ha portato al ConExpo anche due pompe della serie Steeltech e Classic. Lanciata in Europa nel 2016, Cifa ha fatto esordire sul mercato americano la K42L, una

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macchina apprezzata in special modo per la sua versatilità. La pompa Steeltech si segnala per un braccio a cinque sezioni da 42 metri e per l'eccellente distribuzione dei pesi

La K60H grazie alla sua leggerezza può essere allestita su autotelai a quattro o cinque assi

esigenze presenti in ogni area geografica e in ogni azienda. Il top di gamma è rappresentato dalla serie Carbotech, che dispone di una serie di modelli con configurazione completa già nell’offerta standard, una gestione elettronica a 360° con

su qualsiasi telaio. Per la gamma Classic spazio alla K36C da 36 metri di braccio, in questo caso un cinque sezioni con geometria a Z. Il gruppo pompante è un circuito aperto con capacità

massima di 120 m3/h e 70 bar di pressione massima. In linea con la filosofia Classic, si tratta di una pompa semplice, robusta e senza compromessi in fatto di prestazioni.


HIGH Tech Come accade per l'intera gamma Carbotech, anche la K60H si segnala per la completezza dell' equipaggiamento. Oltre all'avanzato sistema di gestione Smartronic Gold con controllo della stabilità automatico e diagnostica, vanno segnalate anche le tubazioni Cifa Long Life a doppio spessore e la stabilizzazione progettata in relazione alla lunghezza del braccio.

FACILE controllo del gruppo pompante, della stabilizzazione e dei parametri di lavoro, oltre a bracci di distribuzione in fibra di carbonio che garantiscono robustezza, leggerezza e minori oscillazioni nelle fasi di lavorazione. Nella Carbotech sono incluse garanzie estese e una serie di servizi “premium”. La serie Steeltech offre la possibilità di allestire il prodotto con un'ampia gamma di accessori e optional. Con particolare attenzione al peso complessivo, nei limiti stradali europei, è la serie con più modelli e variabili di configurazione e offre la possibilità di estendere il periodo di garanzia. La serie Classic si caratterizza per prodotti affidabili, semplici da manutenere, molto standardizzati anche nei colori e nella configurazione, per i quali il costruttore non prevede optional o accessori. Con garanzia di 12 mesi dalla

Una K42L, pompa autocarrata della serie Steeltech, in fase di installazione

consegna, questa serie viene offerta in un numero limitato di modelli, su alcuni mercati selezionati, che non

richiedono una diversificazione nelle configurazioni. In rappresentanza delle tre famiglie, Cifa al ConExpo ha esposto una K60H Carbotech, una K42L della serie Steeltech e una K36C della serie Classic. Focalizziamoci sulla K60H. Grazie all'estrema leggerezza dovuta al nuovo design e all'utilizzo della fibra di carbonio in alcune sezioni del braccio, la K60H può essere allestita su telai a quattro o cinque assi. La leggerezza consente agli utilizzatori di caricare accessori, acqua, o gasolio senza violare le norme di circolazione, senza la necessità di permessi particolari e senza oltrepassare il limite tecnico del veicolo. Va da sé come il montaggio su un cinque assi permetta la migliore distribuzione dei pesi e la possibilità di circolazione anche nei paesi in cui le normative sono più pressanti e restrittive, come accade negli Stati Uniti. A livello tecnico sottolineiamo come la K60H abbia un braccio da 60 metri a sei sezioni – delle quali le ultime tre in fibra di carbonio – con r ipiegamento RRZ. Il gruppo pompante è un HP1808ECX a circuito chiuso che presenta una capacità massima di 180 m3/h a 83 bar di pressione massima, con tubi calcestruzzo da 260 mm. ❑


REPORTTECNICO

DOOSAN

12 PER LAS VEGAS

Q

uello che sembra il titolo di un vecchio film western, in realtà racchiude l’ampia gamma di modelli che Doosan ha esposto al recente ConExpo di Las Vegas: escavatori gommati e cingolati, pale gommate e dumper articolati, cui si è sommata anche una nutrita serie di accessori. Il comparto escavatori offerto da Doosan è di tutto rispetto con 15 modelli cingolati e 6 su gomma, che a livello di peso operativo si muovono dalle 14 t del DX140LC-5 alle 54 t del DX530LC-5. Macchine caratterizzate da un elevato equilibrio tra prestazioni, affidabilità, efficienza a livello consumi e manutenzione semplificata. Inoltre, per affrontare anche i cantieri urbani o comunque con spazi ristretti, Doosan met-

In

Esposizione

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te a disposizione due cingolati e un gommato a rotazione posteriore ridotta e contraddistinti dalla sigla LCR. A Las Vegas Doosan ha esposto cinque modelli cingolati e un gommato. Per quanto concerne le pale gommate, presso lo stand largo a cinque macchine, degne rappresentanti di una gamma che, in totale, annovera 10 modelli ottimizzati a li-

Davvero notevole il numero di macchine esposte al ConExpo. • Dumper articolato DA40-5 • Pala gommata DL200-5 • Pala gommata DL220-5 • Pala gommata DL250TC-5 • Pala gommata DL420-5 • Pala gommata DL550-5

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• Escavatore cingolato DX140LCR-5 • Escavatore cingolato DX225LC-5 • Escavatore cingolato DX300SLR-5 • Escavatore cingolato DX350LC-5 • Escavatore cingolato DX490LC-5 • Escavatore gommato DX190W-5

vello di scavo, carico e sollevamento e tutti disponibili anche con una speciale configurazione in relazione a portata e altezza di scarico. Due anche le tipologie di braccio di sollevamento, mentre l’attacco rapido offre la possibilità di cambiare gli accessori in totale velocità e sicurezza. Da segnalare, infine, la presenza al ConExpo del dumper articolato DA40-5 che, grazie alle sei ruote motrici, assicura un’eccellente trazione nelle più diverse applicazioni e affrontando anche i terreni più difficili: dai cantieri alle cave, alle miniere. Con oltre 40 anni in questo settore, Doosan assicura robustezza, affidabilità e una particolare attenzione ai consumi di carburante. ❑


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REPORTTECNICO

KOBELCO

L'HIGH TECH PARTE DAI MINI K

obelco è un costruttore ad alta tecnologia che al recente Samoter ha illustrato la sua nuova strategia distributiva – nella quale l'Italia gioca un ruolo fondamentale – e un impressionante numero di macchine, tutte di elevata qualità. Se le maggiori innovazioni riguardano gli escavatori più potenti, macchine sulle quali torneremo nei prossimi mesi, in ossequio a un mercato, come quello italiano, divoratore di miniescavatori, partiamo proprio da questi ultimi prodotti attraverso una carrellata che va dall'SK10SR-3 fino all'SK35SR-6. Di assoluta compattezza, con una sporgenza posteriore di soli 150 mm e cingoli retrattili

Il sistema iNDr

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da 1.000 a 830 mm, il piccolo SK10SR-3 (1.145 kg di peso operativo) è equipaggiato con un motore Yanmar 3 cilindri da 9,2 kW di potenza massima a 2.000 giri/min, esprime una forza di scavo alla benna di 13,7 kN e una forza di strappo del braccio di scavo di 5,6 kN.

Notevole anche la profondità di scavo appena inferiore ai 2 m. Nonostante le dimensioni compatte, offre un notevole equilibrio del corpo macchina: i rulli inferiori a flangia esterna contribuiscono a migliorare la stabilità laterale. Saliamo di categoria con l'SK17SR-5, macchina che prevede molteplici protezioni degli steli del braccio, sul fondo, del cilindro dozer e anche una luce di lavoro montata sotto il braccio di sollevamento per la massima protezione dagli urti. Con sporgenza posteriore nulla, prevede cingoli allargabili da 950 a 1.280 mm, un'ampia area di lavoro e una velocità di brandeggio di 9,5 giri/min. La massima forza di strappo alla benna è di 15,2 kN, notevole per una macchina da 1.690 kg. Il motore è un Yanmar tre cilindri da 10,1 kW. Poco sopra ecco l'SK18 che si segnala per un ambiente di lavoro spazioso quanto confortevole (ricordiamoci che ci troviamo su una macchina da soli 1.900 kg con cabina). Escavatore con tradizionale sporgenza posteriore, sviluppa 9,5 kW di potenza che coprono un diagramma di lavoro che va dagli oltre 4 m in altezza fino ai 2,42 m in

Anche sui mini della serie SR approda il sistema di raffreddamento iNDr che contribuisce a ridurre la rumorosità in modo sostanziale. Detto come il vano motore a tenuta d’aria e il condotto disassato vadano già in questa

direzione, il filtro iNDr, installato nella parte anteriore del sistema, assicura anche una notevole facilità di pulizia. L'iNDr è inoltre caratterizzato dalla presa di aspirazione dell’aria sul lato anteriore della macchina e dallo scarico


IN Italia Al Samoter, Kobelco ha illustrato anche la sua strategia distributiva per il mercato italiano. Se la rete di concessionari verrà completata entro 24 mesi, già da oggi il mercato domestico può contare su quattro realtà ben consolidate a livello nazionale. Stiamo parlando di Sergio Bassan Srl, BSM Brescia Macchine Srl, SMIA Srl e Arnus Srl. L'impegno diretto di Kobelco in Italia è senza dubbio la dimostrazione della fiducia che il costruttore giapponese ripone nelle potenzialità del nostro Paese.

profondità di scavo. Senza dimenticare una capacità di sollevamento di 600 kg a 2 m. Saliamo decisamente di livello con i modelli SK28SR-6, SK30SR-6 ed SK35SR-6. Queste tre macchine si caratterizzano per la modalità di risparmio energetico (Energy Conservation Mode) e il sistema di raffreddamento iNDr, con brevetto Kobelco, che assicura un funzionamento silenzioso, massima protezione dalla polvere e facilità di manutenzione.Autentici short radius, questi nuovi mini regalano anche facile trasportabilità (l'altezza è di 2.510 mm), circuito idraulico per aggancio rapido offerto in via opzionale e prestazioni superbe anche grazie a un

sul retro. Poiché il filtro iNDr rimuove la polvere dalla presa di aspirazione dell’aria, i componenti di raffreddamento si mantengono privi di sporcizia e non richiedono una pulizia regolare. Allo stesso tempo il filtro iNDr stesso può essere rimosso e

La gamma dei miniescavatori Kobelco è composta da sei modelli che vanno dall'SK10SR-3 fino all'SK35SR-6, per pesi operativi compresi tra i 1.145 e i 3.770 kg

pulito agevolmente senza l’uso di utensili. Il filtro, realizzato in acciaio inox, è estremamente efficace contro la polvere e include una griglia (di tipo a onda di grana 30) per rimuovere le particelle di polvere più piccole dalla presa di aspirazione dell’aria.

sistema di pompe a flusso integrato. Nel momento in cui la macchina inizia lo scavo, la terza pompa fornisce un flusso extra (altrimenti dedicato ad alimentare il circuito di brandeggio e del dozer) diretto verso i circuiti del braccio di scavo e del braccio di sollevamento per garantire maggiore potenza. La traslazione prevede il cambio automatico a due velocità, mentre l'ambiente di lavoro è talmente spazioso ed equipaggiato da far pensare a macchine di ben altra categoria. I pesi operativi vanno dai 2.950 kg dell'SK28SR-6 ai 3.770 kg dell'SK35SR-6. Tutte le macchine sono equipaggiate con motore Yanmar a tre cilindri da 17,1 kW di potenza massima. ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

HITACHI

LA REGOLA DEL 6

quella messa in campo da Hitachi con una Serie 6 sempre più ampia sia nel settore degli escavatori (cingolati e gommati) sia per quanto concerne le pale gommate. Si tratta di macchine progettate e realizzate in Giappone, che hanno visto l'implementazione delle più recenti innovazioni tecnologiche Hitachi finalizzate a soddisfare le esigenze dei clienti del mercato europeo. Tutti i nuovi modelli condividono l'utilizzo di materiali di alto livello, componenti affidabili e resistenti e, accanto a una notevole versatilità, mettono in mostra interessanti elementi di design, aspetto che non guasta mai. Lasciamo al

É

La ZW180-6

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Nel modello ZX190LC-6, in modalità ECO il risparmio di carburante raggiunge, secondo i dati messi a disposizione dai tecnici Hitachi, il 12%

A livello di pale gommate, la più recente novità della gamma ZW-6 è rappresentata dal modello ZW180-6. Tra le sue caratteristiche peculiari spicca l'eccellente visibilità

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box la presentazione dell'ultimo modello di pala gommata, per concentrarci sugli escavatori. Partiamo dai cingolati, i più interessanti per il mercato domestico. La serie Zaxis 6 comprende cinque nuovi escavatori cingolati di medie dimensioni, dallo ZX130-6 allo ZX210LC-6, e due di grandi dimensioni, lo ZX690LCH-6 e lo ZX890LCH-6. Tra le nuove macchine da citare anche lo ZX240LCN-6, che si caratterizza

da tutti i lati, grazie a particolari accorgimenti tecnici quali la diversa posizione del tubo di scarico e della presa d’aria, il cofano curvo del motore e la dotazione di una videocamera per

per il sottocarro a ingombro ridotto, e i modelli a raggio di rotazione corto: ZX135US-6 e ZX225USLC/ USRLC-6, ovviamente pensati per i cantieri più ristretti.Tutti questi modelli integrano oltre 200 funzioni riprogettate e componenti migliorati, sono conformi alle norme UE Stage IV, e quindi presentano un impatto ambientale minore rispetto alle versioni precedenti. Il sistema idraulico Hitachi riduce la perdita idraulica

la retrovisione. Facile da manovrare e fluida nei movimenti, la nuova pala offre un elevato grado di comfort e un'ottima silenziosità. Il motore Stage IV comprende un sistema di ricircolo dei

gas combusti (EGR) a elevato raffreddamento, un impianto Common Rail e un catalizzatore di ossidazione diesel (DOC), che riducono le spese di carburante e le esigenze manutentive.


L'opinione

complessiva e il consumo di carburante che, nel modello ZX190LC-6 in modalità ECO, raggiunge il 12%. I nuovi motori sono equipaggiati con un dispositivo post-trattamento (composto dai sistemi DOC, SCR e dal silenziatore) per la riduzione delle emissioni e della rumorosità. Tra le altre innovazioni, da segnalare il quadro comandi in resina AES resistente ai raggi UV, i robusti raccordi inseriti nella tubazione idraulica

“Siamo orgogliosi di presentare le ultime novità della serie 6 ai nostri clienti. Questi modelli sono stati sviluppati in Giappone per ottenere la perfezione e implementano le tecnologie più innovative per soddisfare le esigenze del movimento terra in Europa e offrire i costi di esercizio più ridotti”. Burkhard Janssen, direttore generale di Gestione prodotto e progettazione a Hitachi Construction Machinery Europe (HCME)

di ritorno per ridurre il rischio di perdite d’olio, i cofani del motore ad ampia apertura e le piastre della passerella rinforzate. Per quanto concerne il comparto gommati, Hitachi ha recentemente immesso sul mercato quattro nuovi modelli, tra i quali il raggio ridot-

to ZX145W-6. Anche in questo caso assistiamo a una completa riprogettazione di tutte le macchine che hanno visto oltre 100 aggiornamenti, che spaziano dalle minuscole guarnizioni e dagli O-ring alla torretta, al braccio sollevatore e penetratore rinforzati e ai nuovi motori conformi allo Stage IV. Anche in questo caso gli escavatori sono equipaggiati con un sistema idraulico migliorato e una tecnologia di post-trattamento dei gas di scarico ideale per soddisfare le più recenti normative in merito alle emissioni. I gommati, che beneficiano di un sottocarro solido e dal design modulare, offrono la stessa versatilità degli Zaxis 6 cingolati anche grazie al sistema di supporto accessori che semplifica l’inserimento dei diversi attachement. Tutti i nuovi gommati presentano protezioni del cilindro rinforzate e una maggiore altezza libera della lama dal suolo. ❑ Il gommato a raggio ridotto ZX145W-6 ha visto la completa riprogettazione con oltre 100 aggiornamenti: dalle guarnizioni agli O-ring alla torretta, dal braccio sollevatore e penetratore rinforzati ai nuovi motori

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REPORTTECNICO

IVECO

L'ALTERNATIVA PER IVECO Al

Transpotec

Fedele al proprio pay-off "Iveco. Il tuo partner per il trasporto sostenibile",

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il Costruttore torinese ha partecipato all'edizione 2017 di Transpotec con uno stand di oltre 2.000 metri quadri che era un vero e proprio inno alla mobilitĂ sostenibile. Per esempio con Iveco Experience, una galleria emozionale attraverso cui i visitatori si sono immersi nel mondo Iveco, in un viaggio

tra presente, passato e futuro. La prima parte della mostra era infatti dedicata alla storia di Iveco e ai prodotti attuali, con un focus sul tema della sostenibilitĂ e della tecnologia. Nella seconda parte, il visitatore ha potuto toccare con mano la visione del futuro del

brand, attraverso i tre concept di prodotto Z-Truck, il camion del futuro per le


resentato sul finire del settembre scorso all’ultima edizione dello IAA di Francoforte, il prototipo Iveco “Z-Truck” è stato il protagonista dell’ultima edizione di Transpotec, il salone veronese del veicolo commerciale. Un protagonista “virtuale” se si accetta l’idea che si tratta solo di un concept per il quale al momento non sono state diramate

P

lunghe distanze; Vision, il concept di un veicolo commerciale ottimizzato per la consegna door-todoor; e Ellisup, il prototipo di un autobus elettrico. Infine, nell'ultima parte del percorso emozionale, il visitatore è diventato protagonista delle grandi sponsorizzazioni che

hanno segnato nel tempo la storia del brand e di quelle che ancora oggi accompagnano Iveco nel mondo delle grandi sfide, come la collaborazione con il Team Petronas De Rooy Iveco alla Dakar, e quella con i campioni del mondo neozelandesi di rugby All Blacks. Nel corso

della prima giornata di apertura al pubblico, IVECO ha inoltre organizzato e ospitato la tavola rotonda “Transizione Energetica verso un trasporto sostenibile: la sfida della filiera”, un momento di riflessione fra i diversi attori della filiera del gas naturale.

possibili date di commercializzazione, ma molto concreto se si analizzano i contenuti tecnologici e, in particolare, il sistema di propulsione. A differenza delle altre analoghe proposte, Z-Truck non basa in effetti la propria motricità sull’impiego di motori elettrici alimentati da pacchi di batterie o da una rete di distribuzione, ma su un più tradizionale motore endotermico alimentato a metano. Tecnologia già presente sul mercato e quindi più futuribile dell’elettrico. Una scelta controcorrente rispetto a quelli che sembrerebbero i più recenti trend di sviluppo del settore e per certi versi anche meno affascinante di questi ultimi, ma molto più razionale e, paradossalmente, anche vantaggiosa. A differenza dell’elettricità, che in qualche modo va prodotta e quindi deriva da una serie di processi di trasformazione il cui rendimento globale non è entusiasmante e che comunque danno origine a emissioni inquinanti, il metano è un combustibile presente in natura in grandi quantità, non soggetto a troppe trasformazioni e fruibile godendo di bassi tassi di emissione. Quegli stessi che poi vanno a zero se il metano risulta di derivazione biologica, cioè se nasce in impianti biogas operanti sulla base di rifiuti umidi urbani, residui vegetali di lavorazione, prodotti agricoli coltivati in aree marginali e reflui di allevamenti. In tutti questi casi il processo di trasformazione che si MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

OBIETTIVO Zero

attua nei digestori risulta particolarmente virtuoso in quanto rimette in gioco prodotti di scarto che andrebbero in ogni caso trattati o stoccati, andando a produrre del combustibile che, bruciando, dà luogo a emissioni zero se si tiene conto che anche quelle relative all’anidride carbonica altro non sono che la reimmissione in atmosfera dell’anidride carbonica in precedenza assorbita dalle piante

29 brevetti

Iveco Z-Truck è coperto da 29 diversi brevetti internazionali molti dei quali riferiti alla cabina

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Il concept torinese è stato progettato sulla base di tre precisi obiettivi: zero emissioni, zero stress e zero incidenti. Al primo concorrono il powertrain e il design della carrozzeria, al secondo l’ergonomia e i contenuti della cabina, mentre al terzo guarda l’interfaccia uomomacchina, progettata per garantire piena e completa visibilità e per fornire informazioni adattive. L’informazione giusta nel posto giusto e nel momento giusto. Le informazioni relative alle funzioni del camion sono visualizzate su un parabrezza smart quando necessario e cambiano in base alle esigenze istantanee del conducente al cui operato collaborano costantemente una serie di sensori che in talune condizioni permettono addirittura all’uomo di non dover pilotare il mezzo, limitandosi a supervisionare l’operato dei computer e a controllare che non insorgano situazioni di rischio impreviste.

Insulation, un foglio retro-riflettente in grado di proteggere il metano dall’irraggiamento termico. I serbatoi sono ricaricabili in contemporanea, contenuti in una struttura quadrangolare che ne ottimizza i volumi dando luogo a una capacità totale di 1.200 litri. Un sistema a ciclo Rankine recupera inoltre parte dell’energia residua contenuta nei gas di scarico quale fonte di calore contribuendo a minimizzare i consumi, obiettivo cui peraltro guardano anche gli speciali pneumatici messi a punto da Michelin e gli olii a bassa viscosità proposti da Petronas, con i primi, serie X Line energy, omologati in classe AAA per quanto riguarda le resistenze al rotolamento. Standard che permette ai camion a lunga percorrenza propulsi in maniera tradizionale di risparmiare fino a un litro di carburante ogni 100 chilometri. Non a caso, l’intero mezzo è orientato al contenimento dei consumi, a partire dalla trasmissione, un cambio automatizzato a 16 velocità con powershift nelle marce superiori, fino alla cabina, studiata nella forma per minimizzare le resistenze all’avanzamento. ❑

giunte a fine vita. Iveco non ha diramato notizie circa la natura del motore che muove il concept, ma è molto probabile, per non dire quasi certo, che si tratti di una unità FPT, considerando i test su strada cui il mezzo è stato soggetto, in particolare i 2.200 chilometri di autonomia concessi dai due serbatoi di alluminio isolati mediante il sistema MLI, Multi Layer

di guida. Quest’ultima si configura in effetti quale struttura modulare che l’autista può riconfigurare nel layout in base all’uso che fa del mezzo in ogni momento, cioè se per esempio guida in un contesto urbano piuttosto che su una strada principale o se sta procedendo in autostrada delegando

la guida al sistema autonomo di bordo piuttosto che fermarsi in un’area preposta per riposare. In ogni caso la trasformazione del vano è rapida e intuitiva arrivando, quando il veicolo è parcheggiato e grazie a una parete scorrevole, a realizzare uno spazio abitativo in

cui sono previsti il letto pieghevole, la doccia, la cucina, il frigorifero, il lavabo e la zona entertainment. Al vano si accede inoltre tramite una scala esterna a scomparsa e durante la guida il sedile, il sistema del volante, la pedaliera e la console formano un’unità riconfigurabile dotata di sospensioni

indipendenti da quelle della cabina per una guida più confortevole. A ciò si aggiunga un sistema di aria condizionata studiato per creare le condizioni climatiche ideali intorno al posto guida, racchiuso come in una bolla ed esente da disturbi causati da getti d’aria diretti.


TESTIMONIANZE

(JCB)

COLPO DA MAESTRO Un escavatore JS300, venduto dal concessionario JCB Piolanti, è all’opera nelle cave della Cooperativa Trasporti Imola

quello messo a segno da Piolanti che, a pochi mesi dal suo ingresso nella rete distributiva JCB, ha piazzato una macchina decisamente importante, come l’escavatore cingolato JS300, presso le cave della Cooperativa Trasporti Imola. La vendita dell’heavy duty è infatti uno dei “colpi” messi a segno dalla storica realtà imprenditoriale forlivese che a inizio 2016 è diventata dealer del costruttore britannico per le province di Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Diretta dai fratelli Angelo e Giacomo Piolanti, dal 1979 la società è attiva nei settori dei veicoli industriali e della filiera del calcestruzzo e la recente partnership con JCB ha segnato l’ingresso anche nel mondo delle macchine movimento terra. Un sodalizio che, alla luce dei primi risultati, pare orientato verso un futuro decisamente roseo.“Siamo molto soddisfatti di come sta procedendo il nostro rapporto di partnership con JCB”, commenta Angelo Piolanti, amministratore della società,“a soli pochi mesi dall’essere diventati concessionari ufficiali i risultati sono assolutamente positivi, sia per il numero che per le tipologie di macchine vendute, di cui diverse di gamma pesante come appunto il

É

UN LAVORO ben fatto

“Siamo orgogliosi di essere arrivati a questo risultato, con una macchina così importante, dopo soli sei mesi di attività come concessionario. Il successo di questa trattativa è dipeso, in primo luogo, dal fatto che la Cooperativa Trasporti Imola, cliente che ci conosce da tempo, si è fidata di noi e della nostra organizzazione. Ovviamente ha pesato molto anche la qualità dell’escavatore JCB, che il cliente ha avuto modo di valutare con attenzione e anche di provare direttamente in fase di selezione. Questa credibilità che abbiamo costruito nel tempo ci dà molta forza nel portare avanti i nostri progetti. Un altro fattore importante della trattativa è stata la nostra capacità di andare incontro alle esigenze specifiche del cliente per altri aspetti commerciali che solo noi, per dimensioni e struttura organizzativa, potevamo offrire al cliente.” Angelo Piolanti, amministratore della società

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TESTIMONIANZE

all’interno della gamma JCB. Il nuovo escavatore cingolato JS300 heavy duty, rispetto ai modelli precedenti, offre infatti più robustezza, maggiore comfort, una riduzione delle emissioni inquinanti e, soprattutto, un forte risparmio sui consumi di carburante. Il JS300, una macchina da oltre 30 t, è equipaggiato da un motore Isuzu a 6 cilindri da 161 kW di potenza massima ed è conforme alla normativa Stage IIIB/Tier 4 Final. Nella configurazione con avambraccio di 2,5 m e monobraccio standard di 6,2 m, l’escavatore JS300 venduto alla Cooperativa Trasporti Imola”. La macchina in oggetto sta già lavorando con ottimi riscontri presso le cave della Cooperativa, società che dal 1930 ha il suo core business nel settore estrattivo, ma che è attiva anche nell’agricoltura, con oltre mille ettari di coltivi e 76 ettari di vigneti. La Cooperativa Trasporti Imola ha investito su una macchina di spicco

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Il percorso

L’accordo commerciale con JCB rappresenta solo l’ultima tappa di un percorso lungo e articolato Il Gruppo Piolanti nasce nel 1979 come attività di vendita di ricambi per autocarri e per il settore calcestruzzo, movimento terra e cave. In pochi anni questa prima fase è sfociata nell’attività di distribuzione di veicoli industriali, sancita da accordi commerciali importanti con marchi di riconosciuto prestigio. Questa evoluzione ha portato a scindere le attività Piolanti in due distinte unità operative: una dedicata alla ricambistica e l’altra alla vendita. Parallelamente l’azienda ha iniziato a vivere una prima proiezione commerciale anche su alcuni importanti mercati esteri. Con il 2009 ecco la decisione di creare ufficialmente una business unit dedicata al segmento automotive, Piolanti Truck, cui è stata affidata la vendita e assistenza per veicoli commerciali e industriali e che, al contempo, è diventata concessionaria Mercedes-Benz. Il 2013 ha rappresentato un altro punto di svolta per il Gruppo, grazie all’apertura della nuova filiale di Santarcangelo di Romagna, l’avvio dell’attività di vendita di veicoli commerciali leggeri e un nuovo accordo di distribuzione, con Cifa. Il 2016 ha visto l’ingresso nel mondo JCB.


Da sinistra: Livio Piolanti, fondatore della Piolanti; Nicola Fiore, responsabile produzione CTI; Angelo Piolanti, amministratore dell’omonima società; Michele Montalti, funzionario commerciale Piolanti

AFFINITÀ elettive “JCB ci ha convinto sin dai primi contatti per la professionalità dei suoi referenti, il prestigio di un marchio conosciuto e stimato in tutto il mondo, l’eccellenza e la profondità della sua gamma e la grande reattività della sua struttura aziendale.

A contare, non ultimo, è stata anche una certa prossimità filosofica nello spirito delle due aziende, entrambe ancora saldamente in mano alle famiglie dei fondatori dopo tanti anni di attività e, nel caso di JCB, pur avendo acquisito tutto il respiro e l’importanza

di una realtà multinazionale. La decisione di lavorare insieme è stato un passaggio pressoché naturale”. Le parole di Angelo Piolanti evidenziano i presupposti sui quali è nata la collaborazione tra il costruttore britannico e il distributore italiano.

JCB garantisce una forza di scavo della benna di 253,6 kN e una forza di richiamo massima dell’avambraccio di 173,1 kN. La macchina è inoltre caratterizzata da una nuova forma della biella di collegamento che consente di aumentare la profondità di scavo verticale. Di fronte a tali caratteristiche operative ci si deve aspettare un adeguato livello di comfort e anche in questo caso la proverbiale serietà JCB non tradisce. Il nuovo JS300 monta la più recente cabina JCB, caratterizzata da un maggiore isolamento acustico e da una migliore rigidità strutturale, fattori che, in combinazione a tutta una serie di nuovi accorgimenti costruttivi, contribuiscono a contenere il livello di rumorosità esterna a soli 70 dB(A). ❑ JCB SPA via Enrico Fermi 16 20090 Assago (Mi) Tel. 0248866401 www.jcb.it MACCHINE CANTIERI 5.0

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FIERE

S

ono stati 84.000 i visitatori che hanno raggiunto la quattro giorni di Samoter, Transpotec Logitec e Asphaltica in quel di Verona, dal 22 al 25 febbraio scorso. I più erano italiani, ovviamente, ma Veronafiere e Fiera Milano hanno rilasciato un comunicato stampa congiunto con il quale hanno indicato in 86 le Nazioni di provenienza dei visitatori. LE DICHIARAZIONI UFFICIALI “Il nostro obiettivo quali organizzatori di fiere è quello di realizzare manifestazioni in grado di essere strumenti di business e promozione efficaci a servizio di un intero settore” ha dichiarato con soddisfazione Maurizio Danese, Presidente di Veronafiere, alla conferma dei dati di accesso alla manifestazione. “Il comparto delle macchine per costruzioni ha attraversato negli ultimi anni una delle più profonde crisi di sempre e Samoter 2017, insieme ad Asphaltica, ha rappresentato quindi sia una sfida che una grande responsabilità nei confronti delle imprese che hanno creduto con noi nel progetto di rilancio iniziato nel 2014. Il ritorno di numerose grandi case costruttrici, molti affari conclusi agli stand, operatori in crescita a livello quantitativo e qualitativo e aumento dei buyer esteri danno il segno del successo di questo 30° Samoter che guarda già

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SAMOTER

84.000 PER


VERONA

con ottimismo alla prossima edizione”. Ricordiamo che qui Maurizio Danese parla di Samoter e Asphaltica tralasciando Transpotec Logitec non per dimenticanza ma perché a organizzare quest’ultimo non è stata Veronafiere ma Fiera Milano. E non a caso giunge anche la dichiarazione di Roberto Rettani, Presidente Fiera Milano: “La scelta di lavorare insieme,

A Samoter, Transpotec Logitec e Asphaltica sono stati 84.000 gli ingressi registrati. Si può parlare di successo? Si.

di fare sistema e attivare sinergie con Veronafiere ha sicuramente portato i suoi frutti visti i risultati raggiunti dalle tre manifestazioni. L’edizione di Transpotec, in particolare, è per Fiera Milano una conferma del percorso intrapreso tre edizioni fa. I numeri dell’evento, l’ottimismo e la generale soddisfazione che si è respirata nei padiglioni confermano indiscutibil-

Giovanni Mantovani, Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario di Stato del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Maurizio Danese

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FIERE

veicoli pesanti sulle nostre strade è ancora Euro 3, quindi si avvicina paurosamente al decennio di attività su strada. Sulle macchine operatrici i dati sono più incerti, ma se vogliamo lasciare spazio alle testimonianze visuali di chi scrive, vedo in giro sicuramente più cantieri, ma che in questi vi operino macchine nuove o recenti non è – ahimè – affermazione che coincide con la realtà dei fatti. Oggi si vedono ancora all’opera gloriosi escavatori Fiat Hitachi o terne che hanno contribuito alla ricostruzione post bellica, che onestamente farebbero una più bella figura al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano che sulle nostre strade. Il secondo fattore che ha influito non poco sulle vendite è rappresentato dagli aiuti statali quali il superammortamento del 140% e la

mente la manifestazione come la più importante e partecipata occasione di business per gli operatori del comparto in Italia. Il reale interesse dimostrato dal pubblico in fiera per le proposte delle aziende, che si è spesso tramutato in contratti, è frutto della ripresa e della nuova consapevolezza degli operatori ma anche segnale della volontà di rinnovare il parco macchine, offrendo un concreto contributo allo sviluppo dell’intero Sistema Paese, in termini di efficienza ed ecosostenibilità”. ALCUNE CONSIDERAZIONI Ma se queste sono le dichiarazioni ufficiali, quali considerazioni si possono trarre da questo successo (perché di successo si tratta, questo è indubitabile)? Scontata quella della conferma che i tre settori – movimento terra, trasporto e cantieri stradali – siano in ripresa. Più che altro vale la pena ragionare su come e in che misura lo siano. Stando ai numeri delle vendite di macchine e veicoli resi noti sia dai Costruttori che dalle associazioni, siamo di fronte a mercati che risalgono con percentuali a doppia cifra: e se da una parte risalire a due cifre è facile se

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si parte da una situazione a dir poco stagnante, è anche vero che la doppia cifra in questione si è attestata nel 2016 su un 2015 che aveva comunque già dato segnali di crescita. Possiamo quindi affermare che l’edilizia e il trasporto in Italia stiano nuovamente tornando a far girare l’economia? In parte si. In parte va comunque ammesso l’aiuto a questi incrementi di vendita da parte di due fattori che a volte rimangono un po’ nell’ombra delle considerazioni ufficiali: il primo è che in Italia il parco mezzi circolante (sia del trasporto che delle macchine operatrici) è vecchio (per non dire vetusto). Per esempio oltre il 60% dei

Legge Sabbatini. Inutile ricordare qui di cosa si tratta, ma è giusto ammettere che l’impennata nelle vendite degli ultimi tre mesi del 2016 coincide in parte anche con l’incertezza del non poter usufruire, nel 2017, di queste agevolazioni. Quindi qualcuno ha messo mano al portafoglio per questo motivo, senza il quale non avrebbe affrontato l’investimento.Va da se che la riconferma di tali agevolazioni anche per il 2017 fa sicuramente comodo al mercato, in ogni caso. IN CONCLUSIONE Nonostante tutte le considerazioni di cui sopra la manifestazione scaligera


tradizione italiana, saremo gli artefici della nostra ripresa. Impariamo la lezione che il mercato è pervaso da nuova voglia di fare e nuova fiducia e non facciamoci prendere dal panico alla vista di possibili nuvole che potrebbero oscurare il cielo.AVeronafiere e Fiera di Milano infine rivolgiamo una richiesta: il 2017 ha portato anche grazie alla vostra opera la rinascita in tre settori che sono stati fino al 2008 tre pilastri dell’economia nazionale.

Ben lungi da quei momenti di gloria, oggi sappiamo con certezza però che sono tre settori vivi e potenzialmente in grado di riprendersi il ruolo che spetta loro nell’economia nazionale. Non lasciate che nei due o tre anni che ci separano dalla prossime edizioni delle manifestazioni i settori cadano nell’oblio: sosteneteli con iniziative ad hoc che, inutile dirlo, terranno viva anche la memoria delle manifestazioni stesse. ❑

ha comunque rappresentato un giro di boa. Forse i soldi pubblici non ci saranno, il patto di stabilità ci porrà dei freni, ma se c’è una, e forse la più importante, lezione che si poteva imparare a Verona è stata quella della consapevolezza che il mercato può farcela anche da solo. Bando quindi alle esitazioni legate a cosa faranno i politici nostrani ed europei, alle elezioni o a cosa succederà quando la Brexit diventerà veramente operativa, o se mai partiranno le grandi opere. Partiamo dall’idea che non sarà il Governo o l’Europa a salvarci il cosiddetto lato B. Saremo noi stessi che, rimboccandoci le maniche in piena MACCHINE CANTIERI 5.0

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Innovazioni JCB ACCESS

Il sollevamento ha JCB entra con slancio nel settore del sollevamento di persone con una gamma di nove piattaforme elettriche a pantografo che costituiscono il nucleo di una gamma ben più ampia, che sarà completata nel corso del 2017 con modelli sia a braccio articolato che telescopico DI EMANUELA PIROLA • FOTO DI EMANUELA PIROLA E JCB PHOTO GALLERY

L

a notizia è di quelle che raramente accadono due volte in un anno, ed è presto detta: JCB ha annunciato di voler entrare nel segmento dei lavori in quota con una propria gamma di piattaforme aeree che andranno ad affiancarsi ai sollevatori telescopici. Negli ultimi due anni l’azienda ha segretamente sviluppato e progettato una gamma di macchine per l’accesso aereo. A gennaio, per la prima volta, sono stati presentati nove nuovissimi modelli di piattaforme aeree elettriche a pantografo. Un’entrata in grande stile (per non dire a gamba tesa) in un settore dove finora il Costruttore inglese non era per niente presente o, se lo era, solo marginalmente con i cestelli portapersona che equipaggiano i suoi sollevatori telescopici. Ingresso con il botto, dicevamo, perché non solo sono stati presentati in anteprima mondiale i 9 modelli di scissor elettriche,

S1930E FAST SPECH

Altezza massima 5,8 m Altezza di lavoro max raggiungibile 7,8 m Dimensioni cesta 1,64×0,76×1,1 m Capacità di carico 230 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) /

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ma è stato anche annunciato che entro fine 2017 a queste si affiancheranno altri 18 modelli di piattaforme, ossia 5 telescopiche, 10 articolate nonché 3 ulteriori scissors rough terrain a propulsione diesel, per una gamma composta complessivamente da 27 diversi modelli. Questa straordinaria novità è stata concepita per guadagnare una fetta di un mercato con previsione di vendita di


un nuovo player S1530E FAST SPECH

Altezza massima 4,6 m Altezza di lavoro max raggiungibile 6,6 m Dimensioni cesta 1,64×0,76×1,1 m Capacità di carico 280 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) /

S2046E FAST SPECH

Altezza massima 6,3 m Altezza di lavoro max raggiungibile 8,3 m Dimensioni cesta 2,25×1,15×1,1 m Capacità di carico 550 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) 2

130.000 unità ogni anno e un fatturato annuo di 8 miliardi di dollari. Le piattaforme aeree sono ormai diffuse in tutto il mondo in applicazioni che richiedono un accesso temporaneo per lo svolgimento di lavori in quota, segnatamente nei cantieri. UNA DICHIARAZIONE D’INTENTI PRECISA. “Il mercato dell’accesso aereo è un mercato mondiale a tutti gli effetti, che offre enormi opportunità di crescita per JCB. È un mercato pronto ad MACCHINE CANTIERI 5.0

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Innovazioni JCB ACCESS

S1930E FAST SPECH

Altezza massima 5,8 m Altezza di lavoro max raggiungibile 7,8 m Dimensioni cesta 1,64×0,76×1,1 m Capacità di carico 230 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) /

GAMMA COMPLETATA JCB ha completato anche la propria gamma di cestelli per piattaforme aeree utilizzabili con quattro dei suoi sollevatori telescopici. I cestelli per piattaforme di JCB consentono al personale di lavorare fino a un’altezza di 20,3 m con uno sbraccio massimo di 11,63 m. Le caratteristiche principali dei cestelli per piattaforme aeree sono tre capacità di carico di

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365 kg, 500 kg e 1.000 kg; utilizzo su sollevatori telescopici da 14, 17, 18 e 20 m; design completamente conforme a EN280; meccanismo di rotazione del cestello a velocità costante e blocco dell’assale posteriore per ottimizzare la stabilità. A seconda del modello, le macchine sono disponibili con un’ampia scelta di sistemi di controllo a leva singola o a più leve. I cestelli sono dotati di radiocomando per offrire flessibilità quando si lavora in quota e per evitare il cablaggio del carrello. Sono presenti un interblocco sul freno di stazionamento e stabilizzatori della macchina, prima che questa passi alla “modalità piattaforma” tramite la transizione di una chiave con transponder dalla macchina al radiocomando.

accogliere un nuovo fornitore con la capacità di offrire un’assistenza sul prodotto ai vertici della categoria con disponibilità 24 ore su 24. 770 concessionari JCB e 2.200 depositi possono garantire l’assistenza che i clienti globali si aspettano” ha dichiarato Lord Bamford alla presentazione delle nuove piattaforme elettriche a pantografo. I nuovi prodotti di accesso aereo JCB, progettati internamente per soddisfare le esigenze delle società di noleggio e degli appaltatori in tutto il mondo, saranno inizialmente offerte nel Regno Unito, in Francia, in Germania e Nord America a partire da fine marzo. Ma crediamo di poter presto annunciarne la vendita anche in Italia. LE CERTIFICAZIONI NON MANCANO. La gamma JCB Access è stata certificata da TUV, che garantisce i più alti standard di qualità del prodotto oltre alla piena conformità alle più recenti normative


ANSI e CSA. “I clienti di questo settore dispongono ora di un’alternativa di grande credibilità, con una gamma di prodotti progettati e certificati secondo uno standard di livello superiore” ha dichiarato ancora Lord Bamford. “Siamo entusiasti delle possibilità che essa offre ai clienti del settore del noleggio, che conosciamo già molto bene.” Nel frattempo la rete dei concessionari JCB nel Mondo sta ricevendo l’adeguata formazione di vendita e assistenza per garantire un servizio di supporto di prima classe sulle varie gamme delle piattaforme di accesso aereo. Il sistema telematico LiveLink di JCB sarà ovviamente integrato di serie su tutti i bracci, mentre sarà disponibile come opzione sulle piattaforme a pantografo. LA GAMMA IN UNO SGUARDO. Entro fine 2017 JCB commercializzerà attraverso la nuova business unit JCB Access 9 sollevatori a pantografo elettrici e tre

diesel da 4,6 m a 13,8 m; 5 bracci articolati (quattro diesel e uno elettrico) da 14,9 m a 24,6 m e 10 bracci telescopici diesel da 20,6 m a 41,6 m. Il peso delle piattaforme a pantografo è compreso tra 1.330 kg e 3.366 kg. I due modelli più piccoli (S1530E e S1930E) sono dotati di piattaforme da 1,64 m di lunghezza e 0,76 m di larghezza, mentre tutti i modelli di dimensioni maggiori montano piattaforme da 2,5 m di lunghezza, ad eccezione del modello più grande S4550E che è caratterizzato da un’area di lavoro di lunghezza pari a 2,64 m. Le macchine sono caratterizzate da una capacità nominale di carico del cestello di 227 kg fino a un massimo di 550 kg. Le piattaforme elettriche a pantografo sono alimentate da quattro batterie da 6 V o 12 V, con azionamento idraulico. Successivamen-

S2032E FAST SPECH

Altezza massima 6,3 m Altezza di lavoro max raggiungibile 8,3 m Dimensioni cesta 2,25×0,81×1,1 m Capacità di carico 380 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) /

Il sollevamento ha un nuovo player S2632E FAST SPECH

Altezza massima 8,1 m Altezza di lavoro max raggiungibile 10,1 m Dimensioni cesta 2,25×0,81×1,1 m Capacità di carico 250 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) /

te, nel corso del 2017, saranno introdotti tre modelli diesel. QUALCHE DETTAGLIO DEI PROSSIMI MODELLI. Come anticipato poc’anzi, nel 2017 JCB introdurrà nuovi modelli che si affiancheranno alle nove scissors elettriche: nella fattispecie si tratta di quattro piattaforme a braccio articolato, con altezze operative comprese tra 14,9 e 24,6 m. Tutti e quattro i modelli saranno equipaggiati con la trazione integrale sulle quattro ruote e due ruote sterzanti, garantendo una pendenza massima superabile fino al 40% e una velocità massima di guida con piattaforma in posizione di massimo richiamo fino a 7 km/h. A ciò si aggiungerà, nel terzo trimestre dell’anno, un modello con braccio articolato elettrico AJ45E con altezza piattaforma di 13,7 m. Il modello elettrico sarà equipaggiato con MACCHINE CANTIERI 5.0

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Innovazioni JCB ACCESS

Il sollevamento ha un nuovo player S2646E FAST SPECH

Altezza massima 8,1 m Altezza di lavoro max raggiungibile 10,1 m Dimensioni cesta 2,25×1,15×1,1 m Capacità di carico 450 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) 2

S3246E FAST SPECH

Altezza massima 10 m Altezza di lavoro max raggiungibile 12 m Dimensioni cesta 2,25×1,15×1,1 m Capacità di carico 320 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) /

S4046E FAST SPECH

Altezza massima 11,9 m Altezza di lavoro max raggiungibile 13,9 m Dimensioni cesta 2,25×1,15×1,1 m Capacità di carico 320 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) /

S4550E FAST SPECH

Altezza massima 13,8 m Altezza di lavoro max raggiungibile 115,8 m Dimensioni cesta 2,64×1,15×1,1 m Capacità di carico 227 kg Persone in cesta (uso indoor) 2 Persone in cesta (uso outdoor) /

trazione a due ruote motrici e due ruote sterzanti, per una pendenza massima superabile fino al 30%. Il braccio articolato AJ50D diesel sarà azionato da un motore Perkins, mentre gli altri tre modelli articolati e tutti i modelli telescopici utilizzano il motore JCB by Kohler già collaudato su molte delle macchine compatte di JCB. Questi motori soddisfano tutte le normative sulle emissioni Tier 4 Final, risultando quindi perfettamen-

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te idonee per il mercato nordamericano ed europeo. Le capacità di carico varieranno da 227-250 kg, sufficienti per ospitare due occupanti equipaggiati delle necessarie attrezzature. Nel corso del 2017 sarà aggiunta anche una gamma di 10 bracci telescopici diesel con altezze piattaforme comprese tra 20,6 e 45,6 m. Le tre gamme di modelli (scissors, articolate e telescopiche) presenteranno numerosi componenti in comune. ❑

Da destra, Lord Bamford con il figlio George alla presentazione della nuova divisione JCB Access


Storia

Il mito è senza età

MERCEDES-BENZ

L’Unimog ha rivoluzionato lo sviluppo dei trattori agricoli (e dei relativi attrezzi), dei veicoli ad uso municipale e di quelli adibiti al servizio di manutenzione stradale DI CRISTIANO PINOTTI • FOTO DI DAIMLER PHOTO GALLERY

N

elle aree più avanzate la popolazione è sempre più longeva. Gli ultrasessantenni spesso sono dei giovanotti che fanno palestra, corrono nei parchi e danno più che una mano a figli e nipoti. Se, alle nostre latitudini, questo è un dato di fatto per la “specie umana” , risulta più sorprendente osservare come anche un prodotto industriale possa “invecchiare” alla grande, come un buon vino, in continuo miglioramento. È quanto accade all’Unimog Mercedes che, incredibile ma vero, compie 70 anni. Per fe-

steggiare adeguatamente un compleanno così prestigioso, ripercorriamo i primi passi di una macchina che ha rivoluzionato il concetto stesso di veicolo multifunzione. Oggi, lo ricordiamo, l’Unimog presenta una molteplicità di versioni in funzione degli specifici settori di impiego: porta-attrezzi per l’utilizzo nel corso di tutto l’anno, porta-attrezzi per uso in fuoristrada, nell’industria energetica, nel servizio antincendio boschivo e in applicazioni non civili. Ma è tempo di guardare indietro, di capire com’è nato questo autentico mito.

L’IDEA DI BASE. La nascita dell’Unimog è strettamente legata alla difficile situazione del periodo post-bellico, durante il quale la popolazione tedesca deve affrontare gravi problemi di approvvigionamento. Il 1945 e il 1946 sono infatti segnati da un’assoluta precarietà di mezzi di sostentamento.

PER NEVE E GHIACCIO Veicolo poliedrico per eccellenza, l’Unimog ovviamente si esalta nelle stagioni invernali, rivelandosi un mezzo indispensabile per combattere neve e ghiaccio. È quanto accade a Leogang, nel Salisburghese. Nel comprensorio sciistico le temperature toccano anche i -20°C e le abbondanti nevicate sono all’ordine del giorno. I mezzi spazzaneve sono spesso all’opera fin dalle prime ore del mattino. Risulta quindi indispensabile disporre di tecnologie affidabili e sofisticate, come quelle di cui si avvale

la municipalità di Leogang, che nel 2016 ha acquistato un U 430 con quattro ruote sterzanti, Electronic Quick Reverse e alleggerimento della lama sgombraneve. Se l’importanza delle quattro ruote sterzanti è evidente, l’Electronic Quick Reverse garantisce rapidità nel passaggio tra le marce avanti e le tre retromarce. Ulteriore importante highlight è l’alleggerimento della lama sgombraneve, che l’Unimog effettua grazie all’impianto idraulico facendo in modo che una parte del peso della lama venga trasferita

all’asse anteriore. Con questa soluzione aumenta la trazione sull’asse anteriore, si riduce l’usura della lama, oltre a prevenire eventuali danni al manto stradale e ridurre le emissioni sonore.

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Storia MERCEDES-BENZ

È proprio questa la cornice in cui Albert Friedrich, per molti anni responsabile dello sviluppo dei motori aeronautici in DaimlerBenz AG, idea un veicolo agricolo a motore in grado di accrescere la produttività nel settore. Il 1945 è fondamentale per l’ideazione dell’Unimog e la sua realizzazione. Nel giugno di quell’anno Albert Friedrich fa ritorno a Stoccarda-Untertürkheim. Intende dare il proprio contributo alla ricostruzione di Daimler-Benz AG ed allo stesso tempo tradurre in realtà la propria idea di veicolo agricolo a motore. Il 4 agosto del 1945, un costruttore di Daimler-Benz AG fa il primo schizzo di questo veicolo sotto la guida di Friedrich. Questo primo progetto viene poi rielaborato e il 7 settembre 1945 è presentato al Board, senza tuttavia suscitare particolare interesse. DA SOGNO A REALTÀ. Friedrich ha però consolidato i rapporti con Erhard & Söhne, azienda di Schwäbisch Gmünd che si occupava della lavorazione del metallo. A dicembre 1945 il reparto “L” (da Landwirtschaft, agricoltura) riesce a tradurre in realtà il progetto. Friedrich passa il testi-

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mone al suo ex collaboratore, il costruttore Heinrich Rößler, che subentra il 2 gennaio 1946. Nel giro di poche settimane viene sviluppato un nuovo progetto, in cui il blocco motore/cambio è disposto leggermente a destra, rispetto alla mezzeria del veicolo. In questo modo, i tubi di spinta (a protezione degli alberi di trasmissione) possono occupare una posizione perpendicolare rispetto agli assi. Di conseguenza bastano solo quattro giunti sull’intera trasmissione del veicolo. Si tratta di una soluzione geniale,

In 70 anni, 30 serie di Unimog hanno lasciato le linee di produzione per un totale di circa 340.000 esemplari. Nessun altro veicolo industriale può essere impiegato come, macchina agricola, portattrezzi, truck, veicolo antincendio, autobus e macchina operatrice.

UNIMOG PER ENEL Lo scorso anno il più importante operatore elettrico italiano ha arricchito la propria flotta con 40 Unimog U218 con piattaforma Scorpion 15 Oil&Steel e otto Atego 4x4 con gru PM 20 SP e cassone fisso

L’emergenza in Italia è, purtroppo, una realtà quotidiana e anche il settore elettrico non fa eccezione. Proprio per affrontare queste problematiche, Enel si è dotata di 40 nuovi Unimog U218 equipaggiati con piattaforma Scorpion 15 Oil&Steel e otto Atego 4x4 con gru PM 20 SP. Un

“pacchetto macchine” che è andato ad arricchire una flotta che conta già 70 Unimog U20, 220 Atego e 150 Sprinter, oltre a due Unimog U500L con piattaforma isolata a 3.000 v. Prima che Unimog facesse il suo ingresso nel parco mezzi di Enel, per avvicinare i luoghi critici e difficilmente accessibili,


• Possibilità di montare attrezzi sulla parte anteriore e posteriore, nonché al centro • Prese di forza anteriore, centrale e posteriore • Presa di forza per attrezzi IL PASSO FINALE Nel marzo del 1946, Hans Zabel di Gaggenau, che aveva preso parte al progetto fin dall’inizio, inventa il termine Unimog (Universal-Motor-Gerät, veicolo universale a motore). Il 9 ottobre 1946, il prototipo 1 dell’Unimog completa il suo primo giro di prova. È il responsabile della produzione Heinrich Rößler in persona a sedersi al volante e provare i prototipi, ancora senza ancora oggi in uso, a 70 anni di distanza, per gli Unimog ad alta mobilità della serie U 4023/U 5023. Da gennaio a marzo 1946 viene fissata anche la definizione di ‘veicolo multifunzione a motore’. Rispetto alle tecnologie adottate per i trattori dell’epoca, il nuovo mezzo può contare su numerosi highlight innovativi. Tra questi: • Velocità massima: 50 km/h (il doppio rispetto ad un trattore) • Assi dotati di sospensioni a molle elicoidali • Trazione integrale e bloccaggio del differenziale anteriore e posteriore • Freni su asse anteriore e posteriore (solo posteriore per trattori) • Cabina a due posti con copertura chiusa e sedili imbottiti • Superficie di carico ausiliaria sopra l’asse posteriore (portata: 1 t) • Ripartizione statica del carico: 2/3 sull’asse anteriore, 1/3 su quello posteriore

le squadre di pronto intervento erano costrette a faticose marce a piedi, portando sulle spalle le scale e tutto il materiale necessario alle riparazioni. “Lì dove i mezzi tradizionali si devono arrendere, entra in gioco il nostro Unimog”, ha dichiarato Guido Corradi, Responsabile Veicoli Speciali Mercedes-

Benz Italia. “Un veicolo inarrestabile, in ogni condizione di clima e terreno, dotato di una straordinaria versatilità”. Nello specifico l’Unimog U218 presenta la trazione integrale 4x4 permanente con 3 bloccaggi dei differenziali; motore Euro 6 da 130 kW (177 CV); cambio a 8 marce avanti

e 6 retro con comando elettropneumatico e con scelta automatica della marcia; assi a portale con sospensioni a molle elicoidali e ammortizzatori; freni a disco su tutte le ruote con ABS a 4 canali; cabina in materiale composito esente da corrosione con aria condizionata.

cabina ma completamente carichi di legna, su impervie strade tra i boschi nei pressi di Schwäbisch Gmünd. Da quel momento è solo crescita e implementazione. Già nel 1954 il veicolo universale a motore per uso agricolo può essere dotato di 66 diversi attrezzi. La storia dell’Unimog, la cui produzione viene trasferita nel 1951 nel centro dedicato ai veicoli industriali di Gaggenau, è da sempre all’insegna del cambiamento e dell’evoluzione tecnica. Ad oggi 30 sono le serie ad aver lasciato le linee per un totale di circa 340.000 esemplari. ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

VF VENIERI

PANORAMICHE E RISPARMIOSE tiamo parlando delle nuove pale gommate (in particolare dei modelli 7.63C e 9.63C) proposte da VF Venieri al recente Samoter, che puntano sulla massima efficienza e pensano alla qualità del lavoro attraverso una cabina tanto rivoluzionaria quanto confortevole. Con cinematismo di ultima generazione riprogettato per

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garantire la massima forza di strappo - e contrappeso studiato per ottenere angoli di attacco alti, proteggere i fari, garantire la massima manovrabilità ed evitare che il terreno si attacchi operando in fuoristrada - le nuove Venieri si caratterizzano per l’assale anteriore che integra il freno di stazionamento negativo e l'assale posteriore oscillante (con escursio-

È il nuovo sistema di monitoraggio satellitare Venieri che consente di aumentare la produttività fornendo informazioni dettagliate

sulla flotta e le attrezzature. Venieri Global offre un'incredibile quantità di dati per garantire i massimi livelli prestazionali e una maggiore efficienza

Filippo Muccinelli Venieri, Direttore Generale della società

economica. Venieri Global consente di gestire la flotta, monitorare ogni macchina e controllare lo stato di tutte le macchine.

ne di 25°), sostenuto da supporti esenti da manutenzione. Si tratta ovviamente di elementi Heavy Duty con riduttori finali epicicloidali su ciascuna ruota, in cui la ripartizione del movimento ai due assali avviene tramite alberi cardanici. Il differenziale autobloccante automatico agisce sull’assale anteriore (opzionale sul posteriore). La trasmissione è idrostatica a regolazione automatica di potenza in circuito chiuso con pompa e motore a cilindrata variabile. Il cambio meccanico prevede due velocità di lavoro e altrettante di trasferimento. La velocità massima è di 40 km/h.


DATI TECNICI Modello 7.63C 9.63C Motore Deutz TCD 3.6 L4 Deutz TCD 3.6 L4 Potenza massima 78 kW (106 CV) 94,5 kW (128 CV) Coppia massima 410 Nm 480 Nm Cinematismo a “Z” a “Z” Trasmissione idrostatica a regolazione automatica Cambio 2 marce Assali Heavy Duty (assale posteriore oscillante) Sterzo con idroguida load sensing Impianto idraulico due pompe load sensing Portata massima 105 l/min (130 l/m con high flow) 155 l/min Forza di strappo 9.100 kg 8.600 kg Peso operativo 7.860 kg 9.000 kg

L'impianto idraulico è strutturato con due pompe a ingranaggi. La prima è dedicata al circuito pala e allo sterzo con valvola Load Sensing; la seconda al circuito della ventola con doppia velocità di rotazione. Il distributore modulare è a due sezioni con valvola generale. Completano l'impianto idraulico: martinetti a doppio effetto, radiatore di raffreddamento olio e filtro a portata totale sul circuito di ritorno. Il motore è un 4 cilindri in linea Deutz TCD 3.6 L4 sovralimentato - da 78 kW (modello 7.63C) e 94,5 kW (modello 9.63C) e coppie di 410 e 480 Nm - con iniezione common-rail, ricircolo dei gas di scarico EGR e catalizzatore ossidante (DOC) per il rispetto delle norme Stage IIIB/Tier 4i. Motore a tutte prestazioni, affidabilità e durata, si mette in luce per un consumo specifico minimo di soli 210 g/kWh. Nel Deutz adottato daVenieri la polveriz-

zazione del combustibile raggiunge infatti pressioni di iniezione di 1.600 bar a tutto vantaggio di una migliore efficienza di combustione del gasolio con conseguente riduzione dei consumi e aumento di coppia e potenza. Mentre il filtro DOC, posizionato sopra al motore, è un catalizzatore che reagisce per contatto con i gas di scarico, trasformando le sue principali componenti in sostanze non dannose per l’ambiente. A differenza del FAP (Filtro antiparticolato) non richiede reagenti ed è esente da manutenzione.

Per evitare consumi improduttivi, il motore è gestito in modo completamente elettronico ed eroga la potenza solo quando necessario. Ma guardando le nuove macchine Venieri quello che davvero stupisce è la cabina, un “ambiente di lavoro sferico”, come lo definisce Filippo Muccinelli Venieri, Direttore Generale della società,“che garantisce una visibilità a 360° e offre la visuale ottimale per lavorare con la massima efficienza, permettendo il controllo visivo e operativo totale su qualunque attrezzatura installata”. Grazie all’utilizzo di materiali fonoassorbenti di nuova concezione e di speciali supporti in gomma antivibrazioni, il rumore è stato ridotto a soli 70 dB, mentre il nuovo impianto di aerazione (con climatizzatore automatico o condizionatore) garantisce all’operatore un comfort automobilistico. La portiera a doppia apertura consente di lavorare con il vetro superiore aperto, senza sporgenze fuori sagoma. Funzionalità, stile e design si fondono quindi in un ambiente di lavoro superlativo, ricco di scomparti portaoggetti e che si può ulteriormente impreziosire con optional quali il vivavoce Bluetooth. Avanzata anche l'interfaccia uomo-macchina che controlla le prestazioni della pala e comunica con l’operatore tramite un ampio e dettagliato schermo LCD. La componentistica elettronica è stata posizionata in una camera a tenuta stagna, ricavata nel telaio cabina, accessibile solo dall’interno dell’abitacolo, di facile accesso e completa di tutte le prese per la diagnostica. ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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MINOR PESO, MINORI COSTI, MAGGIORE EFFICIENZA MIGLIORA IL TUO PROGETTO E RIDUCI LE EMISSIONI DI CO2 CON SSAB ECOUPGRADED Insieme ai propri clienti, SSAB lavora constantemente per migliorare i materiali e la progettazione di diverse applicazioni. Passando agli acciai altoresistenziali, si possono ottenere diversi benefici, quali la riduzione di peso, maggiore efficienza nel consumo di carburante e una maggiore vita utile. Tutto questo contribuisce a ridurre l’impatto ambientale del prodotto.

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TESTIMONIANZE

(SCANIA)

COSTRUIRE IL FUTURO Il tour per il cava cantiere organizzato da Scania ha coinvolto 21 concessionarie, 26 master driver, 100 cave e oltre 200 aziende

numeri dell'iniziativa organizzata per dimostrare il valore della soluzione Scania nel settore cava cantiere sono a dir poco impressionanti. Nei 188 giorni del tour, Scania, che ha messo a disposizione due CB8x4 EHZ da 450 CV, ha voluto offrire agli operatori l’opportunità di provare in prima persona la qualità delle proprie soluzioni in questo settore. “I numeri positivi dell’iniziativa Costruire il Futuro Scania Tour sono lo specchio di un segmento che sta mo-

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strando importanti segnali di ripresa, che si sono tradotti in un +52,3% di immatricolato nel 2016 rispetto al 2015”, ha evidenziato Giancarlo Perlini, Responsabile Marketing e Responsabile del dipartimento Sales and Development, Construction, Distribution, P&S di Italscania.“Possiamo ritenerci ampiamente soddisfatti dell’importante adesione all’iniziativa, del forte interesse e dei riscontri molto positivi che abbiamo ottenuto da parte dei diversi operatori intervenuti alle varie tappe nei confronti

Al Transpotec

Appuntamento da non perdere, il Transpotec (Verona, 22-25 febbraio), vedrà una partecipazione Scania di tutto rispetto. Lo stand, all'interno del Padiglione 9, metterà in mostra tutte le soluzioni di trasporto by Scania: dal lungo raggio alle applicazioni speciali, dalla distribuzione al trasporto pubblico, al cava cantiere. Occasione per conoscere a fondo la gamma, compresa la nuova Serie S , il nuovo Opticruise e i sistemi di frenata più avanzati, il Transpotec permetterà anche di confrontarsi con l’innovativo servizio di assistenza e manutenzione “su misura” basato sulle reali condizioni di utilizzo di ogni veicolo. Da segnalare anche la presenza del nuovo ibrido e di un veicolo LNG. Infine spazio alle aree tematiche, senza dimenticare l'area shop dedicata al merchandising Scania Truck Gear.

delle soluzioni Scania per il cava cantiere. L’obiettivo per noi era quello di provare sul campo come Scania, forte di una gamma completa di prodotti e applicazioni, possa essere considerato un player di assoluto riferimento anche nelle applicazioni di trasporto specifico ed in particolare nel mondo del cava cantiere. Un settore in cui abbiamo registrato risultati positivi in termini di volumi: nel 2016, in particolare, abbiamo ottenuto una crescita dell’immatricolato del 67% rispetto al 2015”. Molto positivi i pareri espressi dagli operatori del settore che hanno toccato con mano le performance dei camion nelle reali condizioni di utilizzo e, allo stesso tempo, hanno potuto conoscere i diversi servizi integrati messi a disposizione dall’azienda. Del resto Scania offre una soluzione su misura per ogni specifica applicazione e per consentire ai clienti di raggiungere una redditività sostenibile, prendendo in analisi il tipo di incarico e le condizioni di utilizzo. Concludiamo con un cenno ai veicoli protagonisti di Costruire il Futuro Scania Tour. Come accennato, si tratta di due mezzi d’opera CB8x4 EHZ da 450 CV, 13 litri Euro 6, equipaggiati con tecnologia puro-SCR, abbinata a un cambio opticruise a 12 rapporti e 2 primini in modalità Off road. Notevole il rapporto coppia potenza, uno dei più elevati sul mercato, con una coppia massima di 2.350 Nm tra i 1.000 e i 1.300 giri/min. La manovrabilità del veicolo è garantita dal passo di soli 4.100 mm, mentre l’altezza libera da terra beneficia delle rotocamere rialzate. ❑ SCANIA ITALIA Via di Spini 21, 38121 Trento Tel. 0461996111 www.scania.it

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REPORTTECNICO

SCHAEFF

Crailsheim

IL RITORNO ondata nel 1937 da Karl Schaeff, da piccola officina con sede nella tedesca Langenburg, Schaeff si è dapprima dedicata alla produzione di attrezzi agricoli per poi diventare un punto fermo nel movimento terra. Nel dopoguerra, la pala con attacco dall’alto fu il primo colpo di genio nell’ambito edile. Da allora, e fino agli anni Novanta, le tante innovazioni Schaeff hanno contribuito alla vera e propria mitizzazione del brand in ambito construction. Nel 2001 il marchio è stato acquisito da Terex, dall’ottobre dello scorso anno lo stabilimento di Crailsheim fa parte della famiglia Yanmar e dal primo gennaio 2017 ha assunto la

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La produzione

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denominazione Yanmar Compact Germany. Vicissitudini, gloriose e complesse, preludio di un ritorno in grande stile nei cantieri di tutta Europa. Grazie all’apporto di Yanmar, da Crailsheim riparte la produzione a marchio Schaeff con tre nuove macchine, tutte con motorizzazione Euro IV. Stiamo parlando dell’escavatore Schaeff TW95, del midi Schaeff TC125 e della pala gommata Schaeff TL120. In attesa che la gamma venga estesa nel settore dei miniescavatori, con i modelli Schaeff TC08 e TC10. Entusiastico il commento di Peter Hirschel, Direttore Generale di Yanmar Compact Germany. “Il nome Schaeff è sinonimo di macchine

Il Direttore dello stabilimento Peter Berger ritiene che il ritorno di Schaeff offrirà ottime possibilità per la produzione, che si attesta su livelli di eccellenza. “In questi ultimi anni”, ha affermato, “abbiamo

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trasformato il nostro stabilimento in un moderno centro di produzione, conforme a tutti i requisiti della moderna costruzione di veicoli. I nostri processi produttivi si basano sul sistema di

Crailsheim è lo stabilimento che, con il Centro Ricambi di Rothenburg o.d. Tauber, compone Yanmar Compact Germany. La società dà lavoro a circa 450 collaboratori e propone una gamma composta da 20 modelli compatti.

edili compatte sviluppate e costruite in Germania. Oggi, come sempre è stato, Schaeff è specialista e trendsetter tecnologico del settore, una tradizione che portiamo avanti con Yanmar, con cui siamo felici e orgogliosi di percorrere questa strada”. Il management di Yanmar Compact Germany vede infatti grandi potenzialità nel marchio Schaeff. “Nel settore delle macchine edili, ben pochi altri marchi suscitano emozioni come Schaeff. Schaeff vive dell’entusiasmo dei propri collaboratori, dei propri clienti e dei propri rivenditori: possiamo dire di avere dei veri e propri fan, e queste sono le basi del nostro lavoro”. Prosegue Peter Hirschel: “un ulteriore motivo di soddisfazione risiede nel fatto che anche il nostro Centro Ricambi di Rothenburg fa parte della famiglia Yanmar, il che ci garantisce un buon approvvigionamento di ricambi”. ❑

produzione ideato da Toyota, che punta a migliorare costantemente produttività, qualità e sicurezza sul lavoro. L’obiettivo di perfezionamento dei processi crea un legame molto forte fra

noi e i nostri colleghi giapponesi, e fa sì che ci intendiamo al meglio riguardo a produzione, qualità e logistica. Una base eccellente, quindi, per una proficua collaborazione e per dare forma al nostro futuro!”


DAF CONSTRUCTION I veicoli DAF del segmento Construction si caratterizzano per un notevole angolo di attacco e un’elevata altezza dal suolo. Dotati dei potenti motori PACCAR Euro 6 disponibili fino a 510 CV e robusti telai in acciaio, i veicoli DAF Construction offrono il massimo in termini di durata e portata, ovviamente senza dimenticare il comfort per il conducente.

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REPORTTECNICO

Il ViO27-6 è la soluzione perfetta per i cantieri difficili, i lavori di sistemazione o di creazione di aree verdi

YANMAR CEE

UN MERCATO CHE CONTA Italia per Yanmar CEE è un mercato decisamente importante. La recente vetrina del Samoter ha infatti ospitato la presentazione del nuovo miniescavatoreViO27-6, all'interno di una cornice prestigiosa in cui spiccavano il recente ViO57-6 e la rinnovata gamma dei gommati.

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Partiamo dalle 2,6 t del nuovissimo ViO27-6, che ha fatto il suo esordio proprio alla recente manifestazione veronese. Si tratta di un mini a sporgenza nulla i cui cofani laterali e la parte anteriore del telaio superiore rimangono sempre all’interno dell’ingombro dei cingoli. Com'è facile intuire è dunque


Al Samoter Yanmar CEE ha dato notevole spazio anche alla sua rinnovata gamma degli escavatori e pale gommate

un mezzo particolarmente adatto a lavorare negli spazi ridotti, nelle zone urbane e ovunque un escavatore tradizionale si troverebbe in difficoltà. Il peso contenuto e il sottocarro ultracompatto permettono inoltre un agevole trasporto anche con gli accessori. La cabina beneficia del concetto Yanmar di “Universal Design” pensato per offrire il comfort necessario per una maggiore sicurezza di lavoro, ridurre l’affaticamento dell’operatore e consentire una più elevata produttività. Anche grazie a comandi e interruttori posizionati ergonomicamente per essere facilmente raggiungibili. Per quanto riguarda la potenza non ci sono dubbi. Come tradizione ci troviamo al cospetto di un motore, il 3TNV76, da 15,8 kW e che presenta un sistema di iniezione del carburante migliorato per emissioni più pulite e una rumorosità ridotta, che si accompagnano all'attenzione

I GOMMATI Il produttore giapponese al Samoter ha proposto anche la sua nuova gamma di escavatori e pale gommate già disponibili per il mercato italiano. A tutto comfort, efficienza e produttività, si tratta di macchine che vanno idealmente a completare il portafoglio Yanmar. Nello specifico Yanmar CEE ha esposto i modelli B75W, B95W, B110W, V65, V70S, V80, V100, V120.

verso i consumi. Il circuito idraulico è il VIPPS (ViO Progressive 3 Pump System) che contribuisce ad aumentare le prestazioni e la produttività della macchina. La combinazione della portata delle pompe aumenta la velocità di lavoro, mentre i movimenti dell'escavatore sono regolari e simultanei per tutte le operazioni, anche durante la traslazione. Per quanto concerne la manutenzione i cinque cofani consentono semplici e rapide ispezioni quotidiane. Salendo di categoria, siamo attorno alle 5,5 t, incontriamo un altro girosagoma, il recente ViO57-6, che si caratterizza per un nuovo design del braccio di scavo che non solo limita gli ingombri, ma incrementa del 10% la forza di sollevamento pur con un peso ridotto di 40 kg.Va

DATI TECNICI Modello ViO57-6 ViO27-6 Peso operativo 5.410-5.485 kg 2.570-2.640 kg Profondità di scavo 3.920 mm 2.690 mm Altezza di scarico 4.240 mm 2.830 mm Raggio rotazione posteriore 995 mm 750 mm Motore Yanmar 4TNV84T-ZMBV Yanmar 3TNV76-NBVA1 Potenza 33,4 kW a 2.200 rpm 15,8 kW Forza di scavo (benna) 41,9 kN 23,1 kN Velocità di traslazione 2,2-4,4 km/h 2,8-4,5 km/h Dimensioni 5.510x1.970x2.540 (h) mm 4.470x1.500x2.540(h) mm

inoltre sottolineato come il perno di articolazione sia stato concepito per una maggiore durata. Se la cabina ricalca quanto già visto con il ViO276, sotto il profilo del motore ecco l'unità Yanmar 4TNV84T da 33,4 HP a iniezione diretta che, in collaborazione con un circuito idraulico a portata maggiorata, assicura prestazioni decisamente superiori rispetto alla precedente versione. Notevole l'attenzione Yanmar per le operazioni di manutenzione con il cofano motore e quello sul lato destro facilmente apribili e che garantiscono l'accesso a filtro dell’aria, radiatore, pompa di rifornimento, batteria, serbatoio del carburante, alternatore, serbatoio dell’olio idraulico, asta di controllo dell’olio motore, separatore dell’acqua e livello del liquido di raffreddamento. ❑


EditorialeOff DI MAURIZIO GUSSONI

Che noia! D

È ASSURDO DIVIDERE

LE PERSONE IN BUONE E CATTIVE. LE PERSONE SI DIVIDONO IN SIMPATICHE E NOIOSE.

(OSCAR WILDE)

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opo qualche mese di quasi totale assenza dalla TV, l’ex premier Renzi ha messo fuori la testa nel programma della Gruber, in occasione dell’indagine penale che ha coinvolto il - già coinvolto in altri problemi monetari - suo papà. Come finirà questa vicenda, lo vedremo, ma nel corso degli anni, visto il funzionamento a carbonella della giustizia italiana. Ma quel che più ci preme sottolineare è l’atteggiamento di Renzi. Ancora una volta spavaldo, ancora una volta tranchant nelle scontate fumose affermazioni. Pena doppia per suo padre se colpevole, i cittadini sono uguali davanti alla legge, io sono diverso, anzi diversissimo, anzi arci-diverso dagli altri politici. Che infossavano le inchieste, io no voglio il processo. Dimenticandosi che, caso mai, le inchieste le affossano i magistrati, infatti la Procura di Roma fu glorificata con la definizione: “porto delle nebbie”. Insomma, da Renzi, un Niagara di affermazioni cristalline dal punto di vista morale, quanto scontate e demagogiche da quello sostanziale. Come finirà, lo ripetiamo, si vedrà. Ma intanto molte parole e pochi fatti. Anzi, molti fatti. Come aver messo a posto i propri amici, fiorentini e limitrofi, superpagati e superprotetti. Compreso l’amico del cuore che, incassando, doveva comandare quasi tutto, dagli aeroporti alle strutture dei servizi segreti. Che cosa abbia di diverso questo Renzi dagli altri è impossibile da comprendere. E che cosa abbiano di diverso i suoi compari dai compari degli “altri politici” è ancor meno chiaro. Quasi quasi viene da dire che, almeno, i padrini della politica del passato costruivano autostrade e quartieri di case popolari. Quelli di oggi, invece, costruiscono il ponte sullo stretto di Messina. E andate a vedere quant’è bello! Sembra il Golden Gate! Che noia. ❑


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