MC5.0 - Macchine Cantieri - n. 43 maggio/giugno 2017

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MC S E G U I C I

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W W W . M A C C H I N E C A N T I E R I . C O M

5.0

MACCHINE CANTIERI

PIASTRE

La corretta compattazione dipende dalla scelta della macchina giusta

maggio 2017, n. 43

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Si tratta di un Agrimax RT 855 e fa bella mostra di sé in una scena del film “Logan” con il quale la Twentieth Century Fox Home Entertainment celebra i 17 anni di Hugh Jackman nel ruolo di Wolverine. L’Agrimax non è un pneumatico per macchine movimento terra, ma l’occasione è davvero troppo particolare per farla passare sotto silenzio: quando capita di essere co-protagonisti di una scena in un film Marvel, per di più al fianco del più amato fra i personaggi degli X-Men? E un occhio abile e attento riconoscerà quindi lo pneumatico Agrimax RT 855 a fianco del famoso mutante. Conoscendo lo pneumatico possiamo persino dire che il suo utilizzatore lo ha sicuramente scelto perché garantisce alta capacità di carico e uno straordinario galleggiamento, peculiarità principali per sconfiggere il più temibile dei nemici, la compattazione del suolo.

IN UN

dalle aziende

film

AGENDA DEL MESE

PER IL MONDO

FIERE

2017 4

MACCHINE CANTIERI 5.0

SOLSCOPE Saragozza 25-29 aprile

APEX 2017 Amsterdam 2 - 4 maggio

TOC EUROPE 2017 Amsterdam 27 - 29 giugno

VERTIKAL DAYS 2017

Silverstone (UK) 24 - 25 maggio

GIS 2017 Piacenza 5 - 8 ottobre


STRADALI

TUTTA NUOVA

Elia Peroni presenta la propria minifinitrice trainata Paverbox 150

L

a nuova minifinitrice trainata Paverbox 150 di Elia Peroni è una soluzione semplice, economica ed innovativa. Paverbox 150 si può applicare ai miniescavatori (sulla lama anteriore), alle minipale oppure agli autocarri con Thermocontainer EPTC ed è ideale per l’asf altatura di microtr incee, marciapiedi e pavimentazioni ecologiche nei parchi, senza dimenticare il ripristino degli scavi dopo la posa della fibra ottica, di condutture e di fognature. fonte : Elia Peroni

NON SI ferma

Wiesbauer non si ferma. Dopo l’acquisto di due gru Demag AC 160-5, preceduto dall’inserimento in flotta di una AC 700-9, è stata la volta di una fiammante Demag AC 500 -8 all terrain. La gru è stata consegnata dal direttore vendite Michael Zieger e dal vicepresidente Carsten von der Geest di Terex Crane EMEAR ed è stata ritirata da Thomas Wiesbauer, direttore generale della società.

Una gru da trattore (Effer)

Effer, costruttore di gru retrocabina ha fornito all’amministrazione della provincia dell’Hainaut, in Belgio, una gru da 14 tm installata su un trattore agricolo. La macchina è destinata alle operazioni di manutenzione del verde sulle rive dei corsi d’acqua. Con questa installazione è possibile tagliare e movimentare arbusti e giovani alberi. Effer ha studiato, in collaborazione con il partner CEFA, la soluzione ad hoc per queste esigenze particolari. Ed ecco una gru 145.2 con sistema Progress 2.0 installata su un trattore agricolo.

Per gli impieghi in edilizia, viabilità, servizi, noleggio, cave e in molti altri settori industriali, la durabilità e l’affidabilità degli erogatori mobili di energia è la chiave per aumentare la produttività in cantiere. I compressori, i generatori e i sistemi di illuminazione di Doosan Portable Power sono progettati e rigorosamente testati perché possano garantire ovunque le migliori prestazioni, anche nelle condizioni più estreme.

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PRODOTTI SERVIZI E news Notizie in pillole su macchine, servizi e novità del mercato

CGT fa scuola

(Formazione) CGT ha tenuto un seminario su “Movimento terra e nuove tecnologie” al quale hanno partecipato oltre cento studenti del Politecnico di Milano. Gli studenti, appartenenti al corso di Laurea di primo livello in Ingegneria Edile e delle Costruzioni (Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni), hanno vissuto un reale rapporto diretto con un’azienda di primissimo piano, da oltre 80 anni dealer Caterpillar.

Tridem

(Renault Trucks) Renault Trucks ha consegnato un C8x4 Tridem a BML, azienda specializzata nel settore del calcestruzzo.

Garantiti (MAN)

MAN estende la garanzia sui ricambi e sulla manodopera a 24 mesi. La nuova garanzia di 24 mesi si applica a tutte le riparazioni effettuate nei centri di assistenza autorizzati MAN.

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Si tratta di un veicolo progettato per il settore Costruzioni e destinato ad operare nei cantieri urbani. Il C8x4 Tridem

ha un interasse corto da 3.200 mm e un quarto asse sterzante che riduce il raggio di sterzata di 900 mm, pari al 10% in più rispetto a un 8×4 standard.

Quest’anno Volvo Trucks celebra un compleanno importante, vissuto con passione in un maggio pieno di festeggiamenti. “Il mercato del trasporto su strada”, commenta Giovanni Lo Bianco, Amministratore Delegato, “ha attraversato anni difficili, ma anche in quegli anni sia i clienti, sia i nostri concessionari e le officine autorizzate hanno sempre dimostrato attaccamento al marchio. Ora che il mercato è in ripresa, l’obiettivo è continuare ad affermare i nostri valori e continuare a crescere”. Per celebrare l’evento ecco 40 FH numerati, interamente blu, con grafiche e personalizzazioni sia esterne che interne e una livrea unica in cui spicca il logo che si trova sulla cabina, creato appositamente per l’evento.


Pellicola d’autore (JCB)

JCB ha fornito alla 20th Century Fox una serie di pale gommate, movimentatori telescopici Loadall ed escavatori JS, che sono stati utilizzati per le riprese di “Alien: Covenant“. Le macchine JCB, in livrea dorata, hanno recitato al fianco di Michael Fassbender e Katherine Waterston, appaiono nel finale del film e sono state fornite dal dealer JCB Construction Equipment Australia e consegnate sul set del film a Sydney unitamente a sei generatori JCB, sempre utilizzati nel corso delle riprese. “Con un valore di oltre un milione di dollari in macchine, questa è la più importante iniziativa di product placement nella storia di JCB. L’idea di rivestire d’oro le macchine, concepita da Ridley Scott, ha prodotto un risultato straordinario, e rappresenta un elemento d’attrazione in più per una pellicola che sarà vista da milioni di persone in tutto il mondo”. Parola di Michael Plummer, JCB Worldwide Marketing Director.

AUTOGRÙ

RESTYLING TECNICO Una nuova versione per la AC 100-4L di Demag

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l restyling è andato a migliorare le prestazioni di sollevamento, specialmente lavorando con il braccio principale alzato al massimo. La nuova autogrù De-

mag AC 100-4L beneficia del sistema di controllo Demag IC-1 Plus, progettato per fornire la massima capacità di sollevamento consentita dalla gru, in base all’angolo di spostamento, e per ogni specifica configurazione. Il nuovo sistema di controllo effettua calcoli istantanei delle capacità di sollevamento e consente di sfruttare appieno la massima capacità disponibile in qualsiasi posizione di rotazione e per qualsiasi configurazione dell’autogrù. Il Demag IC-1 Plus è particolarmente vantaggioso quando si lavora con aree di stabilizzazione ridotte e con contrappeso minimo. fonte: Terex Demag

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FONDI PER il trasporto

GRU A TORRE

IN DANIMARCA Sono Potain le gru al lavoro all’ospedale

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ei Potain MDT 178, otto Potain GTMR 386 B selferecting e una Potain MDT 218 A J10 stanno collaborando alla costruzione di un gigantesco complesso ospedaliero in Danimarca. Le 15 gru – scelte dall’azienda MT Højgaard in considerazione delle molteplici possibilità di sollevamento che offrono – sono utilizzate per spostare e sollevare acciaio, calcestruzzo e casseforme, fino a un peso massimo di circa 6 t. Le gru a torre sono state fornite da Ajos, il dealer danese di Potain. fonte: Manitowoc

Sono oltre 2 milioni di euro e si tratta del Fondo per il sostegno finanziario alle imprese di autotrasporto. I soldi in questione erano stati stanziati dalla Giunta della Provincia Autonoma di Trento lo scorso giugno 2016. Grazie a questi finanziamenti sono oltre 800 i posti di lavoro stabilizzati. Il Fondo è gestito da Confidi Trentino ed è riservato alle piccole imprese.

Due R 946 per BRCM (Liebherr)

Sono due gli escavatori cingolati Liebherr R 946 al lavoro per la francese BRCM. Con la sua vasta gamma di macchine BRCM (Budillon Rabatel Concassage Mobile) è specializzata nella frantumazione, selezione e lavaggio dei materiali da costruzione. La società è attiva in tutta la Francia e gestisce grandi volumi di materiali direttamente sul sito dei clienti. In pochi mesi di attività i due escavatori Liebherr hanno confermato appieno le loro potenzialità in termini di produttività, efficienza e comfort. Con un peso di esercizio di 40 t e un motore Liebherr con una potenza di 299 CV, l’escavatore Liebherr R 946 soddisfa le norme Stage IV / Tier 4f. Nello specifico il modello BRCM ha un braccio da 6,45 m e uno stick da 2,60 m. La società francese possiede già quattro pale gommate del costruttore tedesco. BRCM è servita dal dealer Tecmat, partner affidabile e competente anche per quanto riguarda il servizio assistenza.


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Una nuova batteria

(Wacker Neuson) Nuovi sviluppi per la pala gommata elettrica WL20e di Wacker Neuson, in grado di fare lo stesso lavoro di una pala tradizionale. Con una capacità della benna di 0,2 metri cubi, ora si avvale di una nuova batteria AGM, facile da usare e di manutenzione semplificata.

Nuovo

DX225LC-5

(Doosan Bobcat) Doosan Bobcat EMEA ha lanciato il nuovo escavatore cingolato DX225LC-5 con conformità Stage IV. Il nuovo 21 t di Doosan, contraddistinto dal gradevole look che identifica la Serie LC-5, è motorizzato con il

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collaudato Doosan DL06P, un diesel a 6 cilindri con turbo compressore e raffreddamento ad acqua che eroga 124 kW (166 HP) a 1.800 giri al minuto.

Una serie nuova per i MWR

(Mecalac)

Mecalac ha presentato la sua nuova serie di escavatori gommati MWR, il risultato di un nuovo concetto di macchina e il frutto dell’esperienza combinata di Mecalac sugli escavatori gommati e cingolati. Il design dei nuovi MWR (7 MWR, 9 MWR, 11MWR e 15 MWR) è stato studiato per offrire una macchina del tutto nuova, polivalente e compatta tendente all’osmosi tra una Mecalac gommata e una Mecalac cingolata.

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bis


ESCAVATORI VOLVO: L’EVOLUZIONE DELLA PRODUTTIVITà Gli escavatori Volvo sono stati progettati per ottenere la massima efficienza nelle diverse applicazioni poichè vantano una forza e una potenza rinnovate e, allo stesso tempo, tempi di ciclo più brevi per prestazioni più elevate. L’esclusiva modalità ECO, unita al migliore sistema elettro-idraulico, assicura un risparmio di carburante tra il 7 e il 10 per cento. Le ultime innovazioni garantiscono, inoltre, una maggiore flessibilità ideale per una serie di applicazioni come il lavoro in cava, edilizia e le costruzioni stradali. Escavatori Volvo: l’evoluzione della produttività. www.volvoce.it


Sommario MC 5.0 • MAGGIO- 2017 • NUMERO 43

REPORT TECNICO

22 IL "LEGGERO" CHE PICCHIA DURO

COVER I nuovi V8 di Scania

32 L'ARTE DI FAR ACQUA

(DF ECOLOGY)

CHE SALVA LA VITA (MEWA)

NON SERVIRÀ A NIENTE

46 RINNOVAMENTO

PERFETTO

(DAF TRUCKS)

32

TELESCOPICO

(DI EMANUELA PIROLA)

66 Editoriale off

(HAULOTTE)

FAVOLE REALI

(DI MAURIZIO GUSSONI)

(SCANIA)

TEST

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26 EQUILIBRIO

44 L'ABBIGLIAMENTO

14 Editoriale on

TRA TUTTI IL V8

40 LA FASSI DI MATERA (FASSI)

(CONTROLS)

EDITORIALI

16 Cover story

TESTIMONIANZE

ACQUA

SETTORE E MOLTO DI PIÙ

COVER STORY

DIVENTA IBRIDO

38 LA CLASSE NON È

04 NOVITÀ DAL

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(SCANIA)

(ATLAS COPCO)

ATTUALITÀ

64 IL TRASPORTO

48 LA VERSATILITÀ IN STILE JCB (JCB)

52 THE NEW GENERATION (MICHELIN)

56 MENO MALE CHE ESISTONO

(NIEDERSTÄTTER)

60 LA MACCHINA GIUSTA PER OGNI LAVORO (WEBER)

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Direttore Responsabile Emanuela Pirola Art Director Daniela Francescon daniela.francescon@gmail.com Collaboratori Renata Bernardini, Carlo Otto Brambilla, Rachele Donati De Conti, Maurizio Gussoni, Laura Mole Piane, Cristiano Pinotti Fotografia Archivio Macchine Cantieri 5.0

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Ufficio traffico Lucia Gatti adv@macchinecantieri.com

Fax 039 2020976 commerciale@ macchinecantieri.com

Registro operatori di comunicazione N.O 17890 del 02/01/2009

Direzione e redazione Via Carlo Amati 12, 20900 Monza, MB Tel. 039 2020976 Fax 039 2020976 www.macchinecantieri.com mc@macchinecantieri.com

Pre-stampa e stampa Press grafica, Gravellona Toce (VB)

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Registrazioni Tribunale di Sondrio, N° 337 del 12/11/2003. Camera Commercio di Milano, R.I. N.O 06405990968 del 16/03/2009

Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Orsa Maggiore International” sono utilizzati solo dalla casa

Pubblicità e marketing Tel. 039 2020976

editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Emanuela Pirola Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2013


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EditorialeOn EMANUELA PIROLA

Non servirà a niente

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SE VUOI TRASFORMARE UN UOMO IN UNA NULLITÀ NON DEVI FARE ALTRO CHE RITENERE INUTILE IL SUO LAVORO. (FËDOR DOSTOEVSKIJ)

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l “dibattito pubblico” rivoluzionerà il ruolo di cittadini e territori nelle procedure di “informazione, partecipazione e confronto pubblico sull’opportunità, le finalità e le soluzioni progettuali di opere, progetti o interventi pubblici”: di questa introduzione se ne parla da tempo e ora è quasi realtà. Il decreto andrà in Consiglio dei ministri dopo l’acquisizione dei pareri di Beni culturali e Ambiente ed è lo strumento che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, userà per dare il senso di una forte accelerazione del ridisegno dei piani infrastrutturali italiani. Obiettivo del dibattito pubblico è quello di democratizzare (e si spera stabilizzare) le decisioni assunte nei procedimenti di approvazione delle infrastrutture. Ma attenzione, non tutte: è passata la linea realistica di renderlo obbligatorio solo sulle opere sopra i 200 o 500 milioni a seconda delle tipologie. Il periodo di dibattito su una singola opera durerà 4 mesi cui vanno aggiunti a monte una fase di progettazione del processo decisionale di 3 mesi e a valle una possibile proroga di 2 mesi. Totale da 7 a 9 mesi di iter, salvo imprevisti o complicazioni che si sa, in Italia son sempre in agguato.Ora, l’idea mi sembra anche buona, in linea di principio. Sarebbe bello poter democratizzare ogni singola decisione, ci mancherebbe. Peccato che alla luce dei fatti, nutro poche speranze che il dibattito pubblico possa rendere davvero concrete le opere infrastrutturali di cui l’Italia ha bisogno. Semmai, le bloccherà. Facciamo un esempio banale e sfacciato su tutti: si apre il dibattito pubblico sul nuovo inceneritore della città (o la nuova discarica): quanti della cittadinanza saranno d’accordo a costruirlo, dando per scontate tutte le misure di sicurezza necessarie e parimenti quelle di impatto ambientale? La risposta ve la posso dare io: praticamente nessuno. L’opposizione sarebbe feroce e inarrestabile, sull’onda del “Si dice che causi tumori”, “Si dice che inquina” e così via. Povera Italia, ti abbiamo fatta povera con pochi a prendere decisioni, ma adesso che saranno in tanti, sarà pure peggio!❑


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CoverStory SCANIA

Scania ha rinnovato la gamma di motori destinati ai veicoli per il trasporto on-highway su lunghe distanze. Ha lanciato cinque nuove unità nella cubatura da 9,3 litri, un nuovo motore da 13 litri e ha introdotto una nuova generazione di unità V8 da oltre 16 litri DI EMANUELA PIROLA • FOTO DI SCANIA PHOTO GALLERY

TRA TUTTI 16

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T

Toccano quota dieci le nuove unità presentate da Scania per rinnovare la propria offerta motoristica destinata inizialmente al trasporto su strada su lunghe distanze. Uno sforzo non indifferente quello avanzato dalla Casa svedese si si pensa che non si tratta di un unico motore proposto in tarature differenti ma di tre basi meccaniche diverse che aprono con un cinque cilindri da 9.300 centimetri cubi per arrivare a dei V8 da 16.400 centimetri cubi passando per un sei cilindri da 13 litri. Un rinnovamento globale quindi, caratterizzato anche dall’introduzione di un ampio range di soluzioni tecniche atte a definire la maggior efficienza possibile, un’affidabilità assoluta e basse emissioni, contenute nel rispetto delle normative euro 6.

IL V8

LE UNITÀ PIÙ “PICCOLE”. Completamente nuove le unità di attacco, tre motori con architettura in linea offerti nelle tarature di 280, 320 e 360 CV sviluppati sempre a un regime di 1.900 giri al minuto. Realizzati sulla base dei monoblocchi modulari che contraddistinguono l’offerta di Scania, costituita da moduli con canne cilindri da 130 mm di alesaggio per 154 mm di corsa, le unità vedono un rapporto di compressione piuttosto elevato, 19:1, voluto per assicurare la più elevata efficienza combustiva e consentito da uno speciale studio dei sistemi di lubrificazione e di raffreddamento, gruppi strategici per permettere il raggiungimento di pressioni e temperature elevate in camera di combustione senza compromettere l’affidabilità dell’unità. Il sistema di raffreddamento gode in particolare di un controllo a ciclo chiuso tramite termostato che permette di disaccoppiare il carico sul circuito dal carico motore riducendo gli assorbimenti energetici e contribuendo per un punto percentuale alla riduzione dei consumi. Previsti anche una ventola di diametro elevato calettata direttamente sull’albero motore per minimizzare gli assorbimenti meccanici e un controllo elettronico della temperatura dell’olio di lubrificazione. Così strutturati i nuovi motori vedono il raggiungimento in camera di combustione di MACCHINE CANTIERI 5.0

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CoverStory SCANIA

+ pressioni dell’ordine dei 180 bar sull’unità da 280 CV e dei 190 bar sugli altri due motori che condividono con quello di minori prestazioni la presenza di turbocompressori a geometria fissa tarati in modo da permette di raggiungere coppie massime oscillanti tra i 1.400 e i 1.700 Nm disponibili fra i 1.000 e i 1.350 giri al minuto. Al fine di assicurare l’omologazione Euro 6 le unità risultano anche equipaggiate con un sistema di post trattamento basato su filtro catalitico selettivo SCR affiancato da un filtro antiparticolato ottimizzato per ridurre al minimo la rigenerazione stazionaria grazie a un sistema di controllo automatico che ne permette la

pulizia durante la guida, sistema che non va a inficiare gli standard di comfort di utilizzo perseguiti dai tecnici svedesi a livello di emissioni NHV. Per abbattere le vibrazioni tipiche delle architetture a cinque cilindri indotte dai momenti liberi di primo e secondo ordine sono in effetti stati previsti oltre a classici contro-alberi di bilanciamento anche bottoni di manovella a passo asimmetrico. I NUOVI 13 LITRI. Novità anche nella serie DC13 da 13 litri con il lancio di una nuova taratura di potenza da 370 CV indotta da soluzioni sviluppate ad hoc per assicurare elevata efficienza di

IL MITICO V8 730 CV Il motore di punta della nuova serie V8 di Scania resta il mitico 730, con una coppia di ben 3.500 Nm. In questo caso, Scania ha deciso di abbinare le nuove tecnologie ad alcune soluzioni impiegate nelle generazioni precedenti. Il 730 è equipaggiato con lo stesso sistema di post-trattamento di nuova concezione degli altri 3 motori V8, ma con

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turbocompressore a geometria variabile e un impianto che utilizza sia la tecnologia EGR che SCR per il posttrattamento. Come gli altri nuovi motori, anche il 730 è dotato di pompa dell’acqua disinseribile. Tuttavia, il sistema di iniezione è rimasto invariato, così come altri sistemi ausiliari. “Abbiamo scelto questa strategia in considerazione

delle numerose sfide che deve affrontare un motore di tale potenza” ha spiegato Roger Olsson, Chief Engineer, Scania V8 Engine Range. “Infatti, può essere utilizzato in condizioni estremamente variabili, magari con combinazioni di peso complessivo superiore a 60 t e a vuoto nel viaggio di ritorno. I clienti alla ricerca della potenza e della maneggevolezza offerte

dal 730 sono estremamente soddisfatti delle soluzioni attuali, e solitamente non sono così focalizzati sul consumo di carburante come invece quelli impegnati in tipologie di trasporto più leggere. Tuttavia, rispetto al motore da 730 CV della generazione precedente, il nuovo 730 offre comunque un risparmio di carburante fino al 5,5%”.


*

ALIMENTAZIONI ALTERNATIVE

Tutte le motorizzazioni offerte da Scania in omologazione Euro 5 ed Euro 6 oggi in produzione possono essere alimentate anche con combustibili

vegetali idrotrattati HVO. Le nuove unità da 9 litri saranno offerte in tale ottica anche nelle versioni ad alimentazioni alternativa con la possibilità di utilizzare

biodiesel derivato da olio di colza al 100% o in diluizione a biodiesel HVO. L’utilizzo di tali carburanti permette, nell’ottica di Scania, la riduzione delle emissioni

funzionamento. L’unità si propone quale nuovo entry level di categoria affiancando i fratelli maggiori da 410, 450 e 500 CV con i quali condivide l’architettura sei cilindri in linea e i 130 mm di alesaggio per 154 di corsa. Analogo anche il rapporto di compressione di 21:1, ma rivisti completamente i componenti della testata e il sistema di gestione. Per quanto riguarda i primi è da sottolineare l’introduzione di un sistema di distribuzione asservito da albero a camme con profili atti a realizzare una strategia di funzionamento basata su ciclo Miller, scelta indotta sia dalla volontà di contenere al massimo i consumi sia dalla necessità, alla luce della bassa potenza specifica, di non compromettere il raggiungimento di temperature sufficientemente elevate per assicurare un corretto funzionamento del sistema di post trattamento, basato su filtro a riduzione catalitica selettiva SCR. Per risolvere tale problema limitando al contempo la quantità di carburante immesso all’interno del cilindro e mantenere elevata l’efficienza di funzionamento dell’unità i tecnici di Scania hanno inserito camme con profili atti a variare il rapporto di compressione rispetto a quello di espansione. Questo ritardando la chiusura delle valvole di aspirazione e riducendo quindi la quantità di aria immessa nel cilindro in tale fase. Una strategia che normalmente penalizza le unità in termini di potenza massima

di anidride carbonica fino al 90%, collaborando a ridurre l’impatto delle unità anche dal punto di vista Wheel-to-Weel. Per quanto riguarda i motori ad alimentazione

tradizionale, è da sottolineare che tutti gli Euro 6 sono certificati per funzionare con miscele di biodiesel fino al 10% senza alcun impatto sui requisiti di manutenzione.

erogata a fronte di un’efficienza di funzionamento maggiore con un’ottimizzazione della temperatura di esercizio. La soluzione inoltre permette di assicurare la potenza massima prevista di 370 CV assicurando un risparmio medio di carburante del 4%. I MITICI V8. A chiudere le novità motoristiche di Scania arriva una nuova generazione della piattaforma V8, architettura che vede unità sempre basate sull’approccio modulare e i monoblocchi già utilizzati per le precedenti motorizzazioni e quindi realizzate con canne da 130 mm di alesaggio per 154 mm di corsa inserite in blocchi a V con angolo di inclinazione di 90 gradi tra le bancate. Completamente rinnovati però tutti gli altri componenti al fine di perseguire consumi inferiori dal 7 al 10% rispetto ai precedenti modelli. Tra le nuove soluzioni tecniche adottate fondamentale la separazione dei collettori di scarico per l’adozione di un turbocompressore di alimentazione a geometria fissa con turbina Twin Scroll. Tale gruppo subentra ai sistemi a geometria variabile e permette di contenere costi e pesi assicurando una maggiore robustezza. Il turbocompressore inoltre è ora montato direttamente sul monoblocco al fine di garantire una migliore stabilità e resistenza alle vibrazioni e in tale ottica è stato anche modificato il sistema di

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CoverStory SCANIA aspirazione integrando condotti a geometria lineare al fine di ridurre le perdite di carico. Una soluzione concettualmente analoga e stata poi utilizzata anche per quanto riguarda il sistema common rail che vede un singolo accumulatore e condotti di portata verso gli iniettori ad elevata linearità operanti a una pressione di 1.800 bar. Aggiornati anche pistoni, spinotti, basamento, albero motore e bronzine per minimizzare gli assorbimenti meccanici e degna di nota è l’adozione di un sistema di post-trattamento dei gas di scarico basato su un sistema SCR a tre catalizzatori in parallelo affiancati da due filitri antiparticolato e un catalizzatore di ossidazione. Il tutto all’interno di un sistema di 900 mm di larghezza. LE PERFORMANCE NON DELUDONO. A livello di prestazioni la gamma V8 si offre oggi con quattro diverse tarature di potenza da 520, 580, 650 e 730 CV sviluppati sempre a 1.900 giri al minuto, prestazioni cui si affiancano coppie che spaziano fra i 2.700 Nm e i 3.500, valori che attaccano per tutti i modelli a 1.000 giri (ad eccezione del 580 CV e della vera e propria new entry della next generation dei V8, il DC16 118 da 650 CV che offre 3.300 Nm tra 950 e 1.350 rpm. Una vera goduria per coloro nel cui petto batte un otto cilindri, ma anche per lavorarci) e vengono

LA SOMMA DELLE PARTI

I nuovi V8 promettono una riduzione dei consumi variabile tra il 7% e il 10%, ottenuta dalla somma di piccole o piccolissime migliorie che interessano numerose componenti e tecnologie

In breve ecco come i tecnici Scania fanno risparmiare ai V8 fino al 10% di carburante: 1. Migliorie interne per una maggiore compressione e pressione dei cilindri, un minore attrito ecc. Contributo: 1,5-2%. 2. Passaggio dalla tecnologia EGR/SCR (che permane comunque sul 730 CV) alla sola SCR e al turbocompressore a geometria fissa per una maggiore efficienza e temperature di scarico più stabili. Contributo: 1,5% circa. 3. Nuovo sistema di post-trattamento per

migliore nebulizzazione dell’AdBlue, posttrattamento ottimizzato dei substrati e minori perdite di pressione. Contributo: 1,5% circa. 4. Nuovi sistemi ausiliari disinseribili per tipologie di impiego normali e ripetitive. Contributo: 1,5-2%. 5. Infine, ma non meno importante, i clienti possono contare anche sui vantaggi derivanti dalle migliorie aerodinamiche apportate ai veicoli Scania di nuova generazione, che possono contribuire per il 2% circa in caso di trasporto a lungo raggio.

Un altro sistema ausiliario che segue il principio di funzionamento in base al fabbisogno è il compressore che fornisce l’aria compressa all’impianto frenante, ora montato dietro il motore, direttamente sull’alloggiamento del volano. Il sistema di azionamento semplificato (simile a quello della pompa di alimentazione) e la funzione di disinserimento automatico quando non è richiesto un ulteriore apporto d’aria compressa, contribuiscono a una riduzione dello 0,5% del consumo di carburante. ❑

mantenuti fino a regimi fino a 1.300 o 1.400 giri a seconda del modello.Tutti i motori respirano grazie a un sistema di distribuzione a quattro valvole per cilindro che sull’unità da 520 CV sfrutta la stessa soluzione adottata sul 13 litri da 370 CV con profilo delle camme atto a prevedere il funzionamento in ciclo Miller. Ultima nota relativa a tutti i sistemi ausiliari, pompe dell’olio, pompe di alimentazione e ventole di raffreddamento. Sono stati disaccoppiati per poterli gestire in maniera intelligente così da ridurre le perdite e ottimizzandone il funzionamento a seconda delle condizioni di utilizzo. La pompa dell’olio, per esempio, viene gestita in feedback da un termostato che modifica il circuito aprendo e chiudendo il passaggio ai componenti in funzione della temperatura di esercizio. Stessa cosa per il circuito di raffreddamento dove il controllo è realizzato prevedendo l’utilizzo di una pompa a portata variabile.

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REPORTTECNICO

ATLAS COPCO

IL “LEGGERO” CHE PICCHIA DURO Q

uando si parla di demolizione e, in particolare, di

martelloni, la potenza e il peso sono due elementi strettamente correlati. Quindi, come accade con il nuovo demolitore idraulico Atlas Copco MB 1650, quando un costruttore riesce a mantenere inalterate le prestazioni riducendo il peso, significa che ci troviamo di fronte a un prodotto di indubbie qualità tecniche. Del resto il nuovo MB 1650 è un tipico esempio dell’impegno costante di Atlas Copco nell’aiutare i clienti a ridurre i costi operativi. Sostituto dell’MB 1700, il nuovo MB 1650 è più leggero (1.650 kg) e più compatto ma, come accennato, assicura le stesse elevate prestazioni del suo predecessore. Non solo, il nuovo design offre maggiore affidabilità, costi di riparazione ridotti Il demolitore idraulico MB 1650 può essere installato su escavatori da 19 a 32 t di peso operativo

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GLI utensili

Il nuovo MB 1650 trova applicazione in molteplici contesti dalla demolizione alla cava, dalle costruzioni alla metallurgia

e una più facile accessibilità manutentiva. Indicato per macchine portanti comprese tra le 19 e le 32 t, il nuovo MB 1650 è dotato di uno sportello per servizio e manutenzione che garantisce una maggiore accessibilità e quindi una manutenzione più agevolata. Inoltre è privo di accumulatore ad alta pressione al fine di contenere i costi di riparazione e manutenzione. Come accade per l'intera gamma MB, si tratta di un martello con un ottimo contenuto tecnologico. Le prestazioni sono ottimizzate dall’Au-

toControl, un sistema automatico di commutazione corsa, che regola il rapporto in uscita tra forza d’urto e frequenza di battuta durante l’operazione. La modalità corsa lunga offre la massima potenza di percussione e una normale frequenza di battuta su roccia dura, mentre la modalità corsa corta offre una normale potenza di percussione e un’elevata frequenza di battuta su materiali morbidi Da segnalare anche l'EnergyRecovery che utilizza automaticamente l'energia generata dai contraccolpi del pistone per aumentare le presta-

Offerti nelle versioni ClassicLine e ProLine, lo Scalpello a punta è ideale per il calcestruzzo non rinforzato e la demolizione primaria di roccia sedimentaria, compatta e leggermente fratturata; lo Scalpello è perfetto per affrontare la demolizione di calcestruzzo non rinforzato, la roccia ignea, metamorfica e sedimentaria altamente fratturata; mentre l'utensile a punta mozza viene utilizzato per la demolizione secondaria di calcestruzzo e di tutti i tipi di roccia, per la demolizione primaria di roccia ignea, metamorfica, da compatta a leggermente fratturata, e per pulizia e scrostatura.

zioni di percussione, senza la necessità di ulteriore potenza idraulica, e per ridurre i livelli di vibrazioni; e la valvola integrata StartSelect che consente di ottimizzare, in poche mosse, il funzionamento del martello in base alle condizioni di lavoro specifiche. La lubrificazione è garantita dal ContiLube II, la pompa di lubrificazione autoadescante che va anche a ottimizzare il consumo di grasso. Mentre al contenimento del rumore e delle vibrazioni ci pensa il sistema VibroSilenced Plus che isola il meccanismo di percussione dal corpo del demolitore, mediante ammortizzatori non-metallici, e tutte le aperture mediante guide. Il demolitore è equipaggiato con un ingresso dell’aria per il collegamento dell’aria compressa, necessaria in caso di lavori subacquei o di scavo dei tunnel. E se ancora non bastasse, in via opzionale Atlas copco mette a disposizione degli operatori più esigenti anche il sistema di protezione antipolvere DustProtector II, un dispositivo brevettato che garantisce una maggiore durata dei componenti e riduce il consumo di grasso. La valvola di ritegno incorporata ostacola l'ingresso della polvere sia nell'area di guida dell'utensile sia nella camera di percussione. ❑

LA GAMMA MB Modello MB 750 MB 1000 MB 1200 MB 1500 MB 1650 Macchina portante 10-17 t 12-21t 15-26 t 17-29 t 19-32 t Peso di servizio 750 kg 1.000 kg 1.200 kg 1.500 kg 1.650 kg Portata olio 80-120 l/min 85-130 l/min 100-140 l/min 120-155 l/min 130-170 l/min Pressione olio 140-170 bar 160-180 bar 160-180 bar 160-180 bar 160-180 bar Potenza idraulica 34 kW 39 kW 42 kW 46 kW 51 kW Frequenza di battuta 370-840 350-750 340-680 330-680 320-640 Diametro utensile 100 mm 110 mm 120 mm 135 mm 140 mm EnergyRecovery Standard Standard Standard Standard Standard ContiLubeII Standard Standard Standard Standard Standard AutoControl - Standard Standard Standard Standard AutoStart Standard Standard - - Startselect - - Standard Standard Standard Ingresso aria Standard Standard Standard Standard Standard DustProtector II Optional Optional Optional Optional Optional MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

DOOSAN BOBCAT

UN VALZER IN CANTIERE a leggerezza si sposa con l'eleganza: coppie di ballerini volteggiano in una grande sala sulle note di Johann Strauss. Ma il valzer non può rimanere imprigionato tra abiti eleganti e lussuosi lampadari, se si usano le macchine giuste può essere ballato persino in cantiere. L'importante è avere a che fare con girosagoma capaci di non “pestare i piedi” a nessuno e, allo stesso tempo, di assicurare un lavoro degno di un grande compositore. Ed ecco la coppia impegnata nel nostro valzer di cantiere: il nuovo E17Z Bobcat accompagnato dal Doosan DX10Z, entrambi con profilo girosagoma ZTS. Iniziamo dall'escavatore della lince. Sul nuovo E17Z, la funzionalità del girosagoma è stata ulteriormente perfezionata grazie al design a zero rotazione torretta di Bobcat. Con questa soluzione la torretta è completamente protetta, con gli angoli anteriori sempre all’interno dell’arco di rotazione quando il

L

sottocarro è in posizione completamente estesa. Il tutto si traduce in una rotazione libera di 320° durante i lavori a ridosso dei muri. Il design non va certo a discapito del

comfort, salvaguardato da un ambiente di lavoro spazioso, di ottima visibilità ed ergonomia. L’ampio tettuccio e lo spazio per la salita/ discesa consentono all’operatore di

DATI TECNICI Modello Bobcat E17Z Doosan DX10Z Peso operativo (ISO 6016) 1.749 kg 1.176 kg Motore Kubota D722 Kubota D722 Potenza lorda 10,2 kW a 2.500 rpm 7,4 kW a 2.000 rpm Coppia lorda 43,5 Nm a 2.000 rpm Velocità di traslazione 2,5-4,0 km/h 2,1-3,1 km/h Forza di scavo, al bilanciere 9,1 kN 5,6 kN Forza di scavo, alla benna 16,2 kN 8,3 kN Profondità di scavo 2.249 mm 1.820 mm Sbraccio di scavo 3.923 mm 3.093 mm Altezza di scarico 2.369 mm 1818 mm Lunghezza 3.450 mm 2.793 mm Larghezza (sottocarro 980/1.360 mm 710/1.100 mm retratto/esteso) Altezza 2.297 mm 2.209 mm

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entrare e uscire dall’abitacolo con la massima facilità, anche grazie anche alla possibilità di sollevare completamente la console di sinistra. Inoltre, quando non in uso, i pedali possono essere ripiegati per aumentare la libertà di movimento e facilitare la pulizia. Se abbiamo messo in risalto le prestazioni nell'apposito box tecnico, vale la pena di menzionare l'impianto idraulico che, sfruttando appieno la potenza della macchina, assicura rapidi tempi di ciclo associati a un controllo fluido delle forze di strappo. Allo stesso tempo l’am-

mortizzazione dei cilindri di braccio e bilanciere migliora la fluidità complessiva del gruppo di lavoro. Il peso di trasporto, di 1,65 t, consente il traino su rimorchi omologati per un peso complessivo di 2.200 kg. Il trasporto è inoltre reso ancora più semplice grazie ai punti di ancoraggio integrati in torretta. Compagno di ballo dell'E17Z è il nuovo miniescavatore DX10Z di Doosan che si segnala per una larghezza contenuta in 710 mm, con sottocarro e lama anteriore completamente retratti e quindi in grado di

Il nuovo Doosan DX10Z, grazie alla sua compattezza, è ideale per operare negli interni.

La struttura girosagoma permette di lavorare praticamente incollati ai muri.

I Telescopici

Bobcat ha recentemente presentato anche la sua nuova gamma di telescopici a telaio rigido. 11 modelli, con capacità di sollevamento da 2,6 a 4,1 t e altezze da 6 a 18 m, equipaggiati

con il nuovo motore diesel D34 Stage IV/ Tier 4Final sviluppato internamente da Bobcat. Rinnovate anche le sigle che evidenziano

passare attraverso la maggior parte delle porte. Inoltre, per agevolare l'accesso in cantiere, questo nuovo modello è equipaggiato, di serie, con tettuccio pieghevole con protezione TOPS conforme ISO 12117. La struttura ottimizzata del sottocarro consente al DX10Z eccellenti capacità di sollevamento per un escavatore di queste dimensioni, con una profondità di scavo massima di 1,82 m e un peso di 1.176 kg. L'ambiente di lavoro è confortevole e dotato di joystick regolabili per adattarsi alla taglia e alle differenti abitudini degli operatori. Il sottocarro è allargabile idraulicamente, mentre la struttura del braccio è di tipo scatolare per la massima robustezza. Da segnalare una vera chicca: in caso di frequente utilizzo del martello idraulico, è disponibile un "kit demolizione" che offre capacità di raffreddamento supplementari per consentire l'impiego dell'accessorio in maniera continuativa, anche con temperature ambientali elevate. ❑

le prestazioni in termini di capacità e altezza di sollevamento: i compatti TL26.60 e TL30.60;

i medi TL35.70, T35.105, T35.105L e T36.120SL; le macchine ottimizzate per il noleggio T35.130S e T35.140S e i telescopici a grande capacità T35.130SLP, T41.140SLP e T40.180SLP. MACCHINE CANTIERI 5.0

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Test DAF

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Equilibrio PERFETTO Robusto e senza fronzoli, il DAF CF460 offre tutto quello che, nella maggioranza dei casi, serve per lavorare in cava. I costi di esercizio restano bassi grazie al motore parco e a tanti accorgimenti DI MASSIMO CONDOLO FOTO DI MASSIMO CONDOLO ED EMANUELA PIROLA

N

ell’ingegneria civile la ripresa non si sente ancora come in altri settori produttivi, ma il bisogno di opere pubbliche e la necessità di costruire nuovi impianti industriali o ristrutturarne altri si faranno presto sentire. Allora meglio tenersi preparati e sondare il mercato per capire quale mezzo comprare o noleggiare quando sarà ora di svecchiare il parco, a partire dagli 8x4 che sono ormai la base standard per l’allestimento di ribaltabIli e betoniere. Il settore dei mezzi d’opera è sempre stato piuttosto tradizionalista, anche quando le innovazioni portano benefici immediati. Per questo abbiamo scelto, per la prima delle nostre prove in cantiere, una macchina tradizionale e ben costruita, potente quanto basta per non rimanere impiccati a pieno carico ma con un costo d’esercizio interessante: il Daf CF460 FAD 8x4. Il gigante olandese non osa soluzioni inedite ma punta al concreto. La cabina è corta, come

Fatti per l'off road

I CF Construction nascono per la cantieristica e il trasporto di tronchi. Il cabinato e il trattore 6x4 sono disponibili con assali anteriori da 8 o 9 tonnellate e il tandem da 19, 21 o 26, sempre con balestre. I cabinati 8x4 possono avere anche gli assali anteriori da 7,5 t. Il 13 litri ha tre potenze: 412, 462 o 510 CV, rispettivamente con 2000, 2300 o 2500 Nm di coppia. In alternativa, l’11 litri da 286, 326 o 369 CV; oltre al cambio manuale c’è l’automatizzato ZF As-Tronic con software per il fuoristrada. Per impieghi meno estremi c’è la versione con telaio più basso e cabina del CF stradale.

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Test DAF L’MX13 È UN MOTORE A SEI CILINDRI IN LINEA DA 13 LITRI

IL PRIMO PASSAGGIO DEI GAS ESAUSTI È LA VALVOLA EGR LA COPPA DELL’OLIO È REALIZZATA IN MATERIALE PLASTICO

IL FRENO MOTORE POTENZIATO È MOLTO EFFICIENTE GIÀ A 2000 GIRI

I TAGLIANDI SI FANNO OGNI 150.000 KM

IL COMPRESSORE DELL’ARIA LAVORA SOLO QUANDO È NECESSARIO

logico per questo impiego, e stretta; le sospensioni sono meccaniche, con balestre paraboliche anteriori e cantilever con pacco di lame trapezoidali posteriori. Il doppio avantreno ha due assali da 9 tonnellate con freni a disco, dietro i due assali da 13 ton portano i classici tamburi, apprezzati in cava perché non si sporcano. Il motore da 13 litri è un Euro 6 con EGR e doppia sezione di post-trattamento: lungo la linea di scarico, sulla destra del veicolo, ci sono prima il filtro antiparticolato (fra il primo e il secondo asse) e poi il catalizzatore selettivo (tra il terzo e il quarto). Il cambio è un manuale a 16 marce, con griglie sovrapposte e overdrive sulla sedicesima. Il

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telaio rinforzato è realizzato con longheroni a C costituiti da due profili, uno interno e uno esterno, saldati fra di loro. Nulla di nuovo ma tutto molto tranquillizzante, se si pensa al lavoro duro per cui il CF 8x4 è pensato. Come la maggior parte dei concorrenti, per ragioni commerciali Daf ha scelto per i cava-cantiere e i multiruolo una cabina stretta. Quella del CF, però, è tale solo fino a metà della linea di cintura: al si sotto si allarga, dando un look grintoso (ricordate i parafanghi della Lancia Delta Integrale?) e permettendo di ricavare un po’ di spazio in più nei portaoggetti. L’interno è un ottimo compromesso fra funzionalità ed eleganza, con tessuti e


CAMBIO E FRENO A MANO SUL TUNNEL

SEDILE DI GUIDA CON BORDI ALTI, TESSUTI ROBUSTI E MOLTO PIACEVOLI AL TATTO

CRUSCOTTO UN PO’ AVVOLGENTE, CON TRE SPAZI DIN PER RADIO E NAVIGATORE

DISPLAY GRANDE, STRUMENTI PICCOLI

Tutti i DETTAGLI IL PARAURTI ANTERIORE CON LA PREDELLA CHIUSA; SOTTO, LA SLITTA PARACOLPI

LA MOLLA DELLA BARRA PARAINCASTRO

IL GRADINO ANGOLARE IN ALLUMINIO PER L’ACCESSO ALLA ZONA RETROCABINA

DAVANTI, BALESTRE ELLITTICHE

SOTTO LA METÀ SUPERIORE DELLA MASCHERINA SI CELA LA ZONA RABBOCCHI

LA PREDELLA PER L’ACCESSO AL PARABREZZA IN POSIZIONE DI LAVORO

TRA I DUE ASSI (SPINTI) DELL’AVANTRENO IL PASSO È BELLO LUNGO: 2.050 MM MACCHINE CANTIERI 5.0

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Test DAF

Optional davvero molto utili Il CF della prova ha il telaio rinforzato e i pneumatici 13R 22,5, una presa di forza al centro dell’albero secondario del cambio, un serbatoio da 330 litri, il prefiltro a ciclone sull’aspirazione dell’aria e una protezione sotto il radiatore per ridurre la polvere mossa dalla ventola. Tra i dispositivi di sicurezza, il cruise control adattativo, il controllo della velocità, il controllore di corsia e la frenata d’emergenza. Il sedile di guida Luxury con schienale alto ha la sospensione pneumatica e il climatizzatore della cabina è automatico.

plastiche dai colori sobri e molto piacevoli al tatto, che contribuiscono all’ottima impressione di qualità percepita. Il quadro strumenti è semplice, con contagiri e tachimetro tondi e un display centrale su cui si alternano le altre informazioni principali. Al pavimento si accede con tre gradini esterni, uno fissato al telaio e due alla cabina. All’altezza dell’ultimo un ulteriore gradino sullo spigolo posteriore della cabina permette di ispezionare le apparecchiature sul retro e la zona anteriore dell’allestimento. Un altro gradino, montato sul paraurti anteriore, permette di accedere a parabrezza e tergicristalli. Sotto si nota una robusta slitta in acciaio spessa 3 mm che protegge la coppa dell’olio, la quale come su tutti i motori MX-13 è in materiale plastico, una trovata per ridurre il peso, escogitata qualche anno fa dalla Eaton. Grazie alla slitta e agli assali anteriori diritti l’angolo di attacco

è di 25° e l’altezza libera da terra di 40 cm. Il posto guida mostra una buona ergonomia soprattutto grazie alle possibilità di regolazione di sedile e volante; per il quadro strumenti si potevano forse osare dimensioni lievemente maggiori, ma la leggibilità delle indicazioni è comunque buona. Il confort di marcia è molto buono nonostante le sospensioni completamente meccaniche; su sterrato la stabilità e la precisione dello sterzo si fanno apprezzare sia in manovra sia a velocità relativamente elevate. Nelle salite a pieno carico azzeccare la marcia giusta è essenziale, ma chi è abituato al manuale con splitter e doppia griglia (e in cava sono la maggioranza) non ha certo problemi. La mancanza del retarder si sente, ma l’ottimo freno motore potenziato lavora bene se il motore è su di giri. Meglio ricordarsi di ordinarlo quando si stila la lista degli optional… ❑

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Vivere il progresso.

Gli escavatori cingolati Liebherr Massima economia d’esercizio grazie a tecnologie orientate al futuro Un progetto macchina mirato che assicura la massima produttività Componenti di qualità di produzione Liebherr Un posto operatore ergonomico con una grande visibilità per prestazioni elevate e costanti Liebherr-EMtec Italia S.p.A. Via dell’Industria 8-12 24040 Lallio (BG) Tel.: +39 035 69691 00 E-mail: info.lei@liebherr.com www.facebook.com/LiebherrConstruction www.liebherr.com

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REPORTTECNICO

GENERAC MOBILE PRODUCTS - DF ECOLOGY

L’ARTE DI… FAR ACQUA!

Piccoli e

geniali

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Piccoli per coprire aree ridotte dove si abbia comunque la necessità di abbattere polveri e odori: nascono così i DF Mini e DF Smart. Il primo è un sistema di abbattimento polveri con serbatoio d’acqua

da 70 litri incorporato, ed è stato progettato per piccoli lavori anche al chiuso, quali abbattimento e taglio di mura interne, rimozione di pavimenti o,

e chiedessimo quale è la caratteristica del lavoro all’aperto che crea più disagio in assoluto, probabilmente sarebbero due i fattori indicati dalla maggior parte delle persone: sole (e quindi caldo) e polvere. In effetti è stato proprio per combattere il primo fra questi che sono stati sviluppati i climatizzatore sulle cabine delle macchine operatrici, mentre per “tenere a bada” la seconda si installano filtri sempre più sofisticati e la cabina in alcuni casi è addirittura leggermente pressurizzata. Ma se tutti questi accor-

S

in generale, per tutti i lavori di demolizione, rinnovo o ripristino di locali interni, e in particolare per la rimozione dell’amianto.

Il modello DF Smart, invece, è studiato per le aree piccole ma comunque esterne, quindi per piccole demolizioni, riciclaggio di inerti, abbattimento o taglio di mura e altri piccoli lavori in esterno.


gimenti migliorano la vita per chi manovra un mezzo operativo, cosa dire di quanti invece svolgono altre operazioni per le quali devono stare all’aperto? O di quanti si trovano a passare, sostare o vivere vicino ad aree dove si genera calore e polvere? Beh, sul calore forse non si può fare molto, ma sulla polvere di sicuro si può far tanto. Stiamo per parlarvi di un’idea relativamente recente e di un’azienda che nel 2008 ha intuito che il problema polvere sarebbe diventato in pochi anni rilevante, tanto da spingere ASL e ARPA a regolamentare il processo di contenimento delle polveri, procedura che in gergo si indica come abbattimento. Il brand è DF Ecology, nato nel 2008 come divisione di Tower Light, che ora fa parte del Gruppo Generac Mobi-

Entrambi i prodotti sono particolarmente indicati per il settore noleggio. Grazie alle loro dimensioni ridotte, questi due modelli possono essere utilizzati in modo pratico e veloce:

passano attraverso le porte, pesano poco e hanno consumi ridotti. Anche la loro alimentazione è semplice, essendo collegabili direttamente a una rete elettrica anche domestica.

le Products. Ovviamente le prime aree interessate dalle operazioni di abbattimento polveri sono stati i cantieri edili: spesso in pieno centro urbano, qualunque lavoro (costruzione, ristrutturazione, demolizione) genera inevitabilmente polvere che oltre a essere respirata dagli addetti ai lavori supera i confini del can-

tiere per invadere le abitazioni limitrofe. Ai cantieri edili presto si sono affiancati numerosi altri settori applicativi, dalle cave e miniere alle discariche, dai cementifici ai siti di riciclaggio degli inerti, dai cantieri di tunnelling alle acciaierie; e poi ancora impianti di lavorazione del legno, porti che smistano materiale MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

sfuso quale carbone, zolfo e così via. Per tutte queste attività era necessario da un lato contenere le polveri, ma dall’altro garantire anche altri fattori: il sistema di abbattimento doveva essere quanto più possibile mobile, rapido nell’azione di abbattimento, regolabile in base a cambiamenti improvvisi delle situazioni operative quali possono essere quelle legate alle condizioni meteo; e poi doveva essere, ovviamente, a basso impatto ambientale, quindi consumare poco sia in termini di energia che di materiale usato per abbattere le polveri che, neanche a dirlo, è l’acqua (non a caso già prima dell’avvento di queste tecnologie si usava la classica lancia alimentata dalla rete idrica per bagnare l’area dei lavori affinché non si alzasse troppa polvere). Come abbiamo detto, quindi, nel 2008 nasce DF Ecology che propone un’intera linea di prodotti dedicati all’abbattimento della polvere: si tratta di cannoni nebulizzatori che nascono dalla base dei cannoni sparaneve, con sostanziali differenze tecniche legate al nuovo obiettivo da perseguire, ossia catturare e portare al suolo particelle di polvere il cui diametro è uguale o inferiore agli 80 micron. Questo significa che le particelle di acqua nebulizzata devono essere di dimensioni comprese fra i 50 e i 150 micron, decisamente più piccole del fiocco di neve! Particelle di tali dimensioni riescono infatti a unirsi facilmente alle particelle di polvere, imprigionandole e trascinandole a terra per gravità. Il fatto di essere nebulizzata aiuta inoltre il fascio d’acqua ad avvolgere completamente la nuvola di polvere. Ed ecco fatto: con i nuovi cannoni nebulizzatori la DF Ecology ha realizzato in un colpo solo un sistema di abbattimento polvere mobile, regolabile, veloce, parsimonioso e a basso impatto ambientale. Il successo non si è fatto attendere e oggi la linea DF Ecology produce una vasta gamma di cannoni nebulizzatori chiamati Dust Fighter che in base alle loro dimensioni sono in

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grado di coprire aree di lavoro davvero variabili, dai 2.500 ai 45.000 m2, con una portata massima orizzontale di 120 m e verticale di 40 m. I modelli sono il DF 5000, il DF 7500, il DF 15000, il DF 20000, il DF 50000 e il gigante, il DF 110000. Di base l’architettura di ogni Dust Fighter è comune: la base è un carrello con

ruote gommate e timone di traino con ruotino pivottante che ospita la struttura del cannone. Oltre ovviamente agli stabilizzatori regolabili in altezza, il telaio ospita anche apposite tasche per consentire il sollevamento del cannone tramite muletto. Il cannone invece è composto da una base che ospita il motore elettrico, la


pompa a girante periferica, il sistema di rotazione (disponibile sia manuale che automatico) e il quadro comandi elettrico (gestibile sia da bordo macchina che in remoto) su cui poggia la struttura del cannone che anteriormente presenta una o due corone portaugelli in acciaio inox elettrolucidato e il manometro per la lettura della pressione dell’acqua in uscita, mentre posteriormente è ben visibile la ventola che è azionata dal motore elettrico. Per funzionare i Dust Fighter necessitano quindi di un collegamento sia alla rete idrica che a quella elettrica. Se nella maggior parte dei casi tali allacciamenti non sono un problema, a volte invece la presenza di una rete idrica funzionante non è così scontata. Per questo i tecnici DF Ecology hanno pensato di potenziare uno dei modelli già in gamma, equipaggiandolo con una cisterna per l’acqua e un generatore da 22 kW in grado di renderlo autonomo: si tratta del

Scelti da Salini ImpregiloAstaldi Il consorzio Salini Impregilo - Astaldi sta scavando le gallerie della futura metro M4 (linea Blu) di Milano che collegherà Linate a San Cristoforo. A scavare fisicamente i tunnel è la talpa

Utilizzati inizialmente come sistemi abbattitori di polvere, i cannoni Dust Fighter di DF Ecology hanno successivamente trovato applicazione anche in settori molto diversi da quelli tradizionalmente industriali o cantieristici. Nella foto un Dust Fighter di CGT Edilizia a noleggio. La divisione EIS - Eventi Industria e Servizi – General Contractor nel mondo eventi, utilizza i cannoni Dust Fighter di CGT Edilizia per refrigerare la folla dal caldo estivo. © I-Days

DF 7500 MPT, il Dust Fighter 7500 Mobile Power Tank che con queste implementazioni è di fatto anche il modello più gettonato per il noleg-

"Stefania" una TBM (Tunnel Boring Machine) in grado di realizzare tunnel del diametro di 6,36 m e contemporaneamente installare anelli di calcestruzzo a rinforzo dello scavo. La talpa ha già percorso complessivamente 4 chilometri e nei prossimi mesi verrà affiancata da altre tre talpe che completeranno i tunnel di collegamento prima

di lasciare il posto alla fase finale di realizzazione delle stazioni di intersezione. Come è facile supporre il lavoro di "Stefania" genera un quantitativo di polvere enorme che va mantenuto sotto controllo. A questo scopo i tecnici del consorzio Salini Impregilo Astaldi hanno scelto proprio i cannoni abbattitori della

gio. A livello di prestazioni copre un’area di 4.600 m2 e arriva a una portata verticale di ben 17 m che in orizzontale diventano 40. ❑

linea Dust Fighter di DF Ecology per affiancare la talpa al lavoro. E proprio un Dust Fighter 7500 ha accolto l'arrivo della talpa alla futura stazione di Argonne, al termine di un tunnel di 340 m che ha richiesto 23 giorni di scavo, contenendo le polveri generate dal crollo dell'ultimo diaframma che separava il tunnel dalla stazione. La scelta di adottare i

cannoni Dust Fighter quale sistema di abbattimento delle polveri da parte di una realtà come Salini Impegilo e Astaldi è la conferma della bontà e dell'efficacia dei prodotti DF Ecology che non a caso è stata la prima a realizzare tali attrezzature e tuttora ne implementa costantemente lo sviluppo e l'evoluzione verso nuove tipologie.

Credit fotografico: http://milano.repubblica.it MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

I VANTAGGI DEL

DF 7500 MPT

1. NEBULIZZATORE DF 7500 CON DOPPIA CORONA DI UGELLI IN ACCIAIO INOX ELETTROLUCIDATO

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• autonomia fino a 85 minuti di esercizio; • possibilità di installazione in ogni situazione operativa; • utilizzo della minima quantità di acqua necessaria; • tempi di trattamento rapidi; • contenimento del fango; • eliminazione dei costi del personale addetto alla bagnatura e rapido ritorno dell’investimento; • rispetto delle normative; • diminuzione della manutenzione e dell’usura dei mezzi d’opera.

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I DATI TECNICI DEL DF 7500 MPT Potenza elettrica del motore (ventola) 7,5 kW Generatore integrato 22 kW - motore diesel 1.500 rpm Capacità del serbatoio diesel 85 l Capacità del serbatoio acqua 2.000 l Pressione di esercizio 7 - 12 bar Consumo d’acqua 23 l/min a 7 bar - 32 l/min a 12 bar Autonomia (1 pompa / 2 pompe) 85 min a 7 bar - 60 min a 12 bar Filtro acqua in ingresso 180 micron Arco di lavoro 335° Inclinazione 0 - 40° Gittata orizzontale (in assenza di vento) 30 - 40 m Gittata verticale (in assenza di vento) 12 - 17 m Dimensioni con timone e ruota montante (L x W x H) 4.500 x 2.250 x 2.640 mm Peso 2.700 kg

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2.RUOTE FUORISTRADA


4. POTENTE VENTOLA POSTERIORE 5. STABILIZZATORI REGOLABILI 3.POSSIBILITÀ DI ALIMENTAZIONE DA RETE IDRICA CON BYPASS DEL SERBATOIO

6. PANNELLO DI CONTROLLO

7. RADIOCOMANDO 8. INDICATORE DEL LIVELLO DI ACQUA

10. GANCI DI SOLLEVAMENTO 9. TRAINO LENTO A DOPPIO ASSALE

11. GENERATORE SILENZIATO DA 22 KVA

12. SERBATOIO PER L’ACQUA IN ACCIAIO INOX CON RIEMPIMENTO A GALLEGGIANTE E CAPACITÀ DA 2.000 L

13. DUE POMPE D’ACQUA A GIRANTE PERIFERICA CHE PERMETTONO DI LAVORARE CON 2 MODALITÀ DI PRESSIONE E CONSUMO MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

CONTROLS

LA CLASSE è (QUASI) TUTTO n sordina, come accade per tutte le cose che valgono, è nata la nuova divisione di Controls Group denominata “Advanced Pavements Testing Systems”. Presentata ufficialmente alla recente edizione di Asphaltica, senza rumori eccessivi e con il savoirfaire tipico di una società abituata a comunicare con i fatti più che con i fuochi di artificio, rappresenta la continua evoluzione dei sistemi di prova basati sulle caratteristiche prestazionali. La nuova divisione Advanced Pavements Testing Systems, nasce infatti dalla fusione di IPC Global, pioniere e indiscusso leader da 25 anni nel settore delle prove dinamiche sugli asfalti, e Controls, azienda leader da 50 anni nelle apparecchiature di prova sui materiali da costruzione. Come anticipato, si tratta di una mossa decisamente concreta. In risposta, ma anche anticipando la crescente domanda di apparecchiature di prova basate sulle caratteristiche prestazionali dei conglomerati bituminosi, la nuova divisione propone una gamma completa

I

Valori importanti

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MACCHINE CANTIERI 5.0

di esclusivi e avanzati sistemi per prove dinamiche e statiche sugli asfalti, oltre a quelli per prove sui bitumi, per coprire tutte le esigenze dei laboratori e dei centri di ricerca per prove sui materiali da costruzione. Tutti i prodotti della nuova divisione IPC Global-Controls Group vengono distribuiti nel mondo

La divisione Advanced Pavements Testing Systems nasce su solide fondamenta sintetizzabili nelle parole dei manager della società. “La nuova

DYNAQUBE – AMPT, elettromeccanica per prove di controllo qualità

dalle reti commerciali Controls e IPC Global, particolarmente qualificate e apprezzate per i servizi pre e post-vendita.Tra le nuove macchine più significative citiamo DynaQube, AsphaltQube e i compattatori giratori Galileo. A margine ci preme sottolineare come il lancio della nuova divisione sia avvenuto in concomitanza con la distribuzione di un nuovo catalogo divisionale di 128 pagine. Un qualificato strumento di lavoro per l’industria delle pavimentazioni stradali realizzato con lo stile del catalogo generale Controls (di 600 pagine) presente nei laboratori di ingegneria di tutto il mondo. ❑

PAVELAB 50, Analizzatore automatico a solvente

divisione conferma la leadership nel settore e l’impegno a offrire prodotti e servizi di valore per i nostri clienti, così come l’impegno allo sviluppo delle

tecnologie più avanzate a sostegno del progresso tecnologico di sistemi di prova stradali. La nostra riconosciuta etica negli affari, l’eccellente

reputazione di cui godiamo sono un valore aggiunto che spiega i 50 anni di successi del nostro gruppo e la fruttuosa collaborazione con i nostri clienti”.



TESTIMONIANZE

(FASSI)

LA FASSI DI MATERA L’azienda Stagno ha scelto una gru Fassi F1650RA per eseguire i delicati lavori di movimentazione e sollevamento nei cantieri di uno dei patrimoni dell’Umanità: i Sassi di Matera Sassi di Matera. Patrimonio dell’umanità. Abitati fino agli Anni ’70 e poi abbandonati, dal 2000 sono stati riscoperti e stanno vivendo un nuovo periodo d’oro. Un periodo fatto innanzitutto di consolidamenti e ristrutturazioni, opere decisamente complicate da realizzare non solo per i numerosi vincoli artistici e patrimoniali, ma anche per gli spazi, decisamente angusti. I Sassi di Matera sono infatti composti da due parti principali: da un lato le grotte, or-

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mai destinate a essere solo percorso turistico, e la città vera e propria, che si sta di nuovo popolando, composta da costruzioni le cui facciate sembrano “appiccicate” alla montagna, nascondendo i vani interni, per la maggior parte scavati nella montagna fino a profondità anche di svariate decine di metri. Costruzioni spesso raggiungibili solo tramite anguste stradine pedonali, acciottolati graziosi ma decisamente poco pratici se si deve trasportare materiali o

Paolo Stagno gestisce l’azienda di famiglia insieme ai fratelli Leonardo e Roberto e al padre Francesco Saverio

macchine. Qui la forza delle braccia è ancora la principale leva dei lavori di manutenzione, ma fortunatamente la tecnologia evolve e oggi permette già di poter usufruire di macchine


Da sinistra Dario Di Bello di Di Bello Carrozzeria Industriale, Marco Del Campanile di Fassi Gru e Paolo Stagno

ma anche per il giusto equilibrio tra meccanica ed elettronica, che le permette di arrivare dove altre gru non riescono. “Elettronica e meccanica sulla F1650RA sono in equilibrio perfetto” conferma Stagno. “Grazie ai software di controllo e gestione è possibile muovere la gru con precisione millimetrica, anche nelle aree

che possono venire in ampio soccorso in situazioni del genere. Una di queste, valido esempio non a caso scelta da un’azienda del posto, è la gru Fassi F1650RA, nello specifico allestita su un camion MAN TGS 41.480, acquistata dall’impresa Stagno di Matera, appunto.

cestello porta persone con tre operatori a bordo. Nella maggior parte degli interventi qui ai Sassi, più che l’altezza è lo sbraccio a determinare se puoi o non puoi aggiudicarti un lavoro. E con la Fassi F1650RA noi adesso potremo ampliare di molto le nostre potenzialità”.

UNA SCELTA RAGIONATA Parlando con Paolo Stagno, che insieme ai fratelli Leonardo e Roberto e al padre Francesco Saverio, gestisce l’azienda di famiglia, appaiono chiare fin da subito le necessità che lo hanno spinto verso una gru di questo tipo: “Da sempre in azienda cerchiamo di ampliare la nostra flotta con macchine innovative e ad alte prestazioni: questo perché una macchina ad alte prestazioni può eseguire qualunque lavoro, dal piccolo sollevamento all’intervento più critico, versatilità che una gru piccola non può garantire. La Fassi F1650RA mi ha convinto proprio perché è in grado di operare in situazioni anche estremamente diverse tra loro, e offre una caratteristica fondamentale per operare qui tra i Sassi, ossia uno sbraccio da 24 m portando in punta un

EQUILIBRIO ELETTRONICO Una gru imponente, particolare non solo per le proprie caratteristiche,

Il cliente L’azienda Stagno Francesco Saverio nasce negli Anni ’70 a Matera eseguendo principalmente lavori nel settore del movimento terra e prestando servizio stagionale nei rimboschimenti per esecuzione di fasce tagliafuoco, realizzazione di briglie e così via. Con l’inserimento in azienda dei figli Paolo, Leonardo e Roberto, l’azienda si è ingrandita grazie all’adozione di una politica di diversificazione delle attività.

Oggi la Stagno Francesco Saverio è conosciuta in tutto il territorio di Matera, sia come impresa operante nel settore edilizio, sia nel settore ambientale dove esegue la raccolta, il trasporto e il recupero delle risulta della demolizione, che trasforma in sabbia, materiale stabilizzante o materiale per drenaggi riutilizzabile. Inoltre l’azienda opera anche nella raccolta e nel trasporto di rifiuti liquidi destinati allo smaltimento, mentre a livello di noleggio

offre circa 40 macchine tra veicoli movimento terra (pale gommate e cingolate, apripista, grader, rulli compattatori, dumper e altre mezzi d’opera) e per il sollevamento (veicoli con gru retrocabina, autogru e sollevatori telescopici), disponibili sia con opzione di noleggio a freddo che a caldo. Lo staff è composto complessivamente da sette persone e l’azienda opera prettamente nel territorio della Basilicata e della Puglia.

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TESTIMONIANZE

del diagramma di carico più critiche o con una stabilizzazione parziale, cosa che nelle strette vie dei Sassi è all’ordine del giorno. Grazie a tutto ciò possiamo operare in sicurezza, avere sempre sotto controllo la situazione e possiamo ‘osare’ manovre in condizioni estreme di peso e sbraccio elevati che senza il controllo dell’elettronica non avremmo mai tentato, con la certezza di operare sempre nei limiti strutturali della gru”. ALLESTIMENTO SARTORIALE Una gru particolare, al top della tecnologia, che fa parte di un allestimento tutt’altro che ordinario. In questo caso, oltre alla bravura dei progettisti Fassi e dell’agente di zona dell’azienda di Albino, Marco Del Campanile, che ha saputo consigliare l’Azienda Stagno sulla gru più adatta alle proprie esigenze, a fare la differenza è stata anche la competenza tecnica della Di Bello Carrozzeria Industriale, che è sia dealer locale di Fassi che carrozzeria in grado di realizzare allestimenti particolari, come quello di questo MAN TGS 41.480 il cui telaio ospita un vero e proprio sistema intercambiabile che consente all’impresa Stagno di avere tre veicoli in uno: sul MAN infatti è possibile allestire, di volta in volta, la gru retrocabina Fassi F1650RA con cassone, oppure un sistema carrabile con gancio o, an-

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Il concessionario

La Di Bello Carrozzeria Industriale nasce nei primi Anni ’80 a Potenza, fondata dal padre degli attuali titolari, Samuele Di Bello, e come attività principale inizia subito quella che ancora oggi è la specialità, ossia l’allestimento di autocarri. Nel 2004 diventano concessionari Fassi e con l’andar degli anni l’attività è cresciuta fino a richiedere maggiori spazi operativi quindi nel 2009 la sede è stata trasferita nell’attuale struttura, nella zona industriale di Tito Scalo, dove si sviluppa su una superficie di circa 1.500 metri quadri coperti tra uffici, officina e zona verniciatura, cui se ne affiancano circa 6.000 di piazzale. Complessivamente in azienda lavorano 9 persone, tra cui i quattro fratelli titolari: Dario, Fabio, Luca e Marco. Dario si occupa della parte amministrativa mentre i fratelli di quella tecnica. Officine Di Bello nasce fin da subito come allestitore di autocarri e negli ultimi anni si è specializzata nella realizzazione di allestimenti complessi e su misura, richiesti dalla clientela. Questo è proprio il caso dell’autocarro allestito per l’impresa Stagno. La clientela della carrozzeria opera soprattutto nel settore dell’edilizia e dei montaggi, per cui richiede gru con prolunghe idrauliche per eseguire lavori in altezza senza mai rinunciare alla sicurezza: un aspetto che caratterizza le gru Fassi insieme alle performance e all’affidabilità. E anche un ottimo servizio di assistenza post vendita fa la differenza. Dario, Luca, Fabio e Marco Di Bello, i titolari della Di Bello Carrozzeria Industriale

cora, una vasca da roccia. Combinare elettronica, idraulica e pesi di tre allestimenti così diversi fra loro ha messo alla prova le competenze tecniche della Di Bello ma il risultato è sotto gli occhi di tutti e ineccepibile. “Ho atteso la consegna del mezzo oltre due mesi” ha dichiarato infine Paolo Stagno, “un periodo decisamente breve considerata sia l’importanza della gru, che la complessità di tutto

l’allestimento. Il team della Di Bello Carrozzeria Industriale è composto da personale tecnicamente preparatissimo e sono convinto che in caso di necessità di assistenza sapranno rispondere adeguatamente in tempi brevi, supportati per di più dalla possibilità di far interfacciare il servizio assistenza Fassi in remoto con la componentistica della gru, risolvendo già a distanza molti problemi”. ❑


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REPORTTECNICO

el mondo ogni giorno milioni di persone mettono a rischio la propria salute sul luogo di lavoro. Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ogni giorno nel mondo 6.000 persone muoiono a causa di infortuni o malattie professionali. Per focalizzare l’attenzione su questo tema stata istituita la “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro” che è stata celebrata per la quindicesima volta il 28 aprile 2017. I pericoli sul luogo di lavoro sono molteplici: acidi, calore, fiamme e scintille, corrente elettrica, cariche statiche e sollecitazioni meccaniche. Ma anche lo stress psichico, scatenato dalla fretta o dalla paura di perdere il posto di lavoro, è un fattore di rischio. Secondo la legge sulla

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MEWA

L’ABBIGLIAMENTO CHE SALVA LA VITA sicurezza del lavoro, tutti i pericoli esistenti all’interno di un’azienda devono essere analizzati e documentati nella valutazione dei rischi. Per ogni rischio registrato devono essere indicate misure adeguate a ridurre o eliminare il rischio. Le misure sono suddivise in tre categorie:

La Legge sulla sicurezza del lavoro: una conquista

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• misure di sicurezza tecniche (p. es. sportelli di protezione sui macchinari); • misure di sicurezza organizzative (p. es. formazione dei dipendenti); • misure individuali (p. es. abbigliamento protettivo). L’approccio corretto a queste neces-

I pericoli sul luogo di lavoro sono molteplici: acidi, calore, fiamme e scintille, corrente elettrica, cariche statiche e sollecitazioni meccaniche. Ma anche lo stress psichico – scatenato

dalla fretta o dalla paura di perdere il posto di lavoro – è un fattore di rischio che riveste sempre maggiore importanza. La tutela del lavoro in Italia ha radici piuttosto antiche: già a metà degli

sità parte fin dalla scelta del giusto abbigliamento protettivo che può tutelare la salute e persino salvare la vita. Per questo è assolutamente necessario che siano considerati questi aspetti: • L’abbigliamento protettivo deve essere specificatamente progetta-


to per i rischi presenti sul luogo di lavoro. • I dipendenti devono essere informati sul proprio abbigliamento protettivo e devono indossarlo/ utilizzarlo in modo corretto. • L’abbigliamento protettivo deve essere lavato e conservato secondo la normativa vigente. • Qualsiasi modifica apportata all’abbigliamento protettivo deve essere eseguita in conformità alla normativa vigente.

anni Cinquanta era stato introdotto un “Corpus normativo precauzionale”, poi integrato nel tempo col D. Lgs. 626 del 1994 e sostituito definitivamente dal T.U. nr. 81 del 2008, tutte normative finalizzate alla tutela e al miglioramento della salute dei lavoratori.

Dato che il tema “abbigliamento protettivo” è molto complesso e dispendioso, è consigliabile ricorrere all’assistenza di consulenti, come i tecnici per la sicurezza sul luogo di lavoro o gli esperti in prevenzione delle associazioni di categoria. I fornitori di servizi tessili aiutano nella scelta e nella cura dell’abbigliamento protettivo adatto. “Offriamo consulenza e test di prova per indossare i capi prima dell’utilizzo”, spiega Silvia Mertens, ingegnere specializzato in abbigliamento tecnico e consulente tecnico per l’abbigliamento protettivo presso MEWA, fornitore di servizi tessili di Wiesbaden. “Con il nostro sistema di servizi quali lavaggio, manutenzione e sostituzione dell’abbigliamento protettivo, aiutiamo a garantire la conformità alle norme UE e DIN, per la protezione dei dipendenti e lo snellimento delle procedure aziendali”. Inoltre Mewa propone linee di abbigliamento specifiche in base all’attività svolta: per esempio per chi lavora con l’elettricità Mewa propone due collezioni certificate: Mewa Ideal Protect e Mewa Twinstar Protect, che combinano sicurezza e comfort. Le due collezioni si caratterizzano per l’uso di tessuti più leggeri e più morbidi rispetto a quelli solitamente impiegati negli indumenti protettivi di questo genere. Dove la sicurezza fa rima con visibilità, come nei cantieri

stradali, negli aeroporti o nell’attività di smaltimento rifiuti, risultano ideali le linee Mewa Multiwear, Mewa Security e Mewa Clima S che offrono elevata visibilità e notevole protezione contro le intemperie. ❑

L'uso scorretto di un dispositivo di protezione spesso ne limita o annulla il valore protettivo.

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REPORTTECNICO

HAULOTTE

RINNOVAMENTO TELESCOPICO adeguamento normativo può essere un'opportunità da sfruttare al meglio. Di questo avviso è certamente Haulotte che ha recentemente rinnovato la sua linea di sollevatori telescopici HTL nella gamma Compact e Hi-

L'

I nuovi motori

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gh Lift, cioè i modelli HTL 3210, 3510, 4010, 3614, 3617, 4014 e 4017. Macchine sulle quali ha fatto il proprio debutto il nuovo motore Kohler KDI 3404 Tier IV Final. Un “traguardo normativo” raggiunto senza filtro antiparticolato e sistemi

Novità principale dei nuovi sollevatori telescopici Haulotte HTL Compact e High Lift è l'adozione del motore KDI 3404 di Kohler Engines, evoluzione del

MACCHINE CANTIERI 5.0

progetto KDI e incentrato sull’utilizzo di tecnologie quali il common rail ad alta pressione (2.000 bar), la valvola EGR pilotata elettronicamente per il ricircolo dei gas di

scarico, le quattro valvole per cilindro per una combustione più efficiente con minori consumi e un’erogazione di potenza equivalente a quella di motori di

cilindrata superiore. Il propulsore, implementato nella versione da 55,4 kW, si caratterizza per un'elevata densità di potenza (30 kW/l) e un’erogazione regolare,


Il Comfort

di post-trattamento, con innegabili vantaggi in termini di praticità di gestione della macchina. Se lasciamo al box di approfondimento il compito di entrare nei dettagli, l'adozione di questa soluzione motoristica, e soprattutto l’assenza di DPF e post-trattamento, ha comportato importanti vantaggi: le dimensioni contenute e la semplificazione del propulsore ne hanno infatti consentito un facile inserimento all’interno degli HTL, senza richiedere sostanziali modifiche al riuscito progetto originale delle macchine. Allo stesso tempo anche la versatilità applicativa è stata garantita grazie a ben quattro prese di forza: due PTO supplementari laterali (SAE A e SAE B) affiancano infatti la principale e la secondaria. Se le prestazioni ribadiscono i valori già apprezzati dal mercato – per l'HTL 4017 abbiamo 4.000 kg di portata e 17 m di altezza – la

L’ampia cabina, certificata ROPS/ FOPS e con sedile a sospensione pneumatica regolabile, offre una collocazione dei comandi studiata in relazione alla frequenza di utilizzo, mentre le funzioni chiave sono raggruppate nel joystick Smart Control. Un cruscotto elettronico retroilluminato visualizza tutte le informazioni relative ai parametri di funzionamento della macchina, e gli indicatori di momento di carico e stabilità garantiscono

la massima sicurezza. Da segnalare anche l'efficace insonorizzazione e l'efficiente impianto di climatizzazione.

frutto di una sofisticata gestione elettronica che garantisce risposte ai carichi fluide e immediate con rumorosità e vibrazioni ridotte al minimo. L’elevato valore di

coppia al minimo (412 Nm a 1.000 giri) consente inoltre di massimizzare la produttività e di ottenere un’immediata risposta del motore anche ai bassi regimi.

gamma ha beneficiato di ulteriori affinamenti. La stabilità ha visto l’adozione del blocco idraulico dell’oscillazione sull’assale posteriore, che diventa tutt’uno con il telaio offrendo un significativo miglioramento della stabilità laterale della macchina; mentre sui modelli da 14 e da 17 m largo anche a un correttore di inclinazione laterale con intervento +/- 10°. E una volta posizionata la macchina, i due stabilizzatori anteriori, azionabili individualmente in maniera indipendente, amplificano la stabilità e la sicurezza anche sui terreni irregolari. Gli HTL Compact e High Lift adottano una trasmissione idrostatica con funzione Inching a pedale che consente di ottenere una traslazione fluida, progressiva e precisa nelle delicate fasi di avvicinamento e manovra.Allo stesso tempo la sterzatura integrale a tre modalità (solo assale anteriore, a granchio e sulle quattro ruote) agevola le manovre negli

spazi vincolati. A livello idraulico largo alla tecnologia Flow Sharing alimentata da una pompa Bosch Rexroth a cilindrata variabile con regolazione di coppia da 150 l/min, che consente di gestire fino a quattro movimenti contemporanei, con le funzioni di pilotaggio del braccio raggruppate nel joystick Smart Control. Nessun problema, ovviamente, neppure sul versante della sicurezza. Gli HTL si affidano a un nuovo limitatore del momento di carico (LMI) dotato di un sistema di blocco automatico che entra in azione al raggiungimento della soglia di ribaltamento. Il sistema è gestito da una CPU intelligente che, oltre a garantire una maggiore precisione di funzionamento, consente all'operatore il reset manuale senza l’impiego di strumenti specifici. ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

JCB

LA VERSATILITÀ IN STILE JCB e il mondo dei telescopici JCB si arricchisce di un nuovo modello, il 540-180 HiViz, il costruttore britannico continua a stupirci lanciando sul mercato l'ultima versione del suo porta-attrezzi gommato 110W Hydradig, la

S

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MACCHINE CANTIERI 5.0

macchina che ha fatto della versatilità il suo autentico cavallo di battaglia. La novità del rinnovato 110W Hydradig – al top per quanto concerne visibilità, stabilità, manovrabilità, mobilità e accessibilità per la manutenzione - è proprio nel cuore

della macchina che è stata equipaggiata con un nuovo motore diesel Tier 4 Final/EU Stage IV JCB EcoMAX. Il nuovo propulsore è dotato di sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR), offre una potenza di 81 kW (108 CV) e utilizza l'additivo a base di urea Diesel Exhaust Fluid (DEF) che viene inserito nel sistema di scarico per ridurre dell'88% gli ossidi di azoto (Nox). Secondo i dati forniti dai tecnici JCB, la maggiore efficienza del motore consente risparmi di carburante fino al 4%, garantendo tuttavia la stessa potenza e la stessa coppia della macchina precedente, con un conseguente taglio dei costi di esercizio. La macchina


è equipaggiata con un serbatoio di DEF da 19 litri e, grazie al relativo consumo di appena il 2%, ne è richiesto il rifornimento solo ogni sei serbatoi di gasolio, con conseguenti tempi di fermo ridotti al minimo. Dato che la Hydradig è stata progettata fin dall'inizio per montare il motore Tier 4 Final EcoMax, il sistema di scarico rinnovato, il serbatoio di DEF e l'attrezzatura di dosaggio, non si è resa necessaria alcuna modifica dell'assemblaggio dei componenti, che non sono andati a inficiare l'eccellente accesso per la manutenzione. Inoltre va segnalato come non siano richiesti dispositivi di raffreddamento o di riscaldamento del serbatoio DEF. A margine, ma anche a motivazione del nostro titolo, ricordiamo come la domanda iniziale del concetto di Hydradig in Europa abbia già abbondantemente superato le aspettative del costruttore, il tutto grazie alla versatilità e alle

La manutenzione

Notevoli gli sforzi compiuti da JCB anche per quanto concerne gli aspetti legati alla manutenzione ordinaria del nuovo sollevatore telescopico. Il design del motore del 540-180 HiViz consente infatti un facile accesso ai punti di

L'adozione del nuovo motore non ha reso necessaria alcuna modifica dell'assemblaggio dei componenti

molteplici possibilità di attachement decisamente apprezzate dai clienti. La macchina gommata offre una visibilità senza eguali dalla cabina grazie al suo design innovativo, in cui motore e trasmissione sono posti nella parte inferiore del telaio. Il centro di gravità abbassato aumenta la stabilità dell'Hydradig, mentre il telaio, con tutte le ruote sterzanti, offre una manovrabilità senza pari in cantiere e su strada. Con ancora negli occhi le solleticanti immagini di questa nuova macchina, passiamo a un mezzo di lavoro

manutenzione periodica, mentre il bocchettone per il riempimento del serbatoio diesel è incassato nella struttura della cabina al fine di una maggiore protezione e per la massima accessibilità. Con il design del

più tradizionale, ma non per questo meno interessante e versatile. Stiamo parlando del nuovo movimentatore telescopico da 18 m, JCB 540-180 HiViz che porta a 30 il numero dei modelli in gamma. Rispetto al 17 m, il nuovo 540-180 HiViz a fronte di prestazioni maggiorate vede una riduzione delle dimensioni complessive del 20%. Con soli 2,35 m di larghezza e 6,26 m di lunghezza, è possibile caricare due macchine su un singolo autocarro a caricamento laterale o a pianale ribassato, con conseguente riduzione dei costi di trasporto. Del resto si tratta di una macchina appositamente realizzata per soddisfare le più pressanti richieste delle società di noleggio e degli appaltatori, in virtù di minori costi di gestione, tempi di ciclo più brevi e un'ottima visibilità associata a una più elevata altezza di sollevamento e maggiore sbraccio in avanti. L'altezza di sollevamento si assesta sui 17,5 m (+5% rispetto all'attuale 540-170) con un carico di 2.500 kg, mentre lo sbraccio in avanti raggiunge i 13,5 m (+10%). Eppure, come accennato, il peso è di 11.330 kg, cioè il 7% in meno rispetto al suo compagno, con la macchina che beneficia di un braccio

braccio che richiede una manutenzione minima, nessun filtro antiparticolato e intervalli di manutenzione ogni 500 ore, il 540-180 vanta il miglior punteggio di manutenibilità SAE della categoria e consente una riduzione dei costi

di manutenzione del 50% rispetto a molti concorrenti per un periodo di esercizio di 1.000 ore. E se ancora non bastasse, la macchina è dotata, di serie, del sistema telematico JCB LiveLink e di immobilizer. MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

TELESKID

Anche con il nuovo motore l'accessibilità manutentiva dell'Hydradig è sempre ai massimi livelli

rinforzato a quattro stadi con azionamento a catena e di una migliore costruzione del telaio. Il design del braccio sincronizzato garantisce movimenti agevoli, precisi e più rapidi, con conseguente miglioramento dei tempi di ciclo. Un sistema idraulico intelligente rigenerativo sul comando a leva singola (opzionale) utilizza la forza di gravità per facilitare le operazioni di abbassamento e ritrazione, riducendo nel contempo l'energia richiesta per l'operazione. Il braccio con azionamento a catena - che vanta un sistema innovativo

IN PILLOLE Il motore diesel Tier 4 Final JCB EcoMAX di Hydradig presenta migliorie che possiamo riassumere in: • SCR con additivo DEF che evita l'esigenza di un DPF • Risparmio di carburante minimo del 4% rispetto al motore precedente • Consumo di DEF di appena il 2%, con conseguente riduzione dei tempi di fermo • Emissioni di ossido di azoto ridotte dell'88% per un minore impatto ambientale

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MACCHINE CANTIERI 5.0

per la regolazione della catena per ridurre la manutenzione necessaria - consente inoltre l'utilizzo di una pompa idraulica di minore capacità senza alcuna perdita di produttività. A livello motoristico ci troviamo di fronte a un'unità diesel JCB EcoMAX emissionato Tier 4 Final da 55 kW (74 CV), che non richiede filtro antiparticolato (DPF) o additivo (DEF), con conseguente riduzione

Le prestazioni del nuovo movimentatore telescopico ne fanno il compagno di lavoro ideale in molteplici ambiti operativi

Presentata in anteprima al ConExpo, la nuova minipala compatta con braccio telescopico JCB Teleskid è un prodotto innovativo che si distingue per uno sbraccio superiore del 60% rispetto a qualsiasi altro skid steer loader presente sul mercato. Purtroppo, per il momento, non vedremo questa macchina in Italia. Ed è un vero peccato perché la JCB Teleskid vanta uno sbraccio anteriore fino a 2,4 m, e un'altezza di sollevamento di quasi 4 m ed è in grado di combinare capacità di sollevamento verticale e radiale, mentre un sistema di livellamento permette di mantenere una perfetta orizzontalità della benna lungo l'intero arco di sfilo del braccio. In pratica può compiere il lavoro di quattro macchine: sollevatore telescopico, carrello elevatore, pala compatta e minipala. A livello motoristico è equipaggiata con un'unità JCB Ecomax da 55kW (74CV) Tier 4 Final/Stage IIIB.


IN BREVE Sintetizziamo le migliorie che JCB ha apportato al nuovo movimentatore telescopico 540180 HiViz: • un miglioramento del 5% dell'altezza di sollevamento uno sbraccio in avanti superiore del 10% • il 50% in meno del punteggio di manutenibilità SAE • una riduzione del 50% dei costi di esercizio sulle 1.000 ore • tempi di ciclo più rapidi del 20%

e un'elevata controllabilità. Il citato servocomando elettrico a leva singola è leggero e facile da utilizzare, con un movimento del braccio minimo per un ridotto sforzo da parte dell'operatore. La macchina è dotata di un pulsante di rilascio della pressione idraulica all'interno della cabina, per lo sfiato del circuito idraulico e una più agevole sostituzione delle attrezzature. ❑ dei costi di esercizio. Il cambio di JCB Powershift è a quattro velocità e assicura una velocità di traslazione massima di 29 km/h. A tale proposito è opportuno sottolineare come l'intera trasmissione sia stata progettata e costruita da JCB e come questa integrazione verticale, insieme all'innovativo uso della potenza attraverso un impianto idraulico intelligente, garantisca produttività ed efficienza a fronte di un risparmio di carburante stimato in circa il 10%. Il sistema idraulico di controllo con comandi multileva è comune a quello del diffuso modello 540-140, garantisce un posizionamento preciso del carico MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

MICHELIN

THE NEW GENERATION

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randi novità in casa Michelin per quanto riguarda i pneumatici per autocarro. Arriva infatti la nuova generazione di pneumatici Michelin X Multi, per trasporti regionali, in grado di garantire performance addirittura superiori alla precedente generazione (Michelin X MultiWay 3D), mentre il costo di acquisto resta invariato. Fedeli allo spirito che guida lo sviluppo dei nuovi prodotti in Michelin, anche i nuovi X Multi risultano essere la perfetta combinazione di fattori diversi: sicurezza, durata e riduzione dei consumi. Come si declinano tutte queste caratteristiche? Il segreto, spiegano in Michelin, è lo sviluppo di tecnologie e mescole sempre più sofisticate (non a caso il produttore francese investe ogni anno cifre considerevoli nella ricerca e sviluppo, divisione in cui operano circa 6.000 persone) che apportano ognuna un piccolo miglioramento: è poi la somma delle singole migliorie a dare il risultato finale, che nel caso dei nuovi Michelin X Multi è pari, tra le varie performance, a un

G

aumento del chilometraggio compreso fra il 15 e il 20%. Sono ben quattro le tecnologie applicate ai nuovi Michelin X Multi. Vediamole nel dettaglio. Si parte con la tecnologia Powercoil che identifica una nuova generazione di cavi d’acciaio leggeri, ma molto robusti, impiegati nella costruzione della carcassa. Rispetto alla gamma precedente, il pneumatico è quindi più leggero, più resistente e offre una resistenza al rotolamento ancora più bassa. A questa prima tecnologia fa eco Infinicoil, un filo d’acciaio continuo avvolto nel pneumatico, cui dà stabilità per tutta la sua vita, robustezza e resistenza. Può arrivare a una lunghezza di 400 m. La tecnologia Regenion, invece, comprende una serie di elementi della scultura che si auto-rigenerano chilometro dopo chilometro, grazie a tecniche di stampa 3D a metallo, per offrire alti livelli di aderenza per tutta la vita del pneumatico, in qualsiasi condizione. Carbion, infine, è un materiale derivato da un processo innovativo di miscela di alcuni componenti del battistrada quando si trovano allo stato liquido. Il materiale ottenuto è omogeneo, incide positivamente sulla prestazione chilometrica e sulla resistenza al rotolamento e permette così il risparmio di carburante. Sviluppati quindi per associare il più basso costo al chilometro con un’aderenza eccezionale in ogni condizione meteorologica, per tutta la durata di vita, i nuovi pneumatici sono disponibili in quattro misure chiave: le due misure 315/70R22.5 (una per tutti gli assali - Michelin X Multi Z - l’altra per l’assale motore - Michelin X Multi D) e le due misure 385/55R22.5 (una per l’assale sterzante - Michelin X Multi F - e l’altra per gli assali trainati - Michelin X Multi T2). Partiamo dal Michelin X Multi D per assali motore, sviluppato per ridurre i costi operativi sui trasporti MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

“I nuovi pneumatici Michelin X Multi offrono un’aderenza eccezionale e una durata decisamente migliore. Inoltre, allo stesso prezzo della gamma precedente, indicano l’impegno di Michelin nell’offrire il miglior TCO (Total Cost of Ownership) ai propri clienti.” Serge Lafont, Direttore settore Autocarro Michelin

regionali e nazionali, offre fino al 20% in più del potenziale chilometrico rispetto al suo predecessore. Il battistrada integra la tecnologia Regenion e si compone di elementi dalle proprietà auto-rigeneranti, sotto forma di canali nascosti che entrano in funzione a mano a mano che il battistrada si consuma conferendo un livello ottimale di aderenza, trazione e sicurezza in un ampio spettro di condizioni meteorologiche per tutta la vita del pneumatico, dal primo all’ultimo chilometro.Tale scultura del battistrada, compatta e rigida, combinata con una barriera antirumore creata da rilievi in gomma collocati nei canali lungo la

circonferenza esterna vicino alla spalla, r iduce anche la rumorosità. Altro aspetto caratteristico del battistrada sono le lamelle TowerPump integrate nella scultura: si tratta di piccole lamelle tubolari che facilitano l’evacuazione dell’acqua grazie a un’azione di pompaggio. Ciò contribuisce a migliorare l’aderenza su strada bagnata. Il pneumatico Michelin X Multi Z, invece, è il pneumatico per tutti gli assali ed è in grado di offrire fino al 15% in più del potenziale chilometrico in rapporto al suo predecessore. Adatto a tutti i tipi di strade regionali e nazionali, Michelin X Multi Z dispone di una nuova mescola di gomme nel battistrada che permette di ridurne la profondità originale senza influenzare il potenziale chilometrico. Questa prestazione è ottenuta grazie alla tecnologia Regenion, che permette di mantenere un ottimo livello di grip, trazione e sicurezza in un ampio spettro di condizioni atmosferiche. Il

Michelin X Multi F è il pneumatico per assale sterzante, che equipara le prestazioni dell’X Multi D in termini di maggior potenziale chilometr ico (+20%) e dispone della stessa, nuova mescola di gomme per il battistrada dell’X Multi Z. La r iduzione della profondità del battistrada permette di ottenerne una diminuzione dei movimenti, determinando una riduzione dell’accumulo di calore e quindi dell’usura. Inoltre, l’ampiezza della superficie del battistrada (6 mm in più del predecessore) contribuisce a migliorarne la durata di vita rispetto alla gamma precedente. L’effetto che ne deriva è l’ottimizzazione della zona di contatto del battistrada con la superficie della strada e un ulteriore rallentamento del tasso di usura. Michelin X Multi F offre anche

LE MISURE DEI MICHELIN X MULTI Michelin X Multi F Michelin X Multi Z Michelin X Multi D Michelin X Multi T2

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385/55R22.5 315/70R22.5 315/70R22.5 385/55R22.5


IL GRUPPO MICHELIN IN CIFRE • Data di costituzione: 1889 • Insediamenti industriali: 68 siti di produzione in 17 paesi • Numero di dipendenti: 111.700 nel mondo • Ricerca e Sviluppo: più di 6.000 ricercatori in tre continenti: America, Europa e Asia • Budget annuale di R&D: circa 700 milioni di euro • Produzione annua: 184 milioni di pneumatici prodotti (2015), più di 16,5 milioni di carte e guide vendute in più di 170 paesi e 1,2 miliardi di itinerari calcolati da ViaMichelin nel 2015 • Vendite nette 2016: 20,9 miliardi di euro

elevati livelli di sicurezza, soprattutto in condizioni meteorologiche difficili, grazie alla presenza delle lamelle Delta nel battistrada che migliorano la frenata e la tenuta in curva in inverno e sulle superfici scivolose. Inoltre, queste lamelle sono allineate nel senso di rotazione del pneumatico per ottenere un tipo di usura uniforme fin dall’inizio della vita del pneumatico. Michelin X Multi F è classificato B in resistenza al rotolamento, secondo il sistema di etichettatura dell’Unione Europea. Questo indica agli operatori che stanno usando uno dei pneumatici più performanti nella categoria, che permette quindi di ottimiz-

zare il consumo di carburante. Chiudiamo con il Michelin X Multi T2, pneumatico per assali trainati, anch’esso in grado di aumentare fino al 20% il potenziale chilometrico rispetto alla generazione precedente. Adatto, come i precedenti pneumatici, a tutti i tipi di percorsi per i trasporti stradali regionali e nazionali, anche l’X Multi T2 si avvale di innovazioni brevettate, tra cui la nuova mescola di gomme nel battistrada. Inoltre, l’allargamento di 6 mm della superficie del battistrada ne migliora la durata e la resistenza all’usura. Anche in

questo caso le migliorie sono dovute all’integrazione delle tecnologie Regenion e Carbion. Come tutti i pneumatici Michelin autocarro, anche la gamma Michelin X Multi è stata sviluppata usando la carcassa Michelin di alta qualità, che permette sia la riscolpitura che la ricostruzione attraverso il processo Michelin Remix, per mettendo di ridurre ulteriormente i costi e l’impatto ambientale, disponendo nel contempo di tutto il potenziale del pneumatico. Infine, non poteva mancare la ciliegina tecnologia, ossia il chip RFID integrato in ogni nuovo pneumatico che semplificherà la gestione delle flotte e dei magazzini. I Michelin X Multi saranno la nuova generazione di “pneumatici connessi” che offrirà accesso a diversi servizi digitali, permettendo l’identificazione di ogni pneumatico e la tracciabilità delle operazioni. ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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TESTIMONIANZE

(NIEDERSTÄTTER)

MENO MALE CHE ESISTONO Chiamare Niederstätter dealer è estremamente riduttivo. Certo, per alcuni marchi che rappresenta, la sua attività è locale ma, credeteci, la vera anima della realtà bolzanina è di tutt’altra natura eno male che esistono aziende così. Così come Niederstätter. Non vogliamo dilungarci nei soliti panegirici osannanti, né tanto meno cadere nella trappola dei soliti ragionamenti secondo cui l’Italia avrebbe bisogno di più realtà imprenditoriali come loro. Ma volevamo dire con onestà cosa abbiamo trovato cono-

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scendo da vicino il team Niederstätter durante la prima edizione di Pro 2017. Della manifestazione diremo tra poco, prima vogliamo accennare, anzi no, delineare bene chi è Niederstätter oggi. Fondata negli Anni ‘70 da Maria Niederstätter (tutt’ora alla guida dell’azienda anche se è in corso l’avvicendamento generazionale con i nipoti Manuel e Daniela) e condotta con polso fermo tra i marosi di un mercato e di un settore che oltre ai problemi oggettivi spesso se ne crea anche di futili (chissà cosa si pensava di una giovane donna a capo di un’azienda operante nel settore delle costruzioni negli Anni ‘70) insieme alla sorella Hildegard e al fratello Anton, la Nie-

La famiglia Niederstätter. Da sinistra: Manuel, Maria, Anton, Daniela e Hildegard

derstätter di oggi è, permettiamoci pure il paragone, un’azienda che non ha nulla da invidiare agli OEM più blasonati: certo non produce (poco ci manca, però) ma di sicuro sia a livello di approccio al mercato che di servizi offerti e di supporto ai clienti, nulla ha da imparare. Anzi, a molti potrebbe insegnare.


“In un mondo globalizzato, agli albori dell’industria 4.0, anche il nostro settore cambia e, insieme ad esso, anche noi” ha dichiarato Maria Niederstätter, che ha le idee molto, molto chiare. “Quello che vogliamo è che il nostro cliente percepisca e sia consapevole che in Niederstätter non trova solo un dealer, trova un partner 4.0”. Oggi nel settore, quando si chiede agli operatori perché abbiano scelto una determinata macchina, sono pochissimi (nessuno?) che in prima battuta risponde:“per il prezzo”. Quest’ultimo però diventa quasi l’elemento più importante in fase di acquisto. Certo, è giusto ottimizzare gli investimenti: il concetto che in Niederstätter vogliono far passare è che l’ottimizzazione non si risolve unicamente nel prezzo di acquisto.“Macchine di qualità costano ovviamente di più” continua Maria Niederstätter,“e per dare il meglio in termini di prestazioni e produttività devono essere utilizzate da persone capaci ed opportunamente formate, e seguite da un’assistenza che non è

più solo manutenzione, ma va oltre: è il servizio 4.0 quello che noi di Niederstätter offriamo. Un servizio che va apprezzato per le molteplici possibilità che offre. Possibilità che puntano a far ottenere ai nostri clienti maggiore produttività, maggiore sicurezza, un livello superiore per ogni aspetto legato alle macchine e ai servizi che proponiamo e seguiamo. Tutti questi fattori, messi insie-

LA SCUOLA NEI

container

Tre settimane per consegnare, mettere in opera e completare con tutti i servizi necessari 117 moduli container destinati a diventare la scuola prefabbricata provvisoria di Lana, in provincia di Bolzano. Il termine “struttura provvisoria” può ingannare, perché in realtà si tratta di una vera e propria sede scolastica temporanea tenuta a soddisfare tutti i requisiti di legge. “Tra l’altro era necessario adeguarsi ai carichi

portanti richiesti per il pavimento e il tetto”, spiega Roman Trojer, responsabile del reparto Container e prefabbricati di Niederstätter. “Ma la grande sfida era costituita dalle norme antincendio. Rispettare queste ultime utilizzando moduli prefabbricati non è stato propriamente semplice. In Alto Adige ci troviamo nella situazione del tutto particolare di avere contemporaneamente poco spazio e normative rigorose. In altri luoghi gli edifici scolastici provvisori sono a un solo piano, il che rende le cose molto più semplici. Ma da noi di solito non c’è abbastanza spazio.” Il complesso scolastico di Lana appare notevole sotto vari aspetti: in primo luogo per le sue ragguardevoli dimensioni. L’edificio accoglie infatti 400 studenti e 60-70 docenti ed è la più grande struttura composta da container d’Europa realizzata con questa tecnologia costruttiva. Inoltre vanta una dotazione tecnologica di tutto rispetto: impianto antincendio e antintrusione, illuminazione a norma, impianto di riscaldamento

me, valgono decisamente di più del maggior costo iniziale che le nostre macchine e i nostri servizi richiedono. Quando i clienti arrivano a capire questo, Niederstätter diventa il loro partner 4.0, cui si rivolgono non perché cercano semplicemente una macchina o una gru, ma perché cercano soluzioni”. E spesso la soluzione che Niederstätter offre loro scavalca i confini

e condizionamento, cablaggio dati. Ugualmente da record è stata la durata del cantiere: solo tre settimane. “Chiaramente i container sono stati consegnati già prefabbricati”, ha spiegato il responsabile del progetto Gerhard Herbst. “Ma come sempre in questo tipo di impianti sono stati necessari vari interventi successivi, in particolare per quanto riguarda la protezione antincendio. Piuttosto impegnativa è stata la posa del rivestimento in gesso dei collegamenti tra i container, un’operazione che ha dovuto essere eseguita con grande cura per poter garantire il grado di protezione antincendio richiesto.” Un altro dettaglio interessante è il cortile per la ricreazione integrato nell’impianto: parte dei container sono stati sopraelevati su una piattaforma di acciaio al di sotto della quale è stato ricavato uno spazio coperto per i ragazzi. Per poter terminare l’impianto scolastico rispettando la scadenza prefissata, sono state impiegate più squadre di montaggio. I dati complessivi sono impressionanti: 117 moduli container disposti su tre piani, 21 aule e 1.730 m2 di superficie.

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TESTIMONIANZE

DIVISIONE gru

Niederstätter nel settore delle gru a torre opera con uno dei leader di mercato, Liebherr, e punta a offrire qualità e nuove tecnologie, applicate sia ai prodotti che ai servizi. Nel magazzino di Steg, in Valle Isarco, e nelle altre cinque filiali del Nord Italia, Niederstätter dispone di circa 200 gru sempre operative per rispondere alle diverse esigenze dei clienti. Oltre alle gru Niederstätter offre un servizio di logistica tra i più efficienti oggi sul mercato: grazie alla flotta di mezzi di sollevamento di cui dispone, oggi l’azienda bolzanina è in grado di seguire ogni fase, dal montaggio allo smontaggio, dal carico al trasporto, senza dimenticare la consulenza specialistica. Quest’ultima comprende il supporto alla pianificazione del cantiere, all’esecuzione dei piani di sicurezza e alla redazione dei documenti, fino alla certificazione del ciclo lavorativo, al fine di offrire al cliente un’installazione ottimizzata, economica, praticamente chiavi in mano!

della richiesta iniziale per giungere ad offrire soluzioni integrate. Non a caso Niederstätter oggi propone molteplici tipologie di macchine, tutte di marchi premium, ma anche altri prodotti correlati (vedi il focus dedicato alla divisione container, per esempio) e servizi quali (giusto per citarne alcuni, ma sono molti di più) consulenza tecnica sulla scelta

e sull’installazione della gru a torre migliore per il tipo di cantiere in gioco, formazione degli operatori (Niederstätter è riconosciuto quale ente formatore dalla Provincia

di Bolzano), soluzioni ottimali per il trasporto o lo stoccaggio. Fino ad arrivare, con la propria divisione container, a progettare e costruire intere scuole (vedi il focus dedica-

LA formazione Una macchina al top della tecnologia nelle mani di un operatore inesperto produce la metà. O meno. E quasi sicuramente l’uso scorretto comporterà problemi di sicurezza non indifferenti. Per questo la formazione è un plus che non va visto come un obbligo inutile, ma come un investimento proficuo. Niederstätter propone un programma di formazione

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davvero completo, perché “in cantiere un addestramento scrupoloso e una formazione puntuale pagano e danno subito risultati”. Formazione a 360 gradi, dicevamo, che va dalla formula “in house” ossia corsi tenuti direttamente sul posto (sede o cantiere), a quella “in sede” presso la filiale di Steg in Valle Isarco e/o presso il Safety Park. Nel programma (che

potete trovare sempre aggiornato sul sito www.niederstaetter. it/it/formazione) si può scegliere, in base ale proprie esigenze, tra corsi base (per macchine movimento terra, carreli elevatori e sollevatori telescopici, gru a torre, autogrù, gru retrocabina e piattaforme aeree) ma anche seminari specializzati sul

corretto compattamento del terreno, sulla giusta tecnica di taglio e perforazione, nonché un percorso formativo dedicato espressamente ad operatori di gru a torre.


credit fotografico Stahlbau Pichler/Alex Filz

to). Far passare un messaggio di tale portata non è, ammettiamolo, cosa semplice. Ma Niederstätter ha voluto dimostrare che al suo approccio 4.0 ci crede e non solo a parole. Ecco quindi l’investimento in termini di tempo, prestigio ed economico per realizzare Pro 2017. Tempo perché non solo ha selezionato e convinto gli altri partner (Volvo Consruction Equipment, Mercedes-Benz, Pichler, Layher, ecc) ma ha anche stipulato un accordo con il Safety Park di Vadena perché ospiti permanentemente l’area delle prove per i corsi di formazione Niederstätter ma anche, appunto, il Pro 2017. Prestigio perché Niederstätter ha organizzato la gran parte dell’evento, ha pensato e gestito gli incontri e i convegni dedicati a problemi pratici e reali

LA DIVISIONE container

Un settore in crescita e chiave per Niederstätter è quello dell’impiego di container multifunzionali quali soluzioni a svariate esigenze. Si va dai container adibiti a magazzini o depositi in cantiere, dai container sanitari o adibiti a spogliatoi per gli eventi fino ad arrivare a vere e proprie soluzioni temporanee nel settore dell’edilizia, dalla scolastica o degli asili fino a scopi diversi come biblioteche, uffici pubblici, uffici privati e, più recentemente, come unità abitative per il soccorso immediato delle popolazioni colpite da catastrofi naturali. Niederstätter dispone di un proprio ufficio di progettazione in grado di elaborare soluzioni personalizzate che vanno dalla consulenza diretta sul posto fino alla pianificazione, logistica e organizzazione, a seconda delle esigenze. In questo modo è in grado di offrire container “chiavi in mano” con fondamenta, coperture, infrastrutture, rivestimenti e impianti, nonché realizzazioni speciali. Una menzione merita infine l’impegno profuso da Niederstätter nel rendere questi container più di semplici “scatole”: negli ultimi anni, in particolare, l’azienda ha cercato la collaborazione con diversi artisti figurativi, incaricandoli della progettazione delle superfici esterne dei container, arrivando a creare un’intera serie di art-container, utilizzati soprattutto nel settore dell’edilizia scolastica e degli asili.

dei clienti suoi e degli altri partner (quale per esempio quello volto a spiegare come funzionano e come si chiedono le varie agevolazioni fiscali oggi disponibili). Non stiamo a dire dell’investimento economico di Niederstätter in Pro 2017: va da sé. Insomma un’azienda così merita

più di questo singolo articolo, ma soprattutto merita molta attenzione per l’approccio rivoluzionario che ha al mercato, più da OEM partner che da mero fornitore. Qui abbiamo solo intaccato la punta di un iceberg. Ma ci sarà modo, in futuro, di tornare a parlare di nuovo di Niederstätter. ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

WEBER

LA MACCHINA GIUSTA PER OGNI LAVORO affermazione può sembrare scontata, quasi lapalissiana, eppure in molti contesti la scelta dell'attrezzatura da utilizzare per un determinato lavoro dipende più dall'abitudine che da una puntuale analisi tecnica e dei costi. Dati alla mano (per l'approfondimento sul mercato si veda l'apposito box) l'Italia nel contesto europeo della compattazione spicca come una mosca bianca. Il nostro paese è infatti relegato in fondo alla classifica sia per quanto riguarda la vendita delle piastre, ma anche nel rapporto tra reversibili e monodirezionali. Quindi, o stiamo parlando dell'unica nazione illuminata su questo fronte (ma guardando come sono messe le nostre strade qualche dubbio ci viene), oppure alcune scelte sarebbero da rivedere. Andiamo con ordine. Una compattazione ben eseguita è il presupposto

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Il Mercato europeo

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Ci risiamo. Le statistiche ufficiali (quelle del CECE, per intenderci) pongono il nostro paese all'ultimo posto in Europa per quanto concerne l'utilizzo delle piccole attrezzature

di compattazione, "light compaction" o compattazione leggera che dir si voglia. Prendendo in esame le sole piastre di compattazione reversibili e monodirezionali, la statistica CECE pone

l'Italia in fondo alla classifica nel rapporto tra piastre reversibili e monodirezionali vendute: 1 reversibile ogni 6,8 monodirezionali. Opposti i numeri della Germania, il paese primo in

classifica, in cui ogni 2,45 reversibili si vende 1 sola monodirezionale. A livello di quantitativi la Germania presenta inoltre volumi 15 volte superiori a quelli italiani. Ma non è un caso


per un'asfaltatura corretta. E ovviamente la scelta della strumentazione più opportuna è il primo passo per fornire un servizio adeguato e che sappia generare margini per l'impresa che esegue i lavori. Partiamo dalla base. Ogni terreno è costituito da un mix di tre elementi: massa solida, aria e acqua. Il tipo di terreno dipende dalla tipologia e dalle dimensioni delle particelle di materiale che lo compongono. Semplificando al massimo la materia, anche per non annoiare i nostri lettori, possiamo incontrare terreni granulari costituiti da pietre, ghiaie e sabbie grezze; terreni coesivi composti da fango e argilla e terreni misti. Per eseguire una buona compattazione, e garantire stabilità e durata al sottofondo da realizzare, è necessario conoscere la tipologia di terreno sul quale l'impresa andrà a lavorare e quale opera si dovrà realizzare: riparazione di strade a basso o alto traffico, posa di condotte e tubazioni, fondamenta di immobili,

isolato: tutte le nazioni ci sovrastano nella proporzione tra reversibili e monodirezionali. Al tempo stesso, molti paesi con territori e/o popolazioni anche parecchio inferiori all'Italia - come Olanda,

Alberto Lovo, titolare di A.L. Consulting

Polonia, Austria, Svezia, Repubblica Ceca, Norvegia, Svizzera e Finlandia - sono di gran lunga al di sopra dell'Italia come numero di piastre di compattazione acquistate annualmente.

realizzazione di piste ciclabili, posa di pavimentazioni in betonelle o lastricati, eccetera. Per ottenere una compattazione efficace le vibrazioni della macchina utilizzata, unitamente alla sua massa/peso, mettono in movimento le particelle liberando l'acqua e l'aria che si trovano nel terreno da compattare. In questo modo vengono ridotti al minimo i vuoti e si crea un substrato compatto e omogeneo. La compattazione, questo è il punto importante, non dipende esclusivamente dal peso della macchina utilizzata, ma entrano in gioco altri fattori, quali la forza centrifuga che, abbinata al peso, dà la forza di compattazione. “Nelle piastre di com-

pattazione”, ci spiega Alberto Lovo, di A.L. Consulting, “questo avviene per effetto di corpi eccentrici in acciaio particolarmente pesanti, messi in movimento da un albero rotante comandato da un motore, e va a determinare l'intensità della vibrazione. Nello specifico la piastra vibrante è concepita per compattazioni profonde ed efficaci in spazi ridotti, cosa non realizzabile con i grandi rulli stradali monotamburo. A titolo di esempio, la forza centrifuga di una piastra Weber CR6 da soli 4 q di peso è pari a 55 kN, per una profondità di compattazione di circa 60-70 cm su un terreno misto compattabile. Praticamente stiamo parlando del doppio rispetto a un classico rullo da asfalto da 15/18 q, il cui sistema eccentrico sviluppa normalmente 17/19 kN di forza centrifuga che, assieme al peso della macchina, raggiunge i 32/35 kN, e che si traducono in una profondità di compattazione di 30-35 cm sullo stesso tipo di terreno.A ciò si deve aggiungere la superficie su cui posa e agisce la piastra: circa 0,3 mq, rispetto a 0,1 mq, nel caso preso in esame”. E qui sorge il problema: molte imprese utilizzano questo tipo di rullo, concepito per stesure d'asfalto, in modo improprio anche per compattare i substrati di terreno. Vanno cioè a eseguire un lavoro di preparazione non idoneo

Il sistema brevettato Compatrol di Weber garantisce una compattazione uniforme e un notevole risparmio di tempo, e quindi di costi, fino al 25%. MACCHINE CANTIERI 5.0

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REPORTTECNICO

a conferire omogeneità e resistenza agli strati più profondi del terreno. La questione diventa interessante, perché in sostanza la competizione piastra o rullo è inesistente. La scelta della macchina va contestualizzata. Il peso non è la sola discriminante, sono fondamentali anche l'ambiente in cui si deve operare, la qualità che si vuole ottenere e le dimensioni del lavoro. Il rullo offre le migliori prestazioni nei lavori di finitura superficiale, come la stesa di asfalto, su spazi relativamente ampi; mentre la piastra monodirezionale è più adatta ai piccoli lavori di ripristino, come la riparazione di buche stradali, marciapiedi, la ricopertura di scavi per posa di cavi, tubazioni, eccetera. La piastra pesante bidirezionale, a parte le versioni più leggere, non è invece indicata per stendere asfalto. Quindi la questione si riduce all'utilizzo della macchina giusta per ogni tipologia di lavoro: la piastra reversibile non "ruba" spazi che sono propri del rullo: è

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IN Italia piuttosto l'uso improprio che molti operatori fanno del rullo ad aver tolto finora spazi di crescita alle piastre reversibili. Il tutto pensando anche ai tanti vantaggi “collaterali” che derivano dall'utilizzo della piastra, oltre alla maggiore area compattabile e all'efficacia, intesa come profondità di compattazione. Date le dimensioni, la piastra reversibile offre anche più maneggevolezza e manovrabilità, soprattutto negli spazi ridotti, nelle fosse e nelle trincee; ha minori oneri di manutenzione, una più facile movimentazione e trasportabilità e, aspetto da non sottovalutare, un costo d'acquisto decisamente inferiore. Vantaggi non solo per l'impresa, ma anche per il distributore o il noleggiatore che, inoltre, avrà il merito di aver consigliato la macchina corretta per un lavoro specifico. “A tale proposito”, riprende Lovo, “Weber propone due tipologie di piastre: le monodirezionali tra i 60 e i 100 kg, ideali per piccole compattazioni su-

Il nostro paese può utilizzare le macchine e la tecnologia Weber grazie al lavoro di A.L. Consulting, un team competente, con anni di esperienza commerciale maturata in vari settori: dall'utensileria manuale ed elettrica alle macchine, materiali e attrezzature per l'edilizia e l'Industria. La società segue la selezione dei prodotti e dei fornitori, lo sviluppo e la gestione di relazioni commerciali con clienti sparsi su tutto il territorio italiano. L'organizzazione (www.alimportagency.it) è costituita da risorse umane con elevate competenze e conoscenze, commerciali e tecniche, in grado di assicurare un servizio pre e postvendita di qualità e costante nel tempo.

perficiali, per la stesa di asfalto e la posa di betonelle in tutti i piccoli lavori stradali; e le reversibili, cioè le bi-direzionali, a guida idraulica, con marcia avanti/indietro. Tra le reversibili esistono numerosi modelli da 100 a 1.000 kg, con forze centrifughe tra 20 e 120 kN e larghezze di lavoro da 40 a 80 cm, aumentabili con l'utilizzo degli allargatori proposti come optional. Di assoluta importanza è il sistema brevettato Compatrol, ideato e sviluppato da Weber una quindicina di anni fa e ormai divenuto un dispositivo irrinunciabile per il monitoraggio costante della compattazione durante il lavoro. Il sistema Compatrol garantisce una compattazione uniforme e un notevole risparmio di tempo, e quindi di costi, fino al 25% e, inoltre, tiene sotto costante controllo le funzionalità del motore con l'eventuale spegnimento automatico temporizzato nel caso vengano diagnosticati problemi meccanici”. ❑


EW N

NUOVA GAMMA ESCAVATORI COMPATTI 4-10 TON

AUMENTA LA PRODUTTIVITÀ RISPARMIA SUI CONSUMI

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La nuova gamma di escavatori compatti JCB offre vantaggi unici per produttività e costi di gestione. Macchine dalle 4 alle 10 ton di peso operativo, nelle versioni compatte o girosagoma, gli escavatori compatti JCB di nuova generazione si posizionano al vertice della categoria: prestazioni di scavo e di sollevamento incrementate, eccezionale manovrabilità, nuovo design e nuova cabina. Grazie ai motori JCB Diesel by Kohler Stage IV/Tier 4 Final i nuovi escavatori compatti JCB consentono un’eccezionale riduzione dei consumi di carburante. JCB è innovazione. JCB S.p.A. Via E. Fermi, 16 – 20090 Assago (MI) +39 02 48866401 marketing.italia@jcb.com

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REPORTTECNICO

SCANIA

IL TRASPORTO DIVENTA IBRIDO

sistemi powertrain ibridi in configurazione parallela sono ormai una soluzione largamente utilizzata nel segmento automobilistico, al punto che molti marchi hanno introdotto versioni mild-hybrid dei propri powertrain su tutto il proprio arco di gamma. A dimostrazione che la soluzione propulsiva più efficace per coniuga-

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Turbodiesel efficiente

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re le necessità del trasporto su gomma al rispetto ambientale in termini di emissioni vede al momento l’accostamento di motori elettrici ed endotermici le cui azioni sono bilanciate nell’ottica di sfruttare per ciascuno le migliori peculiarità fun-

L’unità turbodiesel utilizzata sugli autocarri ibridi di Scania si allinea all’alto livello tecnologico offerto dal sistema visto che costituisce lo stato dell’arte per quanto riguarda l’offerta propulsiva nel segmento

autotrasporti della Casa svedese. Sviluppato sulla base di un’architettura a cinque cilindri in linea da 9 litri e 300 centimetri cubi di cilindrata, vede una potenza massima di 320 CV erogata a 1.900 giri e una

zionali. Un esempio ne è l’elevata efficienza offerta dai motori elettrici all’interno dei nuclei urbani, dove continue accelerazioni e frenate sono assecondate da una coppia costante su tutto il regime di utilizzo e la possibilità di recuperare l’energia altrimenti dissipata durante i rallentamenti, con la maggiore efficienza dei motori termici sui percorsi extraurbani. Una filosofia sulla quale anche Scania ha basato la propria scelta applicando la tecnologia ibrida nel segmento degli autotrasporti, ambito in cui l’ibrido poco si adatta ai mezzi usati prevalentemente sulle medie e lunghe distanze, risultando però perfetto per muovere i veicoli a due e tre assi destinati ad assecondare le necessità di trasporto di merci in ambito urbano. Proprio per tale motivo i sistemi ibridi sviluppati da Scania sono stati introdotti sugli autocarri di classe media, 18 tonnellate di massa, definendo una gamma ibrida orientata a utilizzi specifici, quegli stessi che permettono al mezzo di proporsi in termini di redditività nonostante la maggiore complessità e raffinatezza tecnica dei powertrain ne alzi i prezzi. Va precisato che l’ibrido non è una tecnologia inesplorata per Scania in termini di affidabilità, essendo da tempo implementata sui suoi autobus dedicati al trasporto urbano. I nuovi autocarri ibridi molto recepiscono da tali esperienze proponendosi con possibilità operative molto diversificate. Possono in

coppia massima di 1.600 Nm, costante sul regime tra i 1.050 e i 1.300 giri al minuto. L’unità, omologata Euro 6 con sistema di post

trattamento dei gas combusti asservito da filtri SCR, DOC


effetti avanzare in modalità esclusivamente elettrica per accedere all’interno delle zone a traffico limitato dei centri storici o all’interno di magazzini o parcheggi in cui non è consentito l’accesso a mezzi inquinanti, ma godono anche di una silenziosità di lavoro al di sotto dei 72 decibel che ne permette l’uso anche nelle aree sensibili al rumore o nelle ore notturne. Loro dote migliore è però l’efficienza, più elevata di un 18% circa rispetto ai mezzi tradizionali di pari categoria, con conseguente riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti. Ciò grazie all’accostamento in parallelo

e DPF, è realizzata mediante canne da 130 millimetri di alesaggio e 140 millimetri di corsa per una cilindrata unitaria di 1.858 centimetri cubi e rapporto di compressione di 17 punti a uno. Il sistema di distribuzione a quattro valvole per

cilindro è affiancato da un sistema di alimentazione a iniezione diretta basata sul sistema XPI di Scania, mentre la sovralimentazione è asservita da un turbocompressore a geometria fissa con valvola wastegate e intercooler.

di unità endotermiche costituite da motori turbodiesel DC09 108 da 320 CV in grado di operare con miscele fino al 100% di biodiesel, quali Fame e HVO, so-

luzione che porta le emissioni di anidride carbonica a essere abbattute fino a un massimo del 92% rispetto all’utilizzo di motori turbodiesel convenzionali. L’unità elettrica si inserisce tra il motore endotermico e il gruppo trasmissione ed eroga fino a 130 KW di potenza, 174 CV, con una coppia di 1.050 Nm che si somma ai 1.600 Nm messi a disposizione dal motore termico. L’unità elettrica è costituita da un compatto motore sincrono trifase a

magneti permanenti e permette di incrementare l’efficienza del sistema powertrain soprattutto ai bassi regimi e nelle partenze, grazie alla coppia disponibile fin da regime nullo. In questo caso il motore elettrico fornisce la potenza anche per le partenze e provvede a riavviare il motore termico definendo, di fatto, un funzionamento in modalità Stop & Start che ben si adatta all’utilizzo nel traffico cittadino. Provvede inoltre a fornire un boost di potenza aggiuntiva nelle accelerazioni e permette di recuperare l’energia altrimenti dissipata in fase di rallentamento operando come generatore. L’unità è alimentata da un pacco batteria agli ioni di litio da 1,2 KWh di energia e operante a 650 V. Gli accumulatori sono affiancati da un sistema di raffreddamento ad acqua con tanto di scambiatore termico in grado di raffreddare, ma anche riscaldare se necessario, le celle accumulatrici al fine di mantenerne costanti le prestazioni. Installati direttamente sul telaio dell’autocarro, gli accumulatori integrano all’interno della struttura di contenimento anche l’inverter e il sistema di gestione della potenza. Il loro dimensionamento è stato realizzato andando incontro a un utilizzo prevalente ibrido del powertrain nell’ottica di un aumento di efficienza senza esasperare l’incremento di massa, limitata a 790 kg in più compreso il motore elettrico, ma ciò, come accennato, non significa che il veicolo non possa avanzare esclusivamente in modalità elettrica sia pure con un’autonomia limitata a un paio di chilometri e con una velocità massima di avanzamento di 45 km/h. A incrementare l’efficienza del sistema e consentire il massimo sfruttamento dell’unità elettrica infine c’è un gruppo trasmissione costituita da un cambio automatizzato E-GSR895 a 12 rapporti ed equipaggiato con Scania Opticruise a doppio pedale. ❑ MACCHINE CANTIERI 5.0

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EditorialeOff DI MAURIZIO GUSSONI

Favole reali A

IN OGNI ISTANTE

DELLA NOSTRA VITA ABBIAMO UN PIEDE NELLA FAVOLA E L’ ALTRO NELL’ ABISSO. (PAULO COELHO)

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MACCHINE CANTIERI 5.0

volte ci sono piccole cose che ti fanno passare il nervoso. Ecco la cronaca: alle 21 di un giorno feriale arrivi al Terminal 2 della Malpensa con un volo da Amsterdam, dopo due giorni tra tulipani, efficienza ferrea e noioso ordine maniacale, ti ritrovi nel sollievo dell’ordine sparso delle cose italiane. E, poco dopo, a bordo del Malpensa Express, ti immergi in una favola. Arriva il controllore, un giovane non ancora trentenne con capigliatura da discoteca. Con impeto si avvicina ad una fanciulla bionda, evidentemente straniera, e le chiede il biglietto. Biglietto, però, che alla verifica risulta non timbrato! Tutti ci saremmo aspettati che la storia finisse con una ramanzina, in fondo la procedura di timbratura di un biglietto regolarmente pagato, che poi il controllore buca, appartiene solo al mondo dell’idiozia. Ci sbagliavamo: bionda o non bionda la fanciulla deve pagare parecchie decine di Euro di sanzione. Lei non protesta e mette mano al portafoglio, sfoderando un 50 euro evidentemente affetto da inguaribile solitudine. Ma, porgendo il biglietto, si lascia scappare una lacrima. Ed è qui che esce l’uomo e muore il burocrate. Il giovane, colpito, le restituisce la banconota. Lei insiste per pagare, ma lui scappa via. Portando con sè una probabile violazione amministrativa, ma anche un gesto di sensibilità e di solidarietà che pensavamo di poter trovare, ormai, solo nelle favole! ❑


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