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LA FOLLIA DEL MULTIVERSO
La realtà che si cela dietro la follia
Il nostro universo è l’unico esistente o ne esistono molti altri? La teoria del multiverso può essere considerata un’ipotesi accettabile? Quando si vive una storia, da protagonisti o anche come semplici spettatori di un film, ci si chiede spesso cosa sarebbe successo se si fosse presa un’altra decisione. Le nostre differenti scelte avrebbero cambiato direzione alla nostra vita?
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Ma cosa si intende per multiverso?
Il multiverso è una delle idee più stimolanti della fisica contemporanea. Tutti noi, infatti, sapsappiamo che l’universo è infinito e se veramente si estende all’infinito nello spazio esisterà una qualche parte di quest’ultimo in cui tutte le possibili combinazioni di materia, seguendo un calcolo delle probabilità, saranno presenti. Saranno verificate, dunque dimensioni alternative, comprese infinite copie più o meno simili della Terra e, ovviamente, anche di noi stessi. In uno scenario simile, insomma, ogni domanda del tipo ‘Cosa sarebbe successo se…?’ ha veramente una risposta. Gli universi paralleli coesistono nello stesso spazio degli altri, ma una volta divisi diventano fantasmi l’uno per l’altro invisibili e impercettibili. (In realtà) dal punto di vista filosofico l'ipotesi è antica, poiché l’esistenza di una pluralità dei mondi simili alla Terra fu proposta già dagli atomisti greci e trovò nuovo vigore dopo la rivoluzione copernicana, con la scoperta della grandezza effettiva dell'universo, contenente miliardi di galassie. Successivamente è stato riaffermato come possibile conseguenza da alcune teorie scientifiche, del multiverso di Hawking.
Teoria dell’inflazione caotica
L'inflazione caotica è un modello di inflazione cosmologica dell'universo prevista da alcune estensioni della teoria del Big Bang e del modello standard della cosmologia. La teoria delle bolle è parte delle varie elaborazioni sul multiverso, del quale il nostro universo sarebbe solo una delle infinite "bolle", ed è uno dei pochi modelli di multiverso che segue completamente il modello standard della cosmologia e l'unico con evidenze significative nei dati osservati. Il concetto dell'universo a bolle comporta la creazione di universi derivanti dalla schiuma quantistica di un "universo genitore" o da un unico Big Bang. Alle scale più piccole (quantistiche, come la lunghezza di Planck), la spazio ribollirebbe a causa di fluttuazioni di energia e transizioni di fase, trovandosi in un falso vuoto, in quanto in fisica quantistica, a differenza di ciò che accade nella teoria della relatività generale, non esiste il vuoto o il nulla, nemmeno in caso di Big Rip o morte termica dell'universo. Il fenomeno del ribollire è forse dovuto al principio di indeterminazione di Heisenberg, e uno dei suoi effetti è la schiuma quantica. Il vuoto quantistico sarebbe infatti "schiumoso" e impossibile da lacerare e distruggere. La teoria prende ispirazione dal principio di indeterminazione di Heisenberg, parte della meccanica quantistica, che può essere formulato come:
In pratica, il calcolo spiega che il principio di conservazione dell'energia può essere violato, ma solo per tempi molto corti. Più alta è l'energia estratta dal nulla, minore è il tempo in cui può essere fatto; lo spazio che noi crediamo vuoto in realtà è pieno di particelle che esistono per tempi brevissimi.
Teoria del multiverso elaborata da Stephen Hawking
"Noi viviamo in un universo strano e meraviglioso. Per poter comprendere la sua età, le sue dimensioni, la sua violenza e anche la sua bellezza dobbiamo compiere uno straordinario sforzo di immaginazione." Hawking poco prima di morire, aveva effettuato uno studio dal titolo "A Smooth Exit from Eternal Inflation", basato sulla teoria che suppo-
neva l'esistenza di altri universi: la cosiddetta “teoria del multiverso”. Secondo lo scienziato, dopo il “Big Bang”, si verificarono simultaneamente una quantità infinita di diverse esplosioni, che a loro volta diedero vita a ulteriori “universi paralleli”. Il cosmologo con le sue ricerche e i suoi studi si è spinto ben oltre.
Hawking, infatti, ha affermato che le prove concrete dell'esistenza di altri universi sono misurabili, per mezzo di complesse formule matematiche, tramite la radiazione di fondo: "Cosmic Microwave Background". Quest’ultima è una radiazione "nell’ordine delle microonde”, che attraversa il nostro universo e che viene vagliata come una specie di residuo “dell’universo primordiale”. Sono mostrati tre possibili percorsi che contribuiscono all'ampiezza di probabilità per una particella che si muove dal punto A in un tempo t0 al punto B in un differente tempo t1. Nell'integrale sui cammini ogni particella segue ogni possibile storia.
Il multiverso nella cinematografia e nella letteratura
“Le gemme dell’infinito creano quello che tu percepisci come flusso del tempo. Se rimuovi una di quelle gemme il flusso si divide. Questo può avvantaggiare la tua realtà ma sicuramente mina la mia nuova. […] Una volta finito con le gemme le riporteremo una per una nel loro tempo a quando erano state prese, quindi cronologicamente, da quella realtà [la gemma N.d.R.] non se n’è mai andata” La citazione tratta dal film "Avengers Endgame" riguarda la costruzione di nuove realtà partendo da cinque gemme dell’infinito sulle quali, all’interno della nota saga cinematografica targata Marvel, si basano gli universi.
Le prime rappresentazioni di multiverso nell’MCU (Marvel Cinematic Universe) li abbiamo con “Spiderman, di Miles Morales”, e con la serie “What-if?”. La serie racconta storie di realtà alternative dove alcuni momenti cruciali dei film originali si svolgono in maniera differente: ad esempio, cosa sarebbe successo se Peter Parker avesse salvato lo zio Ben o se fosse stata Peggy Carter a ricevere il siero del super soldato al posto di Capitan America.
Riguardo alle serie televisive troviamo esempi di multiverso all’interno della nota serie “Dark”, nella quale attraverso un errore nell’universo originario vengono collegate dimensioni parallele che generano un loop destinato a ripetersi.
In ambito letterario invece riferimenti al multiverso sono presenti in “Multiversum”, romanzo in cui i co-protagonisti Alex e Jenny vivono rispettivamente a Milano e a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma Jenny non c’è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all’età di sei anni. Il Multiverso, dunque minaccia di implodere e scomparire.
E ammettendo l’esistenza di universi paralleli come cambierebbe la nostra quotidianità, saremmo portati a compiere le stesse cose o a visitare gli stessi luoghi? Sarà possibile in un ipotetico futuro raggiungere queste realtà parallele? E l’umanità sarà portata a compiere gli stessi sbagli o saprà imparare da questi per costruire una realtà migliore? Non ci resta che aspettare per avere una risposta a queste domande.