Agosto 2012

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MARIUCCIA S T R E T T I

ANNO V

L’Arte manuale Interpretazione di vitalità sostenibile

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ALESSANDRO POMA Un protagonista del 900

MARIUCCIA STRETTI La pittrice del mare e delle vele

ANGIOLA FALCONI La ricerca nel disegno ispirata alla natura

HAPPY CREA Gli appuntamenti della creatività milanese

A G O S TO 2012

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LA MANUALITA’ NELLA FORME ARTISTICHE Interpretazione di una sana vitalità produttiva di sostenibilità.

Artigianato artistico e Hobby creativi, un condensato di esperienze radicate nelle culture locali che trova espressione in forme elementari di significato profondo, esaltandone gli aspetti socio-culturali. Bronzo, terracotta, argento, perline, pizzi e oggettistica che raccontano e interpretano momenti di vita reali. Manualità significa abilità nell’usare le mani: una capacità che è importante sviluppare e coltivare in ogni momento della vita per poterla interpretare in tutti i suoi aspetti. Si vorrebbe esaltate non solo le abilità manuali ma anche la capacità di progettare, di saper coniugare la tecnologia avanzata, utilizzare nuovi materiali, di saper essere sempre creativo, di saper trovare la soluzione all’imprevisto, di saper rispondere ad una richiesta, di sapersi dedicare al proprio hobby senza limiti di tempo e di fatica perché animato da una vitale passione. L’Arte manuale è un infinito contenitore di indotti lavorativi che riesce ad esprimere la nostra anima e la nostra cultura.


ARTI MANUALI

La creativitĂ in mostra a Milano

prossimo appuntamento

16 settembre 2012 dalle ore 10 alle ore 17 Video performance Esposizione Workshop livePerformances Estrazione concorso CreativeBrunch

Ad ogni manifestazione abbinato concorso

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ANGIOLA FALCONI La ricerca nel disegno, nella pittura e nella scultura, principalmente ispirata alla natura. L’albero è SIMBOLO, è VITA, è MITO. La sua verticalità ci assomiglia. i suoi rami sono braccia che si intrecciano, le sue fronde chiome che si muovono al soffio dei venti, le sue cortecce incise, solcate dal tempo. Affascina questo suo essere, affascina questo suo trasformarsi in ogni stagione, in ogni luogo, affascina il suo vivere, il suo morire senza disturbare nessuno. E’ un primo attore che può trasformare la scena, può influenzare l’uomo con i suoi odori, i suoi colori, i suoi rumori.

Nelle mie opere gli alberi irrompono imponenti nello spazio e sono le mie muse ispiratrici perché sento che riflettono me stessa. In loro, nei loro tronchi, nei loro solchi mi ritrovo. Mi piace giocare con le matite in chiaroscuri estremi, mi piace giocare con il colore monocromo o policromo,con le gradazioni che si susseguono e penetrano creando quei "pieni" e quei "vuoti" che fanno da trait d’union tra la mia pittura e la scultura nella quale la mia anima trova la piena soddisfazione e dove scavo, incido, svuoto per riempire con altre forme, liscio o graffio le superfici cercando in textures me stessa.


MARIUCCIA STRETTI L’artista del mare e delle vele.

Mariuccia Stretti, nata a Tellaro nel 1955, ha studiato al Liceo Artistico di Carrara: successivamente ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, sempre a Carrara, presso la quale si è diplomata nel 1977. Terminati gli studi artistici, ha lavorato nel mondo del design e della grafica pubblicitaria: i fattori creativi, stilistici, estetici e professionali hanno contaminato la sua pittura e hanno guidato la sua ricerca espressiva intensa e continua. Adopera varie tecniche, dipingendo su carta, seta, tela, ama stilizzare l’immagine, cercando di offrirne l’emblema, rendendo le immagini stilistiche di immeditata lettura, pittrice contemporanea che pensa e guarda al futuro. Dal 1978 al 1986 frequenta scuole e corsi di specializzazione artistica, restauro, serigrafia, calcografia, fotografia, batik su seta. Dal 1971 al 1987 partecipa a concorsi e mostre d’ arte, temporanee e permanenti , fra cui numerose esposizioni collettive e personali di pittura in Italia e all’ Estero. Nel 1987 si trasferisce a Milano, dove vive e lavora, svolge incarichi di decorazione e design presso privati, e inizia la sua collaborazione con la Galleria Artecultura di Milano, ha partecipato a numerose iniziative di carattere artistico – culturale, con possibilità di confronto libero, senza influenza di quanto avviene nell’arte contemporanea. I frequenti viaggi all’estero, principalmente nei paesi del Sud America e Asia, hanno inciso nella sua pittura, hanno arricchito la sua fantasia emotiva e visiva, hanno arricchito i suoi colori di una luce più intensa e viva.


E. L. JAMES Cinquanta sfumature di Grigio Estate 2012: Spread, Minosse e Cinquanta sfumature di Grigio. Come resistere alla tentazione di non leggere il caso letterario che riempie le spiagge, le presunte conversazioni cool e sembra rincorrerci ovunque, dalla radio agli scaffali traboccanti della sua molto sexy copertina. In fondo che c'è di male a lasciarsi tentare da una lettura tanto pubblicizzata? Un'operazione ben riuscita e indubbiamente ben scritta: un po' 9 settimane e ½, a tratti terribilmente erotico, a tratti piuttosto noioso. Il sesso è forse il solo argomento che ci rende tutti uguali, o forse nemmeno quello? La storia fra l'enigmatico, bellissimo e ricchissimo Mr. Christian Grey e la giovanissima e inesperta Ana, ha tutti gli ingredienti per piacere: il caso, i soldi che in tempo di crisi sembrano appartenere solo alla scrittura, il desiderio, la scoperta dell'altro da sé in un groviglio di sentimenti che si snodano praticamente solo facendo sesso. Mr Gray è un gioco proibito che fa sognare mentre si discute del volto che lo rappresenterà nella trasposizione cinematografica della trilogia di E. L. James. Difficile resistergli, ma come ogni frutto proibito non può mancare il rovescio della medaglia: se la protagonista fosse più attempata, si presume non sarebbe così romantica nella sua scelta finale. La prima puntata si conclude, infatti, con un punto a favore della giovane Ana: forse un po' dolorante, ma molto sognatrice come i suoi vent'anni la costringono ad essere. Ma la domanda è ora d'obbligo. Siamo sicuri di voler leggere i restanti due volumi? La lettura del primo ci ha fatto sentire cool, ma non altrettanto bramosi di sapere come andrà a finire. Curiosare una volta fra le lenzuola, si fa per dire, di Mr Gray, è sufficiente per quest'estate... Raffaella Ravasi

COMUNICAZIONE INTEGRATA L'essenza del successo


TINAMARIA MARONGIU La creatività del poliedrico artista sardo interpretata nei suoi Box - Es Ad osservarle le composizioni inscatolate con pareti trasparenti di plexiglass sembra che l’artista, Tinamaria Marongiu, c’inviti a guardare oltre la consueta ‘finestra’ dell’arte. Come a indurci ad attingere a un mondo di forme che nascono ad arte dalla realtà che ci attornia. Dal mondo comune e dismesso delle cose, dai residui di materie consunte, dal loro grumo di polvere e inutilità, dalle loro sparse funzioni tossiche e corrosive o, magari, d’eccitazione e cura, come nel caso del ricorso alle pillole farmaceutiche, alle loro forme tondeggianti di paste dure e colorate. Le materie miste a colori, gli oggetti assemblati e incollati al piano d’immagine costituiscono l’armamentario, che, per quanto precario e indigente, non rinuncia alla disposizione, a nucleare un forma. Questa, per quanto celata, si assesta, tende alla composizione. Come sempre, del resto, quando l’artista frequenta linguaggi poveri, quando pratica l’informe, l’esito compositivo, anche se negato, non resta inatteso. Tinamaria mostra così assegnare alla sua opera compiuta il senso dell’accadimento, il tragitto di un fare che maneggia e raccoglie, che sceglie e dispone all’insegna dell’accidente, dell’evento. Ogni elemento si sigilla nel provvisorio, nell’ordito e precario, nel compiuto ma inesausto. Ciascuno ha un rapporto onnicomprensivo con la vita. Di qui la denominazione che l’artista ha dato ai suoi contenitori trasparenti, i box-es, quali rappresentazioni statiche dell’es-sere in costante divenire. L’opera, insomma, accade di fatto e in essa ogni mistura di colore e materia, ogni aggetto di forme e oggetti traspare, si coagula nel dato immaginativo trovato o affiorato dal gioco di fantasia come dalle pulsioni intime che l’artista insegue e cattura. Fantasie e pulsioni, con forte astrazione di forme, che Tinamaria sollecita e consegna al mutevole e accumulante orizzonte compositivo. Eppure, non poco di questa maniera, di questo fare con astrazione e dare concretezza d’immagine si accorda con il senso visivo, vasto e onnicomprensivo, del paesaggio naturale. La natura appunto quale ordito di visione, quale rispondenza percettiva e di aderenza prensile alle cose che raccoglie e dispone. Per quanto trasfigurate nell’astrazione le opere dipendono da ciò che l’artista vive e vede. Sono gli scatti fotografici, le sequenze di visione su paesaggi e orizzonti, su marine e territori che l’artista produce assieme alle opere nei contenitori in plexiglass a fornirci la trama e il taglio immaginativo del suo fare compositivo. Certo, le cose viste intorno, la luce e gli spazi assumono forme e aggregazioni diverse attraverso l’occhio della mente, attraverso il maneggio dei materiali e dei colori. Le cose della vita come quelle della natura sono comunque un dono generoso nel loro sovrapporsi e intricarsi agli schemi d’immagine, alle proprie abitudini di stile. Costituiscono il senso primario che ci comprende e radica nel mondo, la sorpresa e la scoperta nelle forme dell’arte. Coerentemente a tale appartenenza al divenire delle cose, Tinamaria non intitola le sue opere, non assegna loro un con-

testo di senso, un nominativo. Nel loro evento d’immagine, nel loro box-es, appartengono sempre a un che di già accaduto e che continuerà ad accadere, si distinguono per numerazione da mille in poi. Dove forse il numero mille sta per il già accaduto. Tuttavia, la mancanza dell’intitolazione non impedisce la comunicazione,

il senso d’immagine che le opere raccolgono e trasmettono puntando ora al gioco luminoso delle materie, ora all’ironia, ora al verso melanconico di degrado e cadute del mondo sociale. Così a vederle nel loro tessuto di richiami e allusioni, di simboli e metafore le opere di Tinamaria sembrano dirci, come tra le cose della vita, che le sue opere non hanno bisogno di un titolo per essere individuate e comprese. L’impiego di forme astratte, di materiali e oggetti da tempo nell’arte mira a farsi specchio di stati d’animo e realtà sociali. Nel suo spettro espressivo Tinamaria unisce alle forme plastiche, alla fotografia la musica, la sua voce di cantante, le sue parole di canzoni. Non sarebbe difficile intravedere e sentire fra queste modalità, queste capacità espressive, un qualcosa che accomuna, che intreccia e motiva nel suo animo. Qualcosa di trasfigurante e melanconico che abbraccia la sua vita e le forme dell’arte. Davvero il ritmo, non solo musicale, gli appartiene in chiave compositiva e ne fa uno stile d’immagine che più si contamina con le realtà della vita e più si arricchisce di occasioni creative. Luigi Paolo Finzio Maggio 2012


BARTOLOMEO E DOMENICO GUIDOBONO Le opere dei pittori barocchi nativi di Savona t o r n a n o n e i s a l o n i d i P a l a z z o M a d a m a a To r i n o . Le opere migliori dei pittori barocchi nativi di Savona tornano nei saloni di Palazzo Madama a Torino, in cui lavorarono a lungo in vita. Figli di Giovanni Antonio, ceramista al servizio di Vittorio Amedeo II°, primo re sabaudo di Sicilia e poi di Sardegna, vissero a Torino in due fasi: dal 1685 al 1690 e dal 1702 al 1726. In quest'ultimo periodo affrescarono le sale dello stesso Palazzo che ospita ora la mostra, per conto di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, seconda Madama Reale. Torino è, com'è noto, una città in cui sopravvivono i fasti barocchi, con scarsi retaggi medievali (chiesa di San Domenico e poco altro) così come quelli rinascimentali, con il solo modesto Duomo completato da Meo del Caprino. Un fatto quasi unico in Italia, condiviso, peraltro, con l'intero Ducato di Savoia. I Guidobono furono poco conosciuti al loro tempo ed anche successivamente presso la critica ebbero modesta fortuna. Le loro decorazioni traggono spunto dalla migliore tradizione genovese, ricca e gioiosa. Molti i riferimenti mitologici con qualche incursione nell'agiografia religiosa. Attivi anche come ritrattisti presso la nobiltà e l'alto clero, si ricorda di loro una notevole produzione artistica, variamente dispersa in collezioni pubbliche private, mentre molte opere sarebbero andate perse completamente. Per offrire un quadro il più completo possibile dell'impegno artistico dei Guidobono, padre e figli, sono esposte anche alcune ceramiche. La mostra si intitola "favole e magie" in riferimento allo "stupor mundi" che questo periodo dell'arte seppe offrire anche in una città come Torino, avvezza da sempre alle rudezze militari piuttosto che ai sogni ed alla fantasia degli artisti. Ad arricchire il percorso espositivo son presenti opere di altri autori, dalle incisioni di Rembrandt (fondo galleria Sabauda) ai bozzetti di Domenico Piola e Gregorio De Ferrari provenienti da Musei genovesi. La mostra è aperta sino a due settembre. Roberto Curione (mda Torino)


ALESSANDRO POMA Alessandro Poma, un protagonista del ‘900 Vogliamo scrivere ancora una volta di uno dei pittori piemontesi non troppo conosciuti al grande pubblico, nonostante una lunga e prestigiosa carriera. Nato a Biella nel 1874 da una ricca famiglia d'industriali tessili, il giovane ALESSANDRO frequenta il liceo classico a Torino, per proseguire con la consueta, come per altri artisti, Facoltà di Legge. Al contempo frequenta le scuole di pittura di Mario Viani d'Ovrano e quella prestigiosa di Lorenzo Delleani, il più' noto pittore del tempo sotto la Mole, erede del rinnovamento artistico proposto dal Fontanesi. Già in età precoce Poma rivela la sua predilezione per il disegno e la pittura, che lo conduce, partendo dalla pittura di paesaggio piemontese alla cosiddetta Scuola pittorica romana d'inizio '900, essendosi trasferito, nel frattempo, nella Capitale. Dal suo studio-rifugio a Villa Borghese può osservare scampoli di natura ancora incontaminata, baciata dalla dolcezza del clima e dalla tipica luce capitolina all'alba ed al tramonto. Frequenta il gruppo dei "XXV della CAMPAGNA ROMANA". E così spesso dipinge dal vivo caproni, cavalli e gli altri numerosi animali che popolano quella campagna. Partecipa a molte prestigiose esposizioni in tutt'Italia. Durante il soggiorno romano si rifugia sovente a Piano di Sorrento, in compagnia dell'amico pittore Guido di Montezemolo. Dal 1910 inizia un lento distacco da Roma, prima solamente artistico e poi anche fisico. Per curare il figlio Pio, con seri problemi di salute, si trasferisce a Courmayeur, ove morirà nel 1960. Ancora attivissimo, impegnato a terminare un grande quadro ad olio raffigurante le ali d'una farfalla studiata al microscopio. Una sfida incompiuta per l'artista, che lavorava all'opera da dieci anni, con il desiderio di giungere a raffigurare colori più belli di quelli naturali. Roma nel recente passato ha già dedicato una mostra al suo cantore (v. opera rappresentata) venuto dal Nord, al museo Carlo BILOTTI, ma anche Piano di Sorrento (museo archeologico) ha ricordato Poma, che fu anche ottimo fotografo, sia a livello ritrattistico (vedi l'autoritratto) sia di paesaggio, avendo avuto la ventura di frequentare luoghi d'incomparabile bellezza. Comprese le amate Valli di Lanzo, un luogo dell'anima per Poma, poiché quelle montagne, quelle baite, quei torrenti furono la sua prima palestra artistica. Oggi l'artista è presente alla Famija Moncalereisa in via Alfieri 40 nella città del Proclama fino al 17 luglio. La mostra si trasferirà poi dal 22 luglio al 2 settembre al Forte di Fenestrelle, sempre in provicia di Torino. Roberto Curione (mda Torino)


EVENTI L'Acqua è energia - mostra collettiva 3 lug/9 set Acquario Civico di Milano DIS-AGGREGAZIONE - mostra collettiva 5 lug/10 ott Galleria Marelia, Bergamo Umberto Gorirossi - mostra personale itinerante 7/15 lug Scuderie di Palazzo Ruspoli, Roma Silvana Gatti - personale 7/21 lug Palazzo Oddo, Albenga SV G.P.Arzuffi & D.Racconi/421art - esposizione pittorica 7/21 lug Galleria 'La Saletta', Garbagnate Milanese Spilimbergo Fotografia - collettiva fotografica 21 lug/9 set Palazzo Tadea, Spilimbergo Luigi Rossetto - personale 29 lug/2 set Studio/Galleria 'La Rindola', Durlo di Crespadoro VI Domenico Porpora - personale 2/31 ago Castello di Dolceacqua (IM) Guido Mariani - personale 4/30 ago Casa natale di Raffaello Urbino (PU) Marco Manzella - personale 6/15 ago Galleria Europa, Lido di Camaiore Lorenzo Massart - personale 12 ago/2 set Galleria Poppi (Ar)

Via Cavriana 26, Milano Lo spazio espositivo all’interno del centro di via Cavriana che si sviluppa interamente su una vasta area di 2000 mq, con disponibilità di ampio parcheggio custodito, punti ristoro, parco giochi per bambini, ristorante, pizzeria e discoteca. Lo spazio che accoglie gli eventi di Happy Crea, le sue esposizioni e performances artistico-culturali. In zona strategica, facilmente raggiungibile da ogni parte di Milano e mezzo pubblico.

MARIUCCIA STRETTI La pittrice del mare in mostra Dall'antica chiesetta di San Giorgio fino a Milano e alle torri di New York. "LERICI – Da Lerici a Milano e New York. È nata a Lerici la pittrice Mariuccia Stretti ma la vita l'ha portata a vivere a Milano e girare il mondo, sino a giungere a New York con le sue mostre di quadri. A Milano ha portato con sè i colori, i profumi, le immagini del suo paese e ha incantato i galleristi con le sue pitture originalissime che adoperano tecniche diverse e si esprimono su materie diverse carta, tela, seta, ma che hanno come tema portante quasi sempre il mare di Lerici con tante vele al vento, i gabbiani, il sole, con le casette di Tellaro e l'antica chiesetta di San Giorgio, simboli di un modo diverso di vivere. E attraverso queste immagini di colore ( il nero, il rosso, il rosa, il blu, il cenerino, l'azzurro) la Stretti ha fatto conoscere e amare la Liguria e il suo mare a Milano a tante persone che seguono l'incanto dei suoi quadri, che manifestano una chiara leggibilità visiva, oltre che una limpidezza di struttura sono venute a Tellaro per conoscere la magia di questo piccolo borgo. È possibile vedere i dipinti di Mariuccia Stretti ogni sera a Tellaro, dalle ore 21.30 alle 24. A quell'ora la sua casa, in piazzetta Figoli si illumina e si apre per i villeggianti che possono visitare, insieme alla mostra, prevista sino al 24 agosto, una delle case più caratteristiche della vecchia Tellaro." La Nazione

Bottega di Pittura Mariuccia Stretti piazza Figoli 13 - Tellaro orari: 9.00 - 24.00 Per informazioni: tel. 333.8979481 mariuccia.stretti@gmail.com




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