febbraio 2011

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Arte e cultura del milanese

ANNO IV

Febbraio 2011

artMagazine

Michela Sala

L’ Africa delle meraviglie Maschere e statuette lignee -feticci- immagini d'antenati e di spiriti, figure d'altare, ma anche pali funerari, oggetti rituali e d'uso quotidiano sono tutte opere di grande valore estetico che immettono nell’Africa subsahariana, con i loro costumi e la loro vita quotidiana; sono il filo conduttore de L'Africa delle Meraviglie. Arti africane nelle collezioni italiane, mostra che spazia dal Mali al Congo, dalla Costa d'Avorio al Camerun. L'occasione per avvicinare un patrimonio semi sconosciuto poiché troppo spesso definito "arte primitiva". Derain, Matisse, Picasso e le avanguardia artistiche del primo Novecento avevano valorizzato queste espressioni, portandole al centro dell'attenzione tanto che ancora oggi nelle maschere africane si continuano a cercare i volti delle Demoiselles d’Avignon. Curata da Ivan Bargna e Giovanna Parodi da Passano con la collaborazione di Marc Augé, la mostra non si limita a proporre belle opere al di fuori della loro cornice ambientale, ma sottende informazioni etnografiche presentando gli oggetti come attestati culturali di storie e rapporti umani. Il progetto nasce dalla collaborazione fra gli antropologi e l'artista Stefano Arienti, non per riproporre i consueti e un po' scontati rimandi fra modernismo e primitivismo, ma per cogliere come certe pratiche artistiche contemporanee, possano aiutarci ad evocare contesti che sono diversi, ma forse meno lontani di quel che pensiamo. L'esposizione è articolata in due parti autonome ma connesse, con sede a Palazzo Ducale e al Museo delle Culture di Castello D'Albertis. La prima presenta una disposizione piuttosto "classica", riprendendo quella consuetudine secondo cui gli oggetti africani trovano posto nelle dimore degli interessati, nelle gallerie oppure nella fantasia degli appassionati, suggerendo diverse e circostanziate riflessioni. Quella presente al Castello D'Albertis, esso stesso casa di un collezionista, propone invece, attraverso apposite installazioni, un percorso che ha come tema l'autenticità, tanto quella degli oggetti che delle culture da cui provengono, per ripensare alle parvenze di purezza e di contaminazione che animano le nostre menti di desideri e paure. Prerogativa della mostra genovese è lo stimolo a comprendere funzionalità e capacità delle opere di stabilire contatti tra persone e società pur mantenendo le loro caratteristiche essenziali.

realtà alla dimensione onirica mescolando la vita vissuta e i modi d'essere più disparati. Everything is Going to Be Alright - Andrà tutto bene- la scritta al neon di Martin Creed che campeggia sulla facciata, sembra annunciare le preziose dissertazioni interne, ma è anche un avvertimento. L'insegna con entusiasmo commenta umoristicamente le prossime suggestioni rappresentate che s'incontrano entrando, dagli incontri inaspettati come l'auto bianca con al seguito una roulotte di Elmgreen & Dragset, metafora del turismo globale che spunta dal pavimento dopo un lungo viaggio immaginario al centro della terra a Balloon il gigantesco autoritratto del polacco Pawel Althamer, un pallone aerostatico lungo oltre 20 metri, che grava sulla testa dei visitatori. L'immagine di George W. Bush in Static (Pink) di Paul McCarthy nella sua splendida nuance da confetto, appare indisponente mentre i ritratti addolorati di Darren Almond dialogano con House of Bread di Urs Fischer che parrebbe esser stata realizzata per una fiaba se non fosse stato usato un materiale tanto essenziale. Di Maurizio Cattelan, manipolatore di immagini e maestro della provocazione, la mostra presenta in anteprima We, una nuova opera che riflette, con distacco e ironia, sulla morte e la fragilità della vita. Con questa mostra la Fondazione Nicola Trussardi porta avanti il suo impegno di comunicazione e diffusione dei linguaggi contemporanei guardando in avanti per offrire l'occasione d'accostarsi all’arte di oggi.

IL CONTENITORE CULTURALE Le idee prendono forma e valore

Susanna Anna Redaelli Nata a Milano il 26.07.1962, vive a Cernusco S/N, pittrice ed arredatrice d'interni. Dopo la maturità tecnico/ linguistica inizia a lavorare e contempraneamente segue il proprio percorso artistico frequentando, dal 1982 al 1986, la "Scuola Superiore degli Artefici di Brera", corso di pittura con il prof. Luca Vernizzi, corso di ricerca formale con l'arch. Brambilla e corso di storia dell'arte. Successivamente frequenta il corso di arredamento d'interni, dal 1986 al 1990, presso la "Scuola Superiore d'Arte Applicata all'Industria" al Castello Sforzesco. Dal 1992 al 1995 partecipa a concorsi e mostre d'arte, temporanee e permanenti, fra cui una personale. Sono di questo periodo le recensioni critiche di Ermanno Corti e Aldo Spinardi, il cui articolo appare sulla rivista Spazio Ovest, mensile di informazione, cultura e costume di Torino. Nello stesso periodo frequenta un corso di decorazione su ceramica, 3° fuoco, presso un laboratorio artistico in Milano. Nel 1996 frequenta il corso base per modellare la creta, presso la sede ITSOS dell'Associazione Hobbisti di Cernusco S/N. Da questo periodo fino al 2001 svolge anche incarichi di decorazione presso privati e nella primavera del 2002 collabora con la "Bottega del Vetro" di Milano. Nell'autunno del 2002 si trasferisce a Parigi sospendendo temporaneamente tutte le attività. Nel 2004 rientra in Italia. Dal 2006 riprende l'attività artistica partecipando a nuove mostre e seguendo un corso di specializzazione sulla tecnica trompe l'oeil. Dal 2007 al 2009 risiede a Oslo organizza e gestisce corsi di pittura acrilica su tela e pittura su porcellana nell'ambito dell'associazione PWC. Primavera 2010 gestisce "Laboratori Creativi" nell'ambito dell'associazione no profit "Club Benessere" Estate 2010 gestisce "Laboratori di pittura" per bambini al campo estivo PAOLO VI di Cernusco sul Naviglio. Prosegue l'attività espositiva in Milano, Spoleto, Brescia. continua a pag.3

Lo style creativo interpretato e rappresentato a Milano Sbarca a Milano l’appuntamento per il 2011 di ‘Incontri’ con la rassegna ’theBox’ in via Conte Rosso 5. Gli spazi polifunzionali ospiteranno gli eventi d’arte e cultura nella mensile rassegna, diventando finestra di creatività e genialità espressive. ‘TheBox’ è un vero luogo di cultura esperienziale, versatile, funzionale, con aree interne, spazi esterni allestibili ed una grande tensostruttura attrezzata con bar/ristorante, che permettono di rispondere a tutte le esigenze di produzioni eventi e comunicazione: mostre, esposizioni, presentazioni, convegni, eventi musicali e cinematografici, dinner e aperitivi. Impianti audio/video, funzionali anche negli spazi tenda esterni permettono inoltre video presentazioni, proiezioni videoArt e la realizzazione di progetti creativi personalizzati. L'ambizioso progetto artistico multiculturale, nasce nel cuore del distretto creativo di Milano, in continua evoluzione, sviluppo di attività creative e trasformazione artistico-culturale. TheBox intende perseguire l’attività di promozione e coordinamento di eventi d’arte contemporanea aperti al pubblico, con lo scopo di avere un punto d'incontro e sperimentazione per artisti emergenti e non, con una programmazione e un approccio allo spazio che faranno la differenza.

8½ Le opere di tredici artisti internazionali alle quali, dal 2003 ad oggi, la Fondazione Nicola Trussardi ha dedicato interessanti mostre personali, sono esposte in 8½, a cura di Massimiliano Gioni. È la prima grande mostra collettiva allestita negli imponenti spazi della Stazione Leopolda di Firenze: un'occasione per avere il punto di riferimento sullo stato dell'arte più attuale. Darren Almond, Pawel Althamer, John Bock, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Michael Elmgreen & Ingar Dragset, Urs Fischer, Peter Fischli e David Weiss, Paul McCarthy, Paola Pivi, Anri Sala e Tino Sehgal, sono le personalità che, nell'ultimo decennio, si sono imposte come alcune delle voci più interessanti edespressive del panorama internazionale. Come ricorda il titolo preso in prestito dal famoso film di Federico Fellini, 8½ è un racconto per immagini, un montaggio per rievocare scene già vissute e avvenimenti del passato che, sistemati all'interno delle maestose navate ottocentesche, colgono nel segno tanto il campo intimo e personale quanto la situazione sociale e collettiva, spaziando dalle scene di vita vissuta a quelle della percezione illusoria, dalla

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Da maggio 2011 a Milano IL CONTENITORE CULTURALE MILANESE

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