marzo 2011

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Arte e cultura del milanese

marzo 2011

ANNO IV

artMagazine

Michela Sala

Il cinema con il cappello Accolto sotto il grande cilindro multimediale che narra i cambiamenti di identità corrispondenti ad ogni mutamento di cappello, il visitatore intraprende una visita singolare alla mostra allestita alla Triennale di Milano, non solo per il suo percorso a zig-zag, ma soprattutto per le storie che questo capo d'abbigliamento riesce a suscitare. La rassegna offre l'approfondimento di un mito attraverso quei linguaggi contemporanei capaci di creare un collegamento tra l'arte cinematografica e la storia del costume. Curata da Elisa Fulco e da Gianni Canova l'esposizione presenta un lungo viaggio attraverso il cinema, dove il copricapo si trasforma in strumento di seduzione, ornamento, maschera, accessorio che distingue il personaggio o la situazione storica perché nel film, come nella vita, stabilisce ruoli i professioni e le tendenze. Vengono allora incontro cappelli comici e magici, eccentrici ed erotici, bizzarri e minacciosi. Cappelli che volano sulle foglie secche d’autunno o sull'asfalto della strada, sull'acqua o sul fuoco perché non sempre devono essere indossati per comunicare un'emozione. La mostra narra non solamente la storia del classico cappello di feltro, ma racconta la storia della mise cresciuta con il cinema: il nucleo è costituito, sia simbolicamente che storicamente dal "Borsalino" il cappello per eccellenza, per poi estendersi e prendere in esame, i più diversi caratteri ed atteggiamenti dell'essere umano. Per rintracciare tutti i frammenti, ora selezionati nelle piccole sale allestite in mostra, sono state necessarie oltre un anno di ricerca e la visione di un migliaio di pellicole. Partecipano alla ricostruzione dell'argomento illustrazioni, bozzetti d'epoca e i due celebri film Borsalino del 1970 e Borsalino & co e, in prima nazionale nella versione integrale restaurata, il documentario di cinema industriale realizzato nel 1912 dalla storica ditta di cappelli.

Black tar Con una quarantina di lavori che attestano la ricerca di Mattia Biagi (Ravenna 1974), si è inaugurato un nuovo spazio espositivo a Milano dove saranno accolte le proposte dell'arte contemporanea più recenti. Tiene a battesimo la galleria un artista con la personale dal titolo Black tar nella quale presenta il suo metodo creativo che utilizza il catrame come

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soluzione. "Il catrame è il mio 'mezzo espressivo'- mi piace perché rende solido il colore nero, permettendo di intravedere ancora la forma dell'oggetto" spiega l'autore. Scorrendo il suo recente passato si trova, dopo gli inizi a Milano e la collaborazione con il designer Giulio Cappellini, il trasferimento a Los Angeles. È stata una visita al La Brea park di Los Angeles, un’area geologica caratterizzata da giacimenti di catrame pieni di fossili perfettamente conservati, a guidarlo verso questa sua cifra stilistica. Una pratica creativa che la mente brillante e raffinata di Mattia Biagi, trasforma nella procedura attuale; con questa ricercata tecnica riveste gli oggetti d’uso comune per trasformarli in icone rappresentative di un messaggio personale. Nasce così una nuova forma equilibrata che immobilizza la struttura originaria, esaltandola attraverso uno strato denso e nero, dove la luce naturale si concentra riflettendo le forme lucide e opache, come fossero un diamante nero. Una delle chiavi di lettura di questa mostra è il contrasto tra oggetto riconoscibile e oggetto non fruibile: anche il tenero Teddy Bear non è più solo un ricordo d’infanzia, ma si trasforma nella rappresentazione dell’innocenza ormai passata. Questo processo include anche strumenti musicali; un’arpa, una chitarra, una viola, oggetti destinati a non suonare più ma che, grazie alla nuova tecnica, acquistano una bellezza inedita. E poi ancora le armi da guerra che non potranno più arrecare danno o rovina perché il catrame ha tolto loro la funzione principale. Per finire, ma non è certo di minor importanza, l’artista propone Stend still dove impiega la sua procedura con un’imma-

gine sacra, facendole perdere ogni prerogativa irriverente, ma sviluppando il suo personale tragitto alla ricerca della fede.

A RT I S T I Luigi Onofri Nato a Pordenone il 18 Marzo 1948. Vive e opera a Porcia (PN). Fin da giovane età manifesta una grande passione per l’arte ed in particolare per il disegno, specialmente come ritrattista. La vita poi lo porta a percorrere le strade del lavoro e della famiglia e a comprimere gli spazi dell’arte in felici momenti di evasione nei quali il colore gli serve per manifestare le proprie emozioni. In età matura affina la sua formazione artistica frequentando corsi di disegno, incisione ed acquerello e trovando, in quest’ultima tecnica, la forma di espressione pittorica più congeniale, attraverso uno stile figurativo. La passione per l’acquerello, gli ha permesso un particolare approfondimento della tecnica nelle sue diverse caratteristiche, acquisendo una conoscenza che ama trasferire ai suoi allievi nei numerosi corsi. Dal 1997 ha iniziato a presentare le proprie opere attraverso personali e collettive, ottenendo un ampio consenso e riconoscimento dalla critica e dal pubblico. continua a pag. 2

IL FUORI ‘THE BOX’ La creatività dell’Italian Style interpretata e rappresentata a Milano nel ’Fuori theBox’ Il supporto per la promozione del genio inventivo italiano.

ESPORRE

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ARTE

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Arte visiva VideoArt Poesia/Letteratura Musica ArtProject

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I° APPUNTAMENTO 'Maggio 2011'

Spazi espositivi Gallerie d’Arte Show-room Locations alternative Attività aperte al pubblico Sede: via Conte Rosso 5, Milano

Sabato 30 aprile

Domenica 1 maggio

Ore 16,00 Incontro Stampa (accreditati) Ore 18,00 Presentazione Apertura evento Apertura expo Artisti ed Espositori Interventi musicali Intrattenimenti

Ore 12,00 Branch & entertainment Presentazione Artisti e Interventi Critici Incontro Artisti - Espositori Interventi musicali Intrattenimenti

Durante l'intero mese d'esposizione i visitatori potranno partecipare alle manifestazioni in programma anche nelle varie locations circuitate consultando il calendario pubblicato in www.mdarte.it.

Da maggio 2011 ogni mese a Milano IL CONTENITORE CULTURALE MILANESE

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„Raccontare‟ la storia e la tradizione di una terra incastonata da sempre tra la gente e la cultura. E‟ sicuramente il “filo” conduttore del “cammino” artistico di Luigi Onofri che - ancora una volta - affida alla “carta” passione, entusiasmo, dinamicità e umiltà. L‟artista purliliese, infatti, riesce a tradurre in immagini vive la terra, l‟ambiente e i silenzi che “convivono” nel Cosmo. Non è difficile, dunque, percepire anche il più piccolo “messaggio” che viene da un mondo, se non da scoprire (ma forse è proprio così), sicuramente da “narrare” a chi è sempre più lontano dalla semplicità delle “cose semplici”. Nasce - così - l‟incanto di Onofri che affida alla povertà dei mezzi usati (carta, acqua e una goccia di aromaticità) riverberi e riflessi, ombre e luci che “parlano” a quel “viandante” moderno (come potremmo essere altrimenti riconosciuti oggi) che - forse anche consapevolmente – si rifugia nella scoperta del domani per dimenticare le proprie origini. Ed è così che “ridiventa” attualità la consuetudine delle cose perdute anche grazie a un artista che - con certosina pazienza - sa aspettare, sa cogliere l‟attimo del “messaggio”, sa “narrare” le sue passioni che poi, fortunatamente, diventano anche degli altri. Paesaggi conosciuti o ambienti da scoprire. freschezze di fiori o particolari da amare sono e restano la “culla” intellettuale di Luigi Onofri che - oggi più di ieri - sa creare il suo e anche un pizzico del nostro domani, senza inventare fatali disillusioni delle realtà. Per questo motivo le sue opere sono e restano a “misura d‟uomo” tanto da essere “ascoltate” perché più libere e più passionali. Una sorta di inno alla vita per dare voce ai silenzi e per “leggere” anche i più piccoli misteri del Creato. E‟ altresì una tappa di un viaggio ideale che non impegna mete ma che sicuramente. materializza un pizzico d‟anima che da sempre ci è amica. Mario Coccolo. Una tensione alchemica permea gli acquerelli di Luigi Onofri. in essi pare infatti di potere leggere una sorta di sospensione temporale che ammanta i soggetti e li incardina nel seno di morbide e vellutate trasparenze che introducono l‟osservatore in una dimensione, profondamente lirica, dell‟esistenza. Una dimensione impalpabile, eppure tanto presente, nella colatura del colore, nel rivolo di pigmento che si perde nel bianco-luce della carta, nei verdi squillanti che si coagulano per poi degradare docilmente verso orizzonti senza fine. Si tinge di poesia, dunque, l‟arte di Onofri, acquerellista per vera vocazione rappresentativa. Un tocco attento e prezioso, un senso della composizione e dell‟armonia caratterizzano il suo dipingere, senza pentimenti, ciò che l‟ispirazione e la sua notevole capacità evocativa gli suggeriscono. Velatura dopo velatura, palesa il suo mondo all‟osservatore, non cercando di percorrere, con esiti alquanto prevedibili, i sentieri oscuri di un linguaggio meramente criptico. al contrario, Luigi cerca strenuamente l‟attenzione di chi guarda i suoi intriganti lavori e, accentando quei passaggi cromatici che maggiormente rivelano la sua indole metaevocativa. Lo si vede, in particolare, quando si serve della lavatura per cercare particolari effetti ottici che, a una più attenta analisi, risultano essenziali per cogliere quel messaggio altissimo, e profondamente simbolico, che sta alla base e al centro del suo essere e sentirsi acquerellista: il cogliere la vita nel suo divenire. Sarebbe inoltre alquanto ingeneroso e riduttivo confinare l‟artista nel solco di una tradizione realista ampiamente frequentata da decenni. La resa che egli ci offre di scenari naturali incontaminati, di vasi di fiori, di scorci lacustri, della Serenissima, delle amatissime Porcia e Pordenone, sono il risultato di un‟appassionante ricerca, tuttora in divenire, che Luigi conduce con convincente indole espressiva, sia eseguendo acquerelli coprenti, che acquerelli caratterizzati da una interazione mimetica fra la “macchia” di colore e “il sepag. 3

gno” di colore, da cui discende, sempre e comunque, quella corale luminosità che risulta, in definitiva, la cifra che più esplicitamente attesta l‟originalità di questo autore. Risulta anche da non sottovalutare affatto la capacità del pittore di acquerellare servendosi ampiamente della porosità del supporto cartaceo, lasciando volutamente ampi spazi bianchi o aggiungendo colore a colore senza perdere mai quella purezza verginale del pigmento che consente al dipinto di risultare estremamente affascinante come fosse stato eseguito in un solo istante. Questa immediatezza è segno di una ulteriore ricerca formale, quella che si attesta in uno studio schiettamente figurale che rimanda a notazioni espressive per cui l‟acquerello non risulta tanto il risultato di volumi giustapposti, quanto piuttosto, il perfetto equilibrio e l‟ordinanza consonanza fra le parti dell‟opera. Tutto ciò, pare quanto mai opportuno sottolinearlo, senza mai cedere alla tentazione di semplici decorazioni pseudo-decorativiste, sicuramente, da un certo punto di vista, più semplici ma meno efficaci. Egli, al contrario, preferisce porre l‟accento, ritmico e coloristico insieme, su ciò che maggiormente sente adatto a trasporre, in forma poetica, l‟universo naturale che incessantemente lo ispira. Insomma, nell‟arte di Luigi Onofri la vita è volta nel suo fluire vibrante, come incessantemente attestano le sue pennellate, fatte di emozioni e sensazioni profondissime. Simone Fappanni

Cesare Carta Nato nel 1957 a Milano, dove risiede e lavora. Fin dagli anni 70 fotografo free-lance professionista. Costantemente e volentieri al margine del discorso 'produttivo' di fotografo, a causa delle personali ispirazioni ed esigenze artistiche, interrompe definitivamente ogni collaborazione lavorativa nel 1993. Nel 1995 imbocca la strada artistica esponendo per la sua prima mostra al Centro Lavoro Arte di Milano. Seguono quattro anni di impegno espressivo in solitaria, tutti dedicati prima a sperimentare il tralasciato in precedenza, e poi a disperderne il superfluo accumulato. Abbandona senza rimorsi una ricerca tecnicoestetica fine a se stessa per approcciare con un dialogo più diretto possibile e spontaneo lo spettatore delle sue immagini. Non impantanato nei nuovi immensi orizzonti delle possibilità digitali, senza rifiutare la tecnologia, ma rivolgendosi allo studio della pittura per esprimer meglio l'enfasi comunicativa, sceglie la via di una fusione sintetica fondata sulla necessaria e vitale pratica espressiva manuale, senza mai abbandonare o disconoscere la matrice di un mondo artistico che è nato fotografia ancor prima di divenir reale. L‟esigenza di una sempre maggiore espressivita' comunicativa si convoglia nella tematica stilistica della labilita' dell'immagine, sempre vissuta come ricordo autobiografico, ed in quella contenutistica, idealmente contrapposta, tutta volta all‟esasperazione „violenta‟ dell'emotivita‟.

ciò che appare, una "saviniana" bizzarria velata da un malinconico alone mistico. La solitudine, il dramma quotidiano brillano nei penetranti sguardi delle figure femminili scolpite digitalmente e scavate al limite della loro carnalità. I colori orchestrano la coesistenza di una realtà astratta e immaginaria con una visione intima e descrittiva della vita. C'è un ricercato attrito tra un attenta contemporaneità immersa in contenuti e figure tradizionalmente significanti. Tutto questo da frutto ad un armonioso risultato che si risolve in un arte concettualmente interessante, figurativamente impeccabile e tecnicamente avanguardistica. Lorenza Fragomeni

Jo Badamo Nasce a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, il 16111965 dove vive e lavora. Vi tiene studio d‟arte nella Via Ravenna n° 30. La sua carriera artistica è assistita dal noto critico d‟arte Nic Giaramita da Trapani. Il 12 Agosto del 2000 segna una sua prima tappa nel contatto diretto col pubblico che ne decretale alte qualità stilistiche non disgiunte da contenuti che affondano nel recupero memoriale . anche la critica comincia ad interessarsi di lui specialmente per quel suo modo, pulito e cromaticamente esaltante,di far monocromatismo. Nel 2001, l‟Accademia di Belle Arti “ kandinskj” di Trapani indice una estemporanea e Jò Badamo, pur tra tanti ottimi artisti, consegue il 2° premio assoluto. Nell‟anno 2005, esattamente l‟11 Agosto, sempre a Castellammare del Golfo, allestisce un‟altra personale ma con un modulo narrativo, questa volta, completamente diverso investendo nel surreale con punte di chiaro riferimento ad una nuova corrente pittorica, cui aderisce, ideata da Giusy Grimaldi. Tale “nuova avventura” lo fa conoscere fuori dell‟ambito urbano d‟origine. Il 12 Novembre dello stesso anno si presenta ad Alcamo con altra personale presso il Centro Congressi Marconi. Altro successo e la stampa, sempre con maggior cadenza, continua ad interessarsi di lui. Con la neonata corrente pittorica, di cui abbiamo parlato prima, il 13 Giugno del 2006,è presente in una collettiva, cui partecipano tutti gli aderenti della nuova sigla artistica, presso le sale del Castello di Modica in Alcamo ricevendo una targa premio che esalta il talento artistico dell‟autore.

Nei Landscape di Vito Carta lo spazio è al limite della metafisica. I corpi cercano di stabilire una relazione con la realtà ma restano intrappolati in una dimensione che si sovrappone ad essa, li vediamo stagliati con fierezza e viscerale turbamento, ogni cosa potrebbe essere il contrario di www.mdarte.it

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Leonardo D'Anneo “..ceramista...chitarrista. I miei interessi si intersecano tra Arte e Musica, inseparabili compagne di Vita. La Musica è stata il mio primo "Amore" e mi ha regalato intense emozioni... Con il tempo sono stato sedotto anche da un'altra passione, quella per la ceramica. Nulla meglio dell'argilla, si presta nel lasciarsi modellare e plasmare per dar forma al pensiero, alla creatività e...talvolta...ai sogni... Inizialmente uno svago che ben presto si è tramutato in qualcosa di più, con lo studio e l'approfondimento delle tecniche applicative. Qualcosa di estremamente coinvolgente. Far nascere una nuova forma, farle prendere corpo ... quasi vita, è una straordinaria sensazione, essere in quel momento padrone della materia, armonizzarla con le mani ma soprattutto con la mia fantasia, il mio sentimento e la mia passione... Ogni pezzo è interamente lavorato a mano, senza l'ausilio del tornio, utilizzando la tecnica a "lastre" o "colombino". ...a proposito del primo "Amore"...poi di "AMORI" ce ne sono stati altri... ma non erano..."plasmabili" come l'argilla.” Leonardo ha iniziato la sua carriera di ceramista quasi per gioco manipolando la materia, misurandosi con essa in modo irruente e creativo, ma al tempo stesso generosamente senza mai risparmiarsi nel trasformarla in qualche cosa di sorprendentemente emozionante. Le sue forme sono cariche di prorompente energia e possono apparire a volte audaci per ciò che evocano al primo sguardo, ma osservandole con attenzione ci si rende conto di quanto siano l'espressione di una libera creatività, avversa ad ogni imposizione o mero accademismo. La materia nelle sue mani diventa viva, pulsante, avvincente, si trasforma in mille esaltanti forme nelle quali l’equilibrio plastico si fonde con grande forza ad un pizzico di geniale follia. Immagini pensate e scolpite ove la realtà si interseca con la fantasia, le riflessioni con i sogni, i desideri con le memorie, ma in modo così vibrante che l'opera riesce a fondersi con l’atmosfera che la circonda e colpisce per il grande fascino che emana. L’abilità con cui Leonardo D’Anneo modella le sue creature, l'incessante ricerca di nuove forme, il suo instancabile misurarsi in prima persona con ciò che le sue mani manipolano, l’abile padronanza gestuale, fanno di lui un artista la cui contemporaneità non passa inosservata, un artista forte di un grande eclettismo creativo che riesce ad imporsi con veemenza, che osa, che trasmette potenti emozioni, che arriva ad imporre l’opera come scultura di nuova tendenza. Sì perché le ceramiche di Leonardo D'Anneo si sono evolute a tal punto da poter essere considerate sculture a tutti gli effetti in quanto la loro plasticità compositiva e il prezioso gioco di ritmi e di luci, le rende oggetti di design unici e particolari, realizzati e concepiti per essere guardati e ammirati. Emozionandosi. m.s.b. pag. 4

RECENSIONI Caterina Spatafora ‘Emozioni dai colori’ Sabato 5 febbraio 2011, a Milano, presso lo spazio Milani in Via Caminadella, 16 è stata inaugurata la personale dell’artista Caterina Spatafora, un’artista dell’emozione dei colori dell’anima. Trasferitasi da Roma a Milano, dove per decenni ha vissuto sviluppando la sua creatività e realizzando mostre personali e collettive, esposizioni in collezioni pubbliche e in manifestazioni di livello internazionale. Si inaugura con questa sua prima mostra a Milano il suo nuovo percorso artistico lombardo. Marcello Cazzaniga, critico e curatore d’arte, con esperienza decennale nel settore, collaboratore di svariate amministrazioni pubbliche nell’organizzazione di eventi culturali legati all’arte contemporanea, dal 2001 direttore artistico delle Gallerie Camaver Kunsthaus presenti sia in Italia sia all’estero, ci ha illustrato peculiarità e caratteri salienti dell’artista, e ha definito, così, il lavoro della Spatafora: “Siamo di fronte a esplosioni di gioia e colori. L'artista ha sviluppato negli anni un particolare e personale uso dei colori. Sono vibranti e dirompenti e sono in grado di influenzare in maniera decisa e personale l'ambiente che e le persone. L'ordine compositivo è naturale e spontaneo e scaturisce da un equilibrio e da un’armonia interiore. Benché spesso siano usate tinte forti come i rossi e i neri non scaturiscono mai sentimenti di rabbia o d’angoscia, ma solo e soltanto gioia di vivere e serenità. E' la scelta del bello, una scelta che ci coinvolge, una scelta di generosità. L'artista diventa una sorta di alchimista. Non esistono più colori caldi o freddi tutti sembra ribaltato tutto stravolto. La figurazione diventa superflua e quando appare è solo un mezzo che ci fa capire la grandezza e la bellezza del mondo. E di tutto questo dobbiamo ringraziare Caterina Spatafora.” L'esposizione è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione con lo spazio Milani, un luogo dove ci si sente davvero a casa propria, ideale e splendida cornice per l'evento, come confermato, dai molti ospiti presenti: “Un connubio questo, tra arte e ambiente, che è veramente “… il piacere di un incontro”. A fare gli onori di casa c’era la sig.a Milani, titolare dell’atelier, che ha contribuito personalmente all’allestimento delle opere con grande attenzione ai particolari, agli accostamenti dei colori e la scrupolosa cura nell’unione tra pittura e creazioni sartoriali. Una collezione, quella dell’atelier Milani, disegnata in esclusiva: abiti eleganti e femminili uniscono comfort e glamour, linee morbide ed essenziali in cui innovazione e creatività si fondono sapientemente per rappresentare lo stile inconfondibile del vero Made in Italy. Lo spazio Milani è il risultato di un recupero architettonico straordinario, è di per sé un'esperienza da vivere, funzionale all’attività, senza rinunciare alla bellezza del design: coniuga la vita di oggi con le tradizioni del passato. La personale di Caterina Spadafora ha conseguito un ottimo successo: molti visitatori hanno manifestato l'apprezzamento per l'iniziativa auspicando il ripetersi di futuri incontri. Sonia Bonvini

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Emanuele Rubini Dallo storico atelier di scultura Nicoli fondato nel 1863 a Carrara in cui hanno lavorato i più grandi nomi della scultura internazionale da... Henry Moore, Santiago Calatrava, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Giuliano Vangi, Alberto Viani, Sironi, Arturo Martini, Cardenas, Fausto Melotti... fino a Paul McCarthy, Louise Bourgeois, Vanessa Beecroft, Anish Kapoor... lo scultore Italiano Emanuele Rubini con il suo nuovo video lascia la sua impronta nel noto laboratorio di scultura realizzando la sua nuova opera in marmo nero del Belgio intitolata "la donna metafisica" presentata in anteprima domenica 27 giugno 2010 al Prof. Vittorio Sgarbi in visita allo Studio Nicoli in occasione della "XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara". Nell'opera "La donna metafisica" ho voluto interpretare la sessualità umana femminile e maschile presente nell'inconscio di ognuno di noi. Ispirandomi alle forme della natura l'ho voluta concepire in un aspetto embrionale, dando vita ad una perfetta simbiosi tra arte e design giocando sull'equilibrio degli elementi che la compongono e del baricentro. Emanuele Rubini

Pittura e disabilità Hans Hartung è uno degli artisti più famosi e celebrati del XX° secolo, dalla vita avventurosa e dalla chiara scelta di vita. Antinazista, dovette fuggire dalla Germania che disprezzava il suo stile, contrario ai dettami di Hitler, che ricordiamo, fu mediocrissimo pittore. Trasferitosi in Francia, fu incarcerato durante il regime di Vichy e poi combatté con le truppe francesi ottenendo alti riconoscimenti per meriti di guerra e quindi la cittadinanza francese. Frequentò tutti i grandi artisti del suo tempo, in particolare quelli spagnoli, poiché si trasferì alle Baleari nel dopoguerra. Sfiorò tutte le avanguardie del secolo scorso, ma non volle mai essere incasellato in alcuna di esse, con uno spirito fortemente libero. Il suo stile fra l'astratto e l'informale rimane un punto fermo nella storia dell'arte. Hartung fu colpito da una seria malattia che lo rese parzialmente disabile, ma affrontata con coraggio, non le impedì di continuare nella sua inesauribile creatività. Il Museo di Scienze naturali di Torino ha ospitato di recente una mostra dell'artista francotedesco, con le migliori opere dal 1947 al 1985, quattro anni prima della morte. Roberto Curione pag. 4


Andrea G. Pinketts e Svetlana Knezovic Begotti La fusione della parola e della musica non ha limiti. Tenetevi saldi, il duo artistico, Pinketts Knezovic Begotti sta per ritornare: The Word-Music Continuum. Venerdì 28 gennaio 2011, a Milano, il famoso duo artistico formato da Andrea G. Pinketts e Svetlana Knezovic Begotti ha siglato una nuova ed entusiasmante collaborazione per il 2011 all'insegna della cultura, tra sperimentazione, paesaggi universali, pulsioni noir e classiche che impressioneranno positivamente, da subito, il pubblico. Svetlana Knezovic Begotti e Andrea G. Pinketts sono i promotori della rassegna musico-letteraria "Suoni dai Balcani", una performance – concerto di danze Balcaniche e parole irlandesi, caso unico nel panorama milanese, in cui i due propongono punti di vista diversi e in continua mutazione dai quali osservare la materia culturale. Il singolare progetto, presentato nel 2009 alla libreria Bocca a Milano, dà vita ad una serie di performances, un intreccio tra musica e parola create dal compositore Marko Tajcevic e Ivo Andric, scrittore e Premio Nobel per la letteratura, 1961, con il romanzo Il Ponte sulla Drina. Andrea G. Pinketts ama definire, Suoni dai Balcani, a Milano, così: "Sono i suoni dai balconi delle case di ringhiera che ringhiano la propria identità. Suoni dai Balcani sono l'inevitabile feroce, per quanto dolce, accoppiamento tra parole e musica (ma ogni parola è musica e ogni musica è già parola), tra due culture, quella montenegrina di Svetlana Knezovic Begotti e quella di un aficionado dell'amaro Montenegro, avete presente? Di Andrea G. Pinketts. Un piano e qualche frase che tentano di ricostruire un'alchimia storica e artistica mai sperimentata prima d'ora." Questo è l'esperimento...Andrea G. Pinketts è attualmente impegnato nella trasmissione Mistero, in onda su Italia 1 ogni martedì sera, che lo vede impegnato ad indagare sulla storia, la preistoria e la storia che non è stata ancora scritta. Pinketts scruta storie d'inquisizione, piramidi, mummie e avvistamenti alieni con assoluto scetticismo al fianco di Marco Berri, Daniele Bossari e Raz Degan. Vedremo le peripezie e i dubbi rivolti con estrema cura ad Andrea Pinketts, il quale diventa portavoce del pubblico, pone le stesse domande che il pubblico stesso vorrebbe fare: Pinketts, coscienza caustica ma non prevenuta di tutto ciò che ci è raccontato. La tappa successiva di Pinketts, a fine trasmissione, riproporrà il percorso culturale e la collaborazione con la knezovic tesa alla contaminazione delle pratiche artistiche e alla fusione di tradizione e sperimentazione, Suoni dai Balcani. Restiamo, quindi, in attesa di vedere il loro nuovo lavoro, testimonianza del loro set interamente improvvisato e dove la sperimentazione è concentrata unicamente sull'immediatezza della frase e del suono, sulla possibilità di tramutare l'uno e l'altro in toccante fisicità. Con Suoni dai Balcani, lo spettatore chiude la porta e rimane avvolto da un tempo raccolto e lisergico che lo accompagna lentamente verso una voce che è faro di dolce intimità nella musica. Non c'è bisogno di chiudere gli occhi, è tutto davanti a noi... Sonia Bonvini

L'arte di ..."Essere Donna...PENSANTE" Le donne sono esseri misteriosi, complessi (complicate dicono gli uomini) e soprattutto differenti senza dubbio le une dalle altre, ma soprattutto dagli uomini. Sarà forse questo che infastidisce così tanto questi ultimi (almeno quella minoranza di uomini che nonostante la modernità dirompente si ostinano a pag. 5

vedere nella donna "l'oggetto" del loro basso istinto...dei loro desideri animaleschi e latenti...) E gli avvenimenti di questi ultimi mesi, in Italia, circa le donne e quanto le circonda hanno suscitato un nuovo "movimento" che rimette in moto la forza delle donne e la loro Arte tutta al femminile di ribellarsi e farsi finalmente sentire. Ecco le Donne che dicono basta e reclamano il rispetto del loro essere donne e della dignità: Ecco le donne che lanciano la manifestazione sociopolitica in tutta Italia "Se non ora... quando?" e scendono in tutte le piazze d'Italia (ben 230 città sono state invase da manifeste Donne Pensanti (e molti uomini). L'evento di Roma: Roma 13-02-2011: Una Piazza del Popolo gremita e pacifica; donne di ogni estrazione sociale, di ogni età e credo politico e religioso, molte anche accompagnate dai propri compagni, fidanzati, mariti, fratelli, amici... Non solo donne quindi ma molti, anzi moltissimi uomini che hanno confluito in gran numero a questa manifestazione per molti versi curiosa, alternativa e per le stesse donne inaspettata; è forse una delle poche manifestazioni promossa dalle Donne che ha richiamato un pubblico così numeroso. Non solo manifestanti in piazza e in corteo, ma anche tanti relatori che dal palco si sono susseguiti per spiegare il senso di questa "cavalcata delle nuove valchirie" , come in molti presenti l’hanno definita , volendo forse contrapporre all'idea misogina che si è creata intorno all'immagine delle donne la voglia sempre più diffusa di vedere affermata la dignità femminile, in ogni dove. Dal palco anche le news su come stava andando la manifestazione nel resto d'Italia; sembra che siano migliaia, non solo nella Capitale...in oltre 230 città italiane le donne manifestano. Fra le donne intervistate tutte si sentono unite in un solo slog a n : "Dignità della persona! Dignità della Donna!". Carmen Minutoli

sato, premessa indispensabile di una vera e comune identità nazionale. Ricordare senza creare divisioni, sottolinea Novo Umberto Maerna, che con sentita partecipazione, serietà e rigore introduce così gli anni che macchiarono questa tragica pagina di storia italiana: "Per molto tempo questa tragedia nazionale non è mai apparsa nei testi scolastici: ancora oggi, tanti ragazzi e molti studenti non conoscono questa pagina dolorosa della nostra storia. Le iniziative proposte dalla Provincia di Milano sono rivolte in modo particolare ai giovani e agli studenti, affinché possano conoscere questa triste pagina della storia nazionale, per costruire la Storia della nostra Nazione senza odi e faziosità, una storia attorno alla quale tutti gli Italiani possano riconoscersi, a 150 anni dall'atto fondativo della nostra Nazione". Nel percorso espositivo troviamo un pezzo di storia italiana taciuta per sessant'anni, e anche se la legge che istituisce il giorno del ricordo è del 2004, poco ancora si è fatto, sino al 2009, per la divulgazione e conoscenza di quest’immane tragedia. Nelle foibe finirono oltre 10 mila persone tra uomini, donne e bambini, la cui unica colpa era di essere "diversi", trovarono una morte atroce civili, antifascisti, esponenti della Resistenza Italiana e membri del Comitato di Liberazione Nazionale. Le iniziative commemorative della Provincia di Milano, sono proseguite poi, presso la Sala Alda Merini, sempre allo Spazio Oberdan, con "Oratorio per Fiume" a cura di Marco Formato, schegge e frammenti dall'impresa fiumana del poeta soldato Gabriele D'Annunzio. Un monologo di forte intensità emotiva ed espressiva, "trasmissione in voce", dell'epopea fiumana tratta da testi e cronache del tempo. Giovedì 10 febbraio, alle ore 10.00, sempre presso la sala Alda Merini, sono stati molti gli studenti che hanno partecipato alla presentazione del libro "Nel nome di Norma". Norma Cossetto, la tragedia dell'Istria e altre vicende sul confine orientale italiano, di Rossana Mondoni e Luciano Garibaldi. Norma Cossetto la giovane studentessa universitaria, che fu violentata e torturata per giorni, trovò la pace solo sul fondo di una foiba e ricordare il suo sacrificio è un atto d'amore alla memoria storica italiana. Sonia Bonvini

Foibe, per non dimenticare Milano - È stata inaugurata, Mercoledì 9 Febbraio 2011 presso l'area Mostre dello Spazio Oberdan la Mostra fotografica "Il Giorno del ricordo" a cura di Pier Paolo Silvestri, una ricca e scrupolosa testimonianza dei fatti accaduti ai confini orientali dell'Italia negli anni tra il 1943 e il '45, una storia fatta di silenzi, di falsificazioni, di mistificazioni che hanno in qualche modo nascosto la pulizia etnica di istriani e dalmati che portò a diecimila vittime e trecentocinquantamila profughi. Ad inaugurare la mostra, che rimarrà aperta sino al 13 Febbraio, è stato Novo Umberto Maerna, Vice Presidente Provincia di Milano e Assessore alla Cultura, che con precisione storica ha profilato una diagnosi chiara di ciò che è successo, perché riconoscere una verità negata è un dovere, come anche riconoscere che i morti delle foibe sono stati le vittime di tutta l'Italia al di là d’ogni retorica o ideologia. Questa è la premessa indispensabile per essere Nazione fino infondo, soprattutto e in forza delle ricorrenze per il 150° di Unità. Diviene, quindi, necessario elaborare una memoria collettiva del paswww.mdarte.it

Emozioni dai colori Siamo di fronte a esplosioni di gioia e colori. L'artista ha sviluppato negli anni un particolare e personale uso dei colori. Sono vibranti e dirompenti e sono in grado di influenzare in maniera decisa e personale l'ambiente che e le persone. L'ordine compositivo è naturale e spontaneo e scaturisce da un equilibrio e da un’armonia interiore. Benché spesso siano usate tinte forti come i rossi e i neri non scaturiscono mai sentimenti di rabbia o d’angoscia, ma solo e soltanto gioia di vivere e serenità. È la scelta del bello, una scelta che ci coinvolge, una scelta di generosità. L'artista diventa una sorta di alchimista. Non esistono più colori caldi o freddi tutti sembra ribaltato tutto stravolto. La figurazione diventa superflua e quando appare è solo un mezzo che ci fa capire la grandezza e la bellezza del mondo. E di tutto questo dobbiamo ringraziare Caterina Spatafora. Marcello Cazzaniga pag. 5


Record alla BIT

50 anni di "Italia '61" - ricordi xilografici

Boom da record alla 31esima edizione della BITBorsa internazionale del Turismo, che ha aperto i battenti il 17 febbraio, alla Fiera Milano, Rho-Pero, ed è terminata domenica 20 febbraio. Quest'anno la formula è più multi target che mai, aumentando così, di fatto, le potenzialità del business. Centotrenta paesi stranieri accanto alle realtà italiane in quella che il Sindaco Letizia Moratti ha definito:” la Borsa del turismo più importante d’Europa insieme con quella di Londra”. Quella del Sindaco di Milano è solo una delle testimonianze della grande attenzione che le Istituzioni hanno verso Bit, fatto, questo, dimostrato anche, dagli interventi effettuati, alla conferenza d’apertura, da parte del Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, dal Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani e dalla nutrita presenza di numerosi Ministri del Turismo di molti paesi Esteri. Il layout razionale e pratico dei settori espositivi dimostra la grande attenzione avuta verso la funzionalità della manifestazione, con una suddivisione efficiente dei padiglioni: ai pad. 1-3 Italy settore dedicato al solo territorio italiano, the World, dedicato ai 130 paesi del mondo ai pad. 2 – 4 e ai pad. 5 – 7 la Tourism Collection integrata da Bit Technology, che vede la presenza di tour operator, agenzie di viaggio, MICE, catene alberghiere, vettori aerei, marittimi e ferroviari, società di servizi. Lo spazio Technology, invece, è rivolto all’universo tecnologico del turismo on-line e off-line, CRS, HRS e ai tour operetor on-line. La prima novità è la presenza di tre isole tematiche, dedicate alle tendenze emergenti dei viaggi di nozze, del gaming tourism e turismo di montagna, alcune tra le più interessanti opportinità di business emergenti nel trend di settore. La seconda novità è rappresentata dalla prima edizione del Fuori Bit, che il Comune di Milano ha presentato con lo slogan, “ Il Mondo a Milano, Milano nel Mondo”-, una manifestazione nata dalla collaborazione dell'Assessorato al Turismo del Comune, Fiera Milano SpA, i principali organizzatori d’eventi milanesi, le rappresentanze diplomatiche e i numerosi enti turistici Europei e internazionali. Record al Bit: un’edizione contrassegnata dal business. Tre giorni e tre notti rivolte ad eventi e performance musicali, culturali ed enogastronomiche, dedicate al confronto con le culture del mondo, con 19 nazioni e 23 location milanesi coinvolte che animeranno l’intera città all’insegna dell’internazionalità. La Bit si dim ostra, c o s ì , un’opportunità d’incontro tra culture diverse, di promozione del patrimonio culturale e naturale non solo dell’Italia ma di tutto il mondo. Ha dichiarato l’Assessore al Turismo, Marketing Territoriale, Identità Alessandro Morelli: “Il Fuori BIT è un appuntamento che metterà la nostra città al centro del mondo nei giorni della Borsa Internazionale del Turismo. La nostra politica difende le radici culturali di Milano ma al tempo stesso promuove e valorizza la nostra metropoli come capitale riconosciuta della moda, del design e della cultura ed oggi anche del turismo. La grandezza di Milano, ha proseguito Morelli, parte proprio da quelle radici profonde che noi intendiamo valorizzare, con la nostra politica, perché Milano deve essere una capitale mondiale in molti settori e l’internazionalità è una delle chiavi del suo successo e della sua storia. Luci puntate su Milano allora, dal centro alla periferia, con un unico motto: internazionalità coniugata con le proprie radici. Sonia Bonvini

Alla biblioteca nazionale universitaria di Torino, con il patrocinio del Ministero dei Beni culturali, si è concluso il primo appuntamento nel 2011 per ricordare allo stesso tempo i 150 anni dell'Unità d'Italia e la precedente celebrazione del Centenario, molto più sentita e per la quale nacquero un intero quartiere e molte opere tuttora esistenti. Mentre altre, purtroppo, fra cui alcune utilissime o avveniristiche, sono state smantellate. L'organizzazione è stata a cura del periodico "Verso l'arte", una consolidata realtà culturale che opera dal Monferrato. Erano presenti alcuni Artisti di grande notorietà, come Ugo Nespolo, Giacomo Soffiantino, Gianni Verna e Gianfranco Schialvino. Roberto Curione

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Marco Scaletti In un nuovo spazio espositivo 'Arte e ceramica', nella zona tipica degli artisti e delle gallerie, il cosiddetto Borgo Nuovo, il Salotto dell'arte ha presentato una personale di uno degli artisti più prolifici presenti nell'area torinese. Dotato di forte e solida preparazione, prima al Liceo Artistico e poi alla Facoltà d'Architettura, con i migliori Maestri, da Tabusso a Soffiantino, da Mantovani a Girardi, così come Sciavolino e M. Ghiotti. Pittura, disegno e scultura non hanno segreti per Scaletti, che professionalmente si cimenta anche con la fotografia. Squisitamente figurativo, utilizza l'olio come l'acrilico, la tavola, la tela e persino i murales. Nelle sue opere emerge una vivace e perenne simbiosi fra figura e colore. Scaletti ha partecipato a numerose mostre collettive e personali in Italia ed all'estero, ottenendo molti premi e riconoscimenti. Roberto Curione

"Lavori in corso" Inaugurata il 16 febbraio allo studio laboratorio 'Anna Virando' di Torino la mostra personale di Federica Bertino. La mostra personale dell'artista torinese proseguirà fino al 5 marzo. Federica Bertino (Torino, 1947) è un'artista che ha seguito il più classico dei "cursus honorum" nel coltivare la sua passione per l'arte. Allieva dell'Accademia Albertina di Torino, ha scelto da subito di dedicarsi alla pittura, per seguire

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poi anche la vocazione di fotografa. Espone in Italia ed in Europa sin dal 1970, con grande successo. Appartiene a quella categoria di artisti che hanno scelto il Chierese per la serenità e la bellezza dei luoghi, in cui, con evidenza, l'ispirazione trova maggior forza. Nelle sue opere pittura e fotografia si fondono con gradevolezza e nella sua ricerca fotografica indaga con passione le possibilità di nuove scoperte nel campo del colore. Roberto Curione

Fantastica ironia Inaugurata il 19 febbraio alla biblioteca civica D. Bonhoeffer di Torino, la mostra personale dell'artista Carlo Cammarota, organizzata da Lina Marando, proseguirà fino al 9 marzo. L'artista molisano, nato a Campobasso, da anni è un protagonista della scena artistica non solo piemontese. La sua visione disincantata del mondo è sempre presente, con insolita costanza, nelle sue opere, che affascinano per la levità del tratto e della rappresentazione, non lasciando mai, però, indiffrente l'osservatore. Nel corso dell'inaugurazione la giovanissima scrittrice Jamila Bertolo presenta la sua opera -Le rune del tempo- Prosegue così la collaborazione fra la Galleria d'arte Viviarteviva, con la Biblioteca comunale di Circoscrizione. Roberto Curione

I posters di Ugo Nespolo L'artista biellese che si avvia raggiungere il traguardo dei 70 anni in splendida forma è stato il protagonista di una bellissima mostra retrospettiva -personale a "l'Olfattorio art gallery". Un'originale iniziativa di Renata De Rossi e Giovanni Gaidano che all'attività imprenditoriale nel campo della profumeria, hanno abbinato uno spazio culturale in un ex area dell'industria pesante, ora trasformata in un classico incubatore. In questa mostra si ripercorrono circa quarant'anni della nostra storia più recente, dai timidi tentativi di svecchiamento del linguaggio creativo dei primi anni '70 agli ultimi sviluppi del post-industrialismo. La poetica di Nespolo rimane tuttavia sempre coerente: grande inventiva, colori vivacissimi, linguaggio di comprensione immediata. Un artista che non si è chiuso nel suo studio, aprendosi invece a svariate esperienze, ad iniziare da quelle dell'amato cinema. Non v'è stato avvenimento sportivo, artistico-culturale nella sue varie sfaccettature che non abbia richiamato il segno di Nespolo. Un artista che ricorda non solo nel tratto il Futurismo, ma proprio come molti dei suoi epigoni ben lieto di offrire il proprio contributo a quella che un tempo si chiamava "réclame"ed oggi "advertising". Nessun sussiego di fronte ad un prodotto industriale o ad una fiera commerciale. Nespolo è artista che ha esposto al Centre Pompidou come alla Biblioteca Comunale di Budrio. Vi è più di una sua traccia nelle raccolte private e pubbliche più famose oome nelle copertine dei CD di alcuni musicisti, come, ad es. Andrea Mingardi. Osserva nel catalogo Gillo Dorfles come "questi brillanti cartelloni di Ugo Nespolo sono senz'altro sullo stesso piano stilistico e inventivo di tanti suoi dipinti pazientemente costruiti con la tecnica dell'intarsio". Roberto Curione pag. 6


150° Unità d'Italia: anche Topolino festeggia i 150 anni con due nuovissime mini-saghe. Roma - Per la prima volta, la Disney, propone un progetto editoriale, suddiviso in 12 settimane, con il tema del Risorgimento che si concluderà a Torino con il Salone del Libro. E così, anche lo storico 'Topolino', compagno di viaggio di molte generazioni di giovani, ma anche meno giovani, celebra i 150 anni dell’Unità d’Italia. Il progetto, partito da pochi giorni, e certificato dal logo ufficiale del Centocinquantesimo, racconterà per la prima volta il Risorgimento. Lo farà con due nuovissime mini-saghe che vedono Topolino e Pippo inviati speciali nelle città protagoniste della Storia d'Italia. Due mini-saghe inedite a tema, un viaggio on the road, che prevede: un concorso, laboratori dedicati, incontri nelle librerie Feltrinelli e un grande evento finale al Salone del Libro di Torino (12 - 16 maggio 2011) nel quale sarà, anche, proposta, una mostra temporanea con le tavole a fumetti delle due mini-saghe. Una bella iniziativa Disney firmata Topolino per festeggiare l'Unità d'Italia. L'idea è di raccontare la nascita dell'Italia attraverso un libro aperto di storia: la toponomastica delle vie. Dodici 'nomi' legati all'Unità d'Italia, dodici vie e piazze in alcune città d'Italia e 12 'Under 13' che in quei luoghi, ci abitano o vivono nel quotidiano. Il progetto, punta a trasferire un messaggio chiaro, ai lettori: percepire un senso anche dietro le cose più semplici che incontriamo tutti i giorni e che spesso diamo per scontate. Dodici differenti reportage che avranno anche lo scopo di raccogliere sul territorio, una serie di testimonianze, pareri e punti di vista, sul significato odierno, sul tema: 'Unità d'Italia oggi'. In collaborazione con La Feltrinelli librerie, sarà proposto un concorso, aperto alle scuole e a tutti i ragazzi dai 6 ai 14 anni. Il concorso nasce con il preciso intento di stimolare i giovani, a raccontare in 150 parole che cosa significa per loro l'Unità d'Italia oggi. La scheda di partecipazione sarà disponibile per nove settimane sul numero di Topolino in edicola ma anche presso tutte le librerie La Feltrinelli. La prima mini-saga si intitola 'Topolino e l'talia ri unita', ed è firmata dai piemontesi Marco Bosco, autore dei testi, e Paolo Mottura, storico disegnatore Disney. Topolino e Pippo sono chiamati da Zapotec e Marlin al Museo del Risorgimento di Torino, prima capitale d'Italia e sede dei festeggiamenti per il centocinquantenario. Per svolgere il compito 'multimediale' che Zapotec ha affidato loro, utilizzeranno una macchina del tempo e viaggeranno indietro nei secoli fino al Risorgimento. Vestiti in abiti d'epoca e muniti di un manuale di Storia, Topolino e Pippo visiteranno Milano durante le Cinque Giornate e poi Venezia, Firenze e Marsala. Il tuffo nel passato, che avviene tramite crono web cam, nei luoghi simbolo del Risorgimento, mostreranno, poi, ai visitatori del Museo di Torino, fedelissime ricostruzioni in diretta dalla Storia. Ma giunti nella Torino del 1858, si ritroveranno coinvolti in una serie di rocambolesche avventure, il cui protagonista è niente meno che il segretario del Conte Camillo Benso di Cavour, che cambieranno inavvertitamente il reale corso degli eventi, creando un 'altro' futuro. Rispediti nuovamente nel passato, con l'aiuto di stravaganti per-

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sonaggi, riusciranno a sistemare il loro 'futuro' e quello di tutti gli italiani. E soprattutto doteranno il Museo del Risorgimento di Torino di una formidabile installazione multimediale per festeggiare l'Italia unita in ... diretta dalla Storia. E allora, complimenti a Disney e al mitico Topolino, al quale non ci resta che augurare un felicissimo viaggio nel passato. Sonia Bonvini

buito ai cittadini, della stesa zona 3 di Milano. Per il contributo delle nuove fotografie, si ringraziano i giovani fotografi intervenuti, che con impegno e precisione storica, hanno costruito un reportage fotografico di fisionomie e cambiamenti avvenuti a Milano, proprio in zona 3. Luca Cinquanta

"Milano, scatti, impressioni e fisionomie urbane che evolvono. Milano cambia fisionomia con una rapidità impressionante, basti pensare che ci sono voluti solo un paio di anni per rivoluzionare l'area antistante alla stazione ferroviaria di Lambrate. Varia l'aspetto degli edifici, ma le strade rimangono le stesse ed allora il ricordo del passato prende forma in una mostra dall’elevato interesse artistico e culturale. Grazie agli scatti della signora Sara Zambrino, accostati alle immagini fornite dall'Archivio Comunale Civico Fotografico, il Consiglio di Zona 3 ha allestito una piccola esposizione itinerante, dal titolo "Immagini di ieri e di oggi della nostra zona". Una breve passeggiata tra i ricordi della vecchia Milano, messa a confronto con la città moderna: le vie viste in bianco e nero affiancate alle colorite strade odierne. La dimostrazione che una città come il capoluogo lombardo è capace di rinnovarsi molto velocemente, ma poco propensa nel ricordare le origini, travolta dalla routine quotidiana e con talmente poco tempo per fermarsi a riflettere sul passato. Con la promozione del Funzionario Amministrativo di Zona 3, Elisabetta Pedratti, e del Presidente della Commissione delle Attività Produttive e Commerciali, Gustavo Maino, la mostra è rimasta per due settimane in Consiglio di Zona 3, Milano, per approdare, poi, all'interno della sede del Circolo ACLI Lambrate, accolta con grande entusiasmo dai soci. I visitatori dell'esposizione, dallo sfondo storico-rionale, che hanno vissuto tali cambiamenti, sono stati travolti da un vortice di ricordi per ogni singolo scatto osservato. I giovani spettatori, al contrario, dimostravano grande sorpresa per ogni immagine esposta, quasi a sottolineare la mancanza di conoscenza della storia riguardante la zona da loro abitata ed attraversata ogni giorno. I volti stupiti dei giovani visitatori accompagnavano gli scatti della zona intorno a Piazzale Loreto, attraversata dalla linea ferroviaria, e le mappe di quella Milano ancora racchiusa all'interno delle antiche mura spagnole, fino alla foto aerea della zona antistante alla sede del Regio Politecnico, risalente al 1927, anno in cui la sede principale fu trasferita nella nuova struttura di Piazza Leonardo Da Vinci, al tempo intitolata a Roberto Ardigò. La mostra "Immagini di ieri e di oggi della nostra zona" ha portato qualche lacrima su quei volti che ne vissero i cambiamenti in prima persona, con paesaggi così diversi da quelli attuali e luoghi impregnati di una grande ed emozionante storia. Aneddoti e molti sorrisi in ricordo dei bei tempi che furono hanno accompagnato questa tre giorni di ricordo della Milano che fu, messa a paragone con la metropoli moderna ed odierna. Ogni visitatore ha lasciato la mostra con una ricchezza storica della Zona 3, fra ricordi ed attualità, tra cambiamenti radicali ed un genuino ritorno al passato. Vie che non varieranno mai ed isolati che hanno modificato il loro profilo, diversificando la visione d'insieme del quartiere. La storia non và dimenticata perché è la base su cui nasce la modernità: riportarla in vita con scatti fotografici mirati a paragonare il presente con la Milano che fu è un ottimo mezzo per non dimenticare. Che sia un grande evento od una piccola esposizione, il passato è la base del futuro e senza fondamenta nessun palazzo potrà mai prendere forma. La mostra è stata resa possibile grazie alla disponibilità del consigliere di zona 3, Gustavo Maino, che con dovizia, impegno e serietà, ha raccolto le immagini, dall'archivio storico confrontandole poi con le nuove immagini, di oggi, di zona. Questo ha reso possibile l'edizione del calendario 2011 edito dal consiglio di zona, Comune di Milano, e distri-

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EVENTI Bruno Querci Mostra personale 17 febbraio - 1 aprile

A Arte Studio Invernizzi via D. Scarlatti 12, Milano

Alessandra Politi Pagnoni Mostra personale 25 febbraio - 18 marzo

Galleria Fratelli Barsi via Accademia Albertina 3, Torino

Federico Bertino Mostra personale 16 febbraio - 5 marzo

Studio Anna Virando C.so G. Lanza 35, Torino

Carlo Cammarota Mostra personale 19 febbraio - 9 marzo

Biblioteca civica S. Bonhoeffer C.so Corsica 55, Torino

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