ANNO VII
Marzo 2014
LA RIVINCITA DELLA CREATIVITA’
Interprete di vitalità culturale
La 77artgallery presenta per la prima volta una collettiva di fotografia composta da s e i g i o v a n i t a l e n t i l e g a t i d a u n ’i n d a g i n e a r t i s t i c a c o m u n e : l ’i m m a g i n e d e l c o r p o e dei suoi gesti come di ogni possibile espressione relativa ad esso. L’analisi si incentra sulla figura in movimento: il volto spesso viene nascosto lasciando alle parti scoperte la sua funzione. Deputati a dare il senso di questa espressività sono i singoli particolari della figura oppure la mutevolezza del contesto nel suo tingersi di irreale. Nasce così un tributo al corpo umano immortalato in tutta la sua complessità. Kalia Genova: Protagonista dei suoi scatti è una figura femminile che pare librarsi in movimenti delicati all’interno di un’atmosfera metafisica, sfumata, quasi impercettibile. La leggerezza delle vesti e la pacatezza della gestualità simulano la visione di un sogno ed una fuga dalla concretezza della realtà. Chiara Mazzocchi: Si presenta col progetto realizzato a Berlino intitolato “Human Alienation”. Chiara lavora esclusivamente sull’autoscatto e autoripresa video e sulla corporeità. Si ritrae in diverse posizioni e situazioni, spesso coprendo il volto con delle calze per enfatizzare il senso di alienazione dal mondo dato dal meccanismo sociale imposto. Gli stessi indumenti dello scatto vengono, in alcuni casi, materialmente inseriti sulla cornice rendendo l’opera un pezzo unico. Ramona Zordini: Mette in comunicazione due ambienti
o mondi di diversa sostanza: l’aria e l’acqua. La sua ricerca è sul mutamento di una condizione spirituale che il corpo rivela. I suoi scatti ritraggono corpi emergenti o immersi nel liquido, che perdono la loro autonomia o la loro apollinea armonia nell’avvicinarsi al nostro mondo. Sevill Seven: Sevil Amini è un’artista iraniana nata e cresciuta a Teheran.
I lavori proposti per la collettiva consistono in autoscatti di nudo stampati su vari fogli di acetato che vengono sovrapposti con leggera distanza ed inseriti in un telaio. Si creano così stratificazioni di colore, volumi evanescenti e giochi di luce che sono tesi a valorizzare la corporeità ed allo stesso tempo la spiritualità del soggetto. Andrea Perego: La sua serie di opere si basa sulla tecnica del collage digitale; sopra foto che hanno come soggetto dei volti, applica delle piccole immagini di paesaggi urbani creando un’ ordinata composizione geometrica che mira a fondere l’espressività dei ritratti umani con la freddezza ed il rigore degli scorci cittadini. Marco Casolino: Se per gli altri artisti il corpo viene scomposto o celato, per Casolino è un oggetto di gioco pirandelliano: come la psiche è disgregata in diverse e opposte identità, così il fotografo opera sul corpo ritratto, che è il suo. Anche qui il progetto si fa autobiografico; il linguaggio è irriverente ma rappresenta seriamente la sua visione del mondo, e in maniera surreale si esplorano temi come l’amore, il sesso, la religione, la natura e il dolore. ‘Linguaggi del corpo’ Galleria: '77artgallery' C.so Porta Ticinese 77 Milano Periodo: 19 Feb/2 Mar 2014 Art Director: Giovanni Manzoni
L'arte nelle forme delle opere dell'artista milanese. La manipolazione della materia, interpretazione uniche di design d'arte. Leonardo D'Anneo nasce a Milano nel 1954, vive la sua adolescenza nei roventi anni '70, con gli scontri politici, la rivoluzione di costumi obsoleti, l'avanzare del progresso, la nascita di nuove correnti artistiche e musicali, in un momento in cui l'artista Christo impacchettava i monumenti in piazza Duomo nella plastica e i Pink Floyd suonavano The Dark Side of the Moon. Negli anni Leonardo D'Anneo si porta dentro questo vissuto di passioni e di ideali vivissimi, terminata la scuola, lavora in un ambiente esule dal campo artistico, ma sente la necessità di esprimersi attraverso la musica suonando la chitarra elettrica tra swing e blues, la ceramica arriva poi negli anni novanta, egli stesso dichiara che è stato un vero: “coup de foudre”, amore a prima vista. Egli non si ispira a nessun artista o ad uno stile particolare, fumando la sua pipa e ascoltando la musica, lascia che la sua vena interiore lavori nei momenti in cui l'idea chiama il creatore a produrre, allora plasma la materia e porta alla luce forme morbide e sinuose che diventano: sculture, vasi, lampade. L'artista utilizza un tipo di argilla o ne mescola diverse, porta la cottura a differenti gradazioni ottenendo risultati estetici unici: alcune opere sembrano di pietra grezza, altre sono lucide perché vetrificate a 1.100 gradi, nascono così vasi “Siamesi” dai rilievi rigati che ricordano il cartone ondulato o punzonati come nelle antiche
tavole medioevali, o texture di muri bicolori o pareti rocciose. Spesso D'Anneo si ispira al magma vulcanico che raffreddandosi porta in luce minerali diversi fusi insieme, un esito naturale a cui l'artista fa riferimento e molte sue lampade in monocottura ripetono l'effetto grezzo dei marmi agglomerati. La sua intuizione nella foratura delle lampade, fa si che l'artista crei un linguaggio personalissimo e contemporaneo. “Notte” ricorda i concetti spaziali di Lucio Fontana dove la tela viene bucata per andare aldilà del supporto a catturare l'universo, ma anche i processi di combustione di Alberto Burri, creati in un momento in cui l'Arte ricorda la distruzione dopo le guerre mondiali e lavora con i materiali di riciclo. L'artista opera con la stessa forza gestuale: ora i fori sono casuali, ora prendono la forma dei semi
delle carte, o delle stelle, sono grandi e piccoli distribuiti in maniera imprevedibile lungo tutta la superficie delle lampade, fori geometrici raggruppati in alto o in basso per generare un effetto di controllata luce bianca o colorata. Nei vasi, i fori sono piccole dilatazioni che vanno a contribuire a quel ricamo estetico informale utile ad alleggerire la materia. Le sue sculture ci riportano alle vellutate linee delle opere di Henry Moore e alle onde fluttuanti di Giò Pomodoro , i titoli rievocano temi sociali come” Fuga”, “Abbraccio” “Vita”, ed ecologici come : “Vulcano”. “i Cocci di Leo” sono corpi in movimento, hanno le caratteristiche della sensualità femminile, le tinte sono grezze virili e delicate insieme, giocano con qualsiasi ambiente e stile in cui vengono collocati, le luci creano atmosfere intime e rilassanti: cromoterapia, in un rituale quotidiano.
Una rassegna monografica intitolata ad Alberto Pas con gli “omaggi” alla pittura dell’800 e affron Curata dal professore Giuseppe Luigi Marini e realizzata in collaborazione con Arte Futura di Giuliana Godio, la mostra rappresenta il secondo appuntamento con gli “omaggi” alla pittura dell’800 e affronta il periodo orientalista del pittore emiliano. Accanto a una sessantina di opere, per lo più di collezionisti privati, sarà esposta per la prima volta una serie di fotografie e di disegni, che appartengono ai discendenti del pittore. La mostra rappresenta il secondo appuntamento con gli “omaggi” alla pittura dell’800 e affronta il periodo orientalista del pittore emiliano. Una rassegna monografica inti-
tolata ad Alberto Pasini. Alla Fondazione Accorsi Ometto una grande rassegna di un pittore dell' 800 che dedicò il suo estro artistico alla rappresentazione di molti PAESI lontani, secondo una moda ovviamente accelerata dallo sviluppo dei trasporti per via terra e per mare. Compaesano di Giuseppe Verdi, nacque nel 1826 e si spense a CAVORETTO (allora Comune indipendente, ora inglobato da Torino) nel 1899. Iniziò i suoi viaggi nel 1855, in quello che oggi chiamiamo impropriamente MEDIO ORIENTE. Egitto, Libano, Palestina, Turchia le sue mete. Presenti una sessantina di ope-
re pittoriche, foto e dis Atmosfere particolari c locano in quella che una sorta di tradizion certa cultura torinese. Sono noti i legami, ne periodo, con il SIAM (o LANDIA) con l' inter molti architetti italian GIAPPONE (con Anton nesi), non estranei poi mica vicenda creativa d RI. La vicenda artistica di realizza con una calibr rabile resa dei sogg puntuale e limpida visi scorci e degli ambienti mi sia di maggior spazi Roberto Curione
Fondazione Accorsi Olmetto Via Po 55, Torino Mostra aperta fino al 29 giugno 201 Orari: mar/ven 10/13-14/18 sab/dom 10/13 CATALOGO 'AD ARTE' Testi di G.L. Marini e L. Mana.
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Rodolfo Aricò, Carlo Ciussi, Gianni Colo François Morellet, Mario Nigro, Bruno Querci, La galleria A arte Invernizzi inaugura martedì 25 febbraio 2014 alle ore 18.30 la mostra “L’occhio musicale” a cura del pianista e musicologo Alfonso Alberti, che intende indagare il rapporto fra arte visiva e musica. Questa relazione è vasta e dalle molteplici implicazioni: affinità costitutive delle due discipline, parallelismi storici, dialogo fra gli artisti. L’attenzione si è centrata sulla presenza, nella creatività artistica contemporanea, di due temi - a cui corrispondono le due sezioni della mostra - che mettono particolar-
mente in evidenza il procedere congiunto delle due discipline. La prima tematica è quella del "tempo", elemento specifico della musica, senza il quale l’opera musicale semplicemente non esiste, ed analogamente, anche in ambito visivo, dimensione del fare e dell’esistere, sfida perenne a una rappresentazione e spiegazione possibile. Niele Toroni esprime questa dimensione nella maniera più essenziale, lasciando impronte di pennello che scandiscono contemporaneamente il tempo del creare e quello dell’esserci. Anche Dadamaino ripete un unico gesto, un breve tratto, che nella sua infinita iterazione va a comporre linee che sono «fatti della vita», unione inscindibile di essere e tempo, “Sein und Zeit”. Nelle opere di Riccardo De Marchi, la ripetizione di un elemento costitutivo si configura esplicitamente come linguaggio, che si mostra, tuttavia, privo di un codice di decrittazione e perciò diviene pura presenza di segni nel tempo. François Morellet, poi, nella sua indagine delle strutture del reale, va a coinvolgere quel rapporto matematico senza il quale non si dà oscillazione né evento sonoro.
ombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi, Niele Toroni, David Tremlett, Günter Umberg. Nell’opera di Gianni Colombo, il tempo diviene la condizione stessa dell’esistenza, esattamente come accade per l’opera musicale: le sue strutture in movimento indagano il farsi e disfarsi delle forme, la loro modificazione, la loro inafferrabilità. Il lavoro di Mario Nigro conduce, quindi, idealmente verso la seconda sezione della mostra: nel suo "Tempo totale" il succedersi dei gesti e degli istanti viene declinato attraverso l’uso del colore e delle sue variazioni che appaiono talvolta scandite, talvolta infinitesime. Il secondo tema, di cui appunto si indaga la realizzazione attraverso il colore, è quello dell’armonia. Nelle opere di Carlo Ciussi consonanze e dissonanze possibili si inseguono in forme curvilinee che, alla musicalità dell’esito armonico, aggiungono la musicalità della linea. Günter Umberg indaga la superficie mono-
croma e la sua imprendibile concretezza e fisicità e nei “Territorium” sceglie di ampliare questa ricerca mettendo a confronto superfici diverse, mondi diversi. Nell’opera di David Tremlett la creatività armonica si connota in maniera unica attraverso il rapporto diretto delle mani dell’artista con il pigmento e con la superficie, scandita da colori che si mettono in rapporto specifico con luoghi e situazioni. In Rodolfo Aricò l’elemento dissonante, eterodosso, è una preoccupazione poetica costante intesa come rottura dell’armonia non sanata, e tanto meno compresa, ma nel contempo unica armonia reale e possibile. Nel lavoro di Bruno Querci, infine, la ricerca armonica si riduce singolarmente alla premessa di due soli colori: il bianco ed il nero, dalle cui consonanze e dissonanze nascono spazi da percorrere con occhio musicale.
L’OCCHIO MUSICALE A cura del pianista e musicologo Alfonso Alberti Galleria A arte Invernizzi via D. Scarlatti 12 Milano In mostra dal 25 febbraio al 17 aprile ORARI: lun/ven 10/13 15/19, sabato su appuntamento In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Alfonso Alberti, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato biografico.
Creatività quotidiana, tatuaggi russi e altre storie
Quando parliamo di creatività, ci vengono in mente Mozart, Picasso, Einstein: gente che ha avuto in dono, insieme, un gran talento e un buon sistema di opportunità. Ma provate a pensare alla scuola di tatuaggio nelle prigioni russe (e qui non vi dico di che cos’è fatto l’inchiostro per tatuare, né com’è costruito l’attrezzo per riuscirci. Ma potete immaginare bene che l’ambiente non sia dei più confortevoli. E aggiungo che, per illustrare questo post, ho fatto fatica a trovare un’immagine di tatuaggio che non fosse troppo disturbante). Ebbene: quei tatuaggi sono sì un rito brutale, ma sono anche un’espressione di sé, e una manifestazione di risorse. Esordisce con questa considerazione un lungo, bell’articolo pubblicato da Psychology
Today. Ci trovate molte considerazioni non banali sulla creatività, sulla creatività quotidiana, sui tratti di carattere di chi la pratica, sul come sviluppare il vostro stile creativo e diverse altre storie interessanti, da Cuba ai college americani. Prendetevi il tempo necessario per leggerlo e, credo, non ve ne pentirete. Anche i suggerimenti conclusivi (a parte quello riguardante il dipingere le pareti di blu, sul quale continuo a nutrire diversi dubbi) sono, in generale, fondati e pieni di fertile buonsenso. … ma come si fa a farsi venire buone idee? Ve lo dice in quattro minuti una pubblicazione video di Steve Johnson. Non dovete aver fretta: ma concedervi il tempo necessario per l’incubazione e, soprattutto, permettete alle vostre idee di entrare in contatto con altre idee (sì, la rete è un ottimo posto per farlo). La creatività si nutre di scambi e di contagi, e non dobbiamo mai scordarlo. Se, a questo punto, vi è venuta voglia di sapere meglio come funziona il cervello creativo, quali sono le origini della creatività umana, perché dobbiamo integrare intuizione e pensiero razionale, quali sono i prerequisiti e i segni distintivi di un’organizzazione creativa.
Idee: cinque progetti visionari L’etimologia della parola “visione” è interessante. Leggete qui:dal latino visio derivazione
di visus, participio passato di videre che significa “vedere”. La radice del latino videor è id, e la si ritrova anche in greco antico nel verbo “οιδα”(oida), (anticamente ϝοιδα, da leggere “voida”) che significa sapere (“οιδα” è una forma verbale coniugata al perfetto e quindi esprime la conseguenza dell’azione del vedere, in poche parole: io so perché ho visto). Tutto questo potrebbe suggerirvi che il vedere (con gli occhi, l’organo della vista) e l’avere visioni (con lo sguardo della mente) siano, entrambi, modi per sapere, o per conquistare la conoscenza. Magari, realizzando immagini e progetti visionari. Se vi dico “visione” e riuscite per un momento ad allontanarvi dal gergo aziendalese che parla (e a volte straparla) di vision, mission, goals eccetera, forse potreste apprezzare questa selezione eclettica di cose a vario titolo visionarie che ho raccolto in rete. Buona visione (in ogni senso) a tutti voi. L’ENCICLOPEDIA. Il Codex Seraphinianus: è una dettagliata enciclopedia che mostra ogget-
ti e fenomeni inesistenti, scritta (in un linguaggio inesistente) e disegnata tra il 1976 e il 1978 da Luigi Serafini, architetto e designer. Rizzoli l’ha recentemente ripubblicato. Qui potete scaricare l’intera opera (abbiate pazienza, però. Il pdf è pesante e ci vuole un po’ di tempo). IL MONDO. I video di Cyriac partono da immagini in apparenza banali che, attraverso un gioco di sdoppiamenti, inserimenti, deformazioni e salti dimensionali si trasformano in qualcosa di completamente diverso. L’OCEANO. Un video d’animazione semplicissimo, ma davvero suggestivo. Allo stesso indirizzo, sul canale YouTube di PESfilm, potete vedere altri deliziosi video di Adam Pesapane. L’UMANITÀ. Il fotografo inglese Jimmy Nelson (qui un’intervista del New York Times) visita decine di tribù sperdute nei posti più remoti del mondo, riesce a metterle in posa e cattura immagini di straordinaria bellezza e potenza (guardatevi anche il video in fondo alla pagina: spiega come le immagini sono state catturate). Qui il sito del progetto, con gli itinerari e le immagini divise per tribù. IL CIELO. Ci sono voluti due anni di sveglie all’alba per riuscire a intercettare l’esatto momento in cui la nebbia cala dalle montagne verso San Francisco in un time lapse ipnotico e magico. Qui il sito dell’autore, il fotografo Simon Christsen.
Te s t i e i m m a g i n i t r a t t i d a ‘N u o v o e u t i l e ’ F o n t e : w w w. n u o v o e u t i l e . i t C o n c e s s i o n e ‘N u o v o e Ut i l e ’ - r e d a zi o n e @ n u o v o e u t i l e . i t .
I paesaggi della bellezza dalla valorizzazione alla creatività: la Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile. La Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha celebrato il
novembre scorso l’ottava edizione della Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile dedicandola ai temi del paesaggio, della bellezza e della creatività. La ricchezza del nostro paese risiede nella bellezza dell’insieme dei nostri patrimoni, naturali e culturali, racchiusi in modo inscindibile nel nostro paesaggio. Il nostro paesaggio è il capolavoro dell’interazione tra la nostra creatività – la bellezza delle nostre città, dei nostri monumenti, delle nostre tradizioni, del nostro tessuto produttivo - e il nostro ambiente. Cosa rappresenta oggi il nostro paesaggio e, ancor di più, cosa ne sarà di esso domani? Se da una parte dobbiamo pensare alla tutela e valorizzazione di ciò che abbiamo, dobbiamo altrettanto pensare - proprio nell’ottica
dello sviluppo sostenibile - al suo futuro e alla nostra visione di ciò che sarà, alla creazione di nuova bellezza: nel nostro modo di spostarci, di vivere e organizzare le nostre città e i nostri centri, nel nostro modo di produrre, crescere e soprattutto innovare, in tutti i campi. L’ambiente e la sostenibilità non sono un vincolo, ma rappresentano l’occasione per creare, innovare, produrre bellezza. E’ quindi fondamentale che le nuove generazioni vengano incoraggiate non solo a conservare e tutelare, ma a trarre ispirazione e slancio creativo nel pensare al nuovo, vedere il loro futuro e il loro svi-
Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO - Settore Sviluppo Sostenibile
luppo sostenibile. Per questi motivi centinaia di realtà - istituzioni, scuole, associazioni, imprese, fondazioni, università – hanno dato vita, sotto l’egida e il coordinamento della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, ad un ricco calendario di eventi in rete, i più diversi: convegni, laboratori, escursioni, mostre, giochi, spettacoli, dimostrazioni pratiche...
La fortunata rassegna fotografica "Gente di paese" dedicata alle persone e ai personaggi di Ponte a Egola, torna a poco più di un anno di distanza. Nel 2011 è iniziato questo percorso ricognitivo (arrivato oggi alla terza edizione), che non è altro che un racconto per immagini, il racconto di un paese attraverso le persone che lo vivono quotidianamente con i loro mestieri e le loro attività, ogni anno immortalati dagli scatti di un fotografo diverso. Quest´anno le foto sono di Francesco Sgherri, fotografo professionista sanminiatese, classe 1966, figlio d´arte, titolare dell´omonimo negozio di foto ottica di San Miniato Basso. La mostra ideata dal curatore d´arte Filippo Lotti e realizzata dall´associazione culturale "La Ruga", è composta di ventiquattro foto e sarà visitabile da domenica 9 marzo 2014, con inaugurazione alle ore 17.30, nella sala Marinella Marianelli, sede dell´associazione, a Ponte a Egola (via 1° Maggio, 200). La vita di un piccolo centro di provincia è diverso da quello di una città, grande o piccola che sia. È fatta di sguardi, di persone, di racconti, di memoria.
Come nelle due edizioni precedenti questo progetto si propone di invitare le persone a mantenere vivo il ricordo. Il ricordo che viene tramandato dagli anziani ma anche quello di un aneddoto che col passare del tempo diventa quasi leggenda. Attraverso l´occhio di un obbiettivo si colgono quelle sfumature che rendono vero il racconto e si fissano nella mente le persone. Persone uniche, straordinarie, vere. Vere come solo la "gente di paese" lo è. Gli scatti hanno colto lo spirito dei vari lavori e le varie professioni, dei mestieri, delle passioni: ci sono il Mister Massimiliano Alvini, allenatore della blasonata squadra di calcio ponteaegolese, la Tuttocuoio, fotografato durante un allenamento e poi Renzo Baronti detto "Calistri" che della compagine neroverde ne è un po´ il tuttofare, c´è l´agente immobiliare Renzo Matteoli (conosciuto con il soprannome di "Migliotto") il riparatore di elettrodomestici Antonio Bassi, l´estetista Laura Brunetto, Edda Fasce della tabaccheria "Non solo tabacchi", il tipografo Armando Fermalvento, Alberto Fioravanti, titolare de La Palextra, e anche sua moglie, Iovana
Cappelli che fa la cartolaia. E poi ancora Suor Rosetta, direttrice della scuola materna parrocchiale "Stellato Spalletti", l´avv. Chiara Rossi, fotografata nel suo ufficio al Comune di San Miniato, qui nelle vesti di vice sindaco e assessore alla cultura e Marta Salvini, banconista della Coop "La Risorta" di Ponte a Egola. Poi ci sono il venditore di vini Roberto Scutaro, Il veterinario dott. Sabato Moscia, il barbiere Antonio Greco, la negoziante Paola Signorini, Giuseppina Soldaini del negozio di abbigliamento "Bonnie and Clyde" e l´eclettico Stefano Vincenti (per tutti Bubi), musicista e componente del gruppo musicale degli "Homo Sapiens". Per quanto riguarda il settore conciario, simbolo del territorio, e i lavori relativi all´indotto, i protagonisti degli scatti di Sgherri sono le tre sorelle Beatrice, Greta e Melissa Calvetti, imprenditrici, il rappresentante di pellami Gian Luca Couston, l´imprenditore conciario Giovanni Tempesti, Simona Marianelli della conceria l´Artigiano del Cuoio, l´ing. Mario Serrini, fondatore della Italprogetti, ditta specializzata nella costruzione di macchinari per conceria e Emiliano Savino, operaio nel settore terziario e camionista. Ad integrare la mostra sarà presentato un video del backstage dei servizi fotografici girato e montato dallo stesso Lotti. L´inaugurazione della mostra sarà ripresa dalle telecamere di Toscana Tv per la rubrica "Incontri con l´Arte" di Fabrizio Borghini. L´esposizione sarà visitabile, ad ingresso libero, fino al 30 marzo, con il seguente orario: lunedì, mercoledì e domenica dalle 16.30 alle 19.30; martedì dalle 21.45 alle 23.45. Informazioni: T. 3392393899 Mail info@laruga.it
Si inaugura sabato 8 marzo 2014 alle 17.30 al Museo Piaggio di Pontedera la mostra di pittura, scultura e incisione dell’artista Marcello Scarselli dal titolo “Humanitas Machinæ (il lavoro dipinto)”. Terza e ultima tappa del percorso espositivo itinerante che l’artista pisano ha portato in giro per la Toscana e che lo ha visto protagonista nel gennaio dello scorso anno a Palazzo Medici Riccardi di Firenze e poi, in settembre, in un’altra prestigiosa location, Palazzo Mediceo di Seravezza. L’esposizione, organizzata per la sua terza tappa dalla Fondazione Piaggio e fortemente voluta dal suo Presidente Riccardo Costagliola, è patrocinata da Regione Toscana, Provincia di Pisa e Comune di Pontedera e fatta in collaborazione con FuoriLuogo – servizi per l’Arte, con l’associazione culturale “La Ruga” e Casa d’Arte San Lorenzo è curata da Giupeppe Cordoni e Filippo Lotti (curatori anche del catalogo) in collaborazione con Riccardo Ferrucci e Roberto Milani e, per la Fondazione Piaggio, Sabrina Caredda e Annalisa Rossi. Il prezioso e importante lavoro artistico di Marcello Scarselli è sancito anche dall’importanza di questa mostra che nel chiudere il ciclo delle esposizioni ne è anche il fulcro ideale dato che tutto il progetto è nato da qui: “L’Azienda Piaggio, nel cui indotto ho lavorato per anni - dice Scarselli - e i suoi lavoratori sono stati la partenza da cui ho tratto l’ispirazione per queste opere, quindi questo per me è come un ritorno. Ho dedicato diversi anni a questo progetto che mi sta molto a cuore ed ho dipinto con impeto senza trovarmi mai senza argomenti. Spero che il mio lavoro di oggi, da artista, venga apprezzato”. Il ventaglio tematico di “Humanitas Machinæ” (Il lavoro dipinto) è racchiuso in una serie di opere realizzate tra il 2005 e il 2013; sono un resoconto artistico, un excur-
sus, un viaggio attraverso il periodo storico (gli anni Settanta e Ottanta) in cui Scarselli era operaio in fabbrica, un momento decisivo, fondamentale, della sua formazione umana e professionale. Dalla “fabbrica”, dall’osservazione del lavoro, ha assimilato il suo linguaggio e da essa si è nutrito di situazioni esistenziali intense dalle quali è scaturita una linea pittorica che ha travalicato il “reale” trasformandolo in astrazione informale. La sua “mano libera”, scevra di stereotipi e pregiudizi, ha reso, attraverso la peculiarità del linguaggio “scarselliano”, la sua poetica e la ricerca artistica e stilistica, l’umanità del lavoro e delle macchine. Il suo lavoro artistico (pittura, scultura, incisione e persino installazioni) si è, indubbiamente, ispirato alla presenza del vissuto e del suo ricordo, di quella quotidianità di un tempo che, sedimentata nel ricordo, racchiude in sé anche momenti di sofferenza che il tempo ha trasformato in deflagrazioni cromatiche capaci di rappresentare la gioia di Marcello Scarselli. Inizia la sua carriera artistica negli anni ’70 partecipando a numerose mostre collettive intervenendo nell’animato dibattito estetico di quel periodo. Al suo esordio improntata ad una rappresentazione d’un “vero” tradizionalmente inteso, l’opera di Scarselli, volge sempre più verso l’idea d’un “reale” pittorico ritrovato interiormente raccontato attraverso tecniche e contenuti d’avanguardia, la cui evoluzione espressiva è soggetta ad una costante ricerca. “Credo di aver sempre cercato di esprimermi attraverso il disegno e la pittura aggiunge Scarselli. Ho iniziato ispirandomi a ciò che realmente vedevo intorno a me, man mano che la mia esperienza cresceva sentivo sempre di più il desiderio di esprimere i miei sentimenti e di far vedere agli altri le cose reali attraverso la mia immaginazione fino ad arrivare all’informale,
al fascino del segno nella sua gestualità. Ho continuato, ho portato sulle tele visioni dettate dalla memoria, ho scavato dentro il mio interiore portandomi sempre al limite ed oltre , accarezzando la gioia e la sofferenza. Per me si fa arte quando si dipinge ad occhi chiusi, si crea una strana sensazione ed è il sentimento che guida”. Come dice il critico Giuseppe Cordoni: “gran parte della critica ha più volte già rimarcato la duttile complessità e l’eclettismo stilistico che alimenta la sintesi a cui il linguaggio di Scarselli a mano a mano perviene: espressionismo astratto ed informale, gestualità segni-
ca e onirismo infantile”. Dal canto suo Elena Capone sottolinea “quel suo agile appropriarsi d’una modernità che prende in prestito tecniche e procedure arcaiche, in un astrattismo ibrido in cui affiorano forme riconoscibili e familiari; un’indagine artistica che fa del silenzio e dell’introspezione il suo motivo conduttore complesso, infinito e mai risolto”. La sua professione di pittore si consolida negli anni sia attraverso una costante attività espositiva sia in Italia che all’estero (Austria, Belgio, Germania, Francia, Svizzera), con antologiche personali d’ampio respiro fino all’ultima mostra in Portogallo organizzata dal Centrum Sete Sois Sete Luas di Pontedera.
Per affermare la necessitĂ di una Cultura Sostenibile ho associato il
concetto di sostenibilitĂ e il concetto di cultura e ho verificato se que-
sta sintesi di significati si presenti esempio di Cultura Sostenibile che realmente. si è realizzato in modo concreto e Nelle moderne società complesse la dimostrazione della possibilità di non ho riscontrato né rispetto per un cambiamento. l’ambiente e attenzione per la sua Partendo da questa realtà occorre conservazione, né un progresso acquisire consapevolezza e giunequo sia in campo economico sia gere a un cambiamento di mentaliin campo sociale, ma al contrario tà nell’ottica della sostenibilità in una mancanza di prospettive per le ogni ambito del sistema. nuove generazioni e forti tensioni Lorenzo Bonato Università Statale di Milano sociali con una gerarchia di culture ben evidente che porta allo scontro. La paura del diverso, l’intolleranza nei suoi confronti, il mancato rispetto e il mancato riconoscimento dell’Altro portano a forti difficoltà di integrazione; i principi universali che dovrebbero essere anche quelli di una Cultura Sostenibile non sono garantiti. La nostra cultura attuale lascia alle generazioni future L'etica nella consulenza fiscale, e nelle strategie di ricerca e uno scenario ad alto riattuazione prodotti finanziari e assicurativi per privati e aziende: schio. prestiti, mutui, risparmi, investimenti, previdenza, assicurativi. Il turismo responsabile è un Nel rispetto della privacy come da D.L. 196/03. Contatti: g.savasi@pragmae.it
OPERA (20 febbraio 2013) - Educare i più piccoli a rispettare l’ambiente sensibilizzandoli sulle tematiche dell’efficienza energetica e allo stesso tempo offrire servizi e consulenze agli adulti per capire quale è il modo migliore per riqualificare energicamente le nostre case e sfruttare al meglio le opportunità di risparmio che le normative offrono. Procede in tandem, su due livelli, la politica “green” del comune di Opera che dal mese di marzo metterà a disposizione dei cittadini un servizio gratuito di consulenza sulle tematiche energetiche grazie allo Sportello Infoenergia. In concreto, Infoenergia è costituita da una Rete di Sportelli distribuiti sul territorio provinciale con la precisa volontà di permettere alle Amministrazioni pubbliche di essere sempre più vicine ai propri cittadini, quale punto di riferimento per favorire la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili e l'uso razionale dell'energia. Da mercoledì 5 marzo, quindi, presso il centro polifunzionale, una equipe di esperti sarà a disposizione dei cittadini per fornire tutte le informazioni necessarie a diventare “amici” dell’energia, razionalizzarne l’uso e conoscere le fonti rinnovabili. Un servizio di informazione al cittadino sui temi del risparmio energetico, detrazioni fiscali, valutazione di preventivi, valutazione dei possibili interventi di riqualificazione energetica degli edifici e sugli aspetti tec-
nico-normativi della certificazione energetica ma, anche, un sostegno agli Uffici comunali supportandoli su aspetti tecnici legati all’energia come regolamenti edilizi, pratiche edilizie, impianti a fonte rinnovabile, pianificazione energetica, mobilità sostenibile, nell’attività amministrativa legata alla gestione degli impianti termici, nella promozione ed organizzazione di progetti di educazione ambientale, di attività di formazione, di eventi e convegni pubblici finalizzati all’informazione e alla sensibilizzazione dei cittadini. Ma l’educazione ambientale va sostenuta sensibilizzando i più piccoli, gli uomini di domani. Proprio per questo ieri pomeriggio, l’amministrazione comunale ha voluto
che la presentazione dello sportello fosse affiancata da momenti ludici dedicati ai più piccoli attraverso il progetto raccontami l’energia che sarà proposto anche nelle scuole della Città. Attraverso un semplice gioco-racconto ai bambini saranno infatti svelati tutti quei
piccoli trucchi che permettono il risparmio energetico e la costruzione di una casa efficiente. Dopo l'inaugurazione e la merenda offerta alla folla di bimbi si è dato libero sfogo al gioco educativo che ha avuto come tema guida il risparmio energetico.
L ’ E C C E L L E N Z A PA R M E N S E A M I L A N O
L’intera collezione delle 27 opere Verdiane di Rainieri in un elegante cofanetto cartoline.
Regalati la collezione dei 27 vini Verdiani creati in occasione del Bicentenario dedicati al grande maestro GIUSEPPE VERDI