Ottobre 2010

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comunicazione integrata

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ottobre2010 Michela Sala

"Colori. Colori assoluti, vibranti di luce e di pennellate. Colori che prendono forma per creare improbabili architetture, paesaggi alieni o alienati, luoghi della mente o altri luoghi. E quello che appare statico e circoscritto in realtà si muove, coinvolge e travolge in una cosmogonia cromatica dove saltano tutti i confini e le dicotomie, dove non esiste più la superficie o il profondo, il vivo o l‟artificiale, il pensiero o l‟emozione o anche soltanto l‟astratto o il figurativo. Rimane quell‟unica panica realtà essenziale che sono i colori, il loro combinarsi e contrastarsi, le loro energie, il gusto ed il piacere di vivere tout court e lo stordimento per la promessa di una felicità possibile. Volendo, di questi quadri avrei potuto sottolineare la cura, la precisione esecutiva, il forte senso cromatico, la tecnica e l‟antico sentore di buon manufatto, ma ho preferito dire della loro magia …"

Biennale architettura - Venezia Per la prima volta alla direzione della 12. Mostra Internazionale d'Architettura dal titolo People meet in architecture, aperta a Venezia fino al prossimo autunno, è stata chiamata una donna: Kazuyo Sejima che poco tempo fa ha anche ottenuto l'importante premio Pritzker per il 2010. Nata in Giappone, nella prefettura di Ibaraki, è una delle protagoniste dell'architettura contemporanea; tra le opere realizzate recentemente figurano il New Museum of Contemporary Art di New York e il Serpentine Papillon di Londra. Questa Biennale, allestita come di consueto negli ultimi anni nell'area dei Giardini e in quella dell'Arsenale, si snoda in un itinerario che s'integra nei due grandi percorsi alla ricerca di quegli spazi che favoriscano dialogo e rapporti personali in un'epoca di tecnologie sempre più avanzate. Qui si prende visione di tutte quelle necessità che occorrono ad ambiti ed a situazioni mondiali tanto diversi, anche se a volte le proposte sconfinano nel design e nel decorativismo. Alle proposte avveniristiche si alternano idee del passato. Ben cinquantatre sono le partecipazioni nazionali e tra queste, per la prima volta, l'Albania, il Regno del Bahrain – premiata per il miglior padiglione nazionale - l'Iran, la Malesia, la Repubblica del Ruanda e la Thailandia. A questi stati si affiancano i Padiglioni Italia e Venezia. Nel primo, AILATI. „Riflessi dal futuro‟ allestito alle Tese delle Vergini, il curatore Luca Molinari analizza la situazione italica leggendola criticamente e, contemporaneamente, sostenendo proposte che l'architettura nostrana dovrebbe affrontare. L'esposizione si snoda in tre grandi aree tematiche: per rileggere gli ultimi anni Amnesia nel presente.1990-2010, per confrontarsi con la situazione attuale Laboratorio Italia mentre Italia 2050 indica visioni aperte sul futuro prossimo. A questo si abbina l'altro padiglione italiano che rende un omaggio al Veneto: ad uno scultore, Toni Benetton e ad un architetto, Toni Follina. Ne sono i curatori Carlo Sala e Nico Stringa. Del primo è proposta la sua interpretazione per restituire rispettabilità alle periferie e alle costruzioni di qualità limitata, mentre dell'altro grandi opere di acciaio corten ornano le aree urbane di nuovi contenuti. A tutto questo si aggiungono gli Eventi collaterali - ben venti organizzati in diverse sedi in e fuori Venezia promossi da enti e istituzioni nazionali ed internazionali.

Parigi, durante il quale non è stato attratto tanto dagli Impressionisti quanto dal romanticismo di Meissonier e dall'abilità di Fortuny. Ha vissuto e lavorato nella sua Venezia e perfezionato quella capacità tecnica che gli ha permesso di superare la descrizione aneddotica e popolare per una pittura di genere, raggiungendo anche una preziosa ricercatezza di luci. Giacomo Favretto. Venezia, fascino e seduzione coprodotta con il Chiostro del Bramante di Roma, è la prima mostra dedicata al pittore dal lontano 1899 e fa rinverdire quel successo ottenuto nella sua breve, ma intensa carriera. L'esposizione nei saloni del Museo Correr, parte dagli inizi della sua vicenda artistica: dal tempo degli studi ai primi successi fino alla partecipazione, nel 1878, all'Esposizione Universale di Parigi da cui torna con nuovi orientamenti e maniere. Intorno agli anni '80 il pittore raggiunge la completezza espressiva: all'accorta osservazione della realtà unisce tocchi d'ironia dipingendo il suo mondo, con la moda e il gusto del tempo, riprendendo anche la tradizione dell'usanza settecentesca. La mostra documenta abbondantemente questo periodo con opere provenienti da grandi musei italiani e stranieri, tra cui Susanna e i due vecchi in prestito dalla Galleria Nazionale di Budapest - che per la prima volta arriva in Italia - e lo straordinario Lavandaie della collezione Katalinic, mai esposto prima. L'ultimo dei suoi capolavori, Liston moderno conclude la rassegna dato che si spegne durante la sua partecipazione all'Esposizione Nazionale di Venezia del 1887 lasciando in eredità il gusto per la pittura di genere ampiamente documentata in mostra.

Artisti Paolo Massimo Ruggeri "Sono nato a Cremona nel 1955, ma avrebbe potuto essere qualsiasi altro anno e luogo. Per anni ho continuato a dipingere tenui atmosfere rarefatte e stemperate, poi, come in uno scoppio, i miei quadri sono diventati spudorate e vivissime costruzioni di forme e di colori. Ed oggi non penso più che un mio quadro sia la rappresentazione della mia interiorità, ma che sia piuttosto un atto di creazione e non solo di creatività. La creazione di nuovi mondi. Una cosmogonia cromatica, dove la bellezza e l'arte non si legano alla fatica di vivere o alla dolce e malinconica impotenza esistenziale, ma gridano che c'è altro. Parlo della felicità. Ovviamente nella mia vita ci sono altre cose. Le cose migliori sono spesso indicibili: le raccontano meglio i miei quadri."

Un caleidoscopio di colori intensi, di forme libere, opere di ampio respiro su grandi tele. Questa è la pittura di Paolo Massimo Ruggeri, nato a Cremona (1955) , studi compiuti a Parma. Esperto ed affermato artista non ha mai cercato la visibilità delle mostre. Solo esposizioni di qualità e scelte, a Cortina D‟Ampezzo, a Montecarlo, a S. Maria del Popolo a Roma, a Genova a Salsomaggiore e al Castello Estense di Ferrara, a Milano, a Nizza. “ Amo l‟azzardo, il senso dell‟armonia , l‟equilibrio sottile e raffinato”- spiega Ruggeri - “ da bambino mi piaceva disegnare, colorare, era il mio svago più che il gioco. Ero attratto dal mondo degli adulti.” Una sorta di precoce maturita”. L‟autore dichiara assonanze agli spazi di Klimt o a certi colori carichi di Van Gogh. Le pitture ad olio, morbido e steso, di Paolo Massimo Ruggeri, su tele di grande formato sono dinamiche, vibranti di luminosità, fortemente espressive. Sono composizioni cosmiche, spazi liberi di forme e di colori, vivaci in tutte le tonalità cromatiche, sviluppate dall‟autore in una sorta di partenogenesi della pittura, che si moltiplica incessantemente in forme aliene, istintive, autonome. Ruggeri quando crea s‟impegna di non essere razionale. Le sue composizioni nascono d‟istinto, non si tratta di pittura mentale, c‟è una sorta di stacco dal pensiero. Energie di grafica informale , di spazi, di tinte, di composizioni forse ricorrenti. Lirismo, sogno, armonie, utopie che si combinano o contrastano. Accostamenti repentini di colori eclatanti che danno corpo a effetti molto definiti o sfumati. Idee, sensazioni, miti nella loro rappresentazione universale, non sempre definiti, che si muovono, non sono statici. Dimensioni universali che significano tutto ciò che l‟osservatore riesce a vedere ed ognuno a proprio modo. Universi liberi o paralleli che s‟incrociano. Gli opposti non sono tali, ma s‟intersecano, si toccano come nella significativa opera “ Toccami”. Titoli magici alchemici fatati. Non c‟è applicazione di prospettiva o di ombre nelle opere di Ruggeri. Esistono giochi di sovrapposizioni, suggestioni, stimoli iniziali, su cui si sviluppa la sintesi. Valori assoluti e primari degli elementi grammaticali della pittura: segno e colore. I quadri a grande formato sono come porte aperte sul cosmo poetico e visionario, simbolo della sua arte. Ermanno Sagliani

In questo numero allegato inserto n. 10

I vari gradi del giudizio Inserti in capitoli tratti dal volume ’Capire l’Arte’, del professor Franco Migliaccio, artista, critico d’Arte e docente di storia dell’arte moderna e contemporanea all’accademia di belle arti di Brescia.

Venezia, fascino e seduzione. Giovani coppie ritratte nei loro momenti più confidenziali, un incontro occasionale e l'affaccio al balcone di palazzo Ducale, il gondoliere e la fioraia, il banco del lotto e la raccolta del riso ed ancora la scuola di pittura con la lezione di anatomia sono tra i temi preferiti del pittore Giacomo Favretto (Venezia 1849-1887) che, fin da bambino dotato di grande talento, nella seconda parte del 1800 dà vita alla "moderna scuola veneziana". La sua creatività vivace ed intuitiva è stata subito riconosciuta sia nella sua città sia all'estero, in modo particolare dopo il viaggio a

Info: franco migliaccio@tiscali.it Gli inserti sono presenti on-line in ‘mdarte.it’ alla sezione ‘mdarteRivista’.

www.mdarte.it


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