C R E A T I V
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V O L U T I O N ANNO VII
Settembre
CREATIVITA’ Rappresentazione universale dell’anima
La ghiandola pineale, strumento di produzione della creatività? La ghiandola pineale porta alla capacità di poter esplorare dimensioni sottili, vuol dire coscienza e consapevolezza del mondo in cui viviamo, una sinergia percettiva con il proprio corpo e con l’ambiente circostante. Il concentrarsi alla propria crescita personale, del proprio io, l’organo collegato direttamente con il macrocosmo, con l'essenza, questa ghiandola conosciuta anche come occhio divino, è quella parte del corpo che viene risvegliata negli stati meditativi. La ghiandola pineale è stata sempre un elemento importante nelle varie culture, ad esempio lo scettro di Osiris, costituito da una ghiandola pineale e da due serpenti incrociati (il DNA nella foto qui sotto) che raggiungono la ghiandola, passando attraverso la spina dorsale. La Ghiandola pineale produce ciò che è comunemente conosciuto come DMT, (dimetiltriptamina) sostanza che produce un profondo stato di dilatazione temporale, viaggi in luoghi extradimensionali. Ai giorni nostri la ghiandola (il terzo occhio) viene atrofizzato prevalentemente a causa dell’alimentazione come: bibite gassate, acqua fluorizzata, zuccheri raffinati. La ghiandola si attiva di notte o quando è buio induce il sonno ed i sogni, da qui viene l’importanza del dormire, chi vuole riattivare il proprio terzo occhio deve cercare di dormire a sufficienza, volendo, si può integrare a tale attività della sana meditazione. La ghiandola pineale, epifisi in gergo medico-scientifico, produce la melatonina, un ormone prodigioso le cui caratteristiche sono state scoperte solo di recente. La melatonina viene secreta ed elaborata nel periodo notturno, durante il quale la ghiandola raggiunge il massimo della sua attività di notte, dove la conoscenza intuitiva e le facoltà più sottili emergono. la melatonina esalta e rafforza il complesso del sistema immunitario del corpo, accresce la produzione di energia fisica alzando il livello di sopportazione della fatica, regola la temperatura interna contribuendo a un’ottimale gestione del sistema cardiovascolare ed è per eccellenza la sostanza antiossidante del corpo, con effetti evidenti sui meccanismi antiinvecchiamento e sulla mente, sviluppando facoltà latenti. Questa percezione tridimensionale trascende l’ego e guarisce rapidamente le nostre sofferenze, i conflitti.
La ghiandola pineale è ra della dimensione di castonata in profond cervello ed è la chiav controllare, come noi chiamo. La ghiandola pineale del corpo che, fino a fa, è stata poco studia in grande considerazio Per esempio, gli ind grande importanza a che essi considerano come il terzo occhio de sa che, in un certo se per davvero. La ghiandola pineale, cellule pigmentate sim che si trovano nella re bile alla luce e reagisce za periodica di luce e l'occhio recepisce e tra La pineale controlla l'o gico del corpo, il mecc no che ci dice quando mire e di svegliarsi. Gli scienziati definiscon cadiano» questo ciclo del sonno e della veglia La pineale esercita il attraverso una sostanz chiamata melatonina, che produce soprattutto di notte, quando siamo addormentati. Ma la pineale non regola soltanto i nostri ritmi del sonno. Essa regola il ritmo della vita stessa, e ciò appare nel modo più chiaro nel regno animale, dove
è una struttuun pisello indità dentro il ve per capire, i tutti invec-
è una parte poco tempo ata ma tenuta one. dù annettono quest'organo misticamente el corpo - coenso, essa è
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esso non viene interrotto da alcun meccanismo artificiale. In primavera, la pineale riaccende le pulsioni sessuali, segnalando agli animali che è la stagione dell'accoppiamento. Quando l'estate cede il passo all'autunno, la pineale segnala agli uccelli che è tempo di migrare. La ghiandola pineale funziona anche come una sorta di bussola fisiologica, mantenendo gli uccelli sulla giusta rotta mentre sorvolano il pianeta. Quando l'inverno si avvicina e le ore di luce giornaliera diminuiscono, la pineale avverte gli animali che è tempo di cercare un riparo e di entrare in letargo. Qualche mese dopo, quando i giorni cominceranno ad allungarsi, la pineale li sveglierà dal sonno invernale. Negli esseri umani, il ruolo della pineale è più sottile, ma ugualmente importante. Io definisco la pineale «regolatore dei regolatori». E la ghiandola dominante che sovraintende alle operazioni di tutte le altre; di conseguenza, il suo influsso è sentito da ogni cellula del nostro corpo. Essa ci aiuta a mantenere nella norma i livelli giornalieri e stagionali degli ormoni e presiede alla crescita e allo sviluppo, dall'infanzia fino all'età adulta. La ghiandola pineale produce una moleco-
la chiamata melatonina, ed opera servendosi di essa. La melatonina è lo strumento per definire i nostri ritmi giornalieri, dall'infanzia in avanti. Attraverso la placenta, la melatonina passa dalla madre al feto che si sviluppa. Anche se i bambini non producono la loro riserva di melatonina prima del terzo o quarto giorno di vita, essa è presente nel latte materno. I livelli di melatonina sono massimi durante l'infanzia. Durante l'adolescenza essi calano, e questa diminuzione determina l'aumento di altri ormoni: questi, a loro volta, segnalano all'organismo he è tempo di entrare nella pubertà. Col passare del tempo, i livelli di melatonina continuano a decrescere e il declino più rapido avviene dai cinquant'anni in poi. A sessant'anni, la ghiandola pineale produce una quantità di melatonina con il calo dei livelli della melatonina, compaiano i primi gravi sintomi di invecchiamento....pari alla metà di quella prodotta a vent'anni. Non è una semplice coincidenza che Tratto dal libro 'La chiave della vita'
L’innesto del Gene mancante che ha modificato il Ora conosciamo il gene che ha permesso all’uomo di diventare Un gene che non sembra essere il risultato di un procedimento evolutivo ma di un innesto improvviso. Due anni fa è passata abbastanza sotto silenzio la notizia che un team di ricercatori dell’Istituto di Genetica e Medicina Molecolare dell’Università di Edimburgo, guidati dal dr. Martin Taylor, ha scoperto nel Dna
umano un gene importantissimo che sarebbe legato allo sviluppo cerebrale e che avrebbe la peculiarità di appartenere solo ed esclusivamente al genere umano. L’altra particolarità di quello che potrebbe essere definito il “Santo Graal” per decifrare finalmente il mistero dell’evoluzione umana, è che questo gene, quando emerse all’improvviso più di un milione di anni fa, e per giunta in un arco di tempo incredibilmente breve, era già perfettamente operativo e discendevada Dna non codificante. In pratica lo abbiamo semplicemente trovato inserito all’interno di quel materiale che la scienza definisce in modo un po’ grezzo
ma efficace “spazzatura” genetica, le cui funzioni, assolutamente ridondanti, sono a tutt’oggi avvolte dal mistero. Ricordiamo che i filamenti del Dna, quando subiscono il procedimento di cosiddetta “trascrizione”, vengono ricopiati nei corrispondenti filamenti di Rna, ovvero l’Acido Ribonucleico, un polimero organico chimicamente molto simile al Dna, che di questo, potremmo dire, ne è il fedele messaggero in quanto ha proprio la precisa funzione di trascriverne l’informazione genetica. Si dice quindi Dna non codificante ogni sequenza di Dna in un genoma non soggetta alla suddetta trascrizione in Rna e quindi apparentemente senza alcuna immediata utilità pratica. Secondo gli studiosi scozzesi il gene miR-941 sarebbe comparso dopo la presunta divisione tra scimpanzè e uomo in un macro periodo che ipoteticamente va dai 6 milioni ad un milione di anni fa. Questo gene, dalle origini assolutamente sconosciute, avrebbe in pratica dato un’accelerazione fantastica al processo cognitivo del nostro cervello permettendogli di migliorare in modo clamoroso le sue capacità linguistiche e i propri procedimenti decisionali. In parole povere, senza questo gene noi ora saremmo ancora fermi allo stato evolutivo di ominidi o giù di lì. Questa scoperta dalle conseguenze inimmaginabili andrebbe comunque inserita in
l DNA umano. e improvvisamente Sapiens. modo corretto e congruo nel complesso percorso-labirinto della ricerca sul mistero dell’origine dell’umanità. Ora noi sappiamo che ad un certo punto, qualcuno dice 200.000 anni fa, ma le ultime ricerche tendono a far risalire l’origine a 800.000 anni più indietro, ha incominciato a vivere sulla terra l’Homo Sapiens, che ha rappresentato, rispetto ai suoi predecessori, un salto quantico quasi inconcepibile. Dalle ultime recenti ricerche sembrerebbe poi che lo stesso Homo Sapiens e il suo cugino prossimo l’Uomo di Neanderthal, non siano stati il risultato dell’evoluzione diretta dall’Homo Erectus, dall’Homo Abilise dall’Homo Rudolfensis,l oro predecessori, ma un qualcosa di totalmente differente e autonomo. Va detto poi come lo stesso Homo Sapiens si sia definitivamente evoluto, in pratica abbia fatto il salto definitivo che lo avrebbe portato alla civiltà, soltanto 50.000 anni fa, nel periodo che corrisponde grosso modo al Paleolitico Superiore, dopo che lo stesso Uomo di Neanderthal era improvvisamente scomparso dalla faccia della terra. Oltre al gene Mir-941 un altro aspetto che ha reso possibile nell’uomo lo sviluppo quasi improvviso del linguaggio e quindi il conseguente pensiero simbolico e religioso insieme alla coscienza di sé stesso, è stato, a livello anatomico, l’abbassamento della laringe che, grazie al conseguente allungamento del tratto faringeo, ha permesso la propagazione del suono tramite le corde vocali, cosa impossibile al resto degli esseri viventi che popolano la terra. Una modificazione strutturale quasi improvvisa, forse
in qualche modo derivante dallo stesso innesto del gene miR-941, che ha comportato in sé anche un grandissimo rischio: quello di farci morire soffocati, perché l’uomo adulto, proprio a causa dell’abbassamento laringeo, non può deglutire e respirare nello stesso momento così come invece riesce a fare un neonato nel quale appunto la laringe non si è ancora abbassata. Di sicuro, comunque, ora sappiamo che qualcosa di incredibile e di clamoroso ha avuto luogo ad un certo punto della nostra storia, una modificazione genetica, un’aggiunta pescata dal “kit” che il nostro Dna aveva a disposizione nel suo “zaino” e che sembrerebbe essere il frutto di un preciso progetto piuttosto che di un casuale e prolungato processo evolutivo. Un “inserimento” non arrivato verticalmente in seguito ad un lento lavorio di trasformazione ma bensì orizzontalmente, non si sa bene ad opera di chi, che ha modificato il Dna umano a tal punto da proiettare il cervello umano verso l’autocoscienza di sé ma soprattutto verso la conoscenza di un Qualcuno a cui dobbiamo la nostra identità e forse la nostra stessa esistenza. In questo possiamo dire effettivamente che, se esiste un regno dei cieli, questo effettivamente si trova dentro noi stessi ed è quello che forse ci fa essere a…immagine e somiglianza del nostro stesso “ideatore“. Tratto da 'Universo7p'
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Il dio del terzo millennio: Da un po’ di tempo mi frulla in m Non la scriverò mai, e non ho nessuna idea di come va a finire. Però ve la racconto qui sotto per sommi capi: così me ne libero, magari. In realtà, è soprattutto un’occasione per fantasticare, con un po’ di leggerezza, su alcune cose che già stanno accadendo o che accadranno in un futuro ancora più prossimo. Voi, se volete, potete suggerire una conclusione (ehi, è una storia. E ci si possono prendere buone dosi di libertà). O potete aggiungere altre storie. Siamo nei dintorni del 2020. Google ha continuato a espandersi e a perfezionare la propria offerta di informazioni fino a rendere impossibile la sopravvivenza economica di ogni altro motore di ricerca, e l’ha integrata con un’enorme quantità di servizi (dai viaggi al fitness, dalle traduzioni all’educazione, alla musica, alle previsioni meteo, alla logistica…). Ormai supporta stabilmente l’Interpol con Google Sword, l’OMS con Google Healthcare, la NATO con Google
Peace, la IATA e la rete aeroportuale internazionale con Google Slot… Gli assalti – sempre più flebili – dei concorrenti sono cessati definitivamente nel 2017. Del resto, l’offerta di Google è esaustiva e gratuita. L’accesso è semplice e intuitivo, ubiquo, perfino con gli antiquati smartphone. Per questo piace. I bambini imparano l’utilizzo del motore di ricerca insieme all’alfabeto. In un mondo globalizzato, che grazie alla banda larga consuma zettabyte come caramelle ed è dipendente dal web tanto da dovercisi rispecchiare per conoscere e definire se stesso, la posizione che una notizia, un concetto, un sito, un video, un luogo, un nome, un’immagine, un prodotto o un servizio (insomma: qualsiasi cosa) hanno nelle graduatorie di ricerca di Google e YouTube ne determinano il successo o il fallimento. Prodotti e servizi nuovi vengono concepiti in funzione della loro possibilità di scalare posizioni nei ranking. Le imprese, dalle maggiori alle minuscole, seguono e cercano di anticipare i cambiamenti dei criteri di Google con la stessa attenzione con cui solo pochi anni prima seguivano le oscillazioni della Borsa. I governi ufficiosamente premono per piegare i
risultati delle ricerche ai propri interessi, ufficialmente continuano a cercare con modesto successo sia di normare le attività di Google, sia di schiantarla di tasse, sia di capire quanto legittimamente viene sfruttata la stratosferica quantità di dati risultanti dalla navigazione degli utenti. Dovunque nel mondo il metro di giudizio delle persone è appeso a una googolata, e “sei sgoogolato” è diventato l’insulto più feroce: sta per “non sei niente, non vali niente. Insomma, non esisti”. La personalizzazione dei risultati di ricerca a partire dalla profilazione (gusti, tendenze, abitudini) dei singoli utenti ha creato quella che Clarinda Hua e William K. Esposito, del dipartimento di psicologia della Stanford University, hanno definito “sindrome del consenso di Google”: il terrore di “sentirsi contaminati” da fatti o idee troppo lontane dalle proprie attese. A Chattanooga (Tennessee) un giovane predicatore ha fondato una Google Church of The True Truth: l’azienda ha preso le distanze. Sotto traccia, continua a consumarsi una guerra epica, e non proprio pulita, tra il gigante americano del web e la miriade di imprese e gruppi informali che più o meno legalmente (più meno che più) studiano nuovi modi di forzare, ingannare o blandire
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mente una storia ambientata in un futuro assai prossimo. l’algoritmo segreto, il glorioso ed efficacissimo Hummingbird. Il 4 settembre 2018, in occasione delle celebrazioni del ventennale della fondazione di Google, l’azienda annuncia che è in fase di avanzato sviluppo una “soluzione definitiva del problema”: dentro Hummingbird verrà inserita una non meglio precisata “incontrollabile dose di naturale casualità” che, integrandosi con la capacità semantica dell’algoritmo e per non meglio precisati motivi, dovrebbe “rendere molto più difficile la vita di quei figli di puttana che cercano di influire sui nostri risultati di ricerca”. La sperimentazione procede con esiti incoraggianti nella prima parte del 2019. Il 30 giugno la modifica all’algoritmo viene varata. Per tutta l’estate le cose sembrano andare bene. Ma già a ottobre la “dose di naturale casualità” eccede le previsioni dell’azienda. Il fatto diventa palese quando l’insignificante video di una ragazzina brasiliana che si depila le sopracciglia scala le classifiche mondiali in poche ore. E resta per due giorni fisso, come primo risultato, qualsiasi sia la chiave di ricerca impiegata. In compenso diventano irrintracciabili tutti i siti riguardanti cibo, cucina, alimentazione. Il settore agroalimentare registra un immediato tracollo (meno 21.5% ri-
spetto al medesimo periodo dell’anno precedente). “È come se la gente avesse smesso di mangiare” afferma uno sbalordito John Lawrence, del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Sembra quasi che l’algoritmo ci abbia preso gusto a far di testa sua, decidendo che il cibo è poco interessante. Del resto lui è un algoritmo, e vagli a far apprezzare il gusto delle fragole. Lawrence aggiunge “questo coso pensa di essere dio”. La formula “dio del terzo millennio” rimbalza in rete. L’algoritmo sembra gradire (il quartier generale di Google un po’ meno) e il tema schizza in alto nel ranking, scatenando un’emulazione globale. A Mountain View migliaia di persone ormai da mesi dormono negli uffici, peraltro molto accoglienti, cercando, invano, di ripristinare Hummingbird, ma non c’è verso: l’ipotesi più plausibile resta un bug, un errore di programmazione, amplificato e replicato in modo, appunto, incontrollabile dalla “dose di naturale casualità”. Il giorno di Natale qualsiasi ricerca, in qualsiasi lingua, restituisce solo questa versione di Jingle Bells. L’azienda è stremata: non bastasse tutto il resto, si becca quotidiane raffiche di telefonate
dall’ufficio esecutivo dell’energica presidente americana. Google decide che il due gennaio tutte le menti migliori dell’azienda e l’intero top management – oltre 500 persone – si trasferiranno, con un volo segreto su una rotta segreta, in una località segreta a nordest del paese per ritrovare pace e concentrazione e, con quelle, auspicabilmente, una soluzione efficace e definitiva. L’aereo si imbatte in Télos, la peggiore tempesta di neve e ghiaccio degli ultimi cinquant’anni: Google Meteo si è casualmente “dimenticato” di segnalarla a Google Slot, che ha tracciato una rotta sconsiderata per il jumbo jet – un obsoleto 747 – noleggiato dall’azienda via Google Wings. Il 747 cade. Nessun sopravvissuto. L’algoritmo ha ucciso tutti i suoi padri. Tutti, tranne uno: è il giovane, irrequieto, geniale Michael Bennett. Il quale la sera prima si è preso una sbronza mica da ridere, non si è svegliato e dunque non si è presentato in tempo al terminal. Sono le tre di un cupissimo pomeriggio quando (che diavolo…?) il trillo del telefono finalmente buca il muro di nebbia etilica in cui Michael è sprofondato da ore, e…
Testi e immagini tratti da ‘Nuovo e utile’ Fonte: www.nuovoeutile.it Concessione ‘Nuovo e Utile’ - redazione@nuovoeutile.it.
EDUCAZIONE A M B I E N TA L E A n c h e p e r l ’a n n o s c o l a s t i c o 2 0 1 4 - 2 0 1 5 grande adesione i progetti di educazione ambientale di Infoenergia.
Anche per l’anno scolastico 2014 -2015 grande adesione i progetti di educazione ambientale di Infoenergia.
Infoenergia rilancia anche per l’anno scolastico entrante una vasta gamma di progetti di educazione ambientale rivolti alla scuola Primaria e alla scuola Secondaria di I grado: “Raccontami energia”: destinato
ai più piccoli che, guidati dalla narrazione, costruiranno una vera e propria casetta dotata delle migliori tecnologie per l’efficienza energetica (progetto realizzato in collaborazione con lo IED – Istituto Europeo di Design e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente; “A scuola in classe A”: conoscere l'energia, comprenderne usi, produzione e consumo analizzare gli sprechi a scuola; “Pedalando verso il 2020”: la mobilità sostenibile spiegata ai ragazzi, in sella alla loro bicicletta!
Gli impianti termic che, in generale, ri le piccole caldaie d cioè che si collocan mo. E' importante che i Ciò è fondamental tutti: la maggior pa che sono combusti La Provincia ha il co pianti che sono pre con meno di 40.00 delicata funzione, dell'apporto degli S
NUOVA VITA
Nuova vita per l’o usato. Non buttare l'olio lavandino. Portandolo alla p ecologica ci aiute l'ambiente, mant l'acqua, e contrib ciclo come carbu co.
IMPIANTI TERMICI
ci civili sono tutti gli apparati che producono calore e iscaldano gli ambienti: fra questi si considerano anche domestiche sotto i 35 kw di potenza nominale, quelle no nel proprio appartamento a riscaldamento autono-
i cittadini provvedano alla loro corretta manutenzione. le per tutelare la salute di ciascuno e la sicurezza di arte di questi impianti utilizza infatti gas metano o GPL, tibili assai pericolosi se non trattati correttamente. ompito di vigilare sulla corretta manutenzione degli imesenti sul proprio territorio e sono installati nei Comuni 00 abitanti; nello svolgimento di questa importante e la Provincia si avvale di tecnici verificatori nonchĂŠ Sportelli Infoenergia situati sul territorio.
TA PER L’OLIO DA CUCINA USATO
olio da cucina
o di frittura nel
piattaforma erai a difendere tenendo pulita buirai al suo riurante ecologi-
Il pizzaiolo più bravo del mondo è di Napoli E’ napoletano il vincitore del campionato mondiale del “Pizzaiuolo 2014”, secondo anno consecutivo di successo di un italiano dopo otto anni di vincitori stranieri. Ad aggiudicarsi il titolo e la XIII edizione del trofeo Caputo, è stato il ventottenne Valentino Libro di Quarto (Napoli) che ha vinto nella categoria più ambita, la pizza Stg (Specialità Tradizionale Garantita). Succede ad un altro italiano, Davide Civitiello. Con Civitiello il Trofeo Caputo e il titolo di
campione del mondo erano ritornati a Napoli dopo otto anni di assenza. “Sono innamorato del mio mestiere, cerco di migliorare sempre la tecnica e uso solo prodotti campani di altissima qualità”, ha detto Valentino. L’evento, promosso dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, si è svolto a Napoli, sul Lungomare Caracciolo, ed è
inserito nella manifestazione Pizza Village, che proseguirà fino al 7 settembre, animata da 50 pizzerie a cielo aperto. Antimo Caputo, ad del Molino Caputo, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi del successo di quest’evento, frutto del tour che abbiamo realizzato in tutto il mondo. Un modo per promuovere Napoli, la pizza, le tecniche di lavorazione e gli ingredienti campani. Ci fa piacere vedere in costante aumento la partecipazione delle donne pizzaiole e la vittoria di una giapponese, in una delle categorie più importanti”. Nel corso del Campionato mondiale del Pizzaiuolo sono stati assegnati altri premi. Per la categoria pizza classica, ha vinto una giapponese, Mayo Ota, giovane promessa del Sol Levante. Questa nazione rappresenta un vero e pro-
prio vivaio di bravi pizzaiuoli con la ‘u’, qualità e maestria tutta napoletana. Non a caso, nel 2010, a portare a casa il titolo di campione del mondo era stato proprio un nipponico, tanto grato alla città da aggiungere al suo nome quello del suo mentore Pasquale Parziale, e diventando, così, Akinari Pasquale Makishima. Quest’anno il Trofeo Caputo ha tenuto a battesimo il Trofeo delle Nazioni, che ha visto sfidarsi in ogni angolo del mondo i migliori pizzaioli locali. In finale per la Super Coppa sono arrivati a Napoli dal Portogallo, dal Brasile, dal Giappone, da Israele, da Taiwan e da Dubai. Ad aggiudicarsi i titoli sono stati, al primo posto, Paul Taiwan di Taiwan; al secondo posto l’israeliano Isaac Arma mentre al terzo posto si è piazzato il brasiliano Willian Alfredo.