meeting & PA R T N E R S
IL CORAGGIO DI DIRE “IO”
MEETING2021
N. 10 DICEMBRE 2020
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Meeting 2021
Special Edition, quale eredità lascia alle prossime edizioni?
Cassa Depositi e Prestiti
Un motore di sviluppo delle comunità
2020 · 1 11 IMeeting numeri del Meeting 2020 durante, prima e dopo
Unioncamere 15 Sostenibilità, imprese green più competitive e resilienti
Spa 17 IlPapalini sistema Hygiene4CareP 2020 · 2 19 Meeting La sorpresa del #meeting20 nelle piazze di tutto il mondo
23 Enel Il Green Open Meter per l’ambiente il progetto “Circular Smart Meter”
A cura di: Direzione Commerciale e Dipartimento Comunicazione FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI via Flaminia 18/20, 47923 Rimini RN meeting@meetingrimini.org Progetto Grafico Bruno Monaco comunicazione non convenzionale Rimini Dicembre 2020 Questo numero è stato chiuso in redazione il 20/12/2020
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Meeting 2021
Special Edition: quale eredità lascia alle prossime edizioni? Ci si pone un obiettivo straordinario, arduo, si coinvolgono le persone, si organizzano risorse materiali ed economiche per realizzarlo, si rivedono ogni giorno i propri piani per non trascurare nessun dettaglio. E il risultato - quasi miracolosamente in un anno in cui tutti gli eventi si sono azzerati - arriva. E poi?
sposava alla perfezione con la fruibilità a distanza, sia individuale, sia in gruppi di amici, sia veicolata attraverso eventi pubblici». Un mix meraviglioso, per riprendere il titolo dell’edizione 2020 (“Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”) «e da questa meraviglia siamo ripartiti»,
in almeno tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) per la diretta e in varie altre lingue per le fruizioni successive. L’app “Meeting Rimini”, attiva da un anno, verrà potenziata con nuovi servizi, sia per chi sarà in Fiera, sia per chi seguirà il Meeting dalla propria città. E anche per il sito internet, che in meno di due anni è stato rivo-
Il Meeting 2020 Special Edition, che si è svolto dal 18 al 23 agosto, ha avuto tutte queste caratteristiche. Dopo mesi vissuti sul filo delle prescrizioni, delle limitazioni ogni giorno più stringenti, del monitoraggio dei dpcm, si è concretizzato un Meeting del tutto inedito, il Meeting più digitale di sempre che però non ha rinunciato a un solido ancoraggio sul territorio riminese. Ricominciare il giorno dopo però non è meno difficile. Cosa fare perché l’edizione speciale non rimanga una parentesi? Come capitalizzare l’esperienza fatta, la riconversione nel giro di dieci settimane di una delle più grandi kermesse culturali del continente? «Anzitutto abbiamo cercato di capire cos’è successo, di leggere i tratti caratteristici della Special Edition», è la risposta del direttore del Meeting, Emmanuele Forlani. «Gli ingredienti di questa edizione sono stati tre: internazionalità, essenzialità e digitalizzazione». Molto legati l’uno all’altro, invero. Perché senza una digitalizzazione spinta non sarebbe stato possibile raggiungere cento piazze d’Italia e 25 paesi esteri. E d’altra parte il format più leggero, snello, con tempi televisivi, un numero minore di incontri e relatori, si
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spiega Forlani, «per mantenere ciò che di singolare era avvenuto. I tre ingredienti che ho citato rappresentano un punto di non ritorno. Ora la sfida è cominciare a pensare un Meeting più simile a quelli degli anni precedenti, che avrà luogo sicuramente nella Fiera di Rimini e non al Palacongressi, e quindi con un impatto “fisico” importante, facendo tesoro delle acquisizioni di questi mesi». Per prima cosa ciò significa potenziare ulteriormente il livello di digitalizzazione. Tutti gli eventi dell’edizione 2021 saranno trasmessi online
luzionato già due volte, sono in arrivo ulteriori cambiamenti: «Il sito è il cuore pulsante della comunicazione del Meeting», afferma Forlani, «e quindi non può che evolversi con il mutare del format. Non per nulla quest’anno abbiamo voluto creare un nuovo dipartimento, guidato da Matteo Turchi, che si sta occupando della trasformazione digitale non solo di sito e app, ma di tutto il nostro assetto organizzativo e comunicativo». Il 2021 quindi non sarà solamente l’anno del ritorno in Fiera, ma l’anno
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Meeting 2021
volgere tutte le nostre aziende partner, che ormai sono diventate un elemento essenziale non solo per il sostegno economico della manifestazione, ma anche per la costruzione dei suoi contenuti. Lavoro, sostenibilità, innovazione sono temi a cui le aziende sono sempre più interessate; al Meeting trovano un contesto in cui questi temi sono mostrati, non discussi, sono esemplificati attraverso esperienze e non declinati teoricamente». Anche per questo motivo il rapporto con i partner non si è mai interrotto, neppure durante un’edizione come in cui la nuova filosofia “blended” andrà a pieno regime: un Meeting certamente con più bit, ma anche più presenza fisica, con una Fiera predisposta ad accogliere numeri ancora maggiori che in passato, nel rispetto delle norme anti-Covid, e la conferma della costellazione di città e “piazze” in tutto il mondo che faranno da eco all’evento. «Aspettiamo tantissimi visitatori», aggiunge il direttore, «l’esperienza del 2020 ci sta già facendo ripensare il masterplan 2021 in chiave nuova: avremo spazi molto più ampi per evitare assembramenti, la ristorazione – che tornerà al Meeting – sarà gestita in modo innovativo per garantire qualità, gusto e sicurezza, ripenseremo tutti i percorsi ma anche ad esempio le modalità con cui si potranno visitare le mostre». E come nel 2020 meraviglia e sublime sono state le parole guida per orientarsi nella nebbia della pandemia, così nel 2021 “Il coraggio di dire io” sarà la stella polare del Meeting. «Già in questo scorcio di fine 2020 abbiamo voluto declinare il titolo della prossima edizione cercando relatori che possano essere esempi e testimoni, che possano documentare cosa
vuol dire il coraggio di dire io. Un io non narcisista o egoriferito, ma che è talmente consapevole dei legami che lo costituiscono, che ne può creare di nuovi ed inediti», spiega Forlani. «Questo lavoro ha già iniziato a coin-
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quella del 2020 che offriva spazi molto minori rispetto al passato per le sponsorizzazioni. «Siamo davvero grati alle aziende che hanno creduto in questa sfida edizione speciale, a chi ha partecipato e soprattutto a chi l’ha sostenuta. Devo dire che praticamente con tutte, anche quelle che non riuscivano a confermare il loro impegno per quest’anno, il rapporto è proseguito e si sta in larghissima parte confermando anche per la prossima edizione». La strada verso il Meeting 2021 è tracciata.
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FERROVIE DELLO STATO ITALIANE Il grande gruppo industriale della mobilitĂ in Europa. Tutti i giorni al servizio delle persone, per un sistema di trasporto sempre piĂš integrato, innovativo e sostenibile.
Cassaxxxxxxxxxxxxxxx Depositi e Prestiti
Un motore di sviluppo delle comunità
Un nuovo modello di affiancamento per lo sviluppo delle infrastrutture di edilizia scolastica, sanitaria e trasporto pubblico locale
Cassa Depositi e Prestiti promuove lo sviluppo dei territori con una serie di servizi di consulenza su misura per le pubbliche amministrazioni, che si aggiungono all’ampia offerta di soluzioni finanziarie, per accelerare la realizzazione delle infrastrutture e ottimizzare le modalità di intervento. CDP ha creato un team dedicato che affianca gli enti nelle fasi di programmazione, progettazione e costruzione delle opere infrastrutturali, con servizi di consulenza tecnico-amministrativa ed economico-finanziaria, per essere un affidabile partner delle Amministrazioni a 360 gradi. I servizi spaziano dall’edilizia scolastica a quella sanitaria fino al trasporto pubblico locale.
alle residenze universitarie. Tanti sono gli strumenti attraverso i quali CDP interviene a favore dell’edilizia scolastica, sia con finanziamenti sia con la gestione di fondi pubblici destinati alla realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari. Nel decennio 2010 – 2019 i prestiti concessi da CDP agli enti territoriali con oneri di rimborso del debito a carico del bilancio degli enti o dello Stato sono stati pari a circa euro 4,5 miliardi, cui si aggiungono gli interventi nell’ambito della strategia nazionale, per la messa in sicurezza, manutenzione e ristrutturazione degli edifici scolastici. Il piano ha visto CDP finanziare tutte le regioni italiane: erogando
di nuovi ospedali, il rinnovamento di quelli esistenti e il potenziamento delle strutture sanitarie territoriali. Nel settore dell’edilizia sanitaria, CDP ha concesso prestiti per il finanziamento di interventi di costruzione e manutenzione straordinaria di edilizia ospedaliera e assistenziale e per l’acquisto di attrezzature tecnico-scientifiche.
Azienda Ospedaliera di Parma
Principali beneficiari dei finanziamenti negli ultimi anni sono state le Regioni con prestiti concessi da CDP nel periodo 2014-2019 per circa 800 milioni di euro.
Scuola Media “Francesco Redi” | Bagno a Ripoli
Il futuro del Paese è oggi seduto sui banchi di scuola ed è anche per questo che Cassa Depositi e Prestiti ha dato un supporto significativo alle pubbliche amministrazioni, con rilevanti finanziamenti per la costruzione, l’ampliamento e il rinnovo degli edifici destinati all’istruzione scolastica di ogni ordine e grado: dalla scuola dell’infanzia all’università, dall’alta formazione artistica musicale e coreutica
oltre 2,5 miliardi di euro, avvalendosi anche delle risorse della Banca Europea per gli Investimenti e della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa. Inoltre, soprattutto in questa fase critica, Cassa Depositi e Prestiti ha tra i suoi principali obiettivi quello di colmare i gap esistenti nel mondo dell’edilizia sanitaria, sostenendo il settore con finanziamenti per la costruzione
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Infine, l’offerta di Cassa Depositi e Prestiti si estende anche alla realizzazione di investimenti infrastrutturali per il miglioramento del trasporto pubblico locale, che ricopre un ruolo sempre più determinante nelle nostre città ed è per questo che CDP si schiera in prima linea per l’evoluzione del sistema verso realtà più sostenibili e facilmente fruibili dai cittadini. Infatti, in questo ambito, CDP ha concesso finanziamenti nel periodo 20182020 a regioni ed enti locali per circa 200 milioni di euro destinati all’acquisto di mezzi pubblici, e alla costruzione di linee urbane tramviarie e metropolitane.
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Meeting 2020
I numeri del Meeting 2020 durante, prima e dopo Il Meeting nell’era della pandemia? Una specie di miracolo. Aver trovato una formula che è riuscita a conservare una significativa presenza di partecipanti in loco, con almeno due incontri giornalieri con pubblico in sala, potenziando in contemporanea tutto l’impatto digitale, è stato un risultato più unico che straordinario nell’annus horribilis dell’industria italiana dei congressi. Dopo di che, verrebbe da dire, non ci si chiedano anche dei numeri da record. Invece, proprio leggendo la kermesse riminese con il linguaggio dei numeri, che è tutt’altro che arido, anzi ha una sua poesia, e comunque è fondamentalmente onesto, la sorpresa è ancor più grande. Presenze dal vivo di un ordine di grandezza inferiori, ovviamente. Ma c’è tutta una serie di altri indicatori che schizzano inesorabilmente verso l’alto e che costituiscono precedenti su cui meditare in vista delle prossime edizioni. Perché non si sa se da questo gigantesco sconvolgimento di carte usciremo migliori. È tutto da dimostrare. Ma sicuramente non usciremo come prima. E da quello che è accaduto nel 2020 c’è molto, moltissimo da imparare.
visto il clima anche sanitario, che in un Meeting perfettamente attrezzato alle comunicazioni da remoto, circa la metà dei relatori abbiano comunque scelto di esserci in persona. Un vero valore aggiunto di questa edizione. Proseguendo con la contabilità, erano quattro le mostre digitali, di cui due avevano anche un corrispettivo fisico al Palacongressi, cinque gli spettacoli con 48 artisti coinvolti. Sessanta i webinar: a chi non conosce il Meeting non suonerà come un dato particolarmente significativo, ma in realtà si tratta dell’esordio, che ha avuto ottimi riscontri numerici, di una nuova forma di comunicazione al Meeting, con la possibilità di interagire con i relatori nel contesto di gruppi in cui è possibile dialogare.
Cifre, quindi. E andiamo per ordine, in questo caso ordine cronologico. Perché quest’anno il Meeting, caso senza precedenti, è iniziato almeno con tre mesi di anticipo, essendo stato inaugurato da ben 41 eventi digitali, 33 presentazioni di libri con i BookCorner a cura dell’Associazione italiana Centri culturali, e otto “Percorsi”, a cura della redazione del mensile Tracce, altrettanti dialoghi
Pochi i 15mila metri quadrati occupati al Palacongressi, se paragonati ai 130mila della Fiera di Rimini del Meeting 2019 (e 2021), ma in realtà non di divisione si tratta, ma di moltiplicazione, potendo in modo imprevisto e insperato il Meeting contare su 120 piazze collegate in venti regioni italiane e 25 paesi dei cinque continenti. Qui i volontari “ambassador” (altra novità della Special Edi-
con personalità del nostro tempo, da Gherardo Colombo al poeta americano Paul Mariani. Gli eventi dell’edizione sono stati 54, di cui 13 con presenza di pubblico e 230 relatori, di cui 30 esteri, provenienti da sedici diversi paesi. Rilevantissimo il fatto,
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Meeting 2020
tion) hanno coinvolto amici e concittadini) in eventi anche molto diversi tra loro, ma tutti dedicati alla fruizione in diretta del Meeting riminese. Tornando agli spazi del Palacongressi, c’è da dire della capienza delle sale, 400 la plenaria e 50 la Sala 1, sale che svolgevano la duplice funzione di studi televisivi e spazi congressuali, con una squadra di 15 tecnici audio, video e streaming dedicati per ciascun evento. A Rimini erano 350 i volontari, un ingrediente che non può mai mancare al Meeting, ma più di 1.100 i loro già citati colleghi “ambassador”, che oltre a gestire le situazioni locali hanno costituito “quinte colonne” per i dipartimenti Mostre, Comunicazione, PR e Convegni. Dulcis in fundo i numeri più tosti, quelli che fanno capire che cosa è capitato veramente di così “special” nel 2020. Perché alle ottomila presenze di pubblico al Palacongressi (5.300 i codici QR di accesso generati), si è unito un numero che non ha precedenti nella storia della manifestazione, 2,5 milioni di persone che hanno visualizzato i suoi eventi su Youtube, sul sito del Meeting, sulle varie televisioni partner (SkyTg24 in prima fila), sulle web tv che ne hanno ripreso gli eventi, da Corriere Tv a Tv2000, o su siti come IlSussidiario. net, Affaritaliani, Tracce, Radio Radicale, Ilpost, Linkiesta. Il Meeting su cui nessuno scommetteva, di cui c’era anche chi metteva in dubbio se si sarebbe fatto, è stato anche un evento mediatico. Sarebbero tanti i numeri da elencare, bastino questi: una copertura Facebook di 5,2 milioni di persone durante la settimana del Meeting, una crescita di iscritti al canale Youtube del 37% nel 2020 (la maggior parte in agosto), 3.800 servizi giornalistici
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su web, giornali, radio e tv. E infine, in un anno in cui le aziende sono fuggite da ogni tipo di evento e sponsorizzazione, 62 aziende partners. Ci sarà da riflettere sulle cifre dell’edizione 2020 del Meeting per l’amicizia fra i popoli. Edizione “special” finché si vuole, ma destinata a lasciare un segno. A lungo.
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xxxxxxxxxxxxxxx Unioncamere
Sostenibilità, imprese green più competitive e resilienti La sostenibilità economica, sociale e ambientale è diventato un tema centrale nei programmi dell’Unione europea, che ha destinato alla transizione ecologica il 37% delle risorse del Next Generation. Perché sostenibilità vuole dire competitività. In Italia osserviamo da tempo una realtà di imprenditoria diffusa che sa combinare crescita e benessere sociale.
mo verificato in una indagine svolta su un campione di 1.000 imprese manifatturiere, tra le imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità il 16% è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green. Ciò non significa che la crisi non si sia fatta sentire, ma comunque in misura più contenuta: la
È un tratto del nostro Paese fatto di volontariato con oltre 5,5 milioni di persone impegnate in un mondo ricco di associazioni e organismi non profit (circa 360 mila). Le imprese coesive sono oltre un terzo delle nostre imprese, la punta di diamante della nostra economia, generano più occupazione e creano più legami sociali. Non mirano solo al profitto, ma valorizzano le competenze dei lavoratori, promuovono iniziative territoriali, stringono rapporti col terzo settore, e costruiscono sulla fiducia. Sono uno dei tanti volti belli della nostra Italia, di cui andar fieri. Come quello delle oltre 432mila imprese votate al green di cui abbiamo parlato insieme a Symbola proprio qualche giorno nell’ultimo rapporto GreenItaly. Le imprese che investono nel green infatti innovano di più, investono maggiormente in ricerca e sviluppo, utilizzano di più le tecnologie 4.0. E, in questa fase così difficile, sono più resilienti: nel 2020, hanno registrato perdite di fatturato inferiori alle altre, sono ottimiste e ritengono di recuperare entro 1-2 anni i livelli di attività precedenti alla crisi. Lo abbia-
Giuseppe Tripoli Segretario Generale Unioncamere
quota di imprese manifatturiere il cui fatturato è sceso nel 2020 di oltre il 15% è dell’8,2%, mentre è stata quasi il doppio (14,5%) tra le imprese non eco-investitrici. Il vantaggio competitivo delle imprese eco-investitrici si conferma in un periodo così complesso anche in termini occupazionali (assume il 9% delle green contro 7% delle altre) e di export (aumenta per il 16% contro il 12%).
forme di intervento diretto, ad esempio con fondi rotativi. Questo è un tema sul quale le Camere di commercio stanno entrando decisamente in campo. Con servizi di informazione e formazione qualificata sui temi ambientali, adottando linee guida per gli acquisti pubblici verdi, supportando la creazione di nuove imprese sostenibili e ad alta tecnologia, valorizzando marchi ed etichette ecologiche nelle visure del registro delle imprese. L’ecosostenibilità e la digitalizzazione sono tra i principali fattori di cambiamento che stanno trasformando il mercato del lavoro. Tra il 2020 e il 2024 sarà richiesto dalle imprese il possesso di competenze green con importanza elevata a quasi un milione di lavoratori (circa il 38% del fabbisogno). La domanda di attitudine green riguarda in maniera trasversale tanto le professioni ad elevata specializzazione e tecniche, che gli impiegati come gli addetti ai servizi commerciali e turistici, gli addetti ai servizi alle persone come gli operai. Ma già nel 2019 le imprese hanno incontrato difficoltà nel trovare i candidati giusti, è stato così per più di 1 ricerca di personale su 4. Per questo è fondamentale lavorare anche sull’orientamento e la formazione per avvicinare sempre più scuola e mercato del lavoro.
Per questo, è indispensabile sostenerle anche mettendo in campo strumenti pubblici, non escludendo
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Igiene certificata per personale e degenti
Hygiene4Care è un progetto che si prefigge l’obiettivo di ottimizzare i processi di gestione dell’Healthcare Cleaning basandosi su specifici principi cardine fondamentali in modo da garantire una corretta igiene e sanificazione ospedaliera e la riduzione del rischio di trasmissione delle infezioni.
PER INFORMAZIONI: Antonio Conti: +39 3201182669 antonio.conti@hygiene4care.com www.hygiene4care.com
Papalini
Papalini Spa: il sistema Hygiene4CareP In occasione del Meeting Rimini 2020, Papalini Spa ha presentato il sistema Hygiene4Care (“H4C”), un progetto realizzato in condivisione con un insieme di partner specialisti di settore (Aziende fornitrici di macchinari, attrezzature e prodotti, Enti di formazione, Laboratori accreditati per analisi microbiologiche, ecc.) con l’obiettivo di ottimizzare i processi di gestione dell’Healthcare Cleaning per una corretta sanificazione ospedaliera. L’esigenza di sviluppare tale progetto nasce dall’allarmante scenario in cui ci troviamo: le infezioni ospedaliere (IO) o infezioni Correlate all’assistenza (ICA) rappresentano un importante problema di sanità pubblica con gravi ripercussioni sul paziente, sul sistema organizzativo ed economico dell’ospedale e sulla qualità delle prestazioni erogate. Il raggiungimento di un adeguato livello di igiene delle superfici è fondamentale in ambito ospedaliero/ sanitario, date le evidenze che le superfici rivestono un ruolo importante nella trasmissione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA). Pertanto è stato progettato il sistema H4C, con i principali obiettivi di: assicurare il perfetto stato igienico-sanitario in modo costante; attuare specifici sistemi di controllo delle prestazioni; impiegare procedure di tutela dell’ambiente. Tali obiettivi sono perseguiti attraverso lo sviluppo di 5 ambiti fondamentali. 1. Specializzazione del personale. Vengono individuati diversi livelli di specializzazione per i profili professionali gestionali ed operativi, ai quali corrispondono specifiche. Dopo una prima fase di Assessment viene strut-
turato un sistema di formazione personalizzato per ogni figura, allo scopo di creare figure professionali altamente specializzate per le proprie specifiche mansioni. 2. Tracciabilità, verifica e controllo. H4C mette a disposizione un Software gestionale che garantisce la pianificazione, la gestione ed un ampio controllo dei servizi, grazie alla tracciatura di tutte le attività svolte ed alla registrazione delle presenze degli addetti. 3. Innovazione e gestione di processo. H4C prevede il coinvolgimento di partner produttori e fornitori di elevato standard per innovazione, efficienza e sostenibilità, per quanto riguarda in particolare la selezione di macchinari ed attrezzature all’avanguardia e l’impiego di sistemi di disinfezione ambientale con prodotti P.M.C. e di testata efficacia. Inoltre Hygiene4Care attua un sistema di validazione dell’efficacia microbicida del processo di lavaggio in lavatrice professionale per il ricondizionamento di materiale tessile impiegato per la sanificazione di superfici ospedaliere, secondo la Norma UNI EN ISO 146981:2004. 4. Sostenibilità ambientale. Il progetto Hygiene4Care cerca continuamente soluzioni focalizzate sul conseguimento dei seguenti obiettivi: risparmio energetico e meno CO2; meno inquinanti; riduzione del cosumo di acqua; riduzione della produzione di rifiuti. In particolare sarà possibile effettuare il calcolo dell’impatto ambientale in termini di emissione di CO2 (Carbon Footprint) e compensare tali emissioni.
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5. Comunicazione. Uno degli obiettivi principali che si pone il progetto H4C è quello di promuovere la cultura dell’igiene, al fine di ridurre il rischio di infezioni ospedaliere. Oltre agli incontri e convegni informativi, sono state elaborate diverse soluzioni informative, tecnologiche e cartacee, quali: sito web; opuscoli informativi; attrezzature personalizzate; cartellonistica; attività di customer satisfaction.
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Meeting 2020
Quello che nessuno si sarebbe mai aspettato, è accaduto. Il Meeting 2020 Special Edition, il Meeting blended, in forma prevalentemente digitale e in piccola ma importante parte in presenza al Palacongressi di Rimini, ha conquistato le piazze di mezzo mondo. Durante i giorni di programmazione della manifestazione, dal 18 al 23 agosto 2020, in oltre 130 città e in 25 nazioni, migliaia di persone hanno organizzato eventi, serate, momenti conviviali dove seguire insieme i convegni, gli spettacoli e visitare virtualmente le mostre. Eventi che si sono svolti con la presenza fisica delle persone, nel pieno rispetto delle norme per il contenimento del coronavirus.
La sorpresa del #meeting20 nelle piazze di tutto il mondo un evento universale grazie a ognuno degli ambassador che, non potendo raggiungere Rimini, ha portato un po’ di Rimini nel mondo. E lo spirito con cui i volontari si sono messi in gioco
portare nel nostro territorio la proposta del Meeting, l‘ho sentita un po’ come una chiamata per fare qualcosa di concreto anch’io per gli altri un dono per la mia città!», racconta Assun-
La componente fisica, la possibilità di incontro e dialogo tra amici, nelle piazze, nelle arene nei luoghi di ristorazione offerti dalla manifestazione, è da sempre uno dei motori del Meeting. Un motore che quest’anno a causa della pandemia sembrava fosse ta. «La fatica iniziale si è trasformata mano mano in gioia, sia per la ricchezza che sempre lascia il Meeting sotto i vari aspetti del cuore che quello di essermi sentita non solo ascoltatrice ma protagonista insieme ad un gruppo per portare a tutti noi e a quelle persone che hanno partecipato un momento che ci ha ridato speranza e meraviglia in un Dio che si rende concreto con i nostri piccoli gesti quotidiani!»
rimasto spento. E invece, no. Il rombo si è sentito forte in un fuori salone decisamente originale, totalmente inaspettato e sorprendente. Il Meeting ha messo piede, fisicamente, nei cinque continenti e si è trasformato in
affinché ciò accadesse, ha contagiato anche chi il Meeting lo fa per lavoro, da anni. «Io ancora dico grazie per avermi chiesto la disponibilità a collaborare per
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Presente l’Abruzzo, con Lanciano, Pescara e Teramo. Presente la Campania con Avellino, Mirabella Eclano e Salerno. Presenti il Friuli Venezia Giulia con Gorizia e Udine, il Lazio con Vico, la Liguria con Chiavari, Finale, Ventimiglia, Genova e San Remo. Sono state undici le cittadine dell’Emilia Romagna a proporre gli incontri del Meeting (Carpi, Cesena, Cesenatico, Fidenza, Forlì, Imola, Lugo, Modena, Piacenza, Rimini, Salsomaggiore), ventitré in Lom-
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demici” e si sono davvero diffusi su tutto il pianeta. Dall’Europa all’America, passando per l’Asia. Il messaggio del Meeting ha raggiunto Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Guatemala, Kazaki-
bardia (Belgioioso, Buccinasco, Busto Arsizio, Cambiago, Cassano Magnago, Como, Concorezzo, Cremona, Gallarate, Legnano, Lodi, Luino, Magenta, Melzo, Milano, Monza, Pavia, Ponte di Legno, Salò, Samarate, Seregno, Trezzo sull’Adda e Varese), otto in Sicilia (Castellammare del Golfo, Catania, Giarre, Milazzo, Palermo, Ragusa, Roccalumera, Taormina). All’appello del Meeting hanno risposto le Marche (Ancona, Civitanova, Fermo, Pesaro, Ascoli), il Piemonte (Arona, Biella, Casale Monferrato), la Puglia (Bari, Foggia, Ostuni, Taranto), la Toscana con Arezzo, il Trentino Alto Adige, con Bolzano e Trento, l’Umbria con Perugia e Todi. L’entusiasmo era diventato tale da contagiare anche la piccola Valle D’Aosta e il Veneto con Oderzo, Treviso, Padova, Venezia Mestre, Verona. Un “contagio” difficile ormai da fermare. «Che gioia quando ho saputo che si poteva fare “il Meeting dove sei tu”. Non mi sembrava vero. Davanti ai miei occhi scorreva la bellezza che vivo ogni anno, andando a Rimini come volontaria: mi sento immeritatamente partecipe di un’esperienza di pienezza, che non si può spiegare, è chiaro che è donata». Tanto inarrestabile che a un certo punto il desiderio di bellezza e la “sete” di Meeting sono diventati “pan-
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stan, Messico, Paesi Bassi, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, la vicina San Marino, Russia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Venezuela. Popoli e Paesi tanto diversi tra loro, con una cosa in comune: il Meeting di Rimini. Nell’anno determinato dal distanziamento fisico tra le persone, centinaia di ambassador hanno dato tempo ed esperienza affinché il Meeting potesse “esplodere” nella dimensione globale (o internazionale) che da sempre gli è propria, proprio in una forma fisica. Tra essi c’è stato anche chi si è impegnato a raccogliere fondi per sostene-
re la manifestazione. «Mi sono accorta – racconta Monica – che il banchetto “Dona Ora” è tanto scomodo da proporre quanto essenziale per arrivare fino in fondo all’esperienza. È stato semplice proporlo ieri sera dopo l’incontro, perché il mio cuore scoppiava
di gratitudine per tutto quello che sto vivendo. Il banchetto non raccoglie appena dei soldi ma accoglie la gratitudine e ci dà quindi modo di esprimerla. Poi è proprio la presenza del Meeting che ci abbraccia, con dei volti ben precisi. Non riesco ad immaginare un evento completo senza la presenza del banchetto “Dona Ora”, non sarebbe la stessa cosa». Affidiamo ad altro Ambassador, Alessandro, le conclusioni del primo viaggio del ‘Meeting nel mondo’. «Fare il volontario quest’anno innanzitutto ha significato fare un’esperienza totalmente nuova nella quale sono stato me stesso al 100% utilizzando la creatività come risorsa. Fare il volontario ha significato anche accorgermi di una sproporzione perché ciò che ho è molto di più di quanto ho dato e questo genera una gratitudine».
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www.chateau-dax.it
Enel
Il Green Open Meter per l’ambiente Il progetto “Circular Smart Meter”: l’economia circolare applicata al nostro principale strumento di misurazione dell’energia
Un contatore “rigenerato”, nuovo, avanzato sotto il profilo tecnologico e rispettoso della Terra: è il nostro Green Open Meter, nato dal progetto “Circular Smart Meter” che rappresenta per noi un importante passo verso un modello di business sostenibile e circolare. Riciclare non significa solo dare nuova vita, ma anche proteggere l’ambiente e supportare l’economia in un processo, circolare, appunto, che torna a beneficio di tutti. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” diceva il filosofo del Settecento Antoine-Laurent Lavoisier. A trecento anni di distanza, queste parole sono più che mai attuali in un contesto globale in cui attenzione e preoccupazione per le sorti del pianeta crescono sempre di più. Diffondere la cultura del rispetto dell’ambiente, attraverso pratiche aziendali virtuose, è proprio quello che cerchiamo di fare da sempre. La più importante espressione di questa visione è rappresentata dai contatori rigenerati, nuovi dispositivi di misurazione dell’energia elettrica “circolari”, ossia sostenibili perché originati dal riutilizzo delle scocche di materiale plastico di quelli di prima generazione. Donare all’Open Meter un nuovo ciclo di vita, ridurre la produzione di rifiuti e di CO2, ottimizzando la catena di approvvigionamento: con questi obiettivi abbiamo lanciato il progetto “Circular Smart Meter”, da cui è nato il nostro nuovo contatore ricondizionato. È stato prodotto infatti a partire dalla plastica rigenerata al 100% proveniente da quelli di precedente generazione, e da materiali quali policarbonato con fibra di vetro riciclabile, acciaio e rame. Nello sviluppo del nuovo Smart Meter è stato in particolare seguito il “Life Cycle Assessment”, un metodo standardizzato a livello internazio-
nale, con il quale vengono quantificati gli impatti sull’ambiente e sulla salute umana di un determinato prodotto, soprattutto in termini di consumo di risorse e di emissioni. Con questa tecnica si osserva una riduzione di CO2 pari al 6% rispetto a quanto avviene nella realizzazione di un contatore in plastica. E non solo: il processo di rigenerazione consente anche di diminuire la quantità di rifiuti che, solo in fase di produzione, è di 122 grammi per ciascun, circa il 17% del peso totale di un dispositivo. Anche le parti elettroniche hanno un loro trattamento speciale. Attraverso la partnership da noi avviata con Valcart, un’azienda specializzata in questo settore, dalla separazione dei materiali al loro processo di riciclo, i “vecchi” contatori rimossi dal campo subiscono uno speciale processo grazie al quale è possibile ottenere la separazione delle plastiche nelle varie colorazioni e composizione, del rame, degli acciai, ed anche di alcuni componenti elettronici, che possono essere usati direttamente o successivamente ad un trattamento conosciuto con il nome di rigenerazione. Non solo abbattere l’anidride carbonica e i rifiuti, il Green Open Meter permetterà anche di avere altri benefici in termini di economia circolare. Riutilizzare la plastica dei precedenti strumenti di misurazione per realizzarne di nuovi significa infatti non solo eliminare nuovi elementi da gestire o smaltire successivamente, ma anche evitare la corsa agli approvvigionamenti da fornitori esteri, un risparmio prezioso in ambito economico che, tra l’altro, inizierà a generare un indotto mai preso in considerazione prima.
MEETING & PARTNERS | N. 10 | DICEMBRE 2020
“Per capire l’importanza del progetto in ottica circular economy dobbiamo considerare che per realizzare un contatore occorre circa 1 chilo di policarbonato per lo stampo delle componenti plastiche. Nel piano di sostituzione massiva stiamo lavorando alla possibilità di sostituire 10 Milioni di contatori con Open Meter rigenerati, questo vorrebbe dire utilizzare ben 8.000 tonnellate di materiale plastico rigenerato con un risparmio di 70 mila tonnellate di CO2 (equivalente alla CO2 per ricaricare 1 miliardo di smartphone oppure alla CO2 assorbita da 1 milione di alberi in 10 anni). Dunque uno straordinario risultato che ci auguriamo di traguardare”, spiega Gianni Ceneri, Head of Smart Meter, Tecnologie di Rete. Tutto il processo di selezione e rigenerazione è supervisionato per verificare che le caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale plastico riciclato fossero analoghe a quelle del materiale di nuova produzione e conformi alle norme tecniche di riferimento. Questo garantisce la qualità del processo di rigenerazione dei Green Open Meter. È così che il 9 giugno 2020 è pervenuta la comunicazione ufficiale da parte dell’Organismo di Certificazione NMi (Nederlands Meetinstituut), per la Direttiva MID (Measuring Instruments Directive) che ha approvato l’utilizzo della plastica rigenerata su Open Meter. Un impatto quindi di rilievo sull’economia e sull’ambiente quello del Circular Smart Meter, che è, a tutti gli effetti, un contatore di ultima generazione, ossia uno strumento “intelligente”, “consapevole” dei consumi, affidabile e trasparente, ma in più ci consente di portare avanti soluzioni sostenibili e attente al nostro pianeta.
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