Meeting News Dicembre 2024

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DICEMBRE 2024

Scopri i Soci Partner del Meeting

LA PIATTAFORMA PER L’ECOSISTEMA DELLA SOSTENIBILITÀ

INSIEME PER IMPRESE

PIÙ COMPETITIVE E SOSTENIBILI

Unisciti all’alleanza Open-es per lo sviluppo del sistema imprenditoriale.

Open-es è il luogo dove PMI, grandi imprese, procurement, banche, investitori e istituzioni si connettono per collaborare in un percorso comune di miglioramento in ambito ESG.

Opportunità e strumenti per digitalizzare le imprese italiane

Aic, Cdo, FpS: è insieme con loro che progettiamo il Meeting

I centri culturali crescono in connessione con il Meeting

Cdo, il Manifesto del lavoro è frutto di un lavoro comune

La cultura della sussidiarietà un motore per il bene comune

Racconto a tre voci con Mazzoli, Comin e Bardazzi

A cura di: Direzione Commerciale e Dipartimento Comunicazione FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI ETS via Flaminia 18/20, 47923 Rimini RN meeting@meetingrimini.org

Progetto Grafico Bruno Monaco comunicazione non convenzionale Rimini

DICEMBRE 2024

Questo numero è stato chiuso in redazione il 30/12/2024

le aziende partner

Innovare con PID-Next

Opportunità e strumenti per la digitalizzazione delle imprese italiane

Il panorama imprenditoriale italiano si arricchisce di un’importante iniziativa: PID-Next, il Polo di Innovazione Digitale promosso da Unioncamere, con il supporto di Dintec, Consorzio per l’Innovazione Tecnologica e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Questo progetto mira a supportare le micro, piccole e medie imprese (MPMI) nel loro percorso di trasformazione digitale, offrendo strumenti e servizi concreti per affrontare le sfide dell’innovazione.

Un supporto concreto per la digitalizzazione

PID-Next accompagna le imprese italiane nel processo di digitalizzazione attraverso servizi di assessment e orientamento personalizzato. Grazie alla rete capillare dei Punti Impresa Digitale (PID) delle Camere di commercio, le aziende possono usufruire di un servizio utile a capire il proprio livello di maturità digitale e, conseguentemente, identificare le proprie esigenze di innovazione. Successivamente, tramite un processo di orientamento effettuato da personale specializzato, che individuerà possibili soluzioni, le imprese vengono indirizzate verso i partner più adatti, come Competence Center, European Digital Innovation Hub, centri di ricerca o università, per intraprendere un percorso di trasformazione digitale.

Strumenti avanzati per l’analisi digitale

Il Polo di Innovazione PID-Next utilizza un set di strumenti avanzati

e collaudati per offrire i servizi descritti; tra questi ZOOM 4.0, un tool modulare di assessment che offre un’analisi approfondita del profilo digitale dell’azienda condotta con il supporto dei digital promoter dei PID; ma anche Matching Impresa Ricerca (MIR), una iniziativa che supporta le imprese nel valutare la propria capacità di innovazione e ricerca in ottica Open Innovation; infine WayToSolution che offre, grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale e della banca dati dei brevetti europei di Unioncamere-Dintec, percorsi personalizzati per implementare soluzioni tecnologiche avanzate, facilitando l’accesso a competenze e risorse indispensabili per la transizione digitale.

Opportunità offerte dal PNRR

PID-Next consente alle aziende di allinearsi alle linee guida del PNRR, beneficiando di contributi e agevolazioni per sviluppare progetti innovativi e sostenibili. È estremamente utile, quindi, che le imprese colgano queste opportunità per rimanere competitive nel mercato globale.

Perché partecipare

PID-Next rappresenta una straordinaria opportunità per le imprese italiane di avviare il proprio percorso di

trasformazione digitale. Attraverso l’accesso a strumenti di assessment, orientamento e supporto qualificato, le aziende possono affrontare con successo le sfide della digitalizzazione, contribuendo allo sviluppo economico del Paese e rafforzando la propria competitività nel contesto internazionale.

Come aderire

Per partecipare è sufficiente presentare domanda sul sito restart. infocamere.it, effettuando accesso con SPID/CIE e ricercando l’avviso PID-Next, a partire dal 16/12/2024.

Maggiori informazioni sul sito di Unioncamere

Compagni di strada nella costruzione del Meeting

I nostri soci partner: Aic, Cdo e Fondazione per la Sussidiarietà

Sono soci partner e insieme con loro nasce una buona parte della proposta culturale del Meeting. Parliamo dell’Associazione Italiana Centri Culturali, della Compagnia delle opere e della Fondazione per la Sussidiarietà. Come prevede lo statuto della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, accanto ai soci ordinari ci sono infatti soci partner che «per specifiche esigenze culturali od operative» vengono invitati dal Consiglio di amministrazione «ad un impegno nella Fondazione». Questo impegno ha mostrato i suoi frutti anche al Meeting 2024. Aic infatti ha organizzato quel BookCorner che ha portato a Rimini alcuni degli scrittori e autori italiani più significativi. La Compagnia delle opere ha gestito un’intera area con una propria programmazione, facendo diventare il Meeting un punto di giudizio e di ripartenza per tutti i soci. La Fondazione per la Sussidiarietà, oltre a collaborare attivamente alla realizzazione di vari convegni, ha curato il ciclo di tre talk “Vivere di più, vivere meglio? Il welfare al bivio”, con la conduzione di Enrico Castelli e Irene Elisei. Ai tre presidenti, Letizia Bardazzi (Aic), Andrea Dellabianca (Cdo) e Giorgio Vittadini (FpS) abbiamo chiesto quali sono oggi i principali fronti di impegno delle rispettive organizzazioni e come hanno vissuto il Meeting di quest’anno.

La cultura ha bisogno di un centro

Letizia Bardazzi, presidente Associazione Italiana Centri Culturali

Nel 1984, a un anno dalla nascita dell’Associazione Italiana dei Centri Culturali, Onorato Grassi, primo presidente, descrisse l’utilità della nostra rete come strumento per rafforzare il rapporto di amicizia e collaborazione tra i primi 50 centri culturali costituitisi in Italia nei primi anni Ottanta. Questa rete era pensata per incoraggiare un indirizzo culturale comune, favorire la presenza di relatori di alto livello, sia nazionali che internazionali, e sostenere l’organizzazione di iniziative affinché la fede potesse influire sulla vita con una cultura nuova. Una fede pienamente consapevole, infatti, non può che incidere sulla cul-

tura, suggerendo un modo nuovo di affrontare la vita e la storia. In questi quarant’anni di attività, AIC è presente in tutto il territorio nazionale con oltre 180 centri culturali, esprimendo la propria vitalità attraverso le diverse forme dell’attività culturale e i linguaggi contemporanei, perché il carisma di don Giussani raggiunga nuove persone e ambienti, parlando al mondo di oggi.

Il Meeting di Rimini rappresenta la nostra prima casa: un luogo da cui traiamo ispirazione e che contribuiamo a costruire nel corso dell’anno.

Tra AIC e il Meeting esiste un legame fondativo, una radice comune che trova origine nella stessa sorgente: l’incontro con il cristianesimo. I centri culturali, come giacimenti di vita diffusi in Italia, crescono in connessione con il Meeting, abbracciandone il tema annuale e declinandolo attraverso il suggerimento di relatori, argomenti e approfondimenti. In particolare, le mostre itineranti del Meeting animano una parte significativa del nostro palinsesto, dando continuità e visibilità a quel lavoro di approfondimento scientifico che il Meeting propone. Questo legame si configura come una circolarità vitale tra AIC e il Meeting.

AIC contribuisce al Meeting anche attraverso presentazioni di libri e dialoghi con autori o curatori, iniziative che, nelle ultime cinque edizioni, hanno dato vita al BookCorner, una collana di podcast registrati in presenza e diffusi sulle principali piattaforme. Attraverso le opere e le novità letterarie proposte, insieme a tanti

ospiti d’eccezione, raccogliamo l’invito espresso da papa Francesco nella lettera del 4 agosto scorso sul ruolo della letteratura nel cammino di maturazione personale. In essa il Papa ci invita a scoprire la potenza spirituale della letteratura come mezzo per vedere attraverso gli occhi degli altri e ascoltare la voce dell’altro, un’esperienza che ci interpella e conduce al cuore della cultura umana.

Il Meeting ci insegna un impeto culturale e un modo di intendere la cultura come originalità che si pone come passione per l’uomo. È nel confronto con la cultura del nostro tempo che si introduce l’esercizio del giudizio, inteso come un processo positivo che inizia dall’ascolto, dall’incontro, dalla vicinanza e dalla simpatia. Questo percorso provoca una messa in crisi (krisis), conferendo agli eventi e alle esperienze un senso nuovo e più vero.

Quest’anno in particolare vogliamo vivere pienamente il tema del Meeting 2025, «Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi», approfondendo la novità che l’incontro cristiano ha introdotto nella nostra vita. Questo tema ci invita a verificarla concretamente attraverso la co-

struzione, intesa come compito personale e collettivo (“un compito per ognuno”, suggerisce il verso di Eliot), sviluppando la cultura nei luoghi deserti e nelle situazioni del nostro tempo. La società contemporanea, con i suoi problemi e le sue sfide, ci chiama a un impegno culturale capace di confrontarsi con gli snodi cruciali di questo terzo millennio, così pieno di inimicizia e dolore.

Sito Associazione Italiana Centri Culturali: www.centriculturali.org

La pagina del BookCorner sul sito del Meeting https://www.meetingrimini.org/edizione-book/2024/

BookCorner, i podcast per chi ama la lettura

L’edizione 2024 del BookCorner ha introdotto una grande novità: all’interno dei padiglioni fieristici è stato possibile assistere alle registrazioni dei podcast in presenza. Attraverso i testi e le novità letterarie proposte, insieme a numerosi ospiti d’eccezione, è stato approfondito il tema del Meeting di Rimini: «Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?». In questa edizione, sono state realizzate 45 presentazioni di libri in formato podcast, coinvolgendo oltre cento relatori, tra cui Susanna Tamaro, Mariapia Veladiano, Silvia Avallone, Antonia Salzano Acutis, Antonio Socci, Marco Erba, Nello Cristianini, Neri Marcorè, Vincent Nagle, monsignor Massimo Camisasca, Pawel Rytel-Andrianik, Daniele Mencarelli, Francesco Fadigati, Lorenzo Fazzini, Mario Pò, Cesare Cornaggia, Alberto Frigerio, Giulio Maspero, Luca Doninelli, Franco Perrelli e molti altri. Una formula premiata anche dagli ascolti, con 13.060 sessioni contro 8.500 del 2023. I podcast del BookCorner si possono ascoltare sul sito del Meeting, oppure sul canale Meeting Rimini di Spreaker, ma anche Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts, Amazon Music e Audible, Deezer e molte altre.

Un manifesto per ripensare il lavoro

Andrea Dellabianca, presidente Compagnia delle Opere

Andrea Dellabianca, presidente della Compagnia delle Opere, ci ha raccontato il momento attuale della Cdo e il suo rapporto con il Meeting di Rimini.

Cdo e Meeting, a che punto siamo?

L’ultima iniziativa significativa realizzata insieme al Meeting è stata il Manifesto del Lavoro, il risultato di

due anni di incontri tra Cdo e Meeting sul tema del lavoro. Questa collaborazione è nata dall’esigenza di comprendere meglio i rapporti in azienda, fra e con i collaboratori, con le persone con cui condividiamo il nostro lavoro, rispondendo a un’urgenza: riprendere il senso profondo del lavoro stesso. Oggi non è più scontato sacrificare tutta la propria vita al lavoro: occorre perciò che questo assuma una direzione di senso. Un simile percorso ci ha portato a generare un documento che abbiamo presentato pubblicamente, non per definire una volta per tutte il

tema, ma per allargare ancora di più l’incontro, coinvolgendo anche altri soggetti.

Qual è il modello di collaborazione tra Cdo e Meeting di Rimini? È un modello che ritengo molto interessante. Cdo affronta durante l’anno tematiche che emergono dalla vita associativa, dalle imprese, dalle

opere sociali e dalle scuole, mentre il Meeting rappresenta il culmine di questa riflessione culturale ma a volte anche l’occasione per ingaggiare nuove tematiche. L’esempio del lavoro dimostra bene come tra Cdo e Meeting possa esserci una sinergia profonda: i temi sviluppati durante l’anno trovano una loro espressione e amplificazione al Meeting.

Quali sono stati i punti salienti dell’area Cdo al Meeting di Rimini?

L’area Cdo al Meeting 2024 è stata sicuramente una novità. Abbiamo riunito tutto il mondo legato alla Cdo in un’unica area, creando forme coerenti di espressione. Questo ha permesso di valorizzare le singole ricchezze delle imprese e delle opere sociali, collocandole in un luogo comune dove si esaltano e si arricchiscono reciprocamente. Abbiamo inoltre voluto riprendere le radici della Cdo con un video e una mostra dedicati all’origine del nostro lavoro, partendo testimonianze come quelle di Sebastiano Benenati di Alcamo, Giorgio Vittadini e Giancarlo Cesana. Non si è trattato di un’operazione nostalgia, ma di una riflessione per capire se il motivo che ci ha fatti nascere ci sfida ancora oggi nel lavoro quotidiano, affrontando il presente con lo stesso spirito originario.

Avete realizzato altre iniziative significative?

Durante il Meeting abbiamo organizzato un incontro con Davide Prosperi, presidente della Fraternità di CL, al quale abbiamo raccontato il lavoro della Cdo svolto sia centralmente, sia nelle sedi locali e che ci ha aiutato a focalizzare ancor meglio il perché della nostra presenza. Questo ci ha permesso di riflettere su un altro tema cruciale: le sedi locali. Ci siamo chiesti se ciò che ci ha fatti nascere 40 anni fa abbia ancora valore oggi nelle moltissime situazioni locali in cui siamo presenti. La settimana del Meeting è stata fondamentale per comprendere il tentativo di lavoro che stiamo portando avanti e per verificare se è coerente con i nostri principi fondativi.

Prossimi appuntamenti?

Vorremmo continuare su questa strada il prossimo anno, approfon-

dendo il contributo che stiamo sviluppando sul tema del lavoro. Il nostro obiettivo è capire come questo possa trovare una forma espressiva al Meeting, magari con una mostra o altre iniziative. Il Meeting rappresenta un’occasione unica per verificare i punti da cui partiamo e per manifestare l’ideale che guida il tentativo che ognuno di noi compie nella propria opera.

Sito della Compagnia delle Opere www.cdo.org

Gli incontri dell’Arena Cdo al Meeting 2024: https://meetingrimini. news/arenacdo24

La cultura sussidiaria un motore per il bene comune

Costruire fiducia e sviluppo sostenibile per affrontare le sfide di oggi

Da oltre vent’anni la Fondazione per la Sussidiarietà realizza attività di ricerca, formazione e divulgazione, attraverso un ampio network di collaborazioni nazionali e internazionali, con lo scopo di fare della cultura sussidiaria un valore condiviso.

La sussidiarietà può essere definita come un pensiero e una prassi che

permette di mettere a sistema il contributo di tutti per la costruzione del bene comune, abilitando relazioni di collaborazione, e non di contrapposizione o competizione, tra realtà diverse.

Il principio di sussidiarietà, anche grazie al nostro lavoro, nel 2001 è stato esplicitato nella Costituzione italiana, mentre il trattato di Maastricht già nel 1992, lo qualificava come principio cardine dell’Unione europea.

La cultura sussidiaria esprime un’i-

dea positiva di persona e della sua iniziativa. Per questo è trasversale, unisce e può rappresentare un prezioso carburante in un momento di sfiducia e incertezza, come quello attuale.

Gli anni più recenti ci hanno persuaso che di cultura della sussidiarietà c’è ancora più bisogno oggi di quando abbiamo iniziato. In particolare come strumento per la tenuta dei sistemi democratici e come fermento di sviluppo sostenibile di fronte alla crisi portata dal neo-liberismo.

Il Meeting di Rimini è per la Fondazione un’occasione importante in cui divulgare e confrontarsi con un

grande pubblico sui temi dell’attualità istituzionale, politica, sociale, economica su cui lavoriamo durante l’anno.

Nell’ultima edizione del Meeting, ad esempio, abbiamo dialogato con il presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera, sull’attualità della Costituzione italiana come riferimento per affrontare le sfide che stanno impegnando il nostro Paese e il mondo. Con José Barroso, già presidente Commissione europea, Branko Milanovic, economista, professore alla City University of New York, abbiamo affrontato uno dei temi che più ci sta a cuore, quello dei problemi del modello di svilup-

po economico dominante e delle diseguaglianze che esso produce, per interrogarci su quali politiche sia opportuno mettere in atto per correggerlo.

Il tema dello sviluppo economico, messo a tema con il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha aperto riflessioni importanti in particolare a riguardo del destino e della sopravvivenza del welfare state e dell’universalità dei suoi servizi. A questi temi è stato dedicato anche il Talk “Vivere di più, vivere meglio. Il welfare al bivio” tre puntate condotte da Enrico Castelli e Irene Eli-

sei, che ha visto la partecipazione di studiosi, politici ed esperti, quali Nadia Urbinati, Giancarlo Blangiardo, Stefano Bonaccini, mons. Vincenzo Paglia.

Il 2025 impegnerà la Fondazione su diversi fronti, tra cui, la presentazione del nuovo Rapporto sulla sussidiarietà dedicato al welfare territoriale; la preparazione di un nuovo Rapporto di ricerca dedicato alla sanità; la Scuola di formazione politica “Conoscere per decidere” realizzata in collaborazione con Società Umanitaria e Associazione Futuri Probabili di Luciano Violante,

Fondazione per la Sussidiarietà

La Fondazione per la Sussidiarietà, fondata da Giorgio Vittadini nel 2002, promuove la cultura della sussidiarietà come soluzione alla frammentazione sociale e al neoliberismo. Attraverso ricerca, formazione (scuole di sussidiarietà e politica), e pubblicazioni (il Rapporto annuale e la rivista Nuova Atlantide), la Fondazione si impegna a diffondere questo principio di organizzazione sociale che valorizza le iniziative locali e il ruolo dei corpi intermedi. Si concentra su temi quali sviluppo sostenibile, economia, welfare e istituzioni, offrendo analisi e contributi al dibattito pubblico. La Fondazione opera con un team di esperti e collabora con università e centri di ricerca.

sul tema “I rischi della democrazia e le lezioni del passato”; il nuovo ciclo della Scuola di Sussidiarietà dedicato alla formazione, teorica e pratica, di funzionari e operatori non profit su co-progettazione e co-programmazione. Queste ed altre attività ci permetteranno di sviluppare nuovo pensiero sul bene comune che desideriamo possa arricchire anche l’edizione 2025 del Meeting di Rimini.

Sito Fondazione per la Sussidiarietà sussidiarieta.net

I Talk della Fondazione per la Sussidiarietà al Meeting 2024 https://meetingrimini.news/ talk2024

La comunicazione del Meeting Un racconto a tre voci

Il presidente di una delle più autorevoli e radicate società di comunicazione e public affairs del Paese. Una sociologa della comunicazione che dirige una delle più importanti scuole di giornalismo italiane, oltre che un festival di rilevanza nazionale. Un giornalista e comunicatore che ha attraversato con successo e al massimo livello i più diversi ambiti della comunicazione: dall’agenzia di stampa al grande quotidiano, dalla multinazionale dell’energia allo storytelling d’impresa.

Tre figure di spicco del mondo della comunicazione, Gianluca Comin, Lella Mazzoli e Marco Bardazzi, raccontano il Meeting nel suo costante tentativo di aprirsi al mondo e farsi portavoce di dialogo e confronto.

Comin conosce il Meeting da vicino per esserne stato relatore fin dal 2007 e poi communication partner con la sua agenzia Comin&Partners. Bardazzi, dal canto suo, ha un legame ancora più lungo: la sua prima esperienza risale al 2003, mentre nel 2007 ha ricoperto il ruolo di portavoce della ma-

nifestazione. Mazzoli, oltre a essere stata relatrice, ha anche un ruolo fondamentale come referente accademico di tanti giovani giornalisti dell’Ifg di Urbino che, dal 2018, operano come reporter volontari al Meeting.

Abbiamo chiesto a queste autorevoli voci di condividere il loro punto di vista sul posizionamento attuale della comunicazione del Meeting, sulle aree di miglioramento da esplorare e sulle direzioni di sviluppo più promettenti per il futuro. Ecco le loro riflessioni.

COMIN: “IL MEETING DI RIMINI: COMUNICARE L’INCONTRO, PROGETTARE IL FUTURO”

Gianluca Comin è presidente di Comin & Partners, leader nella consulenza strategica di comunicazione e relazioni istituzionali, con sedi a Roma e Milano. Docente alla Luiss Guido Carli, è vicepresidente di Assoconsult dal 2021. Giornalista professionista dal 1987, ha ricoperto ruoli di spicco in Telecom Italia, Montedison ed Enel, gestendo operazioni internazionali e la reputazione aziendale. Autore di diversi libri sulla comunicazione, siede in vari consigli d’amministrazione tra cui la Biennale di Venezia e il teatro dell’Opera di Roma.

Ogni grande evento vive e cresce grazie alla sua capacità di raccontarsi, di trasformarsi in una narrazione che vada oltre il perimetro delle date e dei luoghi. Il Meeting di Rimini non fa eccezione: la sua comunicazione rappresenta uno degli elementi chiave che ne hanno sancito il successo negli oltre quarant’anni della sua storia. È una comunicazione che ha saputo costruire ponti, mettere in relazione universi culturali diversi e dare voce a tematiche che attraversano e interrogano la nostra epoca.

In un panorama culturale frammentato come quello odierno, il Meeting è riuscito a mantenere una straordinaria coerenza narrativa, coniugando i valori della tradizione con le necessità di un mondo in rapida evoluzione. Non si tratta semplicemente di “comunicare un evento”, ma di generare uno spazio di dialogo, con uno stile

e una empatia unici, in cui ogni messaggio diventa un invito all’incontro. Questa capacità distintiva è ciò che ha permesso al Meeting di posizionarsi come una delle principali piattaforme culturali non solo italiane, ma internazionali, in grado di coinvolgere leader di pensiero, istituzioni e, soprattutto, persone.

Eppure, la comunicazione del Meeting non si ferma al passato o al presente. In un contesto mediatico in continua evoluzione, dove la frammentazione dei canali e l’accelerazione dell’informazione rischiano di disperdere il valore dei contenuti, il Meeting dimostra di sapere adattarsi e innovare. Dai media tradizionali ai social network, la narrazione dell’evento si è ampliata per abbracciare pubblici diversi, mantenendo intatta la profondità del messaggio. Questo sforzo di integrazione tra i linguaggi non solo rende il Meeting accessibile

speciale comunicazione meeting

a platee più ampie, ma lo posiziona come un luogo di cultura in grado di dialogare con le nuove generazioni, sempre più esigenti e attente alla qualità del contenuto.

Guardando al futuro, il Meeting ha l’opportunità di esplorare nuovi strumenti e linguaggi per rafforzare il senso di appartenenza e ampliare la propria portata. Il digitale consente di

personalizzare i messaggi e raggiungere chiunque ovunque, favorendo un dialogo continuo. Formati immersivi come video brevi o esperienze interattive possono coinvolgere maggiormente, soprattutto le nuove generazioni.

Il Meeting ha già dimostrato di essere molto più di un evento: è una comunità viva e in continua evoluzione. Il

Lella Mazzoli, professore emerito di Sociologia della Comunicazione all’Università di Urbino Carlo Bo, è fondatrice del LaRiCA e direttrice dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino. Dirige con Giorgio Zanchini il Festival del Giornalismo Culturale e ha pubblicato numerosi saggi sulla comunicazione, tra cui Cross-news e Il patchwork mediale. Esperta di comunicazione, interviene in programmi radio e TV, occupandosi di cultura e scenari mediali.

Ogni grande evento vive Un evento per diventare grande ha bisogno di sviluppare tanti elementi. Livello culturale, autori di qualità, organizzazione efficiente… e molto altro. Non ultima la comunicazione. In particolare le strategie comunicative che debbono o possono essere adottate per rendere l’evento più riconoscibile e più visibile.

Ormai sempre di più parliamo di pubblici e non di pubblico. Infatti sono tante le differenze che connotano i gruppi, le aggregazioni e di seguito i gusti e le scelte delle persone. Per questo non possiamo più parlare di pubblico al singolare. Nonostante la globalizzazione abbia uniformato per certi versi i consumi sembra che le differenze siano ancora più visibili e per questo diciamo evviva! Questo rende però la comunicazione ancora più difficile e complessa.

Osservando uno dei grandi eventi nazionali e internazionali organizzati nel nostro paese, il Meeting di Rimini e osservandolo in parte dall’interno, grazie alla collaborazione che è stata attivata con l’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, ci si accorge delle grandi forze comunicative utilizzate dal Meeting.

compito della comunicazione, quindi, non è solo quello di riflettere questa vitalità, ma di alimentarla, trasformando ogni canale e ogni messaggio in un ponte tra tradizione e innovazione, tra locale e globale. In questo equilibrio risiede la forza del Meeting e la sua capacità di ispirare il nostro presente, tracciando al tempo stesso una rotta per il domani.

Provo a fare alcune riflessioni proprio su parte della comunicazione attivata.

I media. Tutti i media più importanti danno spazio ai tanti eventi, non solo per gli ospiti internazionali e per i politici di spicco che vi partecipano, ma per i temi di attualità trattati. Dico questo perché è una delle cifre della comunicazione del Meeting. Con ospiti assai differenziati per disciplina e per orientamento politico gli organizzatori raggiungono i tanti differenti pubblici.

Coordinamento. Tanti dunque sono gli strumenti utilizzati per comunicare e promuovere il Meeting. Dai media di massa che come dicevo sopra sono molto attivi e nei quali il Meeting è straordinariamente presente, ma anche prodotti interni come il “Quotidiano Meeting”, solo per fare un esempio che viene scritto, editato, distribuito e stampato quotidianamente.

Vorrei qui evidenziare l’importanza di far conoscere gli avvenimenti anche fuori dagli spazi fisici del Meeting attraverso i media sociali. Ci sono avvenimenti che più che altri raggiungono i pubblici e rimbalzano , per esempio attraverso i video su Youtube, ma anche sui social come Facebook o Instagram che quest’anno (2024) hanno

MAZZOLI: COMUNICARE PER AGGREGARE PUBBLICI E GENERAZIONI DIVERSE

avuto un ruolo particolarmente significativo. Realizzati in modo giovanilista, di stampo quasi pubblicitario, hanno avuto la funzione, come prevedibile, di raggiungere il pubblico dei giovani e giovanissimi dentro e fuori la Fiera, spazio in cui si svolgono gli incontri. Questi hanno avuto e hanno una importante funzione divulgativa, adatti a raggiungere specifici pubblici che diversamente non sono facili da contattare, sono pubblici che non ricevono notizie dai mass media.

Aggregazione. La comunicazione del Meeting si pone sostanzialmente l’obiettivo di mettere insieme la gente e perciò i menzionati pubblici. Offre per questo una variegata scelta di eventi, mostre, spazi di sperimentazione che rispondono alle differenti esigenze culturali e ricreative. Una

Nato a Prato nel 1967 e residente a Milano, Marco Bardazzi ha fondato Bea - Be a Media Company nel 2021, portando oltre 30 anni di esperienza nel giornalismo e nella comunicazione. Docente universitario, è stato direttore Comunicazione esterna in Eni e corrispondente Ansa negli Usa, dove ha raccontato eventi storici come l’11 settembre e le campagne presidenziali. Autore di libri, tra cui il recente Rapsodia Americana (2023), ha vinto prestigiosi premi giornalistici e contribuito a progetti multimediali innovativi.

sorta di parco culturale all’interno del quale è possibile conoscere, sperimentare, divertirsi. Obbiettivo fra gli altri affatto secondario: aggregare, mettere assieme per condividere.

Alcune considerazioni conclusive. Il Meeting ha una ottima forza comunicativa, è indubbio, come ho sopra evidenziato, opera attraverso una comunicazione mediata su una chiave di lettura della società che rimanda alla sua filosofia e progetto. È una comunicazione molto attiva nel periodo in cui si volge e anche poco prima del suo inizio. Ci sono però talvolta, a parer mio, delle mancanze come quella di coordinamento di contenuti diffusi sui tanti e differenziati media. Voglio dire che si potrebbe sfruttare di più questa potenza comunicativa facendo rimbalzare le notizie, le dichiara-

zioni, le interviste che gli importanti ospiti rilasciano, da un medium all’altro. Si darebbe così continuità, coerenza e coordinamento. La mancanza di coordinamento in comunicazione fa disperdere il messaggio e ne fa perdere la sua forza ed efficacia.

Inoltre potrebbe essere utile mantenere un’attività di comunicazione anche nella restante parte dell’anno, voglio dire che sarebbe utile non fare cadere l’attenzione sui temi e sugli obiettivi trattati soprattutto con uno sguardo al tema successivo. È un problema difficile da risolvere e tanti eventi lo hanno, anche quelli nazionali e internazionali. Ma è un aspetto importante sul quale va riflettuto e sul quale vale la pena di investire.

In questi ultimi anni chi si occupa di comunicazione ha spesso ripetuto che l’attuale ecosistema digitale dominato dai social media è caratterizzato da una significativa “scarsità”: l’attenzione delle persone. Bombardati da informazioni di ogni genere, guidati dagli algoritmi e abituati a un continuo scrolling con il pollice sui nostri piccoli schermi, siamo tutti diventati più distratti ed è difficile catturare la nostra attenzione per il tempo sufficiente a spiegare qualcosa o a raccontare una storia che vale la pena essere condivisa. È l’equivalente di una cattiva alimentazione, dove prevalgono gli zuccheri e i grassi che oltre a iperstimolare l’organismo, tendono a far venir voglia di altri zuccheri e altri grassi.

Ci sono però segnali di inversione di tendenza. Cominciamo tutti ad ave-

re una maggiore consapevolezza di come ci “alimentiamo” sui social e a capire che ci serve una dieta più equilibrata. Tra gli adulti, aumentano coloro che sentono il bisogno di tornare ad avere luoghi di significato, spazi dove si spiega la realtà senza limitarsi solo a schieramenti e polarizzazioni. I social ci hanno spinto a pensare che esistano risposte semplici a problemi complessi e c’è chi ci ha costruito sopra carriere politiche e televisive. Ma la realtà è complessa e non si risolve con approcci fatti solo di semplificazioni, come dimostrano tragicamente le guerre.

Le nuove generazioni, cresciute con gli smartphone e passate attraverso la sfida di costruire rapporti a distanza negli anni del Covid, si stanno rivelando più attrezzate dei loro genitori e fratelli maggiori nel gestire il mondo digitale, senza lasciarsi completa-

IL MEETING, IL LUOGO DELLA GIUSTA DIETA MEDIATICA IN UN MONDO CON TROPPI ZUCCHERI DIGITALI

mente assorbire dalla “rete” come è successo, in modo abnorme e incontrollato, tra il 2010 e il 2020.

Tutto questo porta a un ritorno di importanza per strumenti di comunicazione affidabili, con un perimetro ben preciso, completi e non diluiti nel flusso dello scrolling. Ne sono un esempio i podcast e le newsletter, che stanno acquistando sempre più spazio nelle “diete mediatiche” di chi non vuole essere sopraffatto dagli zuccheri di social media pieni di stupidaggini. Emerge anche una nuova, interessante generazione di youtuber, influencer e content creator che

sta pian piano colmando il vuoto che si lasciano alle spalle giornali e tv, ormai arrivati al capolinea e in continuo ridimensionamento.

Tutto questo è una buona notizia per il Meeting e per la sua comunicazione.

Perché a Rimini è dal 1980 che si cerca di costruire un luogo che dia un senso alla realtà, che suggerisca chiavi di lettura sul mondo che ci circonda e che utilizzi nel modo più adeguato gli strumenti della comunicazione più aggiornati. La più grande “scarsità” oggi non è più solo l’attenzione, ma

anche la capacità di dare un giudizio e di educare a leggere la realtà. Il Meeting e la sua comunicazione possono farlo interpretando al meglio le potenzialità per esempio dei podcast, delle newsletter, dell’AI generativa, della creazione di contenuto digitale, continuando a costruire un ecosistema dove il talento espressivo e comunicativo sia al servizio del bene comune.

Il Meeting è il luogo di una dieta mediatica equilibrata, sana, efficace. Un’alimentazione di quelle che fanno vivere più a lungo e soprattutto meglio.

Rimini, 20-25 Agosto 2024

AREA INTERNAZIONALE C3

C’È UN’ITALIA CHE COOPERA

Padiglione Internazionale MAECI Rimini Meeting 2024

VISUAL

La partecipazione del MAECI alla 45° edizione del Meeting di Rimini per l’amicizia tra i popoli (20-25 agosto 2024) è una delle principali vetrine di comunicazione per le attività della politica estera e della cooperazione allo sviluppo italiana. Il grande Padiglione Internazionale, di circa 4000 m2 di spazi espositivi e spazi per eventi ed incontri, è stato coordinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l'Unido, l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e il Ciheam Bari e con la partecipazione di AVSI e FAO.

Particolare attenzione è stata data nello spazio espositivo alle iniziative del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo e dei suoi partner nazionali ed internazionali. Ampio spazio è stato dedicato all’iniziativa Food for Gaza, al nuovo approccio della politica estera e della Cooperazione italiane verso l’Africa e alle grandi progettualità della Cooperazione Italiana nel continente, diverse delle quali parte del Piano Mattei, senza trascurare gli importanti sforzi profusi nel resto del mondo.

Una sezione, infine, è stata dedicata alla promozione della cultura e della lingua italiane, la tutela dei connazionali all’estero, i corridoi umanitari e il contrasto alla disinformazione.

Oltre 1000 visitatori registrati sull'apposita app hanno usufruito di visite guidate dello spazio intitolato “C’è un’Italia che coopera”.

Nello spazio eventi del Padiglione sono stati organizzati 14 incontri con elevati livelli di partecipazione del pubblico.

Lo spazio è stato visitato da numerosi rappresentanti delle istituzioni e personalità di rilevanza internazionale.

direzione creativa Antonella Porfido | progetto architettonico arch. Andrea Bianchi

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