Quotidiano Meeting | 22 agosto 2023

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EDITORIALE

Quattro scelte decisive

Il lavoro è uno dei protagonisti del Meeting 2023. Se ne parlerà nell’incontro con la presidentessa della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, nel Talk “Generazione lavoro” della Fondazione per la Sussidiarietà, e in numerosi altri incontri e mostre. Contro la teoria neo-liberista che lo subordina al profitto, troppo spesso speculativo, e all’assistenzialismo che ne umilia il valore, il lavoro è l’azione umana che cerca di rispondere ai bisogni e ai problemi che emergono dalla vita.

Questa azione si manifesta come capacità creativa di trasformare risorse personali e naturali in possibili risposte: gli oggetti e le abilità di ciascuno diventano cibo, cura, casa, insegnamento, trasporto, bellezza artistica e prodotti e servizi di cui altre persone possono godere assieme a noi.

I principali obiettivi da raggiungere in modo sussidiario nelle politiche a sostegno del lavoro possono essere riassunti in quattro voci.

Primo l’incremento delle opportunità di lavoro, perché la prospettiva non riguarda l’alternativa tra sviluppo senza lavoro e lavoro senza sviluppo, ma quella di un declino senza lavoro. Secondo: una maggiore accessibilità alle offerte di lavoro esistenti. Terzo: il sostegno a chi è senza occupazione, soprattutto con la formazione. Quarto: una distribuzione più equa ed efficiente del reddito.

Sono fondamentali alcune scelte. La prima è l’investimento in istruzione e formazione. Un’innovazione sempre più avanzata richiede l’aggiornamento delle competenze e un orientamento delle persone perché divengano più consapevoli delle loro competenze e capacità. Un paese come l’Italia povero di materie prime, ma ricco di conoscenze e cultura, deve investire soprattutto sulla “testa”

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ANNO 44 N° 3

Monsignor Baturi al Meeting: «Diffondere l’amicizia come capacità di generare un popolo»

Una “casa” per tutti

La

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Economia

«Abbiamo una terribile difficoltà a lasciarci amare e perdonare. Accadde anche a Pietro: e’ la tentazione ultima dell’autosufficienza, che consiste nell’eliminare l’altro e potersi salvare da sé». Monsignor Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari, nell’incontro dedicato al titolo del Meeting introdotto da Bernard Scholz, ha parlato di amicizia e del mistero della libertà dell’uomo «che anche davanti a Dio può dire

di no» dicendo di no alla «gente che vi vuole davvero bene e che vuole lavarci i piedi, chiede un’apertura, una fiducia che spesso neghiamo per paura di perderci». «Nell’amicizia invece - ha detto ancora Baturi - bisogna un po’ perdersi per ritrovarsi. Ed è la verità dell’amicizia: accettare di lasciarci amare, accettare di dipendere da un altro».

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, RACCONTI, CRONACHE A MICROFONO APERTO

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di Giorgio Vittadini
UNA CIVILTÀ NON CRESCE SENZA CULTURA DIALOGO E BELLEZZA NE SONO LA LINFA VITALE SOSTIENI IL MEETING COSTRUIAMO INSIEME QUESTA GRANDE STORIA DONA ORA AI DESK HALL SUD · A3 · A5 · C1 · C5 · D0 DONA SUBITO DAL TUO SMARTPHONE sostienici.meetingrimini.org
mostra Fiori di speranza in Siria
Sviluppo impossibile da
soli
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INTERVISTE

EDITORIALE

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delle persone, che è il fattore principale per conseguire un’occupazione dignitosa e con stipendi adeguati. Siamo in netto ritardo per numero di diplomati e laureati, persone formate da istruzione professionale e nella formazione continua. La seconda scelta per perseguire gli obiettivi riguarda l’investimento sulla qualità del lavoro. La pandemia ci ha fatto sperimentare quanto rapidamente sia possibile riconfigurare la struttura produttiva grazie a tecnologia e flessibilità e ha fatto crescere la domanda di una nuova qualità del lavoro basata su forme innovative di organizzazione e una migliore conciliazione tra tempo di vita e tempo di lavoro, soprattutto per le donne. La terza scelta è quella per un giusto salario e un giusto sussidio. Non si può dimenticare che molto lavoro oggi è pagato troppo poco. Il giusto salario, specie se proviene dalla libera contrattazione, è un principio guida, molto diverso dal salario minimo, è uno strumento continuo per raggiungere progressivamente livelli adeguati di reddito. La quarta scelta è relativa alla partecipazione collettiva, cioè alla crescita delle esperienze sussidiarie. Occorre un nuovo protagonismo dei corpi intermedi del mondo del lavoro a sostegno delle persone, caratterizzato da servizi di promozione sociale, tutela dei diritti di tutti coloro che lavorano, sviluppo di nuovi servizi di welfare.

EDITORIAL

Four decisive choices

Work is one of the protagonists of the Meeting 2023. It will be discussed in the meeting with the President of the Constitutional Court, Silvana Sciarra, in the talk “Work Generation” organized by the Foundation for Subsidiarity, and in numerous other meetings and exhibitions. Against the neoliberal theory that subordinates work to profit, often speculative, and the welfare approach that humiliates its value, work is the human action that seeks to respond to the needs and problems that arise in life.

This action manifests as the creative capacity to transform personal and natural resources into possible solutions: each individual’s objects and skills become food, care, shelter, education, transportation, artistic beauty, and products and services that others can enjoy together with us.

To this end, the main objectives to be achieved through subsidiarity in labor support policies can be summarized in four aspects.

First: increasing job opportunities, as

the perspective doesn’t concern the choice between development without jobs and jobs without development, but the risk of decline without jobs.

Second: greater accessibility to existing job offers.

Third: support for the unemployed, especially through education and training.

Fourth: a fairer and more efficient income distribution.

To achieve these goals, some choices are fundamental. The first is investing in education and training. Ever-advancing and complex innovations demand continuous updating of skills and orienting people to become more aware of their competencies and abilities. A country like Italy, poor in raw materials but rich in knowledge and culture, should primarily invest in developing people’s intellectual capabilities. This is a primary factor in achieving dignified employment with adequate salaries. We are lagging behind in terms of the number of high school and college graduates, individuals trained in vocational education, and ongoing training.

We are one of the European countries with lower wages.

The second choice to achieve these goals concerns investing in work quality. The pandemic has shown how quickly we can reconfigure production structures through technology and flexibility. This has led to a demand for a new quality of work based on innovative forms of organization and better worklife balance, especially for women. The third choice is for fair wages and fair subsidies. It can’t be forgotten that much work today is paid too little to ensure a “free and dignified life,” as stated in the Italian Constitution. A fair wage, especially if derived from free bargaining, is a guiding principle. It’s very different from a minimum wage and is a continuous tool to gradually achieve adequate income levels. The fourth choice relates to collective participation, i.e., the growth of subsidiarity experiences. A new role for intermediary bodies in the labor world is needed to support individuals, characterized by social promotion services, protection of the rights of all workers, and the development of new welfare services.

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PRIMO PIANO Il titolo del Meeting nella lettura dell’arcivescovo di Cagliari monsignor

«Un amore che accoglie e include»

«Abbiamo una terribile difficoltà a lasciarci perdonare e ad accettare che un altro ci voglia bene»

Monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo metropolita di Cagliari e segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha affrontato il tema del Meeting di Rimini “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”.

L’incontro è stato guidato dal presidente del Meeting Bernhard Scholz, il quale ha proposto a monsignor Baturi le domande che vengono dall’esperienza dell’uomo d’oggi, dal suo desiderio di amicizia e dalle contraddizioni in cui spesso si trova a vivere.

Baturi, già nella risposta alla prima domanda, ha sottolineato che l’amicizia si fonda sull’esperienza e che quindi è fondamentale per comprendere la sfida del tema del meeting condividere le esperienze e riflettere su di loro.

«E l’esperienza ci dice che tante delusioni non tolgono gli ideali» ha evidenziato sempre monsignor Baturi che poi ha tratteggiato le caratteristiche dell’amicizia: ci fa uscire da noi stessi, ci fa fare esperienza di una vera comunione che non è uniformità in quanto salva l’alterità dell’altro, è reciprocità, è corrispondenza. Questa reciprocità aiuta a spalancare il proprio amore a tutti. Qui un passaggio commovente dell’arcivescovo che si è chiesto come si possa vincere il rischio che invece tutto degeneri in egoismo, in narcisismo e in solitudine. «Accettare se stessi e la vita come data, questo genera amicizia» ha detto con forza e con grande poeticità ha parlato dell’amicizia come di una culla in cui si impara a volersi bene. Colpisce questa certezza dell’arcivescovo di Cagliari, per lui il fondamento dell’amicizia è riconoscere la vita come un bene perché data.  Di fronte a qualsiasi contraddizione e a ogni caduta bisogna tornare alla sorgente dell’amicizia, il Mistero di Dio come amore corrisposto.

L’orizzonte ultimo dell’amicizia è la misericordia e questo fa cogliere la sua inesauribilità: l’amicizia è inesauribile perché è il volto di Cristo. La misericordia è un abbraccio e tutti siamo chiamati a essere questo abbraccio di misericordia. Sollecitato da un’altra domanda di Bernhard Scholz, monsignor Baturi ha indicato nell’amicizia sociale di cui parla Papa Francesco il compito a cui tutti siamo chiamati in questo mondo segnato da inimicizie e conflitti. Un’amicizia che accoglie e include, un’amicizia che diventa casa per tutti, in primo luogo per i poveri: questo è il compito prioritario oggi,

sviluppare e diffondere l’amicizia come capacità di generare un popolo. Giovanni Paolo II parlava di soggettività creativa del cittadino, oggi si dovrebbe parlare di soggettività creativa delle amicizie. Monsignor Baturi ha poi voluto insistere sulla mendicanza dell’amicizia e ha citato il Testamento spirituale di padre Christian de Chergé, priore trappista di Tibhirine.  Ha letto: «Ecco, potrò, se a Dio piace, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’Islam così come li vede Lui, tutti illuminati dalla gloria del Cristo». E ha sottolineato che bisogna imparare a guardare gli altri dal punto di vista del Padre.

L’amicizia è comprensiva, è un amore che accoglie tutti: la prima forma è quella della famiglia, l’amicizia coniugale in cui il rispetto per l’altro diventa prendersi cura dell’altro.

Monsignor Baturi è entrato poi nei temi della politica e della guerra. L’amicizia politica è quella che lega i cittadini alla stessa preoccupazione per il destino della società. La violenza nasce nella contrapposizione tra l’io e il tu, mentre l’amicizia porta il desiderio della verità e del bene dell’altro. La guerra come diceva don Giussani nasce dall’idolatria e ciò che salva dall’idolatria è il senso religioso, la mendicanza del mistero della vita, vero antidoto contro la violenza.  Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi hanno firmato la grande dichiarazione sulla Fratellanza umana, un messaggio di speranza in cui risulta evidente che la pace sia per ogni uomo. Viene da chiedersi come mai sia rifiutata una cosa buona e positiva per ogni essere umano. «Perchè bisogna incontrare un amico - risponde monsignor Baturi - che vinca le nostre resistenze, un uomo che penetri nella nostra solitudine e la apra all’altro». La vera amicizia è capace di valorizzare ogni frammento di bene che vi è in ogni altro. E a questo proposito monsignor Baturi ha testimoniato quanto sia importante il Meeting di Rimini che ha chiamato una pratica di pace. Monsignor Baturi ha concluso il suo intervento in modo quanto mai coinvolgente in quanto ha voluto evidenziare che a tutti i livelli la resistenza all’amicizia è l’autosufficienza, pensare di salvarsi da soli. Mentre ciò che sta in una vera amicizia è accettare che un altro ci voglia bene. Qui sta il problema dell’uomo d’oggi, che non accetta il perdono. Questa è allora la sfida dell’amicizia, lasciarsi amare e perdonare.

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LA FOTO DEL GIORNO

ARENE Quattro luoghi di dialogo e lavoro su energia, ambiente, società e cooperazione internazionale

L’approfondimento è in piazza

Percorsi tematici, incontri specifici e momenti di confronto con personalità autorevoli ed esperti di settore

Dalla sfida ecologica alla questione giovanile. Anche quest’anno il Meeting offre percorsi che trattano, in modo originale, tematiche che segnano il mondo in cui viviamo: energia, ambiente, sostenibilità, cooperazione, lavoro. E come accade da alcuni anni, organizzatori ed espositori, accorgendosi del crescente interesse per argomenti specifici nonché del desiderio di molti di poterli approfondire, hanno assecondato la crescita, a fianco delle mostre, di spazi ancora più adatti a far incontrare le persone, creando occasioni di dialogo e confronto, anche con esperti di settore.

Da questa intuizione sono nate le Arene, luoghi divenuti ormai caratteristici nella geografia del Meeting. Ambienti in un certo senso “protetti”, ma che restano comunque aperti a tutti. Bastano pochi elementi per creare occasioni di incontro: qualche fila di panche o gruppi di sedie disposte a semicerchio, un palco, alcune poltrone per gli ospiti di talk e

microfoni. Quest’anno sono quattro le arene e ciascuna ospita un palinsesto di incontri.

In fondo al padiglione A1 si trova uno spazio legato a doppio filo con la mostra “Dono e risorsa. Le sfide dell’energia”, a cura di Euresis e Camplus: qui un video introduttivo accoglie i visitatori e funge da cornice concettuale per incontri a

tema su scienza, trasporti, transizione energetica e sostenibilità ambientale. Sempre nel padiglione A1, la Fondazione Lombardia per l’Ambiente ha realizzato un’arena che vede alternarsi tre appuntamenti quotidiani: alle 15 un laboratorio didattico per bambini sulla sostenibilità; alle 18 un incontro con i rappresentanti di istituzioni e aziende sul territorio; alle

19 un momento artistico tra musica, danza e recitazione, quasi un sospiro di bellezza che unisce arte e natura. Il padiglione C3 è una grande rete di cooperazione.

Qui il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in collaborazione con Ciheam di Bari, ospita incontri dal respiro globale che, partendo dai punti dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, affrontano questioni “calde” che affliggono i Paesi in via di sviluppo, come povertà e inquinamento, per scoprire insieme che “C’è un’Italia che coopera” e un’amicizia sociale è possibile. Nel padiglione A5, infine, lo spazio Agorà Cdo, allestito dalla Compagnia delle Opere, tra le mostre dedicate al disagio giovanile e alle città future, offre una possibilità di dialogo sulle sfide della contemporaneità, spaziando dall’ambito educativo a quello formativo e lavorativo, questioni che interessano tutti, famiglie e scuole, mondo delle imprese e del sociale.

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IN MOSTRA Cinque monache trappiste in Siria: ad Azer l’impronta di Dio tra le bombe e il terremoto

Fiori dove c’è la guerra

Suor Marta Luisa Fagnani, madre badessa del monastero Fons Pacis: «Piantare, costruire, avere cura della vita, dare ragione del presente e del futuro ha senso anche e soprattutto in questo tempo»

Perché piantate fiori mentre c’è la guerra? La domanda campeggia su un cartellone a metà della mostra “Azer – L’impronta di Dio”, che ha già entusiasmato tanti visitatori del Meeting. Uno più scettico degli altri però si ferma e si interroga: già, potrebbe essere la sua, quella domanda rivolta da un giovane

soldato alle cinque monache trappiste dopo che le bombe avevano sfiorato il loro monastero, sorto nel mezzo di una Siria tormentata da 12 anni di guerra (e, pochi mesi fa, anche da un terremoto).

Lì, però, lui vedeva un giardino in ordine, vedeva i colori di quelle rose. E il soldato si stupiva, pieno di ammirazione.

«Piantare, costruire, avere cura della vita, dare ragione del presente e del futuro, ha senso anche e soprattutto in tempo di guerra», spiega suor Marta Luisa Fagnani (nelle foto accanto), che del monastero Fons Pacis di Azer è la badessa.

Sì, ha senso perché è un luogo di accoglienza per tutti, musulmani e cristiani, in una Siria dalla lunga tradizione multietnica e multireligiosa. Poi, a incrinarla, dal marzo 2010 è arrivata la guerra… A cui si sono aggiunti il Covid nel 2020, un’epidemia di colera nel 2022, il devestante terremoto che nel febbraio 2023 ha colpito anche la Siria, non solo la Turchia. E allora un secondo dubbio nasce nello scettico visitatore: che bisogno c’era di un grande monastero in un paese tutto da ricostruire? Che senso aveva sprecare ferro, cemento e denaro? La risposta di suor Marta è di una semplicità evangelica: «Oltre agli edifici occorre anche ricostruire la speranza, è la logica del balsamo sparso sui piedi di Gesù, che poteva apparire uno spreco».

BANCO BUILDING

Il miracolo dei pannelli solari

Silvio Pasero è presidente di Banco Building, che recupera materiali non deperibili e li destina a opere di carità. Nel 2017 riceve in dono 4000 metri quadrati di pannelli solari e già si chiede se abbia fatto bene ad accettarli: chi mai potrà averne bisogno? Appena due giorni dopo squilla il suo telefono: è suor Marta, che ha avuto il suo numero e gli chiede: «Avete per caso 2000 metri quadrati di pannelli per il nuovo monastero siriano». Se ne avesse altrettanti, si potrebbe fornire elettricità ai musulmani e cristiani dei villaggi vicini… «In quel momento ho avuto una prova dell’esistenza di Dio», scherza Pasero.

L’INCONTRO Sembrava impossibile

“Azer, dove sembrava impossibile” è il titolo di un incontro (non occorre prenotazione) che si aggiunge al fitto calendario del Meeting. Condotto dal giornalista Davide Giuliani, si tiene alle 14 di oggi martedì 22 nell’Arena internazionale, al padiglione C3, proprio davanti alla mostra sul monastero siriano. Si tratta di una possibilità per tutti di incontrare di persona l’ingegner Alberto Mazzucchelli, progettista del nuovo monastero di Azer; Silvio Pasero, presidente di Banco Building; Andrea Benzoni, inviato Maeci per il dialogo interreligioso; e Hady Kobeissi, coordinatore di Avsi in Siria.

Il visitatore però è ancora perplesso: a cosa può servire un monastero cristiano in un paese a stragrande maggioranza musulmana, dove oltre tutto le conversioni sono di fatto impossibili? Suor Marta non ha dubbi. Forse sta pensando ai sette monaci di Tibhirine, rapiti e trucidati nel 1996 dagli islamisti in Algeria. Proprio per raccogliere la loro eredità, suor Marta con tre sorelle nel 2005 partì per la Siria, lasciando la sua casa toscana

di Valserena. E questi 18 anni hanno rafforzato la convinzione: «Un monastero cambia il mondo anche se il mondo non se ne accorge». E comunque i siriani se ne sono accorti, eccome, del fatto che le suore siano rimaste nel paese anche dopo lo scoppio della guerra, 12 anni fa. È proprio la strenua fedeltà alla “stabilità” benedettina ciò che oggi fa amare da tutti, cristiani o musulmani che siano, quelle che chiamano “le nostre suore”. Suor Marta conferma: «Hanno bisogno di vedere che la gente non se ne va. E infatti, l’ultima volta che sono andata a rifare il passaporto, il capo dell’ufficio ha subito detto al suo giovane addetto: faglielo in fretta, perché queste suore sono rimaste qui durante la guerra». Forse a questo punto quel visitatore è un po’ meno scettico. Non lo sono i tanti altri, affascinati dai pannelli e dai filmati della mostra. L’ultimo si conclude con una scena surreale e bellissima: due anziane suore, trascinate dalla consorella angolana, che a loro si è aggiunta in questi anni, accennano passi di ballo sul cemento gettato per le fondamenta del nuovo monastero in costruzione, tra i ferri che spuntano dalle colonne. No, quel visitatore non se la sente proprio di chiedere che senso abbia ballare, e ballare “con allegrezza”, in un paese dilaniato da guerra e povertà.

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Oltre agli edifici occorre ricostruire la speranza nelle persone
Un monastero cambia il mondo anche se il mondo non se ne accorge

IN MOSTRA Il mito inossidabile dei personaggi di Guareschi anche quest’anno presenti in Fiera

Camillo e Peppone inesauribili rivali amici

«Quelli veri siamo noi» e «La fine di una storia che non finisce mai» i titoli dei pannelli conclusivi

«Don Camillo e Peppone, rivali sempre nemici mai» non è soltanto una mostra fotocinematografica, ma la celebrazione dell’amicizia vera, dell’onestà intellettuale, della sconfitta dei pregiudizi. L’esposizione, composta da una ventina di pannelli, si può visitare senza prenotazione fino a venerdì prossimo nel padiglione B2. Curata dall’associazione “Amici di Giovannino Guareschi”, e realizzata in collaborazione con Egidio Bandini e la Pro loco di Brescello, gode del sostegno del Rotary Club Cortemaggiore Pallavicino, di Padanaplast e del patrocinio della Regione Emilia Romagna.

Scrive Guareschi: «Due accaniti avversari lottano duramente senza mai diventare nemici, perché ascoltano la voce della loro coscienza, Cristo. Peppone e don Camillo si odiano con amore». Un’affermazione contraddittoria ma piena di significato, sorprendente, che calza alla perfezione con l’edizione del Meeting in-

AREA INTERNAZIONALE | PAD C3

C’È UN’ITALIA CHE COOPERA

centrata sul tema dell’amicizia. Lo scrittore di Roccabianca per amicizia intendeva il rapporto fra persone che vedono, capiscono, comprendono il buono che c’è nel prossimo, senza preconcetti o contrasti ideologici. Nei suoi libri questi chiaroscuri emergono, da un lato, nella figura di don Camillo, irruento ma colto, forte ma caritatevole, in diretto contatto con Gesù, dall’altro in quella di Peppone, ignorante ma sensibile, focoso e credente, profondamente legato al sacerdote. I pannelli si sviluppano nella descrizione dei luoghi guareschiani: un paese che

è un puntino nero che si muove in su e in giù per il Po, un comune, Brescello, individuato quale set dal regista Julien Duvivier per girare i film, ma che in realtà, geograficamente, potrebbe essere uno dei tanti luoghi della Bassa padana. Una cosa certa è che il «mondo piccolo» che ha ispirato i racconti di Guareschi esiste realmente. Ed è quella «fettaccia di terra grassa che sta tra il monte e il fiume, tra il Po e l’Appennino». Così sono effettivamente esistiti, agli inizi del ‘900, anche i personaggi del prete e del sindaco comunista.

Il proseguire della mostra è una descrizione con fotografie e testi scritti della trasposizione cinematografica dei libri, i cinque-sei film più famosi del duo storico Fernandel-Cervi, conosciuti e amati nel mondo e considerati unici interpreti della saga. Le pellicole non sono mai state amate da Guareschi, anzi inizialmente erano state contrastate da Giovannino, sia per quanto riguarda le sceneggiature, sia per gli interpreti stessi a cui inizialmente non piacevano affatto, ma che poi adottò entrambi.

«Quelli veri siamo noi» e «La fine di una storia che non finisce mai», sono i titoli dei pannelli conclusivi, celebrazione dell’amicizia dentro e fuori dal set del duo Fernandel-Cervi, coppia indimenticabile, ed amata e mai rimpiazzata nel loro successo popolare dai successivi interpreti dei film.

Sulle figure dei due accaniti rivali e sulle connessioni con i temi del Meeting sarà dedicato l’incontro-spettacolo di oggi alle 19, in sala Conai A2.

e storie della Cooperazione Italiana

percorsi

Libertà religiosa, un diritto universale

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IN MOSTRA Un Péguy quasi sconosciuto emerge dall’esposizione promossa dalla Fondazione costruiamo il futuro

Il rivoluzionario dell’umano

La grande inquietudine del mondo d’oggi vista con gli occhi dell’autore de “La città armoniosa”

Appena entrati nel padiglione C1, l’attenzione del visitatore è subito attratta da una scritta che non si può evitare: “La grande inquietudine. Péguy e la città armoniosa”. Titolo potente ed evocativo per la mostra curata da Ubaldo Casotto, giornalista e direttore scientifico della Fondazione costruiamo il futuro, che la promuove. È la cifra esistenziale di quest’epoca, l’inquietudine, e quel titolo ci pone davanti agli occhi tutta la sua provocazione. Ne parliamo con il curatore, seduti sulle panchine davanti all’ingresso.

Strutturalmente la mostra è organizzata in sezioni che, anche visivamente, corrispondono a citazioni tratte dai famosi “Cahiers” dell’autore francese. «Conosco l’opera e il pensiero di Charles Péguy da tanti anni, come grande pensatore e scrittore cristiano – spiega Casotto – e all’inizio della nostra proposta c’era l’idea di approfondire “La città armoniosa”». Come spesso succede, però, la realtà su-

pera il progetto iniziale. «Leggendo quel testo, l’ho riscoperto ed è così che è venuto fuori il titolo: la questione della grande inquietudine e con esso la scoperta delle domande che ha posto Péguy al mondo di allora e che sono valide anche adesso». Sempre il curatore: «C’è il Péguy che

il popolo del Meeting già conosce, ma c’è anche quello della “città armoniosa”, il Péguy “sociale”, lo conosciamo poco, decisivo non tanto nelle soluzioni che offre, piuttosto nelle domande che pone sulla scristianizzazione, sul lavoro, su problematiche culturali».

Nell’anniversario che celebra i 150 anni dalla sua nascita, Péguy ci offre una testimonianza, profetica, laica e realista di come si possa vivere da protagonisti il mondo moderno, che, come Papa Francesco ha genialmente sintetizzato, è segnato da un vulnus epocale. Proprio come il tempo in cui è vissuto Péguy: allora il mondo contadino cedeva il passo a quello industriale e si registravano i prodromi della scristianizzazione, così oggi si passa dal mondo industriale a quello digitale, in cui il volto della società è ben definito come post cristiano. La mostra non intende offrire una lettura semi agiografica o intellettuale dell’autore, piuttosto invitare a un paragone con Péguy su temi di ineludibile attualità. Sulla giustizia, per esempio, o sulla povertà quale impedimento alla realizzazione della “città armoniosa”. Ma anche sul gusto del bello e sulla bontà del lavoro come produzione dell’uomo. Un rivoluzionario dell’umano il Péguy che emerge dalla mostra.

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Cibo, innovazione, sostenibilità e resilienza ingredienti decisivi per un nuovo sviluppo urbano

A tavola nelle città del futuro

Esperti a confronto nel padiglione del Ministero degli esteri. Nuovi punti di connessione tra produttori e consumatori

Le città del futuro, impregnate di innovazione, sostenibilità e resilienza, vedono nel cibo un elemento chiave per la loro definizione. Nel contesto di questa prospettiva, il talk “I mercati e il cibo delle città del futuro”, ha riunito ieri esperti e leader del settore per discutere la connessione essenziale tra mercati alimentari e sviluppo urbano.

L’evento è stato organizzato dal Ciheam Bari e la World Farmer Market Coalition in partenariato con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il moderatore, Carmelo Troccoli, direttore generale di World Farmer Market Coalition, ha aperto il dialogo sottolineando l’importanza dei mercati alimentari come punti di connessione tra produttori e consumatori, e come luoghi di approvvigionamento fresco e di socializzazione.

Il cibo emerge come collante tra cittadini e ambiente, unendo la qualità della vita e l’alimentazione salutare. Le turbolenze post-pandemiche, che mettono a rischio

economia e agricoltura, sono state affrontate. L’inflazione dei costi di produzione colpisce cittadini e agricoltori. La sfida? Costruire una relazione vantaggiosa tra città e campagna.

Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, ha enfatizzato il ruolo evolutivo dei mercati tradizionali, ponte tra passato e futuro. La relazione città-campagna

è fondamentale per una convivenza sostenibile. I mercati contadini emergono come il mezzo chiave ed esplorando l’evoluzione dei mercati tradizionali, evitando l’impoverimento e diventando ponti autentici tra produttori e consumatori. L’espansione dei mercati e la vendita diretta degli agricoltori incentivano l’accesso al cibo genuino.

Inoltre Giaime Berti, co-chair di Resilient Local Food Supply Chains Alliance, ha messo in luce la necessità di affrontare la resilienza delle catene di approvvigionamento alimentare. La produzione in città, la riqualificazione di spazi dismessi e la riduzione delle filiere di importazione sono state considerate misure essenziali per affrontare sfide come il cambiamento climatico e la povertà alimentare.

Andrea Calori, presidente di Està - Economia e Sostenibilità, ha sottolineato invece l’importanza di adottare pratiche ecologicamente responsabili per garantire sistemi alimentari urbani sostenibili. La trasformazione innovativa del settore agroalimentare, con un focus su strategie locali, è emersa come strumento cruciale per affrontare le sfide in rapida evoluzione

Infine l’assessore all’Urbanistica, Infrastrutture strategiche e Mobilità sostenibile del comune di Taranto: Mattia Giorno ha scelto di focalizzandosi sulle implicazioni politiche e urbanistiche, ha illustrato progetti concreti di integrazione di prodotti agricoli genuini nelle mense gratuite scolastiche e ospedaliere.

L’ateneo telematico presente per la prima volta al Meeting con un desk informativo nel padiglione A5

Unimarconi, crescere senza barriere

La proposta: diffondere la conoscenza per valorizzare le identità e costruire un mondo più umano

Promuovere il dialogo, l’inclusione e lo scambio formativo partendo dall’educazione quale motore del cambiamento socio-culturale. Unimarconi, ateneo digitale italiano, è presente per la prima volta al Meeting con la propria offerta formativa. La proposta di Unimarconi è semplice: diffondere la conoscenza e la comprensione reciproca per superare barriere e pregiudizi, per costruire un mondo più umano in cui ognuno possa essere valorizzato nella propria identità e diversità. «A Rimini abbiamo trovato una realtà fertile e amica che arricchisce la nostra proposta» - sottolineano i responsabili del desk di ateneo.

Sei facoltà, cinquanta percorsi di laurea, sessanta corsi post laurea, dieci corsi internazionali, erogati in modalità a distanza con esami da sostenere in presenza. Questa, in sintesi, l’offerta di Unimarconi

rivolta agli studenti di tutte le età con un’attenzione ai giovani neo diplomati in crescita costante.

«Vogliamo superare la barriera del pregiudizio intorno agli atenei telematici portando delle ragioni». Quali? Con una proposta rivolta ai giovani e alle loro famiglie di lauree di valore, professionalizzanti e a costi economici sostenibili. In

che modo? Concretamente attraverso varie azioni: qualità delle lezioni erogate, fruibili sempre e in varie modalità (pc, tablet, smartphone), eccellenza del proprio corpo insegnanti incardinato in ateneo, disponibilità dei tutor nelle fasi preparatorie agli esami, sedi presenti in tutte le regioni italiane, potenziamento delle tecnologie, infrastrutture e spazi di

aggregazione per favorire la creazione di community e l’amicizia fra gli studenti. L’offerta formativa è ampia e spazia dalle lauree triennali con un’attenzione alle nuove competenze richieste oggi dal mercato del lavoro: economia e management, lettere e valorizzazione dei beni culturali, scienze dell’educazione, comunicazione, politiche, relazioni internazionali, psicologia; completano il portfolio le lauree di ingegneria. Ricca la gamma delle lauree magistrali biennali o ciclo unico a completamento della carriera universitaria.

Altre novità sono e rappresentate dagli accordi internazionali per l’apertura di sedi all’estero in Europa, Asia e Sud America e il metaverso, la piattaforma virtuale 4.0 che Unimarconi sta costruendo per incontrare i propri studenti; un fenomeno prorompente che amplifica l’amicizia senza sostituire la possibilità d’incontro in presenza.

MARTEDÌ 22 AGOSTO 8

INCONTRI Il ministro dell’Economia Giorgetti a confronto con i protagonisti del mondo imprenditoriale e creditizio

«Insieme per creare sviluppo»

I cambiamenti di economia e lavoro sotto la lente della Fondazione per la Sussidiarietà

di Paolo Costa

È decisivo e urgente superare ogni contrapposizione e contribuire insieme a creare sviluppo. Il concetto è stato ripetuto da relatori che pure rappresentavano mondi diversi, appartenenti sia alla sfera pubblica che a quella privata e a settori strategici come quello bancario e assicurativo.

L’incontro “Sostenere lo sviluppo. Nuove politiche per un’economia innovativa” promosso dalla Fondazione per la Sussidiarietà, e introdotto da Giorgio Vittadini, ha visto confrontarsi Stefano Barrese (Intesa San Paolo), Francesco Mutti (presidente Centromarca), Maria Bianca Farina (presidente Ania) e il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, collegato da Tarvisio e in procinto di partecipare al funerale dei due finanzieri morti durante un’esercitazione sul monte Mangart.

Alle due domande introduttive (quale tipo di sviluppo vogliamo costruire e di quale modello di Stato c’è bisogno) i re -

latori hanno concordato su alcuni punti precisi: occorre “fare sistema”, innescare una nuova e più incisiva collaborazione pubblico-privato-terzo settore, pensare a un nuovo modello di sviluppo sostenibile (tema sottolineato in modo particolare dal ministro) dove la sostenibilità non riguardi soltanto l’ambiente (comunque molto importante) ma si preoccupi della solidarietà intergenerazionale.

«Il Pil – ha detto Giorgetti – è un indicatore che non ci fa cogliere alcune realtà fondamentali per definire lo sviluppo. E oggi stiamo andando verso un cambiamento totale dei parametri economici. Non è più corretto perciò confidare unicamente nella mano invisibile del mercato». Di conseguenza serve uscire da certi schemi, consentire innovazione, capacità di intraprendere, concentrarsi sul lato dell’offerta più che della domanda (evitando l’assistenzialismo anni ‘70), assicurare la massima attenzione a un debito “sopportabile” anche in futuro, concepirsi dentro un sistema che non è

solo lo Stato.

«All’Europa, – ha detto Giorgetti – che comunque ultimamente ha cambiato paradigma con alcuni suoi interventi su patto di stabilità, Next Generation Ue e

chips act, chiediamo che abbia senso del tempo e che nelle nuove scelte di governance vengano privilegiati gli investimenti rispetto alle spese correnti». Negli interventi di Barresi, Mutti e Farina è stato sottolineato che generare crescita è essenziale così come e’ indispensabile, per un imprenditore, fare profitto. Ma, è stato precisato, si deve andare oltre a tutto ciò, realizzando un nuovo modello di welfare. Purtroppo, ha puntualizzato Giorgetti, «non c’è nessuna riforma previdenziale anche di tipo assicurativo che tenga con i numeri della natalità del nostro paese». Argomento ripreso nel pomeriggio dal ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, che ha illustrato le linee di intervento del governo per un miglioramento delle condizioni di lavoro in particolare di giovani e donne. «Sarà decisivo – ha aggiunto – un incremento delle iniziative di welfare aziendale».

Siamo pronti ad assicurare la ripartenza

Il settore assicurativo e l’ANIA sono fortemente impegnati e attivi sui temi dell’innovazione e della sostenibilità, in assoluta sintonia con il PNRR e in collaborazione con le Istituzioni, con tutte le altre forze economiche e sociali per assicurare lo sviluppo sostenibile del Paese a vantaggio e sicurezza delle nuove generazioni. Siamo pronti ad assicurare la ripartenza. Su questo ci mettiamo la firma.

9 MARTEDÌ 22 AGOSTO
Maria Bianca Farina Presidente Ania

EUROPA Molti gli appuntamenti al Meeting con a tema il futuro del continente e delle sue istituzioni

Opportunità da non perdere

Tra i relatori il ministro Raffaele Fitto, presidenti di Regione, parlamentari a Strasburgo

Difficile parlare di questi tempi di Europa, tema che non scalda i cuori nonostante i 200 miliardi elargiti (ma arrivati finora con il contagocce) nell’ambito del Next Generation Eu e le elezioni del parlamento europeo ormai imminenti. Eppure il Meeting prova anche quest’anno ad accendere un faro sul tema partendo dal binomio storico europeismo-regionalismo, bello a dirsi ma ahimè non facile da attuare sul piano istituzionale. È nel Dna della tradizione politica popolare infatti la visione dell’Europa non come “super-nazione” sul modello federale degli Stati Uniti d’America ma al contrario come luogo di dialogo e di sinergia tra le cento regioni d’Europa in una logica sussidiaria e decentrata che valorizzi le tradizioni e la storia dei territori e dei popoli. Questo era lo spirito del Trattato di Maastricht ma l’impostazione originaria sembra essersi persa per strada in parallelo con la crescita di Bruxelles come centro decisionale e di potere

per tutta l’Unione. D’altra parte anche il movimento regionalista, nato in Italia negli anni ’60 prevalentemente nella cultura politica cattolico-popolare, pare aver perso smalto e consenso.

La riflessione del Meeting su questi temi cruciali si articola su più incontri: quello a tema più squisitamente politico “Europa unita? Nuove energie per il vecchio continente” si svolgerà oggi alle 13 in Sala Neri con la partecipazione del Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, dell’ex ministro Enzo Moavero Milanesi

e di due influenti europarlamentari come Pina Picierno (Pse) e Massimiliano Salini (Ppe). «La sfida europea – dice Massimiliano Salini – è la sfida della complessità. Chi nel tempo ha tentato semplificazioni ha sempre imboccato la strada dello statalismo o degli autoritarismi. Per questo è indispensabile l’apporto della cultura politica popolare, da sempre amica della complessità e capace di valorizzare le differenze. Quella cultura rappresentata oggi, seppur imperfettamente, dal Ppe». Inevitabile sarà il nodo delle alleanze: riuscirà il progetto di Giorgia Meloni di costruire una maggioranza tra Ppe e Conservatori senza imbarcare l’estrema destra di Marine Le Pen e Alice Weidel (leader di Afd) o si imporrà nuovamente l’attuale maggioranza trasversale che ha espresso alla presidenza Ursula Von der Leyen? La risposta è aperta. Il futuro del movimento regionalista in una prospettiva europea è stato invece il tema dell’incontro di ieri “Europa degli stati o Europa delle regioni?” di cui sono stati protagonisti due presidenti di

regione, Francesco Acquaroli delle Marche che ha inviato un videomessaggio e Donatella Tesei dell’Umbria. «Le regioni – ha detto Tesei – sono consapevoli di far parte di un sistema istituzionale più ampio che richiede talvolta anche il sacrificio di interessi localistici ma abbiamo bisogno di contare di più sui tavoli decisionali. Come Regione Umbria ad esempio facciamo parte del Comitato europeo delle regioni, un organismo politicamente rilevante che però oggi ha solo un valore consultivo. I nostri pareri devono diventare vincolanti». Una nota di ottimismo è giunta ieri dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che al Meeting ha detto: «La Commissione Europea ha cambiato paradigma con il superamento delle regole del patto di stabilità e il Next Generation Eu ma anche con il Chips Act e l’allentamento delle regole sugli aiuti di stato. Ora – ha sottolineato Giorgetti - si tratta di dare una risposta adeguata come Paese a queste aperture realizzando presto e bene le opere finanziate con il Pnrr». .

10 MARTEDÌ 22 AGOSTO

INCONTRI Attualità del pensiero di Benedetto XVI: l’arcivescovo di Salerno Bellandi oggi in Auditorium Isybank

Fede e ragione, dialogo continuo

«A me, giovane studente in teologia, l’allora cardinale Ratzinger dedicò ore del suo tempo in colloqui dal tono familiare»

di Francesco Maria Capitanio

Il rapporto tra fede e ragione è argomento al centro del pensiero occidentale da sempre, non soltanto dei credenti. Benedetto XVI, come teologo prima, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e come pontefice poi, ha sicuramente dato un contributo importante al dibattito. Nell’incontro di oggi alle ore 17 intitolato “L’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà”, il Meeting ripropone la necessità anche per l’uomo moderno di approfondire il tema. Ne parleranno monsignor Andrea Bellandi, Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Aura

Miguel, giornalista vaticanista, Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, e Andrea D’Auria, direttore del Centro Internazionale di Cl.

L’arcivescovo Bellandi è stato tra i primi studiosi italiani del pensiero del futuro pontefice con il testo “Fede come stare per comprendere; la giustificazione dei

fondamenti della fede nelle opere di Ratzinger”. Per i suoi studi ebbe anche la fortuna di attingere direttamente alla fonte: «A me, giovane prete e studente in teologia, – ricorda Bellandi – l’allora prefetto seppe dedicare con totale disponibilità alcune ore del suo tempo, in conversazioni dal tono familiare». Da questa semplicità a livello personale

deriva la continua volontà del teologo di ricondurre la fede ai suoi elementi essenziali. Fede che non è contrapposta alla ragione ma in un dialogo necessariamente reciproco con essa per consegnare l’uomo alla sua integrità. Sottolinea l’arcivescovo Bellandi: «Non si può comprendere la realtà, di cui fa parte

l’uomo stesso, in tutta la sua profondità e ricchezza se noi la riduciamo agli aspetti puramente misurabili e ad oggetto di una investigazione di tipo scientifico – tecnologico. La realtà è decurtata di un aspetto di profondità e di rimando se la limitiamo alla dimensione calcolabile. È il grande rimprovero che Ratzinger fa alla cultura contemporanea. È giusto che l’analisi scientifica indaghi e approfondisca quelli che sono gli aspetti che si sottomettono all’indagine di tipo matematico, ma ciò non coglie la totalità della realtà; la conseguenza immediata, quando noi eliminiamo da essa questa sua profondità, è che l’uomo soffoca e non è più capace di affrontare il reale con piena umanità e con piena libertà, diventando inevitabilmente ingranaggio funzionale delle dinamiche del potere e della mentalità dominante. Invece, nel loro continuo dialogo, la ragione aiuta la fede a purificarsi dagli aspetti esclusivamente devozionistici e la fede sostiene la ragione nell’allargare il suo orizzonte».

11 MARTEDÌ 22 AGOSTO

SPETTACOLI Una ciurma di giovani e i loro maestri protagonisti della rappresentazione di questa sera al Teatro Galli

Con Melville, in guardia da Achab

Il “Moby Dick” di Emanuele

Fant porta in scena la sfida della ricerca di qualcosa di grande e il rischio dell’isolamento

Stasera alle 21.30 al Teatro Galli è atteso l’arrivo del Pequod. Il veliero alla ricerca della grande balena bianca va in scena nello spettacolo “Moby Dick - Una smania perpetua di cose remote”, con la regia di Emanuele Fant, i movimenti di scena di Laura Banfi, la direzione musicale di Paolo Censi, musiche e macchine di scena realizzate dai ragazzi di “Ufo (Ѐ urgente forzare l’orizzonte)”.

Com’è nata l’iniziativa di portare Moby Dick al Meeting? «Il desiderio di portare il testo di Melville al Meeting – risponde il regista – nasce da una vera passione per questo romanzo, condivisa con l’attore Alessandro Preziosi, che ha prestato fin da subito grande attenzione al progetto, arricchendolo con la sua significativa presenza. Nel testo ci sono significati molto profondi: in particolare la ciurma, che deve condurre la baleniera in un’avventura di ricerca verso qualcosa di più grande

CONCERTO IN AUDITORIUM

e pericoloso. “Moby Dick” è inoltre la storia di un capitano solitario, Achab, che rinuncia a rapportarsi con il resto dell’equipaggio e questo lo mette in serio pericolo. L’isolamento rischia di trasformare così la ricerca in una mania che conduce all’autodistruzione». Fant, che è insegnante di lettere, con-

duce un lavoro iniziato due anni fa con i ragazzi di Ufo e così ripercorre il loro percorso: «Alcuni ragazzi che frequentano lo spazio Ufo a Saronno si sono avvicinati perché avevano bisogno di ritrovare un rapporto con gli altri. Ci sono quelli che si coinvolgono per una passione artistica, amano cucire,

Il coro canta Adriana

Omaggio a Mascagni guida delle voci di Gs

Un perché di cui cantare, un’amicizia da condividere. Questa sera alle ore 21 presso l’Auditorium isybank D3 sarà proposto il concerto: “Il coro canta Adriana”, una selezione di alcune tra le canzoni più celebri composte da Adriana Mascagni e interpretate per l’occasione da alcuni amici

che hanno fatto parte del coro di Gioventù Studentesca da lei diretto per tanti anni, ritrovatisi ancora una volta insieme il 22 dicembre 2022, giorno del funerale della direttrice. La passione per la musica è un seme che Adriana Mascagni coltiva sin da giovane fino a che, a sedici anni, si imbatte nella proposta pedagogica di don Luigi Giussani, rimanendo affascinata dalla sua spiccata sensibilità per la bellezza e dal temperamento sempre teso a provocare le domande del suo cuore.

Il sacerdote, intuendo la vibrazione drammatica che risuonava dalla chitarra di Adriana, volle che la voce di quella ragazza divenisse una voce assieme a tante, tantissime che da cinquant’anni cantano e fanno proprie le parole di “Povera voce”, “Il mio volto”, “Al mattino” e tanti altri testi in musica.

dipingere. Altri sono più riflessivi, non si fermano alla copertina delle cose e amano approfondire ciò che vivono». Nel corso della realizzazione dello spettacolo, un lavoro che ha coinvolto 60 ragazzi, un ruolo importante è stato svolto dai momenti di incontro incentrati sul romanzo di Melville, veri e propri “Dialoghi intorno a Moby Dick”, nei quali hanno potuto conoscere il poeta Davide Rondoni, il filosofo Silvano Petrosino, l’esploratore Franco Michieli e Roberto Pasolini, frate cappuccino e biblista. Tutti i dialoghi sono pubblicati sul canale Youtube di Ufo Saronno e sul pieghevole per gli spettatori è presente un QR code per chi volesse rivederli.

«Proponiamo un teatro diverso – conclude il regista rivolgendosi al pubblico –: nel nostro spettacolo i ragazzi si mettono completamente al servizio della scena, senza il desiderio di primeggiare ma di costruire qualcosa di più grande di loro. Così riscopriamo Melville».

Vengo anch’io da Jannacci

Paolo e la sua band tornano al Meeting: «Come in un salotto»

«Ho accolto l’invito di Giorgio Vittadini perché venire al Meeting è sempre un momento di gioia e di partecipazione in cui è possibile scoprire cose importanti». Paolo Jannacci spiega così il suo ritorno a Rimini a dieci anni dalla scomparsa del padre, Enzo. Tra i brani più rappresentativi proposti “El purtava i scarp del tennis”. «Il racconto presente nella canzone raffigura l’animo umano privato da tutte le sovrastrutture, nella sua elementare semplicità» spiega il musicista. Cos’era l’amicizia per suo padre? Risponde Paolo Jannacci: «L’amicizia era il motivo per cui potevano nascere grandi pièce teatrali e musicali. Grazie all’amicizia è possibile scoprire modi di fare nuovi e ti rende anche più leggero, come certi testi scritti da mio papà per Cochi e Renato. L’invito allo spettacolo (stasera alle 21:30 palco piscine ovest Illumia) è aperto a tutti, inizieremo con un concerto e spero finiremo con un

salotto, dove si grida, si scherza, si ride. Il repertorio, oltre a riproporre i brani di mio padre, comprende canzoni di Paolo Conte e una di Luigi Tenco, “Com’è difficile”. Potremo cantare “Vengo anch’io” tutti insieme e anche chi non canta sarà coinvolto ».

MARTEDÌ 22 AGOSTO 12
PALCO PISCINE OVEST D.A.

Oggi in Sala Neri la presentazione del documentario di Alessandra Buzzetti per TV2000

Striscia di Gaza confine della speranza

Dopo la proiezione un dialogo tra la giornalista, corrispondente da Gerusalemme, e padre Gabriel Romanelli, parroco latino nei territori palestinesi

di Alessandra Montagnoli

Ogni situazione è occasione di amicizia, per chi è disponibile e attento. La giornalista Alessandra Buzzetti vive da più di quattro anni a Gerusalemme.

A Gaza ha potuto andare in più occasioni ed è entrata in contatto con la comunità cattolica, non più di un centinaio di persone.

Grazie alla presenza di padre Gabriel Romanelli, parroco latino di Gaza, Buzzetti ha potuto conoscere alcune famiglie e condividere la loro quotidianità: emergedal reportage che sarà presentato stasera al Meeting (Sala Neri alle ore 21) la sofferenza generata dalla mancanza di libertà che incide su ogni aspetto della vita.

Da situazioni particolari, come lo spe -

gnimento automatico della luce a fine giornata a un orario prefissato, all’impossibilità per i membri delle famiglie di ricongiungersi, anche per diversi anni, per la difficoltà di ottenere le autorizzazioni necessarie.

Tutto potrebbe far pensare di incontrare giovani e adulti inariditi o incattiviti da una condizione non ideale di vita, eppure Alessandra Buzzetti racconta come l’idea di un documentario sia nata dal desiderio di raccontare alcune storie che mostrano proprio l’opposto: «Il confine ti può anche togliere la speranza ma ti racconta di una fede che è solida forse più della mia».

Nell’oggettività di una condizione di instabilità da cui si vorrebbe uscire non prevale la disperazione ma la consapevolezza di appartenere e di non essere abbandonati. In questo la compagnia

della Chiesa è decisiva per tutti, sia in concreto per le necessità quotidiane, sia come punto di richiamo a ciò che è essenziale che rimanga anche quando tutto intorno inaridisce. Dove poggia la speranza di ognuno? Lì la domanda è potente e la risposta va riconosciuta ogni giorno, insieme.

Alla proiezione seguirà un dialogo con Alessandra Buzzetti e padre Gabriel Romanelli, parroco latino di Gaza.

BOOK CORNER PROGRAMMA

DI OGGI

ore 11 | Secondo

Pilato. Camillo

Bartolini

L’autore; don Stefano Alberto, Università Cattolica di Milano; Anna Sortino, Centro culturale di Catania

Ore 11.30 | La formula di Socrate. Cristina Dell’Acqua

L’autrice; Ombretta Sternini, Ass. Italiana Centri culturali

Ore 14 | Utopie. Giampiero Neri

Alessandro Rivali, poeta e scrittore; Carlo Bortolozzo, Centro culturale di Verona

Ore 14.30 | Luigi Giussani. Il senso della nascita. Giovanni Testori

Giuseppe Frangi, giornalista, Casa Testori Ass. Culturale; Franco Palmieri, autore, regista

Ore 16 | Too Much Man. Francesco Fadigati

L’autore, rettore de “La Traccia” di Bergamo; Letizia Bardazzi, Ass. Italiana Centri Culturali

Ore 16.30 | Una famiglia radicale. Eugenia Roccella

L’ autrice; Marco Giorgio, Ass. Italiana Centri Culturali

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13 MARTEDÌ
AGOSTO
22

VOLTI CHE COSTRUISCONO Roberto Gardino: dall’insegnamento alla passione per la montagna, che diventa il fundraising

Al culmine della donazione

Le foto più belle della mostra dedicata alla Compagnia della Cima come omaggio ai sostenitori generosi del Meeting

Anche la montagna, con la sua bellezza struggente, può contribuire alla costruzione e al sostegno del Meeting. La conferma viene da Roberto Gardino, presente in fiera con una mostra sul tema “La Compagnia della Cima”. Lo incontriamo al padiglione B1, circondati da una scenografia davvero emozionante, con immagini delle vette e frasi che le accompagnano.

«Sono un insegnante di educazione fisica da poco in pensione – racconta Roberto – e con un gruppo di amici abbiamo costituito la Compagnia della Cima. Quando è stato presentato il tema del Meeting mi è sembrato molto legato alla nostra realtà. Perché in montagna è possibile vivere un’esperienza di amicizia senza un limite dettato dalle condizioni. Tra un sentiero e una scalata ci si incontra e sull’essenziale si comunica con tutti. Allora mi sono detto: perché non proporre al Meeting l’esperienza che stiamo facendo di amicizia aperta al destino?».

«La nostra esposizione – prosegue il curatore riferendosi alle possibilità legate al fundraising – è poco “parlata” e molto visiva. Da questa considerazione è nata l’idea di regalare al Meeting un bel numero di foto: saranno date in omaggio a tutti coloro che faranno una donazione

sostanziosa. Uno stimolo in più per chiedere a tutti di contribuire alla costruzione dell’evento».

Durante la presentazione itinerante, la mostra aveva raggiunto Aosta. «La Regione Valle d’Aosta – ricorda Roberto – è, infatti, attraverso l’assessorato

al turismo, uno degli sponsor. In questa prospettiva, abbiamo promosso un incontro con Alessandra Vitez, responsabile delle mostre, tenendo dentro l’esperienza del Meeting il dibattito sulle croci sulle cime».

«La montagna – conclude il curatore –è come il campanile dei nostri villaggi: punta verso l’alto. E, nel nostro piccolo libro di vetta, una bambina ha scritto “portatemi su (vi prego)”. Un’altra frase, invece, recita: “Mi piacciono le parole che finiscono in “agna”: montagna, Romagna, lasagna”. Che abbia pensato che anche la lasagna, come tutta la ristorazione, possa contribuire alla costruzione del Meeting?

Sono tante, durante la settimana, le possibilità di donare offerte dal fundraising: in ogni padiglione si trova un desk dedicato, poi si possono acquistare i biglietti della lotteria, aggiungere un euro allo scontrino della ristorazione, effettuare donazioni online sul sito o direttamente dall’app.

MARTEDÌ 22 AGOSTO 14 PSR LOMBARDIA ABBIAMO MESSO LA SOSTENIBILITÀ AL CENTRO Vivere in armonia con la natura è essenziale per un futuro sostenibile. E grazie ai finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, oggi le imprese agricole lombarde sono già protagoniste nella conservazione delle aree naturali.

INCONTRI

LA “GENIALITÀ PEDAGOGICA”

DI DON GIUSSANI

Ore 12:00 Auditorium isybank D3

In diretta su Telepace

Carmine Di Martino, Professore ordinario di Filosofia morale, Università degli Studi di Milano; Timothy P. O’Malley, Director of Education at the McGrath Institute for Church Life and Academic Director of the Notre Dame Center for Liturgy, University of Notre Dame; Monica Scholz-Zappa, Docente di Scienze Linguistiche e Culturali all’Università Albert-Ludwig di Friburgo in Brisgovia. Modera Alberto Savorana, Responsabile attività editoriali di Comunione e Liberazione.

LA SCUOLA SI RACCONTA.

NUOVI LINGUAGGI PER UN DIALOGO

CON I GIOVANI

Ore 13:00 Sala Neri Generali-Cattolica

Tommaso Agasisti, Politecnico Milano; Daniela Notarbartolo, Formatrice; Roberto Ricci, Presidente INVALSI; Marcello Tempesta, Docente di pedagogia, Università del Salento.

Modera Carlo Di Michele, Presidente Diesse.

EUROPA UNITA? NUOVE ENERGIE PER IL VECCHIO CONTINENTE

Ore 13:00 Sala Ferrovie dello Stato B2

In diretta su Askanews, Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, Ilgiorno.it, ilrestodelcarlino.it, lanazione.it, La Stampa quotidiano.net

Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il PNRR, Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (European Conservatives and Reformists Party ECR); Enzo Moavero Milanesi, Professore di Diritto dell’Unione Europea, Università Luiss Guido Carli; Pina Picierno, Vicepresidente Parlamento Europeo, PSE; Massimiliano Salini, Deputato al Parlamento Europeo, PPE. Modera Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà.

FORMARSI PER CRESCERE

Ore 13:00 Sala Conai A2

In diretta su Agi

In collaborazione con Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà

Chiara Braga, Presidente del Gruppo

Partito Democratico alla Camera; Massimo Garavaglia, Senatore, Presidente della Commissione Finanze e tesoro, Lega

Salvini Premier - Partito Sardo d’Azione; Maurizio Lupi, Presidente Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà; Fabio Rampelli, Vicepresidente della Camera dei deputati, Fratelli d’Italia; Ettore Rosato, Deputato al Parlamento Italiano, Azione - Italia Viva - Renew Europe; Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato PwC Italia.

Modera Giovanni Mulazzani, Ricercatore Dipartimento di Scienze Giuridiche Università di Bologna.

WEBINAR – FINALMENTE

UNA PRO-COMMUNITY TAX?Ore 14:00

Webinar

Gian Carlo Blangiardo, già Presidente ISTAT; Alfredo Caltabiano, Presidente As-

OGGI IN FIERA

sociazione Famiglie numerose; Mauro Del Barba, Segretario Commissione Finanze Camera deputati; Francesco Farri, Docente di Diritto tributario, Università di Genova, Centro Studi Livatino; Maurizio Leo, Viceministro con delega al fisco; Domenico Menorello, network associativo “Ditelo sui tetti”; Marco Osnato, Presidente Commissione Finanze Camera dei Deputati.

Modera Maria Soave, giornalista, caposervizio TG1. Dialoghi perché la riforma fiscale divenga volano di libertà per famiglie, comunità e relazioni di solidarietà.

AZER, DOVE SEMBRAVA IMPOSSIBILE

Ore 14:00 Spazio Internazionale C3

Alberto Mazzucchelli, Ingegnere progettista del rinnovo del Monastero di Azer; Andrea Benzo,Inviato Speciale MAECI per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso; Silvio Pasero, Presidente di Banco Building - Il banco delle cose; Hady Kobeissi, Project Coordinator di AVSI in Siria.

Modera Davide Giuliani, Giornalista.

IL POTERE DEGLI ALGORITMI.

L’UOMO E LA SFIDA DELL’INTELLIGENZA

ARTIFICIALE

Ore 15:00 Auditorium isybank D3

In diretta su Askanews, Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, Telepace In differita su Tv2000 in seconda serata

Paolo Benanti, Docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma ed esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation; Nello Cristianini, Professore di Intelligenza Artificiale, Università di Bath. Modera Andrea Simoncini, Vicepresidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS, Docente di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze.

“L’INTELLIGENZA DELLA FEDE DIVENTA INTELLIGENZA DELLA REALTÀ”. L’EREDITÀ DI BENEDETTO XVI

Ore 17:00 Auditorium isybank D3

S.E. Mons. Andrea Bellandi, Arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno; Aura Miguel, Giornalista, Vaticanista; Andrea Tornielli, Direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede.

Modera Andrea D’Auria, Direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione.

L’AMICIZA CON IL TEATRO. GIOVANNI

TESTORI NEI 100 ANNI DALLA NASCITA

Ore 17:00 Sala Neri Generali-Cattolica Valter Malosti, Regista e interprete di Maddalene; Andrée Ruth Shammah, Cooperativa Teatro Franco Parenti; Andrea Soffiantini, Attore.

Modera Giuseppe Frangi, Giornalista, Casa Testori Associazione Culturale.

DALLA FORMAZIONE UNIVERSITARIA

ALL’INSERIMENTO IN AZIENDA: COME TRATTENERE I TALENTI

NEL NOSTRO PAESE

Ore 17:00 Sala Ferrovie dello Stato B2 Presentazione della ricerca a cura di Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà Anna Castelli, Direttore Risorse Umane di Beta 80 Group; Marco Ceresa, Group Chief Executive Officer Randstad Italia; Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis; Mario

Mezzanzanica, Professore di Computer Science and Engineering, Università Milano Bicocca, Dipartimento Lavoro Fondazione per la Sussidiarietà; Federico Visconti, Rettore LIUC - Università Cattaneo. Modera Massimo Ferlini, Presidente Fondazione Welfare Ambrosiano, Dipartimento Lavoro Fondazione per la Sussidiarietà.

COSA STA CAMBIANDO IN ITALIA?

Ore 17:00 Sala Conai A2

In diretta su Agi, Askanews, La Stampa Dialogo con Alfredo Mantovano, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri

Introduce Emmanuele Forlani, Direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS.

QUANDO PACE E UNITÀ SONO POSSIBILI: LA TESTIMONIANZA DEL BEATO JOSÉ GREGORIO HERNÁNDEZ

Ore 19:00 Auditorium isybank D3

S.Em. Card. Baltazar E. Porras Cardozo, Arcivescovo metropolita di Caracas, Venezuela; José Manuel “Chema” Colmenarez, Direttore Clinica ONG (Oidos, Nariz y Garganta), Barquisimeto, Venezuela; Chiara Locatelli, Neonatologia Policlinico Sant’Orsola, Bologna; Franco Nembrini, Scrittore ed insegnante.

Modera Alejandro Marius, Presidente di Trabajo y Persona, curatore della mostra “Il Medico del popolo. Vita e opera di José Gregorio Hernández”, Venezuela.

DEMOGRAFIA E NATALITÀ

Ore 19:00 Sala Neri Generali-Cattolica

In diretta su Askanews

Gian Carlo Blangiardo, Già Presidente Istat, Statistico e Professore Ordinario di Demografia, Università Milano Bicocca; Adriano Bordignon, Presidente Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari; Matteo Rizzolli, Professore di Politica economica, Università Lumsa; Eugenia Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità; Giuseppe Zola, Vicepresidente Associazione Nonni 2.0. Modera Lorenza Violini, Professoressa di Diritto Costituzionale, Università degli Studi di Milano.

LA SFIDA DI UNA VITA PIÙ NATURALE

Ore 19:00 Sala Ferrovie dello Stato B2

Giulio Cesareo, Direttore Ufficio Comunicazione Sacro Convento di San Francesco; Davide Rondoni, Poeta e scrittore; Roberto Sancinelli, Presidente Montello Spa. Modera Antonio Ballarin Denti, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Lombardia per l’Ambiente.

DON CAMILLO E PEPPONE, RIVALI SEMPRE, NEMICI MAI!

Ore 19:00 Sala Conai A2 Egidio Bandini, Giornalista e Presidente Gruppo Amici di Giovannino Guareschi; Daniele Benecchi, Cappellano militare regionale della Guardia di Finanza a Bologna; Enrico Beruschi, Regista e attore; Gianni Govi, Attore e regista; Giancarlo Plessi, Presidente del “Centro Manfredini” di Piacenza; Eugenio Martani, Clarinettista; Corrado Medioli, Fisarmonicista.

IL CONFINE DELLA SPERANZA

Ore 21:00 Sala Neri Generali-Cattolica

Proiezione del Documentario di Tv2000 realizzato da Alessandra Buzzetti

A seguire dialogo con l’autrice e don Gabriel Romanelli, Parroco latino di Gaza. Modera Andrea Avveduto, Giornalista, Pro Terra Sancta.

SPETTACOLI

IL CORO CANTA ADRIANA

Ore 21:00 Auditorium isybank D3

“Incontrare l’Altro, ogni incontro con ogni altro che è segno di quell’Altro, è canto” Con queste parole Adriana Mascagni definiva quello che per lei è una amicizia inesauribile. Una amicizia, che grazie alla sua vocazione per la composizione e la direzione del coro di GS per venticinque anni, è sempre stata accompagnata dal canto. Per Adriana le sue canzoni non erano “sue”, ma di tutti, perché il cantare insieme con un perché è il vertice più alto dell’amicizia. Non un concerto in memoria di Adriana, ma un’occasione, attraverso le sue canzoni, per stare ancora insieme tra amici. Il concerto sarà interpretato da una selezione del “coro di Adriana” e una formazione strumentale e voce per i suoi canti più popolari, dedicati ai personaggi del presepe.

MOBY DICK – UNA SMANIA PERPETUA DI COSE REMOTE

Ore 21:30 Teatro Galli

Tratto dal romanzo di Herman Melville –Con Alessandro Preziosi e i ragazzi di UFO (È Urgente Forzare l’Orizzonte).

“Moby Dick - Una smania perpetua di cose remote”, spettacolo di teatro d’immagine e d’attore, nasce dal lavoro biennale di un gruppo di 50 ragazzi guidati da maestri d’eccezione. Qual è il confine tra una passione e una ossessione? Cosa trasforma la caccia di Achab in un insensato gioco al massacro? Il capitano commette un grave errore, che non è quello di darsi un grande obiettivo (la cattura del capodoglio), ma quello di togliersi gradualmente dalla relazione con la sua ciurma; trasformando un’esaltante missione condivisa in una questione privata, che man mano si fa sempre più incomprensibile e ossessiva.

Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Gruppo Maggioli, Vulcangas. In collaborazione con il Comune di Rimini

ACQUISTA I BIGLIETTI

PAOLO JANNACCI & BAND –“IN CONCERTO CON ENZO”

Ore 21:30 Palco Spettacoli Piscine Ovest Illumia

Una serata tra musica jazz e canzoni d’autore.Uno spettacolo pieno di energia poetica e musicale in cui Paolo Jannacci farà vivere ancora le canzoni del padre, quelle più care al pubblico e quelle più nascoste.

Con il sostegno di isybank.

15 MARTEDÌ 22
AGOSTO

Editore

Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli ETS, iscritta dal 06 giugno 2022 Repertorio n° 26584 nella sezione “Altri Enti del Terzo Settore” del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, ai sensi dell’articolo n. 22 del D. Lgs. del 3 luglio 2017 n. 117 e dell’articolo 17 del Decreto Ministeriale n. 106 del 15/09/2020. sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel. 0541-783100 | Fax 0541-786422

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Direttore Gianfranco Giuliani

Direttore responsabile

Cesare Trevisani

Progetto grafico

Bruno Monaco

Impaginazione Nicol Baiti

Raffaele Carnevali

Elisa Compagnoni

Lorenzo Norfini

Immagini

Foto Meeting

Fotolito e stampa CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS)

Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991

24/07/23

11:03

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