MARTEDÌ 20 AGOSTO 2019
Quotidiano MEETING
EDITORIALE
IN PRIMO PIANO
Uomini e popoli diventati amici
11.30 EUROPA: PROBLEMA O OPPORTUNITÀ PER L’ITALIA? Interviene Paolo Savona, presidente Consob
SALONE INTESA SANPAOLO B3
15.00 CONOSCERSI PER CAPIRSI, CAPIRSI PER CONVIVERE
Interviene Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, segretario generale della Lega musulmana mondiale
AUDITORIUM INTESA SANPAOLO B3
17.00 FAMIGLIE IN AZIONE Introduce Marco Mazzi, presidente Associazione famiglie per l’accoglienza
SALA NERI UNIPOLSAI
19.00 L’ITALIA CE LA FARÀ? NUMERI ALLA PROVA
Interviene Nando Pagnoncelli, Ad Ipsos Italia e sondaggista
ARENA SUSSIDIARIETÀ &LAVORO B1
21.45 FRANCESCO E IL SULTANO
Racconto in parole, musica e canto. Regia di Otello Cenci
ARENA PERCORSI A2
#3•ANNO 40
Rinascere con Zaccheo Il lungo applauso del Meeting a Guadalupe Arbona Abascal di Maurizio Vitali Per una volta giova partire dalla fine. L’applauso lunghissimo, di quelli che comunicano convinzione, calore, affetto. Fate conto: un lungo abbraccio commosso, dopo una buona ora di silenziosa attenzione. E la chairman, Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, che provvidamente trasgredendo la consuetudine di prolungare con domande di approfondimento e code di sintesi, ha semplicemente detto: “È bello che qualche volta le domande lascino lo spazio alla commozione, al cuore che è mosso”. Insomma è stato un avvenimento, mica una conferenza. Protagonisti Guadalupe Arbona Abascal, questo
il nome della relatrice, docente di letteratura all’Università di Madrid, che ha messo in gioco se stessa, cuore e anima, con le proprie domande, la propria esperienza, i propri incontri, la propria sensibilità di donna che vive il nostro tempo. L’ha fatto in un continuo dialogo con grandi maestri della poesia (Pedro Salinas), della letteratura (Albert Camus, Giovanni Testori), del cinema (Pedro Almodovar), della riflessione teorica (Harari), del cristianesimo (Luigi Giussani). Non certo alla maniera della classica citazione: ma coinvolgendo quelle voci nel proprio percorso e se stessa nel loro, in un tragitto
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di Emilia Guarnieri Il Meeting nasce quarant’anni fa da un impeto di presenza e di testimonianza, con l’intuizione che l’esperienza cristiana alla quale eravamo educati potesse illuminare, incontrare e valorizzare ogni aspetto e fattore dell’umano. Il Meeting nasce, come disse don Giussani pochi mesi dopo la prima edizione, perché un gruppo di adulti appassionati alla vita e all’esperienza di fede incontrata, ha creato “un luogo dove si incontrava un soggetto. Un soggetto, una persona, una umanità che aveva qualcosa da dire”. “Perché – proseguiva – se non è espressione di un soggetto così, allora siamo finiti”. Credo che possiamo dire che se il Meeting non è finito lo dobbiamo solo alla certezza con la quale, pur in mezzo a tanti errori, non abbiamo mai mollato su questo fattore: l’appartenenza al luogo dal quale siamo stati generati. Non posso non sostenerlo anche oggi, dopo quarant’anni, perché qualunque altra ragione addotta per questa continuità sarebbe meno di ciò che è realmente. Certo, il mondo è cambiato da allora: l’aderire a un ideale e intervenire in nome di esso per incidere nella storia quarant’anni fa era naturale e coincidente. Oggi, l’interesse per la realtà si è affievolito e domina la passività. Allora gli ideali creavano legami, mentre oggi domina la solitudine. In quegli anni c’erano “due europe” da riconciliare e un muro da abbattere, mentre oggi c’è un’Europa da riguadagnare e tanti nuovi muri che si stanno costruendo. In quel contesto nacque l’idea di un Meeting per l’amicizia fra i popoli. Amicizia non era allora la parola più in voga, eppure per noi traduceva un’intuizione che già apparteneva alla nostra vita: che la novità per ogni uomo e per il mondo poteva nascere solo da un’esperienza umana, uomini e popoli che diventassero amici.
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20 AGOSTO
IN PRIMO PIANO
“Chinarsi su chi ha bisogno”
Il cardinale Gualtiero Bassetti: sinodo dei vescovi del Mediterraneo di Giacomo Puletti
Un sinodo di tutti i vescovi dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per “chinarsi verso chi ha più bisogno” e affrontare le drammatiche crisi aperte in questo tempo, da quella migratoria alle guerre che riguardano i territori bagnati dal “Mare nostrum”. Al termine dell’incontro “Non fatevi rubare i sogni, sono il futuro”, il presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Perugia cardinale Gualtiero Bassetti ha descritto così le giornate di riflessione e dialogo che si terranno dal 19 al 23 febbraio 2020 a Bari. Del Mediterraneo come centro di un’Europa che naviga a vista nello scacchiere della geopolitica internazionale si era già parlato domenica nel panel “I giorni del Sud”, organizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà nell’arena Sussidierietà&Lavoro. In quell’occasione era stata ribadita la necessità di un Mediterraneo aperto e inclusivo, affinché i porti italiani tornino a essere porta commerciale dell’Europa e approdo sereno per i richiedenti asilo. Ieri mattina, in una sala Neri Unipolsai gremita, Bassetti si è rivolto soprattutto ai giovani, affinché si facciano testimoni di una “Chiesa in uscita” che per-
Il presidente della Cei ha esortato i ragazzi a “mettere in piazza i propri talenti senza paura”, perché spesso i giovani si allontanano dalla comunità ecclesiale rischiando di cadere in un “materalismo nichilista senza cura verso l’altro, anche a causa dei tanti scandali presenti nella Chiesa”. Bassetti ha poi concluso con una frase del servo di Dio don Tonino Bello: “Dio ha dato agli uomini un’ala sola, con la quale non è possibile volare, perché voleva che gli uomini imparassero a volare insieme”.
LIBRERIA Il cardinale Gualtiero Bassetti ieri al Meeting
metta loro di riscoprire la relazione con il proprio corpo, con gli altri e con Dio. “Nessun uomo è un’isola – ha detto il cardinale citando il monaco statunitense Thomas Merton – e ciascun individuo è un frammento dell’umanità intera, fondamentale per la crescita della società ecclesiale, della scuola, della comunità”. Grazie alla diversità, “cuore del dono della salvezza di Dio”, gli uomini possono continuare a credere nei propri
sogni e aiutare chi ha più bisogno, come nella parabola del buon samaritano, per vincere il grande male del nostro tempo: la paura che paralizza e provoca chiusura in se stessi. “Quando qualcuno ha bisogno d’aiuto il colore della pelle non è importante – ha proseguito Bassetti – per questo, nelle vicende legate ai flussi migratori nel Mediterraneo, noi non facciamo politica ma accogliamo le persone più bisognose”.
Uomini e popoli diventati amici Continua da pagina 1
In questi quarant’anni l’amicizia non è stata oggetto di convegni, ma esperienza tra persone. Tante cose sono cominciate e finite dal ’79 ad oggi. Il Meeting c’è solo perché è stato ed è una storia, un’esperienza, oggi non più solo di chi lo ha iniziato o di chi continua ad organizzarlo, ma di uomini e popoli che sono diventati amici: imprenditori e scienziati, artisti e accademici, buddisti ed ebrei, musulmani e cristiani, politici ed economisti. L’esperienza è stata il grande fattore di conoscenza in tutti questi anni. Tutto ciò che c’è stato al Meeting, che abbiamo incontrato e conosciuto, si è generato da un’esperienza, da qualcosa che accadeva come novità sotto i nostri occhi. Chiunque oggi è qui, come invitato, relatore, curatore di mostra o artista, sa che all’inizio c’è stato un rappor-
to, un’amicizia, una storia, piccola o grande ma condivisa. Se abbiamo risposto alla consegna lasciataci da Giovanni Paolo II nell’’82, di costruire “la civiltà della verità e dell’amore”, se poco o tanto abbiamo portato “nel tempo dell’incertezza il nostro anelito di certezza” come nel 2011 ci invitava a fare l’allora Presidente Napolitano, se in mezzo a “tanti strappi, abbiamo ricucito e fatto incontrare persone diverse”, come sottolineava recentemente monsignor Zuppi, tutto questo è accaduto non a seguito di strategie, ma assecondando e obbedendo alla realtà che ci veniva incontro. Il titolo del primo Meeting è stato “La pace e i diritti dell’uomo”, quando i diritti umani erano un’evidenza condivisa e lo scacchiere internazionale era più semplice. Il titolo di
quest’anno, “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”, lancia una sfida ancora più radicale: in questo tempo di confusione e di insicurezza, da dove ripartire? Chi ha un nome e un volto per stare adeguatamente nella storia? Qual è il compito più essenziale? Come abbiamo letto nel messaggio che papa Francesco ci ha mandato, l’uomo di oggi vive spesso nell’insicurezza. Estraneo a se stesso, sembra non avere più consistenza e si lascia afferrare dalla paura. Come può ritrovare se stesso e la speranza? Il Santo Padre indica come segreto della vita il “fissare lo sguardo sul volto di Gesù” e “auspica che il Meeting sia sempre un luogo ospitale, in cui le persone possano fissare dei volti, facendo esperienza della propria inconfondibile identità”. Un luogo aperto e libero. Emilia Guarnieri
Diritto di credito di Simone Fausti “Un ciclista più pedala, più va veloce. Questo indipendentemente dalla scelta di inserire la dinamo mentre corre. Se la inserisce, però, mentre pedala genera un fascio di luce: l’obiettivo con cui è nata Banca Prossima è la continua generazione di questo fascio di luce”. Con queste parole Marco Morganti (Ad di Banca Prossima, ora nel gruppo Intesa SanPaolo) spiega l’idea alla base del suo libro in un dialogo con il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini. La pedalata corrisponde al profitto, il fascio di luce all’impatto sociale che questa nuova idea di economia genera. Si parla di “finanza generativa”, cioè una finanza che mentre produce profitti, guarda ai bisogni dei cittadini e cerca di soddisfarli. In che modo? Aprendo il credito anche a quelle realtà che normalmente sono definite dalle banche “non meritevoli di credito”. Morganti, al contrario, crede al diritto di credito, cioè il diritto a una base economica necessaria per la realizzazione di sè. Il garante in questo caso è un fondo costituito dagli stessi profitti che fa la banca.
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IN PRIMO PIANO
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Mille like non fanno un io “L’attesa di uno che pronunci sulla terra il mio nome scritto nei cieli”
“Quando tu mi hai scelto” – è una poesia di Salinas – sono uscito dall’anonimato”. Ma anche questo nel tempo può non resistere. Resiste il nome “che qualcuno ha scritto nei cieli Ma io voglio sentirmelo dire sulla terra!, esclama Guadalupe. E qui si mette nei panni di Zaccheo, che tutti evitavano perché lo disprezzavano, e che si sente chiamare da Gesù: vengo a pranzo a casa tua”. Qui si suggerisce di risentire una registrazione o il testo integrale del lungo poetico racconto della propria immesimazione, alla quale Guadalupe chiama Salinas, chiama Camus, per dire loro: “Albert, è possibile oggi essere figli!”, “Pedro, anche a 54 anni puoi vivere la gioia nel presente!”. Maurizio Vitali
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rapidamente accennata, con la Veronica, quella finale, approfondita, personalissima ed emozionante, con Zaccheo. Dunque Veronica. Che aveva un altro nome, a noi ignoto. “E’ diventata Veronica in una seconda nascita”, ha detto Guadalupe. “La nostalgia della nascita, per ritrovare chi siamo - ha aggiunto – è un leit motiv del nostro tempo”. L’ultimo film di Almodovar, Dolor y gloria, racconta di un regista “esaurito, vuoto e apatico che ritrova tracce di vita e un qualche interesse nel ricordo. C’era l’amore della mamma, c’era una gioia. Ma perduta negli anni”. Guadalupe chiama in scena l’ultimo Camus, quello de Il primo uomo, o lo fa risuonare con Almodovar (e si direbbe con se stessa): “Nel pieno del successo (aveva ricevuto il Nobel), Camus sente la necessità di riandare alla sua umile origine, al suo primo pianto e al sorriso della povera madre che aveva trasfigurato la stanza”, per cercare il senso della sua nascita. “Come mi sarebbe piaciuto che Giovanni Testori avesse potuto leggere Il primo uomo, ma è morto l’anno prima della sua pubblicazione”, confida la professoressa. Il Testori, intende, appunto de Il senso della nascita,
Guadalupe Arbona Abascal ieri all’ingresso dell’auditorium
che è un dialogo con Luigi Giussani del 1980. Per quest’ultimo, “spesso i giovani non sono ancora coscienti del senso della nascita, che è dipendere, essere stati voluti”. Guadalupe: “E’ il dolore per la mancanza di una identità. Di cui andiamo a caccia cercando affannosamente di nascere, noi, mille volte, per essere finalmente qualcuno. Ma così è un io frammentato in mille pezzi, o in miriadi di pixel”. Qualcuno avverte
che oggi (Harari, Homo Deus) l’algoritmo conosce l’io più del partner, perché siamo in una società “datacentrica”, ma nessuno può accettare di essere definito dal profilo che emerge, che so?, dagli acquisti su Amazon, le ricerche su Google. Anche nel virtuale, nel conteggio ossessivo del numero di like che ottiene la propria immagine su Instagram, si intravede che ci sentiamo qualcuno se siamo preferiti
IL NUMERO
61mila Le visite alle mostre prenotate fino a ieri con l’App del Meeting
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Scopri come puoi riuscirci! Martedì, 20 agosto ore 14,30 presso Arena Sussidiarietà&lavoro B1 Invitalia è l'Agenzia per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell'Economia.Gestisce tutti gli incentivi nazionali che favoriscono la nascita e il consolidamento di imprese e startup innovative. Finanzia progetti grandi e piccoli, rivolgendosi agli imprenditori che propongono validi progetti di investimento. Affianca la Pubblica Amministrazione per favorire un uso efficace dei fondi europei e lavora per il rilancio delle aree di crisi. È inoltre Stazione Appaltante e Centrale di Committenza per l'aggiudicazione di appalti pubblici. 848 886 886 | invitalia.it
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MOSTRE
Il cielo nel pozzo
Etty Hillesum: l’intimità con Dio nell’inferno del lager
di Lucio Bergamaschi Una giovane donna olandese di origine ebraica dalla vita controversa, un’artista mai sbocciata, un’intellettuale mitteleuropea con un suo percorso di avvicinamento alla fede, un’esistenza borghese che si imbatte nel dramma della Shoa e in quella tragedia riscopre il senso del vivere e del morire. Questa è Etty Hilllesum morta a neppure trent’anni ad Auschwitz, una donna che dal 1981, anno della pubblicazione dei suoi diari,
ha attratto molti per l’originalità del suo percorso e la purezza delle sue intuizioni spirituali. Anche il papa emerito Benedetto XVI nell’udienza del 13 febbraio 2013 affermò: “Questa giovane fragile e insoddisfatta grazie alla fede si trasforma in una donna piena di amore di pace interiore capace di vivere in intimità con Dio perfino nell’inferno del lager”. A differenza di Edith Stein, un’altra donna di origine ebraica perita anch’essa nei lager, la riscoperta di Dio - “C’è un
pozzo profondo in me dove Dio è sepolto… bisogna che lo dissotterri” - non coincide per Etty con la riacquisizione integrale della tradizione israelita né con l’adesione piena alla fede cristiana il cui richiamo pure risuona inequivocabilmente nelle pagine dei Diari dedicate in particolare a San Giovanni e a San Paolo. La mostra ripercorre gli ultimi tre anni di vita della Hillesum scanditi dalle pagine fitte dei diari e dalla prolifica corrispondenza con amici e con Julius
MEETING INTERNATIONAL A young Jew Dutchwoman with a controversial life, a never-blossomed artist, a Mittel European intellectual following her own path towards faith, a bourgeois life that met Shoa’s tragedy and in that tragedy rediscover the meaning of life and death. This is Etty Hillesum. She died at Auschwitz when she was less than thirty years old; a woman that, from the later publication of her diaries in 1981, attracted many people for her unique path towards faith and the purity of her spiritual intuitions. Even Pope Emeritus Benedict XVI in the 13th of February 2013 audience, says “ This fragile and unsatisfied young woman became, thanks to her faith, a woman full of love and inner peace able to live a closeness to God even
The sky in the well in the hell of the lagers”. Unlike it was for Edith Stein, another Jew woman who also died in the lager, for Etty the rediscovering of God – “There is a deep well inside me where God is buried… I need to dig him up” – doesn’t coincide with the full recovery of her Israelite tradition nor with the complete adhesion to the Christian faith; even if we can find a certain call of faith in the pages of her diaries dedicated to Saint John and Saint Paul. The exhibition is about the last three years of Etty’s life punctuated by the thick pages of her diaries and the prolific correspondence with her friends and with Julius Spier, Jungian psychologist and
psycochirologist (as he called himself), who became not only her therapist but also the love of her life. Given various circumstances Hillesum could have escaped to the ultimate solution: the near sacrificial choice to devote herself to her own brothers and sisters in faith at the transit camp of Westerbrok until she was herself deported with her family (none of them survived) crowned a radiant life dedicated to the rediscovery of the “I” as a “You who make me”. An itinerary that makes us challenge and question ourselves well illustrated in the exhibition where an evocative layout of the Nazi lager and a beautiful – viewable only there – video with excerpt by Hellisum texts read by Lorena Ranieri, stand out. Traduzione di Chiara Eisel
Spier, psicologo di scuola junghiana, che nel tempo divenne non solo l’analista e il confidente di Etty ma anche il suo grande amore. Per una serie di circostanze la Hillesum avrebbe potuto scampare alla soluzione finale: la scelta quasi sacrificale di dedicarsi fino all’ultimo ai suoi fratelli di fede nel campo di transito di Westerbork Padiglione D3 fino a essere deportata lei stessa insieme a tutta la famiglia (nessuno di loro sopravvisse) corona una vita luminosa alla riscoperta dell’Io come un “Tu che mi fai”. Un percorso che sfida e interroga ciascuno di noi ben illustrato dalla mostra in cui spiccano un allestimento rievocativo del lager nazista e uno splendido video in cui l’attrice Lorena Ranieri interpreta testi tratti dagli scritti della Hillesum.
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MOSTRE
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Francesco, il sultano e l’imam Una delle sale della mostra
Ottocento anni fa in Egitto un confronto di fede tra chiare identità di Oreste Malatesta “Nell’estate del 1219 Francesco si imbarcò per l’Egitto, dove gli eserciti crociati avevano intrapreso una campagna militare contro il Sultano Al Malik. Con un’iniziativa decisamente insolita il frate di Assisi si recò dal Sultano per annunciargli la buona novella ed invitarlo a credere al Vangelo. Questo Francesco chiese al Sultano, il quale lo accolse con grande umanità e, dopo averlo ascoltato, pur non accettando di convertirsi, rimase fortemente impressionato dalla sua testimonianza”. Così inizia Maria Pia Alberzoni, docente di Storia Medievale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel presentare la mostra “San Francesco e il Sultano: l’eredità di un incontro che dura da 800 anni”, di cui è curatrice. La passione con cui espone ai visi-
tatori l’esito della sua ricerca ha sollecitato curiosità. Perché lei ha sentito l’interesse per un fatto avvenuto otto secoli fa, ed a cui gli storici non hanno dato rilevanza? Che cosa l’ha spinta a proporre il frutto della sua ricerca anche ai visitatori del Meeting? “Da decenni mi occupo di Francesco e del francescanesimo in generale. La novità di questo lavoro consiste nel fatto di aver preso in esame tutte le fonti relative a questo evento, non solo quelle francescane, che spesso hanno avuto preoccupazioni agiografiche. A partire dal sedicesimo secolo è passata l’idea che, tra occidente musulmano ed oriente
Il parallelo con l’abbraccio tra il Papa e la massima autorità dell’Islam sunnita
cristiano, il confronto si sia espresso con sanguinose guerre di religione. Invece, tantissime fonti documentano che, nel Mediterraneo, il confronto tra cristiani e musulmani ha sviluppato anche altri tipi di rapporti, culturali, commerciali, improntati alla convivenza pacifica. Se è vero che ci sono state guerre per lunghi periodi non si può tacere che c’è stata anche capacità di convivenza tra esperienze religiose diverse. Tra i tanti documenti che attestano un dialogo tra le due religioni mi piace ricordare la lettera di Papa Gregorio VII nell’undicesimo secolo: essa esprime un sincero affetto al re del Marocco e lo benedice nel nome del comune padre Abramo”. Nell’anno in cui ricorre dell’ottocentesimo anniversario dell’incontro tra san Francesco e il Sultano, c’è stato un altro significativo incontro tra papa Francesco con la massima autorità dell’Islam Sunnita. C’è correlazione tra i due eventi? Anche questo recente incontro fa parte dell’eredità di quello storico incontro? “Certamente c’è una correlazione. L’incontro tra papa Francesco ed il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Muhammad Ahmad al-Tayyib, è avvenuto per una decisa volontà di entrambi. Mentre l’incontro di otto
secoli fa fu voluto da san Francesco, che andò in Egitto, al seguito della quinta crociata, non per iniziare un dialogo interreligioso ma per un confronto di fede, che è cosa diversa: per il poverello di Assisi il dialogo non aveva un valore in sé, ma era uno strumento utile a comunicare qualcosa fra due identità ben precise. Quell’incontro storico oggi acquista una valenza di attualità, sia alla luce del recente incontro tra il Papa - che, pure, si chiama Francesco - e il Grande Imam di Al-Azhar, sia perché esso è in continuità con la nuova sensibilità verso le altre religioni, emersa nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, e manifestatasi negli incontri di Assisi, voluti, a partire dagli anni ’80, da San Giovanni Paolo II, il quale era convinto che le religioni non dividono, ma uniscono”. La mostra è stata presentata ieri in un incontro a cui ha parfecipato anche Padiglione A3 il custode di Terra Santa padre Francesco Patton, il quale ha sottolineato che proprio l’incontro di san Francesco con il sultano Al Malik ha permesso ai francescani di essere presenti a Gerusalemme da otto secoli ininterrottamente.
Costruiamo ponti insieme Il segretario generale della Lega mondiale musulmana inaugura la mostra dal titolo “La compassione che ci unisce” di Matteo Rigamonti Un “regalo a tutto il mondo”, una “idea originale a livello mondiale” animata da “persone fedeli e oneste”. Così Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, segretario generale della Lega musulmana mondiale, ha parlato del Meeting di Rimini a margine dell’inaugurazione ufficiale della mostra “La compassione che ci unisce”. Al taglio del nastro dell’esibizione promossa dalla Iorwd - acronimo inglese dell’Organizzazione internazionale di soccorso, assistenza e sviluppo, che è emanazione diretta della Lega musulmana mondiale e che rappresenta 50 Paesi del mondo islamico e opera in situazioni di emergenza in più di 40 Paesi - sono intervenuti Emilia Guarnieri, presidente Fondazione Meeting per
l’amicizia fra i popoli, Roberto Fontolan, direttore del Centro internazionale di Comunione e liberazione, e Wael Farouq, docente di lingua e letteratura araba all’Università cattolica del sacro cuore di Milano. “Siamo fieri di partecipare” al Meeting, ha aggiunto Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, condividendo l’impegno per il comune “compito umano” di “costruire ponti e amicizia tra i popoli”. Un nuovo capitolo in un percorso di “amicizia e conoscenza reciproca” che dura da tempo. Il segretario generale, che quest’anno è alla sua seconda partecipazione al Meeting, dialogherà oggi con Farouq e l’intellettuale francese Olivier Roy sul tema “Conoscersi per capirsi, capirsi per convivere” in Auditorium Intesa Sanpaolo B3 alle 15.
Padiglione A3
Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, segretario generale della Lega musulmana mondiale
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Terna è il più grande operatore di reti di trasmissione dell’energia elettrica indipendente in Europa con circa 73.000 km di linee ad alta tensione gestite in Italia. La Società è responsabile della trasmissione e del dispacciamento dei flussi di energia elettrica su tutto il territorio nazionale e contribuisce attivamente alla transizione verso un futuro alimentato da energie rinnovabili attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative per il mercato energetico e la partecipazione a progetti internazionali. Terna è la società italiana leader nel segmento Electric Utilities del Dow Jones Sustainability Index ed è stata inserita al primo posto nella categoria Electric Utilities del Sustainability Yearbook 2019 pubblicato da RobecoSAM. Terna è inoltre presente negli indici di sostenibilità internazionali FTSE4Good, MSCI, ESI, Ethibel, STOXX ESG, STOXX Low Carbon, United Nations Global Compact GC 100, VIGEO EURONEXT e Bloomberg Gender Equality Index (GEI). Grids & Values - Accelerating sustainable growth.
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PROTAGONISTI
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“Siamo tessere di un grande mosaico” L’architetto Osama Hamdan racconta come il restauro di opere d’arte ha cambiato la sua vita di Leonardo Cavallo “Le opere d’arte esprimono tanti valori, fanno capire tante cose. L’arte si è evoluta da delle radici: nessuno nasce dal niente, ma sempre si posa su chi c’è stato prima. Noi deriviamo da radici molto antiche, che partono dalle culture pagane. Se studi arte capisci che sei una persona che fa parte di un quadro, sei una tessera di un colore che da sola non significa niente, ma, insieme alle altre tessere di altri colori, compone un motivo bello”. A dirlo è Osama Hamdan, architetto palestinese e presidente del Mosaic centre Jerico. “Padre Michele Piccirillo mi ha insegnato tanto e mi ha portato ad amare le cose belle, che possono essere uno strumento per supe-
rare i problemi. Nel nostro team - prosegue Hamdan - lavoriamo anche con l’Associazione pro Terra Sancta e questa è una grande opportunità. Anche all’interno del nostro gruppo lavorano cristiani e musulami e in questo modo si rompono i muri: quando conosci non hai più paura dell’altro e scopri tante cose comuni”. Le relazioni tra Israele e Palestina sono sempre molto tese e fin dal 1948 la sua famiglia è stata travolta dagli avvenimenti della storia: “Io sono un profugo. La mia famiglia è stata mandata via di casa ma la nostra casa esiste ancora ed è abitata da altri. Questo per me è un crimine. Mia madre, mio padre e mio nonno hanno perso tutto e non hanno più potuto tornare nemmeno a
Osama Hamdan
fare una piccola passeggiata intorno alla loro casa. C’è stata un’ingiustizia e, se vogliamo far regnare la pace, ci devono essere giustizia e rispetto per l’altro”. Il mestiere di Hamdan gli ha permesso di oltrepassare le divisioni: “Il nostro lavoro insegna a rispettare gli altri. Durante la seconda intifada, che era molto dura, siamo riusciti a restaurare un un sito storico che era una sinagoga”. La collaborazione con Ats gli ha fatto incontrare la storica dell’arte Carla Benelli, che è rimasta colpita da un episodio che le è successo durante il suo lavoro: “Qualche anno fa ho accompagnato un gruppo di palestinesi in visita alla moschea che contiene la tomba di Giovanni Battista, che era una cattedrale crociata. Per se-
coli l’edificio è stato una chiesa; dopo le crociate è stata trasformata in moschea e da secoli è rimasta tale. Ho fatto un giro con queste persone di fede islamica e ho raccontato che, per un periodo, in questo luogo c’era una navata dove pregavano i musulmani e una dove pregavano i cristiani, perché Giovanni Battista è un santo per noi cristiani e un profeta per i musulmani. Nel gruppo di presone in visita c’era un religioso, uno sheikh, e in quei giorni avevo l’impressione che mi guardasse con diffidenza, perché evitava anche di darmi la mano. Quando ho finito la spiegazione, mi ha detto: “Da oggi in poi pregherò perché possiate tornare a pregare con noi in questa moschea”.
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INCONTRI
La Corte entra in carcere
Docufilm sul viaggio dei giudici costituzionali nei penitenziari italiani di Nicholas Masetti e Giacomo Puletti
Commozione e lacrime per il documentario “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri”, produzione Rai Cinema del regista Fabio Cavalli, proiettato nell’Arena Percorsi A2 alla presenza del vicepresidente della Corte costituzionale Marta Cartabia e del giudice della Corte Francesco Viganò. Un viaggio all’interno di numerose carceri italiane che ha impressionato il vasto pubblico presente in sala. Un percorso a tappe dei diversi giudici della Corte, che hanno toccato con mano le maggiori realtà penitenziarie della penisola: da Marassi di Genova, passando per San Vittore a Milano e le carceri femminili di Lecce e Rebibbia, fino all’istituto di detenzione minorile di Nisida, a Napoli. “Il momento di contatto con i detenuti è stato fondamentale – ha spiegato Viganò – Occorre scommettere sulla loro voglia di cambiamento, anche se hanno commesso crimini orribili”. Storie, racconti e testimonianze di donne, uomini e minori che cercano d’imparare dagli errori, in attesa di tornare a respirare la libertà. Giovani
madri in lacrime con i figli nati a Rebibbia, una ragazza transessuale che racconta la sua vita dietro le sbarre, un immigrato preoccupato perché quando uscirà il suo permesso di soggiorno sarà scaduto e lui sarà espulso. E poi alcuni ragazzi di Nisida che, dopo la visita dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, sono stati invitati al Palazzo della Consulta di Roma, sede della Corte costituzionale. Il pubblico, così come i due giudici presenti, porta a casa lo sguardo di persone sofferenti, che vivono complessità, solitudine e abbandono. A volte capita che alcuni detenuti percepiscano il momento dell’entrata in carcere come un sollievo, dopo anni di abusi e violenze domestiche. Altri invece vivono l’uscita come un problema: “In carcere sto bene, se esco dove vado?”, domanda uno di loro a Giorgio Lattanzi, presidente della Corte. “Tanti volontari portano all’interno di quelle mura la possibilità di vedere qualcosa di diverso – ha detto Cartabia in riferimento al titolo del Meeting – La bellezza è la sorgente che può permettere la rinascita”.
Commozione in sala durante la priezione
La mappa dei tesori nascosti in un film di Francesco Cofano “Ma cosa fa un critico cinematografico?”. È la domanda posta alcuni anni fa da un ragazzino a Raffaele Chiarulli, docente di Cinema all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che quella mattina si trovava in una scuola media per guidare un laboratorio di linguaggio cinematografico. Un interrogativo che potrebbe sembrare banale e ingenuo ma a cui il professor Chiarulli, colto di sorpresa, rispose in maniera scontata: “Un critico lavora con i film”. La replica lasciò insoddisfatto l’alunno e lo stesso accademico, che da quel momento ripensò alle ragioni alla base del suo lavoro. La riflessione scaturita da quella domanda lo ha portato, durante un incontro all’Arena Internazionale, a descrivere la sua professione con questa definizione: “Un critico è un cercatore di tesori, un esploratore. E il film è la mappa con cui cercare il tesoro nascosto”. Il breve periodo condensa una pedagogia dell’immagine basata su curiosità, attenzione, gioia e umiltà. Quattro ingredienti per una ricetta utile nel cinema come nella vita, che del primo rappresenta la carne viva, il volto imperfetto. Così guardare un film con questo approccio equivale a osservare con occhi nuovi la realtà. Una metodologia rinnovata dello sguardo che il critico illustra attraverso quattro titoli: “Wall – E”, film d’animazione targato Pixar, in cui il mondo è stato
Raffaele Chiarulli e Claudia Munarin
abbandonato dal genere umano ed è diventato una discarica in cui il robottino che dà il nome al film compatta i rifiuti; “The greatest showman”, sulla nascita del circo Barnum e, come storia nella storia, sul rapporto conflittuale tra il fondatore dell’impresa circense e un critico che vuole sminuirlo; “Lady Bird”, la storia di una ragazza di periferia e delle difficoltà che deve superare per scoprire se stessa e i suoi talenti; “Will – Hunting – Genio Ribelle”, in cui il protagonista è dotato di straordinarie doti intellettuali, ma non dell’umiltà necessaria per metterle a disposizione del bene comune. Solo con la curiosità con cui Wall – E seleziona gli oggetti della discarica, seguendo il precetto di San Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi (“Vagliate tutto, trattenete ciò che è buono”); con la gioia con cui Barnum affronta il mestiere di circense; con l’attenzione che Lady Bird usa nel descrivere la sua città in un compito in classe; con l’umiltà che Will Hunting apprende attraverso il rapporto col suo psicologo, si possono apprezzare le bellezze della vita.
Dante nell’inferno dello slum di Leonardo Cavallo Dove è possibile vedere un fiume di ragazzini che cammina per le strade recitando versi di poesie? In una baraccopoli del Kenya. Il regista Marco Martinelli ha lavorato con alcuni studenti delle scuole locali per mettere in scena alcuni passaggi della Commedia di Dante Alighieri all’interno di Kibera, lo slum di Nairobi. Quando gli sono stati raccontati i metodi educativi tutt’ora praticati da quelle parti, botte comprese, Martinelli ha stracciato il calendario fitto di impegni per dedicarsi a quei bambini. “Nelle scuole di Avsi - spiega il regista - non si picchiano i bambini, che vanno a scuola felici perché viene riconosciuta loro la dignità di persone. Lì abbiamo iniziato una ‘non scuola’ di teatro perché noi non selezioniamo i migliori, ma lavoriamo con tutti. Altro tratto che ci contraddistingue è la libertà di aderire: non lavo-
Marco Martinelli, il regista
riamo con intere classi, in cui molti alunni sono costretti dai professori a partecipare, ma solo con chi vuole fare teatro”. Martinelli ha chiesto di lavorare con preadolescenti e adolescenti, che vivono l’età più critica, soprattutto per chi in passato ha subito violentissimi traumi. Nel corso degli incontri, gli studenti hanno approfondito il legame che intercorre tra loro e il testo di Dante, partendo dall’inferno costituito dalle lamiere di Kibera, che significa proprio “selva”. Così molti ragazzi hanno scoperto anche che si può denunciare il malcostume con il teatro.
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INCONTRI
Un luogo dove crescere Diciannove figli adottati o in affido più quattro biologici: una famiglia di Filippo Campo Antico “Chi apre la porta di casa a un bambino in cerca di affetto riceve un dono più grande di quello che fa”, così Roberta Sciascia nella conversazione “Vedendo, abbracciamo e incontriamo”. Con il marito Rossano Santuari, ha deciso di stingersi per fare posto a chi aveva bisogno di un luogo dove crescere. Per affidi, accoglienze e adozioni si sono appoggiati all’associazione Famiglie per l’accoglienza. “Abbiamo 19 figli, più quattro biologici, e vogliamo bene a tutti allo stesso modo”, dicono. Tra questi c’è chi è entrato nella famiglia Santuari per un lungo periodo dell’infanzia o dell’adolescenza. Altri si alternavano tra i genitori naturali e l’affetto di Roberta e Rossano. Chi, come la piccola Giulia, è entrata stabilmente in casa Santuari. “Otto anni fa abbia-
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VILLAGGIO RAGAZZI
Tutti insieme a teatro con Giovanni e Andrea
Roberta Sciascia e il marito Rossano Santuari
mo ricevuto la telefonata di un giudice. Conosceva la mia esperienza associativa e mi aveva chiesto di trovare una sistemazione per una bimba con la sindrome di down. Nessuno voleva prenderla in carico. Poi, mia moglie mi chiama e mi propone di adottarla. All’inizio sono rimasto in silenzio, poi ho pensato che avessi solo da guadagnarci”, racconta Rossano. “Non siamo stati noi ad accogliere Giulia: lei ci è stata donata. Un dono prezioso”, aggiunge Roberta. Sono sposati da 26 anni e da 20 hanno cominciato ad aprire la loro porta di casa. All’inizio Rossano era molto resistente all’idea dell’adozione. “Una sera siamo andati a cena a casa di una famiglia dell’associazione. Non hanno provato a convincermi quanto fosse bello adottare, ma il clima che si respirava, il rapporto che avevano con i loro figli, era particolare. Mi hanno colpito profondamente. Da lì mi sono convinto ad aprire il mio cuore”, racconta Rossano. Ci sono anche aspetti dolorosi, situazioni difficili da gestire: un ragazzo in affido è scappato di casa. “Ha cominciato a frequentare persone sbagliate. Un giorno ci ha abbandonati. Mi sono messa davanti alla porta per non farlo uscire, ma non c’è stato nulla da fare. Qualche mese fa ci siamo riavvicinati. Sono sicura che i nostri sforzi non siano stati vani”.
Sembra di essere sulla barca insieme ai personaggi, tra le onde del Lago di Tiberiade. Il rumore scrosciante delle acque pare vero. Giovanni e Andrea sono preoccupati, perché non hanno pescato niente. Lo spettacolo “Giovanni e Andrea” di Padre Marco Finco, Pietro Grava e Anna Formaggio, proposto dal Centro Culturale Rosetum, narra la storia di persone a cui, grazie a Gesù, è cambiata la vita. Gli spettatori sono avvolti nella scenografia. A detta dei protagonisti, la scena più difficile è quella della caduta dalla barca, perché, prima di riemergere devono infradiciarsi i vestiti per dare l’impressione di essere veramente caduti in mare. Uno spettacolo divertente, emozionante, coinvolgente e sempre nuovo ad ogni esibizione; anche per gli attori, come racconta Pietro (Giovanni): “Ho provato a renderlo più vicino a noi”, dice. Il resto non ve lo raccontiamo, vi aspettiamo al teatro del Villaggio Ragazzi! Julia Felisari, Anna Viola Brigitta Montanari, Caterina Caprio
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SALUTE
“Quanti piccoli ci sono?”
L’esperienza di chi ogni giorno lavora a contatto con il dolore dei bambini di Giulia Ciancaglini “Le persone sono come le vetrate colorate: brillano e scintillano quando fuori c’è il sole, ma al calar delle tenebre viene rivelata la loro vera bellezza solo se è accesa una luce dall’interno”. Le parole della psichiatra svizzera Elisabeth Kubler Ross hanno accompagnato l’incontro di ieri con Mariella Enoc, presidente dell’ospedale pedia-
Non possiamo guarire tutti, ma possiamo farli stare bene trico Bambino Gesù, e con Momcilo Jankovic, pediatra ematoncologo. La luce che rende le vetrate colorate più belle è la speranza, alimentata dalla cura, che non è sinonimo di guarigione. “Il limite della medicina è non potere guarire tutti – come ha sottolineato il dottor Jankovic – ma possiamo fare stare bene tutti pur dentro la malattia”.
La battaglia inizia con l’obiettivo della guarigione e, se questa non è possibile, di una vita di qualità. La luce in fondo al tunnel della malattia, secondo la sua esperienza, può essere brillante o fioca, ma c’è sempre. Mariella Enoc, riferendosi al titolo dell’incontro “La cura dei più piccoli”, ha chiesto al pubblico: “Chi sono i piccoli?” e tutti hanno subito pensato ai bambini. “Io quando penso ai piccoli – ha detto la presidente del Bambino Gesù – vedo gli invisibili, le persone che non hanno cure: gli anziani, i poveri”. Spesso i medici devono dire ai genitori che non c’è guarigione per il loro figlio e il mondo di quella famiglia crolla. “Ma il mondo crolla anche per una mamma che sta in Cambogia e noi dobbiamo accorgercene, non possiamo confrontarci solo con il nostro ospedale, con la nostra bolla”, ha continuato. L’ospedale pediatrico, secondo lei, è facilitato perché prendersi cura dei bambini è naturale, ma “tutti gli altri piccoli del mondo meritano la stessa tenerezza”, che coincide con la carezza che papa Francesco ha sempre chiesto di portare a chi ne ha bisogno. “Per questo – ha detto – un’infermiera che, non preoccupandosi del tempo che passa, culla per un’ora un neonato fa ancora il suo lavoro meglio di qualsiasi robot di ultima generazione”.
Medici: una presenza nella società di Oreste Malatesta Roberto Monaco, segretario generale della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMC&O) al Meeting si sente a casa. Da due anni la Federazione, ente pubblico non economico, è presente, con uno stand perché a Rimini si respira aria che favorisce lo scambio di esperienze tra professionisti: filosofi, economisti, teologi, giuristi. Anche al suo interno la categoria dei medici (tramite la convocazione degli stati generali) sente il bisogno di un confronto costruttivo per rendere più incisiva la presenza nella società civile. La sanità oggi è cambiata rispetto al passato. Sono state introdotti strumenti diagnostici, tecnologie e farmaci innovativi, che presentano nuove problematiche per chi opera a tutela della salute. Ciò esige una nuova cultura del dialogo con tutti gli stakeholder operanti nella sani-
Roberto Monaco, segretario generale della FNOMC&O
tà, tra i quali soprattutto gli utenti. La FNOMC&O è attiva nel dialogo con le istituzioni preposte alla tutela della salute, quali la Conferenza Stato - Regione e le Regioni stesse, ai sensi della legge 17/56, modificata recentemente dalla legge 3/2018: ciò ha permesso di introdurre principi di una maggiore economicità nell’acquisto di beni e sevizi, da parte delle strutture sanitarie. Il clima di amicizia e di cordialità incontrato al Meeting favorisce contatti e rapporti che accrescono la capacità individuare le priorità di intervento per chi opera nel campo sanitario, per i medici in partricolare.
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INCONTRI
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Portano l’Europa Il valore di scali come Gioia Tauro, Taranto, Napoli di Giacomo Puletti I porti del Sud Italia come via d’accesso al commercio con l’Europa. Dopo un dominio secolare esercitato dalle Repubbliche marinare sulle acque del Mediterraneo, è necessario che porti come Gioia Tauro, Taranto, Napoli e Cagliari tornino a competere alla pari con Atene, Rotterdam e Amburgo, ai quali potenzialmente non hanno nulla da invidiare. Di questo e delle possibili soluzioni per una crescita economica stabile nelle regioni del Mezzogiorno si è parlato domenica nel corso dell’incontro “I giorni del Sud”, organizzato dalla
Fondazione per la sussidiarietà. Con la realizzazione della “Nuova via della seta” e il raddoppio del canale di Suez avvenuto quattro anni fa, il Mediterraneo è “tornato di moda”, tanto che la Cina di Xi Jinping ha investito fino al 2018 circa 4 miliardi di euro in portualità e logistica. “Oggi si fa un utilizzo puramente strumentale del Mediterraneo – ha spiegato Luigi Traettino, presidente di Confindustria Caserta – secondo l’Istituto per gli studi di politica internazionale il 20% del commercio marittimo mondiale passa da lì, ma noi non siamo ancora riusciti a intercettare questo
potenziale”. Nell’area mediterranea si sono combattute alcune delle principali guerre degli ultimi decenni, come quella nei Balcani, in Siria e in Libia, a dimostrazione della valenza geopolitica della zona, con flussi di migranti che attraversano il Mediterraneo alla disperata ricerca di salvezza. Occorre dunque ripensare la strategia portuale delle regioni del Sud: questo il pensiero comune del panel di relatori, per diminuire il gap economico tra meridione e settentrione e trovare una strategia comunitaria tra l’Italia e gli altri Stati europei sulla gestione dell’immigrazione.
Un momento dell’incontro
Il volto della sostenibilità in Uganda e Mozambico di Clarissa Cancelli L’integrazione è possibile anche quando si parla di energia. È il messaggio lanciato dall’incontro all’Arena Internazionale dal titolo “Cambiamento climatico ed energia rinnovabile: approcci integrati, strumenti ed esperienze di cooperazione allo sviluppo”. Per i Paesi africani piccoli interventi che integrino approcci e strumenti nuovi nella vita
della popolazione locale possono rappresentare una giusta risposta per l’ambiente e per il benessere delle persone. Perché un cambiamento radicale può avvenire anche in maniera sostenibile. A dimostrarlo due progetti di cui hanno parlato Francesca Oliva e Alessandro Galimberti di Avsi. “Le comunità in Africa sono le più vulnerabili agli effetti del cambia-
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mento climatico, perché il loro sostentamento proviene soprattutto dall’agricoltura – spiega Oliva –. In
alcune comunità in Uganda abbiamo applicato un nuovo modello: soggetti privati hanno realizzato piccoli impianti che generavano energia rinnovabile. Da quel momento la vita delle comunità è cambiata in meglio”. “Parliamo di energia rinnovabi-
le quando ci sono due miliardi di persone che ancora cucinano con stufe a legna o carbone – aggiunge Galimberti –. In Mozambico ho iniziato a vendere porta a porta fornelli migliorati che ne evitassero l’uso nelle baraccopoli. In questo modo abbiamo risparmiato cifre incredibili, anche se ancora piccole rispetto al problema nel suo complesso”.
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SPORT
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La partita di Zanetti
Il vicepresidente dell’Inter dedica il suo libro ai ragazzi: “Racconto la mia vita in campo e fuori” di Camillo Bartolini Appena entrato nello sport village della fiera per firmare le copie del suo ultimo libro “Vincere, ma non solo”, il vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti viene acclamato da centinaia di giovani sportivi. Sorpreso dalla calda accoglienza, rivela di aver sperimentato, in un mondo pieno di solitudine anche tra i giovani, “un’impressione positiva perché vedo in questi bambini e ragazzi tanto entusiasmo e questo mi fa un enorme piacere”. Mentre la coda per gli autografi aumenta a colpo d’occhio, Zanetti ci tiene a precisare che “il libro va dedicato a tutti loro a cui voglio raccontare ciò che ho vissuto in campo ma anche in questa nuova tappa della mia vita”. Concetti simili, seppur in modo più approfondito, sono stati poi ribaditi dallo sportivo anche durante l’incontro “Vincere, ma non solo. Crescere nella vita per raggiungere i propri obiettivi” dove è stato accol-
to al coro di “un capitano c’è solo un capitano”. Zanetti ha chiarito da subito come la fatica e il sacrificio abbiano giocato un ruolo decisivo nella sua esistenza: “mi piace complicarmi la vita. Quando ho smesso non ho scelto la strada più facile, rimanendo nell’area sportiva perché volevo essere utile in aree nuove. E dato che essere campione in campo non significa esserlo automaticamente altrove, mi sono rimesso a studiare. Volevo mettermi in discussione occupandomi di altri tipi di esigenze, desiderando intervenire in tutto quello che c’è dietro una squadra che scende in campo”. Impegno è una parola cara a Zanetti che, consapevole di averne imparato il senso dai genitori, ricorda che “per imparare a vincere bisogna anzitutto saper perdere: la sconfitta ha un valore formativo e i giovani devono impararlo perché tutti abbiamo talenti e li dobbiamo allenare
Mazzanti e Ortolani: a rete con la famiglia di Nicholas Masetti Due sportivi e l’amore per la famiglia. Secondo Davide Mazzanti, commissario tecnico della Nazionale italiana femminile di pallavolo, e Serena Ortolani, capitana della Saugella Team Monza, l’impegno dello sport ad altissimo livello non è un ostacolo a stare insieme alla figlia Gaia. Viaggi, traslochi e distanze non pesano, perché “la famiglia con lo sport è una gioia in più nella vita” afferma una commossa Ortolani, accolta da tanti bambini pronti per una foto in sua compagnia. Il convegno “Lo sport vissuto insieme” nell’Arena Sport Village ha visto la coppia di sportivi raccontarsi con aneddoti sulla nascita della loro storia durante la comune militanza nella Foppapedretti Bergamo (lui da allenatore, lei da giocatrice) e sul tempo trascorso insieme in Nazionale, culminato con l’argento ai mondiali di Giappone 2018. Ma anche i momenti vissuti fuori dai campi di gioco e dalle palestre, cercando di coordinare gli impegni sportivi per stare uniti in famiglia assieme alla figlia di sei anni.
Javier Zanetti in posa con i giovani dello sport village
per essere pronti quando arriva la propria opportunità”. Certamente uno dei talenti spiccati del “capitano” è la sua attività nel sociale che ha voluto condividere con il Meeting: la sua fondazione “Pupi” aiuta oggi 250 bambini a studiare, avere una casa e svolgere attività complementari. D’altronde “aiutare fa sentire bene”, ricorda con la classe e la leadership mostrate per anni sul campo.
Con la fondazione Pupi sostiene 250 bambini nello studio in Argentina
Vincere: volere non basta Le videostorie di Nando Sanvito
Serena Ortolani e Davide Mazzanti
“A casa non parliamo mai di pallavolo”, scherzano le due colonne portanti del volley femminile, stimolate al racconto di Consuelo Mangiafesta, ex giocatrice e ora opinionista Rai. Da domani il lavoro li terrà distanti di nuovo: Mazzanti, infatti, parte per la Polonia, dove l’Italia farà il suo esordio europeo il 23 agosto contro il Portogallo (ore 17.30). Ortolani non ci sarà perché ha deciso di lasciare la Nazionale per dedicare più tempo a Gaia, “che non guarda mai la pallavolo, ma quando il babbo è in panchina è la sua prima tifosa”.
di Davide Amata “Tante volte i media esaltano la forza della volontà di vincere, che da sola non basta. Qual è dunque, la misteriosa alchimia che porta a buon fine l’esperienza umana?”. Così si interroga il giornalista Nando Sanvito all’incontro “Quello strano lavoro di vincere: videostorie di sport” nell’Arena Sussidiarietà e Lavoro. Un percorso sulla vittoria e la sconfitta, due facce della stessa medaglia” spiega Sanvito. Storie avvincenti di atleti che hanno raggiunto traguardi impensabili: “Bruno Landi era un giovane ventunenne spezzino, un ciclista semi-professionista senza contratto nella sua squadra, la Fiorelli, ma nonostante questo vinse il Giro di Lombardia del 1953 approfittando di un errore del velocista Fiorenzo Magni che fu confuso dalle indicazioni di un vigile urbano a poche centinaia di metri dal traguardo”. Con la canzone “Il pulcino ballerino” del 1964 scritta dallo Zecchino d’oro, Sanvito introduce la storia di Garrincha, il fantasista brasiliano, compagno di squadra di Pelé il cui soprannome indica proprio il nome di un piccolo uccello canterino. Garrincha, al secolo Manoel Francisco dos Santos, pur avendo limiti di natura fisica vinse due mondiali con il Brasile, nel 1958 e nel 1962,
diventando una delle bandiere del Botafago di Rio de Janeiro. Infine lo scalatore statunitense Jeff Lowe, che nell’inverno del 1991, dopo il doppio fallimento dell’azienda che dirigeva e del suo matrimonio, affronta in solitaria la parete Nord dell’Eiger in Svizzera. Aprendo così una nuova via alla vetta di 3967 metri, dopo aver lasciato lo zaino e gran parte del materiale cinquanta metri più in basso. Lo scalatore battezza la nuova via “metanoia”, conversione, termine caro anche a San Paolo. “Il gesto delle braccia alzate” - conclude Sanvito - “è un gesto che dice che la vittoria è figlia di una relazione con il mistero. Indica un’appartenenza”.
L’incontro con Nando Sanvito
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SPETTACOLI
La fatica di un figlio, le scoperte di un padre
Lo stupore di Barabba
Nel Telemaco di Gioele Dix
Un successo lo spettacolo inaugurale
di Filippo Campo Antico e Alice Possidente “Ho avuto un padre ingombrante. Ho vissuto con fatica il confronto”, così Gioele Dix, che domani alle 21.45 all’Auditorium Intesa Sanpaolo B3 sarà protagonista di uno spettacolo intitolato “Vorrei essere figlio di un uomo felice”. Partendo dalla storia di Telemaco in cerca del padre Ulisse, il comico affronterà il rapporto tra padre e figlio. Un monologo intenso, ispirato ai primi quattro canti dell’Odissea, dove riflessioni profonde si alterneranno a sketch comici. Non mancheranno riferimenti personali. “Mio padre mi ha dato quattro o cinque abbracci in vita sua. Ma ero pieno di lividi perché mi dava dei gran pizzicotti”, racconta il comico. Una narrazione non strettamente autobiografica che però trae spunto dalle esperienze di vita dell’autore. “Da quando mio padre è morto, lo spettacolo non è più lo stesso”. Il rapporto con la figura paterna serve da collante per un confronto con i nostri tempi. “Mio padre era lontano, sia dal punto di vista affettivo che
geografico. Ma era lontano, non assente. I padri di oggi, invece, sono assenti, si comportano da amici e si sottraggono al loro ruolo”. A sua volta padre, Gioele sveste i panni di figlio e indossa quelli di genitore. “I figli sono una palestra per tenere allenati i sentimenti. Si è figli per tutta la vita e si è padri da un certo punto in poi, senza più smettere”.
Gioele Dix sulla scena
Portare lo spettacolo al Meeting ha un significato profondo. “Io non sono cattolico, ma l’ho sempre visto come un posto di gente libera che cerca spazio per gli altri. Ho un legame speciale con il Meeting – continua – perché altrettanto speciale era il legame con una persona che ora non c’è più, il mio amico Renzo Marotta, particolarmente vicino a Comunione e liberazione”.
Domenica 18 Agosto
11.00/15.00 GIOCA E DIVERTITI CON U.S. SASSUOLO CALCIO Presso Area Calcio 11.00/15.00 MUAY THAI a cura del CSI e FIMT1991 & AACSO Presso Area Multisport 11.00/18.00 DODGEBALL a cura del CSI e AIDB Italia Presso Area Volley 15.00/20.00 8° MEMORIAL GIUSEPPE FABBRI a cura del CSI e Meeting Rimini Presso Area Calcio 15.00/18.00 KRAV MAGA – SEMINARI DI DIFESA PERSONALE – DAI 6 AI 14 ANNI a cura Asd Krav Maga Difesa Rimini Presso Area Multisport 18.00/23.00 GIOCHI DA TAVOLO ASMODEE a cura di Francesco Socci Presso Area Multisport
Martedì 20 Agosto
11.00/15.00 GIOCA E DIVERTITI CON US SASSUOLO CALCIO Presso Area Calcio 11.00/15.00 TCHOUKBALL a cura del CSI e Tchoukball Italia Presso Area Multisport 11.00/19.00 SCACCHI (SCUOLA E PRATICA) a cura di Francesco De Vincenzo Presso Area Esterna 12.00 BUU AL RAZZISMO. Quando lo sport vince il razzismo - Il caso Fc Internazionale e oltre Con la partecipazione di Luca Danovaro (Chief Marketing Officer F.C. Internazionale Milano) Presso Sport Village C7 15.00/18.00 TRAINING FC BARCELONA Presso Area Calcio 15.00/18.00 TRAINING FC INTERNAZIONALE MILANO Presso Area Calcio 15.00/18.00 TRAINING LEGA VOLLEY FEMMINILE – OMAG S. GIOVANNI IN MARIGNANO Presso Area Volley 15.00/18.00 TRAINING FEDERAZIONE ITALIANA PALLACANESTRO Presso Area Basket 15.00/17.00 TORNEO SCACCHI SEMI LAMPO UNDER 16 a cura di Francesco De Vincenzo Presso Area Esterna 15.00/18.00 TORNEO TENNIS TAVOLO RAGAZZI a cura del CSI e Meeting Rimini Presso Area Tennis Tavolo 15.30/18.30 ESIBIZIONE GINNASTICA ACROBATICA a cura della Polisp. Riccione Sez. ginnastica Acrobatic Team Riccione Presso Area Multisport 16.00 TRAINING TO WIN. Diventare squadra. Come imparare a passarsi la palla tra campo e Azienda. Con la partecipazione di Moreno Torricelli (Campione di Calcio), Jack Sintini (Campione di Volley, ora Sales Manager Randstad Sport) e Samuele Robbioni (Counselor in Psicologia dello Sport e docente Randstad HR Solutions). Presso Sport Village C7 18.00/23.00 GIOCHI DA TAVOLO ASMODEE a cura di Francesco Socci Presso Area Multiuso 18.00 NORDIC WALKING TRA LE VIGNE AZ. AGRICOLA FIAMMETTA – CROCE DI MONTECOLOMBO a cura di Meeting Rimini, A.S.D. Corposamente e Centro Sociale S. Andrea (RSM) 19.30/20.00 ESIBIZIONI DUNKING DEVILS Esibizioni stelle internazionali di Free Styler direttamente dal FIP 3x3 WORLD CHALLENGER Presso Area Basket 20.00/23-00 TORNEO TENNIS TAVOLO ADULTI a cura del CSI e Meeting Rimini Presso Area Tennis Tavolo 15.00/19.00 FIP 3x3 WORLD CHALLENGER Presso “3x3 Basket Stadium” - Piazza Fellini, Rimini
Lunedì 19 Agosto
11.00/14.00 TRAINING FC BARCELONA Presso Area Calcio 11.00/15.00 GIOCA E DIVERTITI CON US SASSUOLO CALCIO Presso Area Calcio 11.00/15.00 CROSS TRAINING a cura del CSI e Asd Fitness Passignano Presso Area Multisport 11.00/19.00 SCACCHI (SCUOLA E PRATICA) a cura di Francesco De Vincenzo Presso Area Esterna 12.00 LO SPORT VISSUTO INSIEME con Davide Mazzanti (Commissario Tecnico Nazionale Italiana Volley) e Serena Ortolani (pallavolista e capitana Saugella Team Monza). Conduce Consuelo Mangifesta (Pluricampionessa Volley, Responsabile Comunicazione Lega Volley Femminile, opinionista Rai) Presso Sport Village C7 15.00/18.00 TRAINING FC INTERNAZIONALE MILANO Presso Area Calcio 15.00/18.00 TRAINING LEGA VOLLEY FEMMINILE – SAUGELLA TEAM MONZA Presso Area Volley 15.00/18.00 TRAINING FEDERAZIONE ITALIANA PALLACANESTRO Presso Area Basket 15.00/18.00 QUIDDITCH (GIOCO HARRY POTTER) a cura di Andrea Soliman Presso Area Multisport 15.00/20.00 4° MEMORIAL GIGI TADEI a cura del CSI e Meeting Rimini Presso Area Calcio 15.30/16.30 FIRMA COPIE “VINCERE, MA NON SOLO” di JAVIER ZANETTI Presso Sport Village C7 – Stand Fondazione PUPI 17.00 VINCERE, MA NON SOLO. Crescere nella vita per raggiungere i propri obiettivi con Javier Zanetti (Vice President FC Internazionale Milano e Membro del Comitato organizzatore delle competizioni FIFA) Conduce il Prof. Andrea Simoncini (professore di diritto costituzionale dell’Università degli studi di Firenze, membro CdA del Meeting di Rimini) Presso Salone Intesa Sanpaolo B3 18.00/23.00 GIOCHI DA TAVOLO ASMODEE a cura di Francesco Socci Presso Area Multisport 18.30/19.00 ESIBIZIONI DUNKING DEVILS Esibizioni stelle internazionali di Free Styler direttamente dal FIP 3x3 WORLD CHALLENGER Presso Area Basket 20.00/23.00 TORNEO DI BRIDGE a cura dell’Associazione Rimini Bridge Presso Area Esterna 21.00 CAMMINATE PER LE VIE DI RIMINI – EDIZIONE SPECIALE 40° - I LUOGHI SIGNIFICATIVI PER IL MEETING DI RIMINI RITROVO ARCO D’AUGUSTO – RIMINI a cura di Meeting Rimini, A.S.D. La Pedivella e CSI 16.00/22.00 FIP 3x3 WORLD CHALLENGER Presso “3x3 Basket Stadium” - Piazza Fellini, Rimini
Una scena di “Midnight Barabba”
di Alessandro Pavanati Che domande deve essersi fatto Barabba a proposito di chi gli ha salvato la vita, cioè Gesù? Cristo ha rotto i nostri schemi e noi, come Barabba, rimaniamo costernati, ma anche ansiosi di capire perché sia morto in croce per noi. Nel Barabba di Pär Lagerkvist trasposto in forma teatrale da Otello Cenci c’è tutta la domanda umana sul mistero di Cristo. Una domanda aperta, ma che non cade nel silenzio. In forma di commedia, con gli accenti ironici di un gruppo immaginario di partecipanti alla cerimonia di conferimento dei Nobel che per passare il tempo (rimasti soli nel foyer del palazzo mentre gli altri ospiti e i giurati non riescono a raggiungerli a causa della tormenta e del gelo di Stoccolma) inscenano il Barabba del vincitore del Nobel per la letteratura 1951. Un mix di ironia e dramma, ben assecondato dalla scelta delle musiche e delle luci, che ti introducono alla conoscenza di una delle più enigmatiche figure del Vangelo. Più che un cinico assassino vediamo in Barabba un uomo che ha scoperto in
sé nuove domande, nuovi desideri, nuove profondità di sguardo. La sua vita non poteva essere più la stessa di prima, come si scopre nel suo incontro con i testimoni di Cristo, dalla Leporina a Lazzaro, per citare solo due esempi. Lo spettacolo, andato in scena il 18 e 19 agosto al Teatro Galli di Rimini, è stata l’occasione per presentare l’edizione 2020 della Passione di Sordevolo, sacra rappresentazione che si tiene da oltre 200 anni in questo borgo delle Prealpi biellesi, in rime e costumi rinascimentali. Ad accogliere gli spettatori è stata infatti una delegazione dell’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo, in costumi di scena. Prodotto da Meeting Rimini con la partecipazione di Avl Tek, Midnight Barabba è stato realizzato in collaborazione con la Regione Puglia e con il patrocinio del Comune di Rimini e del Teatro Pubblico Pugliese. Protagonisti A. Carone, M. d’Errico, F. Ferrante, C. Guido, R. Lombardi, M. Padrone e R. Petruzzelli. Soggetto di D. Rondoni, G. Pizzol, O. Cenci (regista) e N. Abbatangelo. Scene di N. Delli Carri. Costumi a cura di Sartoria Shangrillà
IL PROGRAMMA
20 AGOSTO
INCONTRI EUROPA: PROBLEMA O OPPORTUNITÀ PER L’ITALIA? Salone Intesa Sanpaolo B3 | Ore 11.30 Paolo Savona, presidente CONSOB; Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Introduce Francesco Sisci, giornalista. IMPARARE A GUARDARE IL MONDO CON GLI OCCHI DI PAPA FRANCESCO Sala Neri UnipolSai | Ore 11.30 Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di Gesù. Introduce Emilia Guarnieri, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. LA MERAVIGLIA DEL CERVELLO UMANO – WORKSHOP Arena Brain D3 | Ore 11.30 Egidio D’Angelo, Università di Pavia; Vittorio Gallese, Università di Parma. Intervengono: Lamberto Ballan, Ettore Barbagallo, Tommaso Bellini, Mauro Ceroni, Sergio Martinoia, Samir Suweis. Introduce Marco Bersanelli. ESSERE GUIDA Arena Sussidiarietà&Lavoro B1 | Ore 12.00 Domenico Arcuri, Ad Invitalia; Marco Ceresa, Ad Randstad Italia; Andrea Lecce, Executive Director Sales & Marketing Privati e Aziende Retail Intesa Sanpaolo; Moreno Torricelli, campione di calcio. Introduce Pierluigi Bartolomei, dir. generale Istituto Professionale ELIS. OLTRE I CLASSICI. LA NARRATIVA CONTEMPORANEA A SCUOLA. OPERA PRIMA. “NUOVE ESPERIENZE PER UNA SCUOLA CHE CAMBIA” Arena Polis Edison A1 | Ore 12.00 a cura di Marco Ferrari Luigi Ballerini, medico psicoanalista e scrittore per ragazzi; Valerio Capasa, docente al Liceo Scientifico Statale Arcangelo Scacchi di Bari. Introduce Francesco Fadigati, insegnante e rettore della scuola La Traccia di Calcinate. L’ASSISTENZA AI PAZIENTI CON CRONICITÀ. SISTEMI A CONFRONTO Arena Meeting Salute C3 | Ore 12.00 Tonino Aceti, portavoce FNOPI; Giulio Gallera, assessore Welfare Regione Lombardia; Antonio Magi, segretario generale SUMAI; Domenico Mantoan, dir. Sanità Regione Veneto; Sara Mintrone, Strategic Marketing Executive Dedalus Spa; Marco Trabucchi, presidente AIP (Ass. Italiana di Psicogeriatria). Introduce Monica Calamai, dir. UO Igiene Ospedaliera e dir. Ospedale Misericordia Grosseto USL sud est Toscana. Modera Carmelo Ferraro, portavoce MI’mpegno. VEDENDO, CREIAMO. INCONTRARSI IN VENEZUELA ATTORNO ALLA BELLEZZA Arena Cdo for Innovation D3 | Ore 12.00 Aquiles Baez e Francisco Josè Sanchez, Musicisti venezuelani. Introduce Monica Poletto, Cdo Opere Sociali. NEL CUORE DELL’EUROPA: IL 52° CONGRESSO EUCARISTICO INTERNAZIONALE Arena Percorsi A2 | Ore 12.00 Kornél Fábry, segretario generale del Congresso Eucaristico. Introduce Alessandra Stoppa, giornalista Tracce. LA SALUTE PER TUTTI: RAGGIUNGERE GLI IRRAGGIUNGIBILI Arena Internazionale A3 | Ore 12.00 Andrea Atzori, Medici con l’Africa Cuamm; Jacqueline Gaskell, Programme Lead at Girl Effect; Eduard Molnar, Senior Manager GAVI; Akosua Peprah, fondatrice Mmaakunium Foundation in Ghana e Young Leader 2019. Introduce Jan Paehler, Team leader per la Salute, Commissione Europea DG DEVCO. BUU AL RAZZISMO. QUANDO LO SPORT VINCE IL RAZZISMO Sport Village C7 | Ore 12.00 Il caso FC Internazionale e oltre. Luca Danovaro, Chief Marketing Officer F.C. Internazionale Milano. Introduce Piero Vietti, resp. dell’inserto sportivo de Il Foglio. LA DONNA AL CENTRO DELLA CURA Arena Meeting Salute C3 | Ore 13.00 Franco Bassetto, Consiglio Direttivo SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Rico-
OGGI AL MEETING struttiva ed Estetica); Matilde Leonardi, dir. UOC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e Coma Research Centre, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano; Arianna Maggiali, dir. SOC Ostetricia professionale ASL Toscana Centro; Giovanni Scambia, Presidente SIGO (Società Italiana Ginecologia Ostetricia). Introduce Luigi Cammi, Referente Meeting Salute. “CITTÀ E BELLEZZA”. PRESENZA DEL PRESENTE Arena Polis Edison A1 | Ore 13.45 Manfredi Catella, Ceo Coima Res in dialogo con Luca Doninelli, scrittore. GOOD PLAN Arena Percorsi A2 | Ore 14.00 Presentazione e proiezione del reportage di Fernando De Haro, giornalista. Partecipa l’autore. CONOSCERSI PER CAPIRSI, CAPIRSI PER CONVIVERE Auditorium Intesa Sanpaolo B3 | Ore 15.00 Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, segretario generale della Lega Musulmana Mondiale; Olivier Roy, Joint Chair RSCAS, Chair in Mediterranean Studies at EUI (European University Institute). Introduce Wael Farouq, Prof. di Lingua e Letteratura Araba all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. TRAINING TO WIN. DIVENTARE SQUADRA. COME IMPARARE A PASSARSI LA PALLA TRA CAMPO E AZIENDA. Sport Village C7 | Ore 16.00 Samuele Robbioni, Counselor in Psicologia dello Sport e docente Randstad HR Solutions; Jack Sintini, Campione di volley, Sales Manager Randstad Sport; Moreno Torricelli campione di calcio. “GOING WEST”: LIBERTÀ, SOLITUDINE, E L’ESPERIMENTO AMERICANO Salone Intesa Sanpaolo B3 | Ore 17.00 Greg Lukianoff, presidente Foundation for Individual Rights in Education (FIRE); Martina Saltamacchia, Associate Professor di Storia Medievale all’Università del Nebraska, Omaha. Introduce José Medina, Insegnante, USA. FAMIGLIE IN AZIONE Sala Neri UnipolSai | Ore 17.00 Mario Bolzan, Prof. di Statistica Sociale all’Università di Padova; Andrea Franchi, Opera Cascinello San Luigi. Introduce Marco Mazzi, presidente Ass. Famiglie per l’Accoglienza. LAUDATO SI’: SOSTENIBILE È… UMANO Arena Sussidiarietà&Lavoro B1 | Ore 17.00 Carlin Petrini, gastronomo, sociologo e fondatore dell’Ass. Slow Food. Introduce Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà. LA CITTÀ. PROGETTI, TURISMO, VALORIZZAZIONE Arena Polis Edison A1 | Ore 17.00 In collaborazione con Regione Friuli Venezia Giulia. Giovanni Bastianelli, dir. Esecutivo ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo); Sergio Emidio Bini, assessore alle Attività Produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia; Manfredi Catella, Ceo di Coima Res. Introduce Luigi Benatti, architetto Partner Studio TECO+. SANITÀ: LA SFIDA DELLA RICERCA COME MOTORE DI SVILUPPO Arena Meeting Salute C3 | Ore 17.00 Dino Amadori, dir. Scientifico Emerito IRST IRCCS, fondatore e presidente IOR (Istituto Oncologico Romagnolo); Gianluca Ansalone, Head of public affairs Novartis; Renato Balduzzi, Prof. Ordinario di Diritto Costituzionale all’Università Cattolica del Sacro Cuore; Andrea Lenzi, presidente Comitato per la Biosicurezza e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri e
Presidente Health City Institute. Introduce Andrea Ciccioni, presidente Quelli che... con LUCA Onlus. CON QUALE COSCIENZA CREIAMO ALGORITMI? Arena Cdo for Innovation D3 | Ore 17.00 Sono stati invitati: Carlo Bagnoli, docente di Innovazione Strategica all’Università Ca’ Foscari; Paolo Benanti, docente di Teologia Morale e Bioetica all’Università Gregoriana; Alessandro Nardone, fondatore Orwell. Introduce Gigi Gianola, dir. generale Cdo. LA MIA CINA Arena Percorsi A2 | Ore 17.00 Brian Grim, presidente Religious Freedom and Business Foundation. Introduce Luca Fiore, giornalista Tracce. DIRITTI E DOVERI. 1989: SPERANZE E DELUSIONI Arena Internazionale A3 | Ore 17.00 Giovanni De Luna, docente di Storia alla Scuola di Studi Superiori Ferdinando Rossi dell’Università degli Studi di Torino; Agostino Giovagnoli, docente di Storia Contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Introduce Massimo Bernardini, conduttore televisivo e giornalista. SOSTEGNO A DISTANZA: IO PROTAGONISTA NEL MIO PAESE Salone Intesa Sanpaolo B3 | Ore 19.00 Rose Busingye, infermiera e resp. Meeting Point di Kampala; Massimo Favilli, dir. Soci e Comunicazione Unicoop Tirreno; Lamas Wabwire Maiyah, studente alla Cardinal Otunga, Nairobi (Kenya); Damiano Tommasi, presidente Ass. Italiana Calciatori; Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Introduce Giampaolo Silvestri, segretario generale AVSI. L’ITALIA CE LA FARÀ? NUMERI ALLA PROVA Arena Sussidiarietà&Lavoro B1 | Ore 19.00 Gian Carlo Blangiardo, Prof. Ordinario di Demografia all’Università di Milano-Bicocca e presidente ISTAT; Nando Pagnoncelli, Ad Ipsos Italia e sondaggista. Introduce Alberto Brugnoli, Prof. di Economia Applicata all’Università degli Studi di Bergamo e dir. scientifico Fondazione per la Sussidiarietà. INSIEME SI VINCE Arena Polis Edison A1 | Ore 19.00 Antonio Decaro, sindaco di Bari e Presidente ANCI; Raffaello de Ruggieri, sindaco di Matera; Andrea Gnassi, sindaco di Rimini; Pietro Pacini, dir. generale CSI Piemonte; Aldo Patruno, dir. del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia; Paolo Quaini, Executive Vice President Divisione Servizi Energetici Edison. Introduce Marco Piuri, Ad Trenord e dir. generale FNM Spa. HEALTHY CITY 2.0 Arena Meeting Salute C3 | Ore 19.00 Alberto Mantovani, dir. di Ricerca all’Istituto Superiore di Sanità; Roberto Pella, vicepresidente Vicario ANCI, deputato al Parlamento Italiano. Introduce Andrea Lenzi, presidente Comitato per la Biosicurezza e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente Health City Institute. BRAIN INSPIRED COMPUTATION Arena Brain D3 | Ore 19.00 Lamberto Ballan, ricercatore al Dipartimento di Matematica, Università di Padova; Paolo Massobrio, ricercatore al Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica, Ingegneria dei Sistemi (DIBRIS) all’Università degli Studi di Genova. Introduce Samir Suweis, ricercatore al Laboratorio di Fisica interdisciplinare, Dipartimento di Fisica e Astronomia, Università di Padova. PRODOTTI AGROALIMENTARI INTELLIGEN-
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TI PER LA SALUTE E L’AMBIENTE Arena Cdo for Innovation D3 | Ore 19.00 Luciano Bortolan, titolare azienda agricola Bortolan; Andrea Cagnolati, presidente Grain Services; Tommaso Carioni, Ceo Gruppo Carioni; Chiara Faenza, resp. sostenibilità e innovazione valori Coop Italia; Franco Manzato, sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo. Introduce Angelo Frascarelli, docente di Economia e Politica Agraria all’Università di Perugia. LA SETTIMA ARTE Arena Percorsi A2 | Ore 19.00 Krzysztof Zanussi, regista e dir. TOR Film Production. Introducono Elettra Sofia Mauri, Autrice e sceneggiatrice e Beppe Musicco, giornalista Sentieri del Cinema. LA CULTURA PER “IMMAGINARE” UN FUTURO DI PACE E INCLUSIONE Arena Internazionale A3 | Ore 19.00 Charline Burton, executive director for Europe, Search for Common Ground; Wael Farouq, Prof. di Lingua e Letteratura Araba all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Stefano Manservisi, dir. generale, Commissione Europea DG DEVCO; Ranieri Sabatucci, Ambasciatore UE all’Unione Africana (Progetto Maisha). Introduce Maria Laura Conte, direttrice Comunicazione Fondazione AVSI. IL TUO VOLTO, LA TUA PAROLA. POESIE E LETTERATURA COME INCONTRO E AMORE Salone Intesa Sanpaolo B3 | Ore 21.30 Salah Fadl, Prof. di Letteratura Comparata all’Università Ain Shams del Cairo, esperto e traduttore di Dante Alighieri; Davide Rondoni, poeta e scrittore. Introduce Wael Farouq, Prof. di Lingua e Letteratura Araba all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. PAROLE E MUSICA. “L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI VERONICA – NACQUE IL TUO NOME DA CIÒ CHE FISSAVI” Arena Sussidiarietà&Lavoro B1 | Ore 21.30 Egidio Bandini, giornalista e presidente Club dei 23; Daniele Benecchi, cappellano militare generale Guardia di Finanza EmiliaRomagna; Enrico Beruschi, regista e attore; Eugenio Martani, clarinettista; Corrado Medioli, fisarmonicista. REPORTAGE Arena Internazionale A3 | Ore 21.30 Incontro con Esther Mbabazi e Guillem Trius, autori del progetto fotografico Sight by Side: racconto per immagini di un campo profughi e della comunità che lo ospita in Uganda. La mostra è visitabile allo stand della Commissione Europea-DG DEVCO (Padiglione A3).
SPETTACOLI IL PROF. E IL PAZZO Sala Neri UnipolSai | Ore 21.30 Presentazione a cura di Antonio Autieri, giornalista di Sentieri del Cinema e proiezione del film diretto da P. B. Shemran con protagonisti Mel Gibson, Sean Penn e Natalie Dormer (2019). FRANCESCO E IL SULTANO. AINALSHARAA – “IL POZZO DEI POETI” Arena Percorsi A2 | Ore 21.45 Racconto in parole, musica e canto con Mirna Kassis, Valeria Khadija Collina e Fabio Mina. Regia di Otello Cenci. Testo di Giampiero Pizzol e Otello Cenci. Illustrazioni Alice Tamburini. Visual designer Joseph Nenci. Una produzione Made Officina Creativa e Museo Interreligioso di Bertinoro. In collaborazione con Percorsi Francescani, Coreis e con il patrocinio di Custodia Terrae Sanctae Acquista il biglietto su Vivaticket o trova i punti vendita più vicino a te. OR DO YOU NEED MORE? INSIEME È UN’ALTRA MUSICA Open Arena Illumia Piscine Ovest | Ore 22.00 Concerto di The Regaz Band 2, una giovane band di universitari
Direttore: Gianfranco Giuliani Direttore Responsabile: Cesare Trevisani Editore: Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Fondazione
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costituita in data 31 marzo 2008 con atto a ministero del Notaio Plescia di Rimini (rep. n. 47.236/7949, registrato all’Agenzia delle Entrate di Rimini il 10 aprile 2008 al n. 4.919/I), sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini. Tel. 0541 - 783100, Fax. 0541 - 786422
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