SABATO 24 AGOSTO 2019
IN PRIMO PIANO
11.30
Quotidiano
#7•ANNO 40
MEETING
Il tuffo nel Meeting Gli occhi del bimbo strillone e la Chimera di Schifano
EUROPA: TRA VALORI DA RISCOPRIRE E NUOVE SFIDE DA AFFRONTARE Intervengono David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo; Giovanni Bruno, Banco alimentare onlus; Silvio Cattarina, cooperativa L’imprevisto; Pino Morandini, Movimento per la vita
SALONE INTESA SANPAOLO B3
13.00 SPORT E FAMIGLIA
Partecipano Vittorio Bosio, presidente Centro sportivo italiano; Alex Giorgetti, pallanuotista; Valentina Marchei, pattinatrice su ghiaccio; Mara Navarria, campionessa di scherma; Marco Marchei, giornalista
SPORT VILLAGE C7
15.00 I 50 ANNI DEL PRIMO SBARCO DELL’UOMO SULLA LUNA
Con Roberto Battiston, ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento e Paolo Nespoli, astronauta
SALONE INTESA SANPAOLO B3
17.00 40 ANNI DI MEETING
Salvatore Abbruzzese, sociologo; Antonio Polito, giornalista e scrittore. Introduce Emilia Guarnieri, presidente fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli
AUDITORIUM INTESA SANPAOLO B3
di Maurizio Vitali Questa poi. Un fiolìn di sei o sette anni che fa lo strillone. Ti propone deciso l’acquisto di un imprescindibile fascicolo speciale. Non è solo. E’ la mascotte di una gaia brigata di colleghe ragazzine di 10-11 anni, nel caravanserraglio della Hall Sud. Hanno genitori volontari e hanno deciso di seguirne l’esempio. Liberamente, non da polli di allevamento. Ma perché? “Le persone ci fanno un sorriso e noi ricambiamo con un sorriso”. Questo è Meeting: stupore per qualcosa che accade. Accade, ora, anche per il veterano con stecca di quaranta estati di servizio in fiera: trasmette e riceve stupore. Così vive con lo sguardo spalancato del fiolìn e non col ciglio grave del reduce che borbotta perchè si sono persi i veri valori. Questa turba multi-età (e ormai multi-etnica) che si aggira e si adopra con lieta gratuità è in nuce l’Italia che può tornare a cantare al mattino quando si fa la barba o stira le camicie, e così realizza anche il miracolo economico.
Il Meeting è come la Chimera di Schifano esposta nella mostra Now Now: una dinamica creativa che accade sotto gli occhi di tutti quelli che vi partecipano, finendo per stupirli. L’opera del grande pittore fu subissata dai contestatori quando non la guardavano e non la poteva-
La meraviglia del primo sguardo no vedere bene, mentre veniva dipinta a terra; poi accolta dal silenzio assoluto della meraviglia quando fu messa in piedi. “Nell’opera si coglie un respiro, una larghezza di sguardo innamorato del mondo”, ha scritto Giuseppe Frangi. E’ o non è il respiro e lo sguardo del Meeting?
E’ uno di quei quadri in cui “ci si vorrebbe tuffare dentro, tanto attraggono per quella dimensione di meraviglia che li costituisce. È la meraviglia da primo sguardo sul mondo”, osservò Giovanni Testiori. Quello stesso sguardo del fiolìn che fa lo strillone e che è l’emblema del Meeting che prosegue nella storia perché nasce e rinasce ogni volta. E’ lo stesso sguardo del terroncino venuto su a Milano con il papà e le valigie di cartone, che Jannacci ha cantato in Ohé son chì. Estraneo e spaesatissimo; però guarda e incontra: le case alte, gli altri bambini giocare appesi ai respingenti del tram e allora salta su con loro, e da lì vede una straordinaria giostra di gente, case, nuvole, e impara ad amare la sua città, che ora ce l’ha dentro negli occhi da quand’era on fiolìn. Ecco. Il Meeting è come la Chimera di Schifano. O come i respingenti del tram. Che ti fa affrontare il casino con gli occhi colmi di meraviglia e non con il fegato pieno di incazzatura.
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La politica del dialogo
Viaggio goloso tra gli stand
Gran finale in musica
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24 AGOSTO
IN PRIMO PIANO
La politica del dialogo c’è La crisi di governo non frena il lavoro dell’Intergruppo per la sussidiarietà di Simone Fausti e Davide Amata L’attuale crisi politica acuisce lo scontro tra i partiti al posto di favorirne il dialogo, eppure esiste un’esperienza trasversale che negli anni ha costituito un punto fermo di confronto: l’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. Come sottolinea Giorgio Vittadini “il bello dell’Intergruppo è che tutti gli interlocutori sono fondamentali perché nelle differenze c’è uno spirito condiviso che può fare grande il Paese”. Un luogo inedito dove il confronto è possibile a partire dalla coscienza della propria identità “altrimenti se la pensiamo tutti allo stesso modo, su cosa dialoghiamo?” si chiede Maurizio Lupi, presidente dell’Intergruppo. L’idea della sussidiarietà è che, pur da posizioni diverse, l’Italia si costruisce “mettendosi in ascolto delle esperienze migliori che vengono dal basso”, come sottolinea Graziano Delrio, esponente del Partito democratico in videocollegamento. Questo gruppo ha rappresentato un contraltare al “personalismo esasperato della politica” afferma Mariastella Gelmini (Forza Italia), lavorando su alcuni temi specifici come l’educazione, lo sviluppo sostenibile, il lavoro e le riforme istituzionali. Una posizione condivisa anche da Roberto Speranza (Articolo 1) che ricorda come “Aldo Moro e Enrico Brelinguer seppero confrontarsi no-
GIORGETTI
“Mio papà era pescatore”
I relatori dell’Intergruppo per la sussidiarietà
Esperienza trasversale in Parlamento nostante le differenze. L’Intergruppo è un tentativo efficace in questa direzione”, che nel corso degli anni “ha conosciuto l’adesione di più di duecento parlamentari”, sottolinea Gabriele Toccafondi (Gruppo misto). Il problema tuttavia non riguarda
solo le dinamiche interne al Parlamento: “il popolo – afferma il sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti – è troppo social, la classe politica invece ha perso il contatto con la società concreta, quella delle aziende e dell’associazionismo”. “I partiti - prosegue Giorgetti - furono pensati come strumenti di collegamento tra gli elettori e il potere, ora non è più così. Bisogna ripensare l’idea dei corpi intermedi e come realizzare la sussidiarietà oggi”. Provocazione colta al volo da Vittadini il quale richiama il popolo del Meeting alla necessità di ricostruire un soggetto umano cosciente del valore profondo della relazione con l’altro. Il vero nemico infatti è il nichilismo, cioè l’assenza di una posizione umana senza la quale è impossibile un dialogo autentico.
di Lucio Bergamaschi A Cazzago Brabbia, ameno paesino sul Lago di Varese, il sottosegretario Giorgetti, il leghista più influente del Governo appena caduto (dopo Salvini ovviamente), è nato e ha fatto il sindaco per dieci anni. “Mio papà era pescatore – ha detto ieri al Meeting – e mi spiegava che i pesci per vivere hanno bisogno dell’ossigeno disciolto in acqua: il Pd ha bisogno dei posti di governo come i pesci dell’ossigeno”. E aggiunge: “Noi andiamo all’opposizione con fierezza” ed è come se avesse chiuso definitivamente la porta alla riedizione del governo gialloverde forse parlando a qualcuno dei suoi che ancora ci spera. Si sente anche un accenno di autocritica: “Sulla famiglia in questi quattordici mesi abbiamo fatto troppo poco”. Giorgetti si sente di casa al Meeting: ”Voi siete fortunati ad avere punti di riferimento ma la maggior parte della gente fuori da qui è sola”.
Autonomia solidale
Tria: meno Irpef se sale l’Iva
I governatori di sei regioni chiedono riforme che favoriscano maggior protagonismo della società
di Giacomo Puletti e Francesco Cofano Un eventuale aumento dell’Iva nel 2020 non avrebbe un impatto negativo sui consumi, se andrà di pari passo con l’abbassamento dell’Irpef. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, durante il dialogo con Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle opere. Tria ha parlato di “necessità dell’abbassamento del cuneo fiscale per le imprese” e di “bisogno di politiche economiche d’impresa a livello globale”. Ha poi tranquillizzato il pubblico sulla prossima manovra, nella quale si dovranno mantenere gli obiettivi di bilancio prefissati. “Il problema dell’Italia non è il deficit – ha spiegato Tria – ma lo stallo negli investimenti. Occorre ridurre la pressione fiscale e far ripartire la crescita”. Per attrarre investitori stranieri c’è bisogno, a suo avviso, di una riforma della giustizia e di misure per ridurre il rischio d’impresa.
di Alessandro Pavanati e Nicholas Masetti “Non vogliamo diventare regioni a statuto speciale, né togliere risorse a nessuno, ma chiediamo solo di poter amministrare meglio e con meno burocrazia. Non chiediamo un euro di più di quello che ci spetta e nemmeno i 9/10 di fiscalità di cui un tempo si parlava, perché significherebbero secessione”. Stefano Bonaccini ha introdotto il tema caldo dell’autonomia differenziata, che ha acceso la giornata di ieri, con l’incontro, moderato dalla costituzionalista Lorenza Violini, fra i governatori di Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Sicilia e provincia autonoma di Trento. Fronte compatto è quello del Nord, favorevole al processo avviato a fine 2017 da Roberto Maroni (allora presidente della Lombardia), Bonaccini (Emilia Romagna) e Luca Zaia (Veneto) dopo il referendum lombardo e veneto e la richiesta avviata dalla Regione Emilia Romagna. Finalità dichiarata all’unisono da Attilio Fontana (Lombardia), Bonaccini,
Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia), Giovanni Toti (Liguria) e Maurizio Fugatti (Provincia Autonoma di Trento), è la migliore gestione delle risorse, nel segno dell’efficienza e della sussidiarietà, senza togliere fondi destinati ad altre regioni, in particolare al Sud, e promuovendo un federalismo solidale. “L’unica secessione deve essere quella dell’efficienza dall’inefficienza”, ha dichiarato Fontana. “Non intendiamo spostare un euro - ha
L’incontro in Sala Neri
aggiunto - da chi chiede più autonomia nel pieno rispetto della Costituzione e chi non l’ha ancora chiesta o la chiederà. Il nostro residuo fiscale oggi è di 54 miliardi di euro e tale rimarrà”. Lo scopo per Fontana “è arrivare a poter finanziare 25 mila startup in Calabria, piuttosto che 25 mila forestali. Il Sud deve essere messo alla prova e ha i titoli per farlo”. A contestare il metodo del processo autonomista è stato il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, secondo il quale la procedura non può prescindere da una decisione condivisa della Conferenza StatoRegioni “in cui manca un dibattito aperto” e da una legge attuativa di diretta emanazione parlamentare. Nel segno della coesione sociale e territoriale sono stati anche gli interventi di Fedriga, Fugatti e Toti. A mettere tutti d’accordo, comunque, è stato il concetto di responsabilizzazione delle classi politiche regionali su cui, come dichiarato da Musumeci, “lo Stato deve vigilare ed, eventualmente, sanzionare”.
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IN PRIMO PIANO
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Vivere la fede Dai diciannove martiri d’Algeria una sfida radicale In tempi bui portarono comunione tra gli ultimi di Matteo Rigamonti “Siamo qui per il Messia crocifisso. Non siamo qui per nessun’altra ragione”. Così rispondeva monsignor Pierre Claverie, vescovo di Orano, assassinato il 1° agosto 1996 con un amico musulmano di 22 anni, a quanti gli domandavano perché la Chiesa rimaneva in Algeria. Lo ha ricordato ieri Thomas Georgeon, postulatore dei martiri d’Algeria, nell’incontro intitolato “Liberi di credere” con Javier Prades López, rettore dell’Università San Dámaso di Madrid, introdotti da Stefano Alberto, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Siamo qui come al capezzale di un fratello malato, in silenzio, stringendogli la mano, asciugandogli la fronte. Per Gesù, perché è lui a soffrire qui, in questa violenza che non risparmia nessuno”,
Siamo qui per Gesù crocifisso. Nient’altro
diceva monsignor Claverie prima di incontrare la morte nel “decennio nero” dell’Algeria, che ha causato qualcosa come 150 mila vittime. Una testimonianza, quella dei diciannove martiri beatificati lo scorso 8 dicembre proprio ad Orano – evento inedito in un paese musulmano –, che Georgeon ha definito “profetica” e legato ad altri fatti accaduti quest’anno: il viaggio di papa Francesco negli Emirati Arabi dove ha firmato, insieme all’Imam di Al-Azhar, il documento sulla fratellanza umana e la pace mondiale, l’incontro con il re del Marocco e la “sollevazione pacifica che da otto mesi riversa milioni di algerini nelle piazze”. Esempi, i primi, di una Chiesa che “si è mossa per incontrare l’altro nella sua differenza”, “comportandosi come ospite” e anteponendo il “desiderio di conoscersi” alla “paura del diverso”. Georgeon, che è monaco trappista e autore del libro che narra la vicenda dei diciannove martiri algerini, ha descritto come “affascinante la loro convergenza di vita e testimonianza: rivela qualcosa del disegno di Dio sulla Chiesa e sul popolo algerino, dove – ha ricordato – erano portatori di comunione specialmente tra i più poveri”. Un esempio, per dirla con le parole di Prades – che
MEETING INTERNATIONAL
Living Faith
“We are here for the crucified Messiah. We are not here for anything else”. This was the answer that Monsignor Pierre Claverie; Bishop of Orano, killed with his 22 years old Muslim friend on the 1st of August 1996, gave to the question on the reason why the church has stayed in Algeria. Thomas Georgeon, postulator for the Algerian Martyrs, remembered this in the encounter titled “Free to Believe” with Javier Pradez Lopez, Rector of the University of San Damaso of Madrid, introduced by Stefano Alberto, Theology Professor at the Catholic University of the Sacred Heart in Milan.“We are here like at the deathbed of a sick brother, in silence, holding his hand, drying his forehead. For Jesus, because he is the one that is suffering here, in this violence that spares no one” said Monsignor Claviere before meeting death in the “black decade” of Algeria, that caused around 150 thousand victims. A testimony, the one of the 19 martyrs beatified the last 8th of December in Orano – unprecedented event in a Muslim country -, that Georgeon define “prophetic” and link to other events happened this year: the journey
of Pope Francis in the United Arabs Emirated where he signed, together with the Imam Al-Azhar, the documents on human brotherhood and world’s peace, the meeting with the king of Morocco and the “last eight month peaceful uprising of millions of Algerian in the squares”. These are the first examples, of a church that “moves to meet the other in his differences”, “behaving like a host” and putting the “desire to know each other” before the “fear of otherness”. Georgeon, who is a Trappist monk and the author of the book that narrated the history of the nineteenth Algerian martyrs, described as “fascinating their convergence between life and testimony: it reveals something of the design of God on the Church and on the Algerian people, where – he remembered- they were bringer of communion amongst the poorest”. An example, to say it with the words of Prades – chair of the International Theological subcommission that worked on the document “Freedom of faith for everyone’s good” – of the meaning to “live freedom religiously, that is living the faith”. Traduzione di Chiara Eisel
Thomas Georgeon e Javier Prades
ha presieduto la sottocommissione della Commissione Teologica Internazionale che ha lavorato al documento “La libertà religiosa per il bene di tutti” – di cosa significhi “vivere la libertà religiosamente, cioè vivere la fede”.
LA FOTO DEL GIORNO
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INCONTRI
Giustizia nell’era dei social
Tutelare la dignità della persona quando i media stravolgono la realtà di Giacomo Puletti Dignità della persona, presunzione d’innocenza dell’indagato, scarto tra i tempi della velocità social e quelli della giustizia ordinaria. Tutto iniziò nel 1983, con l’arresto di Enzo Tortora e la gogna mediatica alla quale il presentatore fu sottoposto. E poi Mani pulite, l’uso distorto delle intercettazioni e la crescente dimensione politica delle inchieste. L’incontro “Persona, processo e mass media” è stato l’occasione per comprendere le dinamiche del rapporto tra potere giudiziario e “quarto potere”, la stampa. Michele Brambilla, direttore de “Il Quotidiano nazionale”, ha dialogato con David Ermini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura e Giovanni Canzio, presidente emerito della Corte di Cassazione, per analizzare i diversi punti di osservazione possibili sul tema. “I giornalisti si sporcano la coscienza nel momento in cui la pubblicazione di un nome equivale a una condanna morale in via definitiva dell’indagato – ha detto Brambilla – ma vietare la trasmissione ai giornali degli avvisi di garanzia sarebbe un bavaglio al diritto di cronaca”. Il vicepresidente del Csm ha posto
SISMA
Mai ritenere colpevole un semplice indagato I relatori dell’incontro
l’accento sulla distinzione tra procedimento inquisitorio, caratteristico dei processi che si svolgono in tv senza contraddittorio, e procedimento accusatorio, tipico del nostro sistema giudiziario che prevede un dibattimento all’interno di un’aula di tribunale. “Tutta l’opinione pubblica, non solo i giornalisti, cade ormai nell’errore di ritenere colpevole un semplice indagato”, ha osservato Ermini. Più complicato è invece il tema delle intercettazioni, delle quali, secondo l’ex parlamentare del Pd, andrebbe regolamentato l’uso successivo alla diffusione. Canzio ha spiegato che l’origine della discrasia tra “processi social”
L’istruzione garantisce democrazia Le nuove sfide del vivere insieme di Nicholas Masetti La democrazia, potere del popolo, sta vivendo un momento di crisi e di cambiamento. Nel convegno dal titolo “Democrazia a una svolta”, andato in scena ieri nel Salone Intesa Sanpaolo B3, gli ospiti hanno cercato di dare un pensiero filologico e teorico al processo di mutazione della democrazia. Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, ha parlato “di partecipazione politica sempre meno attiva, di partiti meno identitari e di decisioni prese in maniera frettolosa e irrazionale”. L’emozione, soprattutto
Più informazione non significa più conoscenza
Marche, 40 scuole riaperte
Sabino Cassese
con la comunicazione via web, sta prevalendo sulla ragione. E proprio su questo punto Miguel Poiares Maduro, ex ministro portoghese per lo sviluppo regionale e ora professore di diritto all’Istituto universitario europeo, ha sviluppato il suo intervento: “Tutti hanno sempre più informazione, ma questo non significa più conoscenza. Ognuno si crede esperto”. Secondo Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della Sera, “tutto ciò aumenta il livello di rancore, con disprezzo verso opinioni diverse”. In rete si costruiscono delle bolle sociali, spazi dove gruppi con certe convinzioni e pregiudizi si chiudono per rafforzare il proprio pensiero. In tali frangenti, come la democrazia può riacquisire valore e importanza? Polito parla di “crisi educativa” e di “trasmissione tra le diverse generazioni”, mentre Cassese, dati sull’Italia alla mano, dice: “È un problema d’istruzione, e non parlo solo della scuola. Istruirsi è un modo per partecipare alla vita collettiva, per vivere completamente la società”, per mantenere quindi viva la democrazia.
e tempi ordinari della giustizia è da registrare nella rivoluzione tecnologica che ha velocizzato il desiderio di verità, qualsiasi verità purché in tempi brevi. “Negli ultimi anni il significato delle regole costituzionali è stato completamente stravolto – ha detto – tanto che dalla presunzione d’innocenza si è passati a quella di colpevolezza”. Lo scarto che si è creato tra giustizia reale e virtuale, a suo avviso, non può essere risolto da organi politici o giudiziari, ma occorre un cambiamento nell’opinione pubblica, affinché i cittadini comprendano le prerogative costituzionali che regolano un giusto processo.
di Nicholas Masetti Destinazione Marche. Nel padiglione D3 le parole d’ordine per la regione sono innovazione e ripartenza, a tre anni esatti dal sisma del 24 agosto 2016. Loretta Bravi, assessore con delega al lavoro, all’istruzione e al sostegno alla famiglia, racconta le difficoltà: “Abbiamo ricostruito e riaperto 40 scuole. Da qui parte la nostra rinascita”. Al Meeting sono arrivate testimonianze ed esperienze di imprese, grazie al contributo di Marche Innovazione. Ma tante zone ancora non sono state ricostruite: “Nell’ultimo anno il governo ha spento i riflettori sul sisma e non si tratta di un problema economico, ma culturale. La politica deve rispondere” spiega Bravi. I cittadini della regione però non si fermano. Rinascere, insieme, con la forza delle idee e la concretezza delle esperienze.
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INCONTRI
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Davanti al dolore Quando le cure non prevedono la guarigione una presenza si fa carico del dramma della malattia
Elena Borin
di Francesco Cofano e Giacomo Puletti “Love is pain”, l’amore è dolore. A testimoniarlo è Elena Borin, una ragazza che ha portato al Meeting la sua esperienza dentro una famiglia affidataria. Niente riesce a tenere insieme amore e sofferenza come prendersi cura di una persona colpita da una malattia irreversibile. Alleviare l’impatto di patologie che conducono inevitabilmente alla morte è lo scopo delle cure palliative, un ambito della medicina che si prende cura della dignità di ogni essere umano a prescindere dall’esi-
to della malattia e dalla durata della vita, sia essa di pochi minuti, mesi o anni. Un dramma ancora più profondo nel caso di bambini o neonati. Il tema è stato affrontato nel panel “Davanti al mistero del dolore innocente: non una spiegazione, ma una presenza” che si è svolto ieri mattina nell’auditorium Intesa Sanpaolo B3. Testimonianze di vita raccontate sia da familiari che vivono in prima persona le difficoltà della malattia sia da medici con il compito di gestire tale percorso. “Secondo l’Oms 21 milioni di bambini nel mondo, di cui trentamila in Italia, avrebbero bisogno di cure palliative pediatriche – spiega Franca Benini, dirigente del Centro regionale veneto di terapie del dolore – Per ognuno di loro si stimano più di trecento persone coinvolte negli affetti e nelle professioni. Ciò significa che circa 9 milioni di italiani vivono esperienze del genere”. Questi trattamenti sono ancora poco conosciuti dagli stessi addetti ai lavori: un medico su quattro si laurea senza sapere cosa siano le
cure palliative. Ma ci sono anche eccezioni. Come Chiara Locatelli, neonatologa all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, che ha perfezionato gli studi negli Stati Uniti per apprendere la “comfort care”: un approccio medico-infermieristico personalizzato sui bisogni del bambino. È stata lei, assieme ad alcuni colleghi, a inventare il “percorso Giacomo” (dal nome di un neonato vissuto 19 ore), un protocollo per rendere più confortevole possibile la vita di un bambino nato con malformazioni tali da non permettergli
la sopravvivenza: il neonato rimane in stanza con la mamma nel reparto di ostetricia, al caldo, alimentato e idratato in base alla situazione. Altre testimonianze sono state quelle di Simona – mamma di Arianna, nata con la sindrome di Angelman – ed Elena, mamma di Ester, che assieme al marito ha deciso di intraprendere il “percorso Giacomo”. Racconti di come soltanto l’unione tra l’amore incondizionato dei genitori e la competenza dei medici possa alleviare la sofferenza di prove così dure.
Testimonianze di medici e familiari I relatori dell’incontro
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MOSTRE
PAD. B1
La bellezza in diretta
”Now now”: sette giovani artisti all’opera e La Chimera di Mario Schifano di Francesco Cofano Svelare al pubblico il momento affascinante in cui un’opera d’arte viene alla luce. Un processo creativo che viene custodito gelosamente all’interno delle quattro mura del laboratorio, ma che con la mostra “Now Now. Quando nasce un’opera d’arte” diventa l’oggetto stesso dell’esposizione trasformandosi in performance. Sette giovani artisti lavorano ad opere da sviluppare nella settimana della Fiera e sono disposti anche a modificare la propria creazione sulla base degli stimoli del pubblico. La mostra è stata allestita dalla hub culturale “Casa Testori” e nelle intenzioni dei curatori completa un trittico sull’arte contemporanea al Meeting cominciato nel 2015 e proseguito nel 2017. “Il primo anno - afferma Davide Dall’Ombra, uno dei curatori - abbiamo esposto foto e video di opere d’arte. Due anni dopo, il contatto con l’opera è diventato reale e lo spazio di quest’anno rappresenta un livello ulteriore in cui i visitatori possono osservare la nascita del prodotto artistico”. La mostra si rifà a un episodio celebre: nel 1985 il grande artista Mario Schifano dà vita a uno dei suoi quadri più im-
portanti, “La chimera”, in una piazza Santissima Annunziata di Firenze affollata da circa seimila persone che per la maggior parte non ne gradiscono l’occupazione. Le dimensioni della tela non consentono di tenerla in verticale e per “raccontare” l’opera al pubblico viene invitato il critico d’arte Achille Bonito Oliva. Quando l’opera viene sollevata per far calare lo smalto, i fischi e le urla, che fino a quel momento avevano accompagnato il lavoro di Schifano, si trasformano in un silenzio meravigliato. La “prestazione” di quella sera riassume lo spirito dell’esposizione, che non ha un percorso preciso: ciascun visitatore può soffermarsi su ciò che più lo incuriosisce, influenzando lui stesso l’opera che sta ammirando.
Allestimento di Casa Testori Una mamma con i figli di fronte alla Chimera di Mario Schifano
Il nome detto da Beatrice La Commedia secondo Nembrini di Francesca Marchese e Laura Ruffato Presi per mano lungo un viaggio tra le sette cornici del Purgatorio di Dante da Franco Nembrini, insegnante e scrittore. Nove opere illustrate e un complesso scultoreo scomposto in due distinte unità mostrano che il legame tra Dante e Beatrice è il perno attorno a cui ruota la mostra “Per Visibilia. Il Purgatorio di Dante tra letteratura, scultura e immagini”, allestita nel padiglione C2 del Meeting. L’esposizione nasce dall’incontro di tre professionisti molto diversi tra loro. Lo scultore Adelfo Galli, il disegnatore Gabriele Dell’Otto, che ritorna al Meeting presentando dipinti con a tema la seconda cantica dantesca, e Franco Nembrini, insegnante e appassionato divulgatore del sommo poeta, uniscono le proprie forze e competenze. L’unica volta in cui Dante sente pronunciare il proprio nome, è nel trentesimo canto della Commedia. La voce di Beatrice, che lo chiama, gli consente di riconoscersi e prendere coscienza di sé e del suo nome. L’identità, secondo Nembrini, non è possibile senza l’alterità del prossimo. “È la parola individuo la vera menzogna di oggi - prosegue - Abbiamo bisogno di rapporti”. PAD. C2 Nella statua di Adel-
fo Galli Beatrice non è solo l’oggetto dello sguardo del poeta. È la direzione di osservazione di Dante, uno sguardo magnetico, profondo; fatto curioso e insolito, considerato che è stato inciso nell’argilla e non creato a partire da vetro o acciaio. “Vorrei il Dante che ho incontrato leggendo la sua opera”, con queste parole Nembrini ha commissionato il lavoro allo scultore. Rappresentare la Commedia con un linguaggio illustrato è un progetto nato qualche anno fa ed ha messo in moto diverse collaborazioni. Le linee di continuità dell’iniziativa sono evidenti: dopo il volume sull’Inferno, questa edizione vede al centro il Purgatorio. Seguirà il terzo volume, dedicato al Paradiso.
Gabriele dell'Otto
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MOSTRE
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Dentro il mistero della mente PAD. D3
Prima che a trovare risposte qui si impara a porsi le domande giuste Una sala della mostra
di Matteo Rigamonti Molto più di una mostra. Il provider di housing per studenti universitari Camplus ed Euresis, associazione no profit dedicata alla promozione della ricerca scientifica, hanno portato alla quarantesima edizione del Meeting “What’s in our brain? La meraviglia del cervello umano”, esibizione affiancata dall’Arena Brain nel padiglione D3 con dibattiti, filmati e contributi di neuroscienziati.
Cosa sappiamo su come è fatto il nostro cervello? Che nesso c’è tra esperienza di ogni giorno e meccanismi della mente? Sono solo alcune delle domande cui il percorso allestito da Camplus ed Euresis e la trama di incontri che si sono tenuti durante tutta la settimana hanno provato a rispondere. O meglio, a offrire al pubblico strumenti utili a comprendere i quesiti che, quando si parla di quella “foresta che vive nella nostra testa” (per dir-
Il cervello è più esteso del cielo
la con Sebastian Seung) non possono che essere profondi e complessi. Domande che, come ricorda il video, sollevano “un’inquietudine che non ha paragone con altri campi di ricerca”. La prima parte della mostra è dedicata alla tematiche della sensazione e percezione, la seconda all’anatomia e fisiologia del sistema nervoso, la terza e alle tecniche di studio e ai modelli di apprendimento per comprendere il cervello che, osserva Emily Dickinson in una delle tante frasi stampate sul muro, “è più esteso del cielo”. Dalle illusioni ottiche della stanza di Ames agli impianti neurali per la terapia del parkinson,
ricca è la raccolta di esercitazioni ludico didattiche e vario il portfolio degli argomenti trattati nell’arena. Si conclude una trilogia inaugurata nel 2017 dalla mostra dedicata all’intelligenza artificiale e da quella sui pianeti del 2018. Ma non si chiudono le domande circa il supremo mistero della mente umana. Per fare un paragone attuale, se il cervello fosse una rete sociale le connessioni sarebbero migliaia di miliardi di volte più numerose e complesse di quelle che stanno alla base del più celebre dei social network. Lo sanno gli studenti che spiegano la mostra, umili ma appassionati nel comunicare quanto appreso negli studi.
E adesso incomincia il viaggio delle mostre Noleggio itinerante al via. Boom per Hillesum, Francesco e Nagai di Leonardo Cavallo “Avevamo affittato una mostra su Pinocchio ed erano venuti a vederla alcuni ragazzi carcerati. Sono rimasti molto colpiti nel vedere che Pinocchio aveva un padre, perché era una figura mancante nella loro vita. Uno di loro ha detto: ‘Capisco attraverso questa mostra che io un padre ce l’ho: per me è il prete che mi sta seguendo dentro questa comunità’. Ha capito come questa mostra parlasse a lui”. È impressionata Emilia Beretta, volontaria al Meeting, quando ricorda questo incontro avvenuto grazie a una mostra portata nella sua Milano. “La possibilità di portare in giro le mostre - aggiunge Emilia - permette di incontrare molta gente e consente a chi non è venuto al Meeting di scoprire storie molto affascinanti”. Alla luce di fatti come questo si spiega come mai siano già state prenotate anche alcune mostre di quest’anno: “Al momento abbiamo sei prenotazioni per ‘Francesco e il Sultano 1219-2019. L’incontro sull’altra riva’ e altrettante per ‘Il cielo vive dentro di me. Etty Hillesum’. L’esposizione ‘Takashi
Paolo Nagai. Annuncio da Nagasaki’ è stata richiesta immediatamente dopo il Meeting, mentre ‘C’è qualcuno che ascolta il mio grido? Giobbe e l’enigma della sofferenza’ ha già toccato una cinquantina di destinazioni dall’anno scorso”, afferma Ornella Carciani della segreteria mostre itineranti del Meeting. Per informazioni: www.meetingmostre.com Tel. 0541 728565 info@meetingmostre.com
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MOSTRE
Il costo della libertà Mostra e sito per i 70 anni della Nato a cura della Fondazione De Gasperi di Giulia Ciancaglini Per i 70 anni della Nato, la Fondazione De Gasperi ricorda la ricorrenza con il progetto “Freedom is Not Free”, unica iniziativa italiana tra le celebrazioni ufficiali per l’anniversario della firma del Trattato Atlantico, che il 4 aprile 1979 a Washington vide l’Italia tra i paesi fondatori. L’amicizia reciproca fu da subito il principio cardine, racchiuso nell’articolo 5: “Un attacco contro uno o più Alleati […] sarà considerato un attacco contro tutti gli altri”. Una mostra al Meeting dell’amicizia tra i popoli, “Freedom aNATOmy” (padiglione A3), e la pubblicazione di un sito internet (www.freedomanatomy.com) rientrano in questo progetto, con lo scopo di rendere più accessibile la conoscenza della Nato. Ma cos’è, davvero, la Nato? Una stanza quadrata dalle pareti blu - con infografiche, mappe e testimonianze che raccontano i valori, la struttura, la storia e il contributo
dato dall’organizzazione alla sicurezza internazionale - può dare delle risposte. Al centro, quattro grandi touch screen permettono ai visitatori di navigare nel portale. La Nato, composta da 29 alleati, permette l’ingresso alle democrazie europee che vogliono diventarne membri, se rispettano i requisiti. Sulla prima parete si trova la storia delle adesioni, in un grafico temporale con gli eventi storici più importanti. L’immagine aiuta a capire come, dopo la caduta del Muro di Berlino e la fine della Guerra fredda, la Nato abbia progressivamente modificato la propria mission e le proprie caratteristiche per adeguarsi alle sfide imposte dalla globalizzazione e dai nuovi equilibri geopolitici mondiali. La capacità di adattamento dell’Alleanza ai vari scenari è rilevabile dal tipo di missioni che ha svolto negli ultimi vent’anni e che svolge oggi, nel secondo pannello sotto l’insegna “Nato in azione”. Dagli anni 90,
Ricordando la caduta del Muro
ranze e delusioni”, al quale hanno partecipato Giovanni De Luna, docente di Storia all’Università di Torino e Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea alla Cattolica di Milano. Con loro Massimo Bernardini, giornalista e conduttore televisivo. Decine di persone hanno riempito l’Arena internazionale colpite dalle proiezioni dei reportage di una giovane Lilli Gruber, che con la sua giacca a vento blu elettrico raccontava quei giorni in diretta da Berlino per il Tg2. “Un contributo fondamentale fu quello di Giovanni Paolo II – ha spiegato Giovagnoli – perché con i suoi discorsi etici e morali, mai politici, sapeva promuovere la coscienza religiosa e civile così da prosciugare dall’interno il regime”. Secondo De Luna l’importanza del dissenso di intellettuali, politici e studiosi ebbe una portata dirompente, contribuendo in maniera decisiva alla caduta dell’Unione sovietica. Da lì in poi la democrazia, con tutte le sue imperfezioni, fece il suo corso, permettendo a tanti berlinesi di riabbracciare dopo anni i propri cari.
Il Meeting rivive i giorni del crollo di Giacomo Puletti Berlino, 9 novembre 1989. “Da quando?”, chiede Riccardo Ehrman, corrispondente per l’Ansa dalla capitale tedesca, a Gunter Schabowski, responsabile dell’informazione del partito comunista della Germania Est. È in corso la conferenza stampa in cui il funzionario sta confermando, in maniera confusa, la possibilità di oltrepassare senza passaporto la frontiera con l’Ovest. “Subito, da ora”, risponde Schabowski. Il momento storico che ha segnato l’avvio della caduta del Muro di Berlino è stato proiettato durante l’incontro “Diritti e doveri. 1989: spe-
PAD. A3
Una signora visita Freedom aNATOmy
la Nato ha realizzato oltre 50 grandi missioni internazionali: 9 di difesa e deterrenza, 26 operazioni di pace, 10 di prevenzione o sicurezza internazionale e 6 di supporto umanitario, categorie riconoscibili grazie a quattro diversi colori. Sulla terza parete, la rappresentazione della sua agenda nel mondo di oggi - con le sfide e le opportunità per la sicurezza globale, le questioni aperte e le tematiche trasversali - ricorda che il perimetro di Nato e Unione europea non coincidono, anche se 22 stati fanno parte di entrambe le organizzazioni. Sull’ultima parete sopra una word cloud con le parole che meglio esprimono cosa significhi
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Gli ospiti dell’incontro
Freedom is not free
P E R S ON E C H E S T U D I A N O
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Evento storico per la democrazia
lavorare per una libertà non scontata - si leggono le storie di chi lavora, ogni giorno, nell’Alleanza: sommozzatori, pompieri, rappresentanti politici, diplomatici e soldati.
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VITA MEETING
Scuola-lavoro in Avsi Ore di alternanza dedicate all’adozione internazionale L’esperienza di Albenga capofila per altri istituti di Leonardo Cavallo Grazie a un progetto di alternanza scuola-lavoro, una trentina di studenti hanno fatto un’esperienza come volontari impiegati in una Ong, la Fondazione Avsi, nel settore delle adozioni internazionali. Si sono divisi in gruppi che si occupavano di segreteria, comunicazione, sensibilizzazione, amministrazione, organizzazione eventi e raccolta fondi a favore di 27 bambini africani. È quanto realizzato nel liceo statale Giordano Bruno di Albenga. “L’anno scorso - spiega la docente Maria Teresa Soro - proprio qui al Meeting abbiamo proposto un accordo di rete nazionale, per far sì che le scuole che aderiscono possano realizzare iniziative come le adozioni a distanza con Avsi, con una grande semplificazione dal punto di vista burocratico”. Il liceo Giordano Bruno ha fatto da apripista e adesso, prosegue Soro, “hanno aderito un liceo di Rimini e uno di Riccione. Da parte nostra, come istituto capofila, ci siamo impegnati in un lavoro di tutoring delle altre scuole attraverso contatti favoriti da Avsi e incontri via Skype
Maria Teresa Soro, insegnante di Albenga
Anche disabili protagonisti del progetto
con insegnanti e allievi delle scuole interessate”. Durante lo svolgimento delle mansioni necessarie al funzionamento del progetto, si è creata un’esperienza di amicizia comune: “Il venerdì, prima di metterci al lavoro, facciamo una pausa pranzo con alunni, insegnanti ed educatori. Questo momento di condivisione nasce dall’esigenza di stare insieme in modo informale ma comunque attento alle esigenze di tutti, soprattutto dei ragazzi disabili, che partecipano numerosi anche al progetto. Nel tempo è diventato uno spazio di umanità, al quale molti colleghi chiedono di partecipare, i ragazzi invitano gli amici e alcuni genitori vengono a prendere il caffè. Una cooperativa sociale ha offerto alla scuola, a partire dal nuovo anno scolastico, lo spazio di un social-bar per fare questa attività in autogestione”, racconta Soro. “Il nostro desiderio - conclude - è che molte più scuole aderiscano, per aumentare il numero delle adozioni con Avsi, e per far sì che noi insegnanti, i nostri colleghi e i nostri alunni possiamo godere di un’esperienza umana straordinaria”.
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MIGRANTI
Piani di rimpatrio volontario di Francesca Marchese e Laura Ruffato Nei progetti delle istituzioni europee e delle organizzazioni internazionali ha un ruolo crescente la “migrazione circolare”. Si tratta di accompagnare il percorso che porta il rifugiato, dopo un periodo trascorso in un paese straniero, a tornare volontariamente in quello di origine. Se ne è parlato nell’incontro “Migranti tra alternative alla clandestinità e rimpatri volontari assistiti”. Dove è emersa la notizia che, per esempio, 45mila migranti libici sono volontariamente rimpatriati. Giancarla Boreatti di Avsi ha portato l’esempio della campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, condotta con la Cei in Costa d’Avorio per sensibilizzare alla non partenza. Unione europea e Unione africana stanno cercando di raggiungere questo obiettivo ambizioso, lavorando su piani di rimpatrio volontario dei migranti bloccati in Libia, sulla chiusura dei campi di detenzione e sulla lotta ai trafficanti. Ciò diventa possibile quando si sceglie di lavorare a stretto contatto con le realtà locali, valutando esigenze e vicissitudini territoriali.
Cibo, farmaci e materiali: l’aiuto arriva dai Banchi Economia circolare, non solo carità di Oreste Malatesta Al Meeting sono presenti i Banchi Alimentare, Building e Informatico, che rappresentano un esempio di economia circolare. Nello stand riservato al Banco Alimentare, Marco Lucchini spiega che il Banco non è solo la colletta alimentare di metà novembre: negli altri mesi dell’anno recupera cibo ancora commestibile destinato, dalle logiche di mercato, alla distruzione. Nel 2018 il Banco Alimentare ha recuperato circa 40 mila tonnellate di alimenti, che ha distribuito a circa 8.000 enti, i quali, a loro volta, hanno assistito circa 1,5 milioni di poveri, con positivi effetti di inclusione sociale. Nello stesso stand è ospitato anche il Banco Building o delle cose, un ente forse poco conosciuto. L’incontro con il suo presidente, Silvio Pasero, è avvenuto mentre era al lavoro nello svolgimento della sua attività istituzionale: stava trattando con una cooperativa sociale di Milano, L’Officina, che gli stava rappresentando la necessità di avere piastrelle in linoleum per la sua sede. Mission del Banco Building è quella di contattare le aziende che abbiano eccedenze produttive o materiali non più commerciabili, ma ancora in ottimo stato, e destinarle a opere di carità,
enti missionari, e Onlus impegnate nel sociale. Con questo sistema le aziende donanti ottimizzano i costi di magazzino e di smaltimento, fruendo anche delle facilitazioni fiscali per le cessioni di beni alle Onlus; gli enti beneficiari risparmiano sui costi di acquisto dei beni ricevuti, accollandosi solo i costi di trasporto; la società limita gli sprechi di risorse, attenua l’impatto ambientale e riduce i costi dei servizi. Nell’area salute è poi presente il Banco Farmaceutico, famoso per la colletta di metà febbraio di ogni anno. Il suo presidente, Filippo Ciantia, snocciola dati significativi dell’attività svolta. Con la colletta del 2019 sono state raccolte 421.904 confezioni di farmaci per un valore di circa 3 milioni. Con questo tesoretto sono stati assistiti 1.844 enti assistenziali e 479.000 persone. Inoltre, per far fronte alle richieste di medicine con l’obbligo di prescrizione, il Banco Farmaceutico collabora con 25 aziende farmaceutiche che, nel 2018, hanno fornito 700.000 confezioni di farmaci per un valore di 6,5 milioni. Oltre che ad Onlus nazionali il Banco Farmaceutico coopera anche con diversi soggetti e istituzioni internazionali.
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VITA MEETING
Il più letto? Mencarelli
“La casa degli sguardi” primo in libreria di Oreste Malatesta Al primo posto tra i libri venduti dalla libreria del Meeting dell’edizione 2019, vi è “La casa degli sguardi” di Daniele Mencarelli. Seguono, in ordine, “Venezuela, il popolo, il canto, il lavoro” di JF Sanchez, “Pace su Nagasaki” di Glynn, “Diario 1941/1943” di Hillesum, “Diario di Sandra” di Sandra Sabattini, “Figli di Nagasaki” di Takashi Paolo Nagai, “Figli dei Figli” di Marina Corradi, “Giuliano l’imperatore apostata” di Louis de Wohl, “Sogno sull’oceano” di Luigi Ballerini, “Inferno” di Alighieri/Nembrini/Dall’Otto. Al primo posto dei cataloghi più venduti si piazza Etty Hillesum. Seguono, in ordine, “Il Potere dei senza potere”, “Annuncio di Nagasaki”, Tony Vaccaro, “Rinascimento dei bambini”, “Francesco e il Sultano”. Intanto proseguono gli incontri al Book corner. Oggi, alle ore 16, sarà presentato un libro sulla figura di Rebora, dal titolo “Dai rottami sbocciarono fiori”. Alla presentazione partecipano Gianni Mussini, curatore dei reboriani Frammen-
ti lirici, e l’autore del volume, Pigi Colognesi. Da quest’opera emerge un Rebora vivace, insofferente degli schematismi accademici e della meccanica vita cittadina, appassionato alla musica e amante delle gite al lago o sui monti, amico fedele, esigente, e virilmente rispettoso delle ragazze. Allo stesso tempo l’autore mostra un Rebora attanagliato dalla leopardiana domanda di senso, avidamente alla ricerca di uno scopo utile e costruttivo per la sua giovane vita, ancora non illuminata dalla fede.
La libreria nei padiglioni della Fiera
Volontari del Servizio civile al Meeting
Trovare se stessi aiutando Servizio civile universale
di Filippo Campo Antico Trovare se stessi aiutando la comunità. Il Servizio civile universale offre quest’opportunità. Galdus ed Energheia, con la Rete Ies, sono ambasciatori del progetto formativo i cui valori fondanti sono quelli in comune con il cattolicesimo. “Noi diamo la possibilità a giovani tra i diciotto e i ventotto anni di capire cosa vogliono fare nella vita, attraverso lavori di pubblica utilità. Inoltre, è l’occasione di costruire quei valori che il cristianesimo promuove. Valori che sono una vera e propria cultura personale che viene assimilata e forma il cittadino di
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domani”, spiega il vicepresidente di Galdus Francesco Serra. I loro interlocutori sono i giovani. “Il Meeting attira 800mila persone e coinvolge 3mila ragazzi, per questo vogliamo esserci”. Oggi alle 12.30 in Sala tech B1 ci sarà l’ultimo appuntamento di un ciclo di incontri a cui prenderanno parte i protagonisti del Servizio civile universale che racconteranno la loro esperienza. “I ragazzi si interessano, domandano, scoprono uno strumento che ti può portare anche all’estero e soprattutto ti cambia profondamente. Noi lo vediamo come un’opportunità per la realizzazione personale attraverso un’esperienza lavorativa nel sociale”, conclude Serra.
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Pancia mia fatti padiglione
Ristoranti e fast food: viaggio tra i menù con molte piacevoli sorprese di Camillo Bartolini Pochi lo teorizzano ma il Meeting rimane un’esperienza unica anche a livello gastronomico. Non ci sono molti posti al mondo dove si può fare colazione con un cannolo siciliano, pranzare con stracotto d’asino (per impavidi) e, dopo una pausa strategica con focaccia ligure, concludere in bellezza con un piatto di strozzapreti. Il tutto innaffiato, magari, da vino friulano o caffè napoletano. Praticamente nei padiglioni della fiera in questi giorni si sta concentrando la cultura culinaria della penisola e al visitatore non resta che sbizzarrirsi nelle degustazioni. Istruzioni su come dare inizio al tour? Ovviamente partire dal padiglione fast food (C1) dove centinaia di volontari, incuranti di caldo e fatica, sono pronti a soddisfare col sorriso l’appetito di tutti, servendo, tra gli altri, hamburger, fritto di mare e piadine. Per gli intenditori non si può prescindere, però, dalle tipicità regionali. Presso ‘Il Caravaggio’ (A4) specialità bergamasche vengono
Regioni protagoniste anche a tavola
Volontari all’opera nell’area fast food
servite da un team internazionale di camerieri, giunti fino dall’Ucraina e da Taiwan. Se qui, come assicura un cuoco, “le pappardelle alla lepre spopolano” accanto, al ‘Fugassa e Gotto’ ben sei tipi di focaccia ligure deliziano chi passa dal padiglione A3. Dalla Liguria alla Romagna poi è un attimo: da ‘Azdora’ (A5) quando si vuole uscire a pancia piena è una garanzia. Ma, dato che un tocco di sud non deve mancare, suggeriamo un tuffo nella cucina campana al ‘Ristorante del Cilento’ (D3). Il Meeting si propone però di venire incontro a ogni tipo di palato ed esigenza. Se avete una comitiva di bambini a carico, per esempio, è consigliata una sosta al ‘Family’s fast food’ (A5), mentre se volete rimanere leggeri in vista di una maratona di mostre, il posto che, nello stesso padiglione, fa per voi è il
‘Benessere Orogel’, specializzato in piatti a base di verdure. Agli amanti della pizza e non solo ecco invece ‘Anna Tura’ in B1. Può capitare di avere fretta per arrivare in tempo ad un incontro. In questo caso è provvidenziale la rete di locali street food che si distribuisce lungo la fiera: da ‘Garbino’, che in A5 offre pesce gratinato e pizza, allo stand delle piscine ovest in cui si può anche addentare un ottimo panzerotto alla ‘Sagra pugliese’. Validi pit stop quelli all’‘Enoteca del Friuli Venezia Giulia’, con annesso ristorante in D2, e all’ ‘O’ Caffè O’ Ver’ (C5). Chi ha fame venga in fiera e non sarà deluso. Perché il cibo è festa e, come ci testimoniano gli amici del Bar Alcamo (A1) che utilizzano i proventi per opere sociali, diventa condivisione.
Beauty farm: il servizio che non fa una piega di Davide Amata “È arrivata la cliente”. Chiara Consoli si affretta per accogliere uno dei tanti visitatori che sono passati all’area “Beer and Beauty” nello spazio della Piazza dei Mestieri (A1). “Per essere qui siamo stati selezionati, siamo cinque ragazzi di Catania, di cui due estetiste, tre parrucchieri e due ragazzi barbieri di
La “bottega” del barbiere
Torino”. Una delle docenti dell’impresa sociale “Arché” di Catania non nasconde la propria soddisfazione: “Quelle dei nostri parrucchieri sono prestazioni richiestissime qui in Fiera. Il corso dura tre anni, dopo di che ne è previsto un quarto di specializzazione. I ragazzi sono ben preparati e possono intraprendere il mestiere”. Alcuni cartoncini colorati recitano “Servizio piega posti esauriti”. Accanto si trova il punto “Craft Beer” dove una scritta invita i visitatori a provare uno spritz alla birra. Una ragazza racconta: “Siamo trenta giovani, Dario Odifreddi è il nostro responsabile, lui e altri adulti ci aiutano a gestire i turni. Mi piace tantissimo l’aria che si respira qui”. Emanuele Romano, uno dei tutor di Arché a Catania sottolinea: “Il Meeting può essere una bella rampa di lancio e consente ai ragazzi di avere una visione più umana del lavoro, ed
Birra e capelli e nail art nella “bottega” degli studenti
è la cosa più importante. Di questo si accorgono anche i visitatori. Uno di loro mi ha sorpreso dicendomi: Steven non solo è bravo, è appassionato”. E conclude: “Con la nostra opera combattiamo la dispersione scolastica, non è facile ma per me è il lavoro più bello del mondo. Se posso aiutare i ragazzi a non lasciare Catania per costruire qui il loro futuro sono contento”.
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La Cattolica al Meeting Un legame culturale con radici profonde di Leonardo Cavallo “La collaborazione tra Università Cattolica e Meeting è storica non solo per vicinanza culturale, ma anche perché porta a compimento quella che viene definita la ‘terza missione’ dell’ateneo, cioè la particolare attenzione all’impatto sociale, culturale e ambientale del proprio operato”. A dirlo è Mario Gatti, direttore dell’Area ricerca e sviluppo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che prosegue: “Molti nostri studenti sono qui anche come volontari e diversi docenti collaborano alla realizzazione delle mostre, che durante l’anno sono inserite nelle attività didattiche all’interno del sistema universitario. Quest’anno in particolare la mostra ‘Francesco e il Sultano 1219-2019’, curata da Maria Pia Alberzoni, docente di Storia medievale dell’Università Cattolica, ha visto la collaborazione scientifica dell’Ateneo”. Nello stand dell’Università Cattolica all’interno del Meeting, Guido Merzoni, preside della facoltà di Scienze politiche, è intervenuto sulla figura del presidente cecoslovacco Václav Havel, protagonista della mostra “Il potere dei senza potere”. Nello stesso luogo sono stati anche esposti i costumi del film “Fratello sole e sorella luna” di Franco Zeffirelli, riguardo ai quali Mariateresa Zanola, direttore scientifico dell’Osservatorio di terminologie
Nuvole di fumo L’altra verità Salute, attenti ai rischi e alle “fake news”
Mario Gatti
e politiche linguistiche, ha spiegato: “La nostra presenza al Meeting vuole favorire la memoria attraverso gli studi linguistici, filologici e le conoscenze intorno al costume per portarci al cuore della tradizione occidentale”. Numerosi gli incontri nell’Arena internazionale con protagonisti i docenti dell’Università Cattolica, tra cui quello sulla relazione tra energie rinnovabili e cambiamento climatico. Su questo tema Roberto Zoboli, docente di Politica economica, ha affermato che: “Stiamo assistendo a un cambiamento di atteggiamento molto veloce del sistema economico che non vuole più finanziare attività che siano esposte a rischi climatici”.
Molti nostri studenti sono anche volontari
di Simone Fausti Nell’era iperconnessa in cui viviamo siamo tutti costantemente esposti al rischio delle fake news e il mondo della salute non è esente da questa minaccia, basti pensare al tema dei vaccini. Un ambito delicato come quello del fumo, necessita di una seria e approfondita divulgazione scientifica dei rischi e delle malattie a esso connesse. Per questo motivo oggi, nell’Arena Meeting Salute (C3), si terrà un panel sul tema della nicotina e sull’importanza di un’informazione corretta al paziente fumatore, con relatori di prim’ordine. Il dibattito è stato promosso da Pmi Science e da Philip Morris. Luca Godi, senior scientific & medical advisor per l’azienda, spiega che l’obiettivo dell’incontro è chiarire come ottenere risultati tangibili nella lotta al fumo partendo dalla differenza tra la nicotina e la combustione, dal momento che sarebbe quest’ultima la causa principale dei danni da fumo. Motivo per cui la compagnia statunitense ha sviluppato delle alternative al fumo, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, entrambi in grado di ridurre l’emissione di sostanze tossiche. Philip Morris ha deciso di essere presente alla quarantesima edizione del Meeting “non solo perché raduna opinion leader di altissimo livello – sottolinea Godi – ma anche perché questo luogo costituisce un ambiente sano in cui è possibile un vero confronto scientifico”.
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Formazione in presa diretta A Rimini studenti dello Iusve e dell’Ifg di Urbino di Lucio Bergamaschi Anche quest’anno il Meeting ha ospitato un folto gruppo di stagisti del corso di scienze della comunicazione dello Iusve (Università Salesiana di Venezia) affiancati quest’anno da un drappello di studenti dell’Ifg (Istituto di formazione al giornalismo) dell’Università Carlo Bo di Urbino. Un’esperienza coinvolgente per quasi 50 ragazzi che sono stati assegnati ai vari uffici del Meeting mentre alla sera hanno partecipato insieme ai loro docenti Mariano Diotto e Nicolò Cappelletti a un ciclo di incontri con personaggi del mondo media. Tra i relatori il professor Roberto Masiero presidente di The Innovation Group e docente al Master di Digital Media dell’Università Bicocca di Milano e Paolo Forcellini,
Paolo Forcellini e Roberto Masiero
imprenditore del settore e oggi digital coach e large account della società Wellnet del gruppo Prismi. “Guardatevi dai numeri avvelenati che girano in rete – è stato il messaggio di Masiero – perché sempre più spesso sono ripresi da altre parti del web, non sono dati “freschi” verificati sul campo in prima persona da chi li pubblica. Questa logica di autoalimentazione del web porta ad esiti paradossali, a
Sette giorni in redazione La redazione del Quotidiano Meeting
di Nicholas Masetti Venti giornalisti, grafici e volontari provenienti da tutta Italia si sono incontrati al Meeting nella redazione che ha curato e scritto le sette uscite del Quotidiano. Le riunioni alla matti-
doppie verità, alla diffusione esponenziale delle fake news, alla perdita di credibilità di tutto il sistema mediatico e alla conseguente disaffezione degli utenti. Una tendenza – dice Masiero – che bisogna contrastare in nome di un “umanesimo digitale” basato sull’etica, sulla supremazia dei valori sugli strumenti, del conoscere sul fare. Un approccio che qui al Meeting vedo felicemente rispecchiato“ Di grande interesse anche la testimonianza di Paolo Forcellini, iniziatore nei primi anni ’90 di una delle prime aziende di successo nel settore digital. “Cosa chiedono oggi le aziende ai giovani che si candidano a lavorare nel digital media? Innanzitutto qualità ovvero centratura dei contenuti, poi affidabilità e reputazione e infine im-
na, la scrittura, la titolazione, l’impaginazione del giornale, i convegni, la ricerca di storie, la lettura di articoli dei colleghi: sono questi alcuni dei momenti condivisi da un team, che ha trascorso tante ore davanti al computer tra sorrisi e qualche inevitabile tensione. Un parquet consumato dai passi, fogli sparsi sui tavoli intrecciati ai diversi cavi, l’aria condizionata che funziona e non funziona. Sconosciuti che si conoscono e diventano ami-
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patto ovvero capacità di moltiplicare l’efficacia dei messaggi sui grandi numeri. Fate attenzione – ha proseguito Forcellini – all’uso dei social che possono rivelarsi un’arma a doppio taglio. Tenete ben distinto il profilo privato da quello pubblico, per lavoro usate prevalentemente Linkedin. Infine se volete intraprendere la strada della start up ponete attenzione al prodotto (innovativo ma senza esagerare, magari già sperimentato all’estero), al mercato ovvero all’effettiva possibilità di reperire clienti e ai supporti consulenziali in particolare legale finance”.
I social arma a doppio taglio ci davanti a una piadina a tarda ora, quando il giornale è ormai chiuso e inviato alla tipografia per la stampa. Chissà se il prossimo anno la redazione sarà la stessa, ma una cosa è certa: raccontare la quarantesima edizione del Meeting è stato un piacere. E così lo spettacolo di ogni mattina, passeggiando nei padiglioni, tra le persone che sfogliavano, leggevano e commentavano il Quotidiano e la vita del Meeting.
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SPORT
Maddaloni e la partita di Scampia “I miei ragazzi sono come figli ” Così lo sport strappa i giovani dalle strade e porta pace dentro le carceri di Filippo Campo Antico Scampia è un luogo ricco di contraddizioni, di ombre scure. Il maestro di Judo Gianni Maddaloni strappa i giovani dalla strada per farli diventare “uomini dalla schiena dritta”. Nel ‘92 ha aperto una palestra di arti marziali nel quartiere, “perché tutti i ragazzi hanno il diritto di fare sport”. Anche lui era uno di loro: veniva dalla strada. Una vita difficile: il padre morì quando aveva 16 anni. Quella stessa strada da cui non si vuole spostare. “Mi hanno chiesto di entrare in politica, mi hanno offerto incarichi amministrativi di alto grado, ma ho sempre rifiutato: io voglio rimanere qui, tra la mia gente”, racconta il maestro nell’incontro “Scuola, sport, famiglia. L’esempio di Scampia”. Maddaloni collabora con il carcere in progetti di reinserimento dei reclusi nella società. “Quando i gestori della prigione parlano ai detenuti della mia visione, io mi siedo vicino ai carcerati. Dovete vedere lo stupore delle alte cariche dell’istituto di detenzione: non capiscono che io voglio stare in mezzo alla mia gente”. A Scampia si vive lo sport nella sua
più alto del podio ho pianto dalla gioia, quella era la realizzazione del mio primo sogno”. I sogni di Gianni sono però tre e li ha realizzati tutti, perché lui si definisce un sognatore. “Ho sognato una cittadella dello sport per ogni quartiere degradato di Napoli. Il governo Renzi stanziò 100milioni di euro”. Maddaloni racconta che quando i politici vengono a fare la “passerella” nella sua palestra dà loro in mano il suo “sogno”. “Quando venne Di Maio gli chiesi di incrementare l’attività fisica nelle scuole e riuscii nel mio obiettivo”. Si avverò così anche il terzo sogno. Gianni Maddaloni con alcuni ragazzi in Fiera
funzione sociale. “L’attività fisica è il modo migliore per portare pace, non a caso quando nell’antica Grecia c’erano le Olimpiadi le guerre cessavano”, fa notare Maddaloni. I pregiudizi non esistono più quando si sale sul tatami: “Ci sono persone che altrimenti non avrebbero il diritto di fare sport. Immigrati, carcerati, uomini e donne con un passato difficile, poco importa, siamo qui senza diversità”. Il rapporto tra Gianni e i suoi allievi è intenso: “I
miei ragazzi sono come figli. Il padre si sceglie, a volte non è quello biologico: io l’ho visto nel mio maestro e credo che miei allievi lo vedano in me”. Con impegno e dedizione anche le soddisfazioni sportive sono arrivate: “Mio figlio Pino ha vinto le Olimpiadi di Sidney nel 2000 quando aveva 24 anni. Mi ricordo che per comprare i biglietti dell’aereo dovetti vendere la mia Yamaha. Quando ha conquistato il gradino
Il campione allenatore
“A volte in sella prego” Il ciclismo secondo Cassani di Alice Possidente Lo sport come scuola di vita. È la filosofia di Davide Cassani, ex corridore professionista e ct della nazionale di ciclismo. I visitatori del Meeting hanno avuto la possibilità di ascoltarlo durante l’incontro “Lo sport italiano che vince. Ogni successo nasce dalla preparazione” allo Sport Village. Insieme a lui Fabrizio Donato, campione di salto triplo, Rossano Galtarotta, campione di canottaggio, e Riccardo Pittis, giocatore di pallacanestro. Lo sport non è solamente vittoria. “Quando vai in bicicletta pensi molto”, ha detto Cassani: “Non nascondo che, qualche volta, in sella, ho pregato. Non tanto per vincere, quanto per arrivare al traguardo quando proprio non ce la facevo più”. Perché, dice Cassani, il ciclismo è uno “sport di fatica”. E allora come avvicinare i bambini alla bicicletta? Bisogna partire dal gioco. Solo dopo, eventualmente, farlo diventare uno sport e solo se ci sono i presupposti, gradualmente, un lavoro. Il segreto è puntare sul di-
Davide Cassani
vertimento che, secondo Cassani, è l’unico modo per investire sui campioni del futuro. Non poteva mancare il ricordo di Felice Gimondi, scomparso il 16 agosto: “Quando idealizzi un campione lo vedi sempre con gli occhi di un bambino”, ha detto Cassani. E Gimondi era l’idolo di Davide bambino: “Ha riempito la mia infanzia di sogni”. Ai giovani del Meeting il ct ha regalato un insegnamento: “Per stare in equilibrio bisogna pedalare. Vincere è molto difficile, complicato, ma se ce la metti tutta puoi anche riuscirci”. Un consiglio che vale anche al di fuori del mondo della bicicletta.
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SPETTACOLI
“La nostra musica una festa di famiglia” Carlo Pastori e Walter Muto alle Piscine Ovest di Oreste Malatesta Carlo Pastori e Walter Muto sono presenti sui palcoscenici e nei padiglioni del Meeting fin dalle prime edizioni. Quest’anno a loro è stata affidata la serata conclusiva dell’edizione quarantennale. Pastori è attore comico con il pallino della musica mentre Muto è chitarrista e cantante che colora la sua espressività con una vena di sottile ironia. Proporranno un repertorio tutto da cantare (e anche da ballare) insieme, questa sera, presso la zona piscine della Fiera. Come avete preparato lo spettacolo di stasera alle 21.30 (Piscine Ovest) a partire dal tema del Meeting “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”? “Con la Signora stracciona – risponde Pastore - ho suonato al primo Meeting quarant’ anni fa. Ho sempre guardato a questo fatto che ha definito la mia persona. Poi sono venuto altre volte con la mia band e, con tutti i cambiamenti del caso, non sono mai stato un estraneo: sono figlio della stessa esperienza che ha generato il Meeting. Quindi vengo come uno chiamato dal padre per suonare a una festa di famiglia. Vengo con Walter Muto e con quegli amici che hanno condiviso la gratitudine di appartenere ad un popolo.
INCONTRI EUROPA: TRA VALORI DA RISCOPRIRE E NUOVE SFIDE DA AFFRONTARE Salone Intesa Sanpaolo B3 | Ore 11.30 Interviene David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo. Partecipano: Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco alimentare onlus; Silvio Cattarina, fondatore e presidente cooperativa sociale L’imprevisto; Pino Morandini, vicepresidente vicario Movimento per la vita. Introduce Bernhard Scholz, presidente Cdo. SALUTE È/E CARITÀ: PERIFERIE VICINE E LONTANE Arena Meeting Salute C3 | Ore 13.00 Dante Carraro, dir. Medici con l’Africa cuamm; Francesco Giuffrida, resp. progetto Nontiscordardimé; Adriano Rusconi, medico. Introduce Andrea Franzetti, fondazione San Giuseppe Moscati onlus.
SPORT E FAMIGLIA. QUANDO LO SPORT È ANCHE UNA QUESTIONE DI FAMIGLIA Sport Village C7 | Ore 13.00 Vittorio Bosio, presidente Centro sportivo italiano; Alex Giorgetti, pallanuotista italiano, ambassador fondazione Laureus sport for Good Italia onlus; Marco Marchei, giornalista, già dir. delle testate Correre e Runner’s World, maratoneta olimpico; Valentina Marchei, pattinatrice su ghiaccio, commentatrice televisiva; Mara Navarria, campionessa di scherma. Introduce Davide Giuliani, giornalista.
“Il mio primo Meeting – aggiunge Muto - è stato nel 1987. Allora fui invitato a suonare con un gruppo di musicisti di altissimo livello e la musica da me prodotta successivamente è stata generata da uno sguardo amoroso che ha sempre accompagnato la mia attività professionale.
Walter Muto e Carlo Pastori
”Imparare ad ascoltare” Valeria Khadija Collina la voce di Francesco di Benedetta Parenti Valeria Khadija Collina, interprete dello spettacolo “Francesco e il Sultano. Ainalsharaa - il pozzo dei poeti”, attrice, italiana convertita all’Islam, durante la rappresentazione offre una testimonianza personale in quanto madre di uno degli attentatori del London Bridge nel 2017. Il regista ha voluto due donne, con un vissuto importante, per rivivere quest’udienza: una cristiana siriana sopravvissuta alla guerra, per interpretare il Sultano e lei, un’italiana convertita all’Islam, per dare voce a san Francesco. Non so bene il motivo di questa scelta. Personalmente è stato un percorso molto bello, che si è inserito all’interno di incontri straordinari accaduti dopo l’attentato a Londra. Da quando ho perso mio figlio nutro il desiderio di mostrare una via totalmente diversa da quella che ha percorso lui. In che senso? Io desidero imparare ad ascoltare profondamente. Il teatro in questo è un grande aiuto. Ho iniziato a recitare da giovane con alcuni amici, tra cui Gianpiero Pizzol, l’autore di questo spettacolo che abbiamo portato al Meeting. Ci siamo reincontrati dopo tanti anni e il fatto che mi abbia chiesto di interpretare San Francesco, un cristiano, è stata per me la responsabilità di un grosso lavoro.
OGGI AL MEETING MOTHER FORTRESS Arena Percorsi A2 | Ore 14.00 Presentazione e proiezione del film documentario di Maria Luisa Forenza. Partecipa l’autrice. I 50 ANNI DEL PRIMO SBARCO DELL’UOMO SULLA LUNA Salone Intesa Sanpaolo B3 | Ore 15.00 Roberto Battiston, prof. ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento; Paolo Nespoli, astronauta. Introduce Marco Bersanelli, prof. ordinario di Fisica e Astrofisica all’Università degli studi di Milano. IL BENE COMUNE: TESTIMONIANZE DAL VENEZUELA Sala Neri UnipolSai | Ore 15.00 José Manuel “Chema” Colmenarez, dir. clinica Oidos, Nariz y Garganta, Barquisimeto; Carlos Franceschi, imprenditore, produttore di cacao e cioccolato, Venezuela; Alejandro Marius, fondatore ass. Trabajo y Persona. Introduce Monica Poletto, Cdo opere sociali. DONNE E LAVORO Arena Sussidiarietà&Lavoro B1 | Ore 15.00 Stefania Brancaccio, vicepresidente Coelmo; Mariacristina Gribaudi, amministratore unico Keyline; Valentina Losa, amministratore unico Gde Bertoni; Angelica Sansavini, presidente cooperati-
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va sociale Domus coop, Forlì. Introduce Pierluigi Bartolomei, dir. generale istituto professionale Elis. NICOTINA O COMBUSTIONE: PROVE SCIENTIFICHE O FAKE NEWS? Arena Meeting Salute C3 | Ore 15.00 Sono stati invitati: Roberto Boffi, Istituto nazionale dei tumori di Milano, resp. della pneumologia e dir. del Centro antifumo; Claudio Cricelli, presidente Simg; Andrea Fontanella, dir. dipartimento di medicina, ospedale Madonna del Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli, presidente Fadoi; Francesco Riva, odontoiatra, già dir. unità operativa complessa chirurgia odontostomatologica, ospedale George Eastman di Roma; Maria Caterina Staccioli, Ausl Romagna, dipartimento dipendenze patologiche, centro dipendenze alcool-fumo, ospedale infermi di Rimini; Umberto Tirelli, dir. Centro tumori, stanchezza cronica, fibromialgia e ossigenoozonoterapia, clinica Tirelli Medical Group, Pordenone. Introduce Luciano Onder, giornalista. STRATEGIE PER L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA GLOBALE: A CHE PUNTO SIAMO? Arena Internazionale A3 | Ore 15.00 La Salete Coelho, gabinete de estudos
para a educação e desenvolvimento; Alessandra Filippi, assessore Ambiente, agricoltura, mobilità sostenibile al comune di Modena - progetto Shaping fair cities; David Flynn, programme assistant per Uguaglianza di genere, diritti umani, governance democratica – Commissione europea Dg Devco; Luca Maestripieri, dir. Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo; Ilaria Signoriello, esperta in economia sociale e inclusione; operazione colomba – Comunità Papa Giovanni XXIII. Introduce Paola Berbeglia, delegata educazione alla cittadinanza globale Concord Italia. THE BRINK. SULL’ORLO DELL’ABISSO Arena Percorsi A2 | Ore 16.00 Proiezione del film di Alyson Klyman. 40 ANNI DI MEETING. IN OCCASIONE DELL’USCITA DEL LIBRO DI SALVATORE ABBRUZZESE Auditorium Intesa Sanpaolo B3 | Ore 17.00 Salvatore Abbruzzese, docente di Sociologia della religione all’Università degli studi di Trento; Antonio Polito, vicedirettore de Il Corriere della Sera e scrittore. Introduce Emilia Guarnieri, presidente fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli.
SPETTACOLI UNA NOTTE IN ITALIA Open Arena Illumia Piscine Ovest Ore 21.30 Concerto a cura di P&M Band Pastori & Muto + Friends.
Direttore: Gianfranco Giuliani Direttore Responsabile: Cesare Trevisani Editore: Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Fondazione
Quotidiano MEETING
costituita in data 31 marzo 2008 con atto a ministero del Notaio Plescia di Rimini (rep. n. 47.236/7949, registrato all’Agenzia delle Entrate di Rimini il 10 aprile 2008 al n. 4.919/I), sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini. Tel. 0541 - 783100, Fax. 0541 - 786422
Progetto grafico: R&S&C Comunicazione e Marketing Impaginazione: Monica Gori Fotolito e stampa: CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS) Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991
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