eeting m Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00
NOTIZIARIO
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ANNO XXXII
R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ A M I C I Z I A F R A I P O P O L I
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EDITORIALE
Armonia delle differenze È un’immagine rubata a Benedetto XVI che l’11 luglio in occasione del Concerto Offerto Dalla West-Eastern Divan Orchestra ha detto: “la musica è armonia delle differenze, come avviene ogni volta che si inizia un concerto, con il ‘rito’ dell’accordatura. Dalla molteplicità dei timbri dei diversi strumenti, può uscire una sinfonia. Ma questo non accade magicamente, né automaticamente!”. Anche il Meeting è una grande orchestra: c’è chi ci lavora tutto l’anno, ci sono i volontari, c’è chi con noi ha realizzato mostre, spettacoli, convegni, ci sono gli ospiti invitati a parlare e non, ci sono tutte quelle migliaia di persone che affolleranno la fiera. Tutto questo in un tempo oltretutto difficile. E’ ormai qualche anno che agosto si è trasformato dal mese di tranquillità e cessazione delle attività, al mese in cui si cerca di capire che cosa sucIN QUESTI TEMPI cederà, quale sarà il destino del nostro paese; tempi burrascosi in L’UOMO NON PUO` SMETTERE cui il problema non è che tutto sta crollando, ma che non si capisce da dove si possa ripartire. DI ESSERE UOMO, In questi tempi l’uomo non può smettere di essere uomo, non può NON PUO` RINUNCIARE rinunciare alla sua vera identità. Tante ‘differenze’ gireranno per ALLA SUA VERA IDENTITA` . il Meeting: tante persone ognuna con la propria storia, con le proprie gioie e i propri dolori, tutti alla ricerca di qualcosa per cui vale la pena vivere. E anche il Meeting è qualcosa che non accade automaticamente: accade attraverso l’esperienza e il contributo di tutte queste ‘differenze’. Ma chi è il direttore d’orchestra? Il direttore di orchestra è quella proposta, il titolo, che abbiamo fatto a tutti anche quest’anno e che con il passare dei mesi è diventata almeno per noi e per chi ci ha incontrato sempre più decisiva: anche in mezzo a questa crisi, perché o ognuna di queste ‘differenze’ trova un senso, un orizzonte comune, un punto sul quale appoggiarsi, qualcosa di irriducibile a qualsiasi potere o circostanza oppure solo note stonate, solo assoli disaccordi, saranno la colonna sonora non solo del Meeting, ma di tutto il paese. E allora buon Meeting a tutti perché sia la possibilità per ognuno di essere cercatori di infinito, di essere uomini veri in qualsiasi circostanza, che sia questo per ognuno di noi: differenti sì, ma con lo stesso cuore e desiderio dell’infinitamente grande.
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SOMMARIO
w w w . m e e t i n g r i m i n i . o r g “L’AMORE NON TI TRADIRÀ, NON TI TOGLIERÀ LA SPERANZA E NON TI RIDURRÀ IN SCHIAVITÙ, TI LIBERERÀ. SII DI PIÙ L’UOMO CHE SEI STATO FATTO PER ESSERE. C’È UN DISEGNO, UN ALLINEAMENTO, UN GRIDO DEL MIO CUORE, LA BELLEZZA DELL’AMORE, COSÌ COME ERA STATO CREATO” (MUMFORD AND SONS, “SIGH NO MORE”)
EDITORIALE
Armonia delle differenze
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di Matteo Lessi
SPECIALE PRESENTAZIONI - EGITTO
Meeting Cairo: non c’è libertà senza educazione di Francesca Glanzer
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SPECIALE PRESENTAZIONI - ROMA
L’infinito nella storia degli uomini
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SPRESENTAZIONI MEETING - SAN MARINO
Il Meeting: una festa per tutti
In copertina: La hall del Meeting
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foto di Giuseppe Maffei
SOCIAL
Il Meeting nell’era dei social network
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IN-MOSTRA 2012
Bellini e i suoi Angeli della Pietà
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IN-MOSTRA 2012
La Terra vista dalle stelle
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IN-MOSTRA 2012
Il mistero nel Buddhismo
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SPETTACOLI 2012
Casa dolce casa: acrobati in scena
meeting
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SPETTACOLI 2012
Ettore dei poveri
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SPETTACOLI 2012
Anno XXXII - N. 3, Agosto 2012 Questo numero è stato chiuso il 30/07/2012
Tra musica e danza
Proprietario/Editore: Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Autorizzazione del Tribunale di Rimini n. 2008 del 2/11/82 DIRETTORE RESPONSABILE: Alver Metalli COORDINAMENTO REDAZIONALE: Matteo Lessi REDAZIONE: Erika Elleri, Vanni Casadei, Piergiorgio Gattei, Walter Gatti, Giulia Genestreti, Rosanna Menghi Ha collaborato Valerio Lessi FOTO: Roberto Masi, Angelo Tosi PROGETTO GRAFICO: Davide Cestari, Lucia Crimi VIDEOIMPAGINAZIONE: IMMpAGINA - Rimini STAMPA: Pazzini - Villa Verucchio - Rimini REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via Flaminia, 18-20 - C.P. 1106 - 47923 Rimini Tel 0541/78.31.00 Telefax 0541/78.64.22. email - meeting@meetingrimini.org www.meetingrimini.org PUBBLICITÀ: Evidentia Communication (società a direzione e coordinamento di Fondazione Meeting): Tel 0541/18.32.501 Fax 0541/78.64.22
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GUIDE SPIRTO GENTIL
Quando le note aprono all’infinito
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DOCUMENTARI
Storie dal mondo, storie nostre
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VILLAGGIO RAGAZZI
Mamme, papà portate i vostri figli al Meeting 59
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SPECIALE PRESENTAZIONI
Meeting Cairo: non c’è libertà senza educazione A novembre la seconda edizione dell’appuntamento egiziano nato dall’amicizia con Rimini e dallo stupore di Wael Farouq che spiega “La libertà non è il caos e l’educazione è fondamentale per vivere una primavera continua”. di Matteo Lessi
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Non vogliamo teorie, ma esperienze». Lo ha scandito bene Wael Farouq, vicepresidente del Meeting Cairo, durante il suo discorso presso il Museo dedicato ad Ahmed Shawky, il principe dei poeti egiziani. È il 7 luglio e al Cairo viene presentata la seconda edizione del Meeting Cairo dopo la prima svoltasi nel 2010. Il titolo sarà “Educare alla libertà” perché come ha detto Wael Farouq “Non c’è libertà senza educazione. Vogliamo capire come trovare un senso alla vita, dargli valore, perché senza il senso della propria vita l’uomo non può essere libero. La libertà non è il caos e l’educazione è fondamentale per vivere una primavera continua”. Alla presentazione erano presenti Tahani Al Gebaly, presidente del Meeting Cairo e vicepresidente della Corte Costituzionale Egiziana, Osama Al Abd, rettore di Al Azhar, che ha invitato tutti “a educare i propri figli secondo valori comuni” e il vescovo Armiah, della Chiesa Copto Ortodossa, che ha ricordato la sua visita al Meeting di Rimini 2011, dove ha visto “che la cultura è il mezzo per diffondere valori alti e realizzare la pace”. È la seconda edizione per questo evento, che ha incuriosito la società egiziana, mostrando come la diver8
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sità sia il punto di partenza per il dialogo e coinvolgendo ben 150 volontari, cristiani e musulmani.Tutto è nato grazie all'amicizia con il Meeting di Rimini e dallo stupore di Wael Farouq e altri nell'incontro con la manifestazione riminese, partecipando ad alcune edizioni. “Il Meeting Cairo è ormai una esigenza”, ha dichiarato Tahani Al Gebaly . E l’educazione sarà il fil rouge di questa edizione, guardando l’esperienza degli altri e con uno sguardo al futuro. La serata inaugurale si svolgerà all’Opera House il 2 novembre con la giudice Tahani Al-Gebaly e il presidente del Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri. Nel corso della serata ci sarà un omaggio a Papa Shenouda III, il capo della Chiesa Copto Orotodossa scomparso qualche mese fa - con la presenza dell’Imam di Al Azhar Ahmed el-Tayeb; la serata si concluderà con il concerto “Canzoni per la libertà”, con l’orchestra Nazionale di Musica Araba diretta dal maestro Selim Sahab. Nei due giorni successivi convegni con a tema l’educazione nelle istituzioni religiose con un confronto tra Mons. Jean-Louis Bruguès, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Osama Al Abd,
Wael Farouq
rettore di Al Azhar e il vescovo ortodosso Armiah. Dal Sud Africa arriverà il giudice Albie Sachs, già giudice della corte costituzionale del Sud Africa, protagonista nella lotta al razzismo, che si confronterà con il giudice Tahani, sul tema del cambiamento, della riconciliazione e della costruzione del futuro. Inoltre verrà presentata l’edizione araba de “Il Rischio Educativo” di don Luigi Giussani, già presentata al Meeting di Rimini nel 2011, con Abdel Fattah Assan, professore di
EGITTO
Tahani Al Gebaly
Nella foto, al tavolo da sinistra: Tahani Al Gebaly, presidente del Meeting Cairo e vicepresidente della Corte Costituzionale Egiziana; Osama Al Abd, rettore di Al Azhar; il vescovo Armiah, della Chiesa Copto Ortodossa; Wael Farouq, vicepresidente del Meeting Cairo.
letteratura italiana al Cairo e don Ambrogio Pisoni dell’Università Cattolica di Milano. Il tema dell’educazione verrà affrontato anche attraverso l’esperienza di insegnanti come Crish Bachic dagli Usa e Emilia Guarnieri e studenti delle scuole e universitari che porteranno la loro testimonianza. Si guarderà anche all’Europa per capire che cosa il popolo egiziano può trarre di positivo dall’esperien-
za di integrazione europea con il costituzionalista americano della New York University il professore Joseph Weiler e il giudice della corte costituzionale italiana Marta Cartabia. Infine, un convegno sul tema delle istituzioni islamiche in Europa e Asia con: Mustafa Ceric, Mutfi di Bosnia ed esponenti del governo della Malesia. Il programma sarà anche arricchito da due mostre, dalla proiezione del
film iraniano “A Separation”, vincitore del premio Oscar come miglior film straniero e da un concerto finale di musica Jazz. Ma prima del Meeting Cairo, l’avventura e l’amicizia continua con tante presenze egiziane durante la settimana del Meeting di Rimini e l’incontro finale proprio dedicato a questa esperienza che continua a fiorire sulle rive del Nilo e a compiere il suo cammino di libertà.
"IL VOSTRO STUPORE CI COSTRINGE A DOMANDARCI IL PERCHÉ" Un estratto del messaggio di saluto di Emilia Guarnieri per la presentazione Meeting Cairo 2012, 7 luglio 2012 Mi colpisce che il titolo del prossimo Meeting Cairo sia: “Educazione alla libertà”. È proprio vero che la libertà, prima che essere qualcosa da conquistare, l’esito di una lotta, che pure va combattuta, come voi in tutti questi mesi ci avete testimoniato, è una esperienza personale, una dimensione del proprio cuore. Ma è altrettanto vero che questo nostro cuore ha bisogno di essere educato, percosso e risvegliato, per sentire vibrare in sé tutta la potenza del desiderio, tutta l’ansia di libertà di cui può essere capace. Da quando ci siamo conosciuti siamo stati gli uni per gli altri un fattore di richiamo alla verità del cuore. Ognuno di noi in questi anni ha camminato, ha fatto un suo percorso e la nostra amicizia è stata per tutti fattore di educazione. Direi che la testimonianza reciproca, l’esserci gli uni per gli altri, è stata la conferma continua che è possibile vivere all’altezza dei de-
sideri del cuore. La seconda cosa che mi colpisce è che l’amicizia iniziale si è allargata ed è diventata fattore di rapporto, di dialogo e di unità anche con altre persone e altre realtà. Questi rapporti costruiti sono un ‘bene’ certo, un pezzo di strada fatto da cui non si torna indietro. (…) Sono molto grata a voi di Meeting Cairo e a tutti gli amici che abbiamo conosciuto in Egitto. Il vostro stupore di fronte ad un gesto come quello del Meeting ci costringe a domandarci il perché e ci spinge ad essere sempre più veri con quello che abbiamo incontrato. Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli
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SPECIALE PRESENTAZIONI
L’infinito nella storia degli uomini Il 6 giugno scorso si è svolta all’ambasciata italiana presso la Santa Sede la presentazione del Meeting 2012. Ecco la sintesi degli interventi. tavia accompagna questa professione Card. Leonardo Sandri di fede nell’uomo poiché la scienza si Prefetto della Congregazione per dibatte al riguardo tra cerle Chiese orientali tezze, che non sono mai Come sempre fin dal del tutto appaganti, e tra titolo il Meeting sa catincertezze che onestamente turare quella interiore curionon possono mai ritenersità che è radicata nello si né provate né assolute. spirito umano e che atteLe incertezze infatti sono sta il nucleo religioso costimesse sempre a dura protutivo del nostro essere. va da quella nostalgia di Ecco il titolo: “La natura Dio e dall’agostiniana dell’uomo è rapporto con inquietudo cordis che interl’infinito”. Esso è tratto Card. Leonardo Sandri pellano senza sosta l’uodal primo capitolo de “Il mo in ogni luogo e in ogni senso religioso”di don Luitempo. Anche l’esperienza dell’angogi Giussani, fondatore di Comunioscia umana ci parla di infinito ed esprine e Liberazione. E’ un’affermazione me la percezione del nostro essere chiara e convinta, non un dubbio, ma creature rispetto al Creatore. Una perproprio per questo apre uno squarcio cezione che si fa più nitida allorché di pensiero che di per sé è quasi scansiamo toccati dalla fede cristiana per daloso rispetto al famigliare relativila quale sappiamo e crediamo di essesmo tipico dei nostri giorni. L’uomo è rapporto con l’infinito, re figli nel Figlio. L’angoscia è alimentata dalla precarietà della vita e questa è la sua più intima identità ed può divenire addirittura malattia morè la sua missione nella storia, come tale, ossia disperazione. E’ il fecondo pure il traguardo che lo attende al di e mite pensatore cristiano Søren Kierlà del tempo e dello spazio. Il tempo kegaard nella sua opera “Il concetto e lo spazio sono connaturali all’uomo dell’angoscia” a metterci in guardia ma sua più vera natura è l’infinito che dalla sua valenza mortale e a proporlo apre all’eterno.L’eterno poi ha assunci piuttosto di leggere in essa l’appelto un volto nella rivelazione cristialo all’infinito. L’esperienza di finituna, si è fatto evento, persona inscindine e di smarrimento può far rinadibilmente divina e umana. scere in noi una incrollabile speranDunque la natura dell’uomo è rapza. C’è del resto un’intima grandezporto con l’infinito. Un dilemma tut10
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Un momento della presentazione di Roma
za in ogni uomo che è superiore ad ogni insuccesso, ad ogni fallimento, come ad ogni tragedia e sconvolgimento. Proprio nello scoramento la nostra natura umana non si rassegna, bensì anela all’infinito e ciò l’aiuta a vivere non genericamente ma bensì con dignità impedendo che le contrarietà degenerino nella malattia mor-
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tale della disperazione. Il mio pensiero torna volentieri alla visita di Sua Santità Benedetto XVI a Milano, al mirabile discorso pronunciato in quel tempio della cultura mondiale che è la Scala, riferendosi alle popolazioni colpite in Emilia-Romagna e altrove, disse: “Vi è l’ombra del sisma che ha portato grande sofferenza su tanti abitanti del nostro paese. Le parole riprese dall’Inno alla gioia di Schiller suonano come vuote per noi, anzi
sembrano non vere. Non siamo ebbri di fuoco ma piuttosto paralizzati dal dolore per così tanta e incomprensibile distruzione che è costata vite umane, che ha tolto casa e dimora a tanti. Anche l’ipotesi che sopra il cielo stellato debba abitare un Padre ci pare discutibile. Noi cerchiamo un Dio che non troneggia a distanza ma entra nella nostra vita e nella nostra sofferenza.” Il Papa dopo aver interpretato così a fondo lo smarrimento uma-
no aggiunge: “In quest’ora le parole di Beethoven, amici, non questi toni, intoniamone altri più attraenti e gioiosi, le vorremmo riferire a quel Schiller. Non questi toni, non abbiamo bisogno di un discorso irreale di un Dio lontano e di una fratellanza non impegnativa, siamo in cerca di un Dio vicino, cerchiamo una fraternità – conclude il Papa – che in mezzo alle sofferenze sostiene l’altro, e così aiuta ad > andare avanti.” AGOSTO2012
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ROMA li da un certo punto di vista rispetto della dignità umana, intangibilità che ad altre epoche, ad altre temperie. Il altro vuol dire se non una tensione verdisincanto del mondo accanto a ine- so qualche cosa che non ha la possivitabili profili positivi ha certamente bilità di essere compreso entro limiti anche dei profili di dubbio, di incer- finiti, quindi di un infinito. tezza, dove la forza di quell’“è” aiuta e Staffan De Mistura illumina in qualche modo la strada. Sottosegretario agli Esteri Oggi siamo abituarti a pensare all’inIl saluto è basato sulfinito non tanto come l’esperienza personale. incompiutezza, incomQualcuno molto tempo piutezza e senso del limifa ha detto che la maniete, quanto piuttosto come ra migliore per identifia possibilità assolutamencare, delineare un conte senza confini. Indubcetto, un’istituzione, una biamente tecnica, scienza iniziativa importante che e tecnica ma soprattutto è profonda e complessa, tecnica, vanno in questa e che possa essere definidirezione, e porre il prota da una sola parola,ebbeblema di questa identità Staffan De Mistura ne io credo che in Italia, forte tra natura dell’uomo e tensione, rapporto con l’infinito pro- e francamente in molte parti del monbabilmente aiuta a superare anche i do, quando si dice Meeting è solo quelimiti di questo rapporto non com- sta, è il Meeting di Rimini. Io stesso piuto tra finito e infinito. Permettete- ho partecipato varie volte e, come formi una digressione che viene inevita- se sapete, prima di fare questo lavoro bilmente dall’esperienza pro-tempo- pro-tempore, ero con l’ONU in 18 re che mi è stata affidata: nel rappor- zone di guerra. Ebbene, sulle 18 calto tra paziente e medico oggi noi spe- colavo: 16 erano state in qualche manierimentiamo questa difficoltà della ten- ra coperte da un dialogo a Rimini, sione dove appunto il medico non è durante, o prima o dopo quel momenspesso visto come colui che ti aiuta a to di conflitto. Per questo il ministro guarire ma come colui che ti dovreb- degli Esteri tiene molto a questa trabe liberare da un limite dove la ten- dizione di avere un incontro proprio sione tra finito e infinito è posta su di presentazione qui, ed è per questo basi profondamente diverse. D’altra che noi sappiamo che quest’anno ancoRenato Balduzzi parte, e qui non è tanto l’esperienza ra di più ci sarà questa visione globaMinistro della Salute Il titolo del Meeting è un titolo che pro-tempore ma è la deformazione le con un dibattito sulla fame nel monfa pensare, è un titolo che entra nella della professione mia, in questa ricer- do, sulla povertà. E vogliamo dire graca di infinito probabil- zie. Io ho avuto la fortuna di sentire, concretezza dell’esperienmente si incontrano, e forse per l’ultima volta in una occaza della vita a partire prosarà interessante vedere sione a Rimini, don Giussani, e capiprio dalla forza di quell’“è” come nell’esperienza con- sco l’entusiasmo di tanti giovani che che non soltanto indivicreta del Meeting questo è veramente magico. dua una congiunzione tra si porrà, s’incontrano trai due aspetti ma una loro dizioni diverse, si inconidentità: la natura delEmilia Guarnieri trano pulsioni e propol’uomo è rapporto con l’inPresidente della Fondazione Meeste diverse a partire da ting finito. E dunque evidenquella grande acquisiziotemente un titolo di queIl Meeting di quest’anno non si limine del nostro tempo, che ta a dire che si può ripartire dall’uosto genere fa ben sperare Renato Balduzzi però poggia le radici su mo, ma lancia una sfida sulla natura per uno svolgimento adeun substrato che oppor- dell’uomo, affermando appunto, come guato a partire dalla considerazione dei rapporti non facili tra tunamente veniva richiamato nel pre- recita il titolo, che “La natura delfinito e infinito oggi, forse meno faci- cedente intervento, della intangibilità l’uomo è rapporto con l’infinito”. >
Cari amici, mi pare questa l’intuizione dell’indimenticabile don Giussani, percepita come un rischio che bisognava correre, specie in una responsabilità educativa nei confronti dei giovani. Mi pare questa l’aspirazione intravista scorrendo l’itinerario composto dai 32 anni del Meeting di Rimini, quella cioè di un Dio vicino che libera l’uomo a partire dalla storia. La prossima edizione del Meeting potrà ricevere al riguardo un tassello di singolare importanza, non un discorso irreale su Dio, e nemmeno una fratellanza generica non impegnativa, piuttosto l’annuncio del Dio vicino e la compagnia con Lui dal quale scaturisce una libertà autentica che si fa condivisione non vagamente promessa bensì realmente offerta. Così potrà continuare la riflessione già svolta nel messaggio dell’anno 2006 quando il Papa aveva sottolineato che Dio, l’infinito, si è calato nella nostra finitudine per potere essere percepito dai nostri sensi, e così l’infinito ha raggiunto la ricerca razionale dell’uomo che a Lui tende, si fa incontro alla creatura che a Lui sospira. In questa impresa percepiamo di abitare già l’infinito il quale ci impegna costantemente e appassionatamente con realismo e fiducia nella storia che è ad esso finalizzata.
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IL TOUR ENEL 5.0 ARRIVA A RIMINI. 50 ANNI DI STORIA, UN VIAGGIO NELLA DIREZIONE DELL’ENERGIA.
50 ANNI DI ENERGIA, MILIONI DI ATTIMI INSIEME. NON PERDERTI IL PROSSIMO. Un viaggio attraverso il nostro passato e verso il nostro futuro, un’esperienza per raccontarvi tutti quei momenti in cui la nostra energia si è sommata alla vostra. Il tour Enel 5.0 sarà anche a: Firenze, Milano, Genova, Catania e Roma.
enelcinquepuntozero.it
ROMA teremo tra gli altri anche il Presidente massime autorità dello L’uomo vale perché ciò del Parlamento Europeo Martin Stato. che lo costituisce è qualSchulz; ascolteremo la grande amica Proseguendo, vi accencosa che precede i suoi egiziana Tahani Al-Jibaly, Vice Preno alcuni altri grandi temi antecedenti fisici e biolosidente della Corte Costituzionale e alcuni protagonisti del gici, così come precede le Meeting di quest’anno. Suprema d’Egitto e Presidente di circostanze etniche, stoCairo Meeting; S. E. Mons. TomUno dei momenti cenriche ed economiche che masi, osservatore permanente della trali sarà il convegno dal pur lo determinano. Ma titolo “Homo religiosus”. Santa Sede presso le Nazioni Unite sono vaste le conseguena Ginevra Il Meeting ospiterà il neoze di questa consapevoEmilia Guarnieri cardinale antropologo lezza, di questa natura delIvan Caracalla Julien Ries, grande amico da tempo l’uomo come rapporto con l’infinito. Caracalla Dance Theatre della nostra manifestazione, che ancoSolo il rapporto con l’infinito fonNel 2010 ho ricevuto una prima ra una volta porterà la ricchezza del da il diritto dell’uomo alla libertà presentazione del Meeting, ma sinsuo contributo, la ricchezza della sua aprendo l’orizzonte di una paradosceramente non compresi la grandezantropologia religiosa nella quale sale evidenza, tanto evidente quanto za di questo evento fino all’anno sucdocumenta come l’uomo fin dallo paradossale: che l’uomo è libero in cessivo quando per caso o per destisbocciare della sua umanità è sensiquanto afferma un’unica dipendenno ho fatto la mia prima visita a Rimibile al sacro e possiede una dimenza, quella dal Mistero da cui tutte le sione spirituale. Con lui a parlarne, ni. In questa occasione ho scoperto cose si originano. un posto straordinario, non solo perdi questo tema, sarà il monaco budInfatti non è un caso che dall’anché richiama migliaia di giovani ma dhista Shodo Habukawa abate del tichità fino ai tempi moderni chiunancor più perché rappresenta un puntempio Muryoko-in Giappone. que abbia voluto esercitare un poteto di incontro di persone di differenti Il titolo del Meeting. “La natura re sull’uomo ne ha odiato e persedi fedi, razza e cultura, che dell’uomo è rapporto con guitato la vera religiosità. Dagli antidesiderano costruire quall’infinito”, sarà al centro chi ai moderni. cosa insieme. La diversidella relazione del RetMa il rapporto con l’infinito è anche tà non è qualcosa da temetore dell’Università San ciò che fonda la possibilità di amicire, è un ideale che dovremDamaso di Madrid Javier zia e di dialogo tra uomini di fedi e mo abbracciare, non rapPrades Lopez. L’astroculture diverse, proprio in quanto presenta un ostacolo ma nauta Paolo Nespoli,introriconosce in ogni uomo quel fattore al contrario è un vantagdotto dal fisico Marco irriducibile che è il cuore, luogo di gio, un’opportunità di Bersanelli, racconterà la quei desideri,di felicità, di verità, di imparare dagli altri, un’opsua esperienza umana e giustizia, irriducibili e inestirpabili portunità di far cadere le professionale nello spacui solo l’ infinito è in grado di risponbarriere religiose, di razzio, mentre i grandi temi dere. Ivan Caracalla za, di colore. Siamo moldi libertà, desiderio e poliIl Meeting, lo annunciamo uffito orgogliosi di questa collaboraziotica saranno l’oggetto su cui si concialmente, sarà aperto nella giornata ne tra il Meeting di Rimini e il “Carafronteranno grandi personaggi: la già del 19 agosto dal Presidente del Concalla Dance Theatre” di Beirut e siaambasciatrice presso la Santa Sede e siglio Mario Monti, sul tema “I giomo onorati di presentare “Villager’s Presidente della Pontificia Accadevani per la crescita”, che è il titolo di Opera”, lo spettacolo inaugurale delmia delle Scienze Sociali Mary Ann una delle mostre del Meeting di quela XXXIII edizione del Meeting per Glendon; Il professore egiziano fonst’anno realizzate dalla Fondazione datore del Meeting Cairo Wael Farouq; l’amicizia fra i popoli. La performance per la sussidiarietà. Sarà l’incontro tratta un tema che ha una particolail Presidente dell’Assemblea Geneinaugurale, quindi la prima grande re rilevanza sia per il Meeting che per rale dell’ONU Nassir Abdulaziz Aloccasione che il Meeting proporrà la situazione del Medio Oriente e Nasser; il cardinale Jean Louis Tauper guardare in faccia il percorso sociaglobale in generale, la possibile uniran e il ministro degli Esteri italiano le e personale che un giovane affrontà e convivenza tra persone diverse. Giulio Terzi di Sant’Agata. ta, dalla scuola al lavoro. La responDurante la guerra del Libano, menSempre sul tema della libertà e delsabilità storica che avvertiamo nei tre il Libano era diviso in religioni e la democrazia, della convivenza tra confronti dei giovani e di tutti gli settori, lo stesso Libano trovava uniuomini e popoli diversi, nel contesto uomini ci hanno fatto desiderare anche tà nella compagnia di Caracalla. > dell’Europa e del mondo intero, ascolquest’anno la presenza di una delle AGOSTO2012
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ROMA Mentre le persone combattevano usando la religione come loro strumento di distruzione la nostra compagnia comprendeva ballerini e artisti di tutte le religioni presenti in Libano uniti in armonia e fratellanza sotto il nome e la bandiera culturale di “Caracalla Dance Theatre”. La nostra unità e la nostra cultura erano la nostra forza e tutt’ora lo sono. Oggi nel nostro teatro a Beirut la nostra scuola di 1500 studenti, sotto la direzione di mia sorella Alissar Caracalla, mette insieme studenti di tutte le religioni, e mentre i bambini fanno lezione i genitori sono fuori ad aspettare e piano piano, incontro dopo incontro, giorno dopo giorno loro iniziano a conversare dei loro figli, della società, della cultura, e senza notarlo si crea un legame solido condiviso, e alla fine della stagione di danza loro stessi scoprono che non sono differenti. E la comprensione dell’altro è un fatto di unità. Dunque la strada verso l’unità deve essere la strada della comprensione, il percorso di coesistenza e quindi di saggezza e di chiarezza dopotutto se ci pungi non sanguiniamo tutti, queste parole di Shakespeare rimarranno nella nostra mente. Viviamo oggi in un mondo in rapido sviluppo dove siamo dive-
aiutare i giovani a sconuti servi delle moderne prire sé stessi, la bellezza tecnologie e dove la schiete la grandezza della protezza dei rapporti umani pria vita, perché solo così è stata erosa dallo sviluppossono diventare veri po delle virtuali e delle soggetti e protagonisti comunicazioni senza vita. della vita e della vita del Ma il Meeting di Rimipopolo al quale apparni sta svolgendo un ruotengono. Parleremo con lo cruciale per preservare gli insegnanti per quanil valore dell’esistenza umaBernhard Scholz to riguarda il sistema scona. Il Meeting è divenulastico e abbiamo anche to il dialogo di civilizzainvitato il ministro Profumo. Il tema zione che assicura una continuità di speranza nel viaggio di tutti i tempi, dei giovani è anche un tema che affronteremo dal punto di vista della cree scoprire che alla fine siamo tutti scita professionale e dell’introduzioestremamente simili nella nostra ne nel mercato del lavoro: partecipedimensione universale di esseri umarà anche il ministro Passera per dire ni. come il governo prepara le varie riforme o pensa di affrontare anche queBernhard Scholz sti problemi che sono di una gravità Presidente della Compagnia delle estrema. Opere Per quanto riguarda l’economia Mi permetto di accennare solo alcupenso che è palese per tutti, in queni brevi temi che mi sembrano parsto momento, che proprio lì si pone ticolarmente di aiuto per un tale arricchimento di ognuno che partecipa. con urgenza la domanda sul punto di partenza: se siamo persone capaci di Non possiamo assumerci la responaffrontare costruttivamente le gransabilità vera che ci compete senza pardi difficoltà che ci aspettano o se cedialare di educazione. Infatti parleremo mo alla rassegnazione e ci tiriamo di educazione, che certamente non indietro lasciando poi l’evoluzione consiste nella comunicazione o neldelle cose agli automatismi o alle dinal’imposizione di regole o comportamiche di un mercato che non si > menti ma nell’accompagnamento ad
I relatori alla presentazione di Roma
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ROMA capisce dove ci porterà. Non bisogna improvvisare, non bisogna rassegnarsi, bisogna crescere in professionalità, in imprenditorialità, e questo riguarda le imprese, riguarda le cooperazioni, riguarda anche tutte le imprese non profit. Parleremo quindi del rapporto del sistema economico italiano dentro il contesto europeo, parleremo dell’innovazione, parleremo dell’internazionalizzazione delle imprese, parleremo anche soprattutto della valorizzazione dei talenti, dei giovani dentro le imprese, perché tanti imprenditori sono oggi veramente educatori dei giovani a loro affidati. Le condizioni sociali e politiche più in generale saranno sicuramente un tema trasversale. Un momento particolare sarà certamente con il Segretario Generale della CISL Bonanni e con il nuovo Presidente della Confindustria Squinzi. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, uno dei temi più urgenti e difficili nel contempo, abbiamo invitato il ministro Fornero. Altra tematica che non possiamo eludere è il futuro del welfare. Che il pubblico non sia più in grado di sostenerlo da solo è un dato evidente. Dobbiamo trovare nuove formule, faremo un incontro su questo tema proprio in visio-
ne europea, portando esperienze anche di altri paesi. La cooperazione internazionale è un tema sempre presente al Meeting. La cooperazione fra l’Europa, l’America e i paesi in via di sviluppo verrà affrontato anche quest’anno e avremo fra di noi Jeffrey Sachs, uno degli esperti mondiali di questo tema, della Columbia University. Un tema che sembra particolare ma che riguarda ognuno di noi è il tema delle neuroscienze. Al Meeting ci saranno una mostra e un dibattito su questo tema, perché la domanda è: siamo definiti dal nostro sistema neurologico o esiste un punto di vera libertà che viene prima e che ci porta oltre di quello che è la nostra biologia, che il nostro sistema neurologico ci dà? In un modo analogo verrà discussa anche l’evoluzione biologica, perché anche lì si pone la domanda se noi siamo semplicemente un prodotto di una evoluzione biologica o se dentro di noi esiste quel rapporto con l’infinito che ci dà una dignità che ci fa essere infinitamente di più di un prodotto semplicemente di un percorso biologico naturale. Vorrei accennare velocemente solo a tre mostre, non perché sono di più delle altre ma perché evidenziano in
modo particolare il tema del Meeting. Una riguarda Dostoevskij, il grande autore russo che ha saputo, attraverso una letteratura affascinante e appassionante, esprimere la capacità dell’uomo di ritrovare quella dignità infinita dentro di sé, non accanto e non eludendo il dramma della vita stessa, ma proprio dentro la drammaticità e attraverso la drammaticità della vita. Una mostra riguarda l’Albania, che ci farà incontrare i martiri di quel paese che hanno saputo, attraverso il loro sacrificio, rivitalizzare il senso di un popolo libero e quindi ridare ad ognuno la possibilità di vivere ed esprimere quella dignità di cui il titolo del Meeting parla. Una mostra riguarderà la costruzione del duomo di Milano che in qualche modo potrebbe essere un simbolo di quello che noi vorremmo che fosse una società: dove c’è una forte coesione, ognuno contribuisce, dà il suo lavoro, dà il suo denaro, dà la sua eredità per costruire insieme un ideale, un segno di un ideale che dà un senso alla vita di ognuno e al contempo alla vita sociale di tutti. (sintesi degli interventi non rivista dagli autori)
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Il Meeting: una festa per tutti Il 30 giugno scorso al Teatro Titano di San Marino si è svolta la presentazione del programma dell’edizione 2012. Tra le anteprima, un mandala della mostra sul Monte Koya e un assaggio del concerto rock finale.
Emilia Guarnieri Presidente Fondazione Meeting Siamo qui per festeggiare la prossima edizione del Meeting, la XXXIII, perché è una festa. È una festa anche se il Meeting è un lavoro, anche se quest’anno ci sono tanti problemi, perché il Meeting non è fuori dal mondo,non è fuori dalla realtà, quindi i problemi di tutti sono anche i problemi nostri. E perché è una festa essere qui insieme? Perché sappiamo che l’avvicinarsi di una nuova edizione del Meeting è un’occasione positiva per tutti, è un’occasione umanamente interessante per tutti. E la cosa che veramente non smette di stupirci sono proprio questi incontri continui che il Meeting favorisce. Uomini diversi, nelle situazioni più varie, insieme ai quali è possibile continuare a sperimentare che in tutti esiste un desiderio da cui ripartire sempre; esiste un cuore che non si arrende di fronte alle avversità, un’esigenza di positività e di senso.
L’immagine di quell’uomo che il manifesto del Meeting di quest’anno propone in qualche modo ci interroga, perché siamo costretti a chiederci: ma quell’uomo con quel grande cuore ci corrisponde o no? Quell’uomo fatto delle cose di cui tutti siamo fatti, i ritagli dei giornali in qualche modo dicono questa mentalità comune della quale tutti siamo fatti, ma con quel grande cuore che svetta in mezzo, è un’immagine che ci corrisponde o no? Siamo noi oppure quel cuore è solo una fantasia sentimentale? Questa è la sfida e la proposta contenuta nel titolo di questa XXXIII edizione, “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”. È una sfida, una sfida lanciata al razionalismo ultimamente nichilista di chi vede solo l’apparenza e tratta l’uomo come se l’uomo fosse solo il prodotto dei suoi antecedenti fisici o biologici, o fosse solo il prodotto delle circostanze storiche economiche che pure lo determinano.Ma la natura dell’uomo è ben altro, l’uo-
mo è desiderio infinito di felicità,desiderio infinito di giustizia, di amore, bisogno di compimento e di realizzazione. Perché diciamo con certezza questo? Perché è sufficiente guardare noi stessi in azione per accorgerci che nelle crisi, nelle contraddizioni, non riusciamo ad accettare fino in fondo che la disperazione possa essere l’ultima parola, ma, al contrario, anche quando abbiamo realizzato i nostri obiettivi, quando le cose sono andate nella direzione che volevamo, ecco a quel punto ci accorgiamo che la meta raggiunta non basta mai, che la vita è una tensione continua, appunto che la nostra natura è rapporto con l’infinito. È quello che vediamo, per esempio, nei nostri amici egiziani, ed è la stessa grandezza umana dei nostri amici emiliani, la loro fierezza, capaci di tremare con la terra che ha tremato per tanti giorni, per tante notti, eppure capaci di ripartire con speranza un istante dopo. In tempi duri quali quelli che siamo chiamati a vivere è indispensabile sapere in che cosa questa speranza è riposta, in che cosa è riposta la consistenza della nostra persona e dei nostri tentativi umani, perché o è riposta in qualcosa che c’è o altrimenti è una fantasia. La storia dell’umanità è un esempio solare del fatto che solo una riconosciuta ed ultima dipendenza dal mistero che fa tutte le cose fonda la libertà degli uomini e dei popoli. > AGOSTO2012
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SAN MARINO
Mi preme questa sottolineatura perché il tema del desiderio, il tema del rapporto con l’infinito è un tema da uomini, non è un tema da favola, non è un tema da sentimenti, è un tema che genera una modalità di movimento nella storia, una modalità di costruzione di tutt’altro genere rispetto ad una antropologia di tipo razionalista o economicista. Come il Presidente Napolitano sottolineava l’anno scorso, desideriamo essere una risorsa per il paese, sentiamo fino in fondo la responsabilità di questo compito. Questa è la ragione per cui siamo estremamente contenti e onorati di poter aprire il Meeting di quest’anno con la presenza del Presidente Monti che interverrà sul tema “I giovani e la crescita”, inaugurando tra l’altro la mostra che il Meeting insieme alla Fondazione per la Sussidiarietà ha realizzato. Matteo Lessi Portavoce Fondazione Meeting Sono momenti difficili, e proprio don Giussani, qualche tempo fa, disse che proprio di fronte a questi momenti difficili giunge il momento della persona. Il Meeting sarà un grande contributo per capire questo, a partire dall’incontro sul titolo con il rettore dell’Università San Damaso di Madrid, Prades. Un altro degli appuntamenti centrali del Meeting, uno dei più affascinanti, sarà il dialogo tra il monaco buddista Habukawa e il cardinale Ries, antropologo che con i suoi studi ha dimostrato che l’uomo fin dallo sbocciare della sua umanità è sensibile al sacro e possiede una dimensione spirituale. Il mondo cambia, i dittatori prima o poi cadono, le società mutano, ma
ci sono due fattori che in questi processi anche di fronte al grande dramma della ricerca della democrazia, pensiamo a quello che ancora sta accadendo in Medio Oriente, non possono essere dimenticati. Il primo è il rapporto e la considerazione che la politica ha dell’uomo, se veramente è al suo servizio o meno, al servizio del suo desiderio. E di questo abbiamo invitato a parlare la già ambasciatrice americana presso la Santa Sede, ed ora Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, Mary Ann Glendon insieme al professore egiziano e fondatore del Meeting Cairo, Wael Farouq. La questione della democrazia e della libertà dei popoli sarà comunque uno dei temi centrali del Meeting, anche alla luce della primavera araba e del dramma che sta vivendo. Tornerà al Meeting Tahani Al-Jibaly, la vicepresidente della Corte Costituzionale e Presidente del Meeting Cairo; Jason Kenney, Ministro Federale Canadese dell’Immigrazione e Multiculturalismo, e l’Osservatore permanente presso la Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra Mons. Tommasi. Il secondo fattore è la libertà religiosa. Dove c’è la libertà religiosa c’è libertà per tutti, e tutte le libertà sono garantite. A parlare di questo verrà il Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU Al-Nasser, la seconda carica più importante di questo organizzazione; il Cardinale Tauran, il Ministro degli Esteri Italiano Giulio Terzi con il Segretario Mularoni. Di questo si parlerà anche in un altro incontro con un personaggio di eccezione che per la seconda volta torna al Meeting, che è Elabd, Presidente dell’Università di Al Azhar, la più importante università mussulmana; Franco Frattini; il Patriarca Ortodosso della Chiesa di Cipro Chrysostomos e il direttore di uno dei più importanti centri di studi di politica mediorientale in Qatar, Salman Shaikh. Un altro dibattito urgente che faremo al Meeting, che
riguarda tutto il mondo, è quello del rapporto tra Islam e occidente oggi, e di questo ne parleranno Wael Farouq e Abdel- Fattah Hassan, professore di letteratura italiana al Cairo, già facente parte dei Fratelli Mussulmani, e Robert Reilly, un politologo cattolico americano. La politica e l’economia. I tempi sono difficili, non sappiamo nemmeno quello che può accadere in questo mese e mezzo che ci precede al Meeting, ma sicuramente uno dei più grandi valori del Meeting è sempre stato quello di guardare lontano e di concepire l’azione dell’uomo nella storia non legata appena alle circostanze che lo circondano. Per questo uno dei temi centrali del Meeting sarà quello della crescita. Al Meeting vogliamo capire come è possibile questa crescita, da che cosa bisogna partire perché questo accada, e l’ipotesi che daremo è quello dell’investimento sulla persona, sull’io, una scommessa sull’uomo capace di generare novità, cambiamenti positivi nell’economia e nel sociale. E a discutere del cambiamento chiesto al sistema Italia ci saranno Mauro Moretti, delle Ferrovie dello Stato, Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico, e Giorgio Vittadini. Un altro degli appuntamenti importanti sarà quello sul lavoro, perché avremo il Ministro Elsa Fornero. Si parlerà di ambiente con il Ministro Clini e Jeffrey Sachs, uno dei più importanti esperti in questo tema, e Paolo Scaroni, di ENI. E saranno presenti come sempre tantissimi imprenditori con i quali ragioneremo su cosa vuol dire fare impresa oggi in questi tempi così difficili. > AGOSTO2012
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SAN MARINO Otello Cenci Responsabile Spettacoli Meeting Siamo in controtendenza con la situazione generale: gli spettacoli di quest’anno saranno di una ricchezza incredibile. E riusciamo a fare questo perché la ricchezza è in termini di rapporti, nella trama di rapporti che il Meeting in questi anni ha maturato. Lo spettacolo inaugurale sarà presentato da una compagnia di Beirut, conosciuta due fa ad Abu Dhabi. Poi sono venuti al Meeting, hanno visto che cos’è, mi hanno invitato a Beirut a vedere la loro realtà. Il 19 agosto si esibirà questa compagnia che ha 1500 alunni studenti di ogni religione e razza, e che unisce le famiglie, unisce le persone. Il secondo appuntamento viene da Madrid. Verrà la compagnia di Louis Ortega, una delle più importanti di Madrid, che ha accettato una sfida notevole. A loro, che eseguono il flamenco da anni, è stato proposto di mettere in scena uno spettacolo che rappresenti il Vangelo. Inizialmente sono rimasti ovviamente stupefatti, poi hanno accettato questa sfida. Da questa sfida è nato uno spettacolo straordinario che avremo al Meeting di Rimini. Avremo da S. Pietroburgo il Coro Sacerdotale Metropolitano. E poi avremo uno spettacolo per la famiglia con un gruppo di acrobati che viene dall’est. Rappresentano qualche cosa che è emblematico per la situazione di oggi. La storia di alcuni clochard che attraverso un incontro trovano un’occasione di cambiamento. Quest’anno avremo per la prima volta nel Meeting, mai successo prima, uno spazio dedicato al cinema, con una sala all’interno della Fiera. Attraverso degli amici che ne hanno fatto una professione, vorremmo provare a giudicare il cinema, proponendo dei film che ci hanno colpito particolarmente. Passo ad un altro appuntamento che è quello dedicato al rock. Il rock: all’interno del Meeting di quest’anno ci sarà una mostra, una mostra che tratta
questo tema attraverso un nostro amico, un columnist di “Irish Times” di Dublino, e l’ultima sera, quella che di solito dedichiamo alla festa per tutti i duemila e passa volontari, faremo un concerto rock, faremo un concerto attraverso delle musiche selezionate con il titolo “All is holy?”. E’ tutta preghiera? Anche il rock, il grido del rock, il grido dell’artista che scrive la canzone rock possiamo considerarlo preghiera? Possiamo considerare questa musica il grido del cuore in rapporto con l’infinito? L’ultimo appuntamento che cito è quello con la compagnia di Fratel Ettore. Molti di voi sapranno che l’opera di Fratel Ettore è un’esperienza di Milano nata per andare a soccorrere i barboni alla stazione e rimetterli in vita. Ecco, da questa esperienza che continua nonostante non ci sia più Fratel Ettore, è nata l’idea di uno spettacolo, di uno spettacolo di marionette sulla vita di Fratel Ettore realizzato con l’aiuto dei fratelli Colla. Alessandra Vitez Responsabile Mostre Meeting Le mostre spaziano dalla Russia all’America latina, dall’Irlanda alla Francia, dall’Albania fino al Giappone. Niente è stato deciso a tavolino, tutto è frutto di rapporti e incontri che si sono approfonditi, alcuni si sono rinnovati, altri sono diventati talmente famigliari che la lontananza è semplicemente un particolare. Dalla Russia una mostra dedicata a Dostoevskij. La professoressa Tatiana Kasaktina, direttore del Dipartimento di Teoria della Letteratura presso l’Accademia Russa delle Scienze, insieme ad un numeroso gruppo di stu-
denti universitari ortodossi di Mosca e studenti dell’Università Cattolica di Milano, metterà a confronto immagini dell’arte occidentale e icone russe, poste una davanti all’altra. L’icona e il quadro visti attraverso il prisma del metodo creativo di Dostoevskij, si rivelano a noi non come qualcosa che si esclude a vicenda ma come qualcosa di complementare. In occasione delle celebrazioni del bicentenario dell’indipendenza ispanoamericana, gli amici dell’America Latina ci racconteranno quel tormentato momento storico a partire dal tentativo dei protagonisti che mossi dal desiderio del cuore cercarono con ansia una novità capace di cambiare il mondo. Da Parigi la Fondazione Jerome Lejeune con un gruppo di genetisti affronterà il complesso tema della genetica moderna. Lejeune nel 1958 scopre che la Sindrome di Down è una malattia genetica e tutto il resto della vita la trascorre nella ricerca di una cura. Era consapevole che la sua scoperta poteva essere usata contro la cura, e da qui la grande alternativa: quando si considera l’umanità nel suo insieme genericamente la genetica viene usata per selezionare, quando si guarda l’uomo, al singolo, viene usata per curare, ricercare, fino alla domanda: “Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi?” E poi l’Albania. Quest’anno si festeggia il centenario dell’indipendenza dall’impero ottomano. La mostra parte da una riflessione sulla personale esperienza dei curatori, tutti di origine albanese, che guardando il proprio popolo, uno dei più antichi d’Europa, hanno preso coscienza >
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SAN MARINO di come la libertà si identifica sempre con la dipendenza da Dio. Da qui una considerazione sulla totale censura della religiosità compiuta in Europa dal comunismo albanese, fino a un giudizio sull’oggi. Infine la mostra dedicata al Monte Koya dal titolo: “Il Koyasan, la montagna del buddismo Shingon Mikkyo che don Giussani ha tanto amato.” Nel 1987 infatti nasce l’amicizia tra don Giussani, in visita in Giappone, e Shodo Habukawa, allora abate dei monaci. Questo incontro inatteso dove i due uomini si incontrarono con tutta la loro tensione per il mistero e l’infinito, con tutta la loro passione per gli uomini e la loro educazione, ha portato, a fine ottobre, il Meeting in Giappone, prima a Tokio poi al Monte Koya per una presentazione tramite l’ambasciatore italiano in Giappone. Ed ora il Monte Koya torna a Rimini con una mostra. Oltre a questa opera, un mandala, che vedete qui esposta, ci saranno 15 oggetti di arte sacra buddista, con datazione che varia dal XV al XX secolo. Mons. Luigi Negri Vescovo San Marino-Montefeltro L’umanità e la società in tutto il mondo sono in crisi per l’assenza di una cultura di popolo, di quello che il Papa Benedetto XVI, nel grande Convegno delle Chiese italiane a Verona, nel 2006, definì la cultura del popolo. Quei riferimenti fondamentali teorici che si sintetizzano nell’uso autentico della ragione nella ricerca della verità, quindi nel rapporto con l’infinito, quei fondamenti che nascono in maniera assolutamente imprevedibile e concretissima nel mistero della rivelazione di Cristo che compie la grande attesa dell’umanità. Tutta questa cultura popolare che in tutto il mondo si alimenta sia della sana laicità sia della rivelazione della tradizione cristiana, sia delle più autentiche forme di religiosità, è sistematicamente abbattuta dalla mentalità dominante, che è una mentalità di
tipo consumistico, progressista, materialista, dove la persona non è assolutamente al centro, e tutta la realtà diventa inesorabilmente un oggetto di manipolazione. Io credo che il Meeting abbia anche ormai straordinaria opportunità di essere un punto di insegnamento di questa cultura popolare. Il Meeting lo fa assumendosi in prima persona il confronto con la mentalità dominante. E’ un confronto attivo, è un confronto positivo, è forse uno dei punti più chiari nella società occidentale che chi ha una cultura autentica di popolo non è subordinato, non è succub3, non è pieno di complessi di inferiorità. E’ un momento, quello del Meeting, in cui la forza della cultura di popolo si riprende il suo posto, prende la sua responsabilità di andare in profondità, in profondità nella interpretazione autentica dell’esperienza umana, e di andare in estensione mostrando come su questi principi fondamentali della cultura di popolo è possibile un confronto, un’intesa, una collaborazione, un reciproco arricchimento. Non si può fare una testimonianza cristiana nel mondo oggi, a San Marino come in tutto il mondo, non si può farla senza rendersi conto che si deve accendere nel mondo questo bisogno di cultura di popolo alla quale soltanto il cristianesimo dà una risposta esauriente.
difficoltà economiche e sociali, in cui tutti più o meno siamo immersi, ci costringono a porre, innanzitutto a noi stessi, la domanda su quale sia la nostra consistenza e su dove poggi la nostra speranza, ossia se siamo alla mercè di tutto ciò che accade, oppure se abbiamo per noi stessi e quindi per la società un punto di riferimento diverso, saldo, non soggetto alla fragilità e alla volatilità che caratterizza drammaticamente tanti aspetti della quotidianità in cui viviamo. Oggi molti commentatori si compiacciono di parlare di società liquida in cui tutto è uguale a tutto, e niente quindi è vero. Riporre al centro la questione di quale sia la vera natura dell’uomo, quanto abbiamo ascoltato fin ad ora in presentazione, ritengo sia un contributo essenziale per la ripresa di una consapevolezza anzitutto personale, ma che, di conseguenza, si riverbera come capacità di giudizio e costruzione dell’intera società. Raccolgo perciò volentieri la provocazione del titolo di quest’anno con la curiosità di poterlo approfondire attraverso i contenuti che verranno proposti. Il secondo motivo per cui mi è evidente quanto l’appuntamento odierno non sia catalogabile nella categoria dell’abitudinarietà risiede nello stesso contesto generale in cui si colloca. Non dico nulla di nuovo se osservo come gli ultimi due anni abbiano segnato uno spartiacque. E’ un’evidenza che balza agli occhi di tutti noi. Il mondo è cambiato e sta cambiando ancora a tutti i livelli, a San Marino, in Italia, in Europa, nel mondo. Meno scontato è invece che ci si interroghi sulla portata del cambia- >
Massimo Pasquinelli Presidente Fondazione Carim Non posso evitare di annotare come l’affermazione “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito” rappresenti un punto di novità e di confronto che colpisce, ancor di più oggi, dove le AGOSTO2012
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SAN MARINO mento, e soprattutto sulla domanda di cambiamento che si para davanti a ciascuno di noi, responsabilità quotidiane culturali o politiche che siano. Il Meeting con il tema di quest’anno ci ricorda quale sia l’origine di questa possibilità di cambiamento. Antonella Mularoni Segretario di Stato Repubblica di San Marino “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”, titolo ispirato dalla celebre frase di Don Giussani, apre alle sollecitazioni più profonde sul senso e sul valore dell’esistenza umana e promuove, una volta in più, quei pensieri e quelle riflessioni che la kermesse riminese riesce in maniera straordinaria a coniugare e ad approfondire, attraverso il consueto percorso multidisciplinare tra incontri, dibattiti, mostre e spettacoli. Sono certa, abbiamo avuto l’anteprima e quindi veramente è diventato una certezza, che, anche quest’anno, il Meeting ci regalerà ottime occasioni di conoscenze e di esperienze, muovendo le corde di ciascuno di noi in relazione al proprio rapporto con l’infinito. La Repubblica di San Marino è felice di essere parte di questo circuito virtuoso, che non dimentica mai l’essenza della natura umana nella quale le specificità assumono il valore di entità autonome da conoscere e da apprezzare. Al Meeting siamo presenti, e vogliamo continuare ad esserlo, forti della nostra identità e pronti ad accogliere le suggestioni e le dinamiche proprie di un microcosmo intorno al quale la ricerca scientifica,
la politica, il dialogo fra le religioni e l’incontro tra i popoli creano ed alimentano la forza della cultura; quella cultura che affonda le radici nella conoscenza vera e che non può e non deve rassegnarsi mai, poiché rappresenta lo strumento più potente per riconoscersi e per rispettarsi. Stefano Vitali Presidente Provincia Rimini Mi è capitato in questo tempo di riflettere di come da questa piccola provincia siano nate poi segni importanti, non solo per il nostro territorio ma per l’intero territorio nazionale e oltre, e questo lo ricordavo a me perché in realtà noi tendiamo a dare per scontato qualcosa che dovremmo prendere in mano più spesso e chiederci il perché da qua nascono segni così importanti. Oggi c’è una grandissima sete di infinito, l’uomo in questo momento ha bisogno di amore, di giustizia e di verità. Il problema non è tanto che non ci siano testi su cui cercare questo infinito, il problema è che mancano persone che ti trasmettono l’infinito. E allora perché non far partire anche dal Meeting di quest’anno una sfida nuova, che al di là delle tematiche che affrontiamo, al di là delle problematiche che affrontiamo tutti i giorni, al di là di quello che ognuno di noi vive, della religione a cui appartiene, perché non pretendere che ci siano persone che trasmettano verità, giustizia e amore. Abbiamo bisogno di persone vere che ce lo trasmettano, e non è un problema solo della politica, perché in questo momento la sfiducia della gente non è solamente dato dal fatto
di una crisi economica evidente, è anche dal fatto che non incontra più persone vere. Nadia Rossi Assessore Comune di Rimini La città di Rimini, città nella quale confluiscono i legami di una lunga storia, di relazioni che si sono intessute tra le genti, le culture e cammini individuali e collettivi, è orgogliosa di ospitare le giornate di questo evento. Quale occasione di conoscenza di persone e di esperienze che ad ogni edizione con le sue sfide ci propone. Oggi forse, ancor più che in altri giorni, l’occasione che il Meeting ci offre si incrocia con un momento storico più difficile che in Italia e in Europa abbiano mai attraversata dal secondo dopoguerra. La comunità nella quale viviamo ha avuto nel lavoro, nella solidarietà, nella condivisione delle responsabilità e nella capacità di dialogo alcuni dei suoi principi imprescindibili. Temi che oggi sembrano aver perso la loro preponderanza. L’economia tende a prevalere sulla politica, l’individualismo tende a spostare l’orizzonte della nostra comunità fuori della nostra visuale e ne mina fortemente le fondamenta. È però stato con immenso orgoglio che nei terribili giorni del terremoto che ha colpito questa regione abbiamo sentito rimarcare da tutte le autorità come la fortissima coesione sociale che è emersa come base della nostra comunità è e sarà il principale elemento su cui si baserà una ricostruzione. È un antidoto a quell’aridità che ci condanna a non avere più sogni e fame di futuro.
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Il Meeting nell’era dei social network Un social media team racconterà al popolo della Rete in tempo reale tutto ciò che accade in Fiera a Rimini dal 19 al 25 agosto. di Luca Conti
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i respiriamo e ormai neanche ci pensiamo più. Dalle notizie segnalate dagli amici sui social network quando arriviamo in ufficio, alla tv commentata sul secondo scher-
mo dello smartphone o del tablet dal divano, passando per una foto o un pensiero condiviso cogliendo l’attimo fuggente, quasi in ogni momento della giornata siamo immersi nella nuo-
va era del web sociale. Condivisione di idee, segnalazione di link, pubblicazione di foto e video durante un evento sono all’ordine del giorno per milioni di persone e il Meeting di >
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SOCIAL Rimini non poteva ignorare questa opportunità per comunicare online l’insieme delle relazioni e dei contenuti intorno alle persone, quale è il Meeting. Dall’edizione 2012, grazie ad un social media team costituito da ragazzi e ragazze motivati, competenti e attrezzati con le ultime tecnologie della comunicazione, il Meeting di Rimini apre un ponte verso l’universo internet, raccontando le decine di eventi, convegni, spettacoli, mostre che si succedono a Rimini Fiera nell’arco di una settimana, raccogliendo e rilanciando i punti di vista, i contenuti, le idee e le opinioni di chi al meeting partecipa come volontario o come semplice visitatore. La presenza del Meeting di Rimini nel mondo del Web 2.0, internet delle persone, si svilupperà sulla Pagina Facebook, sul profilo Twitter, sulle piattaforme multimediali di YouTube, Flickr e Instagram, su Foursquare e su altri social media, con un unico obiettivo: raccontare il meeting valorizzando i contributi dei volontari, mostrando il dietro le quinte degli eventi, senza tralasciare la diretta dai momenti di più forte contenuto della
settimana. Chi non potrà essere a Rimini per tutta la settimana potrà comunque respirare l’atmosfera del meeting dal computer dell’ufficio durante la giornata, dallo smartphone in mobilità o navigando dal tablet dal divano la sera, grazie ad applicazioni dedicate e a molti eventi trasmessi in diretta streaming su YouTube. 13 milioni di Italiani, su circa 14 milioni di navigatori nel giorno medio, si
collegano a Facebook e milioni di altri usano Twitter per mandare brevi messaggi e informarsi sull’attualità o si collegano a YouTube per guardare la tv online, anche fuori dall’Italia. Il Meeting parlerà e twitterà anche in inglese, per offrire un servizio anche al pubblico internazionale attento alla settimana riminese. Il social media team avrà uno spazio dedicato al centro del meeting dove incontrare il pubblico dei navigatori, intervistare in diretta alcuni dei personaggi più popolari in arrivo a Rimini, lavorando e trasmettendo contenuti online da ogni angolo di Rimini Fiera, grazie ad un coordinamento continuo che consentirà di seguire i convegni del giorno, i volontari all’opera, gli eventi culturali e le mostre come non le avete mai viste online. Una occasione da non perdere per vivere il Meeting con noi, anche per chi al Meeting partecipa di persona, inviando feedback, fotografando punti di vista e raccontando ognuno il proprio Meeting, da condividere con il pubblico attivo della rete. Vieni e partecipa.
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IN-MOSTRA 2012
Bellini e i suoi Angeli della Pietà Al Museo della Città una mostra, organizzata da Meeting e Comune, che propone un tema iconografico molto diffuso nel Quattrocento. Sarà aperta fino al 4 novembre.
l quadro intorno al quale si articola la mostra intitolata “Gli Angeli della Pietà”, allestita presso il Museo della Città di Rimini, è uno dei sommi capolavori della pittura italiana del Quattrocento, oltre a essere l’opera più importante di tale museo. Si tratta del Cristo morto con quattro angeli di Giovanni Bellini, il grande pittore col quale inizia il Rinascimento dell’arte a Venezia verso il 1450. Il dipinto riminese vanta una illustre provenienza: dall’oratorio di Sant’Antonio che sorgeva nei pressi della chiesa di San Francesco poi trasformata nel Tempio Malatestiano. Il tema di Cristo morto con gli angeli è molto caro all’arte veneziana e in particolare a Giovanni Bellini, un pittore che riesce, come nessun altro a Venezia fra Quattro e Cinquecento, a interpretare “con vivo senso” i soggetti religiosi: dalle
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Madonne col Bambino, alle pale d’altare, alle diverse rappresentazioni della Passione ( vedi quella famosissima di Cristo nella Pietà con la Vergine Maria e San Giovanni Evangelista conservata a Brera ), e del Cristo uomo dei dolori ( come qualche critico ritiene sia da considerarsi anche la versione di Rimini ). Il tema del Cristo morto con angeli aveva iniziato a diffondersi a partire dal prototipo scultoreo di Donatello dell’altare del Santo a Padova ( 1449), incontrando grande fortuna a Venezia e nelle Marche, per ragioni che, nonostante gli studi, lasciano ulteriori margini di ricerca. Uno dei filoni d’indagine di questa mostra riminese è proprio d’ordine iconografico e si sviluppa grazie al confronto con altre bellissime opere del Quattrocento: il Cristo e angeli di Marco Zoppo, cui si aggiunge dello stesso pittore il San Giovanni decollato, entrambi nel Museo Ci-
GLI ANGELI DELLA PIETÀ. INTORNO A GIOVANNI BELLINI Mostra promossa dal Comune di Rimini - Musei Comunali - Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. A cura di Marco Bona Castellotti e Massimo Pulini. Museo della Città di Rimini 1 9 agosto-4 novembre 2012 Orari di apertura 19 - 25 agosto ore 9-23
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Finno a l 3 1 a gossto da martedì a sabato 14 - 23 domenica e festivi 17 - 23 martedì e giovedì anche 10 - 12.30 lunedì non festivi chiuso dal 1 sett te mbrre da martedì a sabato 8.30 - 13.00 16.00 - 19.00 domenica e festivi 10.00 - 12.30 15.00 - 19.00 lunedì non festivi chiuso Incco ntt r o di pr eseen t aziio ne Domenica 19 agosto ore 15 Sala C1 Siemens (Fiera)
vico di Pesaro; il rilievo in cartapesta del Museo di Faenza; la tavola del bolognese Francesco Francia della Pinacoteca Nazionale di Bologna; la splendida medaglia di bronzo di Matteo de’ Pasti. Pochi dipinti che si riferiscono alla Passione di Gesù riescono a essere toccanti e coinvolgenti quanto quello presente a Rimini, il quale – a differenza di tutti gli altri - presenta eccezioni e peculiarità sue proprie, che però non sempre sono state messe in luce della critica. Per esempio Cristo non è visto in piedi entro il sepolcro, bensì è seduto su un piano che potrebbe essere identificato con un altare. I quattro angeli che lo attorniano, pur nella loro malinconica mestizia, non piangono a dirotto, a differenza di altri esempi coevi, ma sono rappresentati in un atteggiamento tra lo stupore, la meditazione e la contemplazione. Simile atteggiamento è sottolineato dall’angelo a destra, che sorregge il braccio e osserva la piaga della mano. Quello a sinistra invece è ritratto nell’atteggiamento di chi assiste ( e forse soprintende ) a una scena nella quale i suoi compagni sono variamente impegnati: un angelo, di cui non vediamo il volto, sorregge o meglio solleva il corpo vigoroso di Gesù, un altro, alle sue spalle, tiene in mano un chiodo della croce, palese richiamo alla Crocifissione.
IN-MOSTRA 2012 È proprio la diversa posizione di questi angeli ad avere sollecitato alcune letture che discostano il quadro riminese dal tradizionale Cristo uomo dei dolori, accompagnato o meno dagli angeli piangenti. La prima, molto interessante, si fonda sull’ipotesi che si tratti di una Pietà connessa al mistero e al sacrificio dell’Eucarestia: gli Angeli sollevano il corpo del Signore sull’altare. Un’altra, altrettanto avvincente, è che stiano preparando Cristo per la risurrezione. A ben pensare, questa scena non è mai citata nei testi sacri, che si limitano a descrive la Crocifissione, la Deposizione dalla croce e la Messa nel sepolcro. E’ la sequenza del Venerdì santo, cui – non solo sul piano iconografico ma anche su quello testuale – consegue il racconto della Risurrezione. Ma tra il Venerdì e la Domenica di Risurrezione è inserito il grande mistero del Sabato con la discesa di Cristo agli inferi. Anche il quadro di Giovanni Bellini ( come quelli di tutti gli artisti che si sono cimentati nell’intensissimo tema di Cristo morto ) non trova precisa corrispondenza nei testi, ma qualcosa forse si può trovare nella liturgia, e specialmente in quella orientale antica; tuttavia le ricerche non hanno portato a sicure conclusioni. Inoltre l’interpretazione belliniana è diversa da ogni altra ed è quasi un “unicum” nell’ambito della pittura occidentale. Tutte queste considerazioni ci permettono di ammirare lo straordinario capolavoro con un’attenzione molto maggiore di quanto non sia il modo di osservarlo da un punto puramente estetico, pur evidenziandosi agli occhi di tutti la struggente bellezza della figura del Signore che balza fuori dal fondo nero – come un rilievo classico – ed è circondata da angeli-bambini indaffarati nel loro devoto compito di soccorrerlo.
L’opera di Bellini al centro della mostra
QUEGLI SGUARDI CURIOSI La presenza nella tavola di Giovanni Bellini dei quattro angeli così compunti nella loro triste curiosità riesce a mantenere viva la memoria, ormai lontana e sbiadita, di un «Uomo dei dolori» nonché Re della gloria Basileus tes doxes, che qui assume uno spessore religioso proporzionale alla loro infantile e trepidante umanità. Lo stesso impegno d’intensità profuso con evidenza da Bellini in questo quadro mi spinge a reputarlo autonomo e destinato certamente all’altare della cappella che il giureconsulto Migliorati era intenzionato a costruire in Sant’Antonio Abate, poi intitolata alla Croce; che il Migliorati fosse il «primo proprietario» di questo dipinto per ora non si può affermare33. Senza indulgere a riflessioni dolciastre torniamo a osservare le espressioni degli angeli che Bellini teneva ad approfondire nella loro diversità. Stanno guardando Cristo morto come un Dio-uomo umiliato, nei modi che sono propri di un’opera italiana del secondo Quattrocento e concepita in pieno umanesimo cristiano, non certo nei termini applicabili a un archetipo bizantino come lo si sarebbe potuto trovare raffigurato in relazione agli inni liturgici del venerdì e del sabato santo34, nei quali comparivano grandi angeli alati agli estremi del corpo giacente di Gesù. È molto plausibile che nel «Cristo morto con quattro angeli» il pittore abbia voluto - per quali vie e in forza di quali suggerimenti non si sa - «tornare al tema dello stupore angelico di fronte alla sofferenza del Logos divino. È in fondo il tema dello stupore di fronte all’evento inaspettato e incomprensibile della morte di Cristo, dell’abbassamento del Re della Gloria» (Prosperi) e della sua umiliazione. Certo qui lo stupore
degli angeli è come filtrato attraverso una disciplina che governa ogni eccesso doloroso o patetico, disciplina che si fonde nella contemplazione e che distingue questa «Pietà» di Rimini dalle altre. D’altronde in Occidente il sentimento forte dello «stupore si traduce in curiosità». Nella teologia orientale «l’oggetto dello stupore non è tanto la risurrezione, quanto la croce e l’amara umiliazione del Verbo: ?come? Tu che sei la vita, giaci senza vita? come? Tu che non sei circoscrivibile sei rinchiuso in una tomba? come? Tu che reggi l’universo sprofondi nell’ade?”». Forse «il significato di questi angeli» - da quello che guarda la piaga della mano di Cristo, a quello con gli occhi imperlati che tiene il chiodo, a quello che contempla il Salvatore in un trepidante silenzio - «diviene una quasi infantile curiosità, fra il timoroso e l’attratto, la curiosità aristotelica di colui che chiede il senso di ciò che vede per la prima volta, dell’aprosdoketon, l’imprevisto senza precedenti e analogie» (Prosperi). Tutto ciò non significa che Bellini - o un suo ignoto teologo ispiratore - intendesse riprendere il concetto del Basileus tes doxes, il Re della gloria, così come lo troviamo espresso nelle scritture e più insistentemente che altrove nel Salmo 23, che di per sé non può considerarsi una fonte di ispirazione figurativa35, pur tuttavia è legittimo ipotizzare che il tema degli angeli che osservano stupiti le piaghe fosse ancora vivo, nel Quattrocento, anche in Occidente, data fra l’altro la sua diffusione nella letteratura dei Padri. (Tratto da Marco Bona Castellotti, Il Re della Gloria in Gli angeli della Pietà, Umberto Allemandi &C.)
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Nella pasticceria artigianale i reclusi del carcere impastano e sfornano panettoni, colombe e altre prelibatezze per palati fini, formati e accompagnati al lavoro dai nostri maestri pasticceri. Grande impegno e qualificata professionalità hanno permesso di raggiungere livelli di qualità e di assoluta eccellenza. Eccellenza che è stata riconosciuta e premiata da rinomati enogastronomi.
La pasticceria è una delle attività che il Consorzio Rebus sviluppa per l’inserimento lavorativo dei detenuti. Accanto ad essa, all’interno della Casa di Reclusione di Padova, vi sono anche gli assemblaggi per la valigeria Roncato, il laboratorio di montaggio biciclette per il Gruppo Esperia, il call center che svolge attività di customer satisfaction per DSE di Bologna, uno dei più attivi provider del mercato italiano dell'energia, e il servizio di prenotazione delle visite mediche per conto delle ASL, mentre per conto di Infocert vengono realizzate le business key per la firma digitale e l’archiviazione documentale.
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La Terra vista dalle stelle Al Meeting l’astronauta italiano Paolo Nespoli e una Space Gallery dove poter rivivere le sue esperienze. «Lo spazio ci stimola a continuare nel percorso di conoscenza della realtà che ci circonda».
l Meeting 2012 ci sarà Paolo Nespoli, il primo astronauta italiano ad aver effettuato una missione spaziale di lunga durata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, e ci sarà anche la possibilità di rivivere la straordinaria esperienza della Terra vista dal cielo. Nespoli sarà al Meeting mercoledì 22 agosto quando, introdotto da Marco Bersanelli, sarà il protagonista dell’incontro “Guardando la terra… dalle stelle. Un astronauta si racconta”. Per l’intera settimana sarà allestita la Space Gallery dove si sarà portati in orbita e vedere il nostri pianeta così
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Paolo Nespoli - foto ESA-NASA
come lo osservano gli astronauti dall’alto di una stazione spaziale. Paolo Nespoli nel libro Dall’alto tutti i problemi sembrano più piccoli (Mondadori, 2012) racconta che si tratta di un’esperienza che ti riporta allo stupore del bambino: «Lo spazio è un ambiente totalmente nuovo dove tutto è da scoprire e dove si deve imparare da capo ogni cosa, dalle più semplici a quelle più complicate, un po’ come è capitato a me: io mi sono sentito un bambino alla scoperta di me stesso e del mondo che mi stava attorno». Ma come si presenta la Terra dall’alto di una stazione spaziale? «Da lì – rac-
conta sempre Nespoli - puoi ammirare il pianeta che continuamente scorre sotto di te, come un film cinemascope che non finisce mai, giorno e notte. Uno spettacolo davvero affascinante. Guardando questo pianeta blu stagliarsi contro il nero del cielo spaziale, a me è sembrato di vedere un vascello brillante in navigazione in un oceano buio. Una nave gigante, unica, viva, come non ce ne sono altre a perdita d’occhio nel cielo. Una nave bellissima e ricca, ma anche fragile e delicata. Da lassù vedi come la Terra sia grande, ma anche piccola. Sfrecciando a 28.000 chilometri all’ora – quasi 8 chilometri al secondo –, nel giro di una manciata di minuti passi sopra a tutta l’Europa e, in men che non si dica, sei in Africa per poi ritrovarti qualche minuto dopo in Cina e subito dopo in Australia. E così via, senza fine». L’esplorazione dello spazio, gli esperimenti scientifici che l’accompagnano, altro non solo che una tappa del lungo cammino dell’uomo verso una più totale conoscenza della realtà. Nespoli osserva: «Esplorare fa parte del nostro essere e non possiamo farne a meno. Questo ci stimola a continuare nel percorso di conoscenza della realtà che ci circonda. La storia ci ha insegnato che le civiltà che si sono espanse e si sono guardate attorno hanno poi acquisito conoscenze e competenze tali da trasformarle in esperienze evolutive di successo. Le altre sono morte, come i dinosauri». AGOSTO2012
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Il mistero nel Buddhismo
verso la profonda osservazione di tutti i fenomeni dell’universo, si arriva a discernere il mistero di ogni singola vita sulla terra e si arriva a capire che tutte le cose dell’universo sono i punti di espressione di sè, di quella vita primordiale che chiamiamo “universo”.
Al Meeting 2012 la mostra su Koyasan, la montagna sacra del Buddhismo Shingon Mikkyo che don Giussani ha tanto amato.
Koyasan è anche un centro di raccolta dell’arte ispirata al Buddhismo Shingon Mikkyo: Habukawa sostiene che gli uomini possono avvertire la presenza del Mistero attraverso l’arte. Nella mostra saranno esposte quindici opere di arte sacra buddhista – statue, mandala, oggetti rituali - con datazione che varia dal XV al XX secolo. Fra questi un mandala dove è rappresentata figura di Kannon dalle mille braccia. Una statua che aveva colpito molto don Giussani perché Kannon attraverso le mille braccia si dedica alla salvezza di tutti gli esseri umani. Don Giussani rivelò ad Habukawa di aver meglio capito cosa è la misericordia di Dio per i cristiani. Secondo i buddhisti il Mandala (parola che significa insieme essenza e possedere, contenere), rappresenta il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro. Il buddhismo Shingon è chiamato anche “Scuola di Mandala”, perchè la presenza del mandala è essenziale nella preghiera. Tra le opere esposte anche il disegno di un insetto autunnale dipinto da una suora di nome Jyunkyo-Ohishi. Quando questa donna aveva 17 anni, per un evento drammatico perse tutte e due le braccia. Dopo questa tragedia, un giorno, vedendo una madre canarino che stava nutrendo un uccellino usando il becco, capì il suo scopo: iniziò a dipingere usando il pennello con la bocca. Completano la mostra l’esposizione delle opere Shin-on (i suoni dell’universo) di un artista giapponese di Milano, Shuhei Matsuyama, e le testimonianze (foto, disegni) dell’amicizia fra cattolici italiani e buddhisti giapponesi in occasione del terremoto del marzo 2011.
a mostra nasce dall’incontro e dall’inaspettata amicizia sorta 25 anni fa, nel 1987, fra don Giussani, in visita in Giappone, e Shōdō Habukawa, monaco buddhista del Monte Koya. Da allora molte sono state le partecipazioni al Meeting di Habukawa e di altri monaci. Dopo la visita del Meeting al Monte Koya nell’ottobre 2011, i monaci di questo centro di spiritualità buddhista tornano a Rimini con una mostra che intende documentare − con la vita, la religiosità e l’arte − l’esperienza dell’io nel rapporto col Mistero
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L’immagine simbolo della mostra
che fa tutte le cose, come è vissuta dai monaci buddhisti del Monte Koya, in Giappone. Il centro monastico del Monte Koya è stato fondato dodici secoli fa dal sacerdote Kukai (successivamente conosciuto come Kobo Daishi) per meditare e praticare il Buddhismo Mikkyo, di impronta esoterica. È il quartier generale della scuola Koyasan di Buddhismo Shinghon, una delle religioni più seguite in Giappone. Il fondatore Kobo Daishi Kukai (774 – 835) insegnava che attra-
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Casa dolce casa: acrobati in scena Equilibristi e comici per uno spettacolo di teatro acrobatico che racconta le vicissitudini di un gruppo di clochard. All’Arena D3 nella serata di giovedì 23 agosto
a un’esperienza decennale di successo nel circo teatro è nata la nuova compagnia Karakasa Circus che si presenta al Meeting con lo spettacolo Casa dolce casa in programma giovedì 23 agosto all’Arena D3. Sul palco troviamo equilibristi e comici per un freschissimo spettacolo di teatro acrobatico che racconta le vicissitudini di un gruppo di clochard rinchiusi in un luogo senza forma, disseminato di oggetti senza senso e impegnati nel tentativo di sopravvivere alle condizioni più ostili. Otto attori, clown, acrobati, equilibristi, giocolieri provenienti dall’Italia e dall’Europa dell’Est: Polonia,
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Romania, Russia e Ungheria e da esperienze teatrali, di arte di strada, di circo sociale e di acrobatica ai massimi livelli. Casa Dolce Casa è uno spettacolo poetico e sgangherato ispirato ai Balcani, alla condizione di barboni e clochard, al mancato rapporto con la natura che costringe l’umanità alla relazione con il rifiuto, inteso come immondizia, ma anche come negazione della realtà. Tra le fonti di ispirazione ci sono testi come Se questo è un uomo di Primo Levi, Una giornata di Ivan Denisovic di Alexander Solzenicyn, alcuni testi di Beckett, come Aspettando Godot, e soprattutto
la Genesi. Lo spazio scenico evoca un luogo poco ordinato che potrebbe essere un lager, un campo profughi o una discarica di rifiuti, luogo dove, persone che vivono in uno condizione di emergenza, si incontrano e tentano di ricostruire la propria vita e di ridare un senso al mondo lavorando a una nuova genesi. La fame, il freddo, il lavoro forzato, la stanchezza, l’ossessione del luogo chiuso, il dover vivere in condizioni di estremo degrado, la competizione con gli altri componenti del gruppo. In questo angolo poco “ordinato” del mondo, circondati dai frastuoni della metropoli, sopravvivono equilibristi e comici senzacasa che si “accontentano” di avere come tetto il cielo. L'irrompere di uno 'straniero' risveglia il naturale desiderio di vita e bellezza, provocando una trasformazione delle cose e dei gesti consueti. Un lampo, un tuono, una pioggia di lacrime. Una folata di vento intona melodie e gli abbandonati del mondo ricostruiscono la dolce casa nel mondo. Gli oggetti dimenticati ritornano a parlare. I corpi stanchi si elevano in salti acrobatici. Scale di corpi sulla musica potente. Nell’euforia danzante la gioia di vivere sale. Un esempio di teatro sinfonico, dove le discipline dell’acrobazia si mescolano a quelle del teatro di figura >
Nelle foto, due momenti dello spettacolo
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SPETTACOLI 2012 con l’utilizzo di scenografie che, realizzate con materiale “sgangherato” di recupero, si materializzano per magia davanti agli occhi degli spettatori, con una buona dose di comicità surreale e trasognata. Autori dello spettacolo sono Marcello Chiarenza, che firma anche la regia, e Alessandro Serena. Il primo, nato in Sicilia nel 1955, laureato in architettura presso il Politecnico di Milano, da decenni opera nel campo
Teatro acrobatico al Meeting 2012
della figurazione simbolica e della drammaturgia della festa, nei diversi ruoli di scultore, pittore, scenografo, conduttore di laboratori, autore e regista teatrale. Si è occupato di istallazioni, percorsi figurativi all’aperto e al chiuso, allestimenti teatrali e di piazza. Ha lavorato in molte città italiane e all’estero, nei parchi naturali, in riva ai fiumi e ai laghi, in riva al mare e in montagna, nei centri storici, nelle piazze, nei castelli, nelle chiese.
Alessandro Serena è professore di storia dello spettacolo circense e di strada all’Università degli studi di Milano. È autore, regista e produttore di spettacoli, critico, storico, curatore di rassegne multidisciplinari. Ha collaborato per un triennio con Giorgio Barberio Corsetti a La Biennale di Venezia dando vita a convegni, laboratori e realizzando la produzione Ombra di Luna. Ha poi ideato Creature, uno spettacolo di teatro acrobatico africano, con centinaia di repliche in tutta Europa. E nel 2006, per il Carnevale dei Teatri di Maurizio Scaparro, Cineserie, con artisti cinesi. I suoi spettacoli sono stati presentati in decine di teatri italiani e stranieri e in prestigiosi Festival come quello di Anversa o di Aurilliac. Crea e realizza grandi spettacoli figurativi e acrobatici per gli spazi aperti presentati nelle più belle piazze italiane (Venezia, Imperia, Ravenna, darsena di Cattolica, Venaria Reale) e per capodanno in Piazza Maggiore a Bologna. Le musiche dello spettacolo sono firmate da Carlo Cialdo Capelli, un autore per il quale il teatro sembra essere quindi il naturale punto di riferimento, e al teatro, infatti, dedica le sue energie scrivendo musiche di scena e realizzando spettacoli come solista. Dal 1985 ha già commentato un’ottantina di spettacoli teatrali collaborando tra gli altri con Arturo Brachetti, Carmelo Bene, Marcello Chiarenza, Toni Comello, Eros Drusiani, Tino Schirinzi, Giorgio Gaber. Dopo aver vinto, nella sezione teatro musicale, l'edizione 1991 del concorso di composizione per ragazzi della provincia di Como con la sua prima opera L'anello magico, si è specializzato nella composizione e messa in scena di opere con i ragazzi e per i ragazzi. Dal 2000 è l’anima musicale della compagnia Arcipelago Circo Teatro.
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Ettore dei poveri Debutta al Meeting lo spettacolo di marionette allestito da un gruppo di ex senzatetto per raccontare la storia avventurosa di colui che ha salvato le loro vite.
rovate a mettere insieme un “pazzo di Dio” come Fratel Ettore, un gruppo di ex clochard, aggiungete la professionalità di chi dà una vita fa divertire con le marionette. Il risultato non può che essere esplosivo e lo si potrà vedere dal vivo al Meeting nella serata del 23 agosto all’Arena D3 del Meeting. Non appena si è avuto conferma che gli ex senzatetto dell’Opera di Fratel Ettore sarebebro stati al Meeting, sul loro blog (http://lemarionettedellamisericordia.blogspot.it) sono ap-
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parse le loro aspettative. Ovviamente felicissimi di venire al Meeting. Sapete perché? Innanzitutto per scroccare sigarette. È il pensiero fisso del 90 per cento degli ospiti dell'Opera Fratel Ettore. Hai voglia a dirgli che se non fumano da due mesi possono considerarsi ex-fumatori. Si offendono. Al secondo posto, ci mancherebbe altro, andare al mare. Scrive il blogger «Abbiamo ancora qualche mese per introdurci nei loro sogni proibiti e spiegargli che siamo lì per lavorare». Al terzo posto, essere ap-
plauditi. A questo punto possiamo assicurarli che la platea è quella enorme dell’Arena D3. La citazione dal blog ci ha aiutato a entrare nel mondo da cui nasce Ettore dei poveri. Lo spettacolo mette in scena una giornata insieme a Fratel Ettore, raccontata da un gruppo di ex clochard attraverso le marionette della compagnia Carlo Colla e figli di Milano. La vita avventurosa ed estrema di Fratel Ettore è stata raccontata con servizi televisivi, libri biografici, articoli di giornale, ma mai in teatro. A colmare il vuoto ci stanno pensando gli stessi ospiti dell’Opera, ovvero gli ex-disperati che hanno conosciuto e amato il “frate degli ultimi”. Con l’aiuto di Emanuele Fant (regista e drammaturgo) e con la consulenza della compagnia Carlo Colla e figli (antica dinastia di marionettisti), da quasi due anni è iniziato l’allestimento di un vero e proprio teatro delle marionette all’interno della casa-madre dell’Opera, la Casa Betania delle Beatitudini di Seveso (MB). Il debutto sarà proprio al Meeting. Lo spettacolo propone ventiquattro ore insieme a Fratel Ettore, tentando di inseguirlo attraverso i “blitz” nei cunicoli sotterranei della Stazione Centrale, in cerca di tossici, prostitute, alcolisti che abbiano ancora un po’ di voglia di sopravvivere al gelo; attraverso il Rifugio del Cuore Immacolato di Maria, due immense volte sotto ai binari trasformate in chiesa – dormitorio; attraverso i viaggi sui pullmini scassati, istoriati di immagini sacre e scritte edifi- >
Le marionette dello spettacolo
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SPETTACOLI 2012 canti; attraverso il cantiere di Casa Betania, la grande residenza dei poveri, in perenne costruzione; attraverso la Provvidenza in azione, ma anche l’eterno rivale; e gli ammiratori, i curiosi, gli aiutanti, i detrattori… Uno spettacolo non compreso tutto nel rettangolo del boccascena. Il “castelletto” (così si chiama la struttura di un teatro di marionette) è lasciato ben visibile, con le corde e i meccanismi non nascosti. In questo modo si svelano in parte, nella penombra, anche gli speciali manovratori: i poveri stessi. Questa scelta non ha lo scopo di provocare compassione, o indulgenza verso eventuali errori: serve a esplicitare la continuità tra Fratel Ettore e la sua Opera così come è oggi, ad allargare il palcoscenico fino a comprendere lo spettacolare quotidiano che si vive nelle sue comunità. L’allestimento dichiara questa volontà anche nell’uso dei materiali: il teatrino è schermato da pannelli di plexiglass che sono stati una tettoia del Rifugio, le ruote del piccolo pullman in compensato sono
Ex clochard al lavoro
state smontate da vecchie sedie a rotelle in uso agli ospiti, i fondali non sono altro che vecchie foto prese dal cassetto del frate e ingrandite, e così via, in un continuo gioco di rimandi. Il tratto di continuità più evidente tra passato e presente, Opera e carisma, teatro e vita vera, è sorella Teresa Martino, scelta da Fratel Ettore per guidare la sua Opera. Sorella Teresa
non sarà solo presente, ma avrà un ruolo attivo, di guida, nel corso della serata”. L’Opera Fratel Ettore da 30 anni dà una casa ai poveri nelle sue cinque comunità in Italia e in Colombia. Il fondatore, Fratel Ettore Boschini, è morto nel 2004. Fratel Ettore era un frate camilliano che ha letteralmente scandalizzato Milano con la forza dell’esempio, ricordando alla capitale economica le sue responsabilità verso una classe di disperati confinati nei cunicoli sotterranei della Stazione Centrale: poveri, emigrati, tossici, prostitute, malati mentali, alcoolisti. Fratel Ettore ha aperto la strada a un modo nuovo di intendere la carità: non più assistenza episodica, niente offerte di cibo o vestiti, ma un vero a proprio percorso di vita insieme, nella stessa casa, con l’obiettivo comune della santità. La sua fantasia nell’apostolato, i suoi modi risoluti, la sua smodata passione per il rosario, ne hanno fatto un personaggio indimenticabile, amato dai poveri e dai potenti (Carlo Maria Martini, Roberto Formigoni, Oscar Luigi Scalfaro, Mike Bongiorno, Phil Collins sono solo alcuni dei suoi autorevoli “fans”).
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Alle vincite di importo superiore ai 500 euro, alla parte eccedente detto importo, verrà applicata la ritenuta prevista dalla vigente disciplina in materia.
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IL GIOCO È VIETATO AI MINORI DI ANNI 18. CONC. AAMS PER I GNTN DEL 26/06/2009
SPETTACOLI 2012
Tra musica e danza Nell’area delle piscine ovest due serate sono dedicate a imparare flamenco e danza libanese; aria di Irlanda con la Shamrock band e gran finale con il Paolo jannacci String Quartet
ell’area delle piscine ovest, tradizionale punto di incontro musicale nelle serate del Meeting, quest’anno si impara a ballare. Due appuntamenti (lunedì e mercoledì, sempre alle 22) sono infatti riservati a stage di danza. Lunedì sera, insieme a Caracalla Dance Theatre, il popolo del Meeting potrà imparare a ballare nel perfetto stile Caracalla, uno stile unico che unisce la tradizione e il folklore libanese al linguaggio corporale di Martha Graham, creando così una danza originale, un misterioso incrocio tra la tecnica occidentale e quella orientale. Mercoledì sera, invece, si imparerà il flamenco. Lo stage sarà infatti condotto dai ballerini dello spettacolo En Ti (in programma nella serata di martedì), diretti dal coreografo e danzatore spagnolo Luis Ortega che in un dialogo con l’amico Emilio Perez introdurrà a questa appassionante tradizione. Nella serate di martedì e giovedì la regina sarà la musica. Martedì sera, grazie alla Shamrock band (but really folk), le note dell’Irlanda risuoneranno al Meeting, con quelle tonalità inconfondibili che sembrano uscire, come ha scritto il giornalista irlandese John Waters, “dall’anima in un vortice continuo, come se cercasse qualche formula perfetta per spiegare qualcosa di altrimenti incomprensibile”.
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Caracalla Dance Theatre
La band di scena al Meeting propone musica tradizionale irlandese sia nella forma canzone che strumentale, in versione rigorosamente folk. Ogni componente della band ha un legame profondo con l’Irlanda che va al di là del puro piacere musicale, a causa di viaggi, incontri e racconti che hanno avvicinato il cuore dei musicisti ad un paese con una storia straordinaria, fatta di gloria, povertà, lotta per la libertà e profonda religiosità. Shamrock significa "trifoglio", che è uno dei simboli più importanti dell'isola: fu usato da San Patrizio per raccontare il mistero della Trinità. “Spesso la gente – raccontano - ci chiede perché facciamo musica tradizionale irlandese. Non è strano
Shamrock band
abbracciare una tradizione apparentemente così lontana? Suonare rappresenta per noi l’unica vera risposta a queste domande. Si può provare a spiegare la bellezza di certe canzoni, il fascino di quei paesaggi, la dirompente umanità di un popolo fiero e dalla storia travagliata. Ma ascoltare direttamente quelle storie in musica è tutta un’altra cosa: dalla tristezza più cupa di una sconfitta alla gioia più sfrenata di una festa popolare, dalla nostalgia di un addio al divertimento di una storiaccia da pub… Nessun aspetto dell’umano viene trascurato nella musica folk irlandese. Siamo stati travolti dalla bellezza di un mondo distante, è vero, ma molto vicino al nostro cuore. Ciascuno di noi della band ha serbato con cura questa passione fino a > AGOSTO2012
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VIVERE LA MONTAGNA D’ESTATE
St Moritz, Pontresina, La Thuile, Breuil Cervinia, Corvara, Passo Campolongo. Per vivere all’insegna della convenienza i sorprendenti panorami delle Dolomiti, i laghi e i boschi incontaminati dell’Engadina o il fascino maestoso del Monte Bianco!
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SPETTACOLI 2012 quando, l’uno dopo l’altro, ci siamo incontrati per condividerla”Dal 2009 al 2012 la band si è esibita in più di 70 concerti, evocando lo spirito d'Irlanda in piazze, fiere, chiese e teatri e coinvolgendo nel ballo e nella musica gli spettatori più disparati. È di recente pubblicazione il primo cd della band The Welcome Glass una raccolta di canzoni e musiche che ripropone lo stile coinvolgente e appassionato delle esibizioni live ShamRock Band, firmata da diverse collaborazioni: il giornalista John Waters, la giovane cantante di Dublino Sara Sorensen e infine i musicisti Daniele Bogni e Ermens Angelon. Torna al Meeting Paolo Jannacci, dopo aver accompagnato il padre Enzo nel 2009. E ci torna insieme al batterista Stefano Bagnoli, al bassista Marco Ricci e al chirarrista Luca Meneghello per una serata all’insegna del jazz. “La mia sfida è un jazz per tutti”, ama ripetere il musicista, nato nel 1972 a Milano, musicista professionista dal 1987, compositore di colonne sonore e docente di musica
Paolo Jannacci String Quartet
d’insieme al Cpm di Milano. Ha all’attivo una nutrita serie di collaborazioni che lo hanno portato al fianco di artisti, cantanti e musicisti quali Dario Fo, Giorgio Gaber, Paolo, Rossi, Chico Buarque, Massimo Ranieri, Roberto Vecchioni, Ornella Vanoni, Mauro Pagani, Cochi & Renato. E al padre Enzo, ovviamente, per il quale ha curato gli arrangiamenti di numerosi dischi, accompagnandolo al piano in tournée. Ha tenuto concerti in Italia e all’estero, dove “mi trovo meglio: non guardano l’orologio e ti stanno ad ascoltare rilassati», come ha affermato lui stesso. Le sue composizioni, quasi tutte originali, vedono il pianoforte gran protagonista da cui traspare sia l’amore per il lirismo e il retaggio romantico, sia la predilezione per atmosfere più mosse e latine. Debitore della lezione di maestri come Oscar Peterson, Bill Evans, Herbie Hancock, ma anche di compositori classici quali Debussy e Chopin, viene messo in mostra un pianismo delicato, riflessivo, dalla squisita sensibilità timbrica. I suoi lavori: “Notes” (1999), “Tape
A passo di Flamenco
1” (2004), “My Tangos” (2005) e “Trio” (2008), inciso insieme al contrabbassista Marco Ricci e al batterista Stefano Bagnoli, partner con i quali il pianista milanese ha raggiunto un’intesa umana ed artistica più che decennale. Ci sono quattro brani per solo pianoforte, uno di questi è una Mazurka di Chopin: «l’ho voluta inserire perché a mio parere tutto deriva da lì, dai grandi compositori classici e romantici. Non ci siamo inventati granché di nuovo. Sì, è un’esecuzione con tutti i crismi. A chi ho pensato? Beh, Arturo Benedetti Michelangeli è stato il più grande pianista di sempre: peccato non averlo potuto ascoltare dal vivo, ma quando metto su un suo disco mi butto per terra dall’emozione…». «Ogni mia composizione – racconta - nasce dal profondo e vuole dialogare con il pubblico, farsi sentire e farsi capire. Spesso, grazie soprattutto all’amicizia, ci riusciamo. Suonare in un quartetto costringe a valori forti che la vita non propone più: bandisce l’egoismo, fa selezionare le idee, funziona solo se hai studiato molto e sai rispettare gli altri. Parto da queste basi anche nelle mie lezioni di musica d’insieme nelle scuole».
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ON OFF, Milano
Trevi Group, leader nell’ingegneria del sottosuolo, è presente in tutto il mondo. Accanto ai propri progetti sviluppa attraverso Social Value opere di solidarietà destinate ai territori e alle popolazioni locali.
Social Value ha interamente fina di un Centro Nutrizionale di circa calpestabili e un Punto d’Acqua lo stoccaggio, la clorazione e la di Il centro, costruito a Cité Soleil, un una popolazione infantile di oltre 2
trev
PAD. C3 STAND 12
Progetti solidi, opere so
GUIDE SPIRTO GENTIL
Quando le note aprono all’infinito Ritornano le guide all’ascolto di Spirto Gentil: tre appuntamenti con la musica di Rachmaninov, Brahms e Chopin
A
l Meeting 2012 tre appuntamenti del ciclo denominato Spirto Gentil Guida all’ascol-
to. Il primo appuntamento è mercoledì 22 agosto in sala Neri con i Vespri di Rachmaninov introdotti dal maestro Pippo Molino. Il titolo originale dell’opera, eseguita per la prima volta a Mosca il 10 marzo 1915, è vsenocˇnoe bdenie che, tradotto letteralmente, significa vigilia di tutta la notte. Nei monasteri russi, infatti, i Vespri racchiudono anche l’ufficio del Mattutino e di Ora Prima. Un universo sonoro originale, dove ogni attimo di musica addensa secoli di tradizione, che viene continuamente riplasmata nell’incessante ricerca di dare corpo e voce all’amore di Dio e all’uomo che a Lui tende. «In questi vespri di Rachmaninov, in cui la terra si unisce al canto del cielo, - ha scritto don Giussani vi è una gioia piena, certa e insieme trattenuta, non totalmente esplosa, come se aspettasse la sua completa manifestazione». Il giorno dopo, giovedì 23 agosto, stessa ora e stessa sala, il maestro Roberto Andreoni introdurrà all’ascolto della IV sinfonia di J.Brahms. Secondo don Giussani «Questa sinfonia è come lo slancio della ragione che si protende verso la realtà, che si spalanca ammirata alla totalità del mondo nella sua ricchezza di particolari organici. Questo suggerimento di un respiro cosmico, questa eco e questo riverbero della totalità hanno già però dentro, in
Le copertine dei CD di cui sarà proposto l’ascolto
alcuni punti, la percezione di qualcosa d’altro. Brahms è come costretto ad ammettere l’esistenza di un altro che si impone all’evidenza». Il primo a essere “intimorito” dalla magnificenza della sinfonia fu addirittura lo stesso Brahms che, scrivendo a un amico nel 1885, espresse questo giudizio sull’opera: «Io mi domando se sarà capace di farsi un suo pubblico. Ho paura che risenta del clima che fa qui. Qui le ciliegie sono
ancora acerbe: e io so che tu non le mangerai». Il terzo appuntamento (venerdì 24 agosto), dal titolo Note di nostalgia: Chopin e Pascoli propone musica dal vivo. Al pianoforte il maestro Giulio Giurato, mentre l’introduzione all’ascolto sarà di Pier Paolo Bellini. Ha scritto Chopin: «La tristezza mi ha preso – perché? Neppure la musica oggi mi consola – è già notte tarda, e non ho voglia di dormire; non so cosa mi manca – e ho già più di vent’anni.» Questa breve frase del suo diario riassume in sé l’intera esperienza umana e, di riflesso, la traiettoria artistica del grande compositore polacco. È il sentimento di una mancanza non ancora ben definita, di qualcosa che non c’è e che forse un tempo c’era, la cui assenza nel presente, comunque, genera tristezza: e la musica di Chopin è costantemente tesa a far spazio a questo oggetto desiderato e assente. AGOSTO2012
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APPUNTAMENTO AL NESTLÉ POINT
È L’ORA DELLA MERENDA! Merenda e sorprese per i più piccoli ogni giorno alle 16:00
INFORMARSI BENE, VIVERE MEGLIO Un caffè con l’esperto ogni giorno alle 17:30
Vieni a trovarci rovarc varci al Pa P Padiglione ad adi C5-30
DOCUMENTARI
Storie dal mondo, storie nostre Torna al Meeting la rassegna di film documentari curata da Roberto Fontolan e Gian Micalessin: ci sarà Life is in a day, impossibile tentativo di riprendere tutte le possibilità della vita; ed inoltre due reportage di Monica Maggioni; un film sul mercato di ovuli negli USA; la storia di Mario Melazzini e il mistero della Sindone. n grande poetico affresco inauNel secondo e terzo appuntamento gura quest'anno la serie dei della serie andiamo in Medio Oriendocumentari "storie dal Monte. Monica Maggioni, inviata del Tg1, do". Per un giorno, lo stesso giorno, porta al Meeting il suo Out of Tehran, migliaia di abitanti della Terra hanpresentato alla Mostra del Cinema di no raccontato un pezzo della loro vita. Venezia. Quattro esuli dalla terra degli Lo aveva immaginato il grande reporayatollah raccontano di esistenze in ter polacco Ryszard Kapuscinski, viagfuga, di torture e di inenarrabili paugiatore instancabile, il videoracconto di una giornata nella vita del mondo. E ora è stato realizzato. Da mille latitudini e lingue e colori, uomini e donne, giovani e anziani, poveri e ricchi, hanno racchiuso nelle telecamerine e nei cellulari quel segreto che porta ogni giorno ciascuno ad aprire gli occhi e aprendo gli occhi andare incontro alla realtà. La realtà che sono gli altri, il lavoro, la città, il cibo, i sogni, i desideri, il mare, il cielo. Life in a day è l'impossibile tentativo di fotografare la smisurata possibilità della vita. All'appello dei produttori, tra i quali il geniale Ridley Scott, hanno risposto in migliaia e dopo un gigantesco lavoro di selezione e montaggio è nata una affascinante elegia che allude all'infinito che è tra noi, in ogni nostra giornata. La locandina del documentario su Mario Melazzini
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re, di ricordi e di struggenti nostalgie. Il secondo reportage è il diario di un ritorno. Un anno fa Gian Micalessin aveva raccolto le voci dei giovani protagonisti delle rivolte arabe. Era il tempo dell'entusiasmo, del progetto, del sorriso. E ora che tempo è? Cosa è accaduto a quei giovani egiziani, libici, tunisini? Le rivoluzioni sono finite e sono iniziati nuovi processi, nuove fasi. Il mondo nuovo è come se lo aspettavano? Eggsploitation, quarto appuntamento del ciclo, indaga su un fenomeno poco conosciuto eppure dilagante. E' una delle ultime trovate americane in fatto di mercato: la vendita di ovuli destinati a consentire la procreazione di coppie sterili. Occorrono le donatrici, naturalmente, da reclutare tra giovani studentesse universitarie in buona salute fisica (in qualche caso la rischiano) e in cattive condizioni economiche. Ma non c'è alcuna "donazione": gli ovuli si comprano a caro prezzo, anche cinquantamila dollari, e attorno al bisogno malsano di un figlio a qualunque costo si è sviluppato un fiorente commercio governato da agenzie specializzate e cliniche compiacenti. E' tutto lega- > AGOSTO2012
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DOCUMENTARI le (negli Usa), ma la legalità non coincide con la giustizia. Questo ormai lo abbiamo imparato. Gli ultimi due documentari propongono al pubblico del Meeting storie forse più note: altre volte Mario Melazzini, il celebre medico affetto da una grave malattia, ha partecipato all'evento riminese come relatore e ora sarà presente come protagonista del lavoro di Emmanuel Exitu, già vincitore di premi e incoronato da un passaparola che ha portato migliaia di persone ad acquistarlo in libreria nella versione dvd. Un inno alla vita, che merita sempre il nostro sacrificio. E infine l'accurata ricostruzione di un mistero internazionale che ha avuto pesantissime ripercussioni per l'amatissima Sindone. Ricorderete che l'esame del Carbonio 14 escluse che il lenzuolo appartenesse al tempo di Gesù. Ma appena resi noti i risultati scoppiarono le polemiche: l'esame venne messo in discussione. Troppe stranezze e procedure equivoche, scienziati di parte, laboratori non trasparenti, giri di denaro e di documenti forse contraffatti. Una straordinaria concatenazione di superficialità, ingenuità e ambizioni malriposte o un abile strategia "uccidere" la Sindone?
Fra i documentari del ciclo un reportage sulla primavera araba un anno dopo
Roberto Fontolan
Monica Maggioni
Il documentario di Monica Maggioni sull'Iran
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VILLAGGIO RAGAZZI
Mamme, papà portate i vostri figli al Meeting Anche i più piccoli hanno uno spazio interamente dedicato a loro! Tante attività, laboratori, canti e balli, perché il Meeting non si dimentica dei più piccini. di Giulia Genestreti
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lla XXXIII edizione non poteva mancare il luogo preferito di tutti i bambini che vengono al Meeting: il padiglione C3 sarà interamente allestito e dedicato ai baby visitatori e alle loro famiglie. Quest’anno ritorna lo spazio teatro, un vero e proprio teatro da circa 450 posti, con il palco, le quinte e la tribuna che ospiterà i numerosi appuntamenti pensati appositamente per i più piccoli. Abbiamo chiesto a Raffaella, responsabile del Villaggio Ragazzi, di svelarci le novità di quest’anno e di tutte le proposte in programma. “Enel Vil-
Momenti di gioco al Villaggio ragazzi
laggio Ragazzi - racconta - è un luogo utile ma soprattutto bello! Ogni anno i volontari dell’Accademia di Belle Arti di Brera realizzano una scenografia curata in ogni piccolo particolare, come il dipinto a murales, che rende l’intero spazio un luogo esteticamente affascinante”. Tutti i giorni, a partire dalle ore 18.00, i bambini possono incontrare grandi amici del Villaggio, che insegneranno, racconteranno e intratterranno loro con tante novità. Professori di storia dell’arte, spiegando opere, dipinti e
fotografie e illustrando anche le tecniche che vengono usate per realizzarle, faranno comprendere ai bambini la bellezza che si cela dietro ai capolavori artistici. Presenti anche scienziati, scrittori e sportivi. Attesissimo l’appuntamento con Nando Sanvito, giornalista sportivo che racconterà, attraverso dei filmati, storie di sport e storie di uomini sportivi che, attraverso la propria esperienza, mettono in luce le due facce della medaglia sportiva. Un modo per insegnare ai bambini come nello sport sia fondamentale dare il massimo e impegnarsi con tutte le proprie forze, ma anche per mostrare che, quando non si ottengono i risultati sperati, quelle che sembrano sconfitte possono trasformarsi in esperienze positive. Inoltre, venerdì 24 saranno ospiti del Villaggio Ragazzi il campione della Nazionale italiana di pallanuoto Alex Giorgetti, che racconterà la sua avventura alle Olimpiadi. Numerosi saranno quest’anno i laboratori e le attività che verranno proposte ai bambini: ad esempio i laboratori musicali di Padre Marco, per imparare le tecniche sonore e la musicalità insieme. Oppure la nuova area “giochiamo insieme al Capobanda”, uno spazio dove giocare, ma soprattutto dove imparare. I disegnatori professionisti Arcadio Lobato, Franco Vignazia, Claudia Bordin e Anna Formaggio insegneranno ai bambini le > AGOSTO2012
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TV 2000 Più di quello che vedi TV2000 è la tv possibile, è l’altra tv, che sa intrattenere e fa riflettere. È la tv che ti ascolta e ti tiene compagnia. La tv dei pensieri e delle emozioni, dei volti e delle storie, di chi ha trovato e di chi cerca. TV2000 è più tua. E lo vedi.
Digitale terrestre canale 28 Streaming video www.tv2000.it
Più di quello che vedi
Ti aspettiamo al padiglione C5
VILLAGGIO RAGAZZI tecniche per disegnare, colorare e inventare, tutto ciò seguendo passo per passo un maestro. Da non perdere l’appuntamento di giovedì alle ore 16.00, insieme alla Proloco e all’ambasciatore del Pane di Maiolo, tutti i bambini potranno imparare “l’arte della panificazione”. I maestri panettieri insegneranno a preparare delle deliziose pagnotte, raccontando a tutti la storia del pane e spiegando i processi che avvengono nella sua realizzazione. E dopo aver cotto il pane sarà il momento della merenda! Attraverso il gusto di marmellate e prodotti artigianali della zona, sarà possibile riscoprire il gusto delle merende di una volta. Dalle ore 21.00 i bambini potranno assistere a spettacoli e animazioni, che intratterranno il pubblico e magari chissà che gli spettatori non diventino i veri protagonisti dello spettacolo?! All’interno del villaggio ragazzi sarà anche allestita una mostra dal titolo “Ma io chi sono??!”, in cui verrà proposto un viaggio alla scoperta di sè; dal corpo alla cellula e le sue componenti, con lo scopo di trovare “dove” sono scritte tutte le informazioni su una persona, il DNA. Attraverso questo percorso i bambini potranno cogliere l’ultimo passo fondamentale: non
tutto è scritto nel DNA, non tutto è riducibile alla materialità del corpo e alla somma dei suoi elementi, in fondo siamo fatti di Altro. Per permettere questo percorso la mostra utilizza filmati, giochi, scenografie oltre a scritti e una grafica molto ricca. Si sa che la lettura è importante per i bambini, per questo il Meeting non propone solo giochi e canti, ma anche tanti libri da leggere, da sfogliare e molto di più! Ogni giorno insegnanti delle scuole leggeranno e racconteranno per loro storie animate. La mascotte del villaggio si chiama Il Capobanda, ormai diventato un punto di riferimento per i piccoli affezionati del Meeting, che per tutto il giorno tiene compagnia ai bambini, scandendo gli appuntamenti, partecipando con loro alle attività proposte e concludendo ogni giornata con l’appuntamento serale de “La fiaba della Buonanotte”. Alle ore 22.00 la mascotte saluterà tutti i bambini aspettandoli il giorno successivo con gli appuntamenti in programma. E i per bambini più piccini? È stata pensata l’area Pim Pam, uno spazio in cui, accompagnati da educatori e volontari, i bambini dai 3 ai 6 anni, potran-
no giocare attraverso la riproduzione dei luoghi della canzone Pim Pam, andando a scoprire l’origine e il significato della canzone divertendosi insieme. Mentre per i bambini ancora più piccoli, da 1 a 3 anni, sarà disponibile un Area Kids in cui i genitori possono accompagnare i propri piccoli e, senza allontanarsi, guardarli giocare e compiere attività appositamente pensate per loro. Mentre per i genitori più impegnati sarà a disposizione un servizio a pagamento in cui i bambini da 4 a 8 anni possono trascorrere qualche ora con il personale qualificato del baby club della Service Web. E a coronare gli appuntamenti di tutta la settimana, la festa finale del Villaggio Ragazzi. Venerdì 24 alle ore 20.30 nell’area delle Piscine Ovest si svolgerà un momento di festa, canti e balli guidati dal maestro Villa e da tutti gli amici del villaggio, che daranno il saluto a tutti i baby visitatori del Meeting, concludendo alla grande una settimana già ricca di appuntamenti importanti. Nell’area di Enel Villaggio Ragazzi si è pensato proprio a tutto, anche a una zona ristorazione, così se ai bambini venisse fame, i genitori possono scegliere di fermarsi all’interno del villaggio. “Il villaggio ragazzi non è una struttura a parte, ma un servizio del Meeting dentro il Meeting – conclude Raffaella - un luogo pensato come uno spazio strettamente collegato con quello che al Meeting viene proposto, non un parcheggio dove i genitori possano scaricare i propri figli per andare ad un incontro o per guardare una mostra, ma un luogo dove anche i più piccoli possano incontrare una bellezza. Per questo ci sono tanti appuntamenti, che hanno la stessa portata di quelli proposti ai loro genitori, così che anche i più piccoli, divertendosi e imparando tante cose nuove, possano vivere pienamente il Meeting”.
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Lottomatica - corporate graphic design and brand book management
X i n i m i R i d g n i t e 5 agosto 2012 X Me
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7 ingresso ovest
padiglione A7-C
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