Un mondo di Pet Therapy

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Spesso questo desiderio si basa su un’ inconsapevole intuizione, da parte del bimbo, rispetto a quante cose rendano simili lui e il cane e quanto queste similitudini possano essere significative per la sua crescita”

di

Pet U

“Quando un bambino domanda ai genitori un cucciolo di cane, la sua richiesta non rappresenta un capriccio o la volontà di avere un altro giocattolo.

THERAPY

Mossa da questa consapevolezza e dall’entusiasmo che l’ha portata a creare un nuovo protocollo di terapia, l’autrice ha deciso di mettere nero su bianco la sua conoscenza e la sua esperienza del mondo della Pet Therapy, nella speranza di fornire al lettore non solo delle conoscenze “tecniche” in più, ma anche una visuale diversa e più diretta di questa realtà attraverso l’illustrazione di alcuni casi pratici.

Un mondo di

La Pet Therapy è una realtà che sta progressivamente prendendo piede anche in Italia, nonostante non sia facile farla conoscere a tutto il pubblico che potrebbe essere interessato. A volte la scarsa conoscenza del mondo animale da parte degli operatori fa in modo che il paziente interessato non possa accedere a un percorso che invece è speciale, ritagliato su misura sui suoi specifici bisogni.

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mondo

THERAPY

S������ P�������, nata a Milano il 06-03-1974, ha ottenuto la qualifica di psicomotricista presso la scuola di psicomotricità e psicoterapia del Prof. Carlo Roberto Russo, Docente della cattedra di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Pavia. Si è poi laureata in Psicologia della Comunicazione presso l’Università Pontificia Salesiana di Torino Rebaudengo. La formazione in pet therapy è avvenuta presso la scuola di Cani da terapia a Lugano, Svizzera. Ad oggi, insegna in Svizzera presso la SUPSI a infermieri, fisioterapisti e terapisti occupazionali con un corso di fine triennio dedicato alla Pet Therapy, e presso l’Università Cattolica di Milano al Master in Pet Therapy. Gestisce e coordina la formazione e i progetti della Cooperativa Sociale Associazione Italiana Pet Therapy. Da sempre appassionata della cura e del prendersi cura, crede fortemente nelle tecniche espressive e ha continuato la sua formazione studiando e qualificandosi come Musicoterapeuta e

SPARTIA PICCINNO

Counselor presso la scuola del Prof. Gaggero,

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€ 13,00

Associazione Progetto Espressione, di Genova. Deve la sua passione per la Pet Therapy a un grande cane, il “muso ispiratore”, di nome Max, al quale dedica questa opera.

SPARTIA PICCINNO

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è un marchio Casa Editrice Luigi Trevisini S.r.l. mfp@trevisini.it www.mental-fitness.it I edizione settembre 2014

Con i tipi della Casa Editrice Luigi Trevisini S.r.l. Via Tito Livio 12 - 20137 Milano

Questa pubblicazione contiene le opinioni e le idee dei suoi autori e ha lo scopo di fornire al lettore materiale utile e informativo. La pubblicazione non intende fornire alcun tipo di servizio medico professionale da parte degli autori e dell’editore. Il lettore che voglia adottare o seguire i suggerimenti esposti nel libro dovrebbe comunque sempre consultare il proprio medico di fiducia, o altro professionista competente, prima di prendere qualunque decisione. Gli autori e l’editore declinano specificamente ogni responsabilità per ogni tipo di danno, perdita o rischio, personale o di qualsiasi altro tipo, che possa derivare in conseguenza, diretta o indiretta, dell’uso o dell’applicazione di qualsivoglia contenuto di questo libro.

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Indice

CAPITOLO 1 Come nasce la Pet Therapy: un viaggio nella storia ...................................................................... 7 CAPITOLO 2 Panorama attuale della Pet Therapy................................................................................................................... 13 2.1 Pet Therapy: definizione e modalità applicative................................................................................................... 15 2.2 Gli animali più comunemente impiegati nella Pet Therapy ................................................................... 18 2.3 La parola agli esperti .................................................................................................................................................................... 22

CAPITOLO 3 Legislazione e riferimenti normativi .................................................................................................................. 37 CAPITOLO 4 Uomo e cane: siamo poi così diversi? ........................................................................................................... 45 4.1 Cane e bambino: due evoluzioni in parallelo ....................................................................................................... 49 4.2 Il cane e la Pet Therapy Psicomotoria® .................................................................................................................... 57

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CAPITOLO 5 La Terapia Psicomotoria Assistita con Animali® ........................................................................ 65 5.1 Terapia Psicomotoria Assistita con Animali® ..................................................................................................... 69 5.2 Il modello Terapia Psicomotoria Assistita con Animali® ........................................................................ 73 5.3 Il setting: come preparare l’ambiente ideale per la Pet Therapy ..................................................... 79

CAPITOLO 6 I casi clinici: le esperienze reali dei pazienti ........................................................................................... 81 Caso clinico 1 - Odio e amo: dal fastidio alla ricerca dell’animale .......................................................... 82 Caso clinico 2 - Oltre gli ostacoli, dove ti porta il cuore .................................................................................... 86 Caso clinico 3 - La condivisione e il linguaggio non verbale: l’importanza di un grissino ...... 89 Caso clinico 4 - Superare il cambiamento e crescere nella vita .............................................................. 93

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Introduzione La realtà della Pet Therapy, anche se di moda, è spesso poco nota al grande pubblico. Al centro di questo mondo c’è, o dovrebbe esserci, la persona che, attraverso una relazione unica e privilegiata con il cane, si sentirà accettata e abbracciata, inserita in un percorso di miglioramento che ha come obiettivo finale l’acquisizione di competenze e di strategie volte al significativo miglioramento della qualità della vita. Inoltre, il settore di cui qui ci si occupa è un settore in espansione che può ancora evolversi e quindi portare al raggiungimento di traguardi che per ora sembrano difficili da raggiungere. Di sicuro, lo spirito con cui gli operatori del settore svolgono il loro lavoro e le tecniche impiegate giocano un ruolo di primo piano nella riuscita dei trattamenti. L’esperienza sul campo e gli studi dell’autrice l’hanno portata a maturare la convinzione che al centro del percorso di recupero deve esserci innanzi tutto l’individuo, con le sue debolezze e le sue insicurezze, attorno al quale si deve costruire un luogo e un tempo in cui senza giudizio o pregiudizio egli possa finalmente sentirsi libero di essere se stesso. Con questi presupposti il miglioramento è assicurato.

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Del resto, lo sguardo sincero dell’amico di sempre, il cane, unito a una grande maturità, sensibilità, ma anche professionalità nell’impiegarlo, rimangono una ricetta di sicuro interesse e le risposte positive dei pazienti non esiteranno ad arrivare. Attraverso le pagine che seguono, l’autrice vuole accompagnare il lettore alla scoperta di un mondo appunto, in cui cane e uomo condividono esperienze, emozioni e sentimenti che altrimenti non verrebbero espressi. Per farlo, vengono messe a disposizione di chi legge delle interviste a esperti che illustrano le loro esperienze in settori diversi, e delle schede dedicate a dei casi pratici di cui l’autrice stessa si è occupata, attraverso un metodo di lavoro specifico, innovativo rispetto alle procedure ora più diffuse e precursore di una filosofia di pensiero in cui l’operatore riveste un ruolo sia di guida del cane sia di analista del paziente.

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CAPITOLO 1 La compassione e l’empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono. Charles Darwin

Come nasce la Pet Therapy: un viaggio nella storia In questo capitolo possiamo trovare una carrellata di studiosi e personaggi storici che si sono impegnati nell’osservazione e nello studio della relazione uomo-animale, spesso giungendo alle stesse conclusioni.

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Come nasce la Pet Therapy: un viaggio nella storia

L’uomo ha da sempre avuto delle relazioni continue e costanti con gli animali: questo è un dato di fatto. Come ha teorizzato l’esperto Carlo Scheggi nel 2006, l’essere umano si serve degli animali per diverse funzioni, come ad esempio nutrirsi, cacciare, lavorare, vivere e interagire con loro. Anche l’uso terapeutico degli animali da compagnia (e non solo) è però una tradizione antica. La relazione tra uomo e animale risale all’era Paleolitica: alcuni reperti rivelano la presenza del cane in una caverna di quell’epoca. Le prime interazioni uomo-animale sono state di tipo magico-totemico: gli animali erano considerati divinità, dunque soggetti da pregare e rispettare. Nell’antico Egitto erano venerate divinità con il corpo di uomo o di donna e la testa di animale o viceversa; in seguito l’animale divenne il protagonista di tutte le religioni antiche del mondo, nonché oggetto di dibattiti, filosofici e scientifici. Grandi personaggi, nel corso della storia, fecero riflessioni sugli animali. Eccone alcuni esempi in successione cronologica: Aristotele (348-322 a.C.) eseguì ricerche e studi sugli animali che ci permettono di considerarlo il pioniere della zoologia, nonostante li ritenesse esseri inferiori. Ippocrate (460-377 a.C.), fondatore della medicina occidentale, riconobbe per primo il valore curativo degli animali: nei suoi scritti, egli consigliava una cavalcata per combattere l’insonnia e per fortificare il fisico. Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), naturalista e storico, citò in una delle sue opere quello che potrebbe essere il primo caso di Pet Therapy, ovvero l’usanza delle matrone romane di tenere vicino allo stomaco un cagnolino per placare i dolori mestruali. 8

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Come nasce la Pet Therapy: un viaggio nella storia

Gli sviluppi più propriamente legati alla Pet Therapy divennero oggetto di studio specifico solo in epoche più recenti: nel 1792 Tuke, psicologo infantile inglese, fu il primo a intuire il valore terapeutico della relazione tra uomo e animale. Egli era convinto che le persone con patologie psichiatriche potessero riappropriarsi delle loro facoltà se stimolate e incoraggiate a impegnarsi in attività facoltative (come il giardinaggio e la cura degli animali), che permettessero loro di recuperare l’autocontrollo perso. Tuke contribuì inoltre allo sviluppo dell’ergoterapia: stimolare la persona a occuparsi in alcuni hobby fu l’anticamera dello studio dei miglioramenti clinici a seguito di attività lavorative del paziente. Nel 1875 Chessigne, medico francese, sperimentò l’ippoterapia, consigliandola a pazienti con problemi neurologici, convinto che fosse utile per migliorare l’equilibrio e per il controllo posturale. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, nel 1918 circa, gli animali venivano utilizzati a scopo assistenziale per le persone che avevano riportato disturbi post traumatici. I pazienti, giocando con loro e prendendosene cura, ritrovavano serenità, grazie all’affetto che ricevevano. Nel 1959 Nightingale, infermiera britannica, constatò come gli animali di piccola taglia fossero i compagni ideali per i malati cronici lungodegenti, i quali, accudendoli, erano incoraggiati a prendersi cura anche di sé. Negli anni Sessanta Levinson, neuropsichiatra infantile americano, fu il primo scienziato ad annunciare e definire il concetto di Pet Therapy, dando così inizio a questa nuova modalità di trattamento. Nel 1953 Levinson ebbe in cura un bambino autistico che mostrava assenza di socievolezza. Durante una seduta con il paziente, il medico si Capitolo 1

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Come nasce la Pet Therapy: un viaggio nella storia

dimenticò di far uscire dallo studio il suo cane, Jingles, che si avvicinò al bambino e iniziò a leccarlo. Il bambino seguì il cane nel gioco e mostrò il desiderio di ritornare per divertirsi ancora con lui. Nelle sedute successive il giovane paziente continuò a giocare con Jingles, ma non solo: Levinson, gradualmente, riuscì a inserirsi nel gioco e a instaurare un buon rapporto con il bambino. Dopo questo evento, il neuropsichiatra utilizzò in maniera più sistematica gli animali da compagnia e sviluppò la teoria della «pet oriented child psychotherapy», basata sull’identificazione che il bambino sviluppa con l’animale, il quale diviene un “oggetto transizionale” (Winnicott, 1971). Proprio grazie a questa proiezione del bambino con il cane, il piccolo paziente riesce a parlare più facilmente della sua vita e delle sue inquietudini. Nel 1975 gli psichiatri Corson applicarono la Pet Therapy su pazienti adulti, affetti da patologie psichiatriche, e su altri più anziani, ricoverati presso strutture geriatriche. Dopo varie esperienze poterono osservare che gli animali si rapportavano con gli esseri umani senza pregiudizi, senza distinzioni d’età e che la dipendenza dall’uomo li stimolava a sviluppare un sentimento di protezione nei loro confronti. Con questi studi i due psichiatri sono riusciti a dimostrare che gli animali stimolano tendenze naturali dell’uomo, come il desiderio di ricevere affetto, protezione e sostegno, offrendo spontaneamente attaccamento e fiducia. I Corson hanno così elaborato la teoria della «pet facilitated therapy»: uno dei principali successi di questa terapia consiste nel fatto che il paziente sviluppa un senso di fiducia, responsabilità e rispetto di sé, prendendo inoltre coscienza dei propri limiti. Ciò crea un senso d’indipendenza e responsabilità che trasforma la dipendenza psichica in coscienza individuale. 10

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Come nasce la Pet Therapy: un viaggio nella storia

Nel 1977 Katchered e Friedmann studiarono l’applicazione della Pet Therapy su pazienti con patologie cardiovascolari. Essi osservarono che in un gruppo di persone colpite da infarto, quelle che possedevano un cane avevano possibilità di sopravvivenza superiori. Approfondendo gli studi si è, infatti, dimostrato che coltivare una relazione con il proprio cane provoca una diminuzione della pressione arteriosa e del battito cardiaco. Nel 1977, negli Stati Uniti, fu costituita la Delta Society, organizzazione che promuove il supporto degli animali con lo scopo di migliorare lo stato di salute, l’indipendenza e la qualità di vita dell’uomo. Nel 1990 fu fondata la celebre “International Association for Human Animal Interaction Organizations”, organizzazione non governativa, partner dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), al fine di riunire le varie organizzazioni internazionali che si occupano della ricerca e dello sviluppo del rapporto fra essere umano e animale. Tutti questi eventi hanno contribuito allo sviluppo di quella che oggi è chiamata Pet Therapy: l’apporto di ognuno di essi è stato fondamentale e decisivo per progredire nella ricerca.

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