Menthalia Magazine - Agosto Settembre 2014

Page 1

Periodico d’informazione sulla comunicazione e dintorni NUM. 6 - ANNO III AGOSTO/SETTEMBRE 2014


pagina

2

®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Editoriale

S NOI Collabtuooraarticcoolon inviaci il thalia.it magazine@men

Scopri il nostro

mondo su

tare Vuoi divoepnle? Purple Pe

tuo ttraverso il Collegati a e all’area dedicata n smartpho

®

Registrazione al Tribunale di Napoli N. 27 del 6/4/2012 Direttore Responsabile: Fabrizio Ponsiglione Direttore Editoriale: Stefania Buonavolontà Art Director: Marco Iazzetta Grafica & Impaginazione: Diego Vecchione Hanno collaborato in questo numero: Stefania Buonavolontà, Maria Grazia Cassese, Valerio Chiocca, Flaviana Cimmino, Alessandra De Lella, Alessia Guaccio, Andrea Ponsiglione, Marco Quadretti, Loredana Romano, Diego Vecchione Menthalia srl direzione/amministrazione 80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445 Sedi di rappresentanza: 20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro 50126 Firenze – 20, Via Cardinal Latino Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari. La pubblicazione delle immagini all’interno dei “Servizi Speciali” è consentita ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca.

ettembre inizio di un nuovo anno. Avete capito bene, non parliamo di un immaginario calendario astrale, ma di quel fenomeno culturale e sociale che proietta nel mese settembrino l’arrivo di una nuova stagione, non soltanto atmosferica. Le scuole si riaprono, gli uffici pure e le nostre agende si riempiono di buoni propositi. Chi meglio di tutti ha capito l’importanza di questo periodo sono le grandi aziende dell’intrattenimento e dell’industria culturale. Tante le novità in arrivo anche nel settore tecnologico, con in primis l’attesissimo nuovo iPhone 6, protagonista assoluto dell’importante fiera internazionale IFA di Berlino. Non solo tecnologia in questo numero, ma anche cultura, sport e musica, con il bis di “Nero a metà”, storico album del grande artista partenopeo, Pino Daniele, che ha inscenato uno spettacolo imperdibile nella magica cornice dell’Arena di Verona . In questo mensile del magazine l’informazione risulta più che mai a 360 gradi; la memoria ritorna ad episodi lontani nel tempo rispetto ad argomenti che, però, sono sempre attuali. Temi che toccano la lotta al razzismo erano e sono da evidenziare; siamo fieri dei progressi compiuti nel mondo della scienza e della tecnologia, ma ancora in troppe parti del globo c’è chi lotta per i diritti fondamentali e per tutto ciò che dovrebbe essere la libertà sociale. Anche il tema ambientale rimane sempre in primo piano e dopo l’estate, la stagione del divertimento e dell’affollamento dei parchi e delle zone verdi, non potevano mancare considerazioni su quanto sia sempre importante sensibilizzare le persone sul rispetto dell’ambiente. Scoprirete in questo numero che ulteriori passi in avanti, a tal proposito, sono stati compiuti. Le tasche degli italiani anche quest’estate hanno sentito il peso della crisi e perfino le aziende della telecomunicazione ne hanno risentito. Risultato: la delocalizzazione di una nuova emittente televisiva italiana che, per risparmiare, ha stabilito le proprie sedi di registrazione all’estero. L’estate e i ricordi di lunghi viaggi sono ormai alle spalle, eppure non c’è spazio per essere tristi, un nuovo ciclo si apre, pronto a sorprenderci; sta a noi costruire un nuovo percorso.

Marco Iazzetta General Manager Menthalia


®

numero 6 - agosto/settembre 2014

La nuova iAge: iPhone 6 e Apple Watch di Marco Quadretti, Web Developer

U

na nuova era per Apple è probabilmente iniziata, lo è sicuramente per Tim Cook, neo Ceo Apple. Il 9 settembre è stato forse uno dei giorni più attesi per tutti gli appassionati del colosso di Cupertino e per gli esperti e amanti delle innovazioni tecnologiche. È in questa data che i successori di Jobs hanno riaperto le porte del Flint Center For Perfoming Arts, lo storico palco dal quale nel 1984 il compianto Steve lanciò il Macintosh e successivamente l'iMac, per presentare il nuovo melafonino che, però, non è stato il protagonista indiscusso della serata. L'attenzione è ricaduta, infatti, su un'altra grande novità: il primo Watch firmato Apple. Cook ha catturato l’attenzione di tutti i presenti con una presentazione emozionante e ricca di dettagli, ponendo enfasi su ciascuna delle caratteristiche del nuovo iPhone. In realtà sono stati presentati ben due modelli: l'iPhone 6 e l'iPhone 6 Plus, con caratteristiche quasi completamente identiche ma di diverse dimensioni. Molte le novità dei nuovi smartphone che, in termini di grandezza, sono più grandi dei loro predecessori ma meno spessi; hanno un display retina Hd e migliori performance di elaborazione grafica e dati; supportano i chip NFC per le comunicazioni radio a brevissima distanza; hanno maggiore autonomia della batteria; sono dotati di iOs 8, il nuovo sistema operativo mobile della Apple; presentano una navigazione a pannelli come sull’iPad; grazie ai protocolli VoLTE (Voice Over LTE) e WiFi, possono effettuare chiamate sfruttando i pacchetti dati anziché le normali comunicazioni cellulari; la registrazione dei video avviene con focus automatico e anche in timelapse, per realizzare filmati dilungati nel tempo da riprodurre in pochissimi secondi; la fotocamera frontale FaceTime HD ottiene tutti i controlli già abilitati su quella posteriore; sono equipaggiati con un chip A8 dual core a 64 bit, realizzato con una produzione a 20 nanometri e un consumo energetico inferiore del 50% rispetto a iPhone 5S e a questo si abbina un nuovo co-processore M8 che, oltre ad analizzare informazioni di movimento come nella precedente versione, è ora dotato di barometro per rilevare l'altitudine. La fotocamera posteriore rimane di 8 mega pixel ma è stata assicurata

migliore sensibilità alla luce e un autofocus fedelissimo e istantaneo. Per quanto riguarda il piano estetico, la forma si è notevolmente ammorbidita rispetto agli ultimi modelli, il jack per le cuffie è stato spostato sul fondo ed i tasti fisici sono stati posti lateralmente. Un'importante novità a livello di software re è il nuovo sistema di pagamento Apple Pay, ay, lanciato al momento solo negli Stati Uniti, ti, che prevede la memorizzazione dei dati della la propria carta di credito su iPhone – attuallmente sono supportate American Express, s, to VISA e MasterCard – quindi l'abbinamento con NFC e Touch ID. Quando ci si trova in re un negozio, sarà quindi sufficiente avvicinare il proprio smartphone al lettore alla cassa e ne confermare la transazione con una scansione rà dell’impronta digitale. Online, invece, sarà iti sufficiente premere il tasto "compra" sui siti ci abilitati, senza la necessità di digitare codici ati utente e password. Per memorizzare i dati rà della propria carta di credito, inoltre, basterà esemplicemente inquadrarla con la fotocamea, ra. Come anticipato la grande novità è stata, mo però, l'Apple Watch; sarebbe un eufemismo odefinirlo semplicemente un orologio, piuttoge sto si tratta di un personal device che svolge varie funzioni: è un lettore mp3 ma anche un re “fitness tracker” che consente di monitorare on molte attività fisiche e, in congiunzione con l’iPhone, consente di ricevere e trasmettere re e, messaggi e email, fare chiamate telefoniche, re guardare foto, consultare le mappe per avere oindicazioni, giocare. Riesce, inoltre, a monitorare il battito cardiaco e a registrare lo sscorrere del tempo. Pur non essendo sottilissimo, ha un design raffinato ed è dotato di un sì nuovo sistema operativo che consentirà, così te come è stato per l’iPhone, la nascita di molte io app dedicate per ulteriori funzioni. Proprio ai l'estetica è stata particolarmente ricercata dai ncreatori del Watch e, non a caso, alla presenel tazione erano presenti vari rappresentanti del omondo della moda; in effetti solo l'accettazione da parte di coloro che determinano cosa è "trendy" può garantire al device di rientrare a le pieno titolo tra i "wearables", la categoria delle la tecnologie indossabili. A quanto pare, quella idi Cook & Co. è stata un'altra formidabile dimostrazione del fatto che al di là di Jobs, Apple vive e non sopravvive.

pagina

3


pagina

4

®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Speciale IFA Berlino 2014 a cura di Alessia Guaccio e Valerio Chiocca, Redazione Menthalia

H

a compiuto proprio quest'anno il suo novantesimo anniversario la più importante fiera della tecnologia e dell'elettronica di consumo a livello europeo e, qualcuno obietterebbe, anche mondiale: l'IFA di Berlino. Più di 250 mila i visitatori accorsi per l'occasione nella capitale teutonica e moltissimi i prodotti presentati tra i vari espositori del Messe Berlin, l'edificio che ha ospitato la manifestazione. A farla da protagonista sono stati come sempre gli smartphone; ormai immancabili compagni di vita del 90% delle persone, hanno spinto i leader del settore a cercare continui miglioramenti ed a proporre nuove funzioni per accaparrarsi una maggiore fetta di mercato rispetto ai concorrenti. È stata, quindi, una "battaglia" tra Samsung , Sony, Huawei e gli altri nel presentare i propri cellular devices. Samsung ha voluto ancora una volta non rendere facile la vita ad Apple e con Galaxy Note 4 e Galaxy Edge ha proposto due modelli con schermi ad altissima risoluzione ed extralarge per aprire contemporaneamente due applicazioni, fotocamera potenziata con 120 gradi di visuale per selfie di gruppo, display che si estendono al bordo del device per gestire il multitasking delle app preferite. Non ultima la possibilità di collegare il telefono ad occhiali speciali con cui guardare film, giocare ed immergersi in un mondo virtuale. Huawei ha puntato, invece, sulle dimensioni realizzando Ascend Mate 7, smartphone con display da 6 pollici, mentre Sony per recuperare quote di mercato ha presentato il nuovo Xperia Z3, lo smartphone impermeabile. Oltre che dagli smartphone, quest'anno l'attenzione dei visitatori è stata catturata anche dai sofisticati televisori proposti dai colossi LG, Philips e Samsung; se ne sono visti di ogni tipologia: schermi in grado di assumere una forma piatta o curva a seconda dell'esigenza, display con risoluzione 4K che garantisce una qualità delle immagini superiore di quattro volte rispetto

al Full Hd e una visione panoramica 21:9 paragonabile a quella cinematografica. Da non trascurare anche la luce d’ambiente integrata sui lati e la dotazione di un sistema operativo, per il momento Android, che garantisce l’accesso gratuito ai contenuti e ai servizi disponibili su Google Play Store. Ad unirsi al panorama espositivo della manifestazione, anche le diverse innovazioni nel campo della domotica: dai frigoriferi con ante trasparenti, ad aspirapolveri automatizzati in grado di scattare fotografie per sorvegliare la casa, a lavatrici intelligenti in grado di valutare i tessuti da lavare adattandosi ad essi. Il mondo della SmartHome ha compiuto passi da gigante negli ultimi anni, puntando ad una “casa intelligente” dove sia possibile installare telecamere e sensori di movimento, programmare l’accensione delle apparecchiature elettriche e monitorarne i consumi, controllare l’illuminazione, gestire il riscaldamento, alzare o abbassare tende e tapparelle, motorizzare il cancello e molto altro. Per lo svolgimento di queste funzioni, il marchio Thomson ha proposto ThomBox, una centralina dotata di un sistema che consente di tenere sotto controllo la propria abitazione ovunque ci si trovi e con qualunque dispositivo. Il tutto avviene tramite una vasta linea di accessori da connettere in modalità wireless «plug and play» alla centralina. All’IFA non sono mancati neppure SmartWatch di varie forme e dimensioni e stampanti 3D che affollavano quasi ogni angolo della fiera esponendo le piccole creazioni in grado di modellare. Tirando le somme è facile concordare sulla mancanza di una vera e propria sorpresa; i prodotti presentati erano tutti super tecnologici, innovativi e dal design sofisticato ma nulla che non esistesse già sul mercato in una forma più primitiva o di cui non si fosse già parlato. Più che stupire, quest'anno l'IFA ha saputo far riflettere sulla prospettiva di una vita più comoda, più sicura e senza dubbio semplificata.


®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Una città dai mille volti, animata di una miriade di colori che attraversano le strade e le piazze. Berlino è una metropoli straordinaria che unisce innovazione e tradizione, dove non esiste un centro ma decine di piccoli centri. Dopo essere stata divisa per decenni dal quel maledetto muro, figlio dell’odio e della guerra fredda, la città ha vissuto dal 1990 una rinascita culturale ed economica. Di quel lungo muro simbolo di tante sofferenze, oggi non rimangono che piccoli tratti, dipinti dai Writers di tutto il mondo con graffiti che rappresentano l’essenza della Street art. La capitale tedesca rappresenta un esempio chiaro di città multietnica. Sono tantissime le persone straniere, soprattutto giovani, che scelgono questa città e di abbracciare il suo spirito di tolleranza e rispetto. Multiculturalismo che si rispecchia anche nelle abitudini culinarie. Oltre ad assaggiare le tipiche salsicce, non vi perdete un giro nel quartiere turco, dove nacque il doner kebab. Dal punto di vista storico e culturale sono tanti i punti d’interesse da visitare: la porta di Brandeburgo, il checkpoint Charlie, la Sinagoga, il Reichsteig dove si riunisce il parlamento. Per chi volesse approfondire la storia della Germania, c’è il museo Nazionale, mentre per gli appassionati di storia antica il museo Pergamon. Per chi vuole vivere fra la folla, non perdetevi Potsdammer Platz, ideata dalla mente di Renzo Piano, simbolo della ricostruzione post muro, o all’antitesi Alexander Platz con i suoi chioschi dei panini, gli artisti di strada e i venditori artigianali. Per chi desidera fare shopping c’è l’imbarazzo della scelta: dai grandi parchi commerciali, come il Kadewe, al mercatino dell’usato più grande d’Europa il Mauerpark. Infine per chi ama gli animali, è d’obbligo lo Zoo, un posto magico che evoca anche ricordi più tristi, con l’adiacente stazione della ferrovia dove furono ambientate le tragiche vicende di Christiane F e i “suoi” Ragazzi dello Zoo Di Berlino.

pagina

5


pagina

6

®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Anche i cani pregano? di Stefania Buonavolontà, Marketing and Communication

C

os'è quello a cui tutto pensano quando vedono un cane che si aggira all'ingresso di una chiesa? Che si tratti di un povero amico a quattro zampe abbandonato o randagio il quale, girovagando nei dintorni, abbia fatto sosta anche nella casa di Dio. A breve la spiegazione potrebbe non essere più solo quella. Si parte, come molto spesso accade, dal nord e in particolare da Milano dove da Palazzo Marino, sede del Comune del capoluogo lombardo, arrivano interessanti novità in tema di tutela degli animali. Ciò che più suscita curiosità e perplessità è la notizia che i cani e gli animali domestici non aggressivi e di piccola taglia, potrebbero avere libero accesso ai luoghi di culto. Se da una parte c'è il benestare della Curia, dall'altro ci sono le obiezioni di una parte dei milanesi; c'è, infatti, chi ritiene che gli animali potrebbero rappresentare motivo di interruzione della funzione, chi pensa che coloro che si recano in chiesa non sentano la necessità di farsi accompagnare dai loro amici a quattro zampe, chi, invece, ritiene discriminante rendere l’accesso libero solo ai quadrupedi di piccola taglia. Soprattutto molti ritengono che ci siano altri step da superare prima di provvedere all’ingresso degli animali nei luoghi di culto. Ad oggi, infatti, ci sono ancora divieti relativi a luoghi pubblici di maggiore affluenza come parchi, giardini, alberghi, bar e ristoranti, oltre al divieto di trasporto sui mezzi pubblici. Tra le proposte presentate dal garante per gli animali, Valerio Pocar, e dall’Assessorato al Benessere al Comune di Milano, oltre a quelle relative agli animali a quattro zampe, ce ne sono anche alcune riguardanti la tutela di altri animali: proposte per vietare petardi e fuochi d’artificio che spaventano gli animali e ne provocano la fuga; per evitare rappresentazioni circensi con animali; per il reinserimento in comunità di animali utilizzati in laboratorio; per installare dossi stradali in modo da diminuire la velocità di transito nelle zone dove sono presenti colonie feline che potrebbero attraversare la strada e rischiare di essere investite; per introdurre gli animali nei bar,

negli ospizi, negli impianti sportivi, bordo vasca delle piscine compreso; per vietare la vendita singola di pesci rossi, i quali, essendo ritenuti “animali sociali” – come li definisce il testo – dovranno essere tenuti in acquario almeno in coppia e mai soli. Il nuovo regolamento sarà posto al vaglio dei nove consigli di Zona e approderà entro ottobre nel consiglio comunale; in base ai tempi richiesti per legge potrebbe, qualora venisse approvato, essere quindi attivo già entro la fine dell'anno. Magari alla Sacra Messa di Natale accanto a ciascuno di noi, il posto potrebbe essere occupato da un cane!


®

numero 6 - agosto/settembre 2014

pagina

I have a dream di Alessandra De Lella, Events Manager

S

ono passati cinquantuno anni dal famoso discorso del reverendo afroamericano Martin Luther King Jr: il 28 agosto del 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington, alla presenza di circa 250.000 persone e milioni di telespettatori a seguire la diretta tv, fu pronunciato il più emozionante ed incoraggiante discorso della storia americana e mondiale. Le parole di King, anche se forse non ne era realmente consapevole, erano destinate a rimanere nella memoria non solo dei presenti, del popolo americano ma anche delle generazioni future di qualsiasi razza o colore. Al termine della Marcia per il lavoro e la libertà, il famoso pastore segnò una delle tappe fondamentali della sua instancabile “battaglia” per il raggiungimento dei diritti civili dei neri d’America; con un discorso durato 17 minuti e una frase a racchiudere il senso delle sue parole, Martin Luther King divenne per i posteri il simbolo della lotta non violenta al razzismo ed a qualsiasi forma di ingiustizia e discriminazione razziale. "I have a dream" fu la frase-messaggio più ripetuta dell'intero discorso, a sottolineare la speranza riposta da King in un futuro più giusto, un sogno nel sogno americano. Avendo vissuto e subito in prima persona le ristrettezze riservate al popolo di colore, si batté a lungo per ottenere l’esercizio del diritto di voto, la possibilità di usufruire pari modo dei posti a sedere su autobus, in chiesa, al bar, al teatro e di ricoprire cariche istituzionali al pari dei bianchi; si batté per il diritto al lavoro e per evitare lo sfruttamento dei neri nelle piantagioni dei latifondisti americani; gran parte delle sue battaglie riuscì a vincerle e ad assistere al raggiungimento degli obiettivi che si era prefissato. Anche le battaglie che, però, non poté combattere fino in fondo, hanno portato col tempo a delle vittorie che mantengono la sua firma. Dopo la sua morte, infatti, i suoi sostenitori hanno continuato nella loro lotta pacifica e hanno conquistato l’uguaglianza civile che King auspicava. Cosa ha reso "I have a dream" l'eccellenza dell'espressione in quello che oggi verrebbe definito "public speaking"? Non si può non

concordare sul fatto che il primo fattore di successo è la convinzione nelle proprie idee; chi più di King poteva reclamare per il suo popolo quegli stessi diritti che a lui erano stati negati? E quali parole più di quelle che inneggiano all'uguaglianza e all'amor di patria possono risultare più coinvolgenti? Non è un caso che buona parte dei sostenitori del reverendo non fossero di colore! Il richiamo agli ideali americani e ai diritti essenziali furono i principali fattori di stimolo e di riflessione che fecero sì che "semplici frasi" si trasformassero in quello che è ricordato da tutti come il "DISCORSO": “E quindi lasciate risuonare la libertà dalle cime dei prodigiosi monti del New Hampshire. Lasciate risuonare la libertà dalle poderose montagne di New York. Lasciate risuonare la libertà dalle altitudini degli Alleghenies della Pennsylvania. Lasciate risuonare la libertà dalle rocce coperte di neve del Colorado. Lasciate risuonare la libertà dalle coste tortuose della California. Ma non solo. Lasciate risuonare la libertà dalla Montagna di Pietra della Georgia. Lasciate risuonare la libertà dalla montagna Lookout del Tennessee. Lasciate risuonare la libertà da ogni collina e montagna del Mississippi, da ogni lato della montagna lasciate risuonare la libertà. E quando questo accadrà, e quando lasceremo risuonare la libertà, quando la lasceremo risuonare da ogni villaggio e da ogni casale, da ogni stato e da ogni città, saremo capaci di anticipare il giorno in cui tutti i figli di Dio, uomo Negro e uomo Bianco, Ebreo e Cristiano, Protestante e Cattolico, potremo unire le nostre mani a cantare le parole del vecchio spiritual Negro: Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo finalmente liberi.”

1963

7


pagina

8

®

numero 6 - agosto/settembre 2014

“Nero a Metà” torna dopo 34 anni di Marco Iazzetta, Art director

P

er festeggiare qualcosa di importante bisogna fare le cose in grande. Forse è questo che avrà pensato Pino Daniele quando dalla sua mente è nata l’idea di un mega evento musicale per celebrare la nuova edizione del suo disco più rappresentativo: “Nero a metà”. L’album, che è ancora oggi inserito nella classifica Rolling Stones Italia dei 100 album più belli di sempre, descrive a pieno quel sound inconfondibile che ha reso Pino famoso in Italia e all’estero. Al grande artista napoletano, però, un semplice concerto stava stretto, ecco dunque una sorta di tripla rappresentazione musicale nel palcoscenico più suggestivo d’Italia, l’Arena di Verona. Come sempre, anche in questo caso Pino ha vo-

luto circondarsi durante il live dei migliori interpreti nazionali e internazionali e degli artisti che in vario modo hanno segnato ed accompagnato il suo percorso artistico. Ciò che ne è venuto fuori è stato un clima magico che ha coinvolto il pubblico dalla prima all’ultima nota. La scelta dell’arena non è stata casuale: oltre all’atmosfera suggestiva che l’accompagna, è stato il primo palco di spessore che il cantautore ha calcato. Quella sera in cui stupì e un po’ sconvolse tutti con “Je so pazzo” – celebre l’esclamazione finale della canzone – non avrebbe forse mai pensato di ritrovarsi un giorno protagonista indiscusso di un mega concerto, a celebrare una carriera costellata unicamente di successi (foto di Loredana Romano).


®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Concerto evento all’arena di Verona Pino Daniele, la scaletta del concerto all’Arena di Verona PRIMA PARTE (con orchestra e band nuova) Terra mia Quando (con Elisa) Viento ‘e terra Pigro Sara non piangere Occhi che sanno parlare Mareluna Vento di passione Resta resta cu’ ‘mme Senza ‘e te (con Fiorella Mannoia) Je so pazzo (con Emma) Io per lei Anima

SECONDA PARTE (con orchestra e band originale) Sotto ‘o sole (con Mario Biondi) I say i sto cca Musica musica (con Francesco Renga) Quanno chiove Puozze passa’ nu guaio Voglio di più (con Elisa e Francesco Renga) Appocundria Alleria E so cuntento è sta (con Fiorella Mannoia) A testa in giù Nun me scuccià (con Emma) A me me piace o blues (con Mario Biondi) BIS Napule è (con ospiti) Yes I Know My Way (con tutte le band)

SPECIAL GUESTS Fiorella Mannoia, Francesco Renga, Emma Marrone, Elisa e Mario Biondi Band Originale: James Senese al sax, Gigi De Rienzo al basso, Agostino Marangolo alla batteria, Ernesto Vitolo al piano e tastiere, Rosario Jermano alle percussioni, Tony Cercola al bongos.

pagina

9


pagina

10

®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Alibaba sbarca a wall street di Diego Vecchione, Graphic Designer

A

libaba, il colosso cinese dell’ecommerce, è sbarcato in borsa segnando subito cifre record. Il collocamento delle azioni ha portato nelle casse della azienda circa 22 miliardi di dollari, ogni azione vale 68 dollari e la sua capitalizzazione sul mercato è stimata intorno ai 168 miliardi. Si tratta di una quotazione tra le più alte della storia che potrebbe superare il record del 2012 di Facebook, la prima azienda dell’It a riuscire a raccogliere sul mercato 16 miliardi di dollari. La Alibaba Group è una compagnia cinese privata, composta di più compagnie attive nel campo del commercio elettronico: piattaforme di pagamento e compravendita, motori di ricerca per lo shopping e servizi per il cloud computing. Fu fondata da Jack Ma (vero nome Ma Yun) nel 1999 sotto il dominio di Alibaba.com, un servizio commerciale con lo scopo di connettere produttori cinesi con acquirenti e distributori stranieri. In Cina i siti Alibaba’s Taobao, TMall e le altre piattaforme coprono l’80% del mercato cinese on line e la maggior parte dei suoi 279 milioni di compratori visita i siti almeno una volta al mese attraverso i dispositivi mobile. Il potenziale di utenti raggiunto dalle diverse piattaforme si aggira sui settecento milioni. Numeri impressionanti se pensiamo che due colossi in diretta concorrenza come Ebay e Amazon non raggiungono insieme i quattrocento milioni di presone. Negli ultimi anni molti analisti avevano

posto dei dubbi sulle reali potenzialità della new economy; sicuramente saranno stati in pochi a credere che la risposta sarebbe arrivata dalla Cina. Il debutto a Wall Street ha reso milionari i diciotto fondatori di Alibaba, ma non solo; sono molti i dipendenti che erano in possesso di un cospicuo numero di azioni, un modello aziendale già diffuso negli Stati Uniti, con Google e Facebook. Il padre di Alibaba, Jack Mo è considerato una sorta di Steve Jobs orientale. Nelle settimane scorse è stato protagonista di un Tour in giro per gli States, intervenendo come relatore al Clinton Global Initiative, il simposio newyorkese organizzato dalla Fondazione Clinton. Considerato un uomo di grande pragmatismo, ha più volte sottolineato nelle sue interviste l’importanza dei consumatori, vera linfa vitale delle sue aziende, ma anche un certo populismo con l’interesse per i temi etici, come l’ambiente. Alibaba è ancora oggi vista con sospetto soprattutto nella tradizionalista Europa, ma allo stesso tempo è inseguita da governanti e finanzieri per l’apertura al vastissimo mercato interno cinese dei prodotti europei. Il sottosegretario all’Economia, Simona Vicari, ha confermato di aver sottoscritto un accordo con i vertici di Alibaba, per implementare una piattaforma dedicata esclusivamente al made in Italy, dando l’opportunità alle imprese italiane di esportare i loro prodotti di qualità.


®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Nasce Agon Channel di Maria Grazia Cassese, Medical Project Manager

U

na nuova realtà televisiva arriva sugli schermi degli italiani, da questo mese partiranno le trasmissioni sperimentali di Agon Channel, canale trentatré del digitale terrestre. Fin qui nulla di nuovo nella giungla dell’etere, dove si susseguono a ripetizione lanci di nuovi neetwork ad alterne fortune, ma la grande novità risiede nella natura delocalizzata della produzione. La nuova tv di proprietà dell’imprenditore Francesco Becchetti avrà come sede dei propri studi l’Albania, dove già da un anno va in onda un canale tv locale omonimo, sempre della stessa proprietà. Produzione straniera dunque, ma il know how e soprattutto i volti della nuova tv, saranno tutti made in Italy. Alla direzione editoriale dell’area news ci sarà Alessio Vinci, giornalista con un passato alla conduzione di Matrix. Altri volti notissimi al grande pubblico saranno la presentatrice Maddalena Corvaglia ed Enzo Ghinazzi, in arte Pupo. Il noto conduttore, oltre a essere il testimonial del lancio in Italia, ha accettato di curare tutta la produzione dei game show del nuovo canale. Sembra chiara l’intenzione della proprietà di puntare a una fascia di pubblico generalista, con news, sport, intrattenimento e una serie di personaggi provenienti dal classico costume nazional popolare televisivo. Una proposta di contenuti tradizionali che vuole però provare a raccogliere il consenso anche nei giovani. A partire dall’innovativa scelta per i casting, che si sono tenuti in maniera itinerante in alcune regioni dell’Italia meridionale, in particolare la Puglia. Agon Channel punterà forte anche sulla qualità audio video, trasmettendo programmi in alta defi nizione ma da un’altra nazione, in questo modo si punta chiaramente all’abbattimento dei costi di produzione, che in questi anni hanno rappresentato il problema più pesante per le emittenti nostrane. Il conto alla rovescia è partito con la messa in onda di alcuni spot, ripresi durante la fase dei provini per aspiranti collabo-

ratori; l’inizio della programmazione è prevista invece per la fi ne di ottobre. Al di la della curiosità per vedere i nuovi programmi, l’attenzione degli esperti di settore è tutta sulla buona riuscita fi nanziaria del progetto. In un periodo di grande crisi economica per la tv di stato, in molti si chiedono se il futuro non possa essere rappresentato dalla delocalizzazione televisiva.

pagina

11


pagina

12

®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Ice Bucket Challenge Is Getting Hotter… Solidarietà, semplicità, pubblicità? di Loredana Romano, Copywriter

O

gni estate che si rispetti ha il suo tormentone, ma questa del 2014, oltre a distinguersi per le anomalie climatiche si è contraddistinta per la “sfida del secchio ghiacciato’’, che ormai a livello virale, guadagna sempre più popolarità. Com’è noto, il “gioco” punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e reperire fondi per la ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica. Inizialmente promossa in USA dalla ALS Association, l’associazione che si occupa dei pazienti affetti da SLA, la sfida è semplicissima: chi viene sfidato ha 24 ore di tempo per rovesciarsi sulla testa un secchio di acqua gelata, oppure deve elargire una donazione all’associazione. Molti scelgono di fare entrambe le cose e, comunque, una volta superata la prova, si ottiene il diritto di sfidare altre persone. Negli Stati Uniti sta avendo un successo senza precedenti: l’ALS ha comunicato di aver raccolto 94,3 milioni di dollari in un mese contro i 2,6 milioni dello stesso periodo lo scorso anno. In Italia, la campagna è partita male, ma sta lentamente migliorando: l’associazione italiana AISLA ha raccolto al 26 agosto 500 mila euro, come affermato dal tesoriere dell’associazione Alberto Fontana ai microfoni di Radio DJ in quella stessa data.

Ma si tratta di solidarietà o di altro? Generalmente, le organizzazioni no-profit non hanno possibilità economiche sufficienti a pubblicizzare e divulgare le loro campagne di “fund raising”. Con budget limitati a disposizione, la chiave sta dunque nel mettere a punto strategie di marketing creative ed economicamente efficienti e di sicuro, Digital e social media hanno reso loro divertente e gestibile l’arduo compito. Questa dell’IBC non è certo la prima campagna del genere, ma c’è qualcosa che la rende diversa dalle altre, garantendole un successo planetario e su cui ci si interroga in rete. Un’analisi puntuale a firma di Zaareen Muzaffar, una “free lance writer” di formazione canadese, ha declinato in un post su LinkedIn la questione in questi termini: • Coinvolgere: la bellezza di questa campagna è che tutti sono coinvolti. Da Richard Brandson, “patron” del gruppo Virgin, a Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon, da Eminem e Rihanna a Bill Gates, da Robert Plant a Luciana Littizzetto, da Mark Zuckerberg al proprio vicino di casa. Se CEO, fondatori e celebrità sono coinvolti in una causa di beneficenza, c’è la possibilità che ne vogliano far parte tutti. Toccare a livello emotivo le persone, facendole sentire apprezzate, e creare un progetto che porti dietro di sé qualcosa di sostanziale, offre maggiore possibilità di guadagnare popolarità e riconoscimenti. • Provocare emozioni: chi ha detto che la beneficenza deve essere seria? Se l’intento è nobile, l’organizzazione sta combattendo per una causa e vuoi farne parte, perché essere tanto seri? Se c’è una cosa che accomuna tutti i video e i post è la risata. Avete visto Bill Gates mentre si versava l’acqua addosso? Provocare risate e felicità è certamente la chiave che ha aiutato questa campagna a diffondersi viralmente. • Capitalizzare attraverso gli strumenti dei social media: con Instagram, Twitter, Facebook, Vine, Tumblr e blog vari, pubblicizzare un prodotto o un’idea è diventato molto più facile. Ma un’idea debole non funzionerà, non importa


®

numero 6 - agosto/settembre 2014

quanto la si pubblicizzi attraverso i vari social. La ALS Ice Bucket Challenge è stata una fresca e divertente idea, diffusa in modo giusto usando i giusti canali social. • Passarsi la sfida: ogni volta che vediamo una campagna, ne leggiamo al riguardo e poi passiamo oltre. Ma per la ALS Ice Bucket Challenge si è personalmente invitato dagli altri. Passare agli altri la sfida, invitarli personalmente e tutto per una buona causa non fa che rafforzarne le ragioni. Inoltre, portare leaders di pensiero e figure d’ispirazione a promuovere un contenuto è un modo veramente efficace di diffonderne il messaggio. I commenti al post non si sono fatti attendere; c’è chi ha suggerito, in risposta all’analisi posta dalla Muzaffar, un’equazione secondo cui V = (E x R)2, dove V sta per Viralità, E per Emozione ed R per Relazioni, chi ha sintetizzato la natura del successo in termini di “Gamification”, basandola dunque sul metodo di portare le persone a cambiare atteggiamento o ad assumere un comportamento positivo nelle loro vite, attraverso un processo divertente, sfidante e non privo di riconoscimenti o chi, addirittura, lo ha proposto come uno tra i più forti ed emblematici casi di istruzioni di tipo stigmergico (spiegate in etologia dal comportamento ad es. delle formiche, che comunicano tra di loro attraverso le tracce dei feromoni) combinate ad una risonanza globale data dal web. Qualcun altro si è limitato a definire il successo della sfida come una ricaduta sicura in termini di pubblicità per le celebrities, mentre per la gente comune è lo spirito di appartenenza ad uno stesso gruppo, comprendente appunto le celebrities, che fa muovere il gioco in una giostra di “me too” collettivo. Di sicuro si è moltiplicato a dismisura il numero di persone che nel frattempo è andato a “googlare” l’acronimo ALS, quindi l’obiettivo della “disease awareness” sembra essere stato assolutamente raggiunto. La ALS Ice Bucket Challenge sembra dunque aver incorporato e miscelato al meglio tutte le giuste tecni-

che, riuscendo ad ottenere, attraverso la gamificazione del fund raising, l’attenzione dei media non solo digitali e la diffusione virale del messaggio. Dunque, what else? Rientrando nei confini nazionali, oltre a rilevare un andamento ancora lento del fund raising nostrano, vale la pena segnalare una notizia sicuramente più piacevole di una secchiata d’acqua gelida, che dà speranza ai malati e restituisce orgoglio alla ricerca scientifica italiana. La notizia riguarda uno studio interamente italiano nel quale si dimostra, per la prima volta, la possibilità di diagnosticare con alcuni mesi di anticipo la sclerosi laterale amiotrofica mediante PET, un semplice esame di tomografia ad emissione di positroni, condotta mediante un tracciante analogo al glucosio, già di norma utilizzato dai centri di medicina nucleare nella pratica clinica. La tecnica permette di raggiungere un’accuratezza diagnostica del 95 per cento. Il lavoro, appena pubblicato sulla rivista internazionale Neurology, è frutto della collaborazione fra Marco Pagani, ricercatore dall’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr di Roma, Adriano Chiò, direttore del Centro SLA dell’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, e Angelina Cistaro, ricercatrice del Centro torinese Pet Irmet. Lo studio vanta grande affidabilità statistica e clinica in quanto ha coinvolto 195 pazienti in cura al Centro SLA delle Molinette, confrontati con 40 soggetti sani. È ad oggi la casistica di gran lunga più consistente rispetto a qualunque altro studio di neuroimaging effettuato fino ad oggi nella SLA e costituisce un importante passo per lo sviluppo della diagnosi precoce della malattia. Finora la SLA poteva essere individuata solo attraverso l’indagine clinica e con il supporto di metodiche neurofisiologiche, richiedendo un lungo periodo di osservazione, che poteva arrivare ad un anno. “L’accelerazione e la maggiore accuratezza sono fondamentali sia per lo sviluppo di nuove terapie sia per l’accesso dei pazienti alle cure sperimentali” spiega Chiò. E speriamo che sia di esempio “stigmergico”.

pagina

13


pagina

14

®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Lavapiatti Mobile di Flaviana Cimmino, Account Office

L

'attenzione crescente nei confronti di tutto ciò che è ecosostenibile, ha rafforzato l'impegno di molte aziende, associazioni e privati nel diffondere i valori ed i benefici di una vita orientata al rispetto e alla tutela dell'ambiente in tutte le sue derivazioni. Da questo stesso obiettivo è partito un progetto realizzato in collaborazione tra Legambiente Basilicata e il Parco dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese, con la partnership tecnica dell'Electrolux, azienda leader mondiale nella vendita di elettrodomestici e con una spiccata attenzione per la sostenibilità ambientale ed il riciclo dei propri prodotti. L'idea è stata quella di realizzare una “lavapiatti mobile” a noleggio, un rimorchio furgonato con tre lavastoviglie al suo interno e completo di tutte le stoviglie rigorosamente in policarbonato, melammina e acciaio, in modo da essere lavabili e igienizzabili nell’elettrodomestico. Si tratta della prima iniziativa di questo tipo in Italia. In un territorio come il nostro, ricco di manifestazioni culturali e sportive, fiere e sagre, il messaggio risulta chiaro: ridurre la quantità di rifiuti che normalmente si producono in occasione di questi eventi. Non a caso il progetto è sostenuto da Fondazione con il Sud attraverso il Bando ambiente "Verso Rifiuti Zero". Dall’origine regionale del progetto deriva che per i soli eventi enogastronomici ricadenti nell’area del Parco nazionale Appenino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, come da accordi intercorsi tra l’Ente e l’associazione, il noleggio sarà gratuito nel corso del 2014 e 2015. Per quanto riguarda le altre Regioni, però, sarà possibile fare richiesta della lavapiatti mobile direttamente a Legambiente Basilicata,

da parte di tutti i privati, le associazioni e gli enti pubblici impegnati nell’organizzazione di manifestazioni con somministrazione di cibo e bevande. La speranza del presidente di Legambiente Basilicata, Marco De Biasi, è quella di sensibilizzare le comunità cittadine sul tema della salvaguardia del territorio e promuovere una cultura ambientale orientata a comportamenti più consapevoli, oltre quella di ridurre i costi di smaltimento dei rifiuti. Il primo utilizzo della lavapiatti mobile è avvenuto a fine agosto in occasione della Festa del Ferricello a Viggiano (Potenza) ed è inutile dire che l'iniziativa ha provocato stupore ma soprattutto ammirazione da parte dei presenti, suscitando interesse anche a livello nazionale. Molte sono le Regioni che, infatti, hanno già fatto richiesta della disponibilità della lavapiatti per le proprie manifestazioni. Oltre alla riduzione della quantità di rifiuti, bisogna specificare anche che le lavastoviglie offerte dalla Elettrolux, come ci tiene a sottolineare Francesco Di Battista, rivenditore autorizzato del marchio in Basilicata, sono attrezzature realizzate in modo tale da consentire risparmio di acqua, detergenti, corrente elettrica e gas e ovviamente riciclabili al cento per cento alla conclusione del loro ciclo di vita.


®

numero 6 - agosto/settembre 2014

Riparte la Givova Napoli Basket di Andrea Ponsiglione, Events Management

L

a nuova stagione del campionato di Basket Seria A2 Lega Gold è ormai alle porte. Domenica 5 ottobre al PalaBarbuto di Napoli, l’esordio per l’Azzurro Napoli Basket. La squadra da quest’anno ribattezzata Givova Napoli aff ronterà nel primo match il Ferentino Basket. Anche per il prossimo campionato Menthalia e Azzurro Napoli Basket proseguiranno la loro avventura nel mondo della palla a spicchi.. Una partnership che punta a costruire un percorso ambizioso e ricco di successi, dentro e fuori dal campo. Come nella scorsa stagione avvieremo una serie di iniziative promozionali per far conoscere al grande pubblico il progetto Napoli Basket. Proseguiremo l’esperienza editoriale con la rivista Pick e Roll, con approfondimenti, curiosità e news sulla squadra. Ruolo ancora più importante sarà dato ai tifosi, coinvolti con una serie di contest per essere sempre al fianco del team. La collaborazione fra le due società si allargherà a nuovi orizzonti unendo le rispettive esperienze nella presentazione dello studio di fattibilità per la costruzione del Pala Mario Argento. Da tanti anni la città di Napoli aspetta di avere di nuovo un palazzetto dello sport all’altezza, un sogno ambizioso ma realizzabile come sottolineato dal General Manager di Menthalia, Marco Iazzetta, “dopo tanti anni, a Napoli si proverà a costruire qualcosa di importante per la città e lo sport”, Menthalia “sarà coinvolta in un progetto unico nel suo genere”, affiancando L’Azzurro Napoli Basket in questo percorso e assumendosi il compito di promuovere ogni iniziativa legata allo sviluppo dell’intero progetto. Non solo impegno sportivo, “proseguiremo il lavoro dell’anno scorso, lo scopo non sarà soltanto realizzare qualcosa legato all’evento, ma creare eventi negli eventi, tutta una serie di attività dove tutti gli appassionati saranno coinvolti”. Impegno sociale innanzitutto con eventi in collaborazione con associazioni ed enti che lottano contro le discriminazioni umanitarie. Menthalia e Givova Napoli lavoreranno

con il massimo impegno per raggiungere il miglior risultato, onorando sempre i colori della squadra e i valori dello sport. Speriamo di avere forte il sostegno dei tifosi e di tutti gli appassionati di Basket.

pagina

15


editoria/advertising web/multimedia/eventi Be social

Contact www.menthalia.com Milano - Firenze - Napoli


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.