Periodico d’informazione sulla comunicazione e dintorni
© Lorenzo Moscia
NUM. 4 - ANNO III APRILE/MAGGIO 2014
SPECIALE FOTOGRAFICO
UNA DOMENICA DA RICORDARE a cura di Lorenzo Moscia
IN QUESTO NUMERO Lavoro e disabilità, un dialogo alla pari Ruanda e Shoah: un confronto possibile Un connubio perfetto... Riapre la biblioteca nazionale di Sarajevo distrutta durante la guerra Napoli in festa per il Comicon! Twitter cambia volto Un evento per festeggiare Nutella
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numero 4 - aprile/maggio 2014
Editoriale L’importanza delle idee
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Registrazione al Tribunale di Napoli N. 27 del 6/4/2012 Direttore Responsabile: Fabrizio Ponsiglione Direttore Editoriale: Stefania Buonavolontà Art Director: Marco Iazzetta Grafica & Impaginazione: Diego Vecchione Hanno collaborato in questo numero: Stefania Buonavolontà, Maria Grazia Cassese, Riccardo Michelucci, Andrea Ponsiglione, Marco Quadretti, Diego Vecchione Menthalia srl direzione/amministrazione 80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445 Sedi di rappresentanza: 20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro 50126 Firenze – 20, Via Cardinal Latino Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari. La pubblicazione delle immagini all’interno dei “Servizi Speciali” è consentita ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca.
Si va a votare di più se a dirlo è Facebook? È possibile che un messaggio virtuale, circolato nella rete dei propri amici influenzi in modo diretto e su larga scala comportamenti reali, a partire dalle elezioni politiche? Sembrerebbe di sì. Secondo uno studio del 2012, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, nelle elezioni statunitensi del 2010, sono stati 340 mila i cittadini che hanno votato dopo aver visto i loro “amici” cliccare il pulsante “I’m voter”, con cui era possibile condividere con gli altri utenti la propria decisione di esercitare il diritto di voto. E così Facebook, in occasione delle elezioni Europee in programma dal 22 al 25 maggio, ha deciso di introdurre il pulsante anche in Europa. In Italia “Sono un elettore” è stato visualizzato da domenica 25 maggio, giorno di apertura dei seggi. Per fortuna, come previsto dalla Costituzione italiana, il voto è ancora personale, libero e segreto. Ci piace credere, comunque, che gli esseri “pensanti” rappresentino ancora la maggioranza e che, soprattutto, la scelta di partecipare alla vita politica o più in generale alla vita sociale e culturale del nostro paese segua ancora idee, orientamenti e passioni non facilmente condizionabili, soprattutto da un pulsante!
Marco Iazzetta General Manager Menthalia
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Lavoro e disabilità, un dialogo alla pari di Marco Quadretti, Web Developer
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’articolo 1 della Legge 68/99 recita: “La presente legge ha come finalità la promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato.” La legge è chiara, ma di mirato c’è ben poco! Quello dei lavoratori con disabilità è un argomento molto delicato di cui si parla molto, ma si fa davvero poco. Per legge i datori di lavoro, pubblici e privati, circa ogni 15 dipendenti, sono tenuti ad avere alle loro dipendenze un lavoratore appartenente alle categorie protette. Spesso però, le aziende assumono lavoratori disabili più “per legge” che per avere personale operativo. Il problema è che da un lato ci sono lavoratori con patologie diverse che difficilmente riescono a trovare un posizionamento adeguato che valorizzi le proprie capacità, dall’altro le aziende hanno sempre avuto difficoltà ad assumere personale disabile in modo mirato. Un problema che non ha lasciato indifferente Daniele Regolo, di Civitanova Marche, un giovane imprenditore sordo dalla nascita. Con la sua disabilità ha imparato a conviverci e a combatterla, fino al punto di renderla una sfida imprenditoriale e sociale. Dopo molteplici esperienze lavorative, sia nel pubblico impiego che in aziende private, ha deciso di agire in prima persona per la risoluzione di un problema comune, l’inserimento e la valorizzazione di lavoratori diversamente abili. Nel 2001 ha ideato e creato AgenziaLavoroDisabili.it da allora in continua evoluzione. I quasi tremila utenti iscritti al vecchio sito e l’importante riconoscimento alla “Global Social Venture Competition” del 2012 hanno imposto un cambio di marcia per un portale che vuole diventare il riferimento per le aziende in cerca di lavoratori con disabilità.
Nel dettaglio, l’iniziativa si propone di essere innanzitutto un soggetto facilitatore, su scala nazionale, nel momento di incontro tra domanda e offerta di lavoro, riservata alle cosiddette “categorie protette”. Oltre a fare emergere migliaia di candidati spesso mai chiamati a colloquio, l’obiettivo della piattaforma è quello di svolgere anche un ruolo di supporto agli uffici del collocamento mirato, agevolando il loro compito istituzionale. Oggi il portale ha una nuova veste grafica e si chiama “Jobmetoo” ed è sostenuta da 360 Capital Partners e dal network internazionale U-Start, che a questa “startup” ha destinato un totale di 500 mila euro, per lo sviluppo della piattaforma, l’ampliamento della gamma dei servizi forniti, il lancio delle attività di marketing e comunicazione e il rafforzamento della struttura. Come funziona Jobmetoo? Si tratta di un servizio di inserimento lavorativo dedicato alle persone con disabilità, semplice, efficace e altamente accessibile. Esso consente di: • compilare gratuitamente il curriculum vitae e creare un profilo estremamente dettagliato; • guardare le posizioni lavorative compatibili e candidarsi con un clic; • ricevere messaggi di “job alert” per essere sempre aggiornati. Il tutto, con il supporto di un team di professionisti che vivono la disabilità in prima persona. L’azienda, da parte sua, può: • compilare il proprio profilo e mettersi in contatto con i migliori candidati; • inserire le posizioni lavorative aperte; • ricercare liberamente nel database dei candidati e salvare i profili più interessanti, con il supporto di un team di professionisti esperti.
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Ruanda e Shoah: un confronto possibile di Riccardo Michelucci, Giornalista
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i sono tanti, troppi punti in comune tra il genocidio del Ruanda – di cui ricorre il ventennale – e l’Olocausto, che fino a non molto tempo fa veniva considerato un evento unico e quindi incomparabile nella storia recente dell’umanità. Evidenziare le analogie e le somiglianze tra questi due orrori non è un esercizio accademico né una sterile comparazione tra contabilità delle vittime e atti di brutalità. È piuttosto un’esigenza dettata dalla memoria e dal bisogno di comprendere le responsabilità e le cause di due eventi che risultano assai meno distanti del mezzo secolo di storia che li separa. In un saggio breve ma intenso, “Shoah, Ruanda. Due lezioni parallele” (Giuntina) che è stato presentato il 7 aprile scorso al Parlamento europeo a Bruxelles, Niccolò Rinaldi declina in modo efficace l’inevitabile parallelismo tra i due maggiori orrori del XX secolo, senza scordare le inevitabili differenze. La prima e più eloquente di queste sta nella modalità: le vittime dell’Olocausto morirono nelle camere a gas, nei forni crematori e nei campi di concentramento; in Ruanda fu invece
distrutto circa un milione di vite umane a colpi di machete, oppure bruciando gruppi di persone chiusi in chiese o scuole, o ancora seppellendo i vivi e i morti insieme. Differente è stata anche la presa di coscienza post-genocidio, poiché nel caso del Ruanda non c’è ancora stata una condanna unanime, al contrario di quanto è accaduto invece per l’Olocausto. Rinaldi - esperto di “memorie” e già autore di altri libri importanti su Afghanistan e Africa - delinea invece il parallelismo Shoah-Ruanda attraverso un caleidoscopio di parole attorno alle quali fa ruotare una narrazione che non scade mai nella retorica. Parole che hanno in alcuni casi un significato opposto (crudeltà e pietà, oblio e memoria, revisionismo e riconoscimento, rassegnazione e resistenza) e che rappresentano i punti di partenza di un percorso di approfondimento che risulta assai utile per fugare una volta per tutte l’equivoco più pericoloso: considerare ciò che è accaduto in Ruanda vent’anni fa uno “scontro tribale”, come a lungo l’Occidente ha voluto credere. Fu invece anch’esso, al pari della Shoah, uno sterminio pianificato basato su divisioni antiche e causate da politiche che, finita l’epoca colonialista, non hanno mai smesso nei fatti d’essere colonialiste, sostituendo il dominio territoriale con il controllo e lo sfruttamento economico. Dagli anni ’50 in poi il Ruanda è stato violentato per decenni da studiosi e da antropologi che hanno raccontato la storia del paese in termini di guerra tra razze, e a lungo le tradizioni del piccolo paese africano sono state demonizzate e occultate dagli hutu che le attribuivano solo alla cultura tutsi. È quindi confortante che in questi ultimi anni sia apparsa una nuova generazione di storici capace di fornire un’altra lettura della storia antica ruandese, non basata su pregiudizi razzisti ma su un passato comune. La tragedia del Ruanda conferma purtroppo che affermare “mai più” non basta per evitare gli orrori del passato. “C’è poco da stare tranquilli – conclude Rinaldi - ma se conosciamo siamo tutti più forti”.
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Un connubio perfetto... di Andrea Ponsiglione, Events Management
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enthalia-Azzurro Napoli Basket; sembrerebbe un connubio legato esclusivamente ad una questione di sponsorship e invece parliamo di una partenership che comincia nel momento in cui il Presidente Maurizio Balbi ci parlò di questo progetto circa 2 anni fa. L’entusiasmo del Presidente Balbi è stato da subito contagioso e non ci è voluto molto per sedersi attorno ad un tavolo a definire dettagli e partorire nuove idee. Menthalia ha creduto nel progetto Napoli Basket ed è stata fautrice di molti progetti che sono stati portati avanti insieme alla Società; si è partiti con la semplice strutturazione di una brochure di presentazione del progetto “Mario Argento” (nuovo impianto sportivo polivalente) presentato in Lega ancor prima di cominciare questa avventura e si è arrivati alla messa in onda della trasmissione web-televisiva “Pick & Roll” dedicata interamente al mondo della pallacanestro napoletana, passando per il disegno della maglia home-away che indosseranno i giocatori del Napoli Basket nella stagione sportiva 2014-2015 e alla realizzazione del magazine ufficiale della stessa Società. Tanta soddisfazione ci ha regalato anche il far parte di un progetto in cui lo sport, in questo caso la pallacanestro, è il mezzo con il quale si possono raggiungere degli obiettivi di solidarietà; nel particolare l’accordo con l’Associazione Santobono ha fatto sì che si possa dare inizio ad una raccolta di fondi in favore della costruzione di un nuovo reparto all’avanguardia presso l’Ospedale Santobono. Si sono gettate, quindi, le basi per un rapporto duraturo e proficuo, nel quale ognuno fa la sua parte cercando di coadiuvare business, sport, solidarietà in un unico grande interesse comune che è quello di creare qualcosa di unico ed innovativo per la città di Napoli, partendo dal presupposto che “volere è potere” che è un assioma dal quale Menthalia e Azzurro Napoli Basket sono partiti per creare la loro storia come Aziende. Il risultato sportivo, seppur molto importante, viene messo in secondo piano rispetto al “fare Azienda”, perché, sia noi come Menthalia, sia l’Azzurro Napoli Ba-
sket, sappiamo bene che per fare bene in futuro, ma soprattutto che ci sia un futuro, bisogna costruire basi solide e che tutto ciò che oggi si realizza sia funzionale al progetto domani. Osservare, ciò che gli altri guardano; ascoltare, ciò che gli altri sentono; raccontare ciò che gli altri dicono; guardarsi intorno, senza mai smettere di guardarsi dentro: è questo tutto ciò in cui Menthalia e l’Azzurro Napoli Basket credono!
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Una domenica da ricordare di Lorenzo Moscia, Fotoreporter
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apa Francesco ha proclamato santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Domenica 27 aprile alle 10.15 si è tenuta la cerimonia di canonizzazione in piazza San Pietro. L’evento ha portato a Roma circa 800mila pellegrini da tutto il mondo, che hanno affollato le piazze e le strade adiacenti a San Pietro fino al Tevere. Alla cerimonia hanno partecipato personaggi del mondo politico e capi di stato
provenienti da diverse parti del mondo. Per l’Italia non poteva mancare la presenza del Presidente del Consiglio Renzi e del Presidente della Repubblica Napolitano accompagnati dalle proprie mogli. La cerimonia si è chiusa con il giro di Papa Francesco sulla jeep bianca per salutare la folla. La canonizzazione è stata seguita dai fedeli sui maxischermi in tutta Italia e in centinaia di cinema nel mondo.
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Riapre la biblioteca nazionale di Sar di Riccardo Michelucci, Giornalista
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erther e Quasimodo. Raskolnikov e Mersault. Tom Sawyer, Yossarian e tutti gli altri stanno finalmente tornando a casa. Nell’agosto del 1992, mentre osservava l’antica biblioteca di Sarajevo bruciare dalla finestra di casa sua, il poeta bosniaco Goran Simić aveva immaginato che i protagonisti di molti capolavori indimenticabili stessero volando via alla ricerca di un’altra dimora, insieme alla cenere nera che si levava dall’edificio sventrato dalle bombe incendiarie dei nazionalisti serbi. In appena tre giorni quelle bombe distrussero la Vijećnica, la storica biblioteca nazionale e universitaria di Sarajevo, l’unico archivio nazionale del paese, cancellando con essa il patrimonio culturale della Bosnia multietnica. In poche ore furono spazzate via per sempre circa due milioni di opere, tra cui libri rari, manoscritti antichi e incunaboli del XV e del XVI secolo. Quell’orribile rogo fu il preludio del più lungo assedio di una città europea dai tempi della Seconda guerra mondiale, durante il quale oltre dodicimila sarajevesi rimasero uccisi, e riportò alla memoria il triste ammonimento di un altro poeta, Heinrich Heine, “dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini”.
Ecco perché la riapertura ufficiale della biblioteca nazionale di Sarajevo, fissata per venerdì 9 maggio dopo un complesso restauro durato quasi diciotto anni, sarà un momento fortemente evocativo che testimonierà il trionfo della civiltà contro la barbarie, proprio come accadde a Mostar nel 2004, quando venne inaugurato il restauro del Ponte Vecchio, anch’esso abbattuto a cannonate durante il conflitto. La Vijećnica, restituita al suo antico splendore dopo enormi ostacoli organizzativi, burocratici e finanziari, riaprirà al pubblico nel giorno in cui l’Europa celebra la sconfitta del nazismo e l’unità del Vecchio Continente. E quello stesso giorno Sarajevo, la capitale europea che ha visto l’inizio e la conclusione del “Secolo breve”, ricorderà al mondo che i nazionalisti serbi bruciarono i libri proprio come i nazisti e che niente, neanche questo scintillante restauro, potrà lenire le ferite aperte durante la pagina più nera della recente storia europea. Ancora oggi, i lunghi giorni di un assedio durato oltre quattro anni e lo straziante ricordo delle migliaia di vittime civili restano ben scolpiti nella memoria della città e dei suoi abitanti.La fisionomia esterna dell’edificio, risalente al 1894, è da tempo tornata
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ajevo distrutta durante la guerra
quella originaria, con le splendide facciate rosso e ocra che si specchiano nelle acque del fiume Milijacka. Le foto rese pubbliche in anteprima hanno poi mostrato tutto lo sfarzo degli interni. Grazie al progetto originale ritrovato nell’archivio di Zagabria, intorno ai tremila metri quadrati di parquet sono stati riprodotti com’erano in precedenza i muri e i soffitti aff rescati e decorati a mano, gli sfarzosi arabeschi e le finestre in legno, i vetri a mosaico e le porte intarsiate. Senza dimenticare la scalinata centrale in marmo, le cui macerie sono state per anni il simbolo dell’urbicidio della capitale bosniaca. La ricostruzione è costata sedici milioni di euro – oltre la metà dei quali erogati dall’Unione europea – e ogni ragionevole sforzo è stato compiuto per donare alla Vijećnica un aspetto esattamente uguale a prima. A cambiare, in parte, sarà invece la destinazione d’uso degli spazi interni: l’edificio non ospiterà più soltanto la biblioteca universitaria ma riacquisterà anche la funzione di sede di rappresentanza della città che aveva avuto fino al 1949. La municipalità di Sarajevo potrà disporre di uffici al primo e al secondo piano, mentre la biblioteca avrà spazi al piano terra, al mezzanino e al secondo piano. Alla cultura è stato destinato anche il piano interrato, che ospiterà un museo sulla storia della biblioteca, la caffetteria
e il deposito librario, oltre a locali di servizio. Ma nessun restauro, per quanto approfondito e fedele all’originale, potrà far dimenticare che appena il dieci per cento delle opere conservate al suo interno prima della guerra è scampato al grande rogo del 1992, un gesto criminale premeditato allo scopo di cancellare un passato comune. In tanti si prodigarono per salvarli, quei libri, ma l’eroica catena umana spontanea che si formò in quei giorni fu costretta a soccombere di fronte ai colpi d’obice e ai cecchini che colpivano senza pietà anche i volontari e i vigili del fuoco. Una giovane bibliotecaria, Aida Buturovic, perse la vita mentre cercava di strappare i volumi alle fiamme. I pochi resti di quell’immenso patrimonio librario sono rimasti a lungo stivati in un rifugio antiatomico, prima di essere trasferiti nei sotterranei del ministero dell’istruzione e in seguito in un’ex caserma dell’esercito jugoslavo. La rinascita del luogo simbolo di Sarajevo sarà suggellata con una grande cerimonia il 28 giugno, nel centenario dell’assassinio dell’erede al trono austroungarico Francesco Ferdinando, evento che innescò il Primo conflitto mondiale. In quell’occasione, l’Orchestra Filarmonica di Vienna diretta dal maestro Franz Welser-Möst si esibirà nell’antica biblioteca in un repertorio di brani di Haydn, Schubert, Berg, Brahms e Ravel.
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Napoli in festa per il Comicon! di Diego Vecchione, Graphic Designer “Sono rimasto colpito dall’entusiasmo dei giovani che sin dalle prime ore della mattina erano in coda per l’apertura di Comicon 2014. In quanto Sindaco sono particolarmente orgoglioso di ospitare la seconda più grande manifestazione in Italia dedicata al fumetto dopo Lucca e dell’omaggio che Topolino ha fatto alla città dedicandogli la copertina. Complimenti agli organizzatori per saper ogni anno rinnovare il successo di un appuntamento che fa di Napoli la capitale del Fumetto.” Queste le parole del Sindaco Luigi De Magistris all’apertura della seconda giornata di Comicon 2014. 20mila presenze al giorno hanno reso la città partenopea il nuovo polo della nona arte. La XVI edizione del Salone internazionale del Fumetto è riuscita a superare i numeri dell’anno scorso facendo definire Napoli “Capitale del fu-
metto” forma di linguaggio oramai riconosciuta anche in letteratura. Attività “speciali” per un evento tutto da vivere realizzate da Fanpage (main sponsor della manifestazione) insieme al gruppo di videomaker The Jackal. “Social Stand” per favorire al massimo l’interazione con il pubblico presente, che hanno visto come principali attività “I Supereroi di Fanpage”, un VideoBox dove i ragazzi potevano lasciare il loro messaggio al mondo immaginando di essere dei supereroi, ed un’area dove era possibile scattare foto e condividerle con l’hashtag #SelfieConFanpage. Ad arricchire il tutto la presenza delle webstar che hanno regalato vere e proprie scene da Hollywood: in migliaia in fila per assistere alle proiezioni, alle anteprime e alle interviste a The Jackal, Claudio Di Biagio, The Pills, Nirkiop, Yotobi e UnTizioQualunque.
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In chiusura della manifestazione sono stati assegnati i prestigiosi premi annuali intitolati ad Attilio Micheluzzi: Miglior fumetto a “L’intervista” di Manuele Fior (Coconino press); miglior disegnatore a Andrea Venturi per Speciale Tex n. 28 (Sergio Bonelli editore); miglior sceneggiatore a Alessandro Bilotta per Nobody (Le Storie n. 10 - Sergio Bonelli editore); miglior serie dal disegno artistico a Shangai Devil (nn. 16-18) - Gianfranco Manfredi /AA.VV. (Serio Bonelli editore); miglior serie dal disegno non realistico a “Zio Paperone e l’Ultima Avventura” di Francesco Artibani e Alessandro Perina, per Topolino 2985-2988 (Panini Comics/Disney); miglior fumetto estero a “Essex County. I fantasmi della memoria” di Jeff Lemire (Panini 9L); miglior serie straniera a “L’attacco dei giganti” di Hajime Isayama (Planet Manga); miglior edizione di un classico a “La Cronaca degli Insetti Umani” di Osamu Tezuka (001 Edizioni - Hikari); miglior storia breve a “Uno si distrae al bivio. La crudele scalmana” di Rocco Scotellaro e di Giuseppe Palumbo (Lavieri Edizioni).
Il Salone Internazionale del Fumetto Napoli COMICON è tra i più importanti festival del fumetto in Europa. L’attenzione particolare alla qualità delle esposizioni, dalla cura delle tavole originali alla ricercatezza degli allestimenti; l’impressionante elenco di ospiti, disegnatori, autori ed operatori del settore; la riconoscibilità del progetto culturale che c’è alla base, che si esprime in dibattiti, seminari, anteprime e rassegne cinematografiche, concorsi ed esposizioni di giovani talenti, eventi e manifestazioni che coinvolgono tutta la città fino alle collaborazioni con i più prestigiosi festival internazionali da Angouleme in Francia a Seoul in Korea, ne fanno un appuntamento imperdibile nel panorama della nona arte.
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Twitter cambia volto di Stefania Buonavolontà, Marketing & Communications
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witter sta ufficialmente lanciando la sua nuova veste grafica. Il 28 maggio infatti offrirà ai sui utenti una nuova pagina profilo: la foto sarà più ampia e sarà possibile personalizzare l’intestazione, ma ci sono novità anche relativamente ai tweet. È un’imitazione palese, ma se analizzata bene potrebbe risultare una buona mossa commerciale. Jack Dorsey CEO del social dei 140 caratteri lo sa bene, lo standard creato da Zuckemberg e man mano utilizzato da molti altri social network in circolazione piace e funziona. Facebook infatti è la piattaforma più utilizzata dal pubblico tradizionale, e quello che sta tentando di fare Twitter è avvicinarsi il più possibile a loro. Perché non utilizzare quindi un sistema che già funziona ed è altamente user friendly? Durante l’ultimo trimestre, Twitter ha avuto una notevole crescita di iscrizioni, ma un abbassamento dello “user engagement” (ossia quanto tempo un utente interagisce effettivamente sulla piattaforma). Questo è segno che, anche se le persone stanno
testando la piattaforma, non rimangono incuriosite dal suo utilizzo; il motivo potrebbe essere perché Twitter ha una natura diversa rispetto agli altri social network e le persone rimangono intimorite. Questa standardizzazione che fa parte di una tendenza globale potrebbe essere la soluzione. In questo momento, a meno che non si spenda tutto il giorno ad aggiornare la pagina, si perde sempre qualcosa di Twitter. Il flusso costante dei tweet può essere difficile da seguire anche per gli utenti più esperti, e scoraggia senza dubbio i nuovi. Con il nuovo design i tweet più popolari e che hanno totalizzato più interazioni appariranno più grandi rispetto agli altri, le foto saranno più visibili e si potrà impostare su ogni profilo un messaggio in evidenza (pinned tweet). Questo cambiamento non può risolvere il problema completamente, ma è sicuramente un inizio e non è difficile immaginare come twitter possa continuare ad apportare cambiamenti per permettere ad un pubblico più tradizionalista una migliore esperienza con la piattaforma.
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Un evento per festeggiare Nutella di Maria Grazia Cassese, Redazione Menthalia
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a crema di nocciola più famosa al mondo, simbolo della Ferrero e del made in Italy, ha compiuto 50 anni. Per l’occasione, Ferrero ha organizzato una serie di eventi che hanno coinvolto l’Italia e contemporaneamente altri paesi del mondo, come Regno Unito, Canada e Mosca. I festeggiamenti sono iniziati il 17 maggio ad Alba, città di nascita del primo barattolo, per poi concludersi il 18 maggio nella splendida cornice napoletana di Piazza Plebiscito. Nutella nasce ufficialmente il 20 aprile 1964 nello stabilimento piemontese di Alba, anche se l’idea originaria risale già agli anni ‘40. Si racconta che Pietro Ferrero, pasticcere di Alba e fondatore dell’azienda Ferrero, nel tentativo di creare una merenda al cioccolato a basso costo, provò ad amalgamare l’impasto del cioccolato gianduia con il burro di cocco. Una volta raffreddato, venne fuori una sorta di grosso panetto solido da tagliare a fette, il Giandujot, che riscosse immediatamente successo. Questo era solo l’inizio. Nell’estate del 1949, la ricetta fu ritoccata e i panetti di Giandujot si trasformarono in Supercrema. La svolta definitiva arrivò, però, nel 1964 con il figlio di Pietro Ferrero, Michele, che decise di perfezionare la formula, rendendola ancora più morbida e attribuendole il nome che tutti conosciamo: Nutella. Il nome non fu scelto a caso: Nutella deriva da nut, che in inglese significa nocciola. Da questo momento in poi è stato un susseguirsi di successi, che hanno reso il marchio un’icona nazionale. Un compleanno così importante, quindi, non poteva passare inosservato! Sabato 17 maggio Alba ha regalato una serie di spettacoli musicali, tra cui la “Nutellam cantata”, opera lirica da camera per voci soliste ed orchestra. Domenica 18 giugno è stata la volta di Napoli: sin dalle 10 del mattino Piazza del Plebiscito si è trasformata in un luna park, animata da punti gioco Nutella, come tiro al piattello e flipper. Non potevano mancare musica sul palco e distribuzione di pane e Nutella. Nel pomeriggio si sono esibiti
artisti di vari generi musicali, capaci, quindi, di intercettare i gusti di differenti target. Guest star della serata, Mika, che da piazza del Plebiscito di Napoli ha chiuso le celebrazioni con l’unico concerto italiano dell’anno. Un omaggio arriva anche da Poste Italiane: un francobollo speciale da 70 centesimi con fondo dorato sul quale compaiono solo il tipico barattolo di vetro e due date 19642014, che sottolinea ancora una volta come questo marchio rappresenti davvero un valore per il nostro Paese.
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