Menthalia Magazine - Febbraio 2015

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Periodico d’informazione sulla comunicazione e dintorni N. 2 - ANNO IV FEBBRAIO 2015

in questo numero La giornata europea della privacy Quando uno spot diventa virale… Bellissima al MAXXI di Roma Instagram e medicina si uniscono… Trend del mobile 2014-2019 Social Network: medicina contro lo stress L’ arte di Odeith: l’illusione “Tutti cantano Sanremo” Carnevale: significato, origini e curiosità… Diventa Ambassador del Pallino Viola GoPro: una nuova prospettiva per lo sport


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Editoriale Tre candeline per Menthalia Magazine

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Registrazione al Tribunale di Napoli N. 27 del 6/4/2012 Direttore Responsabile: Fabrizio Ponsiglione Direttore Editoriale: Stefania Buonavolontà Art Director: Marco Iazzetta Grafica & Impaginazione: Diego Vecchione Hanno collaborato in questo numero: Stefania Buonavolontà, Francesca Casadei, Maria Grazia Cassese, Flaviana Cimmino, Alessandra De Lella, Andrea Ponsiglione, Marco Quadretti, Antonella Salottolo, Elena Serra, Diego Vecchione. Menthalia srl direzione/amministrazione 80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445 Sedi di rappresentanza: 20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro 50126 Firenze – 20, Via Cardinal Latino Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari. La pubblicazione delle immagini all’interno dei “Servizi Speciali” è consentita ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca.

Sono passati giusto tre anni dalla serata in stile purple dell’area comunicazione di Menthalia e proprio questo mese il Menthalia Magazine spegne ben tre candeline. In questi anni l’area comunicazione di Menthalia ha lavorato, scritto e si è aggiornata su temi come Social networking, viral marketing e web communication, si è occupata di eventi a 360°, lanci di nuovi prodotti, campagne di comunicazione, brand identity, progetti web, pubblicazioni editoriali e tanto altro, ma i progetti e le nuove idee per proseguire sono tanti. Diventare, ad esempio, ogni giorno più social, entrando sempre di più nel mondo delle community e delle app, cercando di comprendere a pieno tutti i meccanismi e i risvolti del mondo della comunicazione 3.0 per poterli anticipare: ma non sveliamo troppo. Menthalia Magazine non a caso festeggia il proprio compleanno a febbraio mese dell’Acquario, segno della condivisione, della creatività, del movimento e dell’eccentricità. Il nostro Magazine, infatti, sin dal suo primo numero è stato caratterizzato dall’originalità, dalla voglia di incuriosire e “scovare” l’insolito e l’interessante. Ogni mese la redazione di Menthalia cerca di informare sulle novità e sulle curiosità del mondo della comunicazione, dai trend del settore tecnologico all’IoT, dalle app ai social network, dall’arte alla musica perché è certa del fatto che in quest’epoca i cambiamenti e le evoluzioni sono all’ordine del giorno e corrono veloci e l’aggiornamento costante non può che essere una priorità. I temi affrontati riguardano, infatti, la comunicazione a tutto tondo. Menthalia Magazine si occupa di musica, arte, storia della comunicazione, tecnologia, web, pubblicità, eventi particolari, medicina e tanto altro. L’intento è informarsi e informare per poter offrire ai clienti, e non solo, idee originali capaci di anticipare i tempi. Creatività, emozioni, divertimento e passione sono le parole chiave in cui si riconosce tutto il team di Menthalia, la comunicazione in movimento, agenzia di comunicazione che con il Magazine e tutti i suoi servizi, cerca di fare la differenza offrendo qualcosa di diverso ai suoi clienti. Menthalia, curiosa per natura, cerca senza sosta il confronto con il nuovo, l’altro e l’interessante. Sono trattati argomenti come: la delicata questione della privacy ai tempi dell’Iot, curiosità sui Social Network, sul mobile e argomenti d’attualità tra cui il Carnevale e Sanremo. Non potevano mancare, inoltre, nel numero temi che riguardano nello specifico il mondo della comunicazione come il caso della pubblicità super virale della nuova 500X, il caso della GoPro che sta cambiando il mondo dello sport e l’arte di Odeith che utilizza tecniche che appartengono anche al mondo pubblicitario. Un numero, insomma, tutto da sfogliare.

Marco Iazzetta General Manager Menthalia


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La giornata europea della privacy La privacy ai tempi dell’Iot

di Stefania Buonavolontà, Marketing & Communications

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gni giorno siamo sempre più connessi e legati a più oggetti. Ogni giorno si assiste a una vera e propria rivoluzione culturale. Ogni giorno cadono nuove barriere per le informazioni, ma tutto ciò nasconde numerose insidie. Le nuove frontiere delle tecnologie digitali: Internet delle cose, wearable, cloud e tanto altro permettono oggi una circolazione di dati, informazioni, esperienze condivise precedentemente impensabili. La possibilità della condivisione di qualunque informazione, però, porta con sé una serie di problemi legati alla gestione della privacy, se non addirittura al gap della definizione di quanto oggi è “privato” e va tutelato. Per discutere proprio di queste nuove problematiche il Garante italiano della privacy ha organizzato un incontro: “Il pianeta connesso. La nuova dimensione della privacy” che si è tenuto a Roma in occasione della Giornata Europea della protezione dei dati personali. È in atto una rivoluzione sociale ed economica che, se da un lato va incoraggiata per i benefici che comporta, dall’altro va accuratamente monitorata per evitare abusi e rischi inutili: ormai, infatti, ciò che viene registrato e catalogato sono le nostre abitudini e stili di vita. Non solo saranno scambiate sempre più informazioni, ma sarà possibile, in un futuro davvero prossimo, attingere, direttamente e in tempo reale, anche a dati dinamici ed emotivi trasmessi dal nostro corpo. Le analisi potranno essere raccolte e scambiate ininterrottamente, senza l’intervento consapevole delle persone. Il lavoro che andrà fatto, sempre di più, sarà quello di sensibilizzare i cittadini sull’importanza di prestare la massima attenzione alla tutela dei dati personali e dei diritti fondamentali. Le domande su cui si è discusso a lungo durante “Il pianeta connesso. La nuova dimensione della privacy” sono state:

Come difendere i diritti delle persone nella nuova dimensione dell’infosfera?

Come si può monitorare il nostro nuovo habitat popolato di dati, informazioni, esperienze condivise e nuovi strumenti di conoscenza?

Quali sono tutti gli scenari sociali ed economici che l’Internet delle cose determina?

Come ha osservato Antonello Soro, Presidente dell’autorità garante per la protezione dei dati personali, è proprio lo scenario che sta mutando: non si parla più di spazio globale dell’informazione, ma bensì di connessione estesa tra le cose, ormai intelligenti. Si potrebbe, addirittura, arrivare a ridurre l’uomo a cosa tra le cose: l’individuo come entità connessa al mondo di internet. L’evento, a cui hanno partecipato diversi esperti sui temi dei diritti nell’infosfera (Juan Carlos De Martin Politecnico di Torino, Antonio Spadaro Civiltà Cattolica, Luca De Biase Nova – Sole 24Ore), dell’Internet delle cose – IoT (Roberto Baldoni La Sapienza, Massimo Russo Wired Italia, Lella Mazzoni Università di Urbino) e delle tecnologie indossabili (Giovanni Boccia Artieri Università di Urbino, Andrea Granelli Kanso, Federico Maggi Politecnico di Milano), è stato un’occasione importante per riflettere sul futuro della privacy e sulle possibilità di accompagnare il progresso e l’innovazione, tutelando i diritti dei singoli. Naturalmente, però, rappresenta solo l’inizio. Non resta altro che seguire con attenzione lo sviluppo della società che a ragione oggi deve essere chiamata digitale.

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Quando uno spot diventa virale… di Antonella Salottolo, Web & Social Developer

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l video della nuova 500X girato nel borgo della Maremma sta impazzando sul web e ha raggiunto dieci milioni di visualizzazioni su Youtube grazie all’ironia che lo contraddistingue. Realizzato dall’agenzia americana The Richards Group di Dallas, lo spot racconta le disavventure di un uomo in là con gli anni che si prepara a un appuntamento galante, ma perde la “magica pillola blu”. Quest’ultima, infatti, attraversa volando dalla finestra tutto l’incantevole paese toscano di Pitigliano fino a perdersi nel serbatoio di una fiammante 500 rossa facendole cambiare formato. La piccola 500 si trasforma magicamente nella nuova 500X. Parliamo del prodotto e poi del clamoroso successo della pubblicità. La Fiat 500X, così come indicato dal simbolo X, rappresenta un prodotto “trasversale” adatto ai più e meno giovani, che ereditata dalla vecchia 500 i fari stondati e il logo con baffo cromato caratterizzato da una linea compatta ma capiente. Il prodotto può piacere, ma la vera domanda è: come mai una “semplice” pubblicità sta avendo tutto questo successo? Come è riuscita a conquistare le simpatie e le antipatie degli utenti sempre più diffidenti? Anzi ancora meglio: come è riuscita a catturare l’attenzione? “Blue pill” è super virale e ha letteralmente contagiato il web. Il video della “pillola blu” era stato realizzato per il lancio della 500X: proiettato per la prima volta lo scorso ottobre al Salone di

Parigi, ha avuto così tanto successo che la Fiat ha deciso di usarlo per realizzare il nuovo spot tv. L’associazione di telespettatori cattolici Aiart si è sentita in dovere di commentarla: Luca Borgomeo, il presidente, a proposito dello spot che mette in relazione le misure “maggiorate” della 500X con la nota pillola blu, ha dichiarato di essere stato stupito da questa pubblicità pacchiana che punta al solito espediente del sesso. Altri, invece, sono riusciti al cogliere ben altro: quasi una citazione di Mary Poppins e Cenerentola: con un pizzico di magia un classico dell’automotive si trasforma in un nuovo prestante modello, in una cornice che consolida l’appartenenza del marchio al made in Italy. Grazie alla pillolina blu la 500X diventa, anche lei, “più grande, più potente e pronta all’azione”, recita una voce fuori campo tra le espressioni di assenso delle donne di passaggio (imperdibile il “ruggito” dell’ultima). Tra critiche e complimenti la verità è che la campagna di comunicazione della TRG è stata un successo! Un linguaggio irriverente che gioca sul forte legame tra la piccola 500 e la Fiat 500X, crossover effettivamente più grande (è lunga 425 cm), più potente (mette a disposizione fino a 184 CV) e pronta all’azione (grazie alla disponibilità della trazione integrale). Cosa ricorda tutto ciò agli addetti ai lavori che si occupano di comunicazione? L’ironia vince sempre. Anche nelle campagne pubblicitarie.


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Bellissima al MAXXI di Roma di Elena Serra, Events Management

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l Museo Maxxi di Roma ospita una mostra che racconta attraverso capi e meravigliose immagini la storia della moda italiana dal dopoguerra alla fine degli anni ’60. Curata da Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo e Stefano Tonchi, Bellissima: L’Italia dell’Alta Moda 1945-1968 terminerà, purtroppo, il 3 maggio. Un’occasione da non perdere per gli amanti del grande schermo, infatti, è possibile vedere le creazioni di grandi nomi che sono apparse in diversi capolavori L’atelier come luogo di produzione culturale cinematografici, naturalmente, indossati diventa testimone - soprattutto nel corso degli anni sessanta - di atmosfere scandite da affascinanti star. Tanti sono gli outfit dalla complicità fra creatori di moda e artisti. Sono moda emblematici i casi di Roberto dell’alta del tempo saliti sui piediCapucci, Germana Marucelli, Mila Schön. stalli firmati da Antonelli, Balestra, Rocco Creatori che utilizzano il progetto dell’abito come spazio di riflessione sui linguaggi della Barocco, Biagiotti, Biki, Bulgari, Capucci, contemporaneità e che coltivano il dialogo Cartoni, Coppolain&interpreti Toppo, CuriconCarosa, gli artisti per trasformarsi visionari del loro tempo. In Fabiani, el, Daldelle Cò,forme De Barentzen, Enzo, alcuni casi le fogge tradizionali vengono Fendi, nella Fercioni, Ferragamo, Fontana, Forripensate struttura e nei materiali perquet, fare eco alle opere d’arte; in altri casi, Fragiacomo, Galitzine, Gattinoni, la presenza dell’artista non è solo evocata, Gucci, Guidi, Heinz Riva, Lancetti, ma diventa fisica e tangibile, perché entra Laug, concretamente in rapporto il progetto Marucelli, Pucci, Riva,con Sarli, Schön, Schudel sarto: sono queste collaborazioni che berth, Simonetta, Valentino e quale Veneziani. segnano l’inizio di una stagione nella il progetto di moda si manifesta pienamente In mostra vi sono, infatti, delle vere e procome una disciplina rigorosa, e non prie opere d’arte arricchite da fantastici semplicemente come una frivola espressione dell’estro creatore assoluto. gioiellidel e accessori, tra cui quelli di Gucci, The atelier as a place where culture is Roberta di Camerino e Ferragamo produced becomes a witness – especiallye tanti over the course the 1960s – to foto che laaltri. Stoffe, oftessuti, modelli, atmospheres marked by the complicity scianofashion senza couturiers fiato. between and artists. Some of the most emblematic cases Tra le curiosità, il famoso abito “Pretiare those of Roberto Capucci, Germana no”, creato dalle sorelle Fontana Marucelli, Mila Schön. Creators, who usenel the1955 design of the outfit as a space in which to per Ava Gardner, indossato poi da Anita reflect upon the languages of contemporary “La Dolce vita” diwith Federico art,Ekberg and whonecultivate a dialogue artists Felandlini. are thus transformed into visionary È possibile ammirare le creazioni di interpreters of the forms of their day and Sarli per cases, Mina traditional per il programma age. In some shapes areStudio rethought in terms of structure and materials Uno, le pellicce dell’epoca di Fendi: 80 tra so that they can echo the artworks; in others, thegli presence of the artistfatto is not just evoked, abiti che hanno sognare le donne but it also becomes physical and tangible, di tutto il mondo. as it concretely relates to the couturier’s design. collaborations mark the start OltreSuch al bello, anzi meraviglioso mondo of a season in which fashion design is fully della moda, al MAXXI, però, and vi è not altro in manifested as a rigorous discipline, simply the frivolous expression flair mostra: l’identità stilisticaof the e produttiva of the absolute creator. italiana e il legame tra arte, moda, cinema Roberto Capucci e società. Omaggio a Vasarely, abito-scultura ispirato alle opere dell’artista con nastri intrecciati in raso effetto optical Bellissima racconta un periodo della stoe piume di struzzo, 1965 “Omaggio a Vasarely”, sculpture-dress inspired by the artist’s works, interwoven Luci optical-effect satin ribbons and riawithitaliana. puntate sul dopoguerra e

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ostrich feathers, 1965 Courtesy Archivio Storico Fondazione Roberto Capucci

sulle tappe fondamentali che determineranno l’identità e il successo del Made in Italy nel settore dell’Alta Moda. Una mostra che riconosce alla città di Roma il ruolo di protagonista nell’affermazione della moda italiana, ma che non trascura e rievoca le vicende delle sartorie e delle grandi firme delle altre città italiane che hanno determinato, anche loro, il lancio e il successo dello stile italiano a livello internazionale. Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945 – 1968 è un viaggio nelle città di Firenze, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia per sapere di più di questa stagione, ventennio di pura e cangiante creatività italiana attraverso foto, contributi video tratti da cinegiornali, trasmissioni e scatti di tre grandi fotografi (Pasquale De Antonis, Federico Garolla e Ugo Mulas).

GIORNO DAYTIME

02.12.14 - 03.05.15

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Instagram e medicina si uniscono… di Francesca Casadei, Copywriter

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utti ne parlano, tutti lo usano, ma cos’è Instagram? Instagram è un social network fotografico che permette di utilizzare la fotocamera del proprio telefonino per realizzare delle foto o dei brevi video e condividerli in rete. Qual è la novità che lo riguarda? Instagram sta per entrare nel mondo della sanità. Il social utilizzato principalmente dai ragazzi di tutto il mondo per selfie e foto divertenti sta per avere anche un lato serio. In ambito sanitario sono tantissime le applicazioni possibili della tecnologia mobile alla cura del paziente, ma non solo. Esistono oggi, infatti, una serie di dispositivi wearable che permettono il monitoraggio di parametri vitali, una serie di app che aiutano i malati nell’assunzione di farmaci, e ora anche Instagram, con Figure 1, entra nel mondo medico.

Come Instagram, Figure 1 permetterà la condivisione di immagini e fotografie in tempo reale tra i diversi utenti di ogni parte del mondo. La differenza tra Instagram e Figure 1 sarà solo contenutistica: laddove Instagram è utilizzato per immagini del tempo libero, Figure 1 permetterà il photosharing di contenuti altamente specialistici tra gli addetti ai lavori. Figure 1 è una vera e propria comunità di professionisti del settore medico e del campo infermieristico nata per far condividere in modo sicuro casi clinici e scambiarsi conoscenze sul trattamento dei casi e su casi rari ed emblematici. Ad oggi la community di Figure 1 comprende circa 150.000 utenti per oltre un milione e mezzo di visualizzazioni al giorno da parte di specialisti medici e studenti di medicina. L’accesso viene effettuato tramite app (per Android e per iOS) o da pc, tutto, naturalmente tenendo conto della privacy dei pazienti. Dispone, infatti, del blocco automatico del volto nelle immagini, della rimozione dei dettagli identificativi dei pazienti e di un modulo di consenso informato. Un’app davvero interessante per tutto il settore della sanità e uno spunto che apre la mente alle infinite prospettive e possibilità d’utilizzo di tutti i social che pian piano possono trasformarsi in network di settore. Novità come questa non possono che interessare i privati che avranno sempre di più l’opportunità di individuare nuovi canali di comunicazione d’interesse, le aziende che già utilizzano i social, per cercare di comunicare in tutti modi disponibili con i propri clienti e gli addetti ai lavori del settore della comunicazione, sempre alla ricerca di spunti, nuove idee e aggiornamenti.


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Trend del mobile 2014-2019 di Diego Vecchione, Graphic Designer

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ono in pochi, ormai, a non avere uno smartphone o un tablet e, se nel 2013, i ricercatori di Strategy Analytics, avevano calcolato che entro il 2017 il traffico dati da dispositivi mobili avrebbe raggiunto un aumento del 300% e dai 5 exabyte (1 exabyte equivale a 1 milione di terabyte) di traffico mobile (3G, 4G e Wi-Fi) avevano stimato che si sarebbero raggiunti i 21 exabyte entro il 2017, il nuovo studio di Cisco ha rivelato, però, che il salto è ancora più sostanzioso. Il Cisco Visual Networking Index Global Mobile Data Traffic Forecast for 2014 to 2019, infatti, rivela che si tratta di una vera e propria rivoluzione. Nel 2014, infatti, già sono stati superati i 21 exabyte arrivando a 30 e secondo il Cisco il traffico dati mobile globale raggiungerà un run rate pari a 292 exabyte entro il 2019. Con i nuovi smartphone e tablet con display sempre più grandi e a alta risoluzione si è sempre più spinti a guardare video o navigare in internet da mobile. 292 exabyte, infatti, si traducono in: • 292 volte il traffico IP (Internet Protocol), fisso e mobile generato nel 2000; • 65 trilioni di immagini - 23 immagini al giorno per ogni persona sulla terra; • 6 trilioni di videoclip - più di due video al giorno per ogni persona sulla terra. Il Cisco Visual Networking Index Forecast ha individuato diversi fattori complici di questa evoluzione: • la crescita generale degli utenti su rete mobile; • l’aumento di connessione alla rete mobile; • la maggiore velocità di connessione; • l’aumento della disponibilità dei contenuti; • la crescente adozione di tablet; • il ritorno dei computer portatili;

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il passaggio dal 2G al 3G e la diffusione del 4G; la diffusione di dispositivi wearable.

Questa ricerca ci deve far riflettere sui cambiamenti comportamentali di ognuno: la digitalizzazione e la crescita dell’IoT stanno cambiando il modo in cui le persone vivono, giocano, apprendono e lavorano e di conseguenza l’approccio delle aziende che si occupano di web e app. La parola chiave della nostra era sta diventando: “multicanalità” e tutto ciò che riguarda la comunicazione e gli strumenti che utilizza devono andare in questa direzione. Per lo sviluppo dei siti web, infatti, sta prendendo sempre più piede l’approccio device-agnostic, ovvero un design responsive che vada bene per qualsiasi dispositivo indipendentemente dal tipo, dalla connessione e dalla dimensione. Per lo studio completo: http://www.cisco.com/web/IT/press/ cs15/20150203.html

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Social Network: medicina contro lo stress di Marco Quadretti, Web Development

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all’America arriva un contrordine sull’utilizzo dei social e di internet: non aumentano lo stress, ma anzi aiutano a essere più distesi. L’uso continuo di internet, email e social, spesso demonizzato ed etichettato come dannoso alla salute, oggi viene rivalutato. Passare tutto il giorno davanti al PC per lavoro può essere davvero stressante, ma non lo è decisamente se di tanto in tanto ci prendiamo una piccola pausa per controllare la posta o, perché no, leggere quanto hanno postato i nostri amici. Una ricerca condotta da Pew Research Center e dalla Rutgers University dimostra che essere sempre connessi non rende le persone più stressate di quelle meno digitalizzate. L’indagine condotta su circa 1800 individui ha evidenziato che usare molto i nuovi media non è un fattore di stress, anzi le donne che navigano di più in rete sono più serene. Nella scala di misura creata dai ricercatori, infatti, le donne più “tech” che twittano più volte al giorno, inviano e ricevono una trentina di email e postano una o due foto al giorno dallo smartphone, hanno un livello di stress inferiore del 21% rispetto alle donne che non usano queste tecnologie. Come mai gli strumenti che permettono la condivisione aiutano le donne a scaricare lo stress e gli uomini no? In generale, dicono i ricercatori, le donne sono più stressate degli uomini perché tendono a essere più informate, coinvolte da quanto accade ai loro amici e parenti. Le donne si stressano se non sono aggiornate dai loro cari e nello stesso tempo sono le più propense ad “assorbire” le emozioni virtuali di amici e conoscenti online e “condividere” con essi anche le sensazioni negative. Proprio su questo aspetto si innestano i nuovi strumenti tecnologici che permettono alle donne, seppur informate di più “drammi”, di

non preoccuparsi perché aggiornate e nello stesso tempo di esorcizzare quanto gli viene detto. I social, infatti, costituiscono una vera e propria valvola di sfogo. C’è chi sostiene, però, che i social e tutte le tecnologie che permettono di modificare la realtà rendono paranoici. Ad affermarlo è un’altra ricerca commissionata dal sito di social network Pencourage e riportata dal quotidiano britannico Daily Mail. Quasi il 70% degli intervistati ha dichiarato che abbellisce, esagera o mente quando documenta eventi della sua vita sui social media. Addirittura 1 su 10 confessa di aver distorto la realtà. E ancor più grave, il 16% degli utenti tra i 18 e i 24 anni ammette di aver compromesso i propri ricordi. Sta nascendo, quindi, un nuovo fenomeno: l’amnesia digitale che potrebbe portare problemi a chi, un giorno di colpo potrebbe rendersi conto del divario che esiste tra la propria vita reale e quella sul web. Ad ogni modo, qualsiasi sia il punto di vista sui super discussi social network, non bisogna lasciarci influenzare né dagli entusiasti né da chi guarda solo le negatività: l’importante è non esagerare. Privarsi dell’infinite possibilità di confronto sulla rete non può essere, oggi, la soluzione.


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L’ arte di Odeith: l’illusione di Maria Grazia Cassese, Medical Project Manager

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rtista è colui che supera i confini, abbatte le barriere e crea nell’altro stupore e curiosità. Questo è quanto riesce a fare l’artista portoghese Odeith. Con la sua arte Sergio Odeith riesce a trascendere i confini del 3D, rendendo i suoi murales quasi vivi. È quello che può essere definito un talento: non ha mai studiato arte né frequentato alcuna scuola. Ha solo dipinto per 20 anni, realizzato tatuaggi per 12. Ha cominciato negli anni novanta a realizzare murales nelle stazioni ferroviarie. Le sue creazione sono il frutto di un mix di arti, stili e colori che danno vita a delle opere esplosive. Odeith gioca con gli effetti di prospettiva e di ombreggiatura, dando alle sue creazioni tendenzialmente realistiche quasi una nuova vita grazie alla tridimensionalità. La tecnica che utilizza è chiamata anamorfismo. La sua specialità è, infatti, il murales anamorfico, che deriva da quel processo artistico che consente di creare un’illusione ottica, una sensazione di 3D. Questa tecnica affonda le radici nel passato e nella storia dell’arte. Fu, infatti, approfondita e studiata anche da Leonardo da Vinci e oggi è diventata molto popolare in street art e nell’arte contemporanea. Ogni opera d’arte di Odeith sembra uscire dalla parete, sembra dotata di vita propria, fluttua nell’aria, come per magia. Un abilissimo gioco di luci e ombre, di linee e texture guida, infatti, il pennello, anzi la bomboletta del portoghese. Si tratta di una vera e propria magia, basta spostarsi un po’ perché l’incantesimo perda il suo effetto, ma non la sua bellezza. Odeith dal 2005 si occupa di Sombre 3D a tempo pieno. Oltre a soggetti come animali, bambini e uomini, ha cominciato a creare una serie di scritte che sembrano saltar fuori dai muri.

Negli ultimi dieci anni, ha ammesso l’artista in una serie di interviste, ha cercato di far evolvere la propria arte rendendo le realizzazioni sempre più complesse. Le opere d’arte sono a dir poco incredibili, colpiscono chiunque le guardi, riescono, infatti, a ingannare anche lo sguardo più attento grazie a una realizzazione curata nei minimi dettagli. Dietro a ognuno dei suoi graffiti, infatti, come si può facilmente immaginare, c’è un lavoro molto lungo ed elaborato. Conosciuto anche come “The Illusionist”, l’artista ha ottenuto riconoscimenti a livello internazionale per la sua abilità nel creare graffiti che danno origine a ricercate illusioni ottico-prospettiche, attuate unicamente con l’ausilio delle abilità pittoriche e l’angolazione delle mura sulle quali opera. Per maggiori informazioni visita il sito dell’artista: http://www.odeith.com/ Curiosità Sembra una parola complicata, in realtà l’anamorfismo è una tecnica che sfrutta il principio di un’illusione ottica per cui un’immagine viene proiettata sul piano in modo distorto. La vera forma del soggetto ritratto può essere ammirata e riconosciuta solo da una particolare angolazione. A partire dal Rinascimento diversi pittori hanno fatto uso dell’anamorfismo per nascondere significati alternativi in un’opera. Leonardo da Vinci ha tracciato in alcuni suoi appunti diversi esempi di figure anamorfiche. Nella parte inferiore del dipinto “Gli ambasciatori” di Hans Holbein il Giovane, ad esempio, è visibile una strana figura. Osservando il quadro da destra tenendo la testa vicina al piano, si può chiaramente vedere che la figura anamorfizzata è un teschio.

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“Tutti cantano Sanremo” di Alessandra De Lella, Events Manager

I SANREMO

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l Festival della Canzone Italiana di Sanremo, ormai conosciuto come Festival di Sanremo, giunto quest’anno alla sua 65a edizione, rappresenta uno dei principali eventi mediatici d’Italia. L’opinione di gran parte degli italiani è, infatti, Sanremo è Sanremo, bisogna vederne almeno un po’ e avere sempre, ogni edizione, un’opinione in merito! In 65 edizioni, naturalmente il Festival è cambiato ed ha subito sostanziali modifiche, ma consiste, ancora oggi, essenzialmente in una competizione con in palio la statuetta del Leone di Sanremo tra brani inediti selezionati nei mesi immediatamente precedenti da una commissione. La commissione musicale di quest’anno? Carlo Conti, Giovanni Allevi, Rocco Tanica, Carolina Di Domenico, Claudio Fasulo, Giuseppe Pirazzoli e Ivana Sabatini. La giuria degli esperti, non più giuria di qualità, invece, è composta da nove figure esperte nel campo della musica leggera italiana, quindi strettamente legati ad essa, che, però, naturalmente non hanno alcun legame con i concorrenti. I giudici sono stati: Claudio Cecchetto (presidente), Carlo Massarini, Massimo Bernardini, Andrea Mirò, Carlo Verdone, Camila Raznovich, Marino Bartoletti, Paolo Beldì e Giovanni Veronesi. Ogni edizione, inoltre, è ricordata per i presentatori. Il 65° Festival della Canzone Italiana di Sanremo è stato condotto da Carlo Conti, affiancato dalle cantanti Arisa ed Emma e dall’attrice e conduttrice televisiva spagnola Rocío Muñoz Morales.

I Big in gara in quest’edizione: Annalisa - Una finestra tra le stelle; Malika Ayane - Adesso è qui (nostalgico presente); Marco Masini - Che Giorno è; Chiara Galiazzo - Straordinario; Gianluca Grignani - Sogni infranti; Nek - Fatti avanti amore; Nina Zilli - Sola; Dear Jack - Il mondo esplode; Alex Britti - Un attimo importante; Biggio e Mandelli (I Soliti Idioti) - Vita di inferno; Moreno - Oggi ti parlo così; Bianca Atzei - Il solo al mondo; Raf - Come una favola; Lara Fabian - Voce; Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi (Platinette) - Io sono una finestra; Il Volo - Grande amore; Anna Tatangelo - Libera; Nesli - Buona fortuna amore; Irene Grandi - Un vento senza nome; Lorenzo Fragola - Siamo uguali. Le nuove proposte, invece: Giovanni Caccamo - Ritornerò da te; Serena Brancale - Galleggiare; Kaligola - Oltre il giardino; Kutso - Elisa; Enrico Nigiotti - Qualcosa da decidere; Rakele - Io non lo so cos’è l’amore; Chanty - Ritornerai; Amara - Credo.


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Oltre la gara, ogni anno, c’è dell’altro: ospiti e super ospiti del mondo della musica e dello spettacolo e non solo. Alcuni nomi della 65a edizione: Albano e Romina Power, Tiziano Ferro, Giorgio Panariello, Claudio Amendola, la Premiata Forneria Marconi, Boiler, comici di Zelig, Gianna Nannini, Biagio Antonacci, Angelo Pintus, Alessandro Siani e Luca e Paolo, Will Smith, Charlize Theron, Scarlett Johansson, Joe Bastianich, PSY, Spandau Ballet, Ed Sheeran, Conchita Wurst, Imagine Dragons, Saint Motel e The Avener. Quest’anno, però, non sono mancate le novità: la prepotente invasione nel format televisivo dei social network e i pettegolezzi. Oltre a essere il tempio della musica italiana, infatti, l’Ariston si trasforma in una vera e propria passerella su cui presentatori, vallette, cantanti e ospiti sfilano indossando creazioni di grandi stilisti italiani e internazionali. Molti, dunque, aspettano il Festival anche per vedere i look classici o troppo originali che calcheranno il palco. Il Festival, infatti, anticipa il mood della collezioni Autunno/Inverno degli stilisti. Tutti quelli che salgono sul palco dell’Ariston affidano il proprio style ai grandi nomi della moda italiana per apparire

al meglio. Il Festival rappresenta, quindi, un’altra occasione da non perdere per le fashion victim. Quest’anno, ad esempio, hanno “sfilato” sul palco gandi firme come Daniele Carlotta, Gaetano Navarra, Giorgio Armani, Roberto Cavalli, Alberta Ferretti, Ferrone e Salvatore Ferragamo. Ma chi ha vinto il Festival? Tra i giovani prende tutto Giovanni Caccamo con “Ritornerò da te”: il primo posto, il Premio della critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio-Tv-Web. Il trio Il Volo vince, invece, il 65° Festival di Sanremo sezione Big. Nessun finale a sorpresa: “Ti lascio una canzone” era tra i favoriti sin dall’inizio. Nella finalissima sono arrivati primi battendo “Fatti avanti amore” di Nek arrivata seconda e “Adesso e qui (nostalgico presente)” di Malika Ayane che ha vinto la medaglia di bronzo. Si conclude così la prima edizione targata Carlo Conti, festival per famiglie baciato da record d’ascolti e da un successo clamoroso. A Nek va anche il Premio della Sala Stampa Radio e tv «Lucio Dalla» mentre Malika Ayane riceve il Premio della critica «Mia Martini».

Curiosità Il pubblico, oltre a commentare la conduzione, le vallette, gli abiti, le canzoni, quest’anno ha cercato in rete informazioni sugli esclusi. I candidati sono stati ben 166, tantissimi. Tra gli altri: Tiromancino, Giusy Ferreri, Marcella Bella, Nick Luciani (ex Cugini di Campagna), Ivana Spagna, Patty Pravo, Anna Oxa e Dolcenera. Voci hanno aggiunto nomi come: Clementino, Luisa Corna, Nomadi, Stadio, Mariella Nava, mentre altri hanno confessato sui social network di non avercela fatta: stiamo parlando di Deborah Iurato, Marco Ligabue e Loredana Bertè insieme ad Antonino Spadaccino.

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numero 2 - febbraio 2015

Carnevale: significato, origini e curiosità… di Flavia Cimmino, Account Office

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ebbraio è un mese carico di appuntamenti: quest’anno, tra l’altro, molto ravvicinati: San Valentino e Carnevale. Le origini etimologiche del Carnevale sono latine: “carnem levare” “togliere la carne” che richiamano il periodo della Quaresima, in cui era vietato consumare appunto, la carne. Le radici della festa, invece, affondano nella cultura contadina: il carnevale nasce da antichi riti ancestrali legati alla stagione invernale. Nel mondo contadino medievale, infatti, era diffuso l’utilizzo di maschere durante le feste legate alla semina o al raccolto perché erano considerate di buon augurio e buon auspicio per la stagione nuova. La funzione principale del coprirsi il volto con maschere, in genere raffiguranti animali sacri, era quella di tenere lontani gli spiriti maligni. Un’altra festa che può considerarsi un’antenata del nostro Carnevale sono i “Saturnali” romani: festeggiamenti in onore del dio Saturno della durata di sette giorni. Durante i Saturnali tutto era concesso: lo scambio di abiti e ruoli, perfino gli schiavi potevano gioire in quanto serviti dai loro padroni. Con il passare dei secoli, il Carnevale ha perso i contenuti di festa propiziatoria a sfondo religioso, diventando festa popolare. Ciò che è rimasto è il clima molto allegro che comincia il giovedì grasso con sfilate, balli e canti in maschera e si conclude martedì grasso. Con la fine del carnevale, infatti, finisce il tempo dell’allegria e delle feste e comincia quello dell’astinenza della Quaresima.

Ma come si festeggia oggi in Italia e nel Mondo? Il Carnevale si festeggia con parate, sfilate, carri allegorici e maschere. Dove? Rimanendo nel Bel Paese, da segnalare doverosamente lo storico Carnevale di Venezia, non solo per tutte le feste e gli eventi collaterali che lo accompagnano (il volo della Colombina e la sfilata delle Marie), ma per la peculiarità delle maschere che lo contraddistinguono. In Italia, in realtà, ve ne sono tantissimi: il Carnevale Ambrosiano di Milano, di Viareggio, di Putignano, di Fano, di Sciacca, di Acireale, senza dimenticare quello di Roma e la Battaglia delle Arance di Ivrea. E sono stati citati solo quelli più famosi, in realtà ce ne sono tantissimi altri di piccole-medie dimensioni: si può dire che ogni cittadina ha il proprio. All’estero? Beh, il top del top è il Carnevale di Rio de Janeiro in Brasile. Molto famosi sono anche il Carnevale di Colonia, in Germania, quello di Santo Domingo, di Patrasso, il più famoso della Grecia e tanti altri ancora, come la Maskarada dei Paesi Baschi francesi o quello di San Paolo. Da vedere almeno una volta nella vita il Carnevale di Dunkerque, il più antico di Francia, lo scenografico Carnevale di Aalborg in Danimarca, quello di Santa Cruz de Tenerife e le celebrazioni del Mardi Gras a New Orleans. Buon divertimento e ricordate: a Carnevale ogni scherzo vale…


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Il carnevale regione per regione • • • • • • • • • • • •

Valle d’Aosta: Carnevale di Verrès Trentino Alto Adige: Arco Piemonte: Vercelli e Ivrea Lombardia: Livigno e Milano Veneto: Venezia Emilia Romagna: Cento e Imola (dove vanno in scena i «Fantaveicoli», strani mezzi di locomozione che mescolano creatività e tecnica) Toscana: Viareggio, Arezzo e Foiano Lazio: Roma e Ronciglione Calabria: Castrovillari (Festival Internazionale del Folklore) Puglia: Manfredonia e Putignano Sicilia: Acireale Sardegna: Mamoiada (con le maschere tradizionali della Sardegna, i Mamuthones e gli Issohadores) e Oristano dove si tiene la Sartiglia manifestazione folcloristica con cavalieri in costume)

I dolci carnevaleschi in Italia In Italia esiste una vasta gamma di dolci tipici del periodo di Carnevale: • Schiacciata alla fiorentina, diffuso in Toscana • Berlingozzo, diffuso in Toscana • Krapfen, diffuso in Alto Adige • Tortelli dolci dell’Italia centrale • Frìtołe, tipicamente veneziane • Frittelle del mantovano • Caragnoli e rosacatarre del molise • Cenci di carnevale della toscana • Bugie di carnevale del piemonte e liguria • Arancini di carnevale, diffusi nelle Marche • Cicerchiata, diffusa in Umbria, Marche e Abruzzo • Sanguinaccio diffuso in Campania • Chiacchiere, diffuse in tutta Italia con nomi che variano da regione a regione, tra cui: bugie, cenci, frappe, sfrappe, sfrappole, manzole, crostoli, galani, intrigoni, lattughe, maraviglias, fiocchi, fiocchetti

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numero 2 - febbraio 2015

Diventa Ambassador del Pallino Viola

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iete pronti a diventare dei Purple People? Cos’è la Purple People Community? La Purple People Community è una pinacoteca dove predomina il viola. Ogni persona che aderisce all’iniziativa entrerà a far parte della gallery e rappresenterà un tassello “viola” importante per il raggiungimento dell’obiettivo. Chi ha inventato la Purple People Community e perché? Menthalia ha messo in piedi quest’iniziativa per creare una rete di contatti, una rete sociale che faccia circolare le idee, risvegliare la curiosità fanciullesca sopita in ognuno di noi e nascere la curiosità, il tutto con uno scopo benefico. Menthalia, infatti, sceglierà un ente a cui fare una donazione non appena arriverà al traguardo stabilito. Cosa viene chiesto per entrare a far parte dell’iniziativa? Un selfie con il pallino viola di Menthalia: un Purpleselfie.

Perchè Menthalia ha scelto una pallina viola? Perché il viola è il colore dello spirito che dona forza spirituale e ispirazione mentre il punto un concetto primitivo privo di dimensioni che può racchiudere, se esploso, un mondo intero. Il purple è il way of life di Menthalia. Il viola è, infatti, il colore della creatività e dell’eccentricità. È il risultato, l’equilibrio tra rosso e il blu. Possiede il calore del sole e la dinamicità della passione e nello stesso tempo il freddo dell’acqua cristallina e la tranquillità che può donare solo un cielo sereno. Colore del buon senso e della profondità spirituale non può che essere il colore dell’iniziativa che è caratterizzata dal dinamismo, dalla creatività e dalla voglia di far del bene.

Insomma indossare qualcosa di viola, magari proprio il pallino viola di Menthalia, incoraggia la vostra fantasia, fa bene a voi perché vi aiuta a ritrovare l’equilibrio e agli altri. Segui il progetto Purple People e entra a far parte della Community! Le novità saranno tante! A breve nasceranno le Purple People Community sui Social e sarà scelto l’ente benefico. Menthalia, azienda che si occupa di comunicazione a 360° e crede fortemente nella dinamicità, nel movimento, nell’interazione e nella sinergia, sta creando, infatti, un Network della Solidarietà: Purple People Community su Facebook e su LinkedIn in cui tutti i partecipanti potranno essere aggiornati su quanto accade nella community, sulle iniziative benefiche, sulle attività di Menthalia e su tanti temi d’attualità. Segui Menthalia e scopri le novità che metterà in piedi ogni giorno.

Aggiungiti anche TU, alla Purple People Community Luigi De Magistris - Sindaco di Napoli Leonardo Pieraccioni - Regista, Attore Carmen Consoli - Musicista Luca Bertolotti - Vignettista Juliana Buhring - Cycling World Record …loro già l'hanno fatto!

Inizia subito!

scarica il nostro simbolo e scatta un selfie!


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numero 2 - febbraio 2015

GoPro: una nuova prospettiva per lo sport di Andrea Ponsiglione, Events Management

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ai sentito parlare della GoPro? Tutto cominciò nel 2001. La GoPro, che ha sede nella Silicon Valley, non ha alle spalle una classica storia da startup tecnologica nata in qualche università. È legata, invece, a un percorso avventuroso, fatto di viaggi, passioni, istinto e testardaggine. Woodman, un ragazzo più portato per gli sport che per lo studio, dopo la laurea in arti visive muove i primi passi fondando FunBug, una società di promozioni on line, senonché l’esplosione di una bolla speculativa sui titoli del settore manda tutto all’aria. Così Nick parte con la fidanzata per un viaggio in Australia e in Indonesia per staccare la spina e fare surf e lì ha l’intuizione che gli cambierà la vita. Il giovane venticinquenne americano Nick Woodman crea un supporto da braccio per una fotocamera stagna da portare con sé tra le onde. L’intento è quello di condividere con i suoi amici l’esperienza di fare surf. Compra una Kodak per pochi dollari e comincia a fare i primi esperimenti. Inizia così la sua avventura che ha portato poi alla fondazione della Woodman Labs. Nel 2004 Woodman riesce finalmente a lanciare sul mercato la prima fotocamera a marchio GoPro: una piccola 35mm compatta inserita in una custodia di lexan, destinata a cambiare il modo di guardare lo sport. Nel 2006 la svolta: nasce la GoPro Digital Hero, fotocamera digitale capace di registrare dei video. La Go Pro pian piano diventa uno strumento insostituibile per gli atleti di sport estremi che vivono per sfidare le leggi della natura.

La GoPro permette di fotografare e registrare le prodezze di atleti che sfidano le montagne innevate o le onde oceaniche, i dirupi scalati in moto da cross o le nuvole viste da chi fa parapendio. Grazie al giovane americano il mondo dello sport estremo sta vivendo una golden age attraverso la possibilità di documentare e condividere in rete le gesta dei propri atleti. Oggi il fenomeno pian piano si sta espandendo anche verso il mondo degli sport più “tradizionali”, molto probabilmente aiutato dal boom di GoPro. Lo scorso anno sono state vendute ben quattro milioni di camere con una media di circa 6.000 video condivisi ogni giorno. La diffusione della GoPro a tutto il mondo dello sport è il prossimo passo. Ciò che ha inventato Nick Woodman è, infatti, una prospettiva diversa per osservare lo sport. Nello scorso All Star Game è stata inaugurata una partnership tra la NHL e GoPro per la quale gli atleti come Zack Kassian hanno testato le GoPro montate sulle loro aste da gioco. Sta quindi cambiando davvero il modo di raccontare lo sport! Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel mondo del broadcasting, dell’intrattenimento e delle regole del mondo dello sport. La componente di wearability di queste camere che si sta affinando sempre di più renderà possibile, infatti, vivere match di calcio, finali di tennis e gare olimpioniche con il punto di vista della nostra superstar preferita. Arriveremo a poter scegliere se osservare dagli spalti o essere direttamente in campo.

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