Periodico d’informazione sulla comunicazione e dintorni NUM. 5 - ANNO III GIUGNO/LUGLIO 2014
SPECIALE FOTOGRAFICO
ROLLING STONES CONCERTO A ROMA VASCO ROSSI LIVE KOM 014 a cura di Marco Iazzetta
IN Q QUESTO NUMERO Nasce la tavola periodica del marketing Zuckerberg geniale: “buy” & “Save” Pubblicità con una gruccia? CapraricainJazz, la musica si… nota I tanti volti di Amsterdam… Uber, il trasporto 2.0 Apre il Cinecittà World Forum delle Culture a Napoli Juliana Buhring: una vita pedalando Gomorra - La serie. Successo dell’anno Nuova edizione per la Festa della Sibilla Gli 80 anni di Paperino XIII Memorial Niccolò Galli Yosemite e iOS 8, Apple diventa salutista 20 anni dalla scomparsa di Troisi
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Editoriale
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Registrazione al Tribunale di Napoli N. 27 del 6/4/2012 Direttore Responsabile: Fabrizio Ponsiglione Direttore Editoriale: Stefania Buonavolontà Art Director: Marco Iazzetta Grafica & Impaginazione: Diego Vecchione Hanno collaborato in questo numero: Stefania Buonavolontà, Flaviana Cimmino, Valerio Chiocca, Maria Grazia Cassese, Alessia Guaccio, Massimiliano Mei, Michele Miccoli, Andrea Ponsiglione, Marco Quadretti, Diego Vecchione Menthalia srl direzione/amministrazione 80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445 Sedi di rappresentanza: 20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro 50126 Firenze – 20, Via Cardinal Latino Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari. La pubblicazione delle immagini all’interno dei “Servizi Speciali” è consentita ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca.
Quanto conta la tecnologia oggi nella nostra società. Una domanda che in molti si sono posti negli ultimi anni, non solo esperti del settore, che in un certo senso affascina, perché unisce riflessioni diverse, con sfumature scientifiche e filosofiche. Qualche tempo fa è uscita la notizia su un tentativo da parte di MySpace, storica piattaforma social scomparsa in seguito al diffondersi di facebook, di ritornare sul web. La loro campagna marketing era tutta incentrata su un messaggio inviato ai vecchi iscritti, alquanto inquietante a dirla tutta: “Siamo tornati e pubblicheremo online tutte le vostre foto del passato”. Una sorta d’inversione dei ruoli, con il web che rincorre l’utente. È possibile allora restare immuni alle nuove tecnologie, o la loro pervasività ha già valicato i confini delle scelte che attingono alla nostra sfera privata. Oggi la tecnologia è parte integrante della nostra società. È del tutto naturale vivere connessi in un ambiente multimediale, essere collegati alla rete o utilizzare dispositivi computerizzati. Le differenze generazionali nell’approccio alla tecnologia vanno velocemente scemando. I vantaggi di cui l’umanità ha beneficiato, in diverse aree, sono evidenti: dalla salute alla scuola, dal sentirsi liberi di viaggiare al quotidiano, elencarli tutti sarebbe impossibile. Una domanda sorge però spontanea nella nostra mente. Siamo ancora liberi di scegliere come rapportarci a questa nuova umanità 2.0. Quali limiti l’uomo può imporre alla pervasività della tecnologia. Se una volta era principalmente l’ambito lavorativo a essere invaso dalle “macchine”, ora questo fenomeno riguarda prima di tutto il tempo libero e la sfera privata. I momenti più importanti della nostra vita, belli o brutti che siano, sono immortalati e condivisi grazie alle app e i social media, rendendoci i protagonisti di un flusso costante che attraversa le strade per arrivare alla rete. Come può l’uomo vivere questo rapporto con la tecnologia. A distanza di anni si ripete forse il confronto tra apocalittici e integrati, tanto caro al maestro Umberto Eco.
Marco Iazzetta General Manager Menthalia
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Nasce la tavola periodica del marketing di Valerio Chiocca, Redazione Menthalia
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iuscire a districarsi nel variegato mondo del marketing diventa ogni giorno più difficile, sia per gli esperti del settore che per i neofiti. Meglio partire da una buona strategia o dal canale per la comunicazione, scegliere la qualità dei contenuti o l’ottimizzazione delle parole chiave? Queste sono solo alcune delle domande che spesso ci poniamo prima di iniziare un piano marketing. Fra i tanti tentativi di creare delle “guide”, un contributo molto interessante arriva dagli Stati Uniti, in particolare dalla Econsultancy. Chris Lake, director of content di tale azienda, ha creato una tavola periodica del content marketing, in grado di rappresentare allo stesso tempo una guida e un metodo per la creazione di contenuti, giusto mix fra creatività e progettazione. Fino a qualche anno fa, i contenuti non rappresentavano di certo la preoccupazione principale di chi opera nel mondo del marketing. Quando parliamo di content marketing, ci riferiamo alla creazione e condivisione di media e contenuti editoriali, con lo scopo di acquisire clienti e generare traffico sul web. Queste informazioni non vivono soltanto attraverso il testo, ma possono essere esposte in una varietà di tipologie, tra cui news, video, e-books, infografiche, foto. Il content marketing crea interesse su un determinato prodotto o servizio, attirando l’attenzione del pubblico, per questo, come spesso consiglia Google, deve essere di qualità. Il modello di tavola periodica ideato da Lake ha un forte impatto visivo, basato sull’utilizzo di diversi colori, ognuno dei quali rimanda a degli step del nostro lavoro. Strategia Al numero uno non poteva che esserci la content strategy. Avere bene in mente fin dall’inizio i propri obiettivi aziendali è fondamentale per il vostro successo. Non bisogna avere paura del tempo che questa fase ci porterà via, perché soltanto così saremo sicuri di aver scelto la strada giusta.
Formato Il contenuto, come già accennato in precedenza, può presentarsi sotto varie forme. Potete scegliere di utilizzare un articolo, un’immagine o un video, l’importante è avere bene in mente il perché di questa scelta. Tipo di contenuto Fatevi un'idea del tipo di contenuto che può avere appeal sul vostro pubblico di riferimento. Prima di creare è importante informarsi con le ricerche e magari confrontarsi per essere sicuri di cosa proporremo. Piattaforme Un passaggio fondamentale è scegliere su quali piattaforme condividere i vostri contenuti: social media, blog, inserzioni pubblicitarie, media offline. Ogni canale ha le sue caratteristiche, i suoi pro e contro. Parametri e Obiettivi Bisogna scegliere i parametri chiave che utilizzeremo per misurare la nostra strategia. Soltanto in questo modo potremo stabilire quelli che sono gli obiettivi possibili: vendere, generare traffico, potenziare l’immagine di brand… Condivisione Bisogna prestare molta attenzione ai meccanismi che generano condivisione nel pubblico. Scatenare un’emozione nelle persone è fondamentale per generare quel processo di sharing alla base del successo in rete. Checklist Controllare sempre i contenuti più volte. Tutto è migliorabile e non sempre la prima idea è la migliore. La tavola di Lake è molto interessante e utile per chi lavora nel mondo del marketing, ma come afferma lo stesso autore non è mai definitiva. Tutti noi, se vogliamo, possiamo creare la nostra tavola periodica. Devised e designed by Chris Lake – Copyright Econsultancy Ltd.
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Zuckerberg geniale: “buy” & “Save” di Marco Quadretti, Web Developer
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embra incredibile come Facebook sia sempre in grado di migliorarsi e rispondere a “richieste inespresse” dei suoi iscritti, eppure ancora una volta l’ha fatto! In quanti hanno avuto il problema di trovare articoli e post interessanti scorrendo la propria homepage ma di non avere tempo per visualizzarli interamente o leggerli? E in quanti hanno desiderato, quindi, di poter ritornare a quei contenuti ormai quasi impossibili da ritrovare? Facebook ha risolto il problema con la nuova funzione “Save”! Il nuovo tasto, introdotto nel menu a comparsa cliccando l’angolo in alto a destra del post, permette di salvare articoli, video, eventi, luoghi e film in una sezione privata, visualizzabile sia da tablet e smartphone che sul web, e di archiviarli in una lista suddivisa per categorie per rivederli in un secondo momento. Una volta salvati, i contenuti saranno infatti disponibili nella colonna sinistra della homepage del social sul web e nella sezione “Altro” della app mobile e potranno essere condivisi, archiviati o eliminati. Facebook, inoltre, fa comparire dei promemoria nel News Feed per ricordare agli utenti gli articoli salvati. La nuova funzione, già disponibile su tutti i dispositivi iOS e Android, oltre che sul web, ha un unico limite per il momento: è necessaria la connessione ad Internet per accedere ai collegamenti archiviati, cosa che potrebbe in qualche modo compromettere lo scopo del “Save”. Ci si aspetta, però, che il social rimedi anche a questo e non ci sono molti dubbi che ciò avverrà in tempi brevi. Oltre al tasto “Salva”, Facebook ha ben pensato di esplorare le possibilità del Social Commerce (S-commerce), introducendo un ulteriore pulsante, “Buy”, per permettere agli utenti di compiere acquisti direttamente dal portale attraverso le inserzioni pubblicitarie che compaiono nel loro feed delle notizie. Così facendo ha velocizzato e semplificato l’acquisto; si riduce, infatti, il tempo complessivo dell’operazione perché il compratore non deve più ricercare il prodotto sul web, scegliere il miglior offerente in termini di sicurezza e di prezzo
e completare le operazioni di pagamento sul sito del commerciante. Tutto sarà più semplice perché avverrà dalla propria homepage di Facebook con un unico click da computer, tablet o smartphone. Una volta scelto il prodotto, il social network di Zuckerberg gestirà, attraverso una compagnia terza, il processo di acquisto e pagamento utilizzando le informazioni salvate nel proprio account, compreso l’indirizzo per la spedizione. Nel dettaglio, il pulsante verrà inserito a corredo delle inserzioni pubblicitarie che appaiono nelle Home degli utenti, in modo da far diventare lo spazio pubblicitario un canale diretto di vendita, sperando che il servizio aiuti non solo i commercianti ma anche i potenziali acquirenti, aumentando le possibilità di conclusione della vendita. Facebook ha tenuto a specificare che tutto si svolgerà nel massimo della sicurezza per gli utenti e che, nel rispetto della loro privacy, nessun dato della carta di credito/debito verrà condiviso con altri inserzionisti e le persone potranno decidere se salvare o meno le proprie informazioni di pagamento per acquisti futuri. Per il momento si tratta di un test riservato a piccole e medie imprese statunitensi dedite all’e-commerce, ma se l’esperimento andasse bene potrebbe avere un seguito: Facebook ha già iniziato a offrire ad alcuni utenti la possibilità di inserire all’interno di post e inserzioni il tasto “Compra”. Ad oggi il social non applica commissione alcuna alle transazioni andate a buon fine, ma questa possibilità non è esclusa per il futuro. Con le nuove funzionalità introdotte, il colosso di Zuckerberg lancia ancora una volta il guanto di sfida ai giganti della Silicon Valley. Fin dove sarà in grado di spingersi?
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Pubblicità con una gruccia? di Stefania Buonavolontà, Marketing & Communication
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a un decennio circa sono sempre di più le famiglie e le coppie che preferiscono vacanze brevi e in economia; le agenzie di viaggio ed i siti internet sono stracolmi di offerte “last minute” e super scontate che cercano di attirare le persone facendo leva sul prezzo. Ma in quanti si sono visti recapitare direttamente a casa l’offerta per le proprie vacanze? Ci ha pensato Publigruccia! Publigruccia, la gruccia che fa pubblicità, è il nuovo media In-Home Advertising non convenzionale che da alcuni anni opera nel mondo della pubblicità e del marketing virale per promuovere prodotti attraverso le grucce dei capi riconsegnati dalle lavanderie ai propri clienti. È un progetto che si è già dimostrato vincente in moltissimi settori quali quello del food & beverage, della cosmesi, del bricolage, del fashion, dei prodotti per la casa e per il tempo libero. Nell’ultimo mese, però, il Friuli Venezia Giulia ha deciso di sfruttare le potenzialità di Publigruccia: con una strategia di vendita pull, la regione friulana, prima tra le italiane, ha deciso di rilanciare il turismo del proprio territorio, rivolgendosi direttamente al consumatore finale senza intermediazione da parte di agenzie di viaggio online e offline. Anche l’effetto sorpresa gioca la sua parte perché non in molti si aspetterebbero di ritirare il proprio capo d’abbigliamento in lavanderia e ritrovarlo appeso ad una gruccia con incluso uno sconto su un’offerta di viaggio. Nello specifico, l’offerta turistica pubblicizzata prevede uno sconto del 20% su un pernottamento per due persone in una delle strutture convenzionate che partecipano all’iniziativa, ovviamente tutte dislocate sul territorio della regione. La decisione è stata quella di richiamare anche turisti stranieri e per questo motivo le lavanderie coinvolte nell’attività promozionale sono localizzate in alcune città dell’Austria (Vienna, Graz, Klagenfurt e Villach), della Slovenia (Lubiana, Capodistria, Isola, Pirano e Portorose) e della Croazia (Fiume, Abbazia, Pola, Parenzo e Rovigno). Sul territorio italiano, invece, le città interessate sono i capoluoghi del Friuli e molte citta-
dine del Veneto tra cui Vicenza, Padova, Venezia, Treviso, Bassano del Grappa, San Donà di Piave, Conegliano. Per l’operazione, l’Agenzia Turismo FVG ha coinvolto diversi consorzi ai quali ha chiesto di individuare le strutture a 3 e 4 stelle intenzionate a partecipare all’iniziativa promozionale e disposte quindi a pubblicizzare e sostenere lo sconto del 20% sul prezzo di listino pubblicato sul sito dell’hotel e su quello del consorzio. A 54 lavanderie presenti nelle città selezionate sono state quindi recaapitate le grucce col tagliando pubblicitario e promozionale della regione con allegato il buono sconto. L’intenzione dichiarata dall’Agenzia Turismo è stata quella di valorizzare il primato della regione nell’utilizzo di Publigruccia per la promozione del turismo, sfruttando il vantaggio della diffusione capillare del messaggio nelle città coinvolte per raggiungere migliaia di famiglie di reddito medioalto entrando direttamente nelle loro case. L’attività promozionale è stata svolta nel massimo della semplicità per il consumatore finale che può consultare la lista delle strutture aderenti all’iniziativa sul portale turistico della regione ricordando che il buono sconto è valido per le offerte scadenti entro il 31 ottobre. Che il Friuli Venezia Giulia sia solo la prima tra le regioni italiane a sfruttare quest’occasione? Questo è quello che si spera! D’altra parte le attrazioni turistiche del nostro paese sono infinite!
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CapraricainJazz, la musica si… nota di Michele Miccoli, Direttore Artistico CapraricainJazz
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alla mia passione per uno stile musicale forse poco commerciale ma assolutamente unico, nasce nel 2003 il CapraricainJazz, un Festival dedicato alla musica jazz che si svolge a Caprarica di Lecce e che è giunto ormai alla sua dodicesima edizione. La manifestazione non ha “fissa dimora” né un programma concentrato nel tempo: le serate in cui si svolge sono distribuite, infatti, nell’arco dei mesi estivi e le location mutano spesso, nel tentativo di scegliere ogni volta la giusta cornice al tema della serata. Nelle già numerose edizioni, il Festival ha accolto i nomi più celebri del jazz nazionale e non, ospitando personalità di fama mondiale quali il chitarrista e compositore brasiliano Irio De Paula, il batterista newyorkese Andy Watson, il sassofonista americano Jim Snidero, oltre a personaggi di spicco del jazz italiano tra i quali il noto trombettista Fabrizio Bosso, il pianista Enrico Pieranunzi, il compositore, trombettista e flicornista Paolo Fresu, lo storico chitarrista Franco Cerri. Quest’anno le serate in programma sono tre: la prima si è svolta il 20 luglio nell’atrio del Palazzo Baronale di Caprarica con l’intervento del Rocco Mastrolia Trio con la special guest Pino Pichierri al clarinetto. È stata una serata memorabile ed entusiasmante per gli amanti del genere ma anche per gli spettatori più inesperti. Nelle passate edizioni il Palazzo aveva già ospitato il noto pianista e cantante Mario Rosini e il grande vibrafonista romano Francesco Lo Cascio, ma il concerto di quest’anno è stata una vera e propria chicca: il cortile settecentesco, su cui discreta domina la torre normanna, ha fatto da cornice al suono
splendido e alle note magiche del clarinetto di Pichierri. Il pubblico numeroso e attento si è lasciato trasportare dai suoni e dalle melodie e ha potuto visitare, prima e dopo il concerto, il meraviglioso giardino prospiciente, reso visitabile per l’occasione dai proprietari del Palazzo. La seconda serata, invece, si svolgerà il 14 agosto nella splendida cornice della Masseria Stali a Caprarica che già da alcuni anni ospita l’evento, diventando quasi una tappa obbligata del Festival. Ad aprire la serata sarà il giovane talento Vincenzo Tommasi ma l’attenzione sarà concentrata principalmente sull’attesissimo chitarrista olandese Stochelo Rosenberg; quest’ultimo si esibirà in un quartetto che vedrà anche la partecipazione di uno dei maestri italiani della chitarra: Salvatore Russo. La terza serata, infine, è programmata per il 26 agosto. Completamente gratuita, sul prato erboso di Largo San Marco, vedrà la partecipazione di un Trio d’eccezione riunito per l’occasione: il chitarrista Guido Di Leone, il batterista Mimmo Campanale e l’organista Hammond Vito Di Modugno. Da un loro album del 2000 e dalle loro reunions, il nome della band: Con Alma Trio. La piccola realtà del CapraricainJazz testimonia come dalla passione e dall’amore per un’idea possa nascere un progetto che si è consolidato nel tempo e che sta affermandosi sempre di più nella tradizione musicale italiana.
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I tanti volti di Amsterdam… di Flaviana Cimmino, Account Office
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ltre Van Gogh, i coffee shop, i mulini a vento e le distese di campi di tulipani, Amsterdam, per chi scava un po’ più a fondo, offre molto di più. Si può restare affascinati da come una capitale in pieno stile grande metropoli europea, possa anche caratterizzarsi per la fedeltà alla propria tradizione architettonica e culturale. Antico e moderno si fondono perfettamente ma restano al tempo stesso ben definiti: tutti gli edifici richiamano un po’ il vecchio stile british, con case quasi appoggiate le une alle altre, che all’occhio sembrano inclinate, e che affollano tutti i vicoletti della capitale. Perché Amsterdam, si sviluppa, un po’ come Venezia, su una serie di canali che la attraversano in toto e presenta dunque stradine strette e lunghe che si intrecciano con un’infinità di ponti impossibili da distinguere tra loro. A dispetto dell’antichità dell’urbanistica, tutto ciò che off re, però, è assolutamente all’altezza dei tempi moderni e chiunque la visiti ha la possibilità di usufruire dell’efficienza dei suoi servizi: una rete integrata di autobus, tram e metro la percorrono in lungo e largo a qualsiasi ora del giorno e della notte, piste ciclabili permettono di raggiungere tutti i punti principali della vita cittadina, ogni quartiere off re un’esperienza turistica diversa e la legalità ed il rispetto per gli altri regnano sovrani in ogni angolo della città. Al di là dei girasoli di Van Gogh, Amsterdam si riempie dei musei più rari e bizzar-
ri: dal museo degli occhiali a quello delle borse, dal museo dei tulipani a quello della marijuana ed ognuno di essi aiuta a conoscere le mille sfaccettature di una città così colorata e variegata. Tante sono anche le stravaganze che caratterizzano la città: giardini segreti ad accesso nascosto, barche ormai trasformate in abitazioni dotate di elettricità e gas che sono ancorate lungo i canali principali, piazze con scacchiere e pedine sul manto stradale, strani servizi igienici all’aperto disposti agli angoli dei ponti, vicoletti che nascondono piccoli particolari decorativi che sporgono dai vetri di una delle migliaia di finestrelle lungo le pareti degli edifici e che solo gli occhi più attenti colgono, come ET che si affaccia sulla strada o statuine di coppie di sposi in fi la. E mille altre ancora sono le attrazioni che testimoniano l’unicità della capitale olandese: red light a parte, lungo le stradine che percorrono i canali si possono trovare quello che è stato riconosciuto come il miglior bar d’Europa, fontanelle quasi invisibili che si confondono con le pareti degli edifici, biciclette parcheggiate su ogni minimo spazio libero e parcheggi multi piano appositamente dedicati alla sosta di questo affascinante mezzo di trasporto che è ormai diventato elemento imprescindibile del paesaggio della città. Insomma Amsterdam è una città che vive di colori e si nutre di diversità… Provare per credere!
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The Rolling Stones – Roma di Marco Iazzetta, Art director
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rande successo per il ritorno in Italia dei mitici Rolling Stones. La band guidata magistralmente come sempre da Mick Jagger si è esibita davanti a oltre settantamila persone nella fantastica cornice del Circo Massimo di Roma. Sono passati sette anni dalla loro ultima performance live nel bel paese, anche allora a Roma, allo stadio Olimpico. Il Tour “14 On fire” è partito da Oslo per poi toccare le principali città europee e chiudersi il 3 luglio al Roskilde Festival,
in Danimarca. Ogni volta che i mitici Stones ritornano in Italia, il loro concerto diventa un vero e proprio evento mediatico. I biglietti sono andati a ruba in pochissimo tempo, alimentando sulla rete leggende urbane di presunti ticket contraffatti. Per giorni nella capitale c’è stata un’attesa quasi spasmodica ad accompagnare il countdown. Gruppi di fan sono arrivati nella zona del Circo Massimo con un giorno d’anticipo, sistemandosi nelle tende come nel-
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la migliore tradizione dei raduni rock. Quest’anno non sono mancate nemmeno le polemiche, per i presunti ottomila euro, sborsati per l’affitto del Circo Massimo, cifra ritenuta esigua dall’opinione pubblica. Detto questo sono bastate poche note, quelle inconfondibili di “Jumpin’ Jack Flash” che hanno aperto la performance, a spazzare via qualsiasi polemica e a dare il via ad una scarica incredibile di adrenalina. A scaldare il pubblico ci aveva già pensato John Mayer, eclettico chitarrista e cantante americano che ha aperto il concerto con poche ma efficaci parole “Buonasera Roma, e un piacere incontrarvi”, poi
via ad un’ora di musica molto apprezzata dalla folla. La scaletta presentata da Mick e soci è stata un giusto mix fra pezzi del repertorio classico e altri contemporanei. L’ovazione più grande sicuramente per “Respectable” che ha visto la partecipazione sul palco di John Mayer, scelta dai fan attraverso un contest sui social media. Poi una piccola chicca per i fan italiani “Streets of Love” (con Mick Taylor), eseguita per la prima volta dal 21 giugno 2007. In chiusura “You Can’t Always Get What You Want” e “Satisfaction” (con Mick Taylor) per il delirio finale.
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Diciannove i pezzi suonati dalla band, per uno spettacolo emozionante durato due ore. • Jumpin’ Jack Flash • Let’s Spend the Night Together • It’s Only Rock ‘n’ Roll (But I Like It) • Tumbling Dice • Streets of Love (con Mick Taylor, eseguita per la prima volta dal 21 giugno 2007) • Doom and Gloom • Respectable (con John Mayer, su richiesta del pubblico) • Out of Control • Honky Tonk Women • You Got the Silver (cantata da Keith Richards) • Can’t Be Seen (cantata da Keith Richards) • Midnight Rambler (con Mick Taylor) • Miss You • Gimme Shelter • Start Me Up • Sympathy for the Devil • Brown Sugar Bis: You Can’t Always Get What You Want (I Can’t Get No) Satisfaction (con Mick Taylor)
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Uber, il trasporto 2.0 di Valerio Chiocca, Redazione Menthalia
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uò la tecnologia rivoluzionare un settore economico molto tradizionalista e restio all’innovazione com’è quello dei trasporti? Con molta probabilità Travis Kalanick e Garrett Camp nel 2009 avrebbero risposto di si; da ciò la decisione di fondare Uber, start up con sede a San Francisco. L’idea alla base dell’azienda è di fornire un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso la sua applicazione software mobile (app) che mette direttamente in collegamento passeggeri e autisti. Il sistema di calcolo del costo della corsa è simile a quello dei taxi, calcolato in base alla distanza percorsa o in base al tempo trascorso. Il pagamento, però, non è effettuato tra il conducente e il cliente, ma tra quest’ultimo e Uber, attraverso una carta di credito. I due soci sono partiti cinque anni fa dall’America e adesso sono presenti in oltre venti paesi, tra cui l’Italia. In Europa dopo il boom iniziale sono sorti una serie di problemi, soprattutto per le proteste delle categorie di settore, in particolare i tassisti, che vedono nell’app, un modo per mascherare un servizio concorrenziale, per giunta abusivo, alla loro professione. I fautori di Uber difendono la bontà del servizio definendolo una semplice applicazione che favorisce l’incontro di domanda e offerta, come funziona per Ebay. La società evidenzia come il servizio non sia altro che un “luogo” di asta onli-
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ne, che si limita a mettere in contatto un compratore e un venditore, senza essere responsabile del resto. In effetti, per certi versi, l’affidabilità della prestazione e degli autisti che prestano servizio, è certificata dai commenti degli utenti, come nei portali per la prenotazione delle vacanze. Nella patria delle tradizioni qual è l’Europa, le reazioni sono state accese, fino a sfociare nel primo sciopero internazionale dei tassisti a giugno. Di là delle controversie burocratiche, destinate a prolungarsi nelle aule dei tribunali dei singoli paesi, il successo di Uber è chiara espressione della voglia di trovare nuove soluzioni ai problemi del trasporto che milioni di cittadini ogni giorno affrontano. Altre esperienze imprenditoriali innovative nascono velocemente. I servizi di car sharing per la condivisione del viaggio, sono ormai una realtà, ne è prova il successo di aziende come BlaBlaCar o di Car2go nel settore del noleggio auto. C’è anche chi punta a scalzare Uber, come ezDriver che ha proposto la creazione di un servizio di partnership sia con i taxi sia con i noleggi con conducente. Proprio dall’ultimo incontro fra le categorie di settore dei tassisti con le autorità italiane è emersa addirittura l’ipotesi di un’apertura della piattaforma anche alle “auto bianche”. Anche nei settori più insensibili alle novità sta maturando l’idea che senza l’innovazione tecnologica non c’è futuro economico.
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Apre il Cinecittà World di Alessia Guaccio, Redazione Menthalia
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l 24 luglio si sono aperti al pubblico i cancelli del Cinecittà World, parco divertimenti a tema situato a Castel Romano, alle porte di Roma. La capitale avrà, dopo tanti anni di progetti e idee mai realizzate, un “suo” parco dedicato all’entertainment, come le grandi città europee, Parigi, Monaco, Londra. Il nome scelto è un chiaro riferimento al dorato mondo del cinema. La grande tradizione cinematografica degli studios di Cinecittà è stata ripresa in chiave moderna, fondendosi con attrazioni innovative. Le scenografie disegnate dal premio oscar Dante Ferretti e musicate dal maestro Ennio Morricone rappresentano uno dei punti di forza. Il pubblico si trova immerso in un viaggio esperenziale, attraverso otto set cinematografici ispirati ai grandi capolavori del cinema: “Cabiria”: roba da kolossal; “Cinecittà Street”: swing e pallottole; “Sognolabio”, il tempio del fantasy; “Aquila IV”: pronti alla battaglia; “Erawan”: avventura in caduta libera; “Ennio’s Creek”: siamo tutti pistoleri; “Altair”, occhio agli extraterrestri; “Aktium”: nel rifugio dei legionari. Ogni area accoglie al suo interno attrazioni, laboratori, shop pensati per soddisfare un pubblico eterogeneo e diverse fasce di età. Altro fiore all’occhiello è rappresentato dai teatri, ben quattro, ognuno con una capienza e delle caratteristiche diverse: Enigma; Darkmare; Il proiettore incantato; Ciak, si gira.
Tutto all’interno del parco è stato studiato in un’ottica di eco sostenibilità, valorizzando le aree verdi già esistenti, un giusto mix fra ecologia, tradizione e tecnologie, per renderlo unico nel suo genere. Al centro del parco si trova Piazza Dino De Laurentis, dedicata al fondatore degli Studios, centro nevralgico dell’area, pensata per ospitare in futuro concerti ed eventi. Il Cinecittà World è costato un investimento inziale di oltre 250 milioni di euro, coperti dalla società IEG, tra i cui azionisti spiccano nomi famosi come i fratelli Della Valle e Aurelio De Laurentis. Secondo le previsioni dal prossimo anno il fatturato medio dei ricavi sarà di 55 milioni di euro, frutto di un milione e mezzo di visitatori all’anno. Per differenziarsi da altre strutture simili è stata prevista una stagione di apertura molto lunga, ben oltre i mesi estivi, che coprirà più di duecentocinquanta giorni l’anno. Un investimento rilevante per la capitale, che non si fermerà qui; sono previsti, infatti, per il prossimo anno dei lavori di ampliamento e l’inaugurazione di nuove aree. Forti le ricadute economiche, con quasi millecinquecento posti di lavoro fra personale interno e indotto.
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Forum delle Culture a Napoli di Diego Vecchione, Graphic Designer
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apoli, con il concerto di Enzo Gragnaniello e Daniel El Cigal, alla Rotonda Diaz, ha preso il via la quarta Edizione del Forum delle Culture Universali. Dopo mesi di attese e qualche accesa polemica entra finalmente nel vivo la rassegna ideata dalla Fundaciòn Forum Universal de les Cultures di Barcellona e promossa dall’UNESCO. La città partenopea sarà l’epicentro di una serie di eventi, concerti, mostre, dibattiti che interesseranno anche alcuni dei principali luoghi culturali della Campania, come Pompei e Ravello. Nato a Barcellona nel 2004, dove si è svolta la prima edizione, fino ad oggi il Forum ha avuto luogo a Monterrey (Messico) nel 2007 e a Valparaiso (Cile) nel 2010. Da Napoli il testimone passerà poi a un’altra città, probabilmente Pechino in Cina. Il Forum è una manifestazione che si pone l’obiettivo di attirare l’attenzione sui temi del dialogo tra popoli, la multuculturalità, lingue e religioni diverse nonché sullo sviluppo umano, eco sostenibile e pacifico. La diversità diventa valore e occasione di arricchimento e crescita di una società civile globale. Una ricca programmazione per oltre sei mesi avrà come filo conduttore cinque temi universali, che interessano l’uomo e la società: Condizioni per la pace; Conoscenza; Diversità Culturale; Mare; Sviluppo Sostenibile. Per tutta l’estate la grande protagonista sarà la musica, che animerà il lungomare, ma anche le piazze del centro storico. La partenza con la rassegna Dock of Sounds, curata da Gigi De Rienzo, ha visto protagonisti artisti internazionali del calibro di Goran Bregovic, Angelique Kidjo e Youssou N’Dour, senza dimenticare i “padroni di casa” Peppe Barra e Daniele Sepe. Non solo musica naturalmente, il programma, supervisionato dal commissario Daniele Pitteri, è di grande qualità. Da segnalare la rassegna sportiva “Mille Culture dello sport”, in collaborazione con il CONI, che trasformerà la Mostra D’Oltremare nella cittadella dello sport; il Womad, l’evento multietnico pensato da Peter Ga-
briel. Senza dimenticare l’arte con le mostre “Il bello e il vero” ospitata nel complesso di San Domenico Maggiore e “Ori, argenti, gemme e smalti della Napoli angioina” alla Cappella del museo di San Gennaro. Interessanti anche i percorsi enogastronomici ed ecosostenibili alla scoperta dei sapori locali della provincia di Benevento, promossi da Slow Food, Associazione Nazionale Città del Vino, Fondazione ITS BACT, Sannio Consorzio Tutela Vini e gli operatori culturali della Città. Interamente dedicata a un simbolo della cultura napoletana L’Eduardiana, nel trentennale della morte di Eduardo De Filippo, storico volto dell’arte e del teatro. In un momento di forte crisi economica e sociale per la Campania, il Forum delle Culture rappresenta oltre che un evento importante anche una piccola luce di speranza, affinché la città del sole possa ritornare ai fasti del passato.
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Successo per il Live KOM 014 di Marco Iazzetta, Art director Vasco Rossi: successo per il Live KOM 014 “Il miglior tour di sempre”, con queste parole è acclamato da più parti il Live KOM Tour 14 di Vasco Rossi. Numeri record, recensioni entusiaste e soprattutto l’apprezzamento dei fan storici. Ogni volta che il “comandante” sale su un palco, un concerto si trasforma in un evento. Da anni la paura che possa essere l’ultimo, ma anche questa volta i fan possono dormire sogni tranquilli. Le prime
indiscrezioni parlano di nuove date in giro per l’Italia pronte per i prossimi mesi. Vasco nel bene e nel male rappresenta qualcosa che va oltre l’artista musicale. Il suo modo di essere, il suo rapporto con lo spettatore, i suoi testi, lo hanno reso un’icona moderna. Basta un suo stato su Facebook per far partire una notizia, un suo commento e scoppia la bagarre mediatica. I media, appunto, croce e delizia del rocker di Zocca, sono pronti a incensarlo o a cro-
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cifiggerlo a giorni alterni. Il Live KOM 014 è stato un successo incredibile. Sette date divise fra un tris nella Capitale e un poker a Milano, naturalmente a San Siro. Un incasso complessivo di ventisei milioni di euro, frutto dei 391.208 spettatori totali. Numeri impressionanti certificati anche dalla storica rivista Billboard, che ha inserito il tour di Vasco al secondo posto della classifica Hot Tours. Alle spalle dei Rolling Stones, ma davanti a star mondiali quali Dave Mat-
thews Band, Michael Bublé, Cher, la popstar Miley Cyrus e gli Arcade Fire. Il tour era stato preceduto da qualche polemica, con l’esclusione dalla band del chitarrista Maurizio Solieri, da sempre colonna dei concerti di Vasco, tra l’altro annunciata tramite i social con una lettera forte e sincera, in puro stile “Blasco”. Alla fine al di la di qualsiasi controversia è sempre lui ad aver ragione, lo dimostrano i successi di una carriera ormai lunga quarant’anni.
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Juliana Buhring: una vita pedalando di Maria Grazia Cassese, Medical Project Manager
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uella di Juliana è la storia di una donna che testimonia il potere della mente e la forza di volontà insita in ciascuno di noi. Juliana è conosciuta ai più per la sua impresa da guinness world record e per il suo best seller mondiale “Not without my sister”. Il record del mondo le è stato attribuito per essere stata la più veloce donna al mondo a circumnavigare la Terra in bicicletta, un viaggio con partenza e arrivo da Napoli, città dove attualmente vive, che l’ha portata attraverso 19 paesi e 4 continenti; un’avventura durata 152 giorni, di cui ben 144 pedalando, coprendo una distanza che si attesta intorno ai 29.000 km, con una media di circa 200 km percorsi al giorno. A rendere ancora più straordinaria l’impresa di Juliana è stata la sua caparbietà di fronte al fatto che la gara non ha beneficiato del supporto di nessuno sponsor ma solo di donazioni da parte di amici e sostenitori. Il libro, invece, l’ha resa nota per l’emozionante e difficile storia autobiografica che Juliana racconta: un’infanzia drammatica vissuta nella perversione della setta “religiosa” alla quale era stata introdotta all’età di soli tre anni e un’adolescenza passata alla ricerca dell’evasione che l’ha portata poi ad essere finalmente libera. Il suo è un best seller che ha venduto oltre 500.000 copie in tutto il mondo e che nel
maggio dello scorso anno è uscito anche in Italia con titolo “Essere Innocenti”, edito da Menthalia. Juliana cerca di mantenere sempre attivo il rapporto con i suoi fan ed è anche per questo che da anni è impegnata nel sociale con la Safe Passage Foundation, un’organizzazione no-profit che si occupa della tutela dei diritti dei minori, in particolare di quelli nati e cresciuti in ambienti estremisti e isolati o in sette religiose. Ciò a cui punta questa straordinaria e giovanissima donna è combattere in nome di quei bambini maltrattati e privati della loro infanzia che non hanno i mezzi per ribellarsi all’ingiusto destino che li condanna. Juliana non si è mai fermata e l’ultima impresa è quella di aver preso parte alla Trans Am Bike Race, una gara che percorre in largo il continente nord americano attraversando 10 stati; un percorso di 4233 miglia, equivalenti a più di 6000 km, senza sosta in cui ogni ciclista è solo in strada con la bici ed i bagagli e la necessità di dover cercare cibo ed acqua e trovare un posto per dormire. Juliana ha impiegato appena 20 giorni e 23 ore stabilendo anche un nuovo record femminile: 800 km percorsi in 38 ore no stop. Il viaggio è partito da Astoria, nello stato dell’Oregon, e si è concluso a Yorktown, in Virginia; Juliana non si è mai persa d’animo nonostante i vari ostacoli di percorso, tra cui febbre, rottura della catena della bici e una brutta caduta al secondo giorno che le ha provocato una contusione alla spalla e una costola incrinata. La sua forza d’animo, però, è stata ampiamente premiata perché si è classificata quarta su un totale di circa 50 partecipanti, dei quali la maggior parte uomini, e prima in assoluto tra le donne. Nessun premio in denaro era in palio, tant’è che lo slogan che accompagnava l’iniziativa sottolineava: “nothing to win or lose but honor”! Un’esperienza, dunque, vissuta in nome della libertà che le era stata negata in passato. A soli 33 anni, Juliana si considera una delle cicliste endurance più forti al mondo e, forse inconsapevolmente, è già ritenuta un modello da seguire e a cui ispirarsi.
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Gomorra - La serie. Successo dell’anno di Elena Serra, Events Management
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n grandissimo successo che ha varcato i confini nazionali, così è stata definita Gomorra- La Serie, Fiction televisiva targata Sky e Cattleya. Ispirata al best seller di Roberto Saviano, che ha collaborato con la produzione come consulente, la Fiction ha raggiunto indici di ascolto elevatissimi per gli standard della pay tv. Le riprese erano state accompagnate da molte polemiche. Alcuni vedevano nella realizzazione dell’ennesimo serial ispirato alla camorra, un rilancio del ritratto più negativo della città di Napoli. Alcune associazioni e politici avevano richiesto la sospensione delle riprese nel quartiere di Scampia. Addirittura la messa in onda della prima puntata era stata preceduta dall’affissione di manifesti che chiedevano, con toni accesi, un boicottaggio da parte degli spettatori. Come sempre in questi casi nascono vere e proprie leggende metropolitane più o meno vere. Un susseguirsi di notizie e aneddoti, dagli attori impegnati a frequentare veri boss per imparare a recitare la parte alla notizia dell’arresto di uno degli attori più giovani del cast, questa purtroppo vera. Le controversie non hanno fermato la produzione, sapientemente diretta dal regista Stefano Sollima, già famoso per Romanzo Criminale La Serie e ACAB, coadiuvato in questa occasione da Francesca Comencini e Claudio Cupellini. Gli autori hanno voluto rappresentare la violenza e la crudeltà del mondo camorristico in modo crudo e realistico, senza lasciare spazio al bene e alla possibilità da parte del pubblico di immedesimarsi nei personaggi. Sollima ha voluto rappresentare fino in fondo l’abisso in cui sprofonda chi sceglie di seguire questa strada. La scelta di superare la classica dicotomia fra bene e male che pervade gran parte della serialità televisiva Italiana, è rivolta con lo sguardo oltre i confini nazionali, dimostrazione che il nostro paese è ancora in grado di produrre opere a carattere Internazionale come attestato dal fatto che il programma sia già pronto per essere distribuito in oltre cinquanta nazioni.
Negli Usa patria della fiction tv, i commenti sono addirittura entusiastici, paragonando Gomorra a I Soprano, storico serial targato HBO, considerato in America uno dei programmi meglio riusciti di tutti i tempi. La storia narra le vicende del clan dei Savastano, dapprima unito ed egemone, ma con l’arresto del boss “Don Pietro” si innesca una serie di eventi che porteranno a una guerra fratricida fra i “vecchi” e le nuove leve del clan guidate dal figlio del Boss, il giovane Genny Savastano, interpretato magistralmente da Salvatore Esposito, passato attraverso un cambio di peso di venti chili per rendere credibile la metamorfosi del personaggio, avvenuta al termine di un lungo viaggio in Honduras. Marco D’Amore ha invece vestito i panni dell’enigmatico “Ciro Di Marzio”, uomo fidato di Don Pietro e all’apparenza migliore amico di Genny, il quale al culmine di una serie di contrasti scatenerà la guerra ai Savastano. Marco cresciuto alla scuola teatrale di Tony Servillo è risultato forse l’attore più apprezzato dell’intera serie. Un altro dei motivi principali del successo risiede sicuramente nella perfetta sceneggiatura e nella cura quasi maniacale per i particolari, dalla fotografia alla colonna sonora, curata dalla band romana dei Mokadelic e arricchita da alcuni brani del panorama rap napoletano, tra cui Rocco Hunt, NTO’ e I Co’Sang. Il trionfo degli ascolti sul canale Sky Atlantic non bastano a esprimere l’impatto della serie. Sui Social Media il traffico delle pagine riguardanti Gomorra è cresciuto a dismisura, mentre su twitter c’è stato un vero boom del topic #gomorralaserie salito al primo posto negli indici, il giorno della messa in onda dell’ultimo episodio. Merito tutto questo dei produttori e della macchina organizzativa targata Sky, ma anche degli attori sempre presenti in prima persona sul web per confrontarsi con il pubblico. Per i fan della serie ora non resta che aspettare l’uscita della seconda stagione, richiesta a gran voce da più parti e annunciata al termine dell’ultimo episodio.
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Nuova edizione per la Festa della Sibilla di Maria Grazia Cassese, Medical Project Manager
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ome ogni anno Marina di Massa ha accolto nella sua bellissima cornice gli enigmisti di tutta Italia per la tradizionale Festa della Sibilla, giunta alla sua XXI edizione. Questa volta c’era una ricorrenza speciale a dare un tocco in più alla manifestazione, si festeggiavano infatti i quarant’anni della rivista più importante dell’enigmistica classica. La Sibilla rivista bimestrale fondata a Napoli nel 1975 da Guido Iazzetta. Il nome si ispira alla celebre Sibilla Cumana, donna leggendaria dotata di poteri divinatori, che la tradizione vuole sia vissuta in una grotta nei pressi di Cuma. Ella è da sempre stata associata al concetto di enigma perché esprimeva i suoi presagi in modo criptico. La rivista ha pubblicato finora trentadue supplementi (Quaderni della Sibilla), ed è attualmente fra le pubblicazioni enigmistiche più longeve d'Italia. La rivista deve il suo successo al gran numero di “giochi” ospitati e alla loro variabile difficoltà. Fiore all’occhiello i testi poetici ed epigrammatici, veri e propri enigmi che alludono a un diverso soggetto, da trovare, al di là di quello apparente. Senza tralasciare, inoltre, crittografie, rebus e articoli tecnici concernenti l’enigmistica e la ludolinguistica. Durante la tre giorni del raduno, si sono svolti incontri, gare e soprattutto le premiazioni di tutti i vincitori dei campionati Sibilla della passata stagione. Nel corso degli anni tante personalità come Roberto Vecchioni, Stefano Bartezzaghi, Umberto Eco, Nicola Piovani e Paolo Conte si sono distinte nella creazione di giochi enigmistici. Proprio Roberto Vecchioni è stato fra i grandi protagonisti della tre giorni di Marina di Massa. Anche quest’anno Roberto, conosciuto nell’ambiente con il nome di “Sergente York” non è voluto mancare all’appuntamento. Menthalia ha partecipato alla Festa della Sibilla, presentando per l’importante occasione il primo album di figurine degli enigmisti italiani. Un’edizione unica che ha riscosso il grande consenso degli ap-
passionati, molti dei quali hanno ritrovato la propria foto fra le duecentocinquanta da “attaccare” nell’album.
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Gli 80 anni di Paperino di Andrea Ponsiglione, Events Management
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estare giovani è il sogno di ognuno di noi, ma per ora questo privilegio sembra essere riservato solo ai miti dei fumetti che non invecchiano mai. Lo sa bene Paperino, icona dell’industria culturale mondiale che lo scorso mese ha compiuto ottanta anni. La sua prima apparizione risale al cortometraggio Disney, “la Gallinella saggia”, ma sarà soprattutto il tratto magico del disegnatore Al Taliaferro a renderlo un’icona dei fumetti. Fu proprio Al ha introdurre nelle storie una serie di comprimari, fra cui i nipoti Qui, Quo, Qua e la ragazza Paperina, i quali hanno contribuito al successo di Paperino. Il suo carattere svogliato, pigro poco incline al lavoro lo ha reso un antieroe unico nel suo genere, per anni considerato come un vero e proprio alter ego di Topolino, eroe Disney per antonomasia. La simpatia, l’umanità, quella disperata ricerca della felicità hanno reso Paperino uno dei personaggi più amati sia dai piccoli sia dagli adulti. L’esplosione definitiva del personaggio si avrà grazie al genio di Carl Barks, soprannominato “l’uomo dei paperi”, il quale dagli anni quaranta prenderà in mano le sorti di Paperino, introducendo nuovi personaggi e dando una profondità al suo carattere mai vista prima. L’invenzione dello Zio Paperone donò al “nipote” una vera e propria spalla. Il successo di Paperino è divenuto con gli anni globale, ma siamo orgogliosi di poter dire che nel nostro paese il papero Disney ha trovato una seconda casa. La versione italiana ha dei tratti originali rispetto al personaggio tratteggiato da Barks, grazie alla mano dei tanti bravissimi autori che si sono alternati alle storie. Ecco allora il nostro eroe alle prese con le difficoltà quotidiane di chi non ha un lavoro fisso e cerca sempre di inventarsene uno nuovo, sempre a combattere la sfortuna, magari mentre guida la sua sgangherata 313, un volto incredibilmente attuale nell’Italia dei giorni nostri. Proprio nel nostro paese sono nate una serie di versioni alternative al Paperino originale, tra cui forse la più amata quella di Paperinik, ideato da Elisa Penna, dallo sceneggiatore Guido Martina e dal disegnato-
re Giovan Battista Carpi, una sorta di alter ego forte e coraggioso, pronto a vendicare tutti i torti subiti nella sua trasposizione classica. Per festeggiare la ricorrenza delle ottanta candeline sono state organizzate tante iniziative editoriali. La Disney libri ha pubblicato un volume intitolato “Paperino Una vita a fumetti, 80° anniversario”, che ripercorre la storia di Paperino riproponendo le storie più amate, condite da aneddoti per veri appassionati. Una storia, quella del Papero più famoso del mondo, che dopo ottanta anni è ancora molto lontana dallo scrivere la parola fine.
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XIII Memorial Niccolò Galli di Massimiliano Mei, Ufficio Stampa Fondazione Niccolò Galli
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così anche la XIII edizione del Memorial Niccolò Galli si è conclusa. Un’edizione particolarmente “vincente” sotto tanti punti di vista. I veri protagonisti come sempre sono loro, i ragazzi, che per tre giorni si trovano a stare insieme sui campi sportivi “Cerreti” dell’A.S. Olimpia di Firenze, società ospitante del torneo. Divisi da un diverso colore di maglietta ma accomunati dalla stessa voglia di giocare e di correre dietro a quella palla rotonda fino a tarda serata. Le squadre partecipanti sono state Atalanta, Bologna, Empoli, Fiorentina, Inter, Juventus, Milan, Olimpia, Parma e Roma. I vincitori di questa edizione sono stati i ragazzi dell’Inter, vittoriosi per 2-0 nella finale contro il Parma. Oltre alla soddisfazione della vittoria anche quella di ricevere il premio direttamente dalle mani del loro presidente Massimo Moratti. Il terzo posto se lo è aggiudicato l’Atalanta battendo la Juventus per 4-0. Ma andiamo con ordine. Il parterre dei premiati ha visto nomi illustri del mondo del calcio, a partire dal sopracitato presidente Massimo Moratti che ha ricevuto il premio “una vita per lo sport”. All’ex difensore dell’Inter e della Nazionale italiana, Marco Materazzi, il premio alla carriera “from box to box”, al giovane viola, Federico Bernardeschi il premio “Dal Niccolò Galli... alla Nazionale”. Il giovane portiere dell’Udinese Simone Scuffet ha ricevuto il premio “Giovane emergente” mentre l’indimenticato Gabriel Omar Batistuta, premiato da un’altra ex gloria viola Giancarlo Antognoni, ha ricevuto il premio “Alla carriera”. Proprio quel Batistuta, idolo gigliato di Niccolò, che il giovane difensore si trovò a dover marcare nella sua partita d’esordio in serie A contro la Roma, ha speso parole di elogio per Nicco, ricordandone oltre alle qualità tecniche quelle morali di un ragazzo che si stava affacciando al grande calcio consapevole del proprio valore ma con la stessa semplicità, spensieratezza e umiltà che l’avevano sempre contraddistinto. Premiata invece come “giornalista dell’anno” la bella Mikaela Calcagno, accompagnata dal suo attuale compagno Gianluca Paparesta, ex arbitro di serie A. Vincente è stato l’atteggiamento dei
numerosi genitori accorsi dalle varie città per seguire i loro figli. Hanno partecipato attivamente tifando i loro i ragazzi, incitandoli fino all’ultimo minuto, ma mai andando oltre e sempre rispettosi di quel “valore” chiamato divertimento che dovrebbe essere alla base di questo sport. Soprattutto a questa età. Un ringraziamento doveroso va allo staff dell’Olimpia e ai ragazzi del Niccoclub, quelli che sono stati amici di Nicco e quelli che per varie ragioni, pur non avendolo conosciuto, sono stati travolti dall’energia di questo gruppo e non hanno più saputo farne a meno. E che si tratti di giocare una partita di calcetto, di una cena tutti insieme o di qualsiasi altra attività poco importa, ogni pretesto è buono per stare insieme, ridere e divertirsi. Ed in questi giorni si sono messi a disposizione di questi piccoli calciatori, improvvisandosi camerieri, servendo ai tavoli, apparecchiando e sparecchiando, ma soprattutto prendendosi in giro. Ultimo, ma non in ordine di importanza, un sincero ringraziamento alla famiglia Galli. Giovanni, Anna, Camilla e Carolina che come ogni anno mettono a disposizione passione, dedizione e amore in questa iniziativa affinché tutto possa andare nel migliore dei modi. Ed anche per quest’anno possiamo garantire che ci siano perfettamente riusciti! E allora un grosso arrivederci a maggio 2015, per la quattordicesima edizione del Memorial Niccolò Galli.
Foto di Fabrizio Pagnini
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Yosemite e iOS 8, Apple diventa salutista di Alessia Guaccio, Redazione Menthalia
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al palco della World Wide Developpers Conference (WWDC14), l’annuale conferenza degli sviluppatori Apple, svoltasi i primi di giugno a San Francisco, il colosso statunitense fondato da Steve Jobs ha lanciato Yosemite e iOS 8, nuove versioni del sistema operativo per Mac, la prima, e per iPhone e iPad, la seconda. Oltre alle modifiche grafiche, alle migliori performance, alle animazioni e alla maggiore sicurezza e velocità del browser Safari, punto sul quale il vicepresidente dell’Ingegneria Software in Apple, Craig Federighi, ha fortemente insistito, le novità assolute sono rappresentate da ‘Healthkit’, il nuovo set di programmazione per gli sviluppatori dedicato prettamente alla salute, e dalla nuova app ‘Health’, che hanno lo scopo di monitorare e organizzare le informazioni sullo stato di salute e sull’attività fisica di chi le usa. Entrambe sono incluse nel nuovo sistema operativo per iPhone e iPad, l’iOS 8, che sarà distribuito da Apple agli utenti il prossimo autunno. Scendendo nel dettaglio, la nuova app, con il permesso dell’utente, sarà in grado di
raccogliere tutte le informazioni sul proprio stato fisico quali ore di sonno, tipo di alimentazione, esercizio fisico svolto, calorie consumate, passi fatti durante la giornata, l’indice di massa corporea e potrà anche misurare la pressione, il battito cardiaco, i livelli di zucchero e ossigeno nel sangue. Tutti questi dati arriveranno e saranno quindi direttamente visibili sul proprio iPhone o su altri accessori certificati, come ad esempio la app Nike+ di Nike; Apple punta ad aggregarli su un’unica piattaforma, collegata al computer del medico curante, per rispondere alla concorrenza del rivale Samsung con S Health, potendo contare sulla forza di 800 milioni di iDevice (500 milioni di iPhone, 200 di iPad e 100 di iPod Touch). Molte cliniche statunitensi hanno già sposato Healthkit ed in questo modo i medici delle strutture sanitarie hanno la possibilità di ricevere una notifica sul proprio dispositivo quando la app di un loro paziente rileva valori fisici anomali e possono, quindi, fornire cure ed indicazioni immediate. L’attenzione rivolta da Apple al mondo dell’Health & Wellness, secondo le parole del dottor John Noseworthy, Presidente e CEO della Mayo Clinic, “mira a rivoluzionare il modo in cui le persone interagiscono con il settore sanitario”. Oltre a tentare di migliorare le performance del comparto medico-ospedaliero, anche il ritorno, in termini di immagine, sarà a tutto vantaggio del gigante californiano della tecnologia. D’altra parte quello della salute non è l’unico campo in cui Apple sta muovendosi; assieme ad Healthkit e Health, alla WWDC14 è stato presentato anche Homekit, il primo esperimento di Apple nel campo della domotica. L’obiettivo è quello di rendere la casa “intelligente ed automatizzata” tramite la creazione di una rete che metta in comunicazione diversi oggetti della propria abitazione da controllare poi tramite iPhone. Per questo progetto Apple, però, ha dichiarato di avere ancora molto da lavorare con i leader della domotica per rendere Homekit un protocollo wireless sicuro e funzionante. A quanto pare anche per Apple la salute viene prima di tutto!
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20 anni dalla scomparsa di Troisi di Diego Vecchione, Graphic Designer
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onostante il 4 giugno di quest’anno si sia celebrato il ventesimo anniversario dalla scomparsa di uno dei più grandi personaggi partenopei, per molti la memoria si confonde col presente e Troisi non è mai stato dimenticato. I suoi lavori lo hanno reso famoso in Italia e all’estero, ma sono stati il suo cuore ed il suo modo di essere a renderlo un mito. I successi cinematografici da sceneggiatore, attore e regista derivano effettivamente dal suo talento artistico ma anche dai suoi tratti caratteristici, la sua spiccata napoletanità in primis. È stata, infatti, la sua verve ad accompagnarlo durante tutto il suo percorso professionale e personale, motivo per il quale l’anniversario della sua scomparsa dovrebbe essere aff rontato con uno spirito diverso dalla tristezza: dovrebbe essere un momento per sorridere così come avrebbe fatto probabilmente lui per il semplice fatto che lo si celebri oggi come un personaggio famoso! Perché tutto traspariva dal suo essere tranne che il sentirsi un grande: Massimo stranamente è ricordato per la sua timidezza e quest’ultima era frutto della sua umiltà, della piena coscienza e del ricordo delle sue origini. Ricordare Massimo Troisi non è mai semplice perché si corre il rischio di cadere in banalità o frasi ed opinioni comuni e scontate ma è sempre possibile, invece, far menzione della sua grandezza artistica senza pericolo di ripetitività. Massimo si è dedicato all’arte in maniera completa, accompagnando all’amore per la poesia, dove traeva ispirazione dal suo autore preferito Pasolini, anche quello per il mondo del cinema, del teatro e della televisione. Gli esordi sono legati agli sceneggiati teatrali con il famoso trio “La Smorfia” dove era affiancato da Lello Arena ed Enzo De Caro ma a presentarlo al grande pubblico è stata sicuramente l’esperienza cinematografica: Ricomincio da tre, Scusate il ritardo e Non ci resta che piangere sono senza dubbio il riflesso della sua innata e sorprendente vena comica. Non è stata, però, solo la commedia a caratterizzare la carriera dell’attore perché durante l’ultimo decennio artistico, Massimo ha abbraccia-
to anche fi lm e stili più impegnati che lo hanno visto protagonista, accanto a personaggi illustri come Marcello Mastroianni, in pellicole quali Splendor e Che ora è? Il capolavoro che però lo ha consegnato all’albo d’oro degli interpreti cinematografici è senza ombra di dubbio il fi lm Il Postino, fi lm candidato a 5 premi Oscar, che costò a Massimo un enorme sforzo fisico oltre che professionale; era, infatti, stremato dai problemi di cuore che raramente esponeva in pubblico ma che lo accompagnavano fin dalla giovane età. Nonostante tutto non rinunciò a girare le scene del fi lm che così tanto lo aveva catturato per preoccuparsi del trapianto al quale invece avrebbe dovuto sottoporsi negli Stati Uniti. Resteranno per sempre famose le sue dichiarazioni in merito: “Voglio fare questo film con il mio cuore”. A sole 12 ore dalla fine delle riprese, la scomparsa di Massimo che con molte probabilità se n’è andato inconsapevole del patrimonio che avrebbe lasciato al cinema italiano ed al pubblico che ancora oggi lo ama e lo ricorda come se in realtà non fosse mai scomparso.
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