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1.3 Un possibile paradigma antropologico nel lavoro di cura

che le norme prescrivano come tutte le professioni di aiuto siano obbligate a garantire dignità, come professionisti non possiamo esimerci dal farlo, tuttavia quotidianamente ci troviamo di fronte a situazioni in cui tale principio fondamentale dell’essere umano è violato o quantomeno sottovalutato.

Le cure di fine vita non possono essere considerate come un’area specialistica di lavoro, avulsa dalle singole professioni coinvolte nel trattamento del fine vita. Molti operatori si trovano spesso a prestare supporto e assistenza a persone vicine alla morte, sia per malattia o per l’età avanzata, con una preparazione poco adeguata perché lontana dalle proprie competenze professionali. Se si trascurano gli aspetti sociali della malattia tutto il percorso di cura risulta inficiato. È fondamentale che tutti siano preparati a dare un contributo competente e positivo, inserendo all’interno dell’équipe di cura la dimensione sociale della malattia e della morte. Il termine medicina contiene al suo interno la radice “med-”, che rimanda alla capacità di trovare la giusta “mediazione” tra curing, attenzione alla malattia, e caring, attenzione al malato. È evidente che l’accompagnamento alla “morte” richiede competenze e conoscenze non solo clinico-sanitarie, ma anche sociali e relazionali. I contributi proposti dai membri della Rete Nazionale degli Assistenti Sociali Cure Palliative, nello specifico il Gruppo di Lavoro CROAS Veneto, approfondiscono le tematiche che rendono maggiormente qualificato l’intervento professionale degli assistenti sociali nelle Cure Palliative: Servizio Sociale; etica e politica; bioetica nella rete dei servizi; il senso del lavoro all’interno dell’hospice: dai principi normativi alla realtà professionale. Uno strumento utile per la formazione universitaria delle nuove generazioni di assistenti sociali e per la formazione continua delle diverse professionalità che lavorano nei setting di cura di fine vita presenti su tutto il territorio nazionale.

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Nicola Martinelli è assistente sociale e formatore. Membro della Rete nazionale assistenti sociali in Cure Palliative. Insegna nei percorsi formativi rivolti al personale di cura ed è docente di Etica e Metodologia del lavoro sociale e sanitario. Tiziana Mondin è assistente sociale, referente per la macroarea Triveneto della Rete nazionale assistenti sociali in Cure Palliative e membro del Consiglio Società Italiana Cure Palliative del Veneto (SICP). Maria Cristina Pomaro è assistente sociale, ha conseguito il diploma di mediatore sistemico presso il Centro padovano di terapia della famiglia ed è componente della Rete nazionale assistenti sociali in Cure Palliative. Monica Quanilli è assistente sociale, docente a contratto presso il corso di laurea in Servizio Sociale dell’Università di Verona e componente della Rete nazionale assistenti sociali in Cure Palliative. Silvia Rensi è assistente sociale, componente della Rete nazionale assistenti sociali in Cure Palliative e membro del gruppo Regione Veneto. Lavora presso un Centro Servizi residenziale dedicato agli anziani non autosufficienti di Verona. Maria Rosa Rizzi è assistente sociale e formatore, componente della Rete nazionale assistenti sociali in Cure Palliative, gruppo Regione Veneto, di cui ha fatto parte del Comitato di bioetica. Ha lavorato in hospice e nei servizi residenziali per non autosufficienti nel territorio veneziano. Anna Maria Russo è assistente sociale specialista presso il Dipartimento della fragilità dell’ASST Lecco, promotrice e referente della Rete nazionale assistenti sociali in Cure Palliative.

ISBN 978-88-6153-862-7

Euro 15,00 (I.i.)

9 788861 538627

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