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Introduzione
anche qui è necessario cominciare a entrare in sintonia con le sue emozioni piuttosto che con il suo comportamento, cominciare a conoscerlo, sentirlo, capirlo e accettarlo. Le emozioni del bambino sono la sua vera anima. Riflettendogli le sue stesse emozioni, anche lui comincerà a conoscerle e accettarle. Solo allora si potrà vedere realisticamente la bugia per quello che è: un comportamento di cui il bambino si serve per sopravvivere. I bambini costruiscono un mondo fantastico perché trovano difficile vivere nel loro mondo reale. Quando lavoro con uno di loro, lo incoraggio a raccontarmi, e perfino a elaborare, le sue immagini e le sue idee di fantasia, cosicché io possa capire il suo mondo interiore. I bambini hanno un sacco di fantasie su cose mai realmente accadute. Per loro sono molto reali e sono spesso tenute nascoste, e per questo sono all’origine di comportamenti totalmente inspiegabili. Queste fantasie spesso suscitano emozioni di paura e di ansia; bisogna portarle alla luce perché siano elaborate e concluse. Ci sono molti tipi diversi di materiale per fantasia. Il gioco di immaginazione dei bambini è una forma di fantasia che si può estendere fino alla drammatizzazione improvvisata con i bambini più grandi. Un’altra forma di fantasia è il racconto di una storia, in tutte le sue forme: parlata, scritta, con le marionette, con il pannello di flanella. Anche la poesia è fantasia, immagine, simbolo. Si possono fare lunghe fantasie guidate e altre brevi con finale aperto. Le fantasie guidate si fanno in genere con gli occhi chiusi, ma si possono fare anche fantasie a occhi aperti. Talvolta esprimiamo fantasia attraverso il disegno o l’argilla. A volte i bambini hanno una certa resistenza a chiudere gli occhi. Alcuni si spaventano perché con gli occhi chiusi sentono di perdere il controllo. Se protestano, dico: “Prova a farlo e sbircia liberamente ogni volta che ne senti la necessità”. Di solito, dopo un paio di volte in cui hanno scoperto che non è successo nulla di terribile, i bambini chiudono gli occhi. Qualche volta è utile anche farli sdraiare a pancia in giù, mentre io racconto la fantasia. Alcuni proprio non possono o non vogliono lasciarsi guidare nella fantasia. Alcuni sono riluttanti, altri sono tirati e contratti. Alcuni all’inizio pensano che sia una cosa stupida. Per quei bambini che hanno difficoltà a “entrare” in una fantasia, è opportuno cominciare con una a occhi aperti. Ecco un esempio, tratto da un libro di Richard de Millie:
Questo gioco si chiama Gli animali. Cominceremo con un topolino e vedremo cosa possiamo fare. Immaginiamo che ci sia un topolino da qualche parte nella stanza. Dove vorreste metterlo? / Va bene, mettetelo seduto e fategli fare ciao / Fatelo diventare verde / Cambiategli colore di nuovo / Ancora / Mettetelo all’impiedi sulle mani / Fatelo correre verso il muro / Fatelo correre su per il muro / Fatelo sedere sottosopra sul soffitto / Giratelo sul fianco destro e mettetelo lassù in un angolo / Mettete un altro topo in un altro angolo / Mettete un topo in ciascuno dei due angoli lassù / Mettete un topo nei quattro angoli qua sotto / Ci sono tutti? fateli diventare gialli / Fategli dire “ciao” tutti in coro / Fategli dire “Come state?” / Fategli promettere che resteranno negli angoli a guardare la fine del gioco.
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Dopo aver fatto quest’esercizio con un gruppo di undicenni e dodicenni, una ragazzina osservò: “Non posso più entrare in questa stanza senza controllare i miei topi”. Un altro utile “rompi-ghiaccio” per le fantasie è chiedere ai bambini di chiudere gli occhi e immaginare di stare in piedi nel soggiorno (o in una qualunque stanza) di casa loro e guardarsi attorno. Se riescono a fare questo, dico loro che non avranno problemi con le fantasie. La tecnica dello Scarabocchio, descritta più avanti, è un altro utile metodo per aiutare i bambini a prepararsi per il lavoro di fantasia. Dopo che i bambini hanno fatto esperienza
delle fantasie a occhi aperti, preferisco cominciare tutte le fantasie successive con un esercizio di meditazione a occhi chiusi, come descritto all’inizio della Fantasia della grotta. Le fantasie guidate possono essere molto brevi. Ariel Malek, una mia collega, le costruisce da sé. Possiede un’eccellente serie di brevi fantasie guidate. Per gentile concessione, eccone una che io stessa ho usato:
Immaginate di notare qualcosa di buffo sulla vostra schiena. All’improvviso, vi accorgete che vi stanno crescendo le ali! Come vi sentite con queste ali sul dorso? Provate a muoverle e vedete come vi sentite... Ora guardatevi allo specchio e sbattete le ali... Ora, immaginate di salire su una collina con queste nuove ali sul dorso. Quando arrivate in cima, aprite le vostre nuove ali e libratevi nell’aria... Cosa vedete in volo? Che sensazione vi dà poter volare nell’aria? Vedete altri animali o altre persone? Ora immaginate che state per atterrare. Quando atterrerete, le ali svaniranno e voi sarete tornati in questa stanza.
John, 6 anni, disegnò se stesso mentre volava dritto verso una roccia nera. Disse: “Ho fatto qualcosa. Ho fatto un sole e una roccia. Io ho un casco. Allora metto la testa in questo modo, così me la fracasso sulla roccia. E mi verrà la nausea. Vai, Superman!”. – Vorresti poter volare? – John: Oh no, no, no. – Senti di avere fracassato molto nella tua vita? – John: Sì! –Sua sorella (presente nella stanza): Si mette sempre nei pasticci. – John: Ah sì! – Dimmi in che modo ti metti nei pasticci. (John cominciò a raccontarmi dei suoi guai).
Jill, 6 anni, disse del suo disegno: “Io sono una persona brutta. Sto salendo su per la montagna. Mi sono fatta i piedi come quelli degli uccelli. Sto per volare via dalla montagna. Nei miei sogni vorrei essere un uccello gigante e portare in gita l’intera scuola. Abbiamo 150 bambini nella scuola. Io mi chiamo Jill. Quando tira il vento, mi scompiglia le piume”.
– Ti senti mai una persona brutta, Jill? – Jill: Sì! Ad alcuni ragazzi non piaccio perché pensano che sono brutta. Questo mi fa stare male. – A volte vorresti fare qualcosa di meraviglioso per tutti quelli della tua scuola per piacere a tutti