Antología de Poesía Latinoamericana de Hoy Vol.1

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Poesia presente


EMILIO COCO

IL FIORE DELLA POESIA LATINOAMERICANA D’OGGI Primo volume

Messico, America centrale e isole

© Copyright 2016 - Raffaelli Editore Vicolo Gioia, 10 - 47921 Rimini ISBN 978-88-6792-136-2 Tutti i diritti sono riservati – Printed in Italy

Raffaelli Editore


INDICE

p.

9

PrEfazIoNE: Un’esplosione di voci

15

ClarIbEl alEgría

21

ErNEsto CarDENal

27

aNa María roDas

33

HoMEro arIDjIs

41

fraNCIsCo MoralEs saNtos

47

bElkIs Cuza Malé

53

WalDo lEyva

59

fraNCIsCo DE asís fErNáNDEz

65

glorIa gabuarDI

71

juaN MaNz

77

MatEo MorrIsoN

83

gIoCoNDa bEllI

89

josé luIs vEga

95

MarCo aNtoNIo CaMPos

101

jEaNNEttE l. ClarIoND

107

luIs EDuarDo rIvEra

113

alExIs góMEz rosa

119

roDolfo DaDa

125

vaNEssa Droz

131

EDuarDo laNgagNE

137

rEINa María roDríguEz


143

aíDa tolEDo

293

MaNuEl CuautlE

149

MaNuEl garCía vErDECIa

299

jorgE galáN

155

josé goNzálEz

305

álvaro solís

161

alEx flEItEs

311

ElEazar rIvEra

167

víCtor roDríguEz NúñEz

317

rolaNDo kattáN

173

MargarIto Cuéllar

323

MIjaIl laMas

179

CoNsuElo toMás fItzgEralD

329

roxaNa MéNDEz

185

NorbErto salINas

335

DENNIs ávIla

191

MINErva MargarIta vIllarrEal

341

javIEr alvaraDo

197

josé áNgEl lEyva

347

alí CalDEróN

203

MarIaNNE toussaINt

353

DavID Cruz

209

CarMEN vIlloro

359

Paola valvErDE alIEr

215

PlINIo CHaíN

221

jorgE HuMbErto CHávEz

365

Brevi note BioBiBliografiche degli aUtori

227

josé javIEr vIllarrEal

374

indice dei poeti per paese di provenienza

233

lEtICIa HErrEra

239

María baraNDa

245

MIlagros tEráN

251

josé aNtoNIo fuNEs

257

lEóN félIx batIsta

263

MarIaNEla MEDraNo

269

MaDElINE MIlláN

275

otoNIEl guEvara

281

ENzIa vErDuCHI

287

MarIo bojórquEz


Un’esplosione di voci

Nel 2015 sono uscite tre antologie di poesia latinoamericana, due a cura di Mario Meléndez e gianni Darconza, entrambe presso raffaelli Editore, e un’altra preparata da loretto rafanelli, con algra editore1. Che urgenza c’era di una nuova antologia?, mi chiederà il lettore curioso di letteratura di quel continente. Essa è nata principalmente dal desiderio di dare una visione il più completa possibile della poesia che si sta scrivendo nei diciannove paesi che costituiscono quell’unità linguistica e letteraria che è l’america di lingua spagnola, senza trascurare, come è avvenuto negli altri lavori sopra citati (e non solo in quelli), la vastissima area di lingua portoghese che è il brasile, perché sarebbe oltremodo ingiusto e riduttivo parlare di poesia latinoamericana, ignorando quella di un paese che ha dato i natali a scrittori come Carlos Drummond de andrade, Murilo Mendes, vinícius de Moraes, lêdo Ivo, joão Cabral de Melo Neto, oswald e Mário de andrade, i quali hanno reso grande non solo la poesia in lingua portoghese del secolo passato, ma quella del mondo intero. se ogni antologia, come qualcuno ha sostenuto, è perpetrare un attentato alla giustizia, in questo caso l’ingiustizia bisognerebbe moltiplicarla per venti, quanti sono i paesi che la compongono. Essa riguarda sia le inevitabili omissioni, che la scelta dei poeti stessi o la maggiore visibilità che si concede all’uno piuttosto che all’altro. Ho cercato di ovviare a quest’ultima ingiustizia, concedendo a tutti lo stesso spazio, indipendentemente dall’età o dalla rilevanza della loro opera. Il tema delle omissioni e della scelta dei nomi è quello che maggiormente assilla l’antologista. Il bisogno di essere il più possibile obiettivo e di “fotografare” 1 antologia di poesia breve latinoamericana, a cura di Mario Meléndez (selezione) e gianni Darconza (traduzione), raffaelli Editore, rimini, 2015, pp. 244. giovane poesia latinoamericana, a cura di Mario Meléndez (selezione) e gianni Darconza (traduzione), raffaelli Editore, rimini, 2015, pp. 224. la nuova poesia dell’america latina, a cura di loretto rafanelli, algra Editore, Catania, pp. 262.

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in maniera chiara e inequivoca la realtà poetica del momento storico preso in considerazione si scontra con la legittima esigenza di scegliere in base alle proprie particolari convinzioni, al gusto personale. È in errore chi pretende di aver scelto tra quanto v’è di più rappresentativo o di più consolidato, senza lasciarsi influenzare dalle sue preferenze, dalla sua “poetica”. Ma è soprattutto in malafede chi non fa una scelta di qualità. In base ad essa deve esprimere sempre il proprio consenso o il proprio rifiuto. Il risultato finale deve essere quello di offrire a un pubblico che non ha una facile via di accesso alle opere e ai poeti, un campionario attendibile della miglior poesia del paese o dei paesi presi in considerazione. Non di tutta la miglior poesia, traguardo, questo, impossibile da raggiungere, per ovvi motivi. In questa antologia, ogni poeta è rappresentato da un numero di versi relativamente utili perché il lettore possa avere un’idea abbastanza chiara della sua opera, e partire da lì per ampliarne e approfondirne, qualora ne abbia voglia, la conoscenza. Il mio proposito è stato quello di non cadere nella tentazione di allestire una compilazione plurima di nomi a base di una poesia per autore, tanto dispersiva quanto inefficace, ma neanche di limitarmi a inserire un ristretto numero di voci con un’ampia scelta di loro testi, perché non lo consentiva l’ampiezza della materia trattata. far rappresentare ogni paese da uno, massimo da due poeti, come è stato fatto da qualcuno, non solo offrirebbe un panorama limitato e poco attendibile della poesia latinoamericana, ma porrebbe seri dubbi su quale dei tanti poeti di valore sarebbe quello più idoneo a farsi portavoce della propria nazione. Il numero di centosessantadue poeti inclusi in questa antologia, che potrebbe apparire eccessivo a prima vista, non lo è poi tanto, se si considerano i paesi che ne fanno parte e se si riconosce finalmente che l’america latina ha prodotto in questi ultimi anni una poesia di altissima qualità, tanto importante quanto quella di altri paesi europei come la francia, l’Inghilterra, la germania e la stessa Italia. Nella scelta dei poeti, se la bilancia pende a favore di alcuni paesi piuttosto che di altri è perché tale dislivello, a mio giudizio, è un fatto oggettivo e reale. gli stati rappresentati da un maggior numero di poeti 10

sono il Messico e l’argentina, ma anche il Cile, il Perù, la Colombia e il brasile non vi sfigurano. a chi dovesse lamentare l’assenza di alcuni poeti imprescindibili, faccio notare, a mia parziale discolpa, che in questo mio ultimo lavoro non ho voluto ripetere – con l’eccezione di una decina di nomi, ma presenti sempre con nuovi testi –, poeti già inclusi in miei precedenti florilegi. ad essi rimando il lettore che volesse avere un panorama relativamente esauriente della poesia latinoamericana d’oggi2. la poesia latinoamericana di questi ultimi decenni è caratterizzata da una esplosione di voci, di forme, di estetiche, di registri, di temi in continua ebollizione e arricchimento. ogni autore è libero di scegliersi i suoi predecessori e di arricchire la propria opera con nuovi valori e dimensioni. In questa antologia, come il lettore potrà notare, s’incontrano e si scontrano le estetiche più diverse che vanno dal barocchismo al surrealismo, dall’immaginismo al colloquialismo, dal prosaismo al simbolismo, al frammentarismo, all’epigrammismo, all’infrarrealismo. sono tutti poeti viventi e tuttora attivi che si sono posti in luce, in varia misura e con una varia validità di risultati, ma comunque sempre con un loro peso e con una loro significazione. accanto ai poeti consacrati che si pongono, grazie alla loro forza e originalità creativa, come modelli insostituibili del fare poesia, il lettore troverà altre voci, voci di poeti giovani e meno giovani che reclamano giustamente il loro spazio di attenzione. Cittadini di un mondo che supera gli stretti confini della loro patria, nel quale si globalizzano la fame, la violenza, la miseria, essi hanno avuto il privilegio di assistere in diretta al bombardamento di baghdad, la leggendaria città dalle azzurre moschee che avevano conosciuto attraverso le mille e una notte. sono 2 antologia della poesia argentina contemporanea, a cura di silvia beatriz amarante ed Emilio Coco, sentieri Meridiani Edizioni, foggia, 2007. dalla parola antica alla parola nuova. ventidue poeti messicani d’oggi, a cura di Emilio Coco, raffaelli Editore, 2012, pp. 284. antologia della poesia ecuadoriana contemporanea, a cura di Emilio Coco, sentieri Meridiani Editore, 2012, foggia, pp. 152. con il fuoco del sangue. trentadue poeti colombiani d’oggi, a cura di Emilio Coco, raffaelli Editore, 2015, pp. 440.

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stati testimoni attraverso internet degli orrori delle guerre nei diversi paesi del globo, del disastro di Chernobyl, delle intemperie e delle barbarie che contraddistinguono gli inizi di questo terzo millennio, in tante contrade mediorientali e afro-asiatiche, con tutto il seguito di disperati senza domani e senza terra che scappano da luoghi devastati dall’odio e dall’intolleranza, dove i kalashnikov, i capestri e i coltellacci non risparmiano neanche bambini e donne inermi, in nome di un dio complice e ancora più mostruoso di coloro che l’implorano. Così, globalizzati, internettizzati, senza più certezze e senza più utopie, hanno ereditato frammenti di una modernità piena di paure e di paranoie, disperdendosi in una miriade di tendenze e di estetiche, in un panorama in continua trasformazione. l’unica cosa che li unisce è il sicuro possesso della lingua e un bagaglio culturale acquisito attraverso la lettura di autori classici e contemporanei. la città come scenario dominante ed emblema del mondo moderno è la protagonista della nuova poesia latinoamericana, ma accanto ad essa troviamo altri temi come l’amore, la morte, l’implacabile trascorrere del tempo, la quotidianità e le sue miserie. Ma quello che qui va sottolineato è che i giovani poeti non si lasciano sedurre da sperimentalismi vari o da acrobazie linguistiche. si nota piuttosto in essi un lavoro rigoroso sulla parola e la costruzione di un mondo personale dove dominano i sentimenti e le emozioni. la loro è una poesia che, al di là del nichilismo delle avanguardie e degli estetismi, vuole proclamare il primato di una parola ricca di vitalità e visibilità umana, di una parola che recuperi la sua tensione e la sua funzione comunicativa. Essi hanno saputo assimilare le luci e le ombre dei loro predecessori e delle diverse scuole, gruppi e movimenti presenti nel panorama lirico latinoamericano dell’immediato passato. la loro poesia si nutre dei canti di Pablo Neruda e di César vallejo, di octavio Paz e vicente Huidobro, di Nicanor Parra e ramón lópez velarde, di josé asunción silva e jorge Carrera andrade, ma anche di Enrique lhin, lêdo Ivo, thiago de Mello, alejandra Pizarnik, jaime sabines, Eduardo lizalde. si tratta di autori che non praticano il “parricidio” ma, al contrario, effettuano una lettura critica delle opere dei padri e portano avanti una loro innovazione legata alla tradizione, perché innovare non significa pre12

cisamente rompere, ma indagare le radici nei loro mari profondi e segreti e ridefinirle. È il loro un mondo letterariamente mosso e ricco di iniziative. accanto a pubblicazioni poetiche di buona qualità, vale la pena ricordare il grande lavoro svolto dalle riviste elettroniche come le messicane “Círculo de poesía” e “la otra”, la peruviana “vallejo & Co.”, le colombiane “otro Páramo” e “Con-fabulación” o la brasiliana “agulha”, tanto per citarne alcune, e dai numerosi festival di poesia che si organizzano anno dopo anno con grande partecipazione di pubblico e di poeti a Medellín, bogotá, granada, Città del Messico, Caracas, lima, quito. E qui mi fermo, lasciando al lettore che abbia la pazienza e il gusto della letteratura volenterosa, non prevenuta, di fare le sue scoperte e le sue considerazioni. Poi verranno gli accademici e i critici di mestiere a dissezionare, a integrare, a ricomporre, a confrontare poetiche e personalità, a chiedere e a cercare spiegazioni. Nel frattempo, il lettore si lasci prendere per mano dai poeti e guidare nel fascinoso e caleidoscopico mondo della poesia latinoamericana d’oggi. E. C.

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CLARIBEL ALEGRÍA

CLARIBEL ALEGRÍA

PEquEño INfIErNo

PICColo INfErNo

Mi única ambición es alcanzar la paz disfrutar del ocaso las estrellas la belleza del pájaro y el salto del río. No lo consigo aún: la violencia y el caos me socavan y me sacan de quicio y me inundan la mente de voces y de ruidos que no puedo apagar. Es un pequeño infierno el que me habita y aunque sigue gustándome vivir me alegro cuando pienso que la muerte está cerca y voy a disolverme en átomos de luz.

la mia unica ambizione è raggiungere la pace godere del tramonto delle stelle della bellezza dell’uccello e del salto del fiume. ancora non ci riesco: la violenza e il caos mi minano mi fanno uscir di senno e m’inondano la mente di voci e di rumori che spegnere non posso. È un piccolo inferno ad abitarmi e anche se mi piace ancora vivere gioisco quando penso che la morte è vicina e che mi dissolverò in atomi di luce.

María MagDalENa

MarIa MaDDalENa

te amé, jesús te amé y tú también me amaste

ti ho amato, gesù ti ho amato e pure tu mi hai amata

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entre todos los rostros me buscabas y me querías cerca. Me sedujo tu voz la serena pasión de tu palabra. sentí temblar tu carne sentí temblar al hombre cuando ungí tu cuerpo con perfumes y enjugué tus pies con mis cabellos. Pude haberte hechizado y no lo hice me frenó tu mirada tu renuncia entre todos los hombres fuiste el hombre y no quiero curarme de este amor.

fra tutti i volti mi cercavi e mi volevi vicino. Mi ha sedotta la tua voce la serena passione della tua parola. Ho sentito tremare la tua carne ho sentito tremare l’uomo quando ho unto il tuo corpo di profumi e ho asciugato i tuoi piedi con i miei capelli. avrei potuto ammaliarti e non l’ho fatto mi ha frenata il tuo sguardo la tua rinuncia fra tutti gli uomini sei stato l’uomo e non voglio guarire da quest’amore.

afroDIta

afroDItE

Naciste del mar de la ternura de su espuma eres la más bella entre las diosas a tu paso florecen las espinas encrespan su voz los riachuelos y vuelan en círculo las aves.

sei nata dal mare dalla tenerezza della sua schiuma sei la più bella fra le dee al tuo passare fioriscono le spine increspano la voce i ruscelli e volano in cerchio gli uccelli.

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qué lástima me das cuando te veo estatua con los ojos vacíos sin lujuria en tu piel sin la alegría loca de tus cabellos sueltos.

Che pena mi fai quando ti vedo statua con gli occhi vuoti senza lussuria nella tua pelle senza la pazza gioia dei tuoi capelli sciolti.

Es Hora ya DE quE tE rINDas

È orMaI ora DI arrENDErtI

Es hora ya de que te rindas mi fatigoso y fatigado cuerpo dame el derecho de escapar. En un tiempo te amé eras fresco gracioso eras travieso. siento pena por ti al caminar te encorvas con cada movimiento hay un crujido estás rígido enjuto y con barriga pero pese a tus males y a tus sordos gemidos sigues queriendo ser. Ese amor por la vida que te abrasa no te deja dejarme.

È ormai ora di arrenderti mio faticoso e affaticato corpo concedimi il diritto di scappare. un tempo ti ho amato eri fresco grazioso eri birichino. sento pena per te quando cammini ti curvi in ogni movimento c’è uno scricchiolio sei rigido asciutto e con la pancia ma nonostante i tuoi mali e i tuoi gemiti sordi continui a voler essere. quest’amore per la vita che ti brucia non ti lascia lasciarmi.

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ERNESTO CARDENAL

ERNESTO CARDENAL

oraCIóN Por MarIlyN MoNroE

PrEgHIEra PEr MarIlyN MoNroE

señor recibe a esta muchacha conocida en toda la tierra con el nombre de Marilyn Monroe, aunque ése no era su verdadero nombre (pero tú conoces su verdadero nombre, el de la huerfanita violada a los 9 años y la empleadita de tienda que a los 16 se había querido matar) y que ahora se presenta ante ti sin ningún maquillaje sin su agente de Prensa sin fotógrafos y sin firmar autógrafos sola como un astronauta frente a la noche espacial. Ella soñó cuando niña que estaba desnuda en una iglesia (según cuenta el time) ante una multitud postrada, con las cabezas en el suelo y tenía que caminar en puntillas para no pisar las cabezas. tú conoces nuestros sueños mejor que los psiquiatras. Iglesia, casa, cueva, son la seguridad del seno materno pero también algo más que eso… las cabezas son los admiradores, es claro (la masa de cabezas en la oscuridad bajo el chorro de luz). Pero el templo no son los estudios de la 20th Century-fox. El templo –de mármol y oro– es el templo de su cuerpo en el que está el hijo del Hombre con un látigo en la mano expulsando a los mercaderes de la 20th Century-fox que hicieron de tu casa de oración una cueva de ladrones.

signore accogli questa ragazza conosciuta in tutta la terra con il nome di Marilyn Monroe, benché non fosse quello il suo vero nome (ma tu conosci il suo vero nome, quello dell’orfanella violentata a 9 anni e della piccola commessa che a 16 anni aveva voluto uccidersi) e che adesso si presenta davanti a te senza nessun trucco senza il suo press agent senza fotografi e senza firmare autografi sola come un astronauta di fronte alla notte spaziale. lei sognò da bambina che stava nuda in una chiesa (come racconta il time) davanti a una folla prostrata, col capo sul pavimento e doveva camminare in punta di piedi per non calpestare le teste. tu conosci i nostri sogni meglio degli psichiatri. Chiesa, casa, caverna, sono la sicurezza del seno materno ma anche qualcosa di più… le teste sono gli ammiratori, è chiaro (la massa delle teste al buio sotto il fascio di luce). Ma il tempio non sono gli studi della 20th Century-fox, Il tempio – di marmo e oro – è il tempio del suo corpo in cui sta il figlio dell’uomo con una frusta in mano che scaccia i mercanti della 20th Century-fox che fecero della tua casa di preghiera un covo di ladri.

señor en este mundo contaminado de pecados y de radiactividad, tú no culparás tan sólo a una empleadita de tienda que como toda empleadita de tienda soñó con ser estrella de cine.

signore in questo mondo contaminato da peccati e radioattività, tu non incolperai soltanto una piccola commessa che come ogni piccola commessa ha sognato di essere una stella cinematografica.

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y su sueño fue realidad (pero como la realidad del tecnicolor). Ella no hizo sino actuar según el script que le dimos, el de nuestras propias vidas, y era un script absurdo. Perdónala, señor, y perdónanos a nosotros por nuestra 20th Century por esa Colosal super-Producción en la que todos hemos trabajado. Ella tenía hambre de amor y le ofrecimos tranquilizantes. Para la tristeza de no ser santos se le recomendó el Psicoanálisis. recuerda señor su creciente pavor a la cámara y el odio al maquillaje –insistiendo en maquillarse en cada escena– y cómo se fue haciendo mayor el horror y mayor la impuntualidad a los estudios.

E il suo sogno divenne realtà (ma come la realtà del technicolor). lei non ha fatto altro che attenersi allo script che le avevamo dato, quello delle nostre vite, ed era un copione assurdo. Perdonala signore, e perdonaci per la nostra 20th Century per questa Colossale super-Produzione a cui tutti abbiamo lavorato. lei aveva fame d’amore e le offrimmo tranquillanti. Per la tristezza di non essere santi le fu raccomandata la Psicoanalisi. ricorda signore la sua crescente paura per la macchina da presa e l’odio per il trucco – col suo insistere a truccarsi in ogni scena – e come l’orrore divenne sempre più grande e più grande la non puntualità negli studi.

Como toda empleadita de tienda soñó ser estrella de cine. y su vida fue irreal como un sueño que un psiquiatra interpreta y archiva. sus romances fueron un beso con los ojos cerrados que cuando se abren los ojos se descubre que fue bajo reflectores ¡y se apagan los reflectores! y desmontan las dos paredes del aposento (era un set cinematográfico) mientras el Director se aleja con su libreta porque la escena ya fue tomada.

Come ogni piccola commessa ha sognato di essere una stella cinematografica. E la sua vita fu irreale come un sogno che uno psichiatra interpreta e archivia. le sue storie d’amore furono un bacio a occhi chiusi e quando si aprono gli occhi si scopre che è stato sotto i riflettori e si spengono i riflettori! E smontano le due pareti della stanza (era un set cinematografico) mentre il regista si allontana col suo taccuino perché la scena è stata ormai girata.

o como un viaje en yate, un beso en singapur, un baile en río la recepción en la mansión del Duque y la Duquesa de Windsor vistos en la salita del apartamento miserable.

o come un viaggio su uno yacht, un bacio a singapore, un ballo a rio il ricevimento nel palazzo del Duca e della Duchessa di Windsor visti nel salottino dell’appartamento miserabile.

la película terminó sin el beso final. la hallaron muerta en su cama con la mano en el teléfono. y los detectives no supieron a quién iba a llamar. fue como alguien que ha marcado el número de la única voz amiga y oye tan solo la voz de un disco que le dice: WroNg NuMbEr

Il film è finito senza il bacio finale. la trovarono morta nel suo letto con la mano sul telefono. E i detective non seppero chi volesse chiamare. fu come qualcuno che abbia composto il numero dell’unica voce amica e sente solo la voce di un disco che gli dice: WroNg NuMbEr

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o como alguien que herido por los gangsters alarga la mano a un teléfono desconectado.

o come qualcuno che ferito dai gangster allunga la mano verso un telefono staccato.

señor: quienquiera que haya sido el que ella iba a llamar y no llamó (y tal vez no era nadie o era alguien cuyo número no está en el Directorio de los ángeles) ¡contesta tú al teléfono!

signore: chiunque sia stata la persona che stava per chiamare e non chiamò (e forse non era nessuno o era qualcuno il cui numero non si trova nell’elenco telefonico di los angeles) rispondi tu al telefono!

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ANA MARÍA RODAS

ANA MARÍA RODAS

la graMátICa miente (como todo invento masculino) femenino no es género, es un adjetivo que significa inferior, inconsciente, utilizable, accesible, fácil de manejar, desechable. y sobre todo violable. Eso primero, antes que cualquier otra significación preconcebida.

la graMMatICa mente (come ogni invenzione maschile) femminile non è genere, è un aggettivo che significa inferiore, incosciente, utilizzabile, accessibile, facile da maneggiare, usa e getta. E soprattutto violentabile. questo soprattutto, prima di ogni altro significato prestabilito.

DIjEroN quE un poema debería ser menos personal que eso de hablar de tú o de yo es cosa de mujeres. que no es serio.

HaNNo DEtto CHE una poesia dovrebbe essere meno personale che il fatto di dire tu o io è una cosa da donne. Che non è serio.

Por suerte o por desgracia todavía hago lo que quiero.

Per fortuna o per disgrazia faccio ancora quello che voglio.

quizá algún día utilice otros métodos y hable en abstracto. ahora sólo sé que si se dice algo debe ser sobre tema conocido.

forse un giorno userò altri metodi e parlerò in astratto. adesso solo so che se si dice qualcosa deve essere su un tema conosciuto.

yo sólo soy sincera –y ya es bastante– hablando de mis propias miserias y alegrías puedo contar que me gustan las fresas por ejemplo y que algunas personas me caen mal por hipócritas, por crueles o simplemente porque son estúpidas.

E solo sono sincera – ed è già troppo – se parlo delle mie proprie miserie e gioie posso raccontare che mi piacciono le fragole per esempio e che alcune persone mi stanno sullo stomaco perché ipocrite, crudeli o semplicemente perché sono stupide.

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que no pedí vivir y que morir no es algo que me atraiga excepto cuando me hallo deprimida. que estoy hecha sobre todo de palabras. que para poder manifestarme uso tinta y papel a mi manera. No puedo remediarlo. Por más que trate no escribiré un ensayo sobre la teoría de conjuntos.

Che non ho chiesto di vivere e che morire non mi attrae affatto tranne quando mi sento depressa. Che sono fatta soprattutto di parole. Che per potermi manifestare uso inchiostro e carta a modo mio. Non posso farci niente. Per quanto ci provi non scriverò un saggio sulla teoria degli insiemi.

tal vez más adelante encuentre otras formas de expresarme. Pero eso no me importa ahora hoy vivo aquí y este momento y yo soy yo y como tal actúo.

forse più avanti troverò altre forme di esprimermi. Ma questo adesso non m’importa oggi vivo qui e questo momento e io sono io e come tale agisco.

Por lo demás lamento no complacer a todos. Creo que ya es bastante mirar hacia mí misma y tratar de aceptarme con huesos con músculos con deseos con penas. y asomarme a la puerta y ver pasar el mundo y decir buenos días. aquí estoy yo. aunque no les guste. Punto.

Per il resto mi dispiace di non accontentare tutti. Credo che sia già molto guardare in me stessa e cercare di accettarmi con ossa e muscoli con desideri e pene. E affacciarmi alla porta e veder passare la gente e dire buongiorno. Io sono qui. anche se non vi piace. Punto.

asuMaMos la actitud de vírgenes. así nos quieren ellos.

assuMIaMo l’atteggiamento da vergini. Così ci vogliono loro.

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forniquemos mentalmente suave, muy suave con la piel de algún fantasma.

fornichiamo mentalmente dolcemente, molto dolcemente con la pelle di qualche fantasma.

sonriamos femeninas inocentes.

sorridiamo femminili innocenti.

y a la noche, clavemos el puñal y brinquemos al jardín abandonemos esto que apesta a muerte.

E la notte, piantiamo il pugnale e saltiamo nel giardino abbandoniamo questo che puzza di morte.

DE aCuErDo soy arrebatada, celosa voluble y llena de lujuria.

D’aCCorDo sono impulsiva, gelosa volubile e piena di lussuria.

qué esperaban?

Che vi aspettavate?

que tuviera ojos glándulas cerebro, treinta y tres años y que actuara como el ciprés de un cementerio?

Che avessi occhi ghiandole cervello, trentatré anni e che mi comportassi come il cipresso di un cimitero?

El Más PErfECto amor Podría durar quizás tres años. te lo aseguro yo que ya asistí a varios entierros.

Il PIù PErfEtto amore Potrebbe durare forse tre anni. te lo assicuro io che ho già assistito a diversi funerali.

Pero todo está bien si al menos escribiste algunos poemas.

Ma va bene tutto se hai scritto almeno qualche poesia.

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HOMERO ARIDjIS

HOMERO ARIDjIS

El árbol

l’albEro

Entonces el árbol tuvo un sueño soñó que estaba en una arboleda y sus ramas estaban llenas de aves asomadas a mis ventanas

allora l’albero ebbe un sogno sognò di trovarsi in un albereto e i suoi rami erano pieni di uccelli affacciati alla mia finestra

soñó que sus semillas caían a tierra y se convertían en otros árboles en otros sueños que crecían dentro y fuera de nosotros

sognò che i suoi semi cadevano a terra e si trasformavano in altri alberi in altri sogni che crescevano dentro e fuori di noi

soñó que había dos caminos uno que bajaba al inframundo y otro que llevaba a un Horizonte que nunca atardecía

sognò che c’erano due strade una che scendeva nell’oltretomba e l‘altra che portava a un orizzonte dove mai imbruniva

tenía que quedarse en el mismo lugar mirando con mil ojos verdes al hombre que en camiones y con motosierras venía a cortarlo en dos

doveva restare nello stesso posto guardando con mille occhi verdi l’uomo che in camion e con motoseghe veniva a tagliarlo in due

en ese momento el árbol despertó se vió a sí mismo con zapatos en las raíces y como un ángel desarraigado se fue por el camino

in quel momento l’albero si svegliò vide se stesso con scarpe alle radici e come un angelo sradicato se ne andò lungo la strada

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El saNto DE los NarCos

Il saNto DEI NarCo

El santo de los narcos no hace milagros de vida como un mago financiero hace prodigios de droga y muerte;

Il santo dei narco non fa miracoli di vita come un mago delle finanze fa prodigi di droga e di morte;

no tiene manos, tiene muñones de sombra y sangre, su boca con dientes de oro le sirve para comerse a sí mismo;

non ha mani, ha monconi di ombra e di sangue, la sua bocca con denti d’oro gli serve per mangiare se stesso;

sus ojos colapsados no miran hacia fuera, hacia dentro volteados contemplan su proprio vacío;

i suoi occhi collassati non guardano fuori rivoltati all’interno contemplano il loro proprio vuoto;

no conoce el comercio de la palabra, en vez de hablar tira balazos al aire, arroja bombas, descuartiza jóvenes, viola mujeres, estrella carros;

non conosce il commercio della parola, invece di parlare spara in aria, scaglia bombe, squarta giovani, violenta donne, schianta macchine;

el santo de los narcos no tiene pies, tiene ruedas de plata para correr por la noche, huyendo de todos y de todo no escapa de su imagen en el espejo;

il santo dei narco non ha piedi, ha ruote d’argento per correre di notte, fuggendo da tutti e da tutto non scappa dalla sua immagine nello specchio;

sus aviones varados en el crepúsculo son insectos con las alas atrofiadas, su sombra vestida de oro y plata es una tumba abierta a lo desconocido.

i suoi aerei fermi nel crepuscolo sono insetti con le ali atrofizzate, la sua ombra vestita d’oro e d’argento è una tomba aperta sull’ignoto.

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PoEtas DEl sIglo xxI

PoEtI DEl xxI sEColo

tenemos talento. El mundo nos llama grandes. tu fu

abbiamo talento. Il mondo ci chiama grandi. tu fu

tenemos talento. El mundo nos llama grandes. Nadie lo duda. aunque poca gente nos lea y los elogios de ayer se los lleve el aire. No tenemos que buscar nuestro público, por dondequiera lo llevamos dentro. No hay nada mejor que nuestro ego para juzgar nuestro intelecto. viejos, taciturnos y gruñones, tenemos hambre de reconocimiento. si bien somos autores póstumos contemporáneos de los muertos, nuestra poesía, hecha de tiempo, no tiene tiempo. Mas si el tiempo desafía todo, las palabras desafían al tiempo. y si nadie nos quiere dar empleo, prestar dinero, ofrecernos retiro laboral, seguro médico y pensión, no importa, quien no está loco no es normal. la tribu irascible de los vates (como la llamó Horacio) nunca se jubila: se es poeta hasta la muerte.

abbiamo talento. Il mondo ci chiama grandi. Nessuno lo mette in dubbio. anche se pochi ci leggono e gli elogi di ieri se li porta il vento. Non dobbiamo cercare il nostro pubblico, dappertutto lo portiamo dentro. Non c’è niente di meglio del nostro ego per giudicare il nostro intelletto. vecchi, taciturni e brontoloni, abbiamo fame di riconoscimento. sebbene siamo autori postumi, contemporanei dei morti, la nostra poesia, fatta di tempo, non ha tempo. Ma se il tempo sfida ogni cosa, le parole sfidano il tempo. E se nessuno ci vuole dare lavoro, prestare soldi, offrirci la buonuscita, l’assicurazione medica e la pensione, non importa, chi non è pazzo non è normale. la tribù irascibile dei vati (come l’ha chiamata orazio) non va mai a riposo: si è poeti fino alla morte.

lEtaNía

lItaNIa

ama al Dios que te ama a la luz que tus ojos aman al espíritu encarnado ama al agua madre ama

ama il Dio che ti ama la luce che i tuoi occhi amano lo spirito incarnato ama l’acqua madre ama

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a la tierra inteligente como a ti mismo ama al universo dentro y fuera de ti ama como a un sol interior ama a la luz vital entre dos eternidades muertas ama al poema del ser ama en la vida y en la nada ama

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la terra intelligente come te stesso ama l’universo dentro e fuori di te ama come un sole interiore ama la luce vitale fra due eternità morte ama la poesia dell’essere ama nella vita e nel nulla ama

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FRANCISCO MORALES SANTOS

FRANCISCO MORALES SANTOS

CoMo toDos los HoMbrEs

CoME tuttI glI uoMINI

un poeta es un hombre de rutinas y como tal, repite el abc del día –hoy, mañana, siempre–, memoriza papeles, mapas, máscaras (quiero decir caras), desecha lo inasible; se apoya en sus recuerdos para saltar al futuro; sale al ruedo a lidiar la incertidumbre. se devela a sí mismo para entender al mundo. va y viene por las calles defendiendo secretos que acaso a nadie importan. Dice verdades, se equivoca, acepta el error y rectifica. ríe, como si en sus adentros tuviera una cascada y a veces, cuando llora, flotan rostros encima de su llanto.

un poeta è un uomo abitudinario e, pertanto, ripete l’abbiccì del giorno – oggi, domani, sempre –, memorizza carte, mappe, maschere (voglio dire volti), rifiuta l’inafferrabile; si appoggia ai ricordi per saltare nel futuro; scende nell’arena per lottare contro l’incertezza. si affanna per capire il mondo. va e viene per le strade difendendo segreti che forse non importano a nessuno. Dice verità, si sbaglia, accetta l’errore e rettifica. ride, come se nel suo intimo avesse una cascata e a volte, quando piange, galleggiano volti sulle sue lacrime.

rEglas Para ENaMorar graDualMENtE a uNa MuCHaCHa

rEgolE PEr farE INNaMorarE graDualMENtE uNa ragazza

Primeramente hay que apartarla de sus bordados de silencio pues Penélope solamente hubo una, luego dejarla ordenar sus pensamientos, el sístole y el diástole que no hallan cabida en ningún lado.

Per prima cosa bisogna allontanarla dai suoi ricami di silenzio perché di Penelope ce n’è stata solo una, poi lasciarla ordinare i suoi pensieri, la sistole e la diastole che non trovano posto da nessun lato.

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llamarla de algún modo que además de cariñoso no se haya dicho a nadie ni a nadie se repita; bautizar con su nombre una flor o su perfume; infiltrar un poema en sus oídos sin que ella se percate. De vez en vez ofrézcasele una porción de letras. Pero cuidado, ¿eh? las metáforas dadas en abundancia causan indigestiones a quien no las consume con regularidad. Désele a deshojar un libro de amor del gran Neruda para que la declaratoria de amor resulte fácil y para que comprenda a qué grado de locura puede llegar la mano que busca aprisionarla. Envíensele flores, aunque haya que cortarlas en el parque más próximo a su casa. luego, habrá que esperar que algo la agite; por ejemplo: un temor de once mil diablos.

Chiamarla in un modo che, oltre a essere affettuoso, non si sia usato con nessuno né a nessuno si ripeta; battezzare col suo nome un fiore o il suo profumo; insinuare una poesia nel suo orecchio senza che se ne accorga. ogni tanto le si offra una porzione di lettere. Ma attenzione, eh! le metafore date in abbondanza causano indigestione a chi non le consuma regolarmente. le si dia da sfogliare un libro d’amore del grande Neruda perché la dichiarazione d’amore appaia facile e perché capisca a quale grado di pazzia possa arrivare la mano che cerca di imprigionarla. le si mandino fiori, anche se bisogna tagliarli nel parco più vicino a casa sua. Poi, bisognerà aspettare che si senta agitata da qualcosa; per esempio: un timore di undicimila diavoli.

raMa florECIDa

raMo fIorIto Para alma américa

Per alma américa

Es el alba en París, cuando aquí velo los remotos recuerdos de mi niña que a esta hora agitará su mano en señal de despedida de calles, horas, autobuses, rostros…

È l’alba a Parigi, quando qui veglio i remoti ricordi della mia bambina che a quest’ora agiterà la mano in segno di saluto di strade, ore, autobus, volti…

Es el alba en París y para mi hija

È l’alba a Parigi e per mia figlia

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de cuyos ojos toma mi edad nuevos alientos.

dai cui occhi prende la mia età nuovi stimoli.

su juventud me viene como anillo al dedo porque es como tener un manantial al lado para verme el que fui o el que sería si a nacer volviera.

la sua gioventù mi giunge a proposito perché è come avere una sorgente a fianco per vedermi chi fui o chi sarei se tornassi a nascere.

la estoy pensando desde su principio, desde sus balbuceos hasta esta hora en que los gallos ponen su canto en la mañana y el recordarla me coloca en medio de un gozo interminable.

la sto pensando dal suo inizio, dai suoi balbettamenti fino a quest’ora in cui i galli collocano il loro canto nel mattino e ricordarla mi procura un godimento interminabile.

sabIDuría aNtIgua

saggEzza aNtICa a Mario Payeras, por una postal que me envió.

De seguro que si las aves fueran el corazón del universo, nunca habría pasado inadvertida su lección de elevarse con espíritu fuerte bajo los temporales, pues los pájaros saben que no hay invierno que dure cien añós y que, al pasar la tormenta, la primera semilla que brota es el sol.

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a Mario Payeras, per una cartolina che mi ha mandato.

sicuramente se gli uccelli fossero il cuore dell’universo, non sarebbe mai passata inosservata la loro lezione di levarsi con spirito forte sotto i temporali, perché gli uccelli sanno che non c’è inverno che duri cento anni e che, passata la tempesta, il primo seme che germoglia è il sole.

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BELKIS CUZA MALÉ

BELKIS CUZA MALÉ

las CENICIENtas

lE CENErENtolE

somos las cenicientas. El señor botticelli pintó para nosotros las tres hadas madrinas. No somos inocentes. El Príncipe nunca nos ha besado. No hemos pisado su recámara, ni lamido su vientre. vivimos en la cocina, nuestra luna es el fuego. Nuestros pies son enormes; un largo baño no nos vendría mal. andamos con sayas rotas, con las greñas al aire y comemos pan duro. No somos inocentes. Por negritas, por feas y por putas fuimos chifladas en el certamen de Miss universe. Pero gritamos (las deslenguadas) ¡merde! al culo del rey y ¡merde! a sus ministros aunque ellos rabien por nuestra peste.

siamo le cenerentole. Il signor botticelli ha dipinto per noi le tre fate madrine. Non siamo innocenti. Il Principe non ci ha mai baciate. Non abbiamo mai messo piede nella sua alcova, né leccato il suo ventre. viviamo in cucina, la nostra luna è il fuoco. I nostri piedi sono enormi; un lungo bagno non ci starebbe male. andiamo con le gonne rotte, con i capelli arruffati e mangiamo pane duro. Non siamo innocenti. Perché negrette, brutte e puttane siamo state fischiate al concorso di Miss universo. Ma gridiamo (le sboccate) merda! al culo del re e merda! ai suoi ministri anche se loro smaniano per la nostra puzza.

la PatrIa DE MI MaDrE

la PatrIa DI MIa MaDrE

Mi madre decía siempre que la patria era cualquier sitio, preferiblemente el sitio de la muerte. Por eso compró la tierra más árida y el paisaje más triste

Mia madre diceva sempre che la patria era qualunque posto, preferibilmente il posto della morte. Per questo comprò la terra più arida e il paesaggio più triste

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y la hierba más seca, y junto al árbol infeliz comenzó a levantar su patria. la construía a pedazos (un día esta pared, otro día el techo, y a ratos, huecos para dejar colar el aire). Mi casa es mi patria –decía– y yo la veía cerrar los ojos como una muchacha llena de ilusión mientras escogía, de nuevo, a tientas, el sitio de la muerte.

e l’erba più secca, e vicino all’albero infelice cominciò a innalzare la sua patria. la costruiva a pezzi (un giorno questa parete, un altro giorno il soffitto, e a tratti, buchi per far filtrare l’aria). la mia casa è la mia patria – diceva – e io la vedevo chiudere gli occhi come una ragazza piena di illusioni mentre sceglieva, di nuovo, a tastoni, il posto della morte.

las MujErEs No MuErEN EN las líNEas DE fuEgo

lE DoNNE NoN MuoIoNo sullE lINEE DI fuoCo

las mujeres no mueren en las líneas de fuego, no ruedan sus cabezas como pelotas de golf, no duermen bajo un bosque de pólvora, no hacen ruinas el cielo, no hay nieve que enfríe sus corazones. las mujeres no mueren en las líneas de fuego, no expulsan al diablo de jerusalem, no vuelan acueductos, ni vías férreas, no dominan el arte de la guerra, ni el arte de la paz. No llegan a generales, ni a soldados desconocidos de piedra en el centro de una plaza mayor. las mujeres no mueren en las líneas de fuego. son estatuas de sal en el Museo del louvre, madres como fedra, amantes de Enrique vIII, Mataharis, Evas de Perón, reinas asesoradas por un Primer Ministro,

le donne non muoiono sulle linee di fuoco, non rotolano le loro teste come palle da golf, non dormono sotto un bosco di polvere da sparo, non mandano in rovina il cielo, non c’è neve che raffreddi i loro cuori. le donne non muoiono sulle linee di fuoco, non espellono il diavolo da gerusalemme, non fanno saltare in aria acquedotti e ferrovie, non dominano l’arte della guerra, né l’arte della pace. Non diventano generali, né militi ignoti di pietra al centro della piazza principale. le donne non muoiono sulle linee di fuoco. sono statue di sale nel Museo del louvre, madri come fedra, amanti di Enrico vIII, Mata-hari, Eva di Perón, regine consigliate da un Primo Ministro,

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niñeras, cocineras, lavanderas o poetisas románticas. las mujeres no hacen la Historia, pero a los nueve meses la expulsan de su vientre y luego duermen veinticuatro horas como el soldado que regresa del frente.

bambinaie, cuoche, lavandaie o poetesse romantiche. le donne non fanno la storia, ma a nove mesi l’espellono dal loro ventre e poi dormono ventiquattro ore come il soldato che ritorna dal fronte.

El sIlENCIo

Il sIlENzIo

Me fabriqué un silencio, como el que había leído en las claridades del sol. No era justo que el hombre de las flores regresara con la soledad en el cesto. que los niños cabizbajos fueran retando al viento. que el gato contemplara su ausencia en el espejo.

Mi fabbricai un silenzio, come quello che avevo letto nella lucentezza del sole. Non era giusto che l’uomo dei fiori ritornasse con la solitudine nel cesto. Che i bambini a testa bassa sfidassero il vento. Che il gatto contemplasse la sua assenza nello specchio.

No era justo… las aceras por las noches guardaban todo el silencio. Mi cuaderno de apuntes dormitaba los viernes. yo quería un silencio, mi silencio. tuve que recogerlo gota a gota de mi plato de sopa espeso.

Non era giusto… I marciapiedi di notte si ammantavano di silenzio. Il mio quaderno di appunti sonnecchiava di venerdì. Io volevo un silenzio, il mio silenzio. Dovetti raccoglierlo goccia a goccia dal mio piatto di minestra profondo.

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WALDO LEyvA

WALDO LEyvA

El rostro

Il volto

He intentado borrar mi rostro con el agua, pero él persiste, tiene la obstinación de los que esperan encontrar su sitio entre la muchedumbre; lo expuse contra el viento, contra el ardiente sol y las sombras nocturnas, pero los rasgos de mi cara permanecen; voy por el mundo con mis gestos más íntimos unas veces mostrando lo que siento, descubriendo cierto rincón del pecho donde se aloja una tristeza, o la alegría que llegó extraviada hasta mis ojos; otras veces, las más, voy con la cara que los otros necesitan; he ido dejando en espejos sucesivos las huellas de los años, pero siempre es el mismo rostro el que insiste en quedarse en los cristales; si a nadie le interesa, si para todos es una cara anónima, si sólo existe para que los demás encuentren sus propios gestos verdaderos, qué sentido tiene entonces que pretenda afirmar su identidad.

Ho cercato di cancellare il mio volto con l’acqua, ma lui persiste, ha l’ostinazione di quelli che sperano di trovare il loro posto tra la folla; l’ho esposto al vento, all’ardente sole e alle ombre notturne, ma i tratti del mio viso rimangono; vado per il mondo con i miei gesti più intimi a volte mostrando quel che sento, scoprendo un certo angolo del petto dove alloggia una tristezza, o la gioia che arrivò smarrita fino ai miei occhi; altre volte, la maggior parte, vado con il viso di cui gli altri sentono il bisogno; ho lasciato in specchi successivi le orme degli anni, ma è sempre lo stesso volto che si ostina a restare sopra i vetri; se a nessuno interessa, se per tutti è un viso anonimo, se solo esiste perché gli altri vi trovino i propri gesti veri, che senso ha allora che pretenda di affermare la sua identità.

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Dos PoEMas Para taNIa

DuE PoEsIE PEr taNIa

Con nosotros llegó la nieve a la ciudad. ayer era una lluvia fina y de pronto comenzaron los copos a retozar en las desnudas ramas de los árboles, a tachonar los senderos del parque, a llenarte el pelo y las pestañas de estrellas diminutas.

Con noi arrivò la neve in città. Ieri era una pioggia fine e all’improvviso cominciarono i fiocchi a ruzzare sopra i rami spogli degli alberi, a costellare i sentieri del parco, a riempirti i capelli e le ciglia di minuscole stelle.

tania, qué será de estos parques sin nosotros. Cierra los ojos para que vuelvan las ramas a ser verdes, para que los pájaros cantores de mi tierra vengan a llenarte la piel de trinos frescos. y pensar que ya lo andado fue, que no podremos volver al momento de atravesar la calle, que otra vez podrás tocar el mismo árbol, pero el tronco rugoso de esta noche no será el de mañana.

tania, che sarà di questi parchi senza di noi. Chiudi gli occhi perché tornino i rami a essere verdi, perché gli uccelli canterini della mia terra vengano a riempirti la pelle di freschi cinguettii. E pensare che il cammino è ormai compiuto, che non potremo tornare al momento di attraversare la strada, che potrai toccare ancora lo stesso albero, ma il tronco rugoso di questa sera non sarà quello di domani.

tania, qué pobre el viento cuando no estén tus trenzas, qué distante tashkent cuando me vaya.

tania, quanto sarà povero il vento quando non ci saranno le tue trecce, quanto sarà distante tashkent quando me ne sarò andato.

II (tania y los espejos)

II (tania e gli specchi)

Cada río le devuelve el rostro. En cada flor hay un espejo para tania. ayer iba conmigo por la Estepa descubriendo las cúpulas del aire. ahora levanta del suelo una muñeca y la mira en silencio:

ogni fiume le restituisce il volto. In ogni fiore c’è uno specchio per tania. Ieri andava con me lungo la steppa scoprendo le cupole dell’aria. adesso solleva una bambola da terra e la guarda in silenzio:

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es como si de pronto fuera a nacer el mundo. tania, pequeño arroyo fresco, nada tiene que ver la nieve con tu pelo. florecerán de nuevo los manzanos, veré caer la lluvia en mi ventana, vendrá otro invierno y otro y yo tal vez viajero en otros rumbos, buscaré tu rostro en todos los espejos.

è come se all’improvviso dovesse nascere il mondo. tania, piccolo ruscello fresco, non ha niente a che vedere la neve con i tuoi capelli. fioriranno di nuovo i meli, vedrò cadere la pioggia sulla mia finestra, verrà un altro inverno e un altro e io forse viaggiatore su altre rotte, cercherò il tuo volto in tutti gli specchi.

Es juNIo toDavía

È aNCora gIugNo

Mientras dejo sobre tu piel la isla rozándote apenas con la yema de los dedos; mientras tus ojos se cierran para verme y la sangre te se llena de agujas diminutas; mientras el aire que te envuelve quiere estallar en pájaros silvestres y anuncian las acacias que es junio todavía; mientras tú sientes satisfecha cómo la lluvia nace de tu cuerpo y soy un espolón de sitierías; mientras las manos se nos multiplican y tu vientre es un rumor de ríos sbterráneos; mientras los ojos se te abren para tragarse el cielo y yo voy hacia el fondo de la tierra; mientras te beso el corazón por dentro: puede acabarse el mundo.

finché sulla tua pelle lascio l’isola sforandoti appena col polpastrello delle dita; finché i tuoi occhi si chiudono per vedermi e il sangue ti si riempie di minuscoli aghi; finché l’aria che ti avvolge vuole esplodere in uccelli selvatici e annunciano le acacie che è ancora giugno; finché tu senti soddisfatta come la pioggia nasce dal tuo corpo e io sono un argine per piccole tenute; finché le nostre mani si moltiplicano e il tuo ventre è un brusio di fiumi sotterranei; finché gli occhi ti si aprono per ingoiarsi il cielo e io vado verso il fondo della terra; finché ti bacio il cuore nell’interno: può finire il mondo.

uN HoMbrE PuEDE ganar o perder muchas batallas pero sólo será realmente derrotado cuando no sea un sueño quien levante su espada.

uN uoMo Può vincere o perdere molte battaglie ma solo sarà veramente sconfitto quando non sarà un sogno ad alzare la sua spada.

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FRANCISCO DE ASÍS FERNáNDEZ

FRANCISCO DE ASÍS FERNáNDEZ

¿CóMo EraN las auroras al PrINCIPIo DEl MuNDo?

CoME EraNo lE aurorE all’INIzIo DEl MoNDo?

¿Cómo eran las auroras al principio del mundo cuando tus párpados morenos abrían la luz y el humus de tu piel empozaba la lluvia sobre la hojarasca y yo le ponía ojos a las plumas del pavo real para acecharte? ¿De qué color era el rubor cuando descubrimos el fuego y pintamos las cuevas de altamira, cuando inventamos el alcaraván, las manchas del tigre, las palomas mensajeras y las virtudes del mar, cuando pusimos a orión y la estrella boreal en el cielo y dividimos el mundo con una línea imaginaria? ¿Cómo dejaste caer el tequendama cuando el mundo era la virginidad de la selva y el gruñido de mi amor? ¿De dónde aparecían la noche y las mariposas cuando se encendía el cielo para que yo encontrara tu mano? ¿Cuál era la sustancia de los sueños cuando el tigris y el éufrates manaban de tus brazos y me ceñían al Paraíso?

Come erano le aurore all’inizio del mondo quando le tue palpebre scure aprivano la luce e l’humus della tua pelle impregnava di pioggia le foglie secche e io mettevo occhi alle piume del pavone per spiarti? Di che colore era il rossore quando scoprimmo il fuoco e dipingemmo le grotte di altamira, quando inventammo il tarabuso, le macchie della tigre, i piccioni viaggiatori e le virtù del mare, quando mettemmo orione e la stella boreale nel cielo e dividemmo il mondo con una linea immaginaria? Come lasciasti cadere il tequendama quando il mondo era la verginità della selva e il grugnito del mio amore? Da dove apparivano la notte e le farfalle quando si accendeva il cielo perché io incontrassi la tua mano? quale era la sostanza dei sogni quando il tigri e l’Eufrate sgorgavano dalle tue braccia e mi stringevano al Paradiso?

rEtrato DEl PoEta

rItratto DEl PoEta

Hay una gotera infame en el techo de mi cabeza que está inundando todos los pensamientos que todavía se podían salvar con algunas reparaciones. y hay mucho comején destruyendo memorias, imágenes, manías, amores y rencores antiguos que sostenían muchas paredes de papel y densas sombras. En mi cuerpo parece que se soltó un animal cuyo único afán es destruir lo que encuentra y lo que ama,

C’è un’infiltrazione infame nel tetto della mia testa che sta inondando tutti i pensieri che ancora si potevano salvare con qualche riparazione. E ci sono troppe termiti che distruggono memorie, immagini, manie, amori e rancori antichi che sostenevano molte pareti di carta e dense ombre. sembra che nel mio corpo si sia liberato un animale il cui unico desiderio è distruggere ciò che trova e ciò che ama,

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comerse los espejos de los ríos del Paraíso donde mira el horror de sus ojos vacíos abiertos y los muñones del alma.

mangiarsi gli specchi dei fiumi del Paradiso dove guarda l’orrore dei suoi occhi vuoti aperti e i monconi dell’anima.

Hay uN lugar EN El MuNDo

C’È uN Posto NEl MoNDo

Inexplicablemente vienen muchos cenzontles, gorriones y colibrís, todas las tardes. ¿qué imán los atrae? siento que nos une la más íntima amistad y que puedo confiar en todos ellos. tal vez esperan encontrar un día mi cadáver entre estos cipreses y araucarias, la armonía de estas naranjas y flores. aquí se pueden oír mis pensamientos y descifrar el pensamiento de los pájaros. quisiera pedirle asilo a los cenzontles. ¿será que ellos, los gorriones y los colibrís son los novios de las flores? ¿Necesitan de las naranjas y las guanábanas? ¿o será que vienen como yo, huyendo de la soledad?

Inspiegabilmente vengono molti cenzontle, passeri e colibrì, tutti i pomeriggi. Da quale calamita sono attratti? sento che ci unisce la più intima amicizia e che posso fidarmi di tutti loro. forse aspettano di trovare un giorno il mio cadavere tra questi cipressi e araucarie, tra l’armonia di questi arance e fiori. si possono qui udire i miei pensieri e decifrare il pensiero degli uccelli. vorrei chiedere asilo ai cenzontle. sarà che essi, i passeri e i colibrì, sono gli sposi dei fiori? Hanno bisogno di arance e di graviole? o sarà che vengono come me, fuggendo dalla solitudine?

El NuEvo MuNDo

Il Nuovo MoNDo

Mi ángel de la noche me hizo soñar con inmensas montañas transparentes y ríos que atravesaban el mar buscando el horizonte se habían juntado el mundo de los peces y el mundo de los pájaros y las mariposas monarcas y los quetzales cruzaban las aguas con la belleza de su vuelo. En este nuevo mundo

Il mio angelo della notte mi fece sognare immense montagne trasparenti e fiumi che attraversavano il mare cercando l’orizzonte si erano uniti il mondo dei pesci e il mondo degli uccelli e le farfalle monarca e i quetzal attraversavano le acque con la bellezza del loro volo. In questo nuovo mondo

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no había árboles secos ni lágrimas tronchadas ni corazones humanos.

non c’erano alberi secchi né lacrime recise né cuori umani.

luNa MojaDa

luNa bagNata

Hay un lugar en la oscuridad del sueño donde mi alma se esconde como un muerto de años. El problema es despertar, volver de lo profundo de la tierra. y de la nada. Con dolor paga el alma y paga el cuerpo aterrado empujando la piedra. y me despierto buscando la luz en los socavones de los sueños (buscar sabiendo que voy a vivir en vano). y cuando salgo al final mi alma es lo que aflora y la veo partir. y vuelve a ver mi cuerpo bajo el peso de la tierra cuando la muerte sin fin ya no tiene palabras ni recuerdos, y despierto nuevamente a descubrir este milagro.

C’è un posto nell’oscurità del sonno dove la mia anima si nasconde come un morto da anni. Il problema è svegliarsi, tornare dal profondo della terra. E dal nulla. Con dolore paga l’anima e paga il corpo atterrito spingendo la pietra. E mi sveglio cercando la luce nello sprofondare dei sogni (cercare sapendo che vivrò invano). E quando alla fine esco è la mia anima ad affiorare e la vedo partire. E torna a vedere il mio corpo sotto il peso della terra quando la morte senza fine non ha più parole né ricordi, e mi sveglio di nuovo a scoprire questo miracolo.

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GLORIA GABUARDI

GLORIA GABUARDI

rEINo DE Palabras

rEgNo DI ParolE

quiero tener un reino de palabras o un río de palabras que arrastre la desdicha humana que haga raíces en mi alma y la transformen en argonauta quijota de los mares de la fantasía valiente soñadora de la libertad.

voglio avere un regno di parole o un fiume di parole che trascini la sventura umana che metta radici nella mia anima e la trasformino in argonauta Chisciotta dei mari della fantasia valorosa sognatrice della libertà.

un reino de palabras que me haga trastocar el movimiento de los pájaros en sus ramas y que me transmita el color de una estrella el olor del viento la espiritualidad de la pasión de los hombres.

un regno di parole che mi faccia scombinare il movimento degli uccelli sopra i rami e che mi trasmetta il colore di una stella l’odore del vento la spiritualità della passione degli uomini.

un reino de palabras que me haga conocer al ser humano, los mares y los astros para juntar mi alma con mi cuerpo y así complacer mi carne.

un regno di parole che mi faccia conoscere l’essere umano, i mari e gli astri per unire la mia anima al mio corpo e così compiacere la mia carne.

quiero un reino de palabras para mi alma como quiero una Patria inmensa para mi corazón libre como la soñamos todos. un reino de palabras que me seduzcan y que se desgranen entre mi lengua como laberinto de perlas en un atardecer de mi Patria.

voglio un regno di parole per la mia anima come voglio una Patria immensa per il mio cuore libera come la sogniamo tutti. un regno di parole che mi seducano e si sgranino tra la mia lingua come labirinto di perle in un tramonto della mia Patria.

un reino de palabras o un río de palabras que se desborde y arrastre todo lo que encuentre

un regno di parole o un fiume di parole che straripi e trascini tutto ciò che incontra

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que sea fuego fatuo entre mi boca pasión devoradora de mis sueños.

che sia fuoco fatuo tra la mia bocca passione divoratrice dei miei sogni.

que me encandile los labios que me entregue las llaves de la imaginación de las islas de los colores y las especias amboina, banda, ternate y tidore con sus baúles, sus tragedias y sus aventuras en el mar del llanto de vespuccio y Magallanes.

Che mi abbagli le labbra e mi consegni le chiavi dell’immaginazione delle isole dei colori e delle specie ammoina, banda, ternate e tidore con i loro bauli, tragedie e avventure nel mar del pianto di vespucci e Magellano.

y, que para detenerse ante mí, solo baste, que me iluminen tus ojos o el temblor del umbral de un sueño para manchar la página en blanco.

E che, per fermarsi davanti a me, solo basti che mi illuminino i tuoi occhi o il tremore della soglia di un sogno per macchiare la pagina in bianco.

EN El rECuENto DE Esta vIDa

NEl CoNtEggIo DI quEsta vIta

He buscado la luz que Dios me dio, en el corazón del ser humano. He encontrado la transcendencia de la soledad, la palidez del follaje al amanecer, la penumbra que deja un día triste y la ternura exquisita de una tarde de silencios. yo he dormido con el corazón entre las manos, y he caminado al horizonte donde esa luz alumbra. He oído apagarse el eco de la noche y he querido atrapar el tiempo y sus distancias. soy viajera en este barco y siempre he tenido un cielo con presagios. a veces grito mi nombre: gloria… y escucho dulcemente el batir suave del limonero de mi casa. todo es tan hermoso como el sonido de una castañuela “gloria a Dios en las alturas”

Ho cercato la luce che Dio mi diede, nel cuore dell’essere umano. Ho trovato la trascendenza della solitudine, il pallore del fogliame all’alba, la penombra che lascia un giorno triste e la tenerezza squisita di una sera di silenzi. Ho dormito con il cuore tra le mani, e ho camminato verso l’orizzonte dove quella luce illumina. Ho udito spegnersi l’eco della notte e ho voluto afferrare il tempo e le sue distanze. sono viaggiatrice su questa nave e sempre ho avuto un cielo con presagi. a volte grido il mio nome: gloria… e ascolto dolcemente il battere soave del limone della mia casa. tutto è così bello come il suono di una nacchera “gloria a Dio nell’alto dei cieli”

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y se conmueve y susurra mi jardín y pasa el viento cadencioso en su plegaria, la plegaria del sol al penetrar las tardes en el mar. En el recuento de esta vida paso esta página en limpio y marco presurosa mi imaginado territorio.

e si commuove e sussurra il mio giardino e passa il vento ritmato nella sua preghiera, la preghiera del sole quando penetra le sere nel mare. Nel conteggio di questa vita copio questa pagina in bella e segno frettolosa il mio immaginato territorio.

PrEParaCIóN Para la MagIa

PrEParazIoNE PEr la MagIa

Hojas de yerbabuena y limonarias crema de almendras y té de manzanilla verduras frescas eliminada la carne para que el cuerpo limpio y purificado sea un cervatillo ágil e inocente y como el vidrio pura alma delicada transparente vibre como un arpa al toque suave de tu tacto, para que como violín o guitarra se tense la columna los pechos más erguidos que nunca piernas de potranca listas para el vuelo, avión o pájaro el arco de los pies inconmovible y todos los latidos al unísono, ahora que regreses.

foglie di mentuccia e limonarie crema di mandorle e tè di camomilla verdure fresche eliminata la carne perché il corpo pulito e purificato sia un cerbiatto agile e innocente e come il vetro pura anima delicata trasparente vibri come un’arpa al tocco soave del tuo tatto, perché come violino o chitarra si tenda la colonna vertebrale i seni più eretti che mai gambe di puledra pronte per il volo, aereo o uccello l’arco dei piedi inalterabile e tutti i battiti all’unisono, adesso che ritorni.

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jUAN MANZ

jUAN MANZ

PasCua yaquI

Pasqua yaquI

Kobanao mayor primero de otros infinitos gobiérname el instinto. Cinco, de cada ocho, despierta mis sentidos para volver a crear la luna abierta por tus ojos, para seguir el sol de los otros pueblos tuyos que caminan con las estrellas y duermen su desvelo en la procesión que guías.

Kobanao maggiore primo di altri infiniti governami l’istinto. Cinque, di ogni otto, risveglia i miei sensi per ricreare la luna aperta dai tuoi occhi, per seguire il sole degli altri tuoi paesi che camminano con le stelle e dormono la loro insonnia nella processione che guidi.

Capitán primero, abandérame alférez, huellero lampareado de tu rumbo a mata, de tu brinco grande, yoowe de la huída que te prefiere a ti sobre mi viento. Prohibe mi muerte en tiempos de cuaresma, mi celebración prohibe bajo tu omnímodo poder en tiempos de apenarse, nariz larga: chap’ payeka. lávate las manos de mi culpa vieja, encalada cara ríe de mis ropas o juégame a la suerte, pero no te olvides de llorarme ahora viernes de yoreme por la pascua yaqui.

Capitano primo, promuovimi alfiere, segugio munito di lampada della tua rotta verso il cespuglio, del tuo salto grande, yoowe della fuga che ti preferisce sul mio vento. Proibisci la mia morte in tempo di quaresima, proibisci la mia celebrazione sotto il tuo potere assoluto al momento di rattristarsi, naso lungo: chap’payeka. lavati le mani della mia vecchia colpa, volto imbiancato ridi dei miei indumenti o giocami d’azzardo, ma non dimenticare di piangermi adesso venerdì di yoreme per la pasqua yaqui.

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Para no perderme el orejón, el chomo en tu giro el tépari tras la santa cruz. Pero no te olvides de golpear ahora con ese cuchillo sobre de la espada en señal de alerta tu ademán que es tiempo.

Per non perdermi l’orecchione, il chomo nel tuo giro il tépari dietro la santa croce. Ma non dimenticarti di colpire adesso con quel coltello sulla spada in segno di allerta il tuo gesto è il tempo.

Para no perderme por esta cuartilla de emoción urgida por doblar la página. Para no perderme por esta cadencia de dolor, el verso, mi rutina antigua por los sentimientos y mi gozo nuevo.

Per non perdermi in questo foglio di viva emozione nel girare la pagina. Per non perdermi in questa cadenza di dolore, il verso, la mia vecchia routine per i sentimenti e il mio piacere nuovo.

CorazóN DE luNa

CuorE DI luNa

te sigo, Padre viejo, maso pusi parido de nuevo como sigo a este año que comienza náufrago a fines de milenio y en enero, ojos de venado en la última tercia de nueves del siglo que termina; a como vaya o venga, asido a como seas, en el viento más reciente que llueve en mis poemas.

ti seguo, Padre vecchio, maso pusi partorito di nuovo come seguo quest’anno che comincia naufrago alla fine del millennio e a gennaio occhi di cervo nell’ultima terza di nove del secolo che finisce; vada come vada, afferrato a tuo modo, nel vento più recente che piove sulle mie poesie.

Nadie como yo conoce tu corazón de luna,

Nessuno come me conosce il tuo cuore di luna,

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orbeluz, a boca de ojo, para quien canta por sobre todo, lo que no ha visto.

orbe di luce, sfiorando l’occhio, per chi canta al di sopra di tutto, ciò che non ha visto.

árbol, enraizado en la tierra de las palabras verdaderas para hablar del misterio que nos sobrepasa.

albero, radicato nella terra delle parole vere per parlare del mistero che ci trascende.

Clave movimiento del sonido que se resuelve, tensado arco, poema que desciende. levante hacia el cenit, partido y partiendo a mitad de tono gutural que lo remeda.

Chiave movimento del suono che si risolve, arco teso, poesia che scende. Innalzi verso lo zenit, diviso e dividendo a metà tono gutturale che lo imita.

Para que no diga para siempre nunca cada vez que su aire me jale por los ojos el oriente, cuando de espaldas a la orilla del mar te moje la ciudad de sol que se quedó en mis labios, desde que un día la tierra te parió opuesto al ritmo de lo oscuro.

Perché non dica per sempre mai ogni volta che la sua aria mi porti attraverso gli occhi l’oriente, quando di spalle alla riva del mare ti bagni la città di sole che rimase sulle mie labbra, da quando un giorno la terra ti partorì opponendoti al ritmo dell’oscuro.

Para que hable la luz que piensa la sonoridad oculta, cada vez que el hilo intangible de tu dolor, gravitado a mi queísmo, me haga cambiar el rumbo, y te me salgas de carrete como se sale de mano un papalote.

Perché parli la luce che pensa la sonorità nascosta, ogni volta che il filo intangibile del tuo dolore, che gravita intorno al mio queísmo mi faccia cambiare rotta, e tu sfugga al mio controllo come sfugge dalla mano un aquilone.

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MATEO MORRISON

MATEO MORRISON

EN PrINCIPIo

IN PrINCIPIo

En principio, quien dijo amor no habló de guerra ni mencionó que un hombre, estrujaría la alegría de otros hombres. que la risa sería patrimonio de unos cuantos. Nadie dijo, en principio, que las flores de todos los jardines serían sólo adorno de salones y de tumbas y la tierra y el mar y hasta el aire estarían fraccionados en latifundios. No, no fue el acuerdo romper los corazones más humildes y exhibirlos por todos los mercados impedir que salga la palabra por las bocas hambrientas hacer rodar la débil esperanza de los niños, no, en principio hablamos de un amor correspondido, no de una siembra sólo alimentada por nosotros. Entonces son mis palabras este juego desigual: yo el golpeado por el tiempo –tú el acariciado por la suerte yo el golpeado por la suerte –tú el acariciado por el tiempo. Esta paz invertida y desastrosa puede que sea tu paz, pero es mi guerra.

In principio, chi disse amore non parlò di guerra né asserì che un uomo avrebbe spremuto la gioia di altri uomini. Che il riso sarebbe stato patrimonio di pochi. Nessuno disse, in principio, che i fiori di tutti i giardini sarebbero stati solo ornamento di saloni e di tombe e la terra e il mare e persino l’aria sarebbero stati frazionati in latifondi. No, l’accordo non fu di rompere i cuori più umili ed esibirli in tutti i mercati di impedire che esca la parola dalle bocche affamate di far rotolare la debole speranza dei bambini, no, in principio parlammo di un amore corrisposto, non di una semina alimentata solo da noi. allora sono le mie parole questo gioco disuguale: Io il colpito dal tempo – tu l’accarezzato dal destino io il colpito dal destino – tu l’accarezzato dal tempo. questa pace invertita e disastrosa può darsi che sia la tua pace, ma è la mia guerra.

CaNCIóN aNtEs DEl oDIo

CaNzoNE PrIMa DEll’oDIo

sé que antes del odio fue el amor que las niñas ya doncellas

so che prima dell’odio fu l’amore che le bambine già giovinette

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blandían sus sonrisas en los poblados y el niño casi hombre regaba con dulces piropos la llanura. y preguntarán entonces por qué tienen mis versos este rastro de llanto recrecido. Mi historia, es la historia de un niño que despierta y advierte el mundo como el dolor instituido. que quisiera convertir en rosas y juguetes todas las espinas de la tierra. quería decir: que antes yo hablaba del correr de las estrellas, de lo hermoso de la tarde formándose de nubes, de la flor, del horizonte y de las aves. Pero, desde hace poco mis versos tienen un rastro de llanto recrecido un crujir de dientes, un odio almacenado desde que la siembra quedó trunca o sea la muerte prematura de los niños la fabrica creció alimentada por el sudor y por la sangre y la madre enlutó de lágrimas mi pecho desde entonces y a pesar de que antes que el odio fue el amor mis versos tienen un rastro de llanto recrecido.

brandivano i loro sorrisi nei paesi e il bambino quasi uomo irrigava la pianura di dolci complimenti. E chiederanno allora perché hanno i miei versi questa traccia di pianto accresciuto. la mia storia è la storia di un bambino che si sveglia e avverte il mondo come dolore istituito. Che vorrebbe trasformare in rose e in giocattoli tutte le spine della terra. volevo dire: che prima io parlavo del correre delle stelle, della bellezza della sera che si forma di nuvole, del fiore, dell’orizzonte e degli uccelli. Ma, da poco i miei versi hanno una traccia di pianto accresciuto, uno stridore di denti, un odio immagazzinato da quando la semina restò recisa ossia la morte prematura dei bambini la fabbrica crebbe alimentata dal sudore e dal sangue e la madre intrise di lacrime il mio petto da allora e anche se prima dell’odio fu l’amore i miei versi hanno una traccia di pianto accresciuto.

varIaCIoNEs DE la MuErtE

varIazIoNI sulla MortE

Matando muerte en vida la has trocado saN juaN DE la Cruz

asidas mis manos a tu rostro recojo la vida plenamente. He despertado ahora 78

uccidendo la morte in vita l’hai cambiata saN juaN DE la Cruz

afferrate le mie mani al tuo volto raccolgo la vita pienamente. Mi sono svegliato adesso 79


y puedo decir que nada desfallece a mi alrededor. renacen múltiples formas del amor. la muerte cercada en su primera batalla se retira con lanzas que colorean el viento buscando otro escenario en las praderas de la nocturnidad.

e posso dire che niente viene meno intorno a me. rinascono molteplici forme d’amore. la morte assediata nella sua prima battaglia si ritira con lance che colorano il vento cercando un altro scenario nelle praterie della notte.

la MujEr quE sE vIstE

la DoNNa CHE sI vEstE

Esta mujer se viste de armadura romana. El metal la cubre y resalta con el brillo de su cuerpo. sonríe desde la seguridad que le da su vestido imperial. Nos invita a recorrer con la mirada toda su existencia cubierta de metales fundidos por nuestros ojos. Detrás las catacumbas penetran en el sueño.

questa donna si veste di armatura romana. Il metallo la copre e risalta con la lucentezza del suo corpo. sorride dalla sicurezza che le dà il suo vestito imperiale. Ci invita a percorrere con lo sguardo tutta la sua esistenza coperta di metalli fusi dai nostri occhi. Dietro le catacombe penetrano nel sogno.

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GIOCONDA BELLI

GIOCONDA BELLI

EN la DolIENtE solEDaD DEl DoMINgo

NElla DolENtE solItuDINE DElla DoMENICa

aquí estoy, desnuda, sobre las sabanas solitarias de esta cama donde te deseo.

sono qui, nuda, sulle lenzuola solitarie di questo letto dove ti desidero.

veo mi cuerpo, liso y rosado en el espejo, mi cuerpo que fue ávido territorio de tus besos, este cuerpo lleno de recuerdos de tu desbordada pasión sobre el que peleaste sudorosas batallas en largas noches de quejidos y risas y ruidos de mis cuevas interiores.

vedo il mio corpo, liscio e rosato nello specchio, il mio corpo che fu avido territorio dei tuoi baci, questo corpo pieno di ricordi della tua passione straripante sul quale combattesti sudate battaglie in lunghe notti di gemiti e di risa e rumori delle mie intime caverne.

veo mis pechos que acomodabas sonriendo en la palma de tu mano, que apretabas como pájaros pequeños en tus jaulas de cinco barrotes, mientras una flor se me encendía y paraba su dura corola contra tu carne dulce.

vedo i miei seni che accoglievi sorridendo nel palmo della mano, che stringevi come piccoli uccelli nelle tue gabbie a cinque sbarre, mentre un fiore mi si accendeva e fermava la sua dura corolla contro la tua dolce carne.

veo mis piernas, largas y lentas conocedoras de tus caricias, que giraban rápidas y nerviosas sobre sus goznes para abrirte el sendero de la perdición hacia mi mismo centro, y la suave vegetación del monte

vedo le mie gambe, lunghe e lente conoscitrici delle tue carezze, che ruotavano rapide e nervose sui loro cardini per aprirti il sentiero della perdizione verso il mio stesso centro, e la soave vegetazione del monte

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donde urdiste sordos combates coronados de gozo, anunciados por descargas de fusilerías y truenos primitivos.

dove tramasti sordi combattimenti coronati dal piacere, annunciati da scariche di fucileria e tuoni primitivi.

Me veo y no me estoy viendo, es un espejo de vos el que se extiende doliente sobre esta soledad de domingo, un espejo rosado, un molde hueco buscando su otro hemisferio.

Mi vedo e mi sto vedendo, in uno specchio di te che si estende dolente su questa solitudine di domenica, uno specchio rosato, uno stampo vuoto che cerca l’altro suo emisfero.

llueve copiosamente sobre mi cara y solo pienso en tu lejano amor mientras cobijo con todas mis fuerzas, la esperanza.

Piove copiosamente sul mio volto e penso solo al tuo amore lontano mentre do riparo con tutte le mie forze alla speranza.

CoMo tINaja

CoME gIara

En los días buenos, de lluvia, los días en que nos quisimos totalmente, en que nos fuimos abriendo el uno al otro como cuevas secretas; en esos días, amor en mi cuerpo como tinaja recogió toda el agua tierna que derramaste sobre mí y ahora en estos días secos en que tu ausencia duele

Nei giorni buoni, di pioggia, i giorni in cui ci amammo totalmente, in cui ci aprimmo l’un l’altra come grotte segrete; in quei giorni, amore nel mio corpo come giara raccolse tutta l’acqua tenera che spargesti su di me e adesso in questi giorni secchi in cui la tua assenza duole

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y agrieta la piel, y el agua sale de mis ojos llena de tu recuerdo a refrescar la aridez de mi cuerpo tan vacío y tan lleno de vos.

e screpola la pelle, e l’acqua esce dai miei occhi piena del tuo ricordo a rinfrescare l’arsura del mio corpo così vuoto e così pieno di te.

uNo No EsCogE

NoN sI sCEglIE

uno no escoge el país donde nace; pero ama el país donde ha nacido.

Non si sceglie il paese dove nascere; ma si ama il paese dove si è nati.

uno no escoge el tiempo para venir al mundo; pero debe dejar huella de su tiempo.

Non si sceglie il tempo di venire al mondo; ma si deve lasciare traccia del proprio tempo.

Nadie puede evadir su responsabilidad.

Nessuno può eludere la propria responsabilità.

Nadie puede taparse los ojos, los oidos, enmudecer y cortarse las manos.

Nessuno può tapparsi gli occhi, le orecchie, ammutolire e tagliarsi le mani.

todos tenemos un deber de amor que cumplir, una historia que nacer una meta que alcanzar.

tutti abbiamo un dovere d’amore da compiere, una storia da far nascere una meta da raggiungere.

No escogimos el momento para venir al mundo: ahora podemos hacer el mundo en que nacerá y crecerá la semilla que trajimos con nosotros.

Non scegliemmo il momento di venire al mondo: adesso possiamo fare il mondo in cui nascerà e crescerà il seme che portammo con noi.

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jOSÉ LUIS vEGA

jOSÉ LUIS vEGA

PoEMaMor

PoEsIaMorE

Este poema respira, resuella, resopla. sube, baja, sube, baja, suda. se viene y se va como las olas de la mar.

questa poesia respira, ansima, sbuffa. sale, scende, sale, scende, suda. viene e va come le onde del mare.

Parte de este poema queda escrito en las paredes de los baños públicos, en los espejos de los hoteles, en las mesas de las cafeterías, en las fundas de las almohadas púberes, en los camarotes comunes de los marinos mercantes, en las galeras de las cárceles y en las galeras de las linotipias. algunos versos fueron escritos por hombres remotos en lenguas secas y olvidadas. otros no se han escrito todavía. Este poema se hace en la cama, se hace en la playa, debajo de un árbol, en un auto europeo, de pie o, si le gusta, adosado a una silla. En el tonel de Diógenes es probable que no lo pueda hacer. Ni a lomos del caballo de alejandro.

una parte di questa poesia è scritta sui muri dei bagni pubblici, sugli specchi degli alberghi, sui tavoli delle caffetterie, sulle fodere dei cuscini puberi, nelle cabine comuni dei marinai mercantili, nelle stanze delle carceri e nei locali delle linotipie. alcuni versi furono scritti da uomini remoti in lingue secche e dimenticate. altri non sono stati ancora scritti. questa poesia si fa sul letto, si fa sulla spiaggia, sotto un albero, in una macchina europea, in piedi, o se le piace, appoggiato a una sedia. Nella botte di Diogene è probabile che non la possa fare. Né in groppa al cavallo di alessandro.

Este poema es un fenómeno estrictamente humano que admite variedad según la época, el lugar y la atmósfera.

questa poesia è un fenomeno strettamente umano che ammette varietà a seconda dell’epoca, del luogo e dell’atmosfera.

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Por ejemplo: mujer con hombre hombre con mujer hombre con hombre mujer con mujer. algo de esto puede verse en las ánforas griegas y en las paredes de Mesopotamia. (Hoy día no pintamos tales cosas en los vasos.)

Per esempio: donna con uomo uomo con donna uomo con uomo donna con donna. qualcosa del genere si può vedere sulle anfore greche e sui muri della Mesopotamia. (oggi non dipingiamo tali cose sui vasi.)

Este poema es un pene en erección, es el órgano de bach, es el pozo de la dicha, es la fuente de la juventud, es la isla del tesoro, es el granero del mundo, es el cerco de Numancia, es el fuego de gomorra, es el arca de Noé.

questa poesia è un pene in erezione, è l’organo di bach, è il pozzo della felicità, è la fonte della giovinezza, è l’isola del tesoro, è il granaio del mondo, è l’assedio di Numanzia, è il fuoco di gomorra, è l’arca di Noè.

Este poema tiene: Introducción Nudo ClIMax y Desenlace. otra de sus características es el uso ingenioso de la lengua.

questa poesia ha: Introduzione trama ClIMax e Epilogo. un’altra sua caratteristica è l’uso ingegnoso della lingua.

Este poema puebla el mundo, es un cuerpo desnudo, es dos cuerpos desnudos unidos por un puente de marfil milenario. sube, baja, sube, baja, suda se viene y se va como las olas del amar.

questa poesia popola il mondo, è un corpo nudo, è due corpi nudi uniti da un ponte d’avorio millenario. sale, scende, sale, scende, suda viene e va come le onde dell’amare.

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MujEr CoN lluvIa

DoNNa CoN PIoggIa

todo es lluvia y de pronto una mujer avanza entre la lluvia.

tutto è pioggia e all’improvviso una donna avanza tra la pioggia.

sortea cada bache con breve pie de pájaro aterido. Peinados contra el frío los cabellos. la falda entre sus muslos amparándose.

schiva ogni buca con passetti di uccello intirizzito. Pettinati i capelli contro il freddo. la gonna tra le cosce per ripararsi.

avanza contra un fondo lluvioso de paredes. El fuego del relámpago, el trueno la apresuran.

avanza contro uno sfondo piovoso di pareti. Il fuoco del lampo il tuono le fanno affrettare il passo.

Camina ajena al signo interrogante que orla su traje al viento, ajena a los misterios que salpica su paso por la lluvia.

Cammina estranea al segno interrogativo che orla il suo vestito al vento, estranea ai misteri che schizza il suo passare nella pioggia.

¿qué la trae, qué la lleva, de qué rayo procede su energía? ¿su nombre, en qué aguacero? ¿su rostro, en qué llovizna? ¿qué amada voz, qué urgencia, hacia qué oído los golpes de sus tacos se deslizan?

Che cosa la porta e l’allontana, da quale fulmine viene la sua energia? Il suo nome in quale acquazzone? Il suo volto in quale pioggerella? quale amata voce, quale urgenza, verso quale orecchio scivolano i colpi dei suoi tacchi?

amparada en la flor de la sombrilla cruza: es lo único vivo en la muerte interina de la lluvia.

riparata nel fiore dell’ombrello attraversa: è l’unica cosa viva nella morte temporanea della pioggia.

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MARCO ANTONIO CAMPOS

MARCO ANTONIO CAMPOS

lIbros

lIbrI

En mi infancia libre y mi adolescencia oscura los libros eran ventanas ciegas en palacios de ahogo. Pero no, no me arrepiento un ápice de haber leído exiguamente, porque los colegios fríos, las calles grisáceas de mi barrio ajedrezado, el bullir de las pequeñas tiendas, los cines de encantamiento, los intrépidos partidos de emoción ebria de béisbol y de futbol, las muchachas ávidas y anhelantes, las amistades como ráfaga y ala y marea alta, me dieron, sin saberlo o imaginarlo siquiera, las vivencias múltiples para aquellos libros que escribiría después –porque sólo aquello que se vive, sin mira ni propósito literario (Pavese dijo), se puede convertir en un poema–.

Nella mia infanzia e adolescenza buia i libri erano finestre cieche in palazzi di oppressione. Ma no, non mi pento per nulla di aver letto scarsamente, perché le scuole fredde, le strade grigiastre del mio quartiere a scacchi, il brulicare dei piccoli negozi, i film di magia, le intrepide partite d’emozione ebbra di baseball e di calcio, le ragazze avide e anelanti, le amicizie come raffica e ala e alta marea, mi diedero, senza saperlo o neanche immaginarlo, le molteplici esperienze per quei libri che avrei scritto dopo – perché solo quello che si vive, senza mire né propositi letterari (Pavese dixit), si può trasformare in una poesia –.

la PoEsía

la PoEsIa

Días claroscuros del invierno del ’68, la poesía era gorrión que picoteaba y picoteaba la hoja y llegaba con el invierno frío en el rostro de la joven enlutada, la ceniza en la frente era fuga y aventura, y yo sentía o presentía, que salvo relámpagos esporádicos, mi vida no estaría a la altura de las olas, pero que amaría el lúcido mar, el sol salvaje, la golondrina azul, la poesía y el ángel, y, claro, digamos así fue, y la poesía surgió en mi ventana con el habla del gorrión y me habló caligrafiándome desde el rostro moreno y el cuerpo ondulado de la joven enlutada, y allá, más allá, más allá de la ribera y de casas exiguas,

giorni chiaroscuri dell’inverno del ’68, la poesia era un passero che beccava e beccava la foglia e giungeva con l’inverno freddo sul volto di una giovane in lutto, la cenere sulla fronte era fuga e avventura, e io sentivo o presentivo che, salvo sporadici lampi, la mia vita non sarebbe stata all’altezza delle onde, ma che avrei amato lo splendido mare, il sole selvaggio, la rondine azzurra, la poesia e l’angelo, e, certo, diciamo che fu così, e la poesia spuntò alla mia finestra con il linguaggio del passero e mi parlò calligrafandomi dal volto bruno e dal corpo ondulato della giovane in lutto, e là, al di là, al di là della riva e delle case esigue,

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que parecen a un metro de precipitarse al mar, entreveo hoy las montañas en la niebla azul, y escribo un poema, igual o parecido al que escribí en aquel invierno monótono, gris, tristísimo del ‘68, cuando el gorrión entró por la ventana a escribir –a picotear a picotear– en mi cuaderno de papel pautado una leve melodía que no dejo de escuchar cuando vuelven días como los de aquel invierno lesivo, hosco, hostil, pero que al menos dio con su gran luz la figura melodiosa de la joven enlutada.

che sembrano a un metro dal precipitare nel mare, intravedo oggi le montagne nella nebbia azzurra, e scrivo una poesia, uguale o simile a quella che scrissi in quell’inverno monotono, grigio, tristissimo del ’68, quando il passero entrò dalla finestra a scrivere – a beccare a beccare – sul mio quaderno a righe una lieve melodia che ascolto ancora quando tornano giorni come in quell’inverno lesivo, fosco, ostile, ma che almeno diede con la sua grande luce la figura melodiosa della giovane in lutto.

DEsDE la tErraza DEl Café PIzarra

Dal DEHors DEl CaffÈ PIzarra

a Chus visor, republicanamente

a Chus visor, repubblicanamente

sentado en el ala de la terraza, del lado izquierdo de las golondrinas, bebiéndome el menos de un café, me pregunto, pregunto sin aspavientos: de qué ventana del Palacio de justicia cayó la justicia, por qué, a quienes juraron la república, aún se les fusila en el patio del cuartel, quién y cuándo y cómo dirá de España la historia de américa sin el naufragio de las navegaciones.

seduto nell’ala del dehors, dalla parte sinistra delle rondini, bevendomi un quasi caffè, mi chiedo, chiedo senza enfatizzare: da quale finestra del Palazzo di giustizia sia caduta la giustizia, perché quanti hanno prestato giuramento alla repubblica vengono ancora fucilati nel cortile della caserma, chi e quando e come dirà dalla spagna la storia dell’america senza il naufragio delle navigazioni.

a mi edad ya no ritman ni riman demasiadas cosas; lo mínimo y precario que queda es saludarnos, amar de sesgo y de perfil mujeres que se olvidan ya de verte, la mañana delictiva que te cruza la noche sin alcohol. Pero ustedes, señores, a quienes enmohece el dinero y mueren y asesinan por el gusto del Poder: aún desciendo al Mediterráneo a la búsqueda del mediodía quemante y dondequiera digo y hago lo que quiero (si lo quiero), soy libre en el adiós de las jóvenes de piernas torneadísimas, la poesía toca fondo –allá lejos– en el índigo del horizonte,

alla mia età più non ritmano né rimano troppe cose; il minimo e precario che rimane è salutarci, amare di sbieco e di profilo donne che già si dimenticano di vederti, la mattina delittuosa che t’incrocia la notte senza alcol. Ma lor signori, che il denaro fa arrugginire e muoiono e assassinano per il gusto del Potere: ancora scendo nel Mediterraneo in cerca del mezzogiorno rovente e ovunque dico e faccio quel che voglio (se lo voglio), sono libero nell’addio delle giovani dalle gambe tornitissime, la poesia tocca il fondo – in lontananza – nell’indaco dell’orizzonte,

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donde el vuelo del gorrión desciende en naranja o en amarillo para deslumbrar el punto en que lo vemos. lo digo, claro, lo digo claro, lo aclaro aquí, al lado de la catedral de oviedo, contemplándome la cara en las heces del café que dejé en la taza, en la taza que dibuja el plato, en el cuerpo que cayó de bruces, no por el hecho del viaje, no, sino por exigirle lo que no podía.

dove il volo del passero scende in arancio o in giallo per abbagliare il punto in cui lo vediamo. lo dico, chiaro, lo dico chiaro, lo chiarisco qui, al lato della cattedrale di oviedo, contemplandomi il volto nei fondi del caffè che ho lasciato nella tazza, nella tazza che disegna il piatto, nel corpo che è caduto bocconi, non per il fatto di viaggiare, no, ma per aver preteso da lui quanto non poteva.

a DaCIo

a DaCIo

sobre los hombros, de cultura y arte cargabas, Dacio, la res publica. ¿ante el jefe? burócrata y poeta. ¿ante iguales? burócrata y poeta. grande eras detrás del escritorio. tu cortesía fue forma de desdén. ¿Preferencia de colores? gris y ocre. te jubilaste. Hoy sólo laboras de poeta. lujoso, un escritorio (in)visible va contigo, es parte fiel del cuerpo. De igual forma separas los poetas: por aquí nosotros, es decir, la plebe; funcionarios allá, es decir, la pléyade.

sopra le spalle, di cultura ed arte caricavi, Dacio, la res publica. Davanti al capo? burocrate e poeta. Davanti ai tuoi pari? burocrate e poeta. Eri grande dietro la scrivania. la tua cortesia fu una forma di sdegno. Preferenza di colori? grigio e ocra. ti pensionasti. oggi solo lavori da poeta. lussuosa, una scrivania (in)visibile ti segue, è parte fedele del corpo. allo stesso modo separi i poeti: di qua, noi, vale a dire la plebe; funzionari di là, cioè la pleiade.

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jEANNETTE L. CLARIOND

jEANNETTE L. CLARIOND

MINa 1004

MINa 1004

arder, yo vi a mi abuela arder. agosto. Chihuahua, 1963. Ella ardió, su fuera y su dentro, ardió en la calle Mina 1004. vi a mi padre envolverla en una sábana, el colchón ardía; las cortinas, la alfombra, su vestido ennegrecieron. todo lo recogió. “No hagan ruido, su madre está cansada”. lo vi de luto esa tarde de agosto con su corbata negra. la recogió. Ceniza y llanto recogió.

bruciare, io vidi mia nonna bruciare. agosto. Chihuahua, 1963. Ella bruciò, per fuori e per dentro, bruciò in via Mina 1004. vidi mio padre avvolgerla in un lenzuolo, il materasso bruciava; le tende, il tappeto, il suo vestito si annerirono. raccolse tutto. “Non fate rumore, vostra madre è stanca”. lo vidi in lutto quella sera d’agosto con la cravatta nera. la raccolse. Cenere e pianto raccolse.

El humo de la abuela en el zaguán, las tías sorbiendo, ásperos, los grumos del café. Había que borrar lo oscuro que dolía, disolver la sal, el llanto, abrazarse, sofocar el temblor del viaje, escuchar a Paul anka, por ejemplo, a falta de pulso rayar el disco de 45 revoluciones por minuto.

Il fumo della nonna nell’androne, le zie che sorbivano, aspri, i grumi del caffè. bisognava cancellare l’oscuro che doleva, sciogliere il sale, il pianto, abbracciarsi, soffocare il tremore del viaggio, ascoltare Paul anka, per esempio, con mano malferma rigare il disco a 45 giri al minuto.

Por instantes vivía, por instantes todo fue púrpura: la mujer, el cansancio, las frondas de los álamos. Después el vidrio, el vidrio en el cedro, el rostro quemado bajo el humo.

a momenti viveva, poi rapidamente tutto fu porpora: la donna, la stanchezza, le fronde del pioppo. Poi il vetro, il vetro sul cedro, il volto bruciato sotto il fumo.

también mi madre ardió. En lágrimas su sonrisa apagada: “arréglame el pelo, me dijo, déjame salir a ver si ya está seca la ropa”.

anche mia madre bruciò. In lacrime il suo sorriso spento: “aggiustami i capelli, mi disse, lasciami andare a vedere se si sono asciugati i panni”.

tuve miedo. De que sus pasos lentos no volvieran, de la tersura de la hoja, del sigiloso carcomer,

Ebbi paura che i suoi passi lenti non tornassero, della tersezza della foglia, del silenzioso tarlo,

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del reseco peso de la hiedra, ya sin muro, del florero en la cocina, sin flores. De ese cuarto ciego con su muerte tuve miedo De mí misma y el filtrarse del viento que se llevaba el polvo de los sicomoros.

del secco peso dell’edera, ormai senza muro, del vaso, in cucina, senza fiori. Di quella stanza cieca con la sua morte ebbi paura Di me stessa e dell’infiltrarsi del vento che si portava la polvere dei sicomori.

la Casa

la Casa

la casa, ese sitio incierto. la niña sin lámpara, blanco el origen, arde en silencio la revelación. todo origen es blanco, la composición de la forma, callada la niebla, el árbol. la niña callada, lo alto, lo aire. todo origen es blanco, el azar. Callada la niebla, cuya música es silencio, sílabas dispersas.

la casa, quel luogo incerto. la bambina senza lampada, bianca l’origine, arde in silenzio la rivelazione. ogni origine è bianca, la composizione della forma, tacita la nebbia, l’albero. la bambina tacita, l’alto, l’aria. ogni origine è bianca, il caso. tacita la nebbia, la cui musica è silenzio, sillabe disperse.

la tía jEaNNEttE

la zIa jEaNNEttE

Ella leía la taza del café, el dinero lo daba a los ciegos. El resplandor de la ventana atravesaba su escasa cabellera hasta alcanzar la demitasse que sostenía su mano. “veo tormenta”, dijo un día. No supe si hablaba de mí.

lei leggeva la tazza del caffè, i soldi li dava ai ciechi. lo splendore della finestra attraversava la sua rada capigliatura fino a raggiungere la demitasse che reggeva la sua mano. “vedo tempesta”, disse un giorno. Non seppi se parlasse di me.

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Mi madre en los libros encerraba su dolor. y jeannette, que llevaba en el nombre su sino, prefería la lectura del café.

Mia madre nei libri rinchiudeva il suo dolore. E jeannette, che portava nel nome il suo destino, preferiva la lettura del caffè.

tarde a tarde en su casa la fila de mentes desesperadas: que un viaje, que un amante, que la muerte, un encuentro, cualquier cosa que volviera extraordinaria su vida simple.

sera dopo sera a casa sua la fila di menti disperate: un viaggio, un amante, la morte, un incontro, qualsiasi cosa che rendesse straordinaria la sua vita semplice.

Ella, jeannette, era la esencia imperfecta del amor, ciega entre ciegos velaba la tormenta. “Escríbelo todo”, le dije, “escribe todo lo que ves”. Nunca me escuchó, ausente, bajo el humo de la luna.

lei, jeannette, era l’essenza imperfetta dell’amore, cieca tra ciechi vegliava la tempesta. “scrivi tutto”, le dissi, “scrivi tutto ciò che vedi”. Non mi ascoltò mai, assente, sotto il fumo della luna.

EstaNCIas

staNzE

oscuridad del mar en el que habito, oscuridad, niebla, mar y furia en este vuelo, oscuridad y ni gaviota lejana, ni certeza… sólo pasos de muerto en mar abierto.

oscurità del mare dove abito, oscurità, nebbia, mare e furia in questo volo, oscurità e né gabbiano lontano, né certezza… solo passi di morto in mare aperto.

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LUIS EDUARDO RIvERA

LUIS EDUARDO RIvERA

CHolE

ragazza DEllE PulIzIE

llego a mi casa, toco soledad me abre solícita la puerta me hace pasar, me sirve la comida me enciende la televisión, me tiende la cama me desviste y me hace el amor

arrivo a casa, suono soledad mi apre premurosa la porta mi fa passare, mi serve il pranzo mi accende la televisione, mi prepara il letto mi sveste e fa l’amore con me

soledad me sigue a todas partes cuando estamos juntos hasta me acompaña cuando voy al excusado y me lee poemas de pavese o me cuenta historias de otras épocas mientras contraigo placenteramente el ano y saco volutas de humo por la boca

soledad mi segue ovunque quando stiamo insieme mi accompagna persino quando vado al bagno e mi legge poesie di pavese o mi racconta storie di altri tempi mentre contraggo piacevolmente l’ano ed emetto volute di fumo dalla bocca

ella se siente feliz de que la deje hacer ¡la muy servil! con frecuencia me sirve de alcahueta / ciertas noches llega acompañada de alguna íntima conocida suya nos presenta, nos deja conversar, se aísla discretamente y cuando ya resulta inoportuna su presencia opta por alejarse, diciendo groserías entre dientes echándonos en cara todos sus sacrificios y se queda escuchando detrás de la puerta, esperando a que todo vuelva a la normalidad

lei si sente felice che la lasci fare, servizievole com’è, spesso mi fa da ruffiana / certe notti arriva accompagnata da qualche sua intima conoscente ci presenta, ci lascia conversare, si isola discretamente e quando ormai risulta inopportuna la sua presenza sceglie di allontanarsi, dicendo volgarità tra i denti rinfacciandoci tutti i suoi sacrifici e rimane ad ascoltare dietro la porta, aspettando che tutto ritorni alla normalità

pasado un rato entra ya más entusiasmada, prende la luz y nos sorprende abrazados, desnudos aún y sin aliento para echarla fuera y reclamarle su falta de pudor

dopo un po’ entra più entusiasmata, accende la luce e ci sorprende abbracciati, ancora nudi e senza fiato e io la butto fuori e le rimprovero la mancanza di pudore

soledad se ha vuelto insoportable en los últimos meses

soledad è diventata insopportabile negli ultimi mesi

se ha enamorado de mí como una adolescente me sale al paso en los lugares más insospechados

si è innamorata di me come un’adolescente me la trovo nei posti più impensati

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se pone histérica, me hostiga con sus celos, me llama por teléfono al trabajo (siempre fingiendo una voz conocida) o entra intempestivamente a mi oficina con la intención de hallarme en brazos de alguna secretaria

diventa isterica, mi tormenta con la sua gelosia, mi chiama per telefono al lavoro (sempre fingendo una voce conosciuta) o entra intempestivamente nel mio ufficio con l’intenzione di trovarmi tra le braccia di qualche segretaria

yo la insulto, la maldigo, la corro de mi casa a gritos y a patadas, la amenazo con las peores torturas para que se espante y no regrese más

Io l’insulto, la maledico, la caccio fuori di casa gridando e a calci, la minaccio di peggiori torture perché si spaventi e non ritorni più

ella llora, suplica, promete ser menos encajosa pero es inútil, ya todo está decidido

lei piange, supplica, promette di non rompere tanto ma è inutile, è tutto già deciso

cuando se ha ido salgo a la calle y me pierdo entre la multitud, visito a mis amigos, me emborracho discuto enfurecidamente hasta la madrugada destrozo a besos a una desconocida le exprimo el jugo a todos los rincones y escribo extensos pliegues acerca de las mil y una posibilidades de ahuyentar los malos espíritus

quando se n’è andata esco nella strada e mi perdo tra la folla, vado a trovare gli amici, mi ubriaco discuto furiosamente fino all’alba strozzo di baci una sconosciuta le spremo il succo dappertutto e scrivo pagine e pagine sulle mille e una possibilità di scacciare gli spiriti cattivi

una noche cualquiera regreso a mi casa, fatigado abro la puerta y me recibe la voz de soledad tarareando una de mis canciones favoritas

una notte qualsiasi ritorno a casa, stanco apro la porta e mi riceve la voce di soledad canticchiando una delle mie canzoni preferite

la encuentro en delantal y con un trapo sobre la cabeza

la trovo in grembiule e con uno straccio sulla testa

desempolvando todos los resquicios me recibe sonriendo, tranquilamente, como si nada hubiera pasado entré nosotros / yo entonces me lamento

togliendo la polvere in tutti gli interstizi mi riceve sorridendo, tranquillamente, come se niente fosse successo tra di noi / e io alloro mi pento

por haberle dejado la llave de la casa sin embargo le beso la mejilla con resignación

di averle lasciato la chiave di casa tuttavia le bacio la guancia con rassegnazione

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PoEMa DE la rElatIvIDaD

PoEsIa DElla rElatIvItÀ

El todo es relativo la nada es relativa todos somos relativos Nadie es relativo las cosas son relativas los lugares son relativos la lluvia que está cayendo es relativa los impuestos que debo pagar son relativos Mi carta de despido laboral es relativa Mi desempleo es relativo Mi pobreza es relativa Mi riqueza es aún más relativa la poesía es relativa la prosa es relativa la literatura es relativa la escritura es relativa la palabra es relativa la lengua es relativa la voz es relativa Escribir es relativo Este texto es relativo su contenido es relativo su valor es relativo lo que dice es relativo lo que no dice es relativo la relatividad es relativa la antirrelatividad es relativa

Il tutto è relativo Il niente è relativo tutti siamo relativi Nessuno è relativo le cose sono relative I luoghi sono relativi la pioggia che sta scendendo è relativa le tasse che devo pagare sono relative la mia lettera di licenziamento è relativa la mia disoccupazione è relativa la mia povertà è relativa la mia ricchezza è ancor più relativa la poesia è relativa la prosa è relativa la letteratura è relativa la scrittura è relativa la parola è relativa la lingua è relativa la voce è relativa scrivere è relativo questo testo è relativo Il suo contenuto è relativo Il suo valore è relativo Ciò che dice è relativo Ciò che non dice è relativo la relatività è relativa l’antirelatività è relativa

Einstein es relativo yo soy infinitamente relativo lo que quería Demostrar es relativo

Einstein è relativo Io sono infinitamente relativo quanto volevo dimostrare è relativo

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ALEXIS GóMEZ ROSA

ALEXIS GóMEZ ROSA

la DaNza DE las Horas

la DaNza DEllE orE

Noches de New york circulares y plásticas. vagamente las presiento venir, noches como argollas del sueño: asiduas, aritméticas. Crecen en tu espinazo individuos, abel, ¿por quién te has multiplicado? Héroes y payasos de una misma escena: puedo adquirir, por igual, enanos trompetistas y ángeles bisexuales…, ramoneando noches en carne viva (las muy profundas, miserables), noches como para negar lo dicho en esta página yerma. De viento a muerte, bienaventurados los mortales. la sombra granate, obstinada, de una música postrera, el mar nos la envía en telegramas de nubes submarinas. (lectura de un paisaje amarrado a su leyenda). Noches como quiera el cliente, noches pedagógicas.

Notti di New york circolari e plastiche. vagamente le sento venire, notti come anelli del sogno: assidue, aritmetiche. Crescono nella tua spina dorsale individui, abele, per chi ti sei moltiplicato? Eroi e pagliacci di una stessa scena: posso acquistare, ugualmente, nani trombettisti e angeli bisessuali…, brucando notti in carne viva (quelle molto profonde, miserabili), notti per negare quanto detto in questa pagina brulla. Da vento a morte, beati i mortali. l’ombra granata, ostinata, di una musica finale, il mare ce la manda in telegrammi di nuvole sottomarine. (lettura di un paesaggio ancorato alla sua leggenda). Notti come vorrà il cliente, notti pedagogiche.

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fEtICHE CorazóN

fEtICCIo CuorE

a mi mujer sólo le falta decirme cómo escribir poesía. El arroz con vegetales momificado en jengibre, y chuletas en caldo de la cebolla juiciosa.

a mia moglie solo manca che mi dica come scrivere poesia. Il riso con vegetali mummificato in zenzero, e costolette in brodo di cipolla giudiziosa.

¿a dónde vamos? Corbata va con cinturón y zapatos; la camisa a cuadros únicamente admite un saco de color liso, como el que usa sombrero y cae, despacio, en la avenida.

Dove andiamo? Cravatta con cintura e scarpe; la camicia a quadri ammette unicamente una giacca in tinta unita, come chi usa il cappello e cade, piano, sul viale.

los pasos discretos y el mentón altivo, sostienen la mirada puntual, inquisidora, de quien teme perder los créditos del celuloide.

I passi discreti e il mento altezzoso, sostengono lo sguardo puntuale, inquisitore, di chi teme di perdere i crediti del celluloide.

Puedo asegurar, sin ambages, que soy un hombre correcto para con mi mujer: hacer el amor de madrugada (previa solicitud de permiso), y reloj en mano parar, que “habré de llegar tarde a la escuela”.

Posso assicurare, senz’ambagi, che sono un uomo corretto con mia moglie: fare l’amore all’alba (previa richiesta di permesso), e orologio nella mano fermarmi, che “dovrò arrivare tardi a scuola”.

Es especial mi mujer, de maravilla, quien la mira la compra. una vez me dijo: “yo no quiero un arlequín” y no comprendí su extraña moraleja.

È speciale mia moglie, a meraviglia, chi la guarda la compra. una volta mi ha detto: “Io non voglio un arlecchino” e non ho capito la sua strana morale.

sé que un día me botará de su corazón aunque no pueda borrarme (¿lo habrá pensado?), de su atormentada progenie. De mis hijas, ¡ah, mis hijas! Dulce pámpano que arriba, cosecha nubes.

so che un giorno mi butterà fuori dal suo cuore anche se non potrà cancellarmi (ci avrà pensato?), dalla sua tormentata progenie. Dalle mie figlie, ah, le mie figlie! Dolce tralcio che arriva, raccoglie nuvole.

De mi mujer (¡aguanta, que no voy a decir nada malo!), mi bien amada mujer, un carro la devuelve al ciudadano de la calle.

Di mia moglie (aspetta, non dirò niente di male!), la mia benamata moglie, una macchina la restituisce al cittadino della strada.

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sorPrENDIDa, la MañaNa, se desprendió bramando unos incendios. Hubo mucho sol en la cama para que su cuerpo y los órganos que le dan vida, exhibieran su proverbial reciedumbre; recogido el prepucio, muestra el bálano una telita viscosa, vuelta grumo al contacto de las manos que le dialogan.

sorPrEsa, la MattINa, si distaccò mugghiando incendi. Ci fu molto sole nella stanza perché il suo corpo e gli organi che gli danno vita, esibissero il loro proverbiale vigore; retratto il prepuzio, mostra il glande un tessuto viscoso, diventato grumo al contatto delle mani che dialogano con lui.

Con los ojos lo toco, me lo bebo, prolongando la noche entre las frutas y el cereal del almuerzo. Mi animal duerme, despierto, respirando con el pulmón de ayer un aire que ya no me pertenece y que, por sempiterna locura, me gozo en ofrecer en cada bocanada de mi aliento.

Con gli occhi lo tocco, me lo bevo, prolungando la notte tra i frutti e il cereale del pranzo. Il mio animale dorme, sveglio, respirando con il polmone di ieri un’aria che più non mi appartiene e che, per sempiterna pazzia, godo ad offrire in ogni boccata del mio alito.

soy feliz. Me cabe toda la dicha porque me cupo toda su piel. siento que ahora me expreso con su voz de guayaba, detenida por la incursión de una zampoña tras otra, se hace visible una música desconocida.

sono felice. Ho tutta la gioia perché ho avuto tutta la sua pelle. sento che adesso mi esprimo con la sua voce di guaiava, trattenuta dall’incursione di un flauto dopo l’altro, si rende visibile una musica sconosciuta.

El presente ahora discurre a sus espaldas con la revelación de un prodigio. Puedo pensar y pienso en el alma de las cosas. El silencio –¿puedes ver el silencio?–, en la terraza campea inofensivo en su algodón lacustre; como desde siempre brinda (brindó), un velo de ortigas a los objetos del campo.

Il presente adesso scorre alle sue spalle con la rivelazione di un prodigio. Posso pensare e penso all’anima delle cose. Il silenzio – puoi vedere il silenzio? –, sulla terrazza campeggia inoffensivo nel suo cotone lacustre; come da sempre offre (offrì) un velo di ortiche agli oggetti del campo.

un caballo me distrae y miro hacia la cañada (allá reina el pájaro/cascabel), envuelta por la niebla que acarrean las abejas.

un cavallo mi distrae e guardo verso il valico (lì regna l’uccello / sonaglio), avvolto dalla nebbia che trasportano le api.

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RODOLFO DADA

RODOLFO DADA

CuENto DE uNa sIrENa

fIaba DI uNa sIrENa

Hace muchos, muchos años me hice amigo de una sirena. tenía el pelo de coral y sólo conocía la lengua de las algas.

Molti, molti anni fa diventai amico di una sirena. aveva i capelli di corallo e conosceva solo la lingua delle alghe.

Ella me invitó a su casa. Compré un traje de buzo y descendimos las corrientes del mar.

M’invitò a casa sua. Comprai una muta da palombaro e scendemmo le correnti del mare.

su casa era una cueva entre acantilados. tenía una cama de piedra, una estufa de aguas turbulentas y la campana de un naufragio.

la sua casa era una grotta tra gli scogli. aveva un letto di pietra, una stufa di acque turbolenti e la campana di un naufragio.

Hice amistad con pulpos y medusas y conversaba con los peces mientras ella regresaba después de cantarle a los marinos y de la mano recorríamos los jardines del mar. Pero un día se me acabó el aire. –¡Me ahogo!– le dije.

feci amicizia con polpi e meduse e conversavo coi pesci mentre lei ritornava dopo aver cantato ai marinai e per mano percorrevamo i giardini del mare. Ma un giorno mi si esaurì l’aria. – affogo! – le dissi.

salí a la superficie. Nos abrazamos con tristeza. No podía vivir más en su cueva.

salii in superficie. Ci abbracciammo tristemente. Non potevo vivere più nella sua grotta.

ahora, cuando escucho el canto de sirenas en medio de la noche, saco un remo y navego hasta su isla.

adesso, quando ascolto il canto delle sirene nel cuore della notte, prendo un remo e navigo fino alla sua isola.

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EN El foNDo DEl Mar Hay uN PotrEro.

IN foNDo al MarE C’È uN PasColo PEr CavallI

En el fondo del mar hay un portero. la corriente, como el viento en los pastizales, mueve las verdes algas. ahí pastan, diminutos y briosos, mil caballitos de mar.

In fondo al mare c’è un pascolo per cavalli. la corrente, come il vento negli alpeggi, muove le verdi alghe. lì pascolano, piccoli e briosi, mille cavallucci marini.

–un día quise tener uno– dice juan.

– un giorno ne volli avere uno – dice juan.

oculto tras una piedra, esperé el paso de la manada. al oír el trote de sus patas en la corriente lancé mis redes.

Nascosto dietro una pietra, aspettai la mandria passare. Nell’udire il trotto delle loro zampe nella corrente lanciai le mie reti.

atrapé al más pequeño. Daba tirones en las cuerdas, pero no pudo escapar.

acchiappai il più piccolo. si dibatteva tra le maglie, ma non riusciva a scappare.

le acariciaba el lomo amarillo en su pecera de vidrio. El me cerraba un ojo y llenaba de burbujas la superficie.

gli accarezzavo il dorso giallo nella sua vasca di vetro. Egli mi chiudeva un occhio e riempiva di bollicine la superficie.

Nos hicimos muy amigos mi caballito y yo.

Diventammo molto amici il cavalluccio e io.

los turistas venían a verlo, –te ofrezco un dólar por él.

I turisti venivano a vederlo, – ti offro un dollaro se me lo dai.

Pero nada valía tanto como su cola, sus ojos con la dulzura de la amistad, su trompa de flautista.

Ma niente valeva tanto come la sua coda, i suoi occhi con la dolcezza dell’amicizia, la sua proboscide da flautista.

tiempo después lo devolví a sus pastizales.

Dopo un po’ lo restituii ai suoi pascoli.

ahora tiene la crin plateada y relincha entre las algas.

adesso ha il crine argentato e nitrisce tra le alghe.

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busCo trabajo, señor. apenas se nadar un poco y me aprieta la muerte las axilas. tengo miedo, la sangre me hierve en el camino. busco, sabe usted, profundo en las raíces, y tengo flujo de mar entre las venas.

CErCo lavoro, signore. so appena nuotare un poco e la morte mi comprime le ascelle. Ho paura, il sangue mi bolle per strada. Cerco, lei lo sa, nel profondo delle radici, e ho il flusso del mare tra le vene.

He buscado el agua, solamente para limpiar mis dedos. tengo amigos también que se han marchado.

Ho cercato l’acqua, solamente per pulirmi le dita. Ho anche amici che se ne sono andati.

si usted quiere yo nado, pienso, a veces también lloro, puedo sumergir entre las piedras y ser buen compañero.

se lei vuole io nuoto, penso, a volte pure piango, posso affondare tra le pietre ed essere un buon compagno.

El Mar No PuEDE ser nostalgia para nadie. Ningún pez tiene alas, agallas, ojos todavía. apenas se dibujan las aletas en una costa más allá del hoy en la que habita esta ventana. árbol es una palabra encendida entre volcanes, hoja, rama, nido, ciervo. la palabra nostalgia no existe, no hay boca para ella.

Il MarE NoN Può essere nostalgia per nessuno. Nessun pesce ha ancora ali, branchie, occhi. appena si disegnano le pinne in una costa al di là dell’oggi dove abita questa finestra. albero è una parola accesa tra vulcani, foglia, ramo, nido, cervo. la parola nostalgia non esiste, non c’è bocca per essa.

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vANESSA DROZ

vANESSA DROZ

ENvIDIa

INvIDIa

Hoy es lunes y hay algo que comienza y hay preguntas que me hago. ¿Duermen las paredes susurrantes? ¿qué sueñan los párpados de dios? ¿Por qué la mano que escribe resiste las burbujas del hervor del agua? ¿Por qué cuando despierto huelo a orín y a mierda y a sudor y a hombre que no recuerdo y a cerveza y a polvo, a ese olor que apenas defino porque apenas me lo ha dado mi mejilla aplastada contra el encintado de la acera? ¿Padecen de insomnio las cucarachas? ¿Por qué me besan? ¿será cierta esta geografía que vivo, sin sangre, sin infancia, sin collares ni enaguas que me tienten suave, con tanta calle, tanta noche, tanto miedo? ¿será mía, sólo mía, esta eternidad que gozo?

oggi è lunedì e c’è qualcosa che comincia e ci sono domande che mi faccio. Dormono le pareti sussurranti? Che cosa sognano le palpebre di dio? Perché la mano che scrive sopporta il borbottio dell’acqua quando bolle? Perché quando mi sveglio odoro di urina e merda, di sudore e d’uomo che non ricordo, di birra e di scopata, di quell’odore che appena definisco perché me lo ha dato appena la mia guancia schiacciata contro il bordo del marciapiede? soffrono d’insonnia gli scarafaggi? Perché mi baciano? sarà certa questa geografia che vivo, senza sangue, senza infanzia, senza collane e sottovesti che mi tentino dolce, con tanta strada, tanta notte, tanta paura? sarà mia, solo mia, quest’eternità di cui godo?

la CatEDral DaNzaNtE, uN fuEgo

la CattEDralE DaNzaNtE, uN fuoCo

¿De dónde vienen las palabras? Dime. ¿De qué oscuridad, de cuáles sueños? ¿De qué luz oculta salen mis ruegos para dejarme ver toda su estirpe?

Da dove vengono le parole? Dimmi. Da quale oscurità, da quali sogni? Da quale luce nascosta escono le mie suppliche per lasciarmi vedere tutta la loro stirpe?

¿Por dónde pasa el humo de mis rezos, por dónde la razón de mis plegarias

Da dove passa il fumo delle mie invocazioni, da dove la ragione delle mie preghiere

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si no es por el corazón, esa flama que arma y pule la piedra de los templos?

se non è dal cuore, questa fiamma che arma e leviga la pietra dei templi?

las palabras llegan y se arrodillan. su recio coro todo lo enaltece en esta catedral, como un enjambre.

arrivano le parole e s’inginocchiano. Il loro forte coro tutto esalta in questa cattedrale, come uno sciame.

Mi corazón, en ascuas, las vigila para que inclinen todo su orbe ante tu presencia, que las invade.

Il mio cuore, sulle spine, le sorveglia perché inclinino tutto il loro orbe davanti alla tua presenza, che le invade.

HaMbrE

faME

aprendiz de fuego, me dispongo al manjar que no llega.

apprendista di fuoco, mi preparo al cibo che non arriva.

una mesa sin comensales, un lecho de cal para los muertos que el mar arrulla, un jardín de lápidas (hermosísimo) como un juego de domino que el azar no termina de acomodar nunca… Manteles, cubiertos y vasos provistos por el fósforo que mi cuerpo despide.

una tavola senza commensali, un letto di calce per i morti che il mare culla, un giardino di lapidi (bellissimo) come un gioco del domino che il caso non finisce mai di sistemare… tovaglie, coperti e bicchieri provvisti dal fosforo che il mio corpo sprigiona.

aprendiz de alimento, no hay boca que consuma tanta despedida ni ardimiento que haga más oscuras las palabras.

apprendista di alimento, non c’è bocca che consumi tanto commiato né ardimento che renda più oscure le parole.

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HaMbrE II

faME II

No es hambre, no, la manera insustancial en que extiendo la mano esperando algo, lo que sea, la herida cintura del alma abierta al corrompido alimento. acudo a los agasajos. Nerviosa, espero que nadie note el paroxismo de mi cuerpo. allí, entre todos, también tiemblan mis vísceras cuando algo –algún manjar, alguna palabra– anticipan.

Non è fame, no, la maniera inconsistente con cui stendo la mano aspettando una cosa qualsiasi, la ferita cintura dell’anima aperta all’alimento deteriorato. accorro ai festeggiamenti. Nervosa, aspetto che nessuno noti il parossismo del mio corpo. lì, fra tutti, pure tremano le mie viscere quando qualcosa – un cibo, una parola – anticipano.

Mi hambre no es de este mundo.

la mia fame non è di questo mondo.

suCEso

avvENIMENto

¿quién está dentro de mí? ¿quién está fuera de mí? la distancia entre las dos, ¿quién la habita? vivo en esa incandescencia que es la ausencia de sonido. soy eso que –de vez en cuando, cada vez menos– acontece. soy eso que siempre cae, la materia de la caída.

Chi sta dentro di me? Chi sta fuori di me? la distanza fra entrambe, chi l’abita? vivo in questa incandescenza che è l’assenza di suono. sono ciò che – ogni tanto, sempre meno – avviene. sono ciò che sempre cade, la materia della caduta.

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EDUARDO LANGAGNE

EDUARDO LANGAGNE

juEgo

gIoCo

Mi pequeño Pablo sonríe con el niño del espejo al descubrirlo.

Il mio piccolo Pablo sorride col bambino dello specchio nello scoprirlo.

agita los brazos y grita ante la perfecta copia de su imagen.

agita le braccia e grida davanti alla perfetta copia della sua immagine.

No sabe nada del reflejo, no adivina que el pequeño a quien sonríe pudiera ser él mismo.

Non sa niente del riflesso, non indovina che il piccolo a cui sorride potrebbe essere egli stesso.

Por su parte, el Pablo reflejado en el espejo se mira en los ojos del Pablo que lo mira y se refleja en los ojos del que se refleja en los ojos del que se refleja. ¿Pero cuál de todo estos niños es el mío? ¿quién es mi Pablo de entre los innumerables reflejados?

Da parte sua, il Pablo riflesso nello specchio si guarda negli occhi del Pablo che lo guarda e si riflette negli occhi di chi si riflette negli occhi di chi si riflette. Ma chi di tutti questi bambini è il mio? Chi è il mio Pablo fra gli innumerevoli riflessi?

a veces la pupila indica con un brillo peculiar quién es el verdadero.

a volte la pupilla indica con una lucentezza peculiare chi è il vero.

al observar detenidamente comienzo yo también a repetirme.

osservando attentamente comincio anch’io a ripetermi.

Hasta que ambos existimos solamente en el espejo

finché entrambi esistiamo soltanto nello specchio

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y los de afuera se sorprenden de su exacto parecido con nosotros.

e quelli di fuori si sorprendono della loro esatta somiglianza con noi.

tEstIMoNIo

tEstIMoNIaNza

Nunca dije te quiero sin sentirlo, y nunca competí con un amigo ni por empleo, ni fruta, ni mujer.

Non ti ho mai detto t’amo, senza sentirlo, e mai ho gareggiato con l’amico nell’impiego, nel frutto, nella donna.

Porque el sustento es noble en la amistad y una fruta jugosa puede siempre esperar nuestra mordida.

Perché il sostentamento è nobile tra amici ed un frutto succoso può aspettare sempre il nostro morso.

sembrar ese manzano puedo con un amigo en medio de una isla desierta en el océano.

seminare quel melo posso con un amico su un’isola deserta nell’oceano.

y una mujer jamás disputaré al amigo porque ella puede decidir a dónde dirige en plenitud el corazón que tiene, en dónde pone el corazón que usa a su manera.

Ma mai contenderò una donna all’amico perché lei può decidere pienamente dove vuole dirigere il suo cuore, dove mettere il cuore che usa a modo suo.

y puedo por mí mismo buscar una mujer que quiera amarme a la sombra del árbol que sembré con mi amigo y comiendo los frutos que habré de cosechar.

E posso da me stesso cercare una donna che voglia amarmi all’ombra di quell’albero che seminai con l’amico e mangiando i frutti che dovrò raccogliere.

MoNólogo DEl vagabuNDo

MoNologo DEl vagaboNDo

yo tenía una casa, una cama de hierro con sueños bien forjados, una mesa de vino que olía a cedro y a fruta, vecinos silenciosos en la villa.

Io avevo una casa, un letto di ferro con sogni ben forgiati, una tavola col vino che odorava di cedro e frutta, nella città vicini silenziosi.

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yo tenía una mujer; se bañaba en la luz de nuestra casa, mis temblores vivían en su boca y entre sus piernas brotaban dulces gemidos que inundaban el mundo.

Io avevo una donna; si bagnava nella luce della nostra casa, i miei tremori vivevano nella sua bocca e tra le sue gambe spuntavano dolci gemiti che inondavano il mondo.

Ella me amaba. un día me pidió que encendiéramos la hoguera para siempre; la mano me tembló, cuando acercaba el fuego al atado de leña la indecisión sopló sobre mi mano.

lei mi amava. un giorno mi chiese di accendere il falò per sempre; la mano mi tremò, quando al fascio di legna avvicinavo il fuoco soffiò sulla mia mano l’incertezza.

si la hubiera encendido yo tendría un hogar, no sufriría la lluvia interminable sobre el rostro ni este frío miserable que me tiene en agonía.

se l’avessi acceso avrei un focolare, non soffrirei sul volto la pioggia interminabile né il freddo miserabile che mi tiene in agonia.

DEfINICIoNEs

DEfINIzIoNI

Ella está hecha a semejanza de las cosas que amo. se parece a la noche, o mejor: a una noche sin ausencias.

lei è fatta a somiglianza delle cose che amo. assomiglia alla notte, o meglio: a una notte senza assenze.

Ella es exacta. Cuando la noche escurre, su cuerpo se humedece. Me permite trepar por mis temblores y agitar su nombre desde la oscuridad.

lei è esatta. quando la notte gocciola, il suo corpo s’inumidisce. Mi permette di scalare i miei tremori e agitare dal buio il nome suo.

Ella es irrepetible. Nació en las piedras donde empieza mi desorden.

lei è irripetibile. È nata nelle pietre dove inizia il mio disordine.

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REINA MARÍA RODRÍGUEZ

REINA MARÍA RODRÍGUEZ

Es fuErtE El aMor CoMo la MuErtE

È fortE l’aMorE CoME la MortE

freddy Mercury muerto y la cama –no redonda, no japonesa– yo, sin maquillaje verde (Christian Dior) y el olor a orina de niño en la frazada. afuera, un sol de febrero apaciguante. en tu mano, el sexo desafiando la miseria y la eternidad: la flaccidez y la vanidad e incluso, el amor. yo, estupefacta, petrificada debajo de ti, tanteando y venciendo la cruz. el salto de mi vientre contra el tuyo; el salto de la confianza y también, por qué no, de la desconfianza. no me atreví a tocarlo. o lo toqué? conexión entre los ojos y tu sexo, relampagueante. la humanidad está anafálica, por eso, tanta perversión –no me refiero al falo-objeto, sino al otro, totémico, el que acciona y fecunda al centro mismo, no sus alrededores, o los bordes endémicos, olor que sube de la frazada negra y naranja hasta marearme. esto no es terrenal. el falo no es de nadie, incluso en algunas especies es de la hembra. y ese invento (mito) donde yo (naturaleza) transmito las visiones al aliento vital, no será la realidad? estoy agradecida y temerosa, porque el Hombre llegó y de su aparente intrascendencia sacó una llave maestra, todopoderosa (era la cruz) y quiso persuadirme… “ya he vuelto, ya he llegado, no hay más dolor, no hay frustración –nos pertenece– es anterior a nosotros, es tuyo”. y yo, cómo no le correspondería? me agazapo, me enmascaro en un miedo que desolador me cruza el vientre. yo, no. la trascendencia no se entrega, el don tampoco. cómo podría sin alter-ego, sin “yo” idealizado? míralo. se me aflojan los muslos y la cara. la sangre se ha limpiado bajo mis costillas. está aquí. el hombre puede ser una caricatura de falo, pero de en sí, no se mimetiza. él se adelanta y progresa por sí mismo –no cree, no acepta los discursos patéticos– míralo. (no recuerdo el nombre de esos animales prehistóricos, pero como ellos, un caparazón con energía suficiente para ablandarme). yo, adentro, molusco perdido en el infinito de su especie, de quien no

freddy Mercury morto e il letto – non rotondo, non giapponese – io, senza trucco verde (Christian Dior) e l’odore di urina di bambino sulla coperta. fuori, un sole di febbraio rasserenante. nella tua mano, il sesso a sfidare la miseria e l’eternità: la flaccidezza e la vanità e persino l’amore. io, stupefatta, pietrificata sotto di te, soppesando e vincendo la croce. il salto del mio ventre contro il tuo; il salto della fiducia e anche, perché no, della sfiducia. non mi azzardai a toccarlo. o lo toccai? connessione tra gli occhi e il tuo sesso, lampeggiante. l’umanità è anafallica, perciò, tanta perversione – non mi riferisco al fallo-oggetto, ma all’altro, totemico, quello che aziona e feconda il centro stesso, non i suoi dintorni, o i bordi endemici, odore che sale dalla coperta nera e arancione fino a farmi girare la testa. questa non è cosa terrestre. il fallo non è di nessuno, in alcune specie è persino della femmina. e questa invenzione (mito) dove io (natura) trasmetto le visioni all’alito vitale, non sarà la realtà? sono grata e timorosa, perché l’uomo è arrivato e dalla sua apparente insignificanza ha tirato fuori una chiave maestra, onnipotente (era la croce) e ha voluto persuadermi… “ora sono tornato, sono arrivato, non c’è più dolore, non c’è frustrazione – ci appartiene – è anteriore a noi. è tuo”. e io, come non potrei contraccambiare? mi acquatto, mi maschero dietro una paura che devastante mi attraversa il ventre. io, no. la trascendenza non si dà, il dono nemmeno. come potrei senza alter-ego, senza “io” idealizzato? guardalo. mi si afflosciano le cosce e la faccia. il sangue si è pulito sotto le mie costole. è qui. l’uomo può essere una caricatura del fallo, ma di per sé non si mimetizza. va avanti e progredisce da solo – non crede, non accetta i discorsi patetici – guardalo. (non ricordo il nome di quegli animali preistorici, ma come essi, un carapace con energia sufficiente per ammorbidirmi). io, dentro, mollusco perduto

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sabemos nada… me regalaron una flor y un falo (simple presencia privada de atributos). después de esto, qué más puede venir? el misterio de mi intimidad es un túnel opaco y yo, desde muy lejos, enrollándote, persiguiéndome imagen en ti, inalcanzable. (así es la matria, la menstruo, el calostro)… te abrazó fuertemente y éramos lo mismo (parece que soy lo mismo de lo otro, esa sustancia) me horroriza lo múltiple y como cada cosa, en el centro de un todo, soy algo, tan efímero como permanente y se produjo el goce del triángulo: la trinidad, la emoción: él te amó por mí y yo te amé por él (bajo el fuego cruzado de los quirófanos de ginecología y las pantallas de televisión, hemos enterrado el amor en lo inconfesable, en aras del placer, del deseo… en aras de la Política) y de un psiquismo sobrehumano (altamente paranoico) abrazados miedo contra miedo; hormigueo y espuma de ser una legitimación de lo imposible (sin besarnos, sólo aprieto los mechones de pelo lacio que se escapan a los dedos) a destiempo de ser y sostenida, por el consuelo de una resurrección tardía, equívoca y hasta sorprendente: el final de una utopía no se revitaliza con técnica… el final de un amor no se salva con sexo… qué sería sin utopía? qué sería despojada de ese centro? qué sería sin mi exceso de útero? casi lo mismo que descerebrada, sin salto de la vida a la vida, sin constante resurrección, sin después… freddy Mercury muerto y la cama –no redonda, no japonesa–, sin maquillaje verde (Christian Dior) y el olor a orina de niño en la frazada, como si fueran las últimas cosas (tan carentes de expresión como dotadas de presencia de espíritu) y pensará quizá, cuando me mueva y vigile sentí lo que sucedió, lo que jamás va a suceder, lo que siempre está sucediendo, que sólo la inocencia es el no hacer –Hegel?

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nell’infinito della sua specie, di cui non sappiamo niente… mi hanno regalato un fiore e un fallo (semplice presenza priva di attributi). dopo di ciò, che altro può capitare? il mistero della mia intimità è un tunnel opaco e io, da molto lontano, avvolgendoti, inseguendomi immagine in te, irraggiungibile. (così è la matria, il mestruo, il colostro)… ti abbracciò fortemente ed eravamo lo stesso (sembra che sono lo stesso dell’altro, quella sostanza) mi fa inorridire il multiplo e come ogni cosa, al centro di un tutto, sono un qualcosa, tanto effimero quanto permanente e si produsse il piacere del triangolo: la trinità, l’emozione: lui ti amò per me e io ti amai per lui (sotto il fuoco incrociato delle sale operatorie di ginecologia e degli schermi televisivi, abbiamo seppellito l’amore nell’inconfessabile, in onore del piacere, del desiderio… in favore della Politica) e di uno psichismo sovrumano (altamente paranoico) abbracciati paura contro paura; formicolio e schiuma di essere una legittimazione dell’impossibile (senza baciarci, solo stringo i ciuffi di capelli lisci che sfuggono alle dita) nel momento meno opportuno di essere e sostenuta, per la consolazione di una resurrezione tardiva, equivoca e persino sorprendente: la fine di un’utopia non si rivitalizza con la tecnica… la fine di un amore non si salva col sesso… che sarebbe senza utopia? che sarebbe spoglia di quel centro? che sarebbe senza il mio eccesso d’utero? quasi come decelebrata, senza salto dalla vita nella vita, senza costante risurrezione, senza poi… freddy Mercury morto e il letto – non rotondo, non giapponese –, senza trucco verde (Christian Dior) e l’odore d’urina di bambino sulla coperta, come se fossero le ultime cose (così carenti di espressione quanto dotate di presenza di spirito) e penserà forse, quando mi muoverò e vigilerò sentii quel che successe, quel che mai succederà, quel che sempre sta succedendo, che solo l’innocenza è il non fare – Hegel?

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PoEMa Carta a uNa aMIga DE rEINa María roDríguEz

PoEsIa lEttEra a uN’aMICa DI rEINa María roDríguEz

Marilín en esta ciudad hay muchos hombres infinidad de hombres colosales magníficos gigantes. los hay de piedra y también por supuesto de carne. no sé cómo mirarlos y ellos no me ven ni siquiera sospechan que los palpo los desvisto pero llevan coches maletas a mucha prisa. no saben cuánto sufro porque el que quiero puede confundirse y pasar siempre inadvertido. no te rías voy a salir con un cartel discreto en varios idiomas me lo colgaré del corazón con serpientes y luces: la MujEr quE ustED busCa soy yo (una vendedora de relojes en medio del desierto).

Marilin in questa città ci sono molti uomini un’infinità di uomini colossali magnifici giganti. ce ne sono di pietra e anche certamente di carne. non so come guardarli ed essi non mi vedono non sospettano nemmeno che li palpo li svesto ma portano macchine valigie in tutta fretta. non sanno quanto soffro perché quello che amo può confondersi e passare sempre inavvertito. non ridere uscirò con un cartello discreto in varie lingue me lo appenderò al cuore con serpenti e luci: la DoNNa CHE lEI CErCa soNo Io (una venditrice di orologi in mezzo al deserto).

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AÍDA TOLEDO

AÍDA TOLEDO

PuDIstE HabEr sIDo NorMal

avrEstI Potuto EssErE NorMalE

Me reprochaba mi abuelo sin embargo siempre sentí este vértigo Producto de aquellas Novelas de aventuras donde Margarita de Poitiers le abría el balcón a Enrique vI y yo me introducía invisible Mientras él se escurría Entre sábanas de seda a tomar para sí a su dama de terciopelo

Mi rimproverava mio nonno tuttavia Ho sempre sentito questa vertigine Prodotto di quei romanzi d’avventura dove Margherita di Poitiers apriva il balcone a Enrico vI e Io m’introducevo invisibile Mentre lui s’infilava sotto coperte di seta a prendere per sé la sua dama di velluto

y la Poesía Dios mío la Poesía Con aquel intenso sentimiento amoroso si era bécquer o aquellos madrigales embriagándome las noches y era yo las princesas De rubén y yo deseaba ardientemente que Darío lamiera Mis pezones incipientes y fui Matilde o aquella solitaria sirena Marcada con colillas de cigarrillo Del poema de Neruda

E la Poesia Dio mio la Poesia Con quell’intenso sentimento amoroso se era bécquer o quei madrigali che mi ubriacavano le notti E io ero la principessa Di rubén E io desideravo ardentemente Che Darío leccasse I miei capezzoli incipienti E fui Matilde o quella solitaria sirena Marchiata da cicche di sigarette Della poesia di Neruda

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Ninguno de esos mundos Me fue ajeno Ni sor juana y los miles de Hombres necios que repetí ahíta de resentimiento

Nessuno di quei mondi Mi fu estraneo Né sor juana e le migliaia di uomini stupidi che collezionai Carica di risentimento

Pero las palabras de mi abuelo Insistían Pudiste haber sido normal Haciendo de la cocina y el tejido un arte para Cazar marido Pero ella la amada la bien amada la a veces comprometida la exiliada la erótica y sensual la cancerbera

Ma le parole di mio nonno Insistevano avresti potuto essere normale facendo la cucina E tessendo un’arte per andare a caccia di marito Ma lei l’amata la benamata la a volte impegnata l’esiliata l’erotica e sensuale la Cerbero

No me ha dejado ser

Non mi ha lasciata essere

*

*

supón que yo hubiese sido la culpable Por no lavar planchar barrer limpiar Coser y copular todo a un mismo tiempo

supponi che io fossi stata la colpevole Per non aver lavato stirato scopato pulito Cucito e copulato tutto allo stesso tempo

*

*

Hicimos del amor un rito de dioses aislados El placer fue siempre tuyo

facemmo dell’amore un rito di dei isolati Il piacere fu sempre tuo

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En la pira de los sacrificios El cordero degollado fui siempre yo

sulla pira dei sacrifici l’agnello sgozzato fui sempre io

DEsPués MorIrEMos DE MIEDo

DoPo MorIrEMo DI Paura

Nosotras No cantaremos al amor a ese dios que de por vida a morir en el cenote

Noi Non canteremo all’amore a quel dio che per la vita a morire nella voragine

nos condena

ci condanna

Cantaremos al miedo al terrible miedo De vivir a solas y de masturbarnos en silencio

Canteremo alla paura alla terribile paura Di vivere da sole E di masturbarci in silenzio

al miedo de un televisor Encendido por las noches o de un insidioso gato Maullando insomnios

alla paura di un televisore acceso di notte o di un insidioso gatto Che miagola insonnie

IMagINarIo urbaNo I

IMMagINarIo urbaNo I

yo estoy sentada aquí en el pasado yo enfrente de un agujero como nube yo delante de un objeto como niebla yo siempre yo encima de este sueño yo resuelta penitente ante tanto edificio recordado

Io sono seduta qui nel passato Io di fronte a un buco come nuvola Io davanti a un oggetto come nebbia Io sempre io sopra questo sogno Io convinta penitente Davanti a tanto edificio ricordato

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MANUEL GARCÍA vERDECIA ¿DóNDE Está tu EstrElla? yo nací un día que Dios estuvo enfermo espergesia, César vallEjo

MANUEL GARCÍA vERDECIA Dov’È la tua stElla? Io sono nato un giorno in cui Dio era malato espergesia, César vallEjo

¿dónde está tu estrella? ¿dónde se han escondido tus ángeles? la pregunta me aterra corrobora el desierto donde transcurro un fino pabilo frente al viento solar miro al inmenso cielo en busca de un indicio un guiño un avance de sonrisa que aligere el temor pero la noche es oscura y pocas las estrellas pocas e imperturbables en sus asuntos siempre decía ampárame ayúdame y lo esperaba pero no había preguntado lo terrible no hay peor evidencia que la intemperie mirar en derredor y ninguna mano ningún halo esperanzador soledad y más soledad en medio del solo polvo

dov’è la tua stella? dove si sono nascosti i tuoi angeli? la domanda mi terrorizza avvalora il deserto che percorro esile lucignolo di fronte al vento solare guardo l’immenso cielo in cerca di un indizio un cenno un anticipo di sorriso che alleggerisca il timore ma la notte è buia e poche sono le stelle poche e imperturbabili nelle loro faccende sempre dicevo proteggimi aiutami e ci speravo ma non avevo chiesto il terribile non c’è peggior evidenza delle intemperie guardare intorno e nessuna mano nessun alone incoraggiante solitudine e ancor più solitudine tra la sola polvere

mi estrella me preguntas ¿cuál será? ¿tendré alguna? las estrellas son equívocos a que induce la noche parecen alumbrarnos pero sólo encandilan no nos dejan mirar a donde debemos mis ángeles me preguntas no sé no los he visto las únicas alas que veo pasan raudas por lo alto no acuden o no existen los ángeles estoy solo como no estuve antes pues nunca había pensado esta soledad

la mia stella mi chiedi quale sarà? ne avrò qualcuna? le stelle sono equivoci a cui induce la notte sembrano illuminarci ma abbagliano soltanto non ci lasciano guardare dove dobbiamo i miei angeli mi chiedi non so non li ho visti le uniche ali che vedo passano veloci in alto non accorrono o non esistono gli angeli sono solo come mai lo ero prima perché mai avevo pensato questa solitudine

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solo y desnudo de ilusiones solo y con la conciencia de que nadie jamás acudirá al llamado

solo e nudo di illusioni solo e con la coscienza che mai nessuno accorrerà al richiamo

PIEDras

PIEtrE No os preocupéis por mí. No pido pan, solo una piedra. sé qué hacer con ella. NINa bErvErova

Non preoccupatevi di me. Non chiedo pane, solo una pietra. so io che farne. NINa bErvErova

piedras piedras piedras un mar de piedras como el deseo o la muerte piedras con su filoso sonido mineral su moroso erigirse en caminos puentes bancos columnas torres murallas piedras que vencen al polvo esfuerzan su metamorfosis en gesto decidido hacia o contra Dios solo se entienden con el absoluto

pietre pietre pietre un mare di pietre come il desiderio o la morte pietre con il loro tagliente suono minerale il loro lento erigersi su strade ponti panchine colonne torri muraglie pietre che vincono la polvere forzano la loro metamorfosi in un gesto deciso verso o contro Dio si intendono solo con l’assoluto

piedras donde han pisado el destino y el empeño por las que ha sucedido inagotablemente el sol el fervor la noche el grito el fuego la sangre piedras que ordenan el rumbo a los pies y orientan el destino de los cuerpos hasta el final granito oscuro y mudo

pietre calpestate dal destino e dall’impegno dove si sono succeduti inesauribilmente il sole il fervore la notte il grido il fuoco il sangue pietre che ordinano il cammino ai piedi e orientano la destinazione dei corpi verso il granito finale scuro e muto

soy de verdad en las piedras ruedo con ellas muero entre piedras piedra contra piedra bajo el sol piedra y piedra bajo las llamas piedra con piedra en la nieve que alucina

sono veramente nelle pietre rotolo con loro muoio tra le pietre pietra contro pietra sotto il sole pietra e pietra sotto le fiamme pietra con pietra nella neve allucinante

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piedra sobre piedra en la lluvia que regresa necesidad de ser piedra enquistarme endurecerme cerrarme piedra que resiste hasta las piedras arrojarme y matar como la piedra bendita sangre de la piedra todo lo sostiene todo lo enfrenta no ansío otra cosa denme una piedra sé qué hacer con ella quiero una piedra porfiada y antigua para llevarla en mi pecho oh amada piedra de lo tenaz y verdadero hazme a tu dureza a tu mineral persistencia que el último hombre me encuentre en mi sitio piedra gastada pero nunca vencida

pietra su pietra nella pioggia che ritorna bisogno di essere pietra incistarmi indurirmi richiudermi pietra che resiste fino alle pietre scagliarmi e uccidermi come la pietra benedetto sangue della pietra tutto sostiene tutto affronta non anelo altra cosa datemi una pietra so io che farne voglio una pietra ostinata e antica da portare sul mio petto oh amata pietra della tenacia e del vero fammi a tua durezza a tua minerale persistenza che l’ultimo uomo mi trovi al mio posto pietra consumata ma non vinta

láPIDa

laPIDE and my large kingdom for a little grave a little. little grave, an obscure grave… richard II, W. sHakEsPEarE

una piedra pequeña y tosca una piedra cualquiera quizás pintada por la mano errática de un niño incluso sin nombre ni fechas pero una piedra sólo una piedra sobre el polvo que anula los huesos para indicar al caminante que alguien pasó por aquí alguien que sólo quiso ser eso piedra desnuda y fija en su fe 152

and my large kingdom for a little grave a little. little grave, an obscure grave… richard II, W. sHakEsPEarE

una pietra piccola e rozza una pietra qualsiasi forse dipinta dalla mano vagabonda di un bambino persino senza nome e senza data ma una pietra solo una pietra sulla polvere che annulla le ossa per indicare al viandante che qualcuno passò da qui qualcuno che solo volle essere pietra nuda e salda nella sua fede 153


jOSÉ GONZáLEZ

jOSÉ GONZáLEZ

los falsos PoEtas

I falsI PoEtI

1 los falsos poetas se reunieron en Madrid el pasado junio. allí estaban el falso Neruda, el falso vallejo, el falso Cisneros, el falso Cardenal y el falso Nicanor. algunos llegaron en falsos aviones, otros en trenes de carga o falsos automóviles. todos pagaron falsos pasajes que liquidaron con estupendas y radiantes falsas sonrisas. Comieron falsos alimentos, bebieron falsas bebidas y se hospedaron en falsos hoteles de falsas o dudosas estrellas y para variar, dieron falsos nombres. Declamaron falsos poemas e intercambiaron falsos libros en los que garrapatearon falsos autógrafos. al final declararon que su principal preocupación estética era combatir, a como diera lugar, la falsa poesía.

1 I falsi poeti si riunirono a Madrid lo scorso giugno. C’erano il falso Neruda, il falso vallejo, il falso Cisneros, il falso Cardenal e il falso Nicanor. alcuni arrivarono con falsi aerei, altri in treni merci o in false automobili. tutti pagarono falsi biglietti che saldarono con stupendi e raggianti falsi sorrisi. Mangiarono falsi alimenti, bevvero false bibite e alloggiarono in falsi alberghi con false o sospette stelle e tanto per cambiare, diedero falsi nomi. Declamarono false poesie e si scambiarono falsi libri sui quali scarabocchiarono falsi autografi. alla fine dichiararono che la loro principale preoccupazione estetica consisteva nel combattere, all’occasione, la falsa poesia.

2 a Pessoa le gustaba levantarse al canto de los gallos, desayunar con tostadas y café, conversar con sus amigos,

2 a Pessoa piaceva alzarsi al canto del gallo, far colazione con fette biscottate e caffè, conversare con gli amici,

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para después, por las tardes, visitar las falsas librerías de lisboa.

per poi andare, di pomeriggio, a visitare le false biblioteche di lisbona.

3 El poeta Nicanor se levantaba todas las noches a espantar los bichos y los ratones que amenazaban con destruir su falsa biblioteca.

3 Il poeta Nicanor si alzava tutte le notti a spaventare gli insetti e i topi che minacciavano di distruggere la sua falsa biblioteca.

PoEMas DE la rEsurrECCIóN . 1 Es complicado el arte de la resurrección. Primera tienes que abrir los ojos y reconocer al tacto, tus viejos y largos huesos. salir de la tumba, del ataúd o del matorral con tu otra vida a cuestas. Caminar por valles y ciudades arrasadas y preguntar por tu nombre y tu ciudad, sin que nadie te diga nada ni te reconozcan. buscarás a tus padres y a los padres de tus padres, a tus hijos, a los amigos que dejaste en la última esquina bombardeada, y no hallarás a nadie. todos andarán perdidos como tú en medio del ruido de las trompetas de la resurrección y de la furia. Entonces empezarás a morir de nuevo, arrepentido de tu nuevo espíritu o de tu nuevo rostro

PoEsIE DElla rIsurrEzIoNE

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1 È complicata l’arte della risurrezione. Per prima cosa devi aprire gli occhi e riconoscere al tatto le tue vecchie e lunghe ossa. uscire dalla tomba, dalla bara o dalla fratta con la tua altra vita sul groppone. Camminare per valli e città rase al suolo e chiedere del tuo nome e della tua città, senza che nessuno ti dica niente o ti riconosca. Cercherai i tuoi genitori e i genitori dei tuoi genitori, i tuoi figli, gli amici che hai lasciato all’ultimo angolo bombardato, e non troverai nessuno. tutti vagheranno smarriti come te in mezzo al rumore delle trombe della risurrezione e della furia. allora comincerai a morire di nuovo, pentito del tuo nuovo spirito o del tuo nuovo volto

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donde no se perciben las cicatrices o el dolor de la vida que dejaste tiempo atrás.

dove non si percepiscono le cicatrici o il dolore della vita che lasciasti tempo addietro.

2 Cuando resucite josie bliss comprará cuchillos en el mercado. Cuchillos curvos, grandes como marsopas, aserrados por dentro y por fuera; fríos, con el alma en pena; planos, refilados al gusto. Cuchillos árabes con alma de fierro o españoles templados al fuego; inoxidables con puño de nácar; voraces con hambre y con lustre. Cuchillos horrendos de películas chinas; indomables con filo de espada; cuchillos tibios en forma de hongos; de vidrio con tintes de muerte; cuchillos de arena lavada.

2 quando risusciterà josie bliss comprerà coltelli al mercato. Coltelli curvi, grandi come focene, seghettati dentro e fuori; freddi, come l’anima in pena; piatti, refilati secondo i propri gusti. Coltelli arabi con anima di ferro o spagnoli temprati a fuoco; inossidabili con manico di madreperla; voraci con fame e lucentezza. Coltelli orrendi di film cinesi; indomabili con filo di spada; coltelli tiepidi a forma di funghi; di vetro con colori di morte; coltelli di sabbia lavata.

y todo esto para defenderse del inmortal Neruda.

E tutto questo per difendersi dall’immortale Neruda.

3 si el general Custer reviviera ¿perdonaría el puñado de flechas clavadas en el corazón; el robo de su cabalgadura y la cruz sin nombre que ondea en la pradera?

3 se il generale Custer tornasse in vita perdonerebbe quel pugno di frecce conficcate nel cuore; il furto della sua cavalcatura e la croce senza nome che ondeggia nella prateria?

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ALEX FLEITES

ALEX FLEITES

toDas las NoCHEs los lobos bajan a comer mis provisiones llevo semanas sin atrapar un pez y apenas tengo fuerzas para atizar a los perros que se despedazan entre sí

tuttE lE NottI i lupi scendono a mangiare le mie provviste È da settimane che non acchiappo un pesce e ho appena la forza di aizzare i cani che si sbranano tra di loro.

vuelve al iglú No soporto el calor de tu ausencia

torna all’iglù Non sopporto il calore della tua assenza

DuraNtE años y a la distancia que el odio prescribe, has visto cómo crecen mis hijos, cómo aparece y desaparece el pan sobre mi mesa, cómo en la cama, que nunca es realmente mía, se suceden los rostros y los gestos en una gama que va del intenso amor a la desesperanza

PEr aNNI e alla distanza che l’odio prescrive, hai visto come crescono i miei figli, come appare e scompare il pane sulla mia tavola, come nel letto, che mai è veramente mio, si succedono i volti e i gesti in una gamma che va dall’intenso amore allo sconforto

Has gastado tu vida en inventariar minuciosamente mis fracasos, en lanzar invectivas contra mis frágiles ventanas, en disminuir el ya escaso mérito de mis palabras puestas en concierto

Hai speso la tua vita a inventariare minuziosamente i miei insuccessi, a lanciare invettive contro le mie fragili finestre, a sminuire il già scarso merito delle mie parole messe in bell’ordine

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la muerte llegará, solícita flavia Puede que sea yo el primero en transponer la verja Entonces, estoy seguro, te sentirás infinitamente sola

la morte giungerà, premurosa flavia Può darsi che sia io il primo a varcare il cancello allora, sono sicuro, ti sentirai infinitamente sola

si te tocara aventajarme en el obsceno tránsito –por lo demás, flaco privilegio– ¿notaré que falta un guijarro en el árido paisaje?

se toccasse a te precedermi nell’osceno transito – misero privilegio, del resto – mi accorgerò che manca un ciottolo nell’arido paesaggio?

MujEr DEsDEñosa: entre mis poderes no están hacer el día, robarle su canción a la lluvia ni perpetuar la flor

DoNNa sDEgNosa: tra i miei poteri non c’è quello di fare il giorno, di rubare la canzone alla pioggia né di perpetuare il fiore

soy un simple guerrero que con la primera luz cabalga jubilosamente; el que imita con torpeza en su viejo tambor el chocar del agua y la tierra; aquel que después de la batalla puso su lanza ensangrentada a los pies de la efímera flor.

sono un semplice guerriero che con le prime luci cavalca gioioso; che imita goffamente sul suo vecchio tamburo lo scontrarsi dell’acqua con la terra; che dopo la battaglia ha messo la sua lancia insanguinata ai piedi dell’effimero fiore.

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DEtENtE aquí yace airon lowell (sussex, 1734-1797), quien ha bajado a escuchar lo que dice la tierra

fErMatI qui giace airon lowell (sussex, 1734-1797), che è sceso ad ascoltare quel che dice la terra

EsPEraNDo uN trEN

asPEttaNDo uN trENo

Hemos pasado la vida esperando un tren Cada mañana vamos a la estación con banderas y flores y allí nos estamos hasta que la noche consiente que las palmas y las nubes se hagan un mismo mar de oscuridad

abbiamo passato la vita aspettando un treno ogni mattina andiamo alla stazione con bandiere e fiori e stiamo lì finché la notte consente che le palme e le nuvole diventino uno stesso mare d’oscurità

Esperamos un tren, nos dijeron nuestros padres Esperamos un tren, les contestamos a nuestros hijos cuando nos miran, con estupor u odio, saltar por años entre los rieles, disponer la música, engalanar el andén con humildes plantas del país

aspettiamo un treno, ci dissero i nostri padri aspettiamo un treno, rispondiamo ai nostri figli quando ci guardano, con stupore o con odio, saltare per anni tra le rotaie, disporre la musica, ornare la banchina con umili piante del paese

al principio recibíamos noticias de su paso por ciudades y pueblos de enigmáticos nombres, pero hoy sólo queda la costumbre de atisbar, la idea lejana de que nuestra vida se reduce a esperar un tren, el que nos llevará hacia conocidos parajes donde mujeres cansadas, hombres taciturnos y niños con ojos disminuidos por el sueño aguardan un tren para marchar hacia otra estación en la que otros esperan por viajar, con idénticos rostros y ademanes a los nuestros.

all’inizio ricevevamo notizie del suo passaggio per città e paesi dagli enigmatici nomi, ma oggi solo resta l’abitudine d’intravedere, l’idea lontana che la nostra vita si riduca ad aspettare un treno che ci porti verso luoghi conosciuti dove donne stanche, uomini taciturni e bambini con gli occhi rimpiccioliti dal sonno aspettano un treno per andare verso un’altra stazione dove altri aspettano per viaggiare, con volti e gesti identici ai nostri.

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vÍCTOR RODRÍGUEZ NÚÑEZ ¿artE PoétICa?

vÍCTOR RODRÍGUEZ NÚÑEZ artE PoEtICa?

Para María santucho y víctor Casaus

a María santucho y víctor Casaus

saqué unos ojos miopes una nariz bisiesta unos labios que no puedo juntar un pelo de camello más un cuerpo de atleta retirado

Ho ereditato due occhi miopi

también el mal genio de mi padre el dolor en el lado de mi madre el lunar sospechoso de mi abuela el cólico nefrítico de todos y hasta las fiebres constantes de mi hijo

anche il cattivo umore di mio padre il dolore nel fianco di mia madre il neo sospetto di mia nonna la colica renale di tutti e persino le febbri continue di mio figlio

razones que me obligan a tener mala opinión de la belleza

Motivi che mi costringono ad avere una cattiva opinione della bellezza

HIPótEsIs

IPotEsI

Pensaba Ptolomeo que el mundo era como el ojo de ciertas mujeres una esfera de húmedos cristales en que cada astro describe una órbita perfecta sin pasiones mareas o catástrofes

Pensava tolomeo che il mondo fosse come l’occhio di certe donne una sfera di umidi cristalli in cui ogni astro descrive un’orbita perfetta senza passioni maree o catastrofi

luego vino Copérnico sabio que cambió senos por palomas cosenos por espantos

Poi venne Copernico sapiente che scambiò seni con colombe coseni con spaventi

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un naso bisestile delle labbra che non posso unire capelli di cammello più un corpo di atleta in pensione

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y la pupila del sol fue el centro del universo mientras giordano bruno crepitaba para felicidad de curas y maridos

e la pupilla del sole fu il centro dell’universo mentre giordano bruno crepitava per la felicità di preti e di mariti

Entonces galileo estudiando a fondo el corazón de las muchachas naufragó en el buen vino – luz aglutinada por el sol – violó estrellas que no eran de cine y antes de morir sobre la cola de un cometa sentenció que el amor era infinito

allora galileo studiando a fondo il cuore delle ragazze naufragò nel buon vino – luce agglutinata dal sole – violentò stelle che non erano del cinema e prima di morire sulla coda di una cometa sentenziò che l’amore era infinito

kant por su parte no supo nada de mujeres preso en la mariposa de los cálculos en polen metafísico y a Hegel tan abstracto le resultó el asunto demasiado absoluto

kant da parte sua non seppe niente di donne prigioniero nella farfalla dei calcoli nel polline metafisico e a Hegel così astratto il problema apparve troppo assoluto

Por mi parte

Da parte mia

propongo al siglo xx una hipótesis simple que los críticos llamarán romántica oh muchacha que lees este poema el mundo gira alrededor de ti

propongo al xx secolo un’ipotesi semplice che i critici chiameranno romantica ragazza che leggi questa poesia il mondo gira intorno a te

DraMa DE MarCo Polo

DraMMa DI MarCo Polo

Para Margaret randall

algo he visto del mundo las tormentas de polvo de Managua la nieve ya desnuda en los pinares del camino a smolyan 168

a Margaret randall

qualcosa ho visto del mondo le tempeste di polvere di Managua la neve ormai nuda sui pini lungo la strada per smolyan 169


y cómo discuten las banderas en la torre de la universidad de Puerto rico

e come discutono le bandiere sulla torre dell’università di Porto rico

algo he visto del mundo las piedras encantadas de Palenque la bahía de miel que olvidó el verano en Ponta Delgada y aquella Plaza roja pintada por kandinsky

qualcosa ho visto del mondo le pietre incantate di Palenque la baia di miele che dimenticò l’estate a Ponta Delgada e quella Piazza rossa dipinta da kandinsky

algo he visto del mundo y eso ahonda mi pena Nada me pertenece

qualcosa ho visto del mondo e questo accresce la mia pena

a vECEs

a voltE

¿se podrá por estas angostas húmedas escaleras llegar hasta algún sitio? ¿ascender hasta el negro corazón de la nieve bajar hasta la lumbre de la piedra?

si potrà da queste anguste umide scale giungere a qualche posto? salire fino al nero cuore della neve scendere fino al fuoco della pietra?

a la vida no le preguntes nada Ella nunca responde la vida es sorda es muda y aunque ve por tus ojos tú eres el sabor y es ella la que palpa a la vida no le respondas todo Ella sólo pregunta

alla vita non chiedere niente lei non ti risponde la vita è sorda è muta E anche se vede attraverso i tuoi occhi tu sei il sapore ma è lei a palpare alla vita non rispondere tutto lei solo domanda

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Niente mi appartiene

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MARGARITO CUÉLLAR

MARGARITO CUÉLLAR

IMPosIbIlIDaDEs

IMPossIbIlItÀ

Cuando cumpla los treinta me dejaré crecer la barba llevaré de vacaciones a mis hijos pasarás por mi vida como anuncio de televisión. vaciaré la última ubre de la vaca y regresaré de cacería con un león sobre mi caballo. quitaré tus fotos del álbum del recuerdo. gritaré consignas en manifestaciones nuevas. Me cegará el ébano, el barniz de tus piernas. te diré un cuento de brujas y bandidos. He de sentirte flor, cerilla, caramelo para tenerte siempre conmigo. te llevaré serenata con mi orquesta de pájaros y recibiré tu risa usada por una diferente. al cumplir los treinta un abril sin crueldad, otro junio baldío te esperaré como el que ve las hojas que pasan en sentido contrario.

quando compirò trent’anni mi farò crescere la barba porterò in vacanza i miei figli passerai nella mia vita come la pubblicità in televisione. svuoterò l’ultima mammella della mucca e tornerò dalla caccia con un leone sopra il mio cavallo. toglierò le tue foto dall’album dei ricordi. griderò slogan in nuove manifestazioni. Mi accecherà l’ebano, la vernice delle tue gambe. ti racconterò una fiaba di streghe e di banditi. Devo sentirti fiore, cerino, caramella per tenerti sempre con me. ti porterò una serenata con la mia orchestra di uccelli e riceverò il tuo riso usato da una diversa. quando compirò trent’anni un aprile senza crudeltà, un altro giugno inutile ti aspetterò come chi vede le pagine sfogliate in senso contrario

1974: DIECIséIs MaNEras DE aNuDarsE la Corbata

1974: sEDICI MaNIErE DI aNNoDarsI la Cravatta

a Horacio salazar ortiz

las piedras eran menos blandas y un poco más brillantes. Menos cuchillos afilaba el sol. las cosas sucedían y no era necesario darles categoría de recuerdos. 172

a Horacio salazar ortiz

le pietre erano meno morbide e un poco più brillanti. Meno coltelli affilava il sole. le cose succedevano e non era necessario che si desse loro categoria di ricordi. 173


No había sitio en el corazón para el museo del miedo. Moldeábamos las piezas de la vida en un taller de torno. Con el primer sueldo compramos la olivetti: alguien se enamoró de sus gloriosas tetas y huyeron juntos, lejos, muy lejos de mí. El viejo flor nos quería monaguillos en la iglesia del roble: yo soñaba con ser biólogo marino. En 1974 el dólar valía 12.50 pesos suficiente para un par de cervezas, zacatito platicador y sobornar a la policía. No fui biólogo marino. Conservo la esperanza de ser agustín lara, opalong Cassidy o billy the kid (mis amigos me decían tzecub baloyán). Cabían todos los sueños, incluso tus vestidos rojos como el abismo. Moríamos tantas veces, nacíamos cada instante: no sólo los gatos tenían siete vidas. No había juego prohibido ni forma de perder.

Non c’era posto nel cuore per il museo della paura. Modellavamo i pezzi della vita in un’officina di tornio. Con il primo stipendio comprammo la olivetti: qualcuno s’innamorò delle sue gloriose tette e fuggirono insieme, lontano, molto lontano da me. Il vecchio flor ci voleva chierichetti nella chiesa del roble: io sognavo di essere biologo marino. Nel 1974 il dollaro valeva 12,50 pesos sufficienti per un paio di birre, comprare un po’ di fumo e corrompere la polizia. Non fui biologo marino. Nutro la speranza di essere agustín lara, opalong Cassidy o billy the kid (i miei amici mi dicevano tzecub baloyán). Entravano tutti i sogni, persino i tuoi vestiti rossi come l’abisso. Morivamo tante volte, nascevamo ad ogni istante: non solo i gatti avevano sette vite. Non c’era gioco proibito né maniera di perdere.

Estas CallEs DE abrIl

quEstE straDE DI aPrIlE

Pero qué atrevimiento el de esa rubia / cadera florida, espléndido seno, pierna respetable: pasar frente a mis ojos, imprudente virgen, es caer a un pozo de alacranes sin esperar un solo aguijonazo: ahuyentar las avispas con un grito para salir ilesa. quisiera detenerme un instante en su contorno: comprobar la frescura en sus cántaros de leche me recuerda a las campesinas

Ma quanto è coraggiosa questa bionda / fianco fiorente, splendido seno, gamba rispettabile: passare davanti ai miei occhi, imprudente vergine, è cadere in un pozzo di scorpioni senza aspettarsi una sola puntura: scacciare le vespe con un grido per uscirne illesa. Mi vorrei fermare per un attimo nei suoi dintorni: verificare la freschezza nelle sue anfore di latte mi ricorda le contadine

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que bajan al arroyo desde la sierra del Maíz. si fuera posible concedérseme: recoger moras, canela, hierbabuena / lo mejor de su siembra.

che scendono al ruscello dalla sierra del Mais. se fosse possibile concedermi a lei: raccogliere more, cannella, mentuccia / il meglio della sua semina.

usted avanza llena de provisiones como si partiera a escalar una montaña. yo hace años que no pruebo alimentos y la altura que conozco es la que crece como una flor en las banquetas.

lei avanza piena di provviste come se andasse a scalare una montagna. Io è da anni che non provo alimenti e l’altezza che conosco è quella che cresce come un fiore sui marciapiedi.

MuCHaCHa llaMaDa MargarIta

ragazza CHIaMata MargHErIta

una tarde del año ochenta y tres me lleva una hoja en blanco “para que escriba unos versos”. le hablo de Pessoa: “las piedras no son poetas”.

una sera dell’anno ottantatré mi porta un foglio in bianco “perché scriva qualche verso”. le parlo di Pessoa: “le pietre non sono poeti”.

le digo: “voy a sembrar tu nombre con las primeras lluvias para que broten flores en los muelles”.

le dico: “seminerò il tuo nome con le prime piogge perché sboccino fiori sopra i moli”.

a la DErIva

alla DErIva

Herida por el viento y sus cuchillos disparas al amor y yo me rindo.

ferita dal vento e dai suoi coltelli spari all’amore e io m’arrendo.

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CONSUELO TOMáS FITZGERALD

CONSUELO TOMáS FITZGERALD

DE la ProPENsIóN a los olvIDos

sulla ProPENsIoNE allE DIMENtICaNzE

la felicidad –me dijeron– es asunto de poetas ebrios. útiles solo para cabalgar la luna con todo y sus acólitos nocturnos.

la felicità – mi dissero – è una faccenda di poeti ebbri. utili solo per cavalcare la luna nonostante i loro accoliti notturni.

Escóndete tras la puerta me dijeron. No cruces la línea que separa al ahorcado de su mediodía.

Nasconditi dietro la porta mi dissero. Non attraversare la linea che separa l’impiccato dal suo mezzogiorno.

Huye del espejo y sus engaños únete más bien a una legión de imágenes promotoras de la ausencia.

fuggi dallo specchio e dai suoi inganni unisciti piuttosto a una legione d’immagini promotrici dell’assenza.

trágate tu amor al prójimo y sus dinosaurios descalzos. Esas utopías ya no las compra nadie.

Inghiotti il tuo amore per il prossimo e per i suoi dinosauri scalzi. simili utopie non le compra più nessuno.

si descubres un vuelo de monarcas coloridas dales la espalda no escuches su caricia en el aire y el escándalo de sus alas encendidas. Podrías no recuperarte.

se scopri un volo di farfalle monarca colorate volgi le spalle non ascoltare la loro carezza nell’aria e il frastuono delle ali accese. Potresti non riprenderti.

ama la sombra y sigue sus instrucciones protégete en su círculo de las tentaciones que la luz produce.

ama l’ombra e segui le sue istruzioni proteggiti nel suo cerchio dalle tentazioni che la luce produce.

súmate a la sagrada ley de lo que no se mueve eso es lo que perdura. todo esto me dijeron.

associati alla sacra legge di quanto non si muove, è la sola cosa che perdura. tutto questo mi dissero.

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Pero mi desnudez no tenía bolsillos para entonces. tampoco una memoria para el llanto. He seguido la ruta de las aguas en su afán de mar y de horizonte. y no puedo detenerme todavía.

Ma la mia nudità non aveva tasche per allora. Nemmeno una memoria per il pianto. Ho seguito il percorso delle acque nella loro brama di mare e d’orizzonte. E non posso fermarmi ancora.

DE la ProPENsIóN a PErDEr las llavEs

sulla ProPENsIoNE a PErDErE lE CHIavI

He perdido muchas llaves en la vida.

Ho perso molte chiavi nella vita.

la llave del éxito se me extravió en un siglo cuyas claves no descifro en este pentagrama de loca trascendencia.

la chiave del successo la smarrii in un secolo le cui chiavi non decifro in questo pentagramma di folle trasparenza.

la de la felicidad se me cayó en el mar de los absurdos y mi escafandra estaba llena de agujeros.

quella della felicità mi cadde nel mare degli assurdi e il mio scafandro era pieno di buchi.

la del conocimiento está en algún lugar que no preciso buscarla es el oficio del vigía que se afeita la barba en mi pupila.

quella della conoscenza si trova da qualche parte che non specifico cercarla è compito della vedetta che si rade la barba sulla mia pupilla.

la de la inmortalidad pesaba tanto tuve que deshacerme de ella para seguir viviendo.

quella dell’immortalità pesava tanto dovetti disfarmene per continuare a vivere.

la de tu corazón profundo y espeso solo abría dos de sus siete puertas.

quella del tuo cuore profondo e spesso solo apriva due delle sue sette porte.

la única llave que conservo preserva mi inocencia en algún lugar de la caja del cuerpo. solo para no perderla escribo versos.

l’unica chiave che conservo preserva la mia innocenza in qualche posto della scatola del corpo. solo per non perderla scrivo versi.

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DE la ProPENsIóN a los aCCIDENtEs

sulla ProPENsIoNE aglI INCIDENtI

Me he estrellado contra el cielo esta mañana.

Mi sono schiantata contro il cielo stamattina.

la palabra que no dije se hizo cráter en el centro de mi boca.

la parola che non dissi si fece cratere al centro della mia bocca.

lo que quedó de mí podría recogerse con cuchara una que los duendes usan para tragarse auroras y presagios.

quel che restò di me avrei potuto raccoglierlo col cucchiaio uno di quelli che i folletti usano per inghiottire aurore e presagi.

les ha sido muy difícil identificarme.

È stato molto difficile per loro identificarmi.

El marfil que sustentaba mi vértice en el mundo es ahora una espiral de sueños en soltura.

l’avorio che sosteneva il mio vertice nel mondo è adesso una spirale di sogni in emorragia.

Ilusiones borrosas astillan mis pulmones el cerebro está lleno de gorriones lastimados, pero vivos y candiles encendidos para los ritos nobles.

Illusioni confuse scheggiano i miei polmoni il cervello è pieno di passeri feriti, ma vivi e lucerne accese per i riti nobili.

se me ha derramado la arena de los días en castillos para nadie defendibles y una mancha de señales emergentes.

si è dispersa la sabbia dei miei giorni in castelli affatto difendibili e in una macchia di segnali emergenti.

De tres neuronas salvadas del colapso han salido carcajadas y un ruido de tambores.

Dai tre neuroni salvati dal collasso sono uscite sghignazzate e un rumore di tamburi.

solo así han sabido de quién es ese cadáver tan bonito.

solo così hanno saputo di chi è questo cadavere così bello.

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NORBERTO SALINAS agua DE otoño Cuando lleguéis a viejos, respetaréis la piedra, si es que llegáis a viejos si es que entonces quedó alguna piedra… joaquíN Pasos

NORBERTO SALINAS aCqua D’autuNNo quando diventerete vecchi, rispetterete la pietra, se diventerete vecchi se allora sarà rimasta qualche pietra… joaquíN Pasos

El día que todo sea una molécula de aDN si acaso sobrevive molécula alguna te cederé mi ventana y esta ración de alcohol

Il giorno in cui tutto sarà una molecola di DNa se forse sopravvivrà qualche molecola ti cederò la mia finestra e questa porzione d’alcol

Cuando complete su giro el ciclo de las especies y otros seres anden retozando sobre la tierra un día quizás intenten resucitarnos en delfines pero los ojos del dolor jamás podrán contarles nada

quando completerà il suo giro il ciclo delle specie e altri esseri ruzzeranno sulla terra un giorno forse proveranno a risuscitarci in delfini ma gli occhi del dolore non potranno mai raccontargli niente

Cuando reviente esta fibra que somos y nadie vuelva a preguntar por beethoven o shakespeare

quando scoppierà questa fibra che siamo e nessuno tornerà a chiedere di beethoven o di shakespeare

Cuando sople lo implacable aunque te ceda mi noche y este instante en que viajo a Cartago

quando soffierà l’implacabile anche se ti cedo la mia notte e quest’istante in cui viaggio a Cartago

ya no habrá cartagos ni polvo de sus piedras que enturbien la brisa

non ci saranno più cartago né polvere delle loro pietre che intorbidino la brezza

Como si no importara que hubo malos y buenos porque tampoco quedará rezago de la pobreza y la opulencia

Come se non importasse che ci furono cattivi e buoni perché neanche resteranno residui della povertà e dell’opulenza

Nadie descargando un saco con repollos

Nessuno che scarichi un sacco di cavoli

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Ni enamorados reos no silbará nadie

Né innamorati colpevoli non fischierà nessuno

Entonces quizás seamos fantasmas y nuestros hermanos buenos y nuestros ángeles malos serán los mamuts y dinosaurios

allora forse saremo fantasmi e i nostri fratelli buoni e i nostri angeli cattivi saranno i mammut e i dinosauri

y el juego del entablillado bajo esta misma luna y noche de orión

E il gioco della stecca sotto questa stessa luna e la notte di orione

Hay cien escenas por correr la cautelosa tristeza del grillo cuando nos mira es sólo nuestro turno de caretas

Ci sono cento scene da far scorrere la cauta tristezza del grillo quando ci guarda è solo il nostro turno di maschere

si quieres te cedo mi noche si quieres me arranco esta sangre de hombre

se vuoi ti cedo la mia notte se vuoi mi estraggo questo sangue d’uomo

Cuando todo sea una molécula de aDN no podrán descifrar tus labios la ola contra el acantilado

quando tutto sarà una molecola di DNa non potranno decifrare le tue labbra l’onda contro la scogliera

aunque muerda cada instante lo que digo y te ceda mi asiento aunque rasgue mi voz y grite hacia atrás y adelante

anche se mordo ogni istante quel che dico e ti cedo il mio posto anche se spezzo la mia voce e grido indietro e in avanti

Porque tantas veces nos hemos tomado en serio.

Perché tante volte ci siamo presi sul serio.

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MóNICa

MoNICa

alguien te trajo flor de la selva con ojos más grandes que la tarde para enseñarnos aún sin palabras los colores que inventas

qualcuno ti portò un fiore della foresta con occhi più grandi della sera per indicarci persino senza parole i colori che inventi

regreso y me abrazas como si fueras mi parte buena te deslizas tras mis pasos a mostrarme tu osito blanco

ritorno e mi abbracci come se fossi la mia parte buona scivoli dietro i miei passi a mostrarmi il tuo orsacchiotto bianco

Corres –todo lo descubres– El pez que escapó de tu hermano se esconde tras el dibujo y nos mira

Corri – scopri ogni cosa – Il pesce che scappò via da tuo fratello si nasconde dietro il disegno e ci guarda

Cuando debía partir tu ojos me lanzan serpentinas y mi hombro recibe tus manitas

quando devo partire i tuoi occhi mi lanciano serpentine e la mia spalla riceve le tue manine

te levantas silenciosa en lo oscuro junto al café y entre rizos dorados para ser más importante que todas mis derrotas.

ti alzi silenziosa nel buio vicino al caffè e tra riccioli dorati per essere più importante di tutte le mie sconfitte.

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MINERvA MARGARITA vILLARREAL

MINERvA MARGARITA vILLARREAL

PIEDra

PIEtra

En esta piedra yo te espero en el estómago en el regazo de esta piedra junto al río cuyas aguas dejaron cicatriz Como jauría con hambre como perro sin dueño te espero sobre la piedra que contempla las grandes aguas que no volvieron más la vista fija de las vacas que la tarde apacienta Como estrellas caídas las botellas que alguna vez guardaron la pureza Excepto tú todo pasa y todos pasan por aquí excepto tú por esta piedra pasan y en mi mente quedan como regalos de tu ausencia

su questa pietra io ti aspetto nello stomaco nel grembo di questa pietra vicino al fiume le cui acque lasciarono una cicatrice Come muta affamata come cane senza padrone ti aspetto sulla pietra che contempla le grandi acque che più non tornarono lo sguardo fisso delle mucche che il pomeriggio pascola Come stelle cadute le bottiglie che qualche volta conservarono la purezza Eccetto te tutto passa e tutti passano da qui eccetto te da questa pietra passano e nella mia mente restano come regali della tua assenza

sobrE la sIlla el vestido con el que me desposo esta mañana El tálamo humedecido bajo las sábanas la certeza en el vientre te has ido

sulla sEDIa l’abito con cui mi sposo questa mattina Il talamo inumidito sotto le lenzuola la certezza nel ventre te ne sei andato

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y tu ausencia crece como la niña que viene a habitar esta casa

e la tua assenza cresce come la bambina che viene ad abitare questa casa

la Casa quE CoNstruIstE fue arrasada por el viento vi cómo sucedió cómo se desprendían paredes y ladrillos El techo voló sobre los huesos y el paisaje como la hierba abrió echó raíces bajo las plantas de mis pies Estoy anclada y esta casa donde circula el aire esta casa besada por la lluvia hecha polvo y materia que crece Esta casa soy yo

la Casa CHE HaI costruito è stata rasa dal vento Ho visto com’è successo come si staccavano pareti e mattoni Il tetto è volato sulle ossa e il paesaggio come l’erba ha aperto ha messo radici sotto le piante dei miei piedi sono ancorata e questa casa dove circola l’aria questa casa baciata dalla pioggia diventata polvere e materia che cresce questa casa sono io

PuDE Estar quIEta el tiempo en que alejabas el agua de mis labios muerta de sed perseverante y siempre con la luz de tus ojos en la esfera de bronce Entre los árboles era la lluvia

PotEI starE CalMa il tempo in cui allontanavi l’acqua dalle mie labbra morta di sete perseverante e sempre con la luce dei tuoi occhi nella sfera di bronzo tra gli alberi era la pioggia

a MEDIDa quE el cuarto oscurece el silencio es una estrella cuyos filos apuntan al cuerpo si duermes caen miles de piedras y vivir es morir en el derrumbe

MaN MaNo CHE la stanza si oscura il silenzio è una stella i cui fili puntano verso il corpo se dormi cadono migliaia di pietre e vivere è morire nel crollo

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Cada 21 días la pólvora entra puntual por el catéter y estalla en tu centro

ogni 21 giorni la polvere da sparo entra puntuale dal catetere e scoppia nel tuo centro

Hoy PuEDo DECIrtE que el viento corre frío; tú eres el espíritu del viento, los días son hojas y yo caigo, ruedo. soy una hoja más, un día más. sé que el silencio tras las puertas está llamándome; un río fluye entre nosotros, puedo oírlo, sentir agua, adivinar sus peces. Hoy la muerte ha pronunciado mi nombre. y eres tú, viento norte, pájaro que en invierno anida.

oggI Posso DIrtI che il vento corre freddo; tu sei lo spirito del vento, i giorni sono foglie e io cado, rotolo. sono una foglia in più, un giorno in più. so che il silenzio dietro le porte mi sta chiamando; un fiume scorre tra noi, posso udirlo, sentire acqua, indovinare i suoi pesci. oggi la morte ha pronunciato il mio nome. E sei tu, vento del nord, uccello che nell’inverno si annida.

Mas No soN CuErPos esas montañas desoladas ni muerte ese deseo desvaneciéndose en el lienzo sino un ladrar de perros que hambre tienen y bajan de madrugada a devorarte

Ma NoN soNo CorPI quelle montagne desolate né morte quel desiderio che si dissolve sulla tela ma un latrare di cani che hanno fame e scendono all’alba a divorarti

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jOSÉ áNGEL LEyvA MI abuElo

jOSÉ áNGEL LEyvA MIo NoNNo

a juan gelman, por el abuelo que no conoció

a juan gelman, per il nonno che non conobbe

Mi abuelo tenía unos largos cuchillos afilados y un extraño silencio de sauce en las pestañas Dice mi padre que era experto en matar de un solo tajo abrir las bestias en canal y desollarlas con pericia Desvanecer en cortes cirujanos a la presa Mi abuelo josé ángel no pensaba en el dolor ni en la muerte de la carne Cada mañana en su interior se desangraba una palabra un pinchazo al corazón se le clavaba al hundir el pan en el café matinal en medio de los fiambres Imaginaba que encendía temprano un horno amasaba harina y enseñaba a los nietos a inventar formas con nombres que se encienden al calor del barro El carnicero despertaba en su local de garfios y de sangre rebanaba piezas de res de cabra de cerdo de cordero Callado regalaba a la clientela una sonrisa calma a veces el alcohol recuperaba el sueño el aroma del pan las ascuas brillantes de sus ojos grandes tomaba la calle con risa y voz desconocidas Compraba en el retorno a casa la mejor repostería

Mio nonno aveva lunghi coltelli affilati e uno strano silenzio di salice sulle ciglia Dice mio padre che era esperto nell’ammazzare d’un sol colpo sventrare le bestie e scuoiarle con perizia Dissolvere il pezzo con tagli da chirurgo. Mio nonno josé ángel non pensava al dolore né alla morte della carne ogni mattina nel suo intimo si dissanguava una parola sentiva una fitta al cuore nell’immergere il pane nel caffè mattutino fra gli insaccati Immaginava di accendere presto un forno di impastare la farina e d’insegnare ai nipoti a inventare forme con nomi che si accendono al caldo della creta Il macellaio si svegliava nel suo locale di ganci e di sangue affettava pezzi di capra di maiale d’agnello taciturno regalava alla clientela un sorriso calmo a volte l’alcol ricuperava il sonno l’aroma del pane le braci brillanti dei suoi occhi grandi Prendeva la strada con riso e voce sconosciuti Comprava di ritorno a casa i migliori pasticcini

Murió el abuelo porque el trigo le dolía al miocardio antes de conocer nietos y de ser viejo sus hijos heredaron de mi abuela el magisterio y una sentencia que dijo era de josé ángel:

Morì il nonno perché il grano gli nuoceva al miocardio prima di conoscere i nipoti e di essere vecchio I suoi figli ereditarono da mia nonna il magistero e una massima che disse era di josé ángel:

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“la palabra es al hombre lo que el hombre a la palabra” abandonó la familia el matadero por un salón de clases

“la parola è all’uomo quel che l’uomo è alla parola” abbandonò la famiglia il mattatoio per un’aula d’insegnamento

En mi infancia recuerdo a mi padre sacrificar animales con manos de maestro escribir discursos y poemas para grandes banquetes en una comunidad analfabeta también lo vi hacer hornos y pan junto a mi madre ahora me pregunto al escribir sobre el abuelo En dónde quedaron sus largos cuchillos afilados los nombres de la harina En dónde la palabra-carne

Nella mia infanzia ricordo mio padre sacrificare animali con mani da maestro scrivere discorsi e poesie per grandi banchetti in una comunità analfabeta lo vidi anche fare forni e pane insieme a mia madre adesso mi chiedo scrivendo sul nonno Dove andarono a finire i suoi lunghi coltelli affilati I nomi della farina Dove la parola-carne

baraHúNDa EN El árbol

baraoNDa sull’albEro

Para Marco antonio Campos

Per Marco antonio Campos

Montado en una flor de jacaranda descendí a la carretera oí frotar hilos de polvo: rumor de mi caída Iluminado por luz que navega en aparente oscuridad

In groppa a un fiore di jacaranda sono sceso nella strada Ho udito uno strofinio di fili di polvere: rumore della mia caduta Illuminato da luce che naviga in apparente oscurità

Mi madre mece el columpio donde duermen estertor y miedo Me asaltan con sus fosas las ventanas El sueño se encharca oigo las manos de mi padre acariciar el vientre donde viajo su resuello entrecortado

Mia madre dondola l’altalena dove dormono rantolo e paura Mi assaltano con le loro fosse le finestre Il sogno si dilata odo le mani di mio padre accarezzare il ventre in cui viaggio il suo respiro affannoso strozzato

Estoy naciendo con la oreja pegada al árbol y al cemento Despierta la piel en otro corazón y en otro oído yo voy a él también entre gruñidos y pregones Escarbo en la raíz delimitada por la fronda –No de las ramas del sujeto que nunca florece

sto nascendo con l’orecchio incollato all’albero e al cemento si sveglia la pelle in un altro cuore e in un altro orecchio Io vado da lui anche tra grugniti e bandi scavo nella radice delimitata dalle fronde – Non dai rami del soggetto che mai fiorisce

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Ni echa frutos y entierra su pasado.

Né dà frutti e seppellisce il suo passato

vengo también del big bang En incontables partículas de duda De polen en muros de apariencia uno nace del querer aunque no quiera

vengo anche dal big bang In innumerevoli particelle di dubbio Di polline su muri d’apparenza si nasce dal volere anche se non si vuole

Piso una alfombra morada y truenan las palomas Mi silueta no es de ayer Es de este escándalo de flores Del color jacarandoso de la muerte

Calpesto un tappeto viola e tuonano le colombe Il mio profilo non è di ieri è di questo scandalo di fiori Del colore allegro della morte

toDas las CallEs son arroyos secos Para los hombres de mar todas las aceras son puertos para anclar la muerte en el reloj de un asesino o para ver una mujer nocturna erguida como faro bajo el sol todos los barrios se desprenden de la misma plaza caminan siempre al corazón de las ciudades hacia el lugar inamovible de las ruinas todas las piedras son la misma versión sedentaria del nómada cansado

tuttE lE straDE sono ruscelli secchi Per gli uomini di mare tutti i marciapiedi sono porti per ancorare la morte all’orologio di un assassino o per vedere una donna notturna eretta come faro sotto il sole tutti i quartieri si distaccano dalla stessa piazza vanno sempre nel cuore delle città verso il luogo inamovibile delle rovine tutte le pietre sono la stessa versione sedentaria del nomade stanco

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MARIANNE TOUSSAINT

MARIANNE TOUSSAINT

últIMo vIajE

ultIMo vIaggIo

sólo quedan tus ojos pájaro que me observa en el filo del invierno.

solo restano i tuoi occhi uccello che mi osserva sul filo dell’inverno.

Días inasibles como un hueco. De la mañana a la tarde transcurre mi voz por los jardines, un enjambre de miradas me teje en otro idioma.

giorni inafferrabili come un vuoto. Dalla mattina alla sera trascorre la mia voce nei giardini, uno sciame di sguardi mi tesse in un’altra lingua.

El silencio rueda hasta el río donde un sol palpita sobre el agua, vena abierta de luz en el desbaratado reflejo de los almendros.

Il silenzio rotola sino al fiume dove palpita un sole sopra l’acqua, vena aperta di luce nello sconvolto riflesso dei mandorli.

la siesta nos desvanece en el temblor de sus orillas. Descendemos en el cielo plomizo de los campanarios, para esperar el final del viaje.

la siesta ci dissolve nel tremore delle sue rive. scendiamo nel cielo plumbeo dei campanili, per aspettare la fine del viaggio.

CóMPlICEs, arrepentidas del destierro, nos mirábamos más allá del cristal oscuro, encogidas en la certeza, por ese desatino de estar vivas. Entonces, temerosas nos dedicamos a entorpecer el tránsito de las sombras la luz que se deslizaba bajo las puertas; obstruimos los orificios de las cerraduras

CoMPlICI, pentite dell’esilio, ci guardavamo oltre il vetro scuro, irrigidite nella certezza, da quell’insensatezza d’esser vive. allora, timorose, ci dedicammo a ostacolare il transito delle ombre la luce che scivolava sotto le porte; ostruimmo gli orifizi delle serrature

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desde el sueño observamos inventamos la espiral de una memoria y ascendimos descendimos día y noche.

dal sogno osservammo inventammo la spirale di una memoria e ascendemmo discendemmo giorno e notte.

tú PErDIstE CoNtaCto con el aire de familia huimos de este olor ácido que desprendía la casa de la abuela

tu PErDEstI CoNtatto con l’aria di famiglia fuggimmo da quest’odore acido che emanava la casa della nonna

Expertas en exiliar al varón comenzamos el desarraigo total de gentes y lugares; quedaron como raíces la sensación del aire y el incesante camino. unidas en la urdimbre de la locura nos trasladamos al paisaje de ser una sola y habitamos el frío de los parques el miedo que da toda la oscuridad reunida para formar la noche.

Esperte nell’esiliare il maschio, cominciammo lo sradicamento totale di gente e luoghi; rimasero come radici la sensazione dell’aria e l’incessante cammino. unite nella trama della follia ci trasferimmo nel paesaggio di essere una sola e abitammo il freddo dei parchi la paura che fa tutto il buio riunito per formare la notte.

los edificios, los escasos árboles exhalan una respiración poderosa el aire de la tiniebla los desposeía de su imagen cotidiana.

gli edifici, gli scarsi alberi esalano un respiro potente l’aria della tenebra li spossessava della loro immagine quotidiana.

ojos de cristal por las ventanas vertebrados de varilla acechándonos tú y yo intrusas recorriendo la ciudado oscilando en el pavor de verte tan sola.

occhi di vetro dalle finestre muniti di una stecca spiandoci tu e io intruse percorrendo la città oscillando nel terrore di vederti così sola

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rECogIMos NuEstra IMagEN en el espejo llovido de la tarde. Ciudad de muros, la humedad fue testigo de mis ojos noches de ladrido y rumor de lluvia. Me buscaba en las cajas en el polvillo de los libros en las ventanas encontradas en otras ventanas no era miedo era la incertidumbre de ser real de oírme y callar hasta recuperar el eco. Desdibujadas en la penumbra recordamos a la familia y lo que habría podido ser del otro lado del mar. Creíamos que el varón llevaba la luz nosotros sombra.

raCCoglIEMMo la Nostra IMMagINE nello specchio piovuto della sera. Città di muri, l’umidità fu testimone dei miei occhi notti di latrato e rumore di pioggia. Mi cercavo nelle scatole nella polvere dei libri nelle finestre trovate in altre finestre non era paura era l’incertezza di essere vera di udirmi e tacere fino a recuperare l’eco. Confuse nella penombra ricordammo la famiglia e ciò che sarebbe potuto essere dall’altra parte del mare. Credemmo che il maschio portasse la luce noi ombra.

sólo a veces

solo a volte

te precipitabas como agua para cantar se cimbraban los cimientos de la noche el paisaje era la casa. a veces yo también te odiaba. Hubo que mudarnos cada vez que cantabas la envidia abría zanjas profundas nos arrancamos una y otra vez las sandalias y el polvo.

precipitavi come acqua per cantare vibravano le fondamenta della notte il paesaggio era la casa. a volte anch’io ti odiavo. bisognò traslocare ogni volta che cantavi l’invidia apriva fossati profondi ci togliemmo ripetutamente i sandali e la polvere.

uNa MujEr sIN PaDrE

uNa DoNNa sENza Casa

es un papel al viento no entenderá cuando un hombre la mire ni reconocerá olores y rutinas de casa. Para una mujer sin padre el mundo será siempre un desconocido.

è una carta al vento non capirà quando un uomo la guarda né riconoscerà odori e routine della casa. Per una donna senza padre il mondo sarà sempre uno sconosciuto.

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CARMEN vILLORO

CARMEN vILLORO

PlátaNo

baNaNo

qué pequeña es la planta que sembraste para nuestros próximos treinta años. la miro sonreír con sus seis lenguas verdes, echarse al sol como un cachorro alegre. Por sus arterias nuevas corre miel y su tallo espigado presagia un ligero temblor adolescente. quizá en la madurez se plantan hijos para verlos crecer serenamente; tal vez se siente el tiempo ya más corto y dejamos las huellas enterradas, los perfumes de ahora, las miradas para que un día florezcan. El presente es un dulce paraíso, un trópico tan simple y cotidiano, un amable vaivén que mece el alma. si te vas o me voy está la planta. y seguirá en su sitio hablando frutos que hoy tú y yo decimos.

Come è piccola la pianta che hai seminato per i nostri prossimi trent’anni. la guardo sorridere con le sue sei lingue verdi, stendersi al sole come un cucciolo allegro. Nelle sue arterie nuove scorre il miele e il suo fusto allungato presagisce un leggero tremore adolescente. forse nella maturità si piantano figli per vederli crescere serenamente; forse si sente già più breve il tempo e lasciamo le orme sotterrate, i profumi di adesso, gli sguardi perché un giorno fioriscano. Il presente è un dolce paradiso, un tropico così semplice e quotidiano, un dolce viavai che culla l’anima. se te ne vai o me ne vado c’è la pianta. E resterà al suo posto parlando frutti che oggi tu e io diciamo.

la ofrENDa

l’offErta

tiene la juventud y la belleza de los dioses griegos. se llama Moisés como el hebreo,

Ha la gioventù e la bellezza di un dio greco. si chiama Mosè come l’ebreo,

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pero él lo ignora o no le da importancia. quiere darle un riñón a susana como un niño que comparte su lonche en el recreo. quiere oírla reír como sólo ella sabe hacerlo. No habrá coros que canten esta hazaña ni mar en el desierto que se abra; sólo una sala de hospital más tibia que otras veces, con una luz más suave. un asunto de amigos, así de simple, una conversación de dos íntima y clara; el cuerpo que recobra su vocación de tiempo.

ma lui non lo sa o non gli dà importanza. vuole donare un rene a susanna come un bambino che condivide alla ricreazione il suo pranzo. vuole sentirla ridere come solo lei sa fare. Non ci saranno cori che cantino quest’impresa né mare nel deserto che si apra; solo una stanza d’ospedale più tiepida di altre volte, con una luce più soave. una faccenda di amici, così, semplicemente, una conversazione a due intima e chiara; il corpo che recupera la sua vocazione al tempo.

uN jarDINEro

uN gIarDINIErE

Desde la ventana escucho las tijeras metálicas y rítmicas del jardinero que poda los arbustos. No sé cuando empezó porque el repiqueteo ha alargado el presente, ha hecho de esta tarde un solo instante amplio en el que caben todas las acciones. No importa que la luz de la tarde mengüe poco a poco y que algunas ventanas, a lo lejos, comiencen a encenderse.

Dalla finestra sento le forbici metalliche e ritmiche del giardiniere che pota gli arbusti. Non so quando ha incominciato perché il ticchettio ha allungato il presente, ha fatto di questo pomeriggio un solo istante ampio in cui entrano tutte le azioni. Non importa che la luce del pomeriggio diminuisca a poco a poco e che qualche finestra, in lontananza, incominci ad accendersi.

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Mientras suene su escopa raspando el pavimento, el tiempo sólo es uno. Es sólo un embeleso largo y relajado que cambia de matiz, pero que no transcurre.

finché suona la sua scopa raschiando il pavimento, il tempo è solo uno. È solo un incanto lungo e rilassato che cambia sfumatura, ma non trascorre.

sI vuElvo a tENEr DEDos

sE torNo aD avErE DIta

si vuelvo a tener dedos voy a tocar con ellos tus secretos; si vuelvo a tener labios voy a usarlos sobre tu soledad; si vuelvo a tener sueños voy a esparcirlos por tu sangre; si la vida me vuelve, no te asustes, no es el monzón arrebatando palmas a la tierra ni la tormenta que cayó en el puerto; es tanta muerte acariciada a solas tantas olas a muerte acumuladas que escogieron la orilla de tu cuerpo para romper, dichosas y cansadas.

se torno ad avere dita con esse toccherò i tuoi segreti; se torno ad avere labbra le userò sulla tua solitudine; se torno ad avere sogni li spargerò sul tuo sangue; se la vita mi torna, non ti spaventare, non è il monsone che abbatté le palme a terra né la tormenta che infuriò sul porto; è tanta morte accarezzata da sola tante onde a morte accumulate che hanno scelto la riva del tuo corpo per infrangersi, felici e stanche.

uN gorrIóN fuE DErrIbaDo por la tormenta de anoche. aún brilla su sangre joven sobre la banqueta; sus alas pardas todavía parecen tener fuerza, pero sus ojos miran, atónitos, la eternidad. Debes barrerlo con la hojarasca y con algunas ramas, darle indigna sepultura en el basurero. aunque escuchas otros trinos en los árboles de la mañana, y un anónimo batir de alas quiere consolarte, no hay remedio, para ti la ciudad se quedó sin pájaros.

uN PassEro fu abbattuto dalla tempesta di ieri notte. brilla ancora il suo sangue giovane sul marciapiede; le sue ali scure sembrano ancora avere forza, ma i suoi occhi guardano, attoniti, l’eternità. Devi spazzarlo con le foglie secche e con qualche ramo, dargli indegna sepoltura nell’immondezzaio. anche se ascolti altri trilli sugli alberi del mattino, e un anonimo battere di ali vuole consolarti, non c’è niente da fare, per te la città è rimasta senza uccelli.

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PLINIO CHAHÍN

PLINIO CHAHÍN

El ojo atraviesa el sueño y fija la eternidad

l’oCCHIo attraversa il sonno E fissa l’eternità

uNa orgía invade el pecho De mi amada Del jardín brota un cerezo y enciende la ternura las caricias los viavenes de su cuerpo El follaje del éxtasis son la causa del sexo En el jardín

uN’orgIa invade il petto Della mia amata Dal giardino spunta un ciliegio E accende la tenerezza le carezze i viavai del suo corpo Il fogliame dell’estasi sono la causa del sesso Nel giardino

ojos de sombras labios de luz alas de luna Mi sangre tú

oCCHI di ombre labbra di luce ali di luna Il mio sangue tu

NaDIE estorba a la danzante sus ojos severos y profundos Dibujan un jardín

NEssuNo ostacola la danzante I suoi occhi severi e profondi Disegnano un giardino

En lo alto de la noche El lento pabilo enciende la otra Imagen de la muerte

Nel profondo della notte Il lento lucignolo accende l’altra Immagine della morte

la otra presencia de la muerte es la vida la otra ausencia de la vida es la muerte quien regresa de la muerte vive la eternidad

l’altra presenza della morte è la vita l’altra assenza della vita è la morte Chi ritorna dalla morte vive l’eternità

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EN El foNDo del reloj reposan los muertos que jamás vivieron aunque ahora regresan de la eternidad

IN foNDo all’orologio riposano i morti Che mai sono vissuti anche se adesso ritornano dall’eternità

los quE no se han encontrado aún Están eternamente juntos aunque se conozcan Como si nunca hubiesen existido Pues jamás olvida quien ha olvidado siempre

quEllI CHE ancora non si sono incontrati stanno eternamente insieme anche se si conoscono Come se mai fossero esistiti Perché non dimentica mai chi ha dimenticato sempre

sIN CoNvICCIóN no hay principio ni final Error que recordar cuando el otro Nos lastima la existencia Desde el residuo inmóvil de lo que aprendimos siempre y nunca olvidamos de memoria

sENza CoNvINzIoNE non c’è principio né fine Errore da ricordare quando l’altro Ci ferisce l’esistenza Dal residuo immobile di ciò che apprendiamo sempre E mai dimentichiamo a memoria

así lo dijo buda ama al otro en su necesidad primordial Mas no lo juzgues en su agonía reposa tus manos sobre él como el fruto apetecido Por el Dios deseoso de solemnidad

Così disse budda ama l’altro nel suo bisogno primario Ma non lo giudicare nella sua agonia Poggia le tue mani su di lui come frutto bramato Dal Dio desideroso di solennità

Pues ¿qué culpa tiene quien nunca existió y sin embargo le duele la vida?

Infatti, che colpa ha chi non è mai esistito e tuttavia gli duole la vita?

oH aMaDa ¿Por qué bebes entonces en lo cierto del vaso lo que aún no conoces si en cinco tréboles de carne El vacío me deja limpia tersa tu boca envenenada?

o aMata Perché bevi allora nella certezza del bicchiere Ciò che ancora non conosci se in cinque trifogli di carne Il vuoto mi lascia Pulita tersa la tua bocca avvelenata?

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NaDIE estorba a la danzante

NEssuNo ostacola la danzante

sus ojos severos y profundos Dispersan perversos puntos polimorfos

I suoi occhi severi e profondi Disperdono perversi punti polimorfi

un lento pabilo enciende limpios arcos y otros vientos

un lento lucignolo accende archi puliti e altri venti

la EsPINa-quejido de tus labios siembra un eco en mis manos

la sPINa-lamento delle tue labbra semina un’eco nelle mie mani

EPItafIo DE luz

EPItaffIo DI luCE

El deseo encarna en mí en el alba Más terrible que hermosa ahora que el amor transfigura su pureza Como el tiempo ígneo del pecado y vivir es un relámpago de inmortalidad Para quien equilibra en el temblor su nombre En esta primera noche de los lloros Como bajo un epitafio de luz el rostro te arrancaste En esta segunda vida de mi noche arruinaste tus besos en mi boca

Il desiderio s’incarna in me all’alba Più terribile che bella adesso che l’amore trasfigura la sua purezza Come il tempo igneo del peccato E vivere è un lampo d’immortalità Per qui equilibra nel tremore il suo nome In questa prima notte dei pianti Come sotto un epitaffio di luce ti strappasti il volto In questa seconda vita della mia notte rovinasti i tuoi baci nella mia bocca

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jORGE HUMBERTO CHávEZ

jORGE HUMBERTO CHávEZ

otra CróNICa

uN’altra CroNaCa

El 6 de octubre de su año armando nos comentó en una fiesta que lo habían ido a buscar y lo encontraron un mes más tarde esa mañana que calentaba el motor de su auto para llevar a sus hijas a la escuela

Il 6 ottobre del suo compleanno armando ci commentò in una festa che erano andati a cercarlo e lo trovarono un mese dopo quella mattina in cui riscaldava il motore della sua macchina per portare le sue figlie a scuola

en 1967 íbamos al río bravo a lavar los coches del barrio primero el del Chato luego el de bogar y al último el de Huarache veloz en 1990 los policías iban al río bravo a pescar muchachas que esperaban en la orilla para cruzar a la ciudad de El Paso en el año 2010 ya sin río casi un migra y sergio adrián de 13 años pelearon él con una piedra en su mano y el agente con un revólver ese mismo año en una tienda de salvárcar el empleado se negó a pagar una extorsión y recibió un tiro en la cara y 17 vecinos suyos fueron cazados uno a uno mientras celebraban la victoria de un partido de futbol oh jóvenes hijos de Cadmo yo sé que quisieran estar en otra parte pero hoy están aquí cantaba el viejo ovidio y a ti mujer que sacaron de su casa y amenazaron con matar a tu marido si no subías a tu último paseo en auto te diría que fuéramos al río bravo a llorar pero debes saber que ya no hay río ni llanto

nel 1967 andavano a rio bravo a lavare le macchine del quartiere prima quella del Chato poi quella di bogar e alla fine quella di Huarache veloz nel 1990 i poliziotti andavano a rio bravo a beccare ragazze che aspettavano sulla riva per passare alla città di El Paso nell’anno 2010 ormai quasi senza fiume un poliziotto addetto all’immigrazione e sergio adrián di 13 anni lottarono lui con una pietra in mano e l’agente con un revolver quello stesso anno in un negozio di salvárcar l’impiegato si rifiutò di pagare un’estorsione e ricevette un colpo di pistola in faccia e diedero la caccia a 17 suoi vicini, a uno a uno, mentre festeggiavano la vittoria di una partita di calcio o giovani figli di Cadmo io so che vorreste stare da un’altra parte ma oggi state qui cantava il vecchio ovidio e a te donna che ti portarono via di casa e minacciarono di uccidere tuo marito se non salivi in auto per la tua ultima passeggiata ti direi di andare a rio bravo a piangere ma devi sapere che non c’è più fiume né pianto

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CróNICa DE El CaMPaNarIo

CroNaCa DI El CaMPaNarIo

El meridiano acaba de pasar entre los escasos árboles de esta calle que está por entrar a su estamento oscuro suenan los motores de los autos en esta esquina de la colonia El Campa un perro se detiene antes de cruzar a la otra acera cuatro muchachos están de pie con las espaldas en la barda de la escuela Pedro Medina creyendo aún que nada ocurrirá sus pasos los habían alejado de casa esa mañana para emprender sus caminos a la cita de las 12 con 40 y he aquí que empieza la música en el Paseo de los Compositores alguien grita el perro huye silente calle abajo el cuerpo a cae de inmediato tez morena clara de veinte años complexión regular vestido en su color azul algunas balas atraviesan los bloques de argamasa del muro y caen en el patio donde los niños juegan básquet el cuerpo b queda un poco sobre el a camisa blanca 1.70 viste un pantalón de mezclilla y muere con veintitrés años los chicos que juegan olvidan su pelota y corren hacia las aulas donde sus profesores charlan y beben refrescos el cuerpo C de veintiún años es delgado y moreno pero su camisa es morada y tiene aún puesta una cachucha negra una joven que oyó los disparos frente a su puerta sale sin alma a buscar a su hija en la tienda de abarrotes el cuarto muchacho alcanza a correr pero cae bañado de balas y sol en el centro de la calle y su rostro queda en un hueco del asfalto ahí la joven mujer lo encuentra y nota que sus respiraciones levantan una fina nube de tierra que sube al aire desde su nariz mide 1.60 de estatura es también moreno viste camisa y tenis grises vivió solamente veinte años: cuerpo D los caminos de la vida no son como yo esperaba nos está cantando ahora un vallenato melancólico

Il meridiano è appena passato tra gli scarsi alberi di questa strada che sta per entrare nel suo stato oscuro suonano i motori delle macchine in quest’angolo del quartiere El Campa un cane si ferma prima di passare all’altro marciapiede quattro ragazzi stanno in piedi con le spalle contro il muro di cinta della scuola Pedro Molina credendo ancora che non succederà niente i loro passi li avevano allontanati da casa quella mattina per avviarsi all’appuntamento delle 12 e 40 ed ecco che comincia la musica al Paseo de los Compositores qualcuno grida il cane scappa silenzioso giù per la strada il corpo a cade di colpo carnagione chiaro scura di venti anni corporatura regolare vestito nel suo colore azzurro alcune pallottole attraversano i blocchi di malta del muro e cadono nel cortile dove i bambini giocano a basket il corpo b rimane un po’ sopra quello a camicia bianca 1,70 indossa dei pantaloni di tessuto misto e muore a ventitré anni i ragazzi che giocano dimenticano il pallone e corrono nelle aule dove i professori chiacchierano e bevono bibite il corpo C di ventun anni è magro e bruno ma la sua camicia è viola e ha ancora un berretto a visiera nero una giovane che udì gli spari di fronte alla sua porta esce angosciata a cercare la figlia nel negozio di alimentari il quarto ragazzo riesce a correre ma cade in un bagno di pallottole e di sole al centro della strada col volto in un buco dell’asfalto lì la giovane madre lo trova e nota che i suoi respiri sollevano una sottile nuvola di terra che sale in aria dal suo naso misura 1,60 di altezza è anche bruno indossa una camicia e scarpe da tennis grigie è vissuto solo venti anni: corpo D le strade della vita non sono come io speravo ci sta cantando adesso un vallenato* malinconico * genere musicale caratteristico della Colombia.

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que surge lejos desde un estéreo entre las angostas casas que han tenido que cerrar ventanas y puertas un camión urbano pasa atronando la luz del mediodía y rompiendo el orden que la muerte ha instalado en esta calle los árboles que ven desde la acera se mantienen inmóviles pero en este día de noviembre se negarán a dar su sombra

che sorge lontano da uno stereo tra le anguste case che hanno dovuto chiudere finestre e porte un autobus urbano passa facendo rintronare la luce del mezzogiorno e rompendo l’ordine che la morte ha installato in questa strada gli alberi che vedono dal marciapiede si mantengono immobili ma in questo giorno di novembre si rifiuteranno di fare ombra

2006

2006

En el año 2006 mi padre adelgazó tanto que pudimos meter su cuerpo en una caja de 1.70 por 65 cm

Nell’anno 2006 mio padre dimagrì tanto che potemmo mettere il suo corpo in una cassa di un metro e 70 por 65 cm

yo mismo empecé a perder humanidad con el demonio muy adentro 86 kilos en febrero 69 en julio

io stesso cominciai a perdere umanità con il demonio molto dentro di me 85 chili a febbraio 69 a luglio

En el 2006 el amor adelgazó tanto que apenas una brisa lo podía cruzar al otro lado de la línea fronteriza

Nel 2006 l’amore dimagrì tanto che appena una brezza poteva attraversarlo dall’altro lato della linea di frontiera

En el año 2006 mi país empezó a adelgazar la calle y la noche más flacas cada vez la ciudad crecida de cadáveres

Nell’anno 2006 il mio paese cominciò a dimagrire la strada e la notte sempre più magre la città cresciuta di cadaveri

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jOSÉ jAvIER vILLARREAL PoDría No amarte e irme a la Patagonia entrar en una tienda de saldos y perderme en los pasillos confundido por las numerosas ofertas; también podría ir a la tienda de mascotas y comprarme un perico; pájaro que devolvería al tercer día. Mejor un perro, un perro que no me conociera, un perro grande y viejo lleno de manías; seguramente no nos entenderíamos pero compartiríamos la misma casa, el mismo baño, la misma cama, el mismo plato. saldríamos siempre juntos vigilándonos mutuamente. llegado el caso me pediría prestada una camisa, luego un pantalón, el cinto y los zapatos; yo sólo sostendría en silencio el collar en una mano y la correa en la otra. las tardes en el parque serían eternas, las discusiones, por la mañana, interminables. realmente podría no amarte y haberme ido a la Patagonia en mi carro tan pequeño; llevar muchas botellas con agua, muchos botes de café con leche, poca música, realmente muy poca música 226

jOSÉ jAvIER vILLARREAL PotrEI NoN amarti e andarmene in Patagonia, entrare in un negozio di saldi e perdermi nei corridoi confuso dalle numerose offerte; potrei andare anche in un negozio di animali domestici e comprarmi un pappagallo; uccello che restituirei tre giorni dopo. Meglio un cane, un cane che non mi conosca, un cane grande e vecchio pieno di manie; sicuramente non ci capiremmo ma condivideremmo la stessa casa, lo stesso bagno, lo stesso letto, lo stesso piatto. usciremmo sempre insieme sorvegliandoci a vicenda. se necessario mi chiederebbe in prestito una camicia, poi i pantaloni, la cinghia e le scarpe; io soltanto terrei in silenzio il collare in una mano e il guinzaglio nell’altra. I pomeriggi nel parco sarebbero eterni, le discussioni, la mattina, interminabili. veramente potrei non amarti ed essermene andato in Patagonia nella mia macchina così piccola; portarmi molte bottiglie d’acqua, molti bricchi di caffellatte, poca musica, davvero molto poca 227


y un cenicero por si aprendiera a fumar; lo más seguro es que no fuera a ninguna tienda de saldos, que no me estacionara frente a ninguna tienda de mascotas, que no comprara un perico que después tendría que devolver; al perro me lo encontraría seguramente en la carretera o en la almohada de la cama o en el lobby de hotel o descansando en el menú del restaurante. El perro es una presencia que no puedo evitar, como no puedo dejar de pensar en ti, salir de casa rumbo a la Patagonia, inventarme un carro que no tengo, comenzar a fumar a mi edad o soltarle la correa a ese perro, grande y viejo, lleno de manías, que hace tiempo camina a mi lado.

e un posacenere nel caso imparassi a fumare; di sicuro non andrei in nessun negozio di saldi, non parcheggerei di fronte a nessun negozio di animali domestici, non comprerei un pappagallo che poi dovrei restituire; il cane me lo troverei sicuramente per strada o sul cuscino del letto o nella hall di un albergo o riposando sul menù del ristorante. Il cane è una presenza che non posso evitare, come non posso smettere di pensare a te, uscire di casa diretto in Patagonia, inventarmi una macchina che non ho, cominciare a fumare alla mia età o slegare il guinzaglio a quel cane, grande e vecchio, pieno di manie, che da tempo mi cammina a fianco.

PuEDo sEr INtErruMPIDo hasta por mí mismo. Estoy en un lugar vulnerable, no tiene caso decir que se trata de la cocina de mi casa, de la banca al poniente del parque en mi colonia; que transito por amplias y largas avenidas o por estrechas y sombreadas calles del centro; que se trata de una ciudad que, pese a todo, sigo creyendo mía.

Posso EssErE INtErrotto persino da me stesso. Mi trovo in un posto vulnerabile, non c’è bisogno di dire che si tratta della cucina di casa mia, della panchina a ovest del parco, nel mio quartiere; che cammino per ampi e lunghi viali o per strette e ombreggiate strade del centro; che si tratta di una città che, malgrado tutto, continuo a credere mia.

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Estoy aquí en cualquier parte y puedo ser interrumpido por el ser menos pensado. Es un lugar tan vulnerable el que yo habito, donde me muevo y me detengo, donde respiro, amo y soy amado. Es tan grande mi ciudad, es tan grande mi colonia, tan grande el parque, la banca, las avenidas y calles del centro. Es tan grande el amor que siento y el que dicen sentir por mí; es tan grande la geografía en que me muevo que cualquiera puede llegar e interrumpirme, incluso hasta yo mismo, no se diga el miedo.

sto qui ovunque e posso essere interrotto da chi meno me l’aspetto. È un posto così vulnerabile dove abito, dove mi muovo e mi fermo, dove respiro, amo e sono amato. È così grande la mia città, è così grande il mio quartiere, così grande il parco, la panchina, i viali e le strade del centro. È così grande l’amore che sento e quello che dicono di sentire per me; è così grande la geografia in cui mi muovo che chiunque può arrivare e interrompermi, persino io stesso, per non parlare della paura.

No fuE NECEsarIo cerrar la puerta, sacudir el abrigo o acomodarse el saco. Igual la lluvia seguiría cayendo, mojando las ramas, las hojas, los parabrisas, los sombreros y peinados, los pensamientos que circulaban por la calle, las banquetas, los periódicos y los puestos de comida. Esa lluvia que caía sobre todo aquel que abriera los ojos; sobre todo aquel que los cerrara.

NoN fu NECEssarIo chiudere la porta, scuotere il cappotto o sistemarsi la giacca. la pioggia sarebbe continuata a cadere lo stesso, a bagnare i rami, le foglie, i parabrezza, i cappelli e le pettinature, i pensieri che circolavano per la strada, i marciapiedi, i giornali e le bancarelle di cibo. la pioggia che cadeva su chiunque aprisse gli occhi; su chiunque li chiudesse.

No fue un consuelo –en lo absoluto– ver cómo todos llorábamos un mismo llanto.

Non fu consolante – assolutamente – vedere come tutti piangevamo uno stesso pianto.

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LETICIA HERRERA

LETICIA HERRERA

oraCIóN DE otoño

PrEgHIEra D’autuNNo

permite señor que pertenezca a los atolondrados por el deseo los que amanecen oliendo a mundo calzan los calcetines de otro para salir corriendo al día

permetti signore che appartenga ai frastornati dal desiderio a quelli che si svegliano odorando di mondo e s’infilano i calzini di un altro per uscire correndo incontro al giorno

no me dejes caer en la tentación de ser pura no mancilles mi vocación sibilina que no se fugue de mis ojos la fresca lascivia que ennoblece y asienta que los cabellos grises tengan sentido no provengan de soledades de la estéril contención de mis manos

non lasciarmi cadere nella tentazione di essere pura non macchiare la mia vocazione sibillina non scappi dai miei occhi la fresca lascivia che nobilita e tempra abbiano un senso i capelli grigi non provengano da solitudini dallo sterile contenimento delle mie mani

déjame desterrarme de los conventos sé generoso cuando llames a los tuyos yo sé que aprecias a los hijos que obedecieron el mandato de amarse que nos diste manos libres en la interpretación de tu ley

lascia che mi esili dai conventi sii generoso quando chiamerai i tuoi io so che apprezzi i figli che ubbidirono al mandato di amarsi che ci desti mani libere nell’interpretare la tua legge

que nunca se me olvide agradecer las tentaciones que guarde la razón cuando mire andar por el mundo aquellos cuerpos diseñados para mi gozo aunque no a todos los posea

mai mi dimentichi di ringraziare per le tentazioni che non perda la ragione quando guardo andare per il mondo quei corpi ideati per il mio godimento anche se non li posseggo tutti

que al gozo indemne se me abran las puertas del cielo

al piacere indenne mi si aprano le porte del cielo

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sin prisas párpados rojos casi murmullo la tarde y sus espejos de aguas lacustres

senza fretta palpebre rosse quasi mormorio la sera e i suoi specchi di acque lacustri

que a mi confusa vida la acaricien con dulzura algunas tardes a mis manos tercas no les falte un cuerpo que pulsar para ir guitarreando por la vida

sia la mia confusa vita accarezzata con dolcezza da alcune sere alle mie caparbie mani non manchi un corpo da far vibrare per andare chitarreggiando nella vita

dame señor la urgencia de cada día que el regazo de la muerte me sorprenda libando placeres como la más dócil de tus ciervas inquieta sumisa a la boyante alegría de un mozo y sus espuelas de amor

dammi signore l’urgenza di ogni giorno il grembo della morte mi sorprenda assaporando piaceri come la più docile delle tue cerve inquieta sottomessa alla florida allegria di un giovane e ai suoi pungoli d’amore

No soy uNa MujEr barbuDa

NoN soNo uNa DoNNa barbuta

no soy una mujer barbuda pero natura me proveyó de vellos protectores que con precisa terquedad sonsaco a mi piel para ir por el mundo entre los otros

non sono una donna barbuta ma natura mi provvide di peluria protettrice che con precisa caparbietà sottraggo alla mia pelle per andare nel mondo in mezzo agli altri

a los señores les preocupan esas cosas los pelos las barbas los bigotes (prohibido el vello en las mujeres) mientras con gesto doctoral registran los centímetros de cadera y que los senos rebasen el cuenco de sus manos

ai signori preoccupano queste cose i peli le barbe i baffi (proibita la peluria nelle donne) mentre con gesto dottorale registrano i centimetri del fianco e che i seni superino il cavo delle loro mani

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y allá va una de idiota a depilarse a cincelarse las cejas a pelear toda la vida con los vellos pero aparte conciliar con los dones de hetaira prudente y sumisa las heredades con hilo y aguja y estrambóticas modas pasajeras de jaez culinario y hogareño

e tu come un’idiota a depilarti a cesellarti le ciglia a lottare tutta la vita contro i peli sempre tenendo conto dei doni di etera prudente e sottomessa del possesso dell’ago e del filo e stravaganti mode passeggere di genere culinario e casalingo

si me resisto o no dirán que es cosa mía pero a qué mujer en sus edades le acontecerían el gozo y la lujuria de la carne si no claudica con elegancia a la erradicación de la pelambre?

se resisto o non diranno che è cosa mia ma a quale donna con gli anni accadrebbero la gioia e la lussuria della carne se non cedesse con eleganza all’estirpazione dei peli?

mientras descifro mis angustias rutinariamente me avengo y según los cánones de cultura me depilo las cejas susirios los bigotes las piernas y de una vez las lágrimas achaques y risas explosivas que tampoco son populares

mentre decifro le mie angosce abitudinariamente mi conformo e secondo i canoni di cultura mi depilo le sopracciglia inquietamente i baffi le gambe e tutti insieme le lacrime gli acciacchi le risate esplosive che non sono poi tanto popolari

oh dios cuánta exigencia

o dio quant’esigenza

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MARÍA BARANDA

MARÍA BARANDA

Hay uN ruIDo EN la CallE como de rata abierta, de piedra y campo que trepa por la barda. todo resguarda el silencio, la tintura del solitario en su lienzo de ablución.

C’È uN ruMorE NElla straDa

lo hondo es lo complejo en un tiempo que no está, la visión perdida de una voz que fue temperatura, el miedo de esa primera vez sin alabanza, sin devenir. todo en la catástrofe sin lengua.

Il profondo è il complesso in un tempo che non c’è, la visione perduta di una voce che fu temperatura, la paura di quella prima volta senza lode, senza divenire. tutto nella catastrofe senza lingua.

ama. ama por un centavo y por nada. ama en la ciudad del pensamiento como si fueras Homero y tuvieras la suerte de Homero. Di que amas. que amas la piedra y el aire y cada momento de la ignorancia. Dilo. Di que amas a la mujer agua y al hombre tierra. Déjalos existir. Di: noche, carbón, tumba, mar afilado en los ojos del ahorcado. Di: túnel, di: fuego, di: penitente mito y asfalto. Di lo que no tienes y lo que guardas como un ciervo lacónico

ama. ama per un centesimo o per niente. ama nella città del pensiero come se fossi omero e avessi la sorte di omero. Dì che ami. Che ami la pietra e l’aria e ogni momento dell’ignoranza. Dillo. Dì che ami la donna acqua e l’uomo terra. lasciali esistere. Dì: notte, carbone, tomba, mare affilato negli occhi dell’impiccato. Dì: tunnel, dì: fuoco, dì: penitente mito e asfalto. Dì ciò che non hai e quello che conservi come un cervo laconico

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come di ratto sventrato,

di pietra e di campo che si arrampica sul graticcio. tutto protegge il silenzio, la tintura del solitario nella sua tela di abluzione.

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en la muerte de la ortiga.

nella morte dell’ortica.

Dibuja una serpiente con tu baba y logra el mérito del rebelde, del que nunca tiene una causa.

Disegna un serpente con la tua bava e ottieni il merito del ribelle, di chi non ha mai una causa.

la CabEza salIENDo a la superficie como llama viva, ángulo enrejado en la prolongación de la memoria, quemando una pequeña súplica con el hocico. fondo de arena acumulada, tierra húmeda, montón profundo y complejo en su silencio. todo lo vivo queda quieto a la espera de un tiempo hundido, de un “no te vayas, quédate” dicho en un futuro que suplanta la cabeza. Nada se ve del cuerpo, todo supone distancia y lejanía, desgarre, enraizamiento, vislumbre de esa cara de perro como si fuera un rascacielos justo a mitad de la nada en un paraje chamuscado de un invierno seco en la respiración ido como la sangre del verbo. El verbo.

la tEsta CHE EsCE in superficie come fiamma viva, angolo recintato nel prolungamento della memoria, che brucia una piccola supplica col muso. fondo di sabbia accumulata, terra umida, mucchio profondo e complesso nel suo silenzio. tutto ciò che è vivo resta fermo in attesa di un tempo sprofondato, di un “non te ne andare, rimani” detto in un futuro che soppianta la testa. Niente si vede del corpo, tutto suppone distanza e lontananza, strappo, attecchimento, visione di quella faccia di cane come se fosse un grattacielo proprio nel mezzo del nulla in un luogo bruciacchiato di un inverno secco nel respiro andato come il sangue del verbo. Il verbo.

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…y CuaNDo ME pregunto a quién pudiste persuadir viendo aquel cielo sonante, la brecha abierta en la pared, el movimiento en su mesura y el campo en una tela de yerba sostenida en sus membranas, sola, tan sola, exhalando una nueva puntuación, una voz larga en la noche agravada, forzada a ver un resquicio de lo que fue, diciéndote a ti misma: mala, peor, funesta y pienso en esa desproporción del pensamiento, en el asombro ante una pausa, un compás detenido en un teléfono inexistente o en un cd temeroso y solícito, un ahora en el intento de ser llama entre los labios más oscuros cuando los peces, dijiste, eran dos veces mudos siempre en la caverna donde el sol abría desobedientemente una defensa contra la oscuridad o una simple forma opaca que veías entre los átomos y las moléculas, ¿soñabas?

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…E quaNDo mi chiedo chi potesti persuadere vedendo quel cielo sonante, la breccia aperta nel muro, il movimento nella sua misura e il campo in una tela d’erba sostenuta nelle sue membrane, sola, così sola, esalando una nuova punteggiatura, una voce lunga nella notte aggravata costretta a vedere uno spiraglio di quel che fu, dicendo a te stessa: cattiva, peggio, funesta e penso a quella sproporzione del pensiero, allo stupore davanti a una pausa, un tempo trattenuto in un telefono inesistente o in un cd timoroso e sollecito, un adesso nel tentativo di essere fiamma tra le labbra più scure quando i pesci, dicesti, erano due volte muti sempre nella caverna dove il sole apriva disubbidientemente una difesa contro il buio o una semplice forma opaca che vedevi tra gli atomi e le molecole, sognavi?

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MILAGROS TERáN

MILAGROS TERáN

tus ojos

I tuoI oCCHI

tus ojos son dos puntos negros : vida que comienza sobre una página en blanco.

I tuoi occhi sono due punti neri : vita che comincia sopra una pagina in bianco.

vEN aMor

vIENI aMorE

¿Cuándo vendrás a suavizar mi vida con tu sonrisa, y a iluminar el micro-mundo con tus rayos de ángel en desgracia?

quando verrai ad addolcire la mia vita col tuo sorriso, e a illuminare il micromondo con i tuoi raggi di angelo in disgrazia?

¿Cuándo vendrás a inspeccionar mi territorio de sangre y a catar el aliento de vinos nocturnos?

quando verrai a ispezionare il mio territorio di sangue e a degustare l’alito di vini notturni?

¿Cuándo vendrás, amor a beber de mis pozas profundas?

quando verrai, amore a bere alle mie pozze profonde?

ven, ven, ven, recorre con las ruedas de tus ojos

vieni, vieni, vieni, percorri con le ruote dei tuoi occhi

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mi piel, ven como ladrón a robar estos besos y a saquear mi cuerpo sudado de misterios.

la mia pelle, vieni come un ladro a rubare questi baci e a saccheggiare il mio corpo sudato di misteri.

ven amor, habita esta cueva oscura de deseos.

vieni amore, abita questa grotta oscura di desideri.

CuErPos PosaNtEs

CorPI IN Posa

tu boca cercana a mi aliento susurra palabras dulces en mis oídos pequeños y curiosos cuando la noche es escenario que ilumina dos cuerpos posantes.

la tua bocca vicino al mio fiato sussurra parole dolci alle mie piccole orecchie curiose quando la notte è uno scenario che illumina due corpi in posa.

tu boca como embudo deja escapar el secreto de tu alma blanca que anudo entre mis pechos con ligamentos de oro.

la tua bocca come imbuto lascia sfuggire il segreto della tua anima bianca che annodo tra i miei seni con legamenti d’oro.

Me dejo llevar por el arrullo, recojo las flores esparcidas al pie de nuestra selva para adornar mi cabello que suelto en nuestro lecho es una cometa.

Mi lascio trasportare dal sussurro, raccolgo i fiori sparsi ai piedi della nostra selva per ornare i miei capelli che sciolti sul nostro letto sono un aquilone.

y luego, en un instante

E poi, in un istante

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se abre el cielo como los pliegos de mi piel ante tu tacto, mientras subimos de la mano la loma del placer, en busca de la aldaba, amor la que nos hará fuertes, sanos y fuertes …¡inmortales!

si apre il cielo come le pieghe della mia pelle davanti al tuo tatto, mentre saliamo per mano il colle del piacere, in cerca del battaglio, amore che ci renderà forti, sani e forti …immortali!

asuNtos PENDIENtEs

quEstIoNI PENDENtI

El temor a la soledad me arranca hoy de entre las sábanas, hoy que es un día frío y soleado lleno de cosas que hacer las cuales nunca termino de concluir para dejar mañana algo que pude haber hecho hoy y no aburrirme tanto sintiendo que no hay nada que hacer.

Il timore della solitudine oggi mi strappa alle lenzuola, oggi che è un giorno freddo e soleggiato pieno di cose da fare che non finisco mai di concludere per lasciare domani qualcosa che potevo fare oggi e non annoiarmi tanto sentendo che non c’è niente da fare.

Me envuelvo en papel de regalo para ofrecer a los que lo desean un pedazo mío, a los que quieren quedarse con un sabor intenso en los labios.

Mi avvolgo in carta regalo per offrire a quanti lo desiderano un pezzetto mio, a quanti vogliono restare con un sapore intenso sulle labbra.

Como una muchachita me siento abandonada y desconsolada sin nadie que me cuide al comienzo de este invierno que amenaza con sus largas ramas hurgar entre mis senos en el escote de mi juventud.

Mi sento come una ragazzina abbandonata e sconsolata senza che nessuno mi accudisca all’inizio di quest’inverno che minaccia con i suoi lunghi rami di frugare tra i miei seni nella scollatura della mia giovinezza.

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jOSÉ ANTONIO FUNES

jOSÉ ANTONIO FUNES

Habla El MIgraNtE

Parla l’EMIgraNtE

yo también soy nadie, hermano ulises. Cada día, o más bien cada noche, el ciclope me interroga, y yo contesto: soy Nadie. Nadie por mi color, por ser portador de indocumentados sueños. En una tarde amarilla de mi país soñé una barca que surcaba el mar de los trigales. Había tanto sol, tanto cielo, que abandoné los muertos atados a mis pies, y pagué con lágrimas de mis hijos el precio de una estatua de sal. llegué a esta isla, ulises. Mis brazos son más vigorosos que los del naufrago que partió las aguas para hacerse un lugar en la muerte. Pero soy nadie y me moja más la lluvia que a las catedrales, y el Ciclope vigila el pan luminoso que llevo a mi mesa, mientras me habla de leyes y de fronteras.

anch’io sono nessuno, fratello ulisse. ogni giorno, o meglio ogni notte, il ciclope m’interroga, e io rispondo: sono Nessuno. Nessuno per il mio colore, per essere portatore di non identificati sogni. In un pomeriggio giallo del mio paese sognai una barca che solcava il mare di grano. C’era tanto sole, tanto cielo, che abbandonai i morti legati ai miei piedi, e pagai con le lacrime dei miei figli il prezzo di una statua di sale. arrivai a quest’isola, ulisse. le mie braccia sono più vigorose di quelle del naufrago che divise le acque per farsi un posto nella morte. Ma sono nessuno e la pioggia bagna me più delle cattedrali e il Ciclope tiene d’occhio il pane luminoso che porto sulla mia tavola, mentre mi parla di leggi e di frontiere.

EN la graN NoCHE DE los olvIDos

NElla graNDE NottE DEllE DIMENtICaNzE

Escúchame desde la otra orilla de tu silencio, desde esa playa donde yace insepulto el cadáver de un pájaro; allí donde el viento, siempre piadoso, recoge a diario su canto de arena. Escúchame tú porque se lo he dicho tantas veces a las piedras. Hay una ciudad donde es imposible desandar el pasado, o borrar la ventana en la que aún queda una cortina blanca

ascoltami dall’altra riva del tuo silenzio, da quella spiaggia dove giace insepolto il cadavere di un uccello; lì dove il vento, sempre pietoso, raccoglie ogni giorno il suo canto di sabbia. ascoltami tu perché l’ho detto tante volte alle pietre. C’è una città dove è impossibile ripercorrere il passato, o cancellare la finestra dove c’è ancora una tenda bianca

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como si alguien hubiera izado para siempre la bandera de la ausencia. Escúchame desde ese campo que atraviesan los caballos negros de lo imposible, aunque mis palabras te lleguen fragmentadas y no haya hilo capaz de zurcirlas en la gran noche de los olvidos. Hay tantas cosas que no pude decirte en aquel tiempo de amar, en aquel tiempo de hablar y abandonarse a lo eterno como un niño hambriento en un campo de manzanas. Nunca te hablé de la pasión inútil con que se entrega la lluvia al impaciente calor de la tierra, o de la tristeza de los charcos cuando se les muere la luna. Nunca te hablé del dolor del árbol cuando se queda con su propia sombra después que un golpe oscuro ahuyenta sus pájaros. Nunca te hablé del mar amargo que despide al sol en la puerta última del día, del mar que no cree en palabras escritas en la arena. Escúchame ahora, no te oscurezcas, tengo una lámpara, una luz pequeña…

come se qualcuno avesse alzato per sempre la bandiera dell’assenza. ascoltami da quel campo che attraversano i cavalli neri dell’impossibile, anche se le mie parole ti giungono frammentate e non c’è filo capace di rammendarle nella grande notte delle dimenticanze. Ci sono tante cose che non ho potuto dirti in quel tempo di amare, in quel tempo di parlare e abbandonarsi all’eterno come un bambino affamato in un campo di mele. Non ti ho mai parlato della passione inutile con cui si abbandona la pioggia all’impaziente calore della terra, o della tristezza delle pozzanghere quando vi muore la luna. Non ti ho mai parlato del dolore dell’albero quando rimane con la sua propria ombra dopo che un colpo scuro fa scappare i suoi uccelli. Non ti ho mai parlato del mare amaro che congeda il sole sulla porta ultima del giorno, del mare che non crede alle parole scritte sulla sabbia. ascoltami adesso, non imbrunire, ho una lampada, una luce piccola…

Era uN NIño, Para vErgÜENza DEl MuNDo

Era uN baMbINo, PEr la vErgogNa DEl MoNDo

así estaba: hecho un nudo contra el frío para que la muerte no encontrara las puntas de su miseria. Pero vino el viento e hizo de sus harapos una bandera. Nunca vi flamear tanta humillación.

stava così: formando un nodo contro il freddo perché la morte non trovasse le punte della sua miseria. Ma venne il vento e fece dei suoi stracci una bandiera. Non ho mai visto ondeggiare tanta umiliazione.

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brusElas, CEro graDos

bruxEllEs, zEro graDI

una ciudad puede significar un amor o un desamor tal vez una ciudad, como a una mujer, puede amarse de mil maneras o abandonarse para siempre con un cadáver a cuestas.

una città può significare un amore o forse un disamore una città, come una donna, si può amare in mille modi o abbandonare per sempre con un cadavere sulle spalle.

¿a dónde va tanta gente ahora que soy el único que viene de regreso?

Dove va tanta gente ora che sono l’unico a fare ritorno?

a esta hora en que todo ángel se desdibuja De bicicletas apiladas como animales mansos Cuantos deseos de incendiar el piano que me trae la música de otro tiempo o de gritar en el centro de la plaza: ¡Madres, no lleven sus niños a Mc Donalds!

a quest’ora in cui ogni angelo svanisce Di biciclette ammucchiate come animali mansueti quanti desideri d’incendiare il piano che mi porta la musica di altri tempi o di gridare al centro della piazza: Madri, non portate i vostri figli ai McDonald’s!

una ciudad puede ser el nido más bello de la locura o la piedra donde se pudren las esperas Como frutas olvidadas.

una città può essere il nido più bello della pazzia o la pietra dove marciscono le attese Come frutti dimenticati.

aquí se gasta la vida buscando una sonrisa entre extraños la soledad es una estación permanente Cruel como los trenes que comen nieve en invierno lo saben los jóvenes que beben cerveza con sabor a llanto lo saben los viejos que ven el brillo de la muerte en la punta de sus zapatos y lo sabe Dios que ignora todas esas cosas.

qui si consuma la vita cercando un sorriso fra gli estranei la solitudine è una stazione permanente Crudele come i treni che mangiano neve d’inverno lo sanno i giovani che bevono birra con sapore di pianto lo sanno i vecchi che vedono la lucentezza della morte sulla punta delle loro scarpe E lo sa Dio che ignora tutte queste cose.

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LEóN FÉLIX BATISTA

LEóN FÉLIX BATISTA

CarNal. (adj., del lat. carnālis) Demencia entre los cuerpos de sablazos de luz negra. bailamos una escena de safari de un tapiz. rudo ruido de metales, tenaz entre las cuerdas, sobreviene por encima, cuando instala en los cerebros la vacancia de su espacio. En el drama la mudez, purgación sustituida por un acero raudo, sucesivo y contundente. frente a mí su cabellera, la morfina de un estuario, repetibles sus arcadas contra los desfiladeros. tantos arcos inauditos y despliegues de una elipse, mutaciones en zigzag a las que no sé dar réplica. la violenta anatomía y el alcohólico estupor descalabran ambas sienes. sólo el vértigo es (entonces) sostenible.

CarNalE. (agg., dal lat. carnālis) Demenza tra i corpi di sciabolate di luce nera. balliamo una scena di safari di un arazzo. Duro rumore di metalli, tenace tra le corde, sopravviene al di sopra, quando installa nei cervelli la vacanza del suo spazio. Nel dramma il mutismo, purgazione sostituita da un acciaio rapido, successivo e contundente. Di fronte a me la sua chioma, la morfina di un estuario, ripetibili le sue arcate contro le gole. tanti archi inauditi e spiegamenti di un’eclissi, mutamenti in zigzag a cui non so dare risposta. la violenta anatomia e l’alcolico stupore feriscono entrambe le tempie. solo la vertigine è (allora) sostenibile.

CuEro. (m., del lat. corĭum) Derrame intermitente por círculos acuosos, como transpiraciones del ribazo climatérico: tejido que, nublado, replica imponderables, los reinos de aberturas turbadoras. Después se contradice y (en una esfera exacta) perpetra el almanaque: lo puede hacer brotar. Pero las percepciones –parece– no progresan ni habrá desplazamiento del humo entre las cosas. lo que sostiene al ego, la pura piel voluble, discurso del vestido –y asilo en su fisura: desde su núcleo espléndido el ángulo del tronco bajando se bifurca –para delimitar. vendrá la oscuridad de cuervo en cuervo, carnosidad que ensancha al cataclismo.

CuoIo. (m. dal lat. corĭum) spargimento intermittente per cerchi acquosi, come traspirazioni dell’argine climaterico: tessuto che, nuvoloso, replica imponderabili, i regni di aperture turbatrici. Dopo si contraddice e (in una sfera esatta) perpetra l’almanacco: lo può fare spuntare. Ma le percezioni – sembra – non progrediscono né ci sarà spostamento del fumo tra le cose. Ciò che sostiene l’ego, la pura pelle volubile, discorso del vestito – e riparo nella sua fessura: dal suo nucleo splendido l’angolo del tronco scendendo si biforca – da delimitare. verrà l’oscurità di corvo in corvo, carnosità che allarga il cataclisma.

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DorMIDa. (adj. f., p. p. de dormir, del lat. dormīre) la cripta en carne cruda, barniz en el umbral: así se descuartizan corazones. Mi anhelo es propiciar un zumbido y tolerarlo, una historia y escribir, la sustancia y ser vacío. No es una maniobra sino un pánico vital y mi lento aullar neumático cuajado en la faringe: envuelvo y luego borro lo que habré de articular, debido a la avería de mis alucinaciones. tal es el centro sólido que rige un espejismo: el cuerpo que presencia su propia expropiación desde un nivel alterno, lejano tema astral.

aDDorMENtata (agg. f., p. p. di dormire, dal lat. dormīre) la cripta in carne cruda, vernice sulla soglia: così si squartano i cuori. Il mio desiderio è propiziare un ronzio e tollerarlo, una storia e scrivere, la sostanza ed essere vuoto. Non è una manovra ma un panico vitale e il mio lento ululare pneumatico coagulato nella faringe: avvolgo e poi cancello quanto dovrò articolare, a causa dell’avaria delle mie allucinazioni. Così è il centro solido che regge un miraggio: il corpo che assiste alla sua stessa espropriazione da un livello alterno, lontano tema astrale.

faCIal. (adj., del lat. faciālis, de la cara) unión de lumbre y nieve, de hipodérmicas con hielo: áurea lluvia y yin en llamas. En la nuca anida un lobo consagrado a taladrar, para ser la nervadura de su jade. El pelamen libre oculta la delgada perversión que conciben las clavículas salientes; sobre el ámbar (proceloso) –que da color al cuerpo– se extiende hasta los áspides del brazo. Pupila de rapaz y peso de felino hasta agotar las puertas, el óleo de la ojiva.

faCCIalE. (agg., dal lat. faciālis, della faccia) unione di fuoco e neve, di ipodermiche con ghiaccio: aurea pioggia e yin in fiamme. sulla nuca si annida un lupo destinato a perforare, per essere la nervatura della sua giada. Il pelame libero nasconde la delicata perversione che concepiscono le clavicole sporgenti; sull’ambra (procellosa) – che dà colore al corpo – si prolunga fino alle aspidi del braccio. Pupilla da rapace e peso da felino fino ad esaurire le porte, l’olio dell’ogiva.

lolIta. (n. p. f. d. de Dolores, de lolita, novela de v. Nabokov, pre-adolescente) Con docenas de cuadernos para urdir metamorfosis, y artificios de esplendor en las muñecas. De ella mana, con minucia, la belleza convulsiva, por calor de los compases del respiro. bajo las vestiduras los contornos abrasivos: riguroso estancamiento en la flexión. querría aislar la flora, que me inflama, de los fémures, trepando jubiloso, adonde reina el arno; y de golpe interceptar, dilatadas las pasturas, el surco de un tendón y la ráfaga de un brillo: como objeto en mar de leva contra rocas imposibles o el abdomen inundado de estricnina. ¿No será que aquellos vidrios me interponen existencias contingentes, proscripción?

lolIta (n. p. f. di Dolores, di lolita, romanzo di v. Nabokov, preadolescente) con dozzine di quaderni per ordire metamorfosi, e artifici di splendore nelle bambole. Da lei scaturisce, con minuzia, la bellezza convulsiva, per il calore dei ritmi del respiro. sotto le vesti i contorni abrasivi: rigoroso ristagno nella flessione. vorrei isolare la flora, che m’infiamma, dai femori, arrampicandomi esultante, dove regna l’arno; e di colpo intercettare, dilatate le pasture, il solco di un tendine e la raffica di una lucentezza: come oggetto in mare lungo contro scogli impossibili o l’addome inondato di stricnina. Non sarà che quei vetri mi interpongono esistenze contingenti, proscrizione?

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DEsCrIPCIóN DE los vEstIDos EsParCIDos Por El suElo se ven algunos brotes. Parece que es escarcha. El frío de las carnes es el extrañamiento. la vista necesita (despejándose las nieblas) fijar (tejer) sentidos: realidad exagerada. El mismo filo débil de sol que los encarna, va haciéndose notorio en su constancia, les da razón de albur y derrotero y forma, pellejo correoso sin nada que exaltar. El desperdigamiento, las conexiones libres, en favor de una armonía degradada. registro paranoico que –en dispersión perpetua– multiplica todos sus antecedentes. volverán de nuevo al cuerpo (regresiones infinitas) o en el tedio de un futuro al que exceder.

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DEsCrIzIoNE DEI vEstItI sParsI PEr tErra si vedono alcuni germogli. sembra che sia brina. Il freddo delle carni è lo straniamento. la vista ha bisogno (diradandosi le nebbie) di fissare (tessere) sensi: realtà esagerata. lo stesso filo debole di sole che li incarna, si va facendo evidente nella sua costanza, dà loro ragione di caso e percorso e forma, pelle elastica senza niente da esaltare. la dispersione, le connessioni libere, a favore di un’armonia degradata. registro paranoico che – in dispersione perpetua – moltiplica tutti i suoi precedenti. torneranno di nuovo al corpo (regressioni infinite) o nel tedio di un futuro da superare.

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MARIANELA MEDRANO

MARIANELA MEDRANO

Dos MuNDos

DuE MoNDI

En uno hay palmeras altas mecidas por un viento huracanado y raíces que se profundizan mientras más el viento arrecia En el otro hay paredes blancas esperando el trazo milagroso del grafiti para pintarnos en el silencio del destierro.

In uno ci sono palme alte cullate da un vento tempestoso e radici che affondano mentre più infuria il vento Nell’altro ci sono pareti bianche in attesa del tratto miracoloso del graffito per dipingerci nel silenzio dell’esilio.

faNtasMa

faNtasMa

He visitado lugares donde la mirada es vítrea –conversado con el desdén sintiéndome desnuda En extraños jardines de colores confusos me he echado a dormir

Ho visitato luoghi dove lo sguardo è vitreo – conversato con il disprezzo sentendomi nuda In strani giardini dai colori confusi mi sono messa a dormire

fantasma transparente he caminado sobre el asfalto tropezando con los otros sin necesidad de pedirnos excusas.

fantasma trasparente ho camminato sull’asfalto scontrandomi con gli altri senza bisogno di chiederci scusa.

la EstratEgIa

la stratEgIa

un cíclope cibernético nos exhibe en páginas virtuales

un ciclope cibernetico ci esibisce in pagine virtuali

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capta la arritmia desbocada –Menos mal que todavía nos quedan tortugas–

capta l’aritmia sfrenata – Meno male che ci restano ancora tartarughe –

la pena se diluye histérica en postales de palmeras mentirosas promesas azules a buen precio El vía crucis moderno alza plegarias neuróticas que se ignoran Nuestras bocas se llenaron de aire al cruzar el cielo despejado del Caribe.

la pena si diluisce isterica in cartoline di palme bugiarde promesse azzurre a buon prezzo la via crucis moderna alza preghiere nevrotiche che s’ignorano le nostre bocche si riempirono d’aria nell’attraversare il cielo limpido dei Caraibi.

las CINCo PuErtas DE saN juaN

lE CINquE PortE DI saN juaN

la calle estrecha de adoquines desemboca en la puerta san juan le pregunto a la mujer de uniforme por las otras puertas “solo queda esta –me dice– como si vendiera una pieza artesanal Por esta puerta bajaron las sombras de los colonizadores con túnicas sangrientas con ojos de avaricia quinta puerta por la que entran y salen pájaros eternos de agua pájaros eternos de carne pájaros eternos de viento pájaros eternos de olas salvaguardando la herencia.

l’angusta strada selciata sbocca nella porta san juan Chiedo alla donna in divisa delle altre porte “rimane solo questa – mi dice – come se vendesse un pezzo artigianale Da questa porta scesero le ombre dei colonizzatori con tuniche insanguinate con occhi d’avarizia quinta porta da cui entrano e escono uccelli eterni d’acqua uccelli eterni di carne uccelli eterni di vento uccelli eterni di onde salvaguardando l’eredità.

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NaCIMIENto

NasCIta

sentada en el tren una mujer de cabello plateado fuertes hebras grises de sabiduría clara espirales como alambres sobre la frente morena abre su útero por el que resbalo a su abrazo único y amoroso de isla.

seduta nel treno una donna dai capelli inargentati forti fibre grigie di saggezza chiara spirali come fili di ferro sulla fronte bruna apre il suo utero da cui scivolo nel suo abbraccio unico e amoroso d’isola.

PrIMEra lECCIóN

PrIMa lEzIoNE

tengo cinco años Detrás mi madre mira hacia el mar el viento le despeina los rizos bajo el sol del atardecer su ceño se recoge como una araña sedosa y el trigo de su piel irradia luz sobre la mía tiro de su falda afanada en las letras de mi nombre Inmutable su mirada sigue anclada al azul Insistente le muestro orgullosa la M Con gesto suave agarra el pedazo de caracol con el que escribo Dedos grandes con los que me arropa trazan las sílabas restantes sobre la arena.

Ho cinque anni Dietro mia madre guarda verso il mare il vento le spettina i riccioli sotto il sole del tramonto aggrotta la fronte come un ragno setoso e il grano della sua pelle irradia luce sulla mia le tiro la gonna tutta presa dalle lettere del mio nome Immutabile il suo sguardo resta ancorato all’azzurro insistente le mostro orgogliosa la M Con gesto soave prende il pezzo di conchiglia con cui scrivo Dita grandi con cui mi copre tracciano le sillabe restanti sulla sabbia.

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MADELINE MILLáN

MADELINE MILLáN

uNo Era la gacela que sueña y otro el cazador soñado

uNo Era la gazzella che sogna e l’altro il cacciatore sognato

la gacela ojea en el claro del bosque medieval de sus sueños

la gazzella lancia un’occhiata alla radura medievale dei suoi sogni

luego intuye una flecha volar con cierta elegancia por los aires

Poi intuisce il volo di una freccia con una certa eleganza nell’aria

su ojo atento observa la velocidad anunciada entre los cuerpos:

Il suo occhio attento osserva la velocità annunciata tra i corpi:

El aire abriéndose, el sonido producido por la distancia

l’aria che si apre, il suono prodotto dalla distanza

Donde empezó y donde se detuvo la punta que va a atravesarle con filo certero

Dove iniziò e dove si fermò la punta che l’attraverserà con taglio sicuro

El animal que lo ve no se mueve No aleja el cuerpo ni huye un centímetro

l’animale che lo vede non si muove Non allontana il corpo né tenta la fuga

Esa flecha suspendida en el vuelo es tan bella a milímetros de segundos, entrará a su carne

quella freccia sospesa nel volo è così bella tra millimetri di secondi entrerà nella sua carne

quien lanza la flecha no puede matar sin antes mirar a la gacela a los ojos

Chi lancia la freccia non può uccidere senza guardare prima la gazzella negli occhi

al mismo tiempo ella atrapa al cazador en su pupila, de ilusiones, radiante

Nello stesso tempo essa cattura il cacciatore nella sua pupilla, di illusioni, raggiante

se enamoran perdidamente y ya no hay tiempo para salvar el corazón

s’innamorano perdutamente e non c’è più tempo per salvare il cuore

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faMIlIa DE PErros

faMIglIa DI CaNI

a César lo que es del César. a tu primo le han llamado en aquellas tierras “the dog’s whisperer”. y aquí, “El encantador de perros”. El que susurra al oído de un perro seduce su rabia, su incertidumbre de perro, su tristeza de perro, rebelde de dueño con su collar de pulgas circenses. Elíptico vaga por el mundo de los huesos, cuyas órdenes se las lleva el viento hasta que aparece “El encantador”. él mismo, con ojos de perro, antes que con voz humana, dice: ven, aquiétate, nuestro reino no es de este mundo, no pretendas rebelarte contra este reloj de arena que sostiene mi mano. Deja las palomas volar. soy como tú, pero hay días en que no oigo ladrar los perros. Como todos, muevo el rabo cuando feliz estoy. He buscado mi verdadera estirpe entre los lobos. De ese modo, he encontrado la luna y la casta pobre de mi especie. Es igual que la tuya. Por ello, aullemos. vayamos tras un gato esta noche.

a Cesare quel che è di Cesare. tuo cugino lo hanno chiamato in quelle terre “the dog’s whisperer”. E qui, “l’incantatore di cani”. Chi sussurra all’orecchio di un cane seduce la sua rabbia, la sua incertezza di cane, la sua tristezza di cane, ribelle al padrone con il suo collare per pulci circensi. Ellittico vaga per il mondo degli ossi, i cui ordini se li porta il vento fino a che appare “l’incantatore”. Egli stesso, con occhi di cane, piuttosto che con voce umana, dice: vieni, calmati, il nostro regno non è di questo mondo, non pretendere di ribellarti contro quest’orologio a sabbia che sostiene la mia mano. lascia volare le colombe. sono come te, ma ci sono giorni in cui non sento abbaiare i cani. Come tutti, scodinzolo quando sono felice. Ho cercato la mia vera stirpe tra i lupi. In questo modo, ho trovato la luna e la casta povera della mia specie. È uguale alla tua. Perciò, ululiamo. rincorriamo un gatto questa notte.

lIsboa

lIsboNa

antes de ser matador entra el joven aprendiz de torero con los novillos dóciles

Prima di essere matador entra il giovane apprendista torero con i torelli docili

uno va desnudo de negro marfil, otro sale con sus testículos al aire

uno è nudo di nero avorio, l’altro esce con i testicoli al vento

El matador todavía inocente de muertes ajenas acaricia el cuerpo del gigante bajo los cedros

Il matador ancora innocente di morti altrui accarezza il corpo del gigante sotto i cedri

los eucaliptos también durmiendo a la luna, de blanco redonda, entre las ramas se estremecen

gli eucalipti che dormono alla luce della luna, bianca rotonda, trasaliscono tra i rami

Es posible que un río cerca suene, el viento mueva las maderas en cerco que marcan el camino de las bestias

È possibile che un fiume suoni vicino, che il vento muova i legni dello steccato che segnano il cammino delle bestie

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Iba, entonces, de vuelta a la tierra y me contaron que a un novillo se le perdonaría la vida Eran los machos jóvenes los indultados en lisboa

ritornavo, allora, alla terra e mi raccontarono che a un torello si condonerebbe la vita Erano i maschi giovani quelli risparmiati a lisbona

Hay tantas maneras de hacer el amor, dejar el cuerpo intacto

Ci sono tanti modi di fare l’amore, lasciare il corpo intatto

yo pensé en la torturada bestia, busqué el rostro del matador El que no mata pero, igual, sacude esa tela ciega y afila un arma

Io pensai alla bestia torturata, cercai il volto del matador quello che non uccide ma che scuote ugualmente quella stoffa cieca e affila l’arma

luego, conocí esos toros bajo la luna hechizados los que parecen, como las esposas de krishna, seguir la flauta sospeché del cuerpo delgado y enhiesto de ese aspirante Erecto, bajo los mismos rayos de esa noche, su sexo y así, no hubo humillados ni cobardes, yo solo esperaba el final de la estocada aquella hermosa noche de verano

Poi conobbi quei tori sotto la luna stregati quelli che sembrano, come le spose di krishna, seguire il flauto sospettai del corpo snello e dritto di quell’aspirante Eretto, sotto gli stessi raggi di quella notte, il suo sesso E così, non ci furono umiliati né codardi, io solo aspettavo la fine della stoccata quella bella notte d’estate

quE El Mar No ME faltE

NoN MI MaNCHI Il MarE

Ha venido el mar a preguntarme si es negro si es azul de qué color el mar viene a preguntarme de esas cosas para que luego le cuente a ella de qué color es el mar de dónde viene

È venuto il mare a domandarmi se è nero se è azzurro di che colore il mare viene a chiedermi queste cose perché poi le racconti di che colore è il mare da dove viene

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OTONIEL GUEvARA DEfENsa ProPIa

OTONIEL GUEvARA DIfEsa ProPrIa

para arquímides Cruz, en el recuerdo.

per arquímides Cruz, in ricordo.

un hombre me amenaza con un arma yo lo amenazo con una piscucha

un uomo mi minaccia con un’arma Io lo minaccio con un aquilone

El a lo sumo logrará matarme

tutt’al più riuscirà a uccidermi

yo en cambio podría hacerlo feliz

Io invece potrei renderlo felice

Casa # 6

Casa # 6 para rocío bolaños, finalmente.

per rocío bolaños, finalmente.

Nadie toca a la puerta de mi casa

Nessuno bussa alla porta di casa mia

las mariposas entran en silencio con cierta danza de mujer conmovida

le farfalle entrano in silenzio con una certa danza di donna impietosita

la lluvia penetra hasta las raíces de los árboles

la pioggia penetra fin nelle radici degli alberi

a veces los niños tocan el timbre y huyen

a volte i bambini suonano il campanello e scappano

Me gustaría que alguien una tarde –huyendo del mundo–

Mi piacerebbe che qualcuno una sera – fuggendo dal mondo –

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derribara la puerta de mi casa

abbattesse la porta di casa mia

sería hermoso compartir tan adusta soledad

sarebbe bello condividere una così austera solitudine

asuNto EquINo

argoMENto EquINo

El chofer del bus empuja el acelerador y frente a él se rompen las nubes frescas, blancas y eternas. Ignora que pegaso lo conduce más allá del sol, más allá de la miserable realidad.

l’autista del bus preme l’acceleratore e di fronte a lui si rompono le nubi fresche, bianche e eterne. Ignora che pegaso lo conduce al di là del sole, al di là della misera realtà.

atisba el semáforo en rojo pero en su imaginación es el ojo de un cíclope que amenaza a la humanidad con el exterminio. El, por supuesto, es un heraldo de la redención montado a lomos de rocinante.

scorge il semaforo rosso ma nella sua immaginazione è l’occhio di un ciclope che minaccia l’umanità di sterminio. lui, naturalmente, è un araldo della redenzione montato in groppa a ronzinante.

¿Cómo explicarle al hombre del volante que su auténtico nombre es amadís cuando conduce a su brioso corcel diesel hacia el castillo donde espera una doncella su rescate?

Come spiegare all’uomo del volante che il suo autentico nome è amadigi quando conduce il suo brioso destriero diesel verso il castello dove aspetta una donzella il suo riscatto?

Pobre hombre. sin Cervantes, sin leonardo, sin rachmaninoff. Cuando por fin yace destripado en cualquier punto de la carretera ni su viuda, ni sus huérfanos, ni sus amigos y vecinos concebirán en él al héroe que no alcanzó a llegar a tiempo para conquistar el olimpo aplastar monstruos rescatar a su amada.

Povero uomo. senza Cervantes, senza leonardo, senza rachmaninov. quando alla fine giace sbudellato in un qualche punto della strada né la sua vedova, né i suoi orfani, né i suoi amici e vicini vedranno in lui l’eroe che non riuscì ad arrivare in tempo per conquistare l’olimpo annientare mostri riscattare la propria amata.

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frágIl, DIMINuta… para Millie, en Caguas

No recuerdo tu nombre pero sé que es exacto al fulgor de la tierra que enloquece veranos. Conozco, en contraparte, tu sonrisa pequeña, capaz de abrir oscuros corazones, capaz de dispersar con sus alas menudas los crueles abalorios del desastre. reconozco tu aroma como el vals donde encuentran reposo los infiernos. y no es que haya perdido el caudal de tus ojos, es que me ha extraviado el alegre apetito que canta en tu mirada, y es la insensata cómplice de mi mala memoria que me lleva a abrazar los escombros donde te vi sentada e inclinarme ante el sol que hizo la luz para tu cabellera de caballera andante. Parecido es tu nombre. yo te llamo incesante cuando de noche mando a la luna a buscarte, cuando de vida te rastreo en el arte, cuando encarcelo en mis pulmones el aire y en vez de pronunciar tu nombre que olvidé verifico el misterio, la certeza, de saber que no sos un simple nombre, sino, simplemente un milagro.

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fragIlE, MINuta… per Millie, a Caguas

Non ricordo il tuo nome ma so che è identico al fulgore della terra che fa impazzire le estati. Conosco, invece, il tuo sorriso piccolo, capace di aprire cuori oscuri, capace di disperdere con le sue piccole ali le crudeli perline del disastro. riconosco il tuo aroma come il valzer dove trovano riposo gli inferni. E non è che abbia perso la ricchezza dei tuoi occhi, è che mi ha disorientato l’allegro appetito che canta nel tuo sguardo, ed è l’insensata complice della mia cattiva memoria che mi porta ad abbracciare le macerie dove ti ho vista seduta e a chinarmi davanti al sole che fece la luce per la tua capigliatura di amazzone errante. simile è il tuo nome. Io ti chiamo incessantemente quando di notte mando la luna a cercarti, quando per tutta la vita cerco le tue tracce nell’arte quando imprigiono nei miei polmoni l’aria e invece di pronunciare il tuo nome che ho dimenticato verifico il mistero, la certezza di sapere che non sei un semplice nome, ma semplicemente un miracolo.

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ENZIA vERDUCHI

ENZIA vERDUCHI

NIEvE EN la tErraza

NEvE sulla tErrazza

Dicen que conocí la nieve en una terraza, pero jamás la he tocado, su blandura o su dureza desconozco. En cambio recuerdo esa terraza por un pino enorme en una maceta, por mis padres bailando lady day en voz de sinatra, por la felicidad que ofrecía el mirar hacia todos lados. No, yo no conozco la nieve, aunque me muestren una fotografía y casi me convenzan. sólo sé que cuando nos despedimos de ese espacio – propio para la sobremesa en el verano – comprendimos que ningún lugar nos pertenecía.

Dicono che conobbi la neve su una terrazza, ma non l’ho mai toccata, ne ignoro la morbidezza e la consistenza. ricordo invece quella terrazza per un pino enorme in un vaso, per i miei genitori che ballavano lady day nella voce di sinatra, per la felicità che mi offriva il guardare da ogni lato. No, io non conosco la neve, anche se mi mostrano una fotografia e quasi mi convincono. solo so che quando ci congedammo da quello spazio – proprio del dopopranzo nell’estate – capimmo che nessun luogo ci apparteneva.

gEografía faMIlIar

gEografIa faMIlIarE

la famiglia sólo coincide en bodas o entierros, los parientes se reparten estrechos abrazos, retoman una conversación nunca concluida: las mismas preguntas, las mismas respuestas; como si el domingo hubieran compartido la mesa o el miércoles se prestaran el hilo dental. Nos hemos convertido en una tribu aburrida que se escandaliza cuando alguno decide ser alpinista o bailarina de cabaret. Pero siempre tenemos presente a nuestros muertos, aquellos que no harán las mismas preguntas, quizá porque no tendremos que dar las mismas respuestas.

la famiglia solo si ritrova nelle nozze o nei funerali, i parenti si distribuiscono stretti abbracci, riprendono una conversazione mai conclusa: le stesse domande, le stesse risposte; come se la domenica avessero condiviso la tavola o il mercoledì si prestassero il filo interdentale. siamo diventati una tribù annoiata che si scandalizza quando qualcuno decide di essere alpinista o ballerina di cabaret. Ma teniamo sempre presenti i nostri morti, quelli che non faranno le stesse domande, forse perché non dovremo dare le stesse risposte.

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Palabras Para uN Día DE CaMPo

ParolE PEr uN gIorNo IN CaMPagNa

Para Coral bracho

Per Coral bracho

No conocimos la experiencia de un mantel a cuadros sobre la hierba, no presenciamos la huida de un sombrero de paja con el viento. quizás segar el campo hubiera sido útil como importante es para las mujeres lavar la ropa juntas, contarse anécdotas que jamás sucedieron. No existió tiempo, el necesario, para la contemplación. Demasiados acres nos alejaron de la ilusión posible, del paso de la hormiga por la pierna.

Non conoscemmo l’esperienza di una tovaglia a quadri sull’erba, non assistemmo alla fuga di un cappello di paglia con il vento. forse mietere il campo sarebbe stato utile com’è importante per le donne lavare i panni insieme, raccontarsi aneddoti che non sono mai successi. Non c’è stato tempo, quello necessario, per la contemplazione. troppi acerbi ci hanno allontanati dall’illusione possibile, dal camminare della formica sulla gamba.

INstruCCIoNEs Para El DEsayuNo

IstruzIoNI PEr la ColazIoNE

Nunca fuimos bien vistos, acetptados del todo, un clan de locos a cuarenta grados a la sombra.

Non fummo mai ben visti, accettati del tutto, un clan di pazzi a quaranta gradi all’ombra.

El almuerzo era una composición dramática: las lágrimas de mi padre humedecían el plato de espagueti –en la intensidad de un aire de ópera– y mi madre lo acompañaba anunciando lentamente el desmayo.

la colazione era una composizione drammatica: le lacrime di mio padre inumidivano il piatto di spaghetti – nell’intensità di un’aria d’opera – e mia madre l’accompagnava annunciando lentamente lo svenimento.

las virtudes de la pasión, las lecciones del arrebato,

le virtù della passione, le lezioni dell’impulso,

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pulieron la estirpe de los trasterrados ajenos a su tropical entorno.

perfezionarono la stirpe degli esiliati estranei al loro ambiente tropicale.

Mientras algunos iban a la caza del venado nosotros preferimos ir a la pesca de otra forma de inteligencia: fantasías con razas alienígenas colmaron nuestras madrugadas –sentados en la banqueta– con tazas vacías bajo el cielo despejado.

Mentre alcuni andavano a caccia di cervi noi preferimmo andare a pesca di un’altra forma d’intelligenza: fantasie con razze aliene colmarono le nostre albe – seduti sul marciapiede – con tazze vuote sotto il cielo sereno.

HuMo sobrE bElgraDo (marzo, 1999)

fuMo su bElgraDo (marzo 1999)

Para vladimir arsenijevic

En espera de un señal, un chasquido de nuez bajo el peso de un tacón. Dicen que no volveremos a estar tendidos sobre la hierba del parque kalemegdan; que no se escuchará ladrar a los perros en la calle todorovica y nadie contestará al teléfono en el departamento del quinto piso. El sueño contaminado por la neurosis de un hombre se traduce en la histeria de un pueblo. Espesa neblina en la confluencia del Danubio y el save: señales de humo sobre belgrado.

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Per vladimir arsenijevic

In attesa di un segnale, uno scricchiolio di noce sotto il peso di un tacco. Dicono che non torneremo a stare distesi sull’erba del parco kalemegdan; che non si sentiranno abbaiare i cani in via todorovica e nessuno risponderà al telefono nell’appartamento del quinto piano. Il sogno contaminato dalla nevrosi di un uomo si traduce nell’isteria di un popolo. spessa foschia nella confluenza del Danubio con la sava: segnali di fumo su belgrado.

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MARIO BOjóRQUEZ

MARIO BOjóRQUEZ

ojo DEl tIEMPo

oCCHIo DEl tEMPo

En mi mano arde la moneda del tiempo círculo de metal sin efigie arde lo que no sé de mí lo que nadie sospecha

Nella mia mano arde la moneta del tempo cerchio di metallo senza effigie arde ciò che non so di me ciò che nessuno sospetta

rodando la moneda llega a tus pies cansados la tomas y sonriés con descuido

rotolando la moneta giunge ai tuoi piedi stanchi la prendi e sorridi distrattamente

No es un sueñó para ti todo esto tomas la moneda y piensas en mi pelo en mis ojos

Non è un sogno per te tutto questo prendi la moneta e pensi ai miei capelli ai miei occhi

adentro de mis ojos alguien miente alguien come mi corazón adentro.

Dentro i miei occhi qualcuno mente qualcuno mangia il mio cuore dentro.

artE PoétICa

artE PoEtICa

Hemos visto el ámbito azul de la tristeza el vestigio insondable de lo que ya se va

abbiamo visto l’ambito azzurro della tristezza il vestigio insondabile di quanto se ne va

Hemos visto también cómo el descuido de la tarde nos trajo la memoria de un árbol habitado por su sombra

abbiamo visto pure come la negligenza della sera ci abbia portato la memoria di un albero abitato dalla sua ombra

tú has visto mi rostro entre las piedras del sepulcro

tu hai visto il mio volto tra le pietre del sepolcro

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la muerte avanzando

la morte avanzare

tú ves el espacio irrevocable de la felicidad el tiempo de la sonrisa

tu vedi lo spazio irrevocabile della felicità il tempo del sorriso

yo veo estas palabras dispersas

Io vedo queste parole disperse el poema.

la poesia.

DItIraMbo

DItIraMbo

acércate conmigo al fuego de las tribulaciones que el abismo abierto entre los cuerpos sea el espacio de una danza la caída o el vuelo

avvicinati con me al fuoco delle tribolazioni che l’abisso aperto tra i corpi sia lo spazio di una danza la caduta o il volo

acércate conmigo al borde del peligro insospechado que tus manos inventen otra vez mi piel y mis sentidos.

avvicinati con me sull’orlo del pericolo imprevisto che le tue mani inventino di nuovo la mia pelle e i miei sensi.

DEsIErto vIvo

DEsErto vIvo

suben por las dunas las respiraciones del alba

salgono lungo le dune i respiri dell’alba

la luz de la mañana muestra la siempre quieta sombra del camino de arena

la luce della mattina mostra la sempre ferma ombra della strada di sabbia

El silencio se crece en una sinfonía interminable

Il silenzio cresce in una sinfonia interminabile

las plantas y las rocas

le piante e le rocce

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laten una vida interior que no descansa

pulsano di una vita interiore che non riposa

sólo el hombre se admira de su cuerpo.

solo l’uomo si sorprende del suo corpo.

DEsIErto DEstIErro

DEsErto EsIlIo

Caminábamos a grandes saltos el horizonte era una línea de fuego y espejismo Caminábamos con todas las tristezas del destierro y nuestro andar era borrado por otras arenas.

Camminavamo a grandi salti l’orizzonte era una linea di fuoco e di miraggio Camminavamo con tutte le tristezze dell’esilio e il nostro andare era cancellato da altre sabbie.

EuroPa

EuroPa

viene la música de tu piel rozando la caricia la lluvia de tu cuerpo sediento el hijo de nuestros duraznos

viene la musica della tua pelle a sfiorare la carezza la pioggia del tuo corpo assetato il figlio delle nostre pesche

almendra carne de Dios seguro porvenir viento de amor sujeto al día

Mandorla carne di Dio avvenire sicuro vento d’amore assoggettato al giorno

Celebremos el rito la expiación

Celebriamo il rito l’espiazione

Dame tu mano libre por encima de las palabras dame tu pie.

Dammi la tua mano libera al di sopra delle parole dammi il tuo piede.

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MANUEL CUAUTLE

MANUEL CUAUTLE

la EsCuCHo y bailotea en las sienes

l’asColto e ballonzola sulle tempie

la respiro y posa sus senos en mis vacíos ojos

la respiro e poggia i suoi seni sopra i miei occhi vuoti

me acaricia el cuello con sus frágiles piernas

mi accarezza il collo con le sue fragili gambe

y como lánguidas cuerdas vocales regalan un canto en la historia del tiempo

e come languide corde vocali regalano un canto nella storia del tempo

la terquedad de no perderla cabalga por mi infinita cabeza

l’ostinazione di non perderla cavalca lungo la mia infinita testa

la vuelvo a respirar

torno a respirarla

y siento la suavidad de sus pies en mis labios

MUerte Deja que huela los pétalos de tu frágil esencia

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e sento la soavità dei suoi piedi sulle mie labbra

Morte lascia che odori i petali della tua fragile essenza 293


decenas de pequeñas sábanas arrancándose con ternura para recoger la lluvia del deseo

decine di piccole lenzuola che con teneri strappi raccolgono la pioggia del desiderio

tus guardianes espinas grabarán con mi sangre el idilio de la eternidad

le tue spine custodi incideranno col mio sangue l’idillio dell’eternità

te deshojarás frente a mis ojos robarás mi piel para cubrir tus frías noches

ti sfoglierai di fronte ai miei occhi ruberai la mia pelle per coprire le tue fredde notti

estoy vivo y sin embargo sueño contigo y la eterna danza nocturna de los ángeles

sono vivo e tuttavia sogno te e l’eterna danza notturna degli angeli

por fin entiendo Dalí tu intranquilidad por el tiempo y la necesidad de mostrar el báculo incesante de falsas sociedades

finalMente capisco Dalí la tua inquietudine per il tempo e il bisogno di mostrare il bastone incessante di false società

tu tiempo ahora es mi tiempo pero la angustia seguirá siendo tuya

il tuo tempo è adesso il mio tempo ma l’angoscia continuerà a essere tua

mi tormento es colosal pero no necesita un báculo

il mio tormento è colossale ma non gli serve un bastone

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los castillos de viena no son murallas para nuestro tiempo

i castelli di vienna non sono mura per il nostro tempo

sacaré tus venas de la tierra para darle cuerda a los relojes del universo

estrarrò le tue vene dalla terra per dare la corda agli orologi dell’universo

DEjo uNa PartE de mí en cada espejo que me encuentra

lasCIo uNa PartE di me in ogni specchio che mi trova

me despido constantemente de otros yo

mi congedo costantemente dagli altri io

no es fácil dejarse a sí mismo

non è facile lasciare se stesso

hay hombres que odio y los llevo conmigo

ci sono uomini che odio e li porto con me

hay otros que amo y no sé en donde los abandoné

ci sono altri che amo e non so dove li ho abbandonati

he aprendido a decir “chao” cuando se debe

ho imparato a dire “ciao” quando si deve

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jORGE GALáN

jORGE GALáN

MINIatura asoMbrosa

MINIatura sorPrENDENtE

alguien puso semillas en mi mano: treinta árboles mañana, un bosque cincuenta años más tarde. aves encontrarán el sur en esos árboles y lobos encontrarán cobijo y las hormigas crecerán como un cuerpo entre las raíces ciegas y soñolientas y alguna vez una casa y otra casa construirán esas maderas y el invierno bajará en sedimentos y el otoño con su total hastío pondrá sus pies pesados sobre los troncos gruesos y no los vencerá. Nada hará que se quiebren. y dentro de cien años cien hombres serán hombres felices amando a sus mujeres bajo esos techos amplios, un perfume de bosque flotará todavía en los hijos que lleguen, el mundo será el mundo y la noche la noche las lechuzas de entonces tendrán ojos más grandes y comerán gorriones lo mismo que alacranes y el ratón será mínimo como un insecto extraño, su pálida pelambre lo volverá invisible de noviembre a febrero, y no tendrá enemigo: ni el águila ni el hombre, si acaso, la serpiente. treinta árboles mañana, flores malvas y rojas creciendo en ese bosque… ayer, unas semillas que alguien puso en mi mano y que yo lancé al cielo.

qualcuno mise semi nella mia mano: trenta alberi domani, un bosco cinquant’anni dopo. uccelli incontreranno il sud in quegli alberi e lupi troveranno rifugio e le formiche cresceranno come un corpo tra le radici cieche e sonnolente e qualche volta una casa e un’altra casa costruiranno quei legni e l’inverno scenderà in sedimenti e l’autunno con la sua totale noia poggerà i suoi piedi pesanti sopra i tronchi grossi e non li vincerà. E non ci sarà niente che li possa spezzare. E fra cent’anni cento uomini saranno uomini felici amando le loro mogli sotto quei tetti ampli, un profumo di bosco aleggerà ancora sui figli che arriveranno, il mondo sarà il mondo e la notte la notte le civette di allora avranno occhi più grandi e mangeranno passeri e scorpioni e il topo sarà piccolo come un insetto strano, il suo pallido pelo lo renderà invisibile da novembre a febbraio, e non avrà nemici: né l’aquila né l’uomo, forse il serpente. trenta alberi domani, fiori malva e rossi crescendo in quel bosco… Ieri, un seme che qualcuno mi mise in mano e che io lanciai in cielo.

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El MuCHaCHo DEtrás DE la vENtaNa

Il ragazzo DIEtro la fINEstra

ahí donde crecí, en ese sitio bajo el techo de zinc, a la orilla del río que era una respiración a media noche, nadie me habló de la primavera, de las colinas hechizadas como una mujer tendida sobre la hierba tibia, rodeada de setos o de arces, colmada por el aroma de lo bienaventurado, y su falda de diez tonos y su cabello rojo y azul y sus ojos azules también y su piel blanca como el perfume de la plata recién tomada de la piedra. Nadie me habló tampoco de la nieve que cae sobre los campos semejante a un pedazo de pan blanco desmigajado sobre una sopa. Nadie me habló ni del marino ni del hada ni de los nidos que cuelgan entre el follaje como argollas, ni de la brisa que, de octubre a diciembre, hace de las ramas delgadas sus repentinos látigos, y no puedo decir que hubo necesidad de hablar sobre estas cosas pero sí hubo necesidad de hablarme de la muerte, de esa sombra que cae como una luz extraña, más densa, casi húmeda, inquebrantable, inviolada, oscurísima, semejante a la piel del universo, igual de inmensa y fría, y hubo necesidad de mencionar el miedo, esa piel más enorme, y de dónde venían esas viejas campanas, de qué torres hundidas al final de la niebla, y todas esas aves que eran solo siluetas: alas que no son alas, picos que no son picos, graznidos que se elevan por lenguajes nefastos,

lì dove crebbi, in quel posto sotto il tetto di zinco, in riva al fiume che era un respiro a mezzanotte, nessuno mi parlò della primavera, delle colline incantate come una donna distesa sopra l’erba tiepida, circondata da siepi o da aceri, colma dell’aroma della beatitudine, e la sua gonna dalle dieci tonalità e i suoi capelli rossi e azzurri e i suoi occhi pure azzurri e la sua pelle bianca come il profumo dell’argento appena preso dalla pietra. Nessuno mi parlò neanche della neve che cade sopra i campi simile a un pezzo di pane bianco sbriciolato in una zuppa. Nessuno mi parlò del marinaio e della fata dei nidi che pendono tra il fogliame come anelli, né della brezza che, da ottobre a dicembre, fa dei rami sottili le sue improvvise fruste, e non posso dire che ci fu bisogno di parlare di queste cose però ci fu bisogno di parlarmi della morte, di quell’ombra che cade come una luce estranea, più densa, quasi umida, incrollabile, inviolata, scurissima, simile alla pelle dell’universo, ugualmente immensa e fredda, e ci fu bisogno di menzionare la paura, quella pelle più enorme, e da dove venivano quelle vecchie campane, da quali torri affondate alla fine della nebbia, e tutti quegli uccelli che erano solo sagome: ali che non sono ali, becchi che non sono becchi, gracchi che s’innalzano con linguaggi nefasti,

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y la sirena, el grito que emerge de la noche para colmar la noche, la mano en la garganta, el silencio más tarde… sí hubo necesidad pero nadie me dijo ni una sola palabra de aquello que se ha vuelto cotidiano y por ello todo lo que aprendí lo hice a través de lo vivido y lo negado a vivir, de la visión que se dejó palpar por una mano fría –mi propia mano, erizada, repleta de temblor–, del olor nauseabundo que se eleva del cuerpo estremecido, de la sombra, del grito, de la textura del gemido, del ruido que producen los labios al cerrarse… Nadie me habló jamás de las cosas lejanas o inmediatas, hermosas o terribles, así como tampoco nadie me dijo el nombre de esas flores pequeñas, casi insignificantes, que nacen en los viejos tejados de esas casas donde ya nadie habita… De pronto pensé en ellas como pensé en noviembre como pensé en las lluvias como pensé en el viento colmando los cabellos de no recuerdo quién… No importa quién…

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e la sirena, il grido che emerge dalla notte per colmare la notte, la mano nella gola, il silenzio più tardi… sì, ce ne fu bisogno ma nessuno mi disse una sola parola di quanto è diventato quotidiano e perciò tutto quello che appresi lo feci attraverso il vissuto e il rifiuto di vivere, attraverso la visione che si lasciò palpare da una mano fredda – la mia stessa mano, spinosa, colma di tremore –, attraverso l’odore nauseabondo che s’eleva dal corpo rabbrividito, l’ombra, il grido, la consistenza del gemito, il rumore che producono le labbra chiudendosi… Nessuno mi parlò mai delle cose lontane o immediate, belle o terribili, così come nessuno mi disse il nome di quei fiori piccoli, quasi insignificanti, che nascono sui vecchi tetti di quelle case dove non abita più nessuno… subito pensai a loro come pensai a novembre come pensai alle piogge come pensai al vento che riempie i capelli di non ricordo chi… Non importa chi…

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áLvARO SOLÍS ElogIo DE la INfaNCIa a úrsula garcía de gante Mucho tiempo he estado acostándome temprano. a veces, apenas había apagado la lámpara, cerrábanse mis ojos tan presto, que ni tiempo tenía para decirme: “ya duermo”. MarCEl Proust

áLvARO SOLÍS ElogIo DEll’INfaNzIa a úrsula garcía de gante Per molto tempo sono andato a dormire presto. a volte, appena spenta la candela, i miei occhi si chiudevano così subitamente che non avevo nemmeno il tempo di dirmi : “Mi addormento” MarCEl Proust

¡Palmeras…! en constante movimiento. El patio de la casa, el camino hacia la casa y la tormenta que agita la dureza de los frutos, los troncos que se doblan sin quebrarse.

Palme…! in costante movimento. Il cortile della casa, la strada verso la casa e la tempesta che agita la durezza dei frutti, i tronchi che si piegano senza spezzarsi.

¡Palmeras…! con el tiempo amarillas dando frutos secos que se caen, que se tiran previniendo el desastre y flores de gardenia brotando de las matas, flores y más flores y palmeras sedientas, lejos todavía del mar y de la arena que hierve a mediodía.

Palme…! con il tempo gialle dando frutti secchi che cadono, che si buttano prevenendo il disastro e fiori di gardenia che spuntano dai cespugli, fiori e ancora fiori e palme assetate, lontano dal mare e dalla sabbia che bolle a mezzogiorno.

Palmeras altas y otras pequeñas al alcance de las manos, del machete acapulqueño de mi padre rebanando los frutos, tomando la sangre transparente de los cocos que la tormenta precipita a la catástrofe.

Palme alte e altre piccole a portata di mano, del machete acapulchegno di mio padre affettando i frutti, prendendo il sangue trasparente dei cocchi che la tempesta precipita nella catastrofe.

El viento lanza sobre el techo de la casa pasos indecisos de gigantes sobre el techo de lámina, sobre el sueño que tarda en llegar cuando hay tormenta y los cocos, las palmeras, sus brazos volando por los aires, por los aires las hojas de la palma cada vez más lejos hasta el patio de algún vecino

Il vento lancia sopra il tetto della casa passi indecisi di giganti sul tetto di lamina, sul sonno che tarda ad arrivare, quando c’è tempesta e i cocchi, le palme, le loro braccia che volano nell’aria, nell’aria le foglie della palma sempre più lontano fino al cortile di qualche vicino

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¡Palmeras…! que resisten las tormentas pero no los rayos

Palme…! che resistono alle tempeste ma non ai fulmini

¡Palmeras…! que resisten la inclemencia del sol pero no el recuerdo

Palme…! che resistono all’inclemenza del sole ma non al ricordo

¡Palmeras! tirando cocos ____________________aquí y allá invisibles, silenciosas, meciéndose en el aire.

Palme…! buttando cocchi

las palmeras de la infancia aún dan frutos que ya no alivian mi sed.

le palme dell’infanzia danno ancora frutti che più non calmano la mia sete.

ExIlIo

EsIlIo si me anclara nuevamente en la vida del pueblo, en cada momento sentiría el peligro de un naufragio. IbaN l. lloP

qua e là invisibili, silenziose, dondolandosi nell’aria.

se mi aggrappassi di nuovo alla vita del paese, a ogni momento sentirei il pericolo di un naufragio. IbaN l. lloP

si algún día pudiera volver al lugar donde nací no me gustaría encontrar las cosas de siempre. llegar como extranjero sin que nadie pueda reconocer aquel que fui hace tiempo, el que se fue sin ganas de volver a estar en lugar de ayer.

se un giorno potessi tornare nel luogo dove nacqui non mi piacerebbe trovare le cose di sempre. arrivare come uno straniero senza che nessuno possa riconoscere quello che fui tempo fa, che se ne andò senza voglia di tornare a stare nel luogo di ieri.

si algún día pudiera volver al lugar donde nací irreconocible, sentado a mirar las gentes que no podrán saber que soy el que se fue en el ayer lejano de la juventud.

se un giorno potessi tornare nel luogo dove nacqui irriconoscibile, seduto a guardare la gente che non potrà sapere che sono colui che se ne andò nel lontano ieri della giovinezza.

si algún día pudiera volver al lugar donde nací volver de verdad, ya para vivir y no pensar

se un giorno potessi tornare nel luogo dove nacqui tornare davvero, per viverci per sempre e non pensare

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en el lejano paisaje de la niñez, y no pensar.

al lontano paesaggio della fanciullezza, e non pensare.

si algún día pudiera volver al lugar donde nací y reconocer la tierra que me vio crecer, reconocer la tierra que me verá morir.

se un giorno potessi tornare nel luogo dove nacqui e riconoscere la terra che mi vide crescere, riconoscere la terra che mi vedrà morire.

sí si algún día si algún día pudiera si algún día pudiera volver si algún día pudiera volver a estar si algún día pudiera volver a estar en el lugar de ayer…

sì se un giorno se un giorno potessi se un giorno potessi tornare se un giorno potessi tornare a stare se un giorno potessi tornare a stare nel luogo di ieri…

CoNvErsIóN

CoNvErsazIoNE aunque estoy a punto de renacer, no lo proclamaré a los cuatro vientos ni me sentiré un elegido: sólo me tocó en suerte… vIrgIlIo PIñEra

una mañana en la mañana mi cuerpo comenzó a languidecer. se volvieron mis huesos quebradizos, polvo, lodo en el tiempo breve de un instante. los huesos de mis manos, de mis brazos, mis hombros lánguidos sin fuerza para sostenerse y mis ojos sustrayéndose en sus cuencas. Cada vez más lejana la tensión del músculo, la terza rima de las vértebras, más liquidas mis venas que mi sangre. una mañana en la mañana, sencillamente, fui el río que extravió su cauce.

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anche se sto sul punto di rinascere, non lo proclamerò ai quattro venti né mi sentirò un eletto: solo mi toccò in sorte… vIrgIlIo PIñEra

una mattina di mattina il mio corpo cominciò a illanguidire. le mie ossa divennero fragili, polvere, fango nel tempo breve di un istante. le ossa delle mani, delle braccia, le spalle languide senza la forza di reggersi e gli occhi che sfuggivano alle orbite. sempre più lontana la tensione del muscolo, la terza fessura delle vertebre, più liquide le mie vene che il mio sangue. una mattina di mattina, semplicemente, fui il fiume che smarrì il suo alveo.

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ELEAZAR RIvERA

ELEAZAR RIvERA

la CIuDaD DE los roblEs

la CIttÀ DEllE quErCE

Esta es la ciudad de los robles. aquí olvidaron su guitarra los grillos y en ella, nacieron ciudades y memorias. los muros que la protegen están construidos de huesos y sombreros. aquí no hay sol y llueven piedras cuando alguien quiere verlo.

questa è la città delle querce. qui dimenticarono la loro chitarra i grilli e in essa nacquero città e memorie. le mura che la proteggono sono costruite con ossa e cappelli. qui non c’è sole e piovono pietre quando qualcuno vuole vederlo.

la noche se prolonga y sus racimos se pudren en nuestras vidas. El recuerdo hiede y nos carcome. los pájaros mueren antes de levantarse de las cenizas. un río corre a unos metros y en sus cristales las figuras se detienen, beben estío y regresan a sus sombras. una antorcha se enciende bajo la lluvia y un rayo muere en el mismo instante que los centauros brindan por el frío de los robles.

la notte si prolunga e i suoi grappoli marciscono nelle nostre vite. Il ricordo puzza e ci corrode. gli uccelli muoiono prima di alzarsi dalle ceneri. un fiume scorre a qualche metro e nei suoi cristalli le figure si fermano, bevono estate e ritornano alle loro ombre. una torcia si accende sotto la pioggia e un fulmine muore nello stesso istante in cui i centauri brindano al freddo delle querce.

I gENEralI los gENEralEs se toman por asalto las plazas públicas y como fariseos caminan erguidos con su cetro de huesos de dinosaurio. Piensan que pueden apagar el espíritu de nuestro aliento. se proclaman dueños de la palabra y sienten que un puñal les atraviesa el costado cuando la usamos. Estos generales se equivocan cuando nos cuadriculan en sus arcaicos términos sin alma ni columna vertebral. Ellos nunca aprendieron el secreto de este oficio. Ellos nunca leyeron la gramática de este caminar sobre las aguas. Nunca vieron la lumbre ni el calvario de los papeles. Nunca penetraron en el jadear de nuestro grafito. Estos generales se equivocan al nombrarnos y les duele ver los estigmas de nuestras sandalias. se les olvida que hemos pagado este crepitar desde el lamento de nuestra savia. 310

Prendono d’assalto le piazze pubbliche e come farisei camminano dritti con il loro scettro di ossa di dinosauro. Pensano di poter spegnere lo spirito del nostro slancio. si proclamano padroni della parola e sentono che un pugnale gli penetra il costato quando la usiamo. questi generali si sbagliano quando ci inquadrano nei loro arcaici termini senz’anima e senza colonna vertebrale. Essi non hanno mai appreso il segreto di questo mestiere. Essi non hanno mai letto la grammatica di questo camminare sulle acque. Non hanno mai visto il fuoco né il calvario delle carte. Non sono mai penetrati nell’ansimare del nostro graffito. questi generali si sbagliano nel nominarci e gli duole vedere gli stigmi dei nostri sandali. Dimenticano che abbiamo pagato questo crepitare dal lamento della nostra linfa. 311


No. No somos parias. No somos usureros. No buscamos el fuego de Prometeo, ni el proverbio bienhechor de uno de estos retirados de la milicia. la guerra la enfrentamos con las armas de la luz. Nuestra insurrección tiene nombre y apellido. Es ajenjo en nuestras venas que palpitan por el azul y los laureles.

No. Non siamo paria. Non siamo usurai. Non cerchiamo il fuoco di Prometeo, né il proverbio salutare di uno di questi militari a riposo. la guerra l’affrontiamo con le armi della luce. la nostra insurrezione ha nome e cognome. È assenzio nelle nostre vene che palpitano per l’azzurro e per gli allori.

El País DE MIs aNCEstros

Il PaEsE DEI MIEI aNtENatI

El país del barro está llagado sangra maíz y perdió el rostro en un espejo

Il paese del fango è piagato sanguina mais e perse il volto in uno specchio

olvidó la voz en una canción caminó sobre el fuego y perdió los pies en el polvo

Dimenticò la voce in una canzone camminò sul fuoco e perse i piedi nella polvere

El país del barro es un niño que no crece

Il paese del fango è un bambino che non cresce

fantasma que inventa su historia en los libros

fantasma che inventa la sua storia nei libri

la razóN PrIMItIva

la ragIoNE orIgINarIa

a Paul gauguin

un hombre va de esquina en esquina buscando el paraíso. De barco en barco. De viaje en viaje. Esconde el cigarro con el que asfixia sus intenciones. Idas y regresos; regresos y huidas. Navío tras navío. ola tras ola.

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a Paul gauguin

un uomo va di angolo in angolo cercando il paradiso. Di nave in nave. Di viaggio in viaggio. Nasconde il sigaro con cui asfissia le sue intenzioni. andate e ritorni; ritorni e fughe. Nave dopo nave. onda dopo onda.

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Encuentra una isla en el caribe de su búsqueda. Iza la bandera de la esperanza. Espera. Muchos pájaros acuden a su llamado. Muchas olas. Marinero de su propia soledad. y regresa a su génesis y va desde su origen en busca de la razón primitiva de los humanos. No tiene brújula y sí todo el desenfado intermitente de su sangre.

trova un’isola nei caraibi della sua ricerca. Issa la bandiera della speranza. aspetta. Molti uccelli accorrono al suo richiamo. Molte onde. Marinaio della sua stessa solitudine. E ritorna alla sua genesi e dalla sua origine va in cerca della ragione originaria degli umani. Non ha bussola, ma tutta la naturalezza intermittente del suo sangue.

Encuentra la edad perdida. Encuentra sus llagas frente al agua. Pincel en mano frente al lienzo de su miseria asoma a la cabaña de sus antiguas costumbres. asoma a la tempestad de antiguas cosmogonías y es uno más que detesta la urbanidad. uno más que añora el humo, el alcohol, el hachís y la poesía diaria de todas las olas.

trova l’età perduta. trova le sue piaghe di fronte all’acqua. Pennello in mano di fronte alla tela della sua miseria si affaccia alla capanna delle sue antiche consuetudini. si affaccia alla tempesta di antiche cosmogonie ed è uno in più che detesta l’urbanità. uno in più che rimpiange il fumo, l’alcol, l’hashish e la poesia quotidiana di tutte le onde.

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ROLANDO KATTáN

ROLANDO KATTáN

MEtaMorfosIs

MEtaMorfosI

abierto el camino por kafka, invito a cada quien a ejecutar su propia metamorfosis. Elijan ser lo que les plazca: yo elijo ser un libro, un libro de 182 centímetros de alto, tan alto y palpitante como un árbol, deseoso de un dedo índice en mi pecho, o que el viento alborote mis hojas, echado yo en el campo, u oir a la gente exclamar: dios mío, miren qué libro, ése que va pasando. Cruzar la pierna y leerme, en el pie de página, un verso de Molina, enfocarme en el espejo y leer un verso de sabines, y que al terminar el día una mujer se tienda en mis páginas abiertas, y lea las más antiguas lecciones de amor.

aperta la strada da kafka, invito chiunque ad eseguire la propria metamorfosi. scegliete di essere quel che più vi piace: Io scelgo di essere un libro, un libro di 182 centimetri d’altezza, alto e palpitante come un albero, desideroso di un dito indice sul mio petto o che il vento scompigli le mie pagine, disteso io sul campo, o udire la gente esclamare: dio mio, guardate che libro, quello che sta passando. Incrociare le gambe e leggermi, a piè di pagina, un verso di Molina, inquadrarmi nello specchio e leggere un verso di sabines, e che al termine del giorno una donna si stenda sulle mie pagine aperte, e legga le più antiche lezioni d’amore.

¿EN qué sE INsPIraN los PoEtas?

a CHE sI IsPIraNo I PoEtI?

Nunca preguntes: ¿En qué se inspiran los poetas? Pregunta mejor: ¿Por qué ven en sus manos las de su padre muerto? ¿quién duerme en el espacio vacío de su cama, o qué hacen con el equinoccio? ¿Han visto retoñar, alguna vez, un fruto de esas palabras que siembran como un árbol imposible? ¿Por qué esconden el polvo que traen de las calles?

Non chiedere mai: a che s’ispirano i poeti? Chiedi piuttosto: Perché vedono nelle loro mani quelle del padre morto? Chi dorme nello spazio vuoto del loro letto, o che fanno dell’equinozio? Hanno visto rigermogliare, qualche volta, un frutto delle parole che seminano come un albero impossibile? Perché nascondono la polvere che portano dalle strade?

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y pregúntales, no dejes de cuestionar, si es verdad, por qué hacen relojes de arena, si es polvo.

E chiedi loro, non smettere di domandare, se è vero, perché fanno orologi a sabbia, se è polvere.

¿Por qué caminan como si cargaran una piedra en sus hombros, si no son culpables del horno ni del pan que se quema? ¿qué tienen en común las llagas de sus manos con las del leñador que vuelve? Nunca preguntes en qué se inspiran los poetas, pregúntales mejor, ¿De dónde viene la paloma blanca que sueltan de un pañuelo?

Perché camminano come se portassero una pietra sulle spalle, se non sono colpevoli del forno né del pane che si brucia? Che cosa hanno in comune le piaghe delle loro mani con quelle del taglialegna che ritorna? Non chiedere mai a che cosa si ispirano i poeti, chiedi piuttosto, Da dove viene la colomba bianca che liberano da un fazzoletto?

tElEsCoPIo

tElEsCoPIo

Escribe sobre una hoja en blanco la palabra telescopio.

scrivi su un foglio in bianco la parola telescopio.

El mar te dará espacio para que desde el fondo un barco se aproxime y levante en la orilla un viento y una torre.

Il mare ti darà spazio perché dal fondo una nave si avvicini e alzi sulla riva un vento e una torre.

sube después a la azotea y enrolla la palabra telescopio, hasta que tus manos se vuelvan pequeñitas, y todo esto sea como parte de tu infancia.

sali dopo sulla terrazza e avvolgi la parola telescopio, fino a che le tue mani diventino piccole, e tutto questo sia come una parte della tua infanzia.

la memoria no tiene las puertas cerradas. Este poema te ha enseñado a abrirlas.

la memoria non ha le porte chiuse. questa poesia ti ha insegnato ad aprirle.

ahora ya lo sabes, escribe el nombre del amor en otra hoja, si quieres recordar la humedad de los besos que aún no has dado.

adesso lo sai, scrivi il nome dell’amore su un altro foglio, se vuoi ricordare l’umidità dei baci che non hai ancora dato.

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El ojo DE DIos

l’oCCHIo DI DIo El ojo Es el más pequeño De todos los muebles MalColM DE CHazal

l’occhio È il più piccolo Di tutti i mobili MalColM DE CHazal

siempre me he preguntado ¿En dónde está el ojo de Dios? ¿En la piedra que robé de la tumba de baudelaire? ¿o será el ojo adentro del ojo de mi madre? ¿será el ojo que puede verse al fondo de una taza de agua? ¿se parecerá al ojo del agujero de las ardillas en los árboles? ¿o será el hueco de nube que revela el infinito?

sempre mi sono chiesto Dov’è l’occhio di Dio? sulla pietra che rubai alla tomba di baudelaire? o sarà l’occhio dentro l’occhio di mia madre? sarà l’occhio che si può vedere in fondo a una tazza d’acqua? assomiglierà all’occhio della tana degli scoiattoli sugli alberi? o sarà il buco della nuvola che rivela l’infinito?

siempre me he preguntado ¿En dónde está el ojo de Dios? ¿Estará en la letra “o” cuándo se escribe la palabra poema?

sempre mi sono chiesto Dov’è l’occhio di Dio? sarà nella lettera “o” quando si scrive la parola poesia?

borgEs

borgEs

jorge luis borges entraba en las librerías con pasos más felinos que el de los gatos. De joven aprendió que los libros son puertas o ventanas a los lugares indecibles. Imaginaba el paraíso bajo la especie de una biblioteca, al cerrar sus ojos se subía a la barca de Melville, y partía a lo inexplorado. De tanto dejarse guiar por la luz de los ciegos, quedó ciego.

jorge luis borges entrava nelle librerie con passi più felini di quelli dei gatti. Da giovane apprese che i libri sono porte o finestre su luoghi indicibili. Immaginava il paradiso sotto la specie di una biblioteca, chiudendo gli occhi saliva sulla barca di Melville, e partiva verso l’inesplorato. a furia di farsi guidare dalla luce dei ciechi, rimase cieco.

María kodama me confesó una vez que en su biblioteca residían gatos nocturnos.

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Maria kodama mi confessò una volta che nella sua biblioteca risiedevano gatti notturni.

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MIjAIL LAMAS

MIjAIL LAMAS

Hoy escupí una flema en mi pañuelo, era roja y espesa. Por un momento observé, sin aturdirme, su marca repugnante. también pude sentir entre mis dedos su oscura densidad. y a pesar de que esa flema es tan sólo un pedazo de mí mismo, no deja de causarme repugnancia.

oggi ho sputato muco nel fazzoletto, era rosso e denso. Per un po’ ho osservato, senza turbarmi, il suo segno ributtante. Ho anche potuto sentire tra le dita la sua densità scura. E nonostante quel muco sia soltanto un pezzo di me stesso non per questo non mi causa ripugnanza.

*

*

sobre la mesa hay papeles manchados, un cenicero, colillas… alrededor, en desorden, se van acumulando las cajas de cigarros.

sopra il tavolo ci sono carte macchiate, un posacenere, mozziconi… tutt’intorno, in disordine, si vanno accumulando pacchetti di sigarette.

también el polvo es una marca del tiempo. El tiempo vuelve polvo a los troncos elevados o cincela las rocas más duras con su nombre.

anche la polvere è un segno del tempo. Il tempo muta in polvere gli alti tronchi o scalpella le rocce più dure col suo nome.

apurando la copa de la respiración el humo inunda mis pulmones. El tiempo es esa flama que brilla en mi cigarro.

vuotando la coppa del respiro il fumo m’inonda i polmoni. Il tempo è quel muco che brilla sulla mia sigaretta.

*

*

En esta sensación algo se fija, una antigua novedad, un largo nacimiento entre melancolías.

In questa sensazione qualcosa si fissa, un’antica novità, una lunga nascita tra malinconie.

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un estertor de flemas hace eco en mi garganta y en lugar de mi voz sólo queda un silbido.

un rantolo di muchi mi fa eco nella gola e invece della voce solo rimane un fischio.

Hay un invento cruel al que llaman la noche donde el terror anida y las pesadas mantas de la fiebre van cubriéndolo todo.

C’è un’invenzione crudele che chiamano la notte dove il terrore si annida e le pesanti coperte della febbre vanno coprendo tutto.

El miedo es ese frío que recorre mi espalda.

la paura è quel freddo che mi percorre la schiena.

**

**

De aquellos que me vieron ya nadie me recuerda, a veces ni yo mismo alcanzo a recordarme. tal vez algún verano quemó todas las fotos y el sol dejó cenizas en lugar de recuerdos.

Di quelli che mi videro nessuno più mi ricorda, neanche io a volte riesco a ricordarmi. forse qualche estate bruciò tutte le foto e il sole lasciò ceneri invece di ricordi.

**

**

En soledad he aprendido a lidiar con la ceniza que han dejado los veranos. De noche he aprendido a no dejar que mis palabras se consuman por el fuego.

In solitudine ho appreso a lottare con la cenere che hanno lasciato le estati. Di notte ho appreso a non lasciare che le mie parole si consumino col fuoco.

Por este oficio de sombra puedo soportar esta ciudad que llevo a cuestas.

Per questo mestiere d’ombra posso sopportare questa città che mi porto addosso.

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Por larga DIstaNCIa a rafael y roberto orozco

a luNga DIstaNza a rafael e roberto orozco

Por larga distancia te cuenta tu madre que hoy podrías cocer un huevo en el toldo de algún carro si quisieras, que no es conveniente salir a la calle al mediodía, que hay 50 grados de un resentimiento para todos.

a lunga distanza ti racconta tua madre che oggi potresti cuocere, volendo, un uovo sul telone di qualche carro, che non è conveniente uscire per strada a mezzogiorno, che ci sono 50 gradi di cui tutti risentiamo.

te cuenta que el periódico de hoy señala que este año ya hay más muertos por el narcotráfico que caídos en la guerra de Irak. No sabes si decirle que exageran o que al final, tal vez, tengan razón.

ti racconta che il giornale di oggi riporta che quest’anno ci sono già più morti per narcotraffico che caduti nella guerra dell’Iraq. Non sai se dirle che esagerano o che alla fine, forse, hanno ragione.

será sólo el verano rugiendo sus bromas.

sarà solo l’estate a ruggire i suoi scherzi.

otro día la voz de tu madre tiene algo de gladiolo y tierra, todo porque no sabe explicarte cómo a veces la vida es un espejo que duplica la muerte. Entonces la voz de tu primo rafael desde su tumba te sigue preguntando: ¿qué es lo que hacen los poetas para ganarse la vida? Pero él ya no vive para poder explicarle que un poeta no se gana la vida, que la vita nos gana con trampas el juego y es un lugar común decir que es injusta como la muerte.

un altro giorno la voce di tua madre ha qualcosa di gladiolo e di terra, tutto perché non sa spiegarti che a volte la vita è uno specchio che duplica la morte. allora la voce di tuo cugino rafael dalla sua tomba continua a chiederti: Che fanno i poeti per guadagnarsi la vita? Ma lui non vive più per potergli spiegare che un poeta non si guadagna la vita, ma è la vita che ci guadagna tutti barando ed è un luogo comune dire che è ingiusta come la morte.

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ROXANA MÉNDEZ

ROXANA MÉNDEZ

PrIMEra IMagEN DE suDáfrICa

PrIMa IMMagINE DEl suDafrICa

frente al hotel, un lago. alrededor, cipreses que se alargan igual que gritos verdes al borde de lo antiguo.

Di fronte all’albergo, un lago. tutt’intorno, cipressi che si allungano come gridi verdi sul bordo dell’antico.

Me asomo a la ventana y comprendo que el viento proviene de la boca del león, y lo que escucho, aunque no lo parezca, es un rugido.

Mi affaccio alla finestra e capisco che il vento proviene dalla bocca del leone, e ciò che ascolto, anche se non sembra, è un ruggito.

sobre la cabeza del elefante crece el alba. En el lomo del antílope huye también el día.

sulla testa dell’elefante cresce l’alba. In groppa all’antilope fugge anche il giorno.

Cuando llega la noche, el lago se endurece hasta volverse oscuridad, un ojo profundo como el del asesino que observa su presa sin moverse, dentro de la maleza.

quando giunge la notte, il lago s’indurisce fino a diventare buio, un occhio profondo come quello dell’assassino che osserva la sua preda senza muoversi, dentro la boscaglia.

la brisa, el perfume, las aves se alejan de ese frío, los hombres se hunden en sus siluetas

la brezza, il profumo, gli uccelli si allontanano da quel freddo, gli uomini affondano nelle loro sagome

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al amparo del fuego, y todo retrocede hacia la sombra,

al riparo del fuoco, e tutto retrocede verso l’ombra,

pero lo que se va retorna siempre con el día, con ese sol que apenas alcanza la tibieza.

ma quello che se ne va ritorna sempre col giorno, con quel sole che appena raggiunge il tepore.

Hacia dónde quiera que mire, comprendo que áfrica es el inicio del hombre a toda hora, todo parece más real, incluso el mundo…

ovunque io guardi capisco che l’africa è l’inizio dell’uomo a ogni ora, tutto sembra più vero, persino il mondo…

CoNDENaCIóN

DaNNazIoNE

El alba que he visto por la mañana ha sido la última, lo sé.

l’alba che ho visto di mattina è stata l’ultima, lo so.

las estrellas no saben lo que esta noche alumbran.

le stelle non sanno ciò che questa notte illuminano.

Cuando niño podía distinguir un astro más brillante que los otros en la total negrura y lo creía mío, esta noche no puedo distinguir la constelación de orión y todas las estrellas me parecen iguales.

Da bambino potevo distinguere un astro più brillante degli altri nella totale nerezza e lo credevo mio, questa notte non posso distinguere la costellazione di orione e tutte le stelle mi appaiono uguali.

Mientras leones hambrientos me aguardan tras una puerta, me conducen por un pasadizo amplio

Intanto leoni affamati mi aspettano dietro una porta, mi conducono per un ampio corridoio

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y escucho el canto íngrimo de un grillo, ¿será el mismo que alguna vez encerré en una caja de madera en mi primera habitación? ¿No han pasado ya demasiados inviernos?

e ascolto il canto solitario di un grillo, sarà lo stesso che una volta rinchiusi in una scatola di legno nella mia prima abitazione? Non sono già passati troppi inverni?

la noche avanza y a mi alrededor el mundo se derrumba. llega la hora.

la notte avanza e intorno a me il mondo crolla. giunge l’ora.

ya casi me veo frente a mí.

Mi vedo già quasi di fronte a me.

acércate, ahora que te llamo, no dejes pasar este minuto largo en que te nombro, y que la furia venga destruyendo el honor que creía tener. y las olas tocarán mi cuerpo y la espuma alcanzará mi lengua hasta que aparezca de nuevo el alba.

avvicinati, adesso che ti chiamo, non lasciare passare questo lungo minuto in cui ti nomino, e che la furia venga a distruggere l’onore che credevo di avere. E le onde toccheranno il mio corpo e la schiuma raggiungerà la mia lingua fino a che apparirà di nuovo l’alba.

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DENNIS ávILA

DENNIS ávILA

ausENCIa

assENza

Pensar que uno es el hombre que un día despierta a la par de una mujer y ella está más humana que nunca y uno está más despierto que vivo.

Pensare che uno è l’uomo che un giorno si sveglia insieme a una donna e lei è più umana che mai e uno è più sveglio che vivo.

saber que éste es el instante en que las miradas chocan y ahí las paredes indecentes de luz y por allá las ropas.

sapere che questo è l’istante in cui gli sguardi si scontrano e lì le pareti indecenti di luce e là i vestiti.

volver a las estaturas a lo largo de los cuerpos y otra vez estas pieles descalzas estos mismos aparatos digestivos. Hombre y mujer de pronto dos ríos arrancándose las aguas: a esto se le llama dos ángeles caídos.

tornare alle stature lungo i corpi e di nuovo queste pelli scalze questi stessi apparati digestivi. uomo e donna all’improvviso due fiumi che si strappano le acque: questo si chiama due angeli caduti.

se hace el amor, se hace el odio pero antes del amor todo un mundo de cosas aburridas que después se lloran a solas en un cuarto.

si fa l’amore, si fa l’odio ma prima dell’amore tutto un mondo di cose noiose che dopo si piangono da soli in una stanza.

Prehistoria del deseo, post aniversario de la culpa dejemos las cosas en paz, estos son los tamaños.

Preistoria del desiderio, post anniversario della colpa lasciamo le cose in pace, queste sono le grandezze.

y pensar que uno es el hombre que otro día despierta a la par de lo que llamaremos ausencia.

E pensare che uno è l’uomo che un altro giorno si sveglia insieme a ciò che chiamiamo assenza.

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Paz

PaCE

te declaro la guerra porque la paz no se define entre tecnología entre edificios y corbatas.

ti dichiaro la guerra perché la pace non si definisce fra tecnologia fra edifici e cravatte.

la paz se siente cuando llegas a tu casa y te conduces a tu desorden – por los momentos hermoso donde nadie reclama las perchas de tu ropa herida.

la pace si sente quando arrivi a casa tua e ti muovi nel tuo disordine – in quei momenti bello dove nessuno reclama le grucce dei tuoi indumenti feriti.

la paz es la dificultad de palabra en tu cólera el temor a que una estupidez te cometa: conformarte con arrancarle las alas a una mosca.

la pace è la difficoltà di parola nella tua collera il timore che una stupidità ti commetta: accontentarsi di strappare le ali a una mosca.

la mano, instrumento de la piedra no se compara a la paz de tus sentimientos en buen estado ni al color de tu sangre fluyendo a patadas del corazón aquella tarde que por fin pusiste el amor en otra parte.

la mano, strumento della pietra non si paragona alla pace dei tuoi sentimenti in buono stato né al colore del tuo sangue che fluisce a calci dal cuore quella sera che finalmente mettesti l’amore da un’altra parte.

Por eso te declaro la paz. que gane el mejor perdedor.

Per questo ti dichiaro la pace. vinca il miglior perdente.

ProPIEDaD CoNMutatIva

ProPrIEtÀ CoMMutatIva

De aquí para adentro la casa es mía tengo luces, sombras

Da qui a dentro la casa è mia ho luci, ombre

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humanidad y lobos.

umanità e lupi.

Creo en el llanto soporto mis descuidos y soy pleno devoto de algunas utopías.

Credo nel pianto sopporto le mie negligenze e sono pienamente devoto di alcune utopie.

salgo en los días lluviosos entro y me arde el sol en la memoria.

Esco nei giorni piovosi entro e mi arde il sole nella memoria.

quiero alcanzar los ochenta años vivo y tiendo a reír amargamente si he llorado túneles.

voglio arrivare agli ottant’anni vivo e tendo a ridere amaramente se ho pianto tunnel.

De aquí para afuera el mar es el cielo aterrizado los caminos son el curso del ejercicio y del descanso andan las cosas cotidianas como el subsuelo de la mente y se apetecen las orillas que no requieren gradas.

Da qui a fuori il mare è il cielo atterrato le strade sono il corso dell’esercizio e del riposo vanno le cose quotidiane come il sottosuolo della mente e si gradiscono le rive che non richiedono gradini.

De ahí para adentro mi casa también es tuya.

Da qui a dentro la mia casa è anche la tua.

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jAvIER ALvARADO ofrENDa DE CEbolla Not a red rose or a satin heart. I give you an onion. … It promises light like the careful undressing of love. Carol aNN Duffy, valENtINE

No me des la rosa No me des el páramo, las calles. No me des el tintineo del árbol, No me des el agua y su cofre de cristales. No me des las espinas de lo bello, Dame la cebolla Esas que se cultivan en Coclé o en otras partes Donde su piel es blanca, Nívea como un pecho de lobezno adolescente Parda como el plumaje de una tierrerita Desdoblada sobre la hoja inmóvil. No me des del labio acuoso Ni el bosque petrificado que llevas dentro Como una copa de vino desmadrada los dones terrenales y celestiales que la creación te fue otorgando Con las espigas demolidas, Mejor el cráter nocturno la cereza pálida El venado derretido que alza los cuernos En los festines de la cama olorosos como la canela llevada en el desierto El sexo en el pico del ave que va goteando el semen táctil 340

jAvIER ALvARADO offErta DI CIPolla Not a red rose or a satin heart. I give you an onion. … It promises light like the careful undressing of love. Carol aNN Duffy, valENtINE

Non darmi la rosa Non darmi la landa, le strade. Non darmi il tintinnio dell’albero, Non darmi l’acqua e il suo scrigno di cristalli. Non darmi le spine del bello, Dammi la cipolla Di quelle che coltivano a Coclé o altrove Dove la loro pelle è bianca, Nivea come il petto di un lupacchiotto scura come il piumaggio di una tortorella Distesa sopra la foglia immobile. Non darmi il labbro acquoso Né il bosco pietrificato che porti dentro Come un bicchiere di vino traboccante I doni terrestri e celestiali Che la creazione ti concesse Con le spighe demolite, Meglio il cratere notturno la ciliegia pallida Il cervo dissolto che alza le corna Nei festini del letto odorosi come la cannella portata nel deserto Il sesso sul becco dell’uccello Che va gocciolando il seme tattile 341


o la enjundia del misticismo en la semilla. Prefiero huir de tus reinos y dejar el servicio puesto, los utensilios, la comida fría Esa es la comunión de tu cuerpo al pelarte al quitar la piel y ser poseso del cuchillo y descubrir tu carne en gajos curvilíneos que se abren despaciosos como un milagro o un pacto de Dios en los corderos. No me des nada, solo sembrad una cebolla aquí en mi tierra que el tallo vaya creciendo hasta alcanzar la desmesura del cielo y el juicio de todos los confines. yo te dejo una rosa, te dejo los vientos, los mares, las residencias todo lo palpado, oído, gustado, visto y olfateado. No me des los dones, no me des el cuerpo. No me des las estaciones Ni el abrigo ni el paraguas. arrebátame todos los vegetales del mundo Pero no me dejes en orfandad sin la cebolla.

o la forza del misticismo nel seme. Preferisco fuggire dai tuoi regni E lasciare il servizio pronto, gli utensili, il mangiare freddo È questa la comunione del tuo corpo nel mondarti Nel togliere la pelle ed essere posseduto dal coltello E scoprire la tua carne in spicchi curvilinei Che si aprono lentamente come un miracolo o un patto di Dio sugli agnelli. Non darmi niente, solo seminate una cipolla qui nella mia terra Che il gambo vada crescendo fino a raggiungere la dismisura del cielo e il giudizio di tutti i confini. Io ti lascio una rosa, ti lascio i venti, i mari, le residenze tutto ciò che è palpato, udito, gustato, visto e fiutato. Non darmi i doni, non darmi il corpo. Non darmi le stagioni Né il cappotto né l’ombrello. Portami via tutti i vegetali del mondo Ma non mi lasciare nell’orfanezza senza la cipolla.

Hoy Ha MuErto MI abuEla

oggI È Morta MIa NoNNa

Hoy la muerte nos ha dejado su caparazón, se ha quitado sus aparejos y ballesta. Nos apuntó a todos para herirnos mejor, abundan en sus manos racimos de uva y panes sucios que hemos de comer en posteriores comuniones. anduvo rondando con su tridente y con su máquina de hacer ejercicios Por el cuarto de la abuela, le cortó las trenzas

oggi la morte ci ha lasciato il suo carapace, si è tolta i suoi finimenti e la balestra. Ci ha puntati tutti per ferirci meglio, abbondano nelle sue mani grappoli d’uva e pani sporchi Che dobbiamo mangiare in successive comunioni. È andata in giro col suo tridente e con la sua macchina di esercizi Nella stanza della nonna, le ha tagliato le trecce

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y nos ha vaciado los ojos, se ha llevado nuestras imágenes de ella y los mejores recuerdos, dice que no las devolverá poco a poco. Mi abuela ha vuelto a ser niña e irá creciendo en nosotros va trepando en nuestros muros Como una rosa muerta Como una silampa milagrosa Con sus pétalos escarlata; quizás desaparezca cuando nos toque darle el biberón o cambiarle los pañales, esta vida al revés es un fastidio. No puedo evitar que los llantos de otro me den sordera, Por eso prefiero llorar hasta que este puente se caiga de infinito y el diminuto riachuelo me lleve al lago donde reposan los moluscos y las heces de los patos. se ha ido para empezar a moler el maíz para las tortillas. Hay sangre de guásimos y de veraneras en los campos del Higuito. la piedra donde beben las gallinas ha cambiado de posición. se ha ido la que faltaba. Nosotros habitamos la conciencia de los muertos y ellos nos miran no comprendiendo el absurdo revés. Ese constante vivir y crecer para después desgastarse y morirse. En el último bostezo nos preparan para entrar vivos y muertos, como la dualidad imperecedera en la caja de zapatos.

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E ci ha svuotato gli occhi, si è portata le nostre immagini di lei E i migliori ricordi, dice che ce le restituirà a poco a poco. Mia nonna è tornata a essere bambina e andrà crescendo in noi si arrampica sui nostri muri Come una rosa morta Come una pioggerella miracolosa Con i suoi petali scarlatti; forse scomparirà quando ci toccherà darle il biberon o cambiarle i pannolini, questa vita al contrario è una seccatura. Non posso evitare che i pianti di un altro mi facciano diventare sordo, Per questo preferisco piangere fino a che questo ponte cada all’infinito E il minuscolo ruscello mi porti al lago dove riposano I molluschi e le feci delle anatre. se n’è andata per iniziare e macinare il mais per le focacce. C’è sangue di guásimos e di buganvillee nei campi dell’Higuito. la pietra dove bevono le galline ha cambiato posizione. se n’è andata quella che mancava. Noi abitiamo la coscienza dei morti Ed essi ci guardano senza capire l’assurdo contrario. quel costante vivere e crescere per poi consumarsi e morire. Nell’ultimo sbadiglio ci preparano per entrare vivi e morti, come la dualità imperitura nella scatola delle scarpe.

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ALÍ CALDERóN

ALÍ CALDERóN

DEMoCraCIa MExICaNa

DEMoCrazIa MEssICaNa

otro cadáver encontrado en una bolsa negra cerca de ahí un cuerpo el viento un puente a dos cuadras: una cabeza hirsuta ojos abiertos entre otras noticias: treinta ejecutados el fin de semana tiro de gracia algunos con marcas de tortura el rescate fallido de un secuestro un dedo un anillo un hato de periódico entre otras noticias: terminaron e iniciaron las campañas hay buena voluntad en Washington la reforma migratoria este bimestre se abate en un punto la pobreza el bienestar la dicha

un altro cadavere trovato in una busta nera lì vicino un corpo il vento un ponte a due isolati: una testa irsuta occhi aperti tra le altre notizie: trenta giustiziati a fine settimana colpo di grazia alcuni con segni di tortura mancato riscatto di un sequestro un dito un anello un fagotto di giornale tra le altre notizie: sono finite e cominciate le campagne c’è buona volontà a Washington la riforma dell’emigrazione questo bimestre scende di un punto la povertà il benessere la felicità

a lo lejos el escape de un camión

in lontananza il tubo di scappamento di un camion

y después el silencio

e poi il silenzio

abren la bolsa negra el hedor el moho en la carne:

aprono la busta nera il fetore la muffa sulla carne:

una recién nacida

una neonata

aHora quE la NoCHE es una flor carnívora de sombra y que todo destello en la negrura invoca antiguas llagas que humillaron la carne a h o r a que silencio y día son la ceniza que me habita estarás collar de flores y rasguño atemperada ignota en otras manos

aDEsso CHE la NottE è un fiore carnivoro d’ombra e che ogni bagliore nella nerezza invoca antiche piaghe che umiliarono la carne a d e s s o che silenzio e giorno sono la cenere che mi abita sarai collana di fiori e graffio tiepida ignota in altre mani

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Deslazado por el viento y esparcido un escándalo descenderá por tu cabello se agitarán tus pendientes al terso ritmo de tu risa y a h o r a será un punto en el tiempo plegado para siempre entre nosotros ahora tus tacones de alta aguja inundarán la casa con su eco ensayarás el gloss de escarlata tono el escote sport las fragancias de discreto dulce la distancia será el a h o r a que se extienda hasta más allá de lo tocado por la vista yahora mientras me consumo en el aire enrarecido y desmaquillas en lento espiral tu rostro arde tu desnudez bajo mis párpados

slacciato dal vento e sparso un frastuono scenderà sui tuoi capelli si agiteranno i tuoi orecchini al terso ritmo del tuo riso e a d e s s o sarà un punto nel tempo piegato per sempre tra noi adesso i tuoi tacchi a spillo inonderanno la casa con la loro eco proverai il gloss rosso scarlatto la scollatura sportiva le fragranze di discreto dolce la distanza sarà l’a d e s s o che si estenderà fin oltre quanto toccato dalla vista e adesso mentre mi consumo nell’aria rarefatta e strucchi a lenta spirale il tuo volto arde la tua nudità sotto le mie palpebre

ahora que tu nombre está rodeado de polvo y de mutismo que no mudarán en carne mis palabras nominándote que presagio serás inacabado y no habrás de aparecer de pronto si te pienso a h o r a justo a h o r a ahora me quiebro

adesso che il tuo nome è circondato da polvere e mutismo che non si muteranno in carne le mie parole nominandoti che presagio sarà incompiuto e non dovrai apparire all’istante se ti penso a d e s s o proprio a d e s s o adesso mi spezzo

[PolE PosItIoN]

[PolE PosItIoN]

y mi pecho una supercarretera de ocho, dieciséis, treinta y dos carriles con miles y millones de caballos de fuerza vertiginosos corriendo y derramando lumbre en mis arterias.

E il mio petto una superstrada di otto, sedici, trentadue carreggiate con migliaia e milioni di cavalli vertiginosi correndo e diffondendo fuoco nelle mie arterie.

aquellas peligrosísimas curvas impostergables y letárgicas

quelle pericolosissime curve improrogabili e letargiche

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y particularmente inabordables cada vez que tú, lesbia, no me miras.

e particolarmente inabbordabili ogni volta che tu, lesbia, non mi guardi.

Ese imperioso arrancar en segunda cuando tus sí se vuelven indecibles, impronunciables, inminentemente pospuestos turbiamente y con perfidia por tus no unánimes e inconmovibles. solo tú echas a andar este ferrari rojo, incalculablemente insaciable, impaciente por recorrer solemne las largas calles de tus piernas siempre prodigiosas, siempre proféticas y en lo que a mí respecta, absolutamente litúrgicas, plenas de infinitud. que la batería desbarate su potencia en tu cintura inenarrable porque finalmente y después de todo: este bólido, lesbia, no carbura sin tus estrechos jeans a la cadera.

quell’imperioso mettere in moto in seconda quando i tuoi sì diventano indicibili, impronunciabili, imminentemente posposti torbidamente e con perfidia dai tuoi no unanimi e impassibili. solo tu fai partire questa ferrari rossa, incalcolabilmente insaziabile, impaziente di percorrere solenne le lunghe strade delle tue gambe sempre prodigiose, sempre profetiche e per quanto mi riguarda, assolutamente liturgiche, piene di infinità. Dissolva la batteria la sua potenza nella tua cintura inenarrabile perché finalmente e dopo tutto: questo bolide, lesbia, non carbura senza i tuoi stretti jeans ai fianchi.

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DAvID CRUZ lEE a HaNs MagNus ENzENsbErgEr y su hundimiento del titanic. a federico garcía lorca en Nueva york. las páginas de sus libros están viejas y manchadas. si fueran la evidencia de un crimen, encontrarían docenas de sus huellas dactilares en cada página. si tuviera que describirlas, juraría hasta en una biblia electrónica, lo feliz que ha sido leyéndolas. Nació a finales del siglo xx. Cuando los estadistas pronosticaron que los hipster no sobrevivirían a la bomba atómica. Cuando ted turner dijo que los pobres deberían vender su fertilidad porque consideraba excesivo un planeta con siete mil millones de habitantes. los nigromantes murieron. los filósofos fueron sustituidos por hombres depilados que abruman las pantallas de tv. El pensamiento ha desertado. un amigo ecologista se queja de la cantidad de libros que ella tiene en casa. Entonces le sugiere: deje de usar papel higiénico para que hagan más libros. lee una carta de despedida, cuando la abandonaron. y se pregunta: «¿Cuál era tu nombre? «¿Cuál fue el papel secundario que tuviste para no recordarte en ningún encuadre de mi comedia?»

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DAvID CRUZ lEggE HaNs MagNus ENzENsbErgEr titanic.

E

il suo affondamento del

federico garcía lorca a New york. le pagine dei suoi libri sono vecchie e macchiate. se fossero la prova di un delitto, troverebbero una dozzina di sue impronte digitali in ogni pagina. se dovesse descriverle, giurerebbe persino su una bibbia elettronica quanto sia stato felice nel leggerle. Nacque alla fine del xx secolo. quando gli statisti pronosticarono che gli hipster non sarebbero sopravvissuti alla bomba atomica. quando ted turner disse che i poveri avrebbero dovuto vendere la loro fertilità perché considerava eccessivo un pianeta con sette miliardi di abitanti I negromanti morirono. I filosofi furono sostituiti da uomini depilati che opprimono gli schermi della tivvù. Il pensiero ha disertato. un amico ecologista si lamenta della quantità di libri che lei ha in casa. allora le suggerisce: smetta di usare la carta igienica perché facciano più libri. legge una lettera di commiato, quando l’abbandonarono. E si chiede: «qual era il tuo nome? «quale fu la parte secondaria che avesti per non ricordarti in nessuna inquadratura della mia commedia?»

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Este nuevo siglo se desmorona, mientras redacta el testamento de su especie. la ciudad mira envejecer a sus habitantes, los obliga a que pinten sus edificios y calles, para disimular que a ella no le pasa lo mismo. su último amor va por bares buscando compañía en trovadores sin suerte.

questo nuovo secolo si sgretola, mentre redige il testamento della sua specie. la città guarda invecchiare i suoi abitanti, li costringe a dipingere i suoi edifici e strade, per fingere che ad essa non succede la stessa cosa. Il suo ultimo amore gira per i bar cercando compagnia in trovatori sfortunati.

otra mujer le escribe: «te quiero» por el chat. sus letras son ceros y unos que se desvanecen. vuelve a refugiarse en su siglo analógico. Donde la gente ignora los restos del cosmos que lleva dentro. Donde las tribus adoran un monolito que nos dice: no estamos solos. los satélites la vigilan pacientes, como si fueran un enjambre de luciérnagas pegado al cielo raso.

un’altra donna gli scrive: «ti amo» chattando. le sue lettere sono degli zero e degli uno che svaniscono. torna a rifugiarsi nel suo secolo analogico. Dove la gente ignora i resti del cosmo che porta dentro. Dove le tribù adorano un monolito che ci dice: non siamo soli. I satelliti la sorvegliano pazienti, come se fossero uno sciame di lucciole attaccato al soffitto.

Escribe en un lenguaje que algún día será indescifrable. sale a tomar un café. sale a entender su muerte. luego regresa a casa. Por la ventana pasa un barco que nunca llegó a New york.

scrive in una lingua che un giorno sarà indecifrabile. Esce a prendere un caffè. Esce a capire la sua morte. Poi ritorna a casa. Dalla finestra passa una nave che non è mai arrivata a New york.

En las tardes lluviosas lorca y Enzensberger son sus mejores psiquiatras.

Nei pomeriggi piovosi lorca e Enzensberger sono i suoi migliori psichiatri.

ágrafo ElECtróNICo

agrafICo ElEttroNICo

El último habitante de la ciudad táctil sabe que sus manos no son reales. Entre cables y circuitos intenta descifrar su árbol genealógico pero todo son datos fríos e inconexos. Por su cabeza deambulan los transeúntes de muchas vidas. recuerda todas las mañanas cuando abordaba el metro y miraba un libro de ángel gonzález. se resignaba a que jamás comprendería

l’ultimo abitante della città tattile sa che le sue mani non sono vere. tra cavi e circuiti cerca di decifrare il suo albero genealogico ma sono tutti dati freddi e sconnessi. Nella sua testa camminano i passanti di molte vite. ricorda tutte le mattine quando saliva sulla metropolitana e guardava un libro di ángel gonzález. si rassegnava che non avrebbe mai capito

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la tristeza que puede dejar una guerra. a veces le dan ganas de tirarse por la ventana desde el sexto piso. Entonces recuerda que a los hombres como él no se les entierra, que a los hombres con códigos de barras no se les marchita el rostro, que a los hombres de hojalata no se les pudren los recuerdos.

la tristezza che può lasciare una guerra. a volte gli viene la voglia di buttarsi dalla finestra dal sesto piano. allora ricorda che gli uomini come lui non vengono sotterrati, che agli uomini con codici a barre non appassisce il volto, che agli uomini di latta non marciscono i ricordi.

MuErtE DEl PoEta

MortE DEl PoEta

El problema no es si un poeta muere. si sus manos están manchadas de sangre. si su cuerpo está acorralado por gusanos. si lleva un retrato bajo el brazo y una biblia vieja.

Il problema non è se un poeta muore. se le sue mani sono macchiate di sangue. se il suo corpo è accerchiato dai vermi. se porta un ritratto sotto il braccio e una bibbia vecchia.

El único problema sería cortarle la lengua.

l’unico problema sarebbe tagliargli la lingua.

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PAOLA vALvERDE ALIER

PAOLA vALvERDE ALIER

rEtrato DE aDolEsCENCIa

rItratto DI aDolEsCENza

queda poco vino en la despensa mucha esperma en las candelas

C’è poco vino nella dispensa molto sperma nelle candele

tu piel al canasto de las rosas y yo como perra debajo del temporal

la tua pelle al canestro delle rose e io come una cagna sotto il temporale

Mírame date la vuelta de una vez por todas clávame otra espina un milagro de dinosaurios que renace sobre el plexo lunar de tu sonrisa

guardami girati una volta per tutte conficcami un’altra spina un miracolo di dinosauri che rinasce sul plesso lunare del tuo sorriso

vengo mamando las palabras el aroma a pan a pan con tinta y azufre cuando estalla el sexo

vengo succhiando le parole il profumo di pane di pane con inchiostro e zolfo quando esplode il sesso

luego el firmamento puesto a secar como si los pétalos fueran frágiles y yo no me perdiera al inicio del libro

Poi il firmamento messo a seccare come se i petali fossero fragili e io non mi perdessi all’inizio del libro

Mis pies se llenan de insectos y sí me declaro pecadora en ti

I miei piedi si riempiono d’insetti e sì mi dichiaro peccatrice di te

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aún no llego a tu fondo falta el grillo en la espalda el oscuro pronóstico de la madrugadas tu voz mordida a la par de las manzanas y esta necesidad enferma de quererte tocar hasta en las fotografías

ancora non arrivo nel tuo intimo manca il grillo sulla schiena l’oscuro pronostico delle albe la tua voce morsa insieme alle mele e questo bisogno malato di volerti toccare persino nelle fotografie

las CHICas buENas sE vaN a DorMIr tEMPraNo

lE bravE ragazzE vaNNo a lEtto PrEsto

las chicas buenas supieron despojarse de las malas costumbres: no hablan con la boca llena ni se sientan con las piernas abiertas.

le brave ragazze hanno saputo spogliarsi delle cattive abitudini: non parlano con la bocca piena né si siedono con le gambe aperte.

guardan el sufrimiento detrás de una sonrisa reservan las opiniones encontradas para la intimidad del espejo y nunca hablan de más.

Nascondono la sofferenza dietro un sorriso riservano le opposte opinioni per l’intimità dello specchio e non parlano mai troppo.

andan la falda por debajo de las rodillas y utilizan prendas sobrias que realzan su elegancia.

vanno con la gonna sotto le ginocchia e usano capi sobri che mettono in risalto la loro eleganza.

saben hacerse desear pero no desean.

sanno farsi desiderare ma non desiderano.

Cuando van a un bar sus cervezas se calientan sobre la mesa.

quando vanno a un bar le loro birre si riscaldano sul tavolino.

Callan las cosquillas de su sexo

Mettono a tacere il solletico del loro sesso

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invocando blancos pensamientos y hacen cualquier cosa por borrar la posibilidad de un beso en toda primera cita.

invocando bianchi pensieri e fanno qualsiasi cosa per cancellare la possibilità di un bacio in ogni primo appuntamento.

las chicas buenas no se mezclan con las chicas locas desertan la escena cada vez que alguna roza la cuerda floja de su cordura.

le brave ragazze non si mescolano con pazze giovinette disertano la scena ogni volta che qualcuna sfiora la corda del loro equilibrio.

Prefieren irse a dormir temprano dejando el alma colgada en el cerco eléctrico de las emociones.

Preferiscono andare a dormire presto lasciando l’anima sospesa nel cerchio elettrico delle emozioni.

PErra DE Pavlov

gagNa DI Pavlov

Mi nombre de combate es Perra de Pavlov

Il mio nome di battaglia è Cagna di Pavlov

seré campeona cuando las peleas dejen de estar arregladas por el destino

sarò campionessa quando i combattimenti smetteranno di essere regolati dal destino

En mis puños cerrados vive una piedra abiertos una mariposa

Nei miei pugni chiusi vive una pietra aperti una farfalla

vuelan de cualquier manera

volano in qualche modo

Comprende no te puedo amar

Capisci non ti posso amare

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Brevi note biobibliografiche dei poeti antologizzati nel presente volume

Claribel Alegría (Estelí, Nicaragua, 1924) ha pubblicato quindici libri e dieci antologie della sua opera poetica. Il suo ultimo libro otredad è uscito nel 2011 da visor (spagna). Ha ottenuto, tra i vari premi e riconoscimenti, il Premio Casa de las américas per sobrevivo (1978) e il Premio Internazionale di letteratura Neustadt dall’università dell’oklahoma. le è stata concessa la laurea honoris causa dall’università di Eastern Connecticut e dall’università di león (Nicaragua). Ernesto Cardenal (granada, Nicaragua, 1925), protagonista della rivoluzione in Nicaragua del 1979 e ministro di cultura del regime sandinista, è tra i massimi esponenti della teologia della liberazione ed è stato il fondatore della comunità religiosa di solentinane. Non è solo il più grande poeta vivente del Nicaragua, ma anche uno dei maggiori dell’america latina, con più di trecento edizioni delle sue opere in diverse parti del mondo e tradotto in moltissime lingue. Ana María Rodas (Città del guatemala, 1937) è poeta, narratrice, giornalista e professoressa di letteratura e giornalismo in varie università del suo paese. Ha pubblicato, fra gli altri, i libri di poesia poemas de la izquierda erótica (1973), cuatro esquinas del juego de una muñeca (1982), el fin de los mitos y los sueños (1984), la insurrección de Mariana (1993). Nel 2000 le fu concesso il Premio Nazionale di letteratura Miguel ángel asturias. Homero Aridjis è nato nel 1940 a Contepec, nello stato di Michoacán, Messico. la sua vasta opera di poesia, di narrativa, di saggistica, di teatro e di letteratura infantile, che comprende una cinquantina di libri, è stata tradotta in quindici lingue ed è stata riconosciuta con il conferimento di numerosi e importanti premi letterari in Messico, Italia, francia, serbia e stati uniti. Il suo libro di poesia più recente è del cielo y sus maravillas, de la tierra y sus miserias (fondo de Cultura Económica, Città del Messico, 2013). Francisco Morales Santos (antigua, guatemala, 1940) è una delle voci più importanti della poesia guatemalteca d’oggi. Ha riunito le sue raccolte di poesia in santo y seña del poema (2011). Nel 1998 ha vinto il Premio Nazionale di letteratura Miguel ángel asturias. È anche autore di libri per l’infanzia e di un’antologia della poesia guatemalteca.

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Belkis Cuza Malé (guantánamo, Cuba, 1942) è scrittrice, giornalista e pittrice. Nel 1971 viene incarcerata per oltre un mese come scrittrice sovversiva. si rifugia negli stati uniti, dove risiede dal 1979. Ha pubblicato, fra gli altri, i libri di poesia: el viento en la pared (1962), los alucinados (1962), tiempos de sol (1963), cartas a ana frank (1966), Juego de damas (1971, 2002), la otra mejilla (2007) e los poemas de la mujer de lot (2011). Waldo Leyva (remates de ariosa, Cuba, 1943) ha riunito la sua produzione poetica nel volume la distancia y el tiempo (1967-2001) (2005). altri suoi libri di poesia: asonancia del tiempo (2009), el rumbo de los días (2010), cuando el cristal no reproduce el rostro (2012). tra i suoi premi: il Casa de américa de Poesía americana (2010) e il Premio Internazionale di Poesia víctor valera Mora (2012). Francisco de Asís Fernández (granada, Nicaragua, 1945) è presidente della fondazione festival Internazionale di Poesia di granada, dall’anno 2005. È autore di diversi libri di poesia, fra cui: Árbol de la vida (1998), espejo del artista (2004), crimen perfecto (2011), la traición de los sueños (2014) e luna mojada (2015). Nel 2008 è stato nominato figlio Diletto della Città di granada.

Premio Casa de las ámericas), truenos y arco iris, amor insurrecto, de la costilla de eva, el ojo de la mujer, apogeo. Ha scritto anche diversi romanzi di successo, come la mujer habitada e el país bajo mi piel. josé Luis vega (santurce, Porto rico, 1948) è Presidente dell’accademia Portoricana della lingua. Ha pubblicato: signos vitales (1974), las natas de los párpados (1976), la naranja entera (1983), tiempo de bolero (1985), Bajo los efectos de la poesía (1986), solo de pasión/teoría del sueño (1996). Nel 2002, è uscita da visor letra viva (1974-2000), una vasta antologia della sua opera poetica. Nel 2013 seix barral ha pubblicato sínsoras (2013), la sua raccolta più recente. Marco Antonio Campos (Città del Messico, 1949) è poeta, narratore, saggista e traduttore. la casa editrice El tucán de virginia ha pubblicato nel 2007 la sua poesia completa con il titolo: el forastero en la tierra (1970-2004). sono seguiti dime dónde, en qué país (2010) e de lo poco de vida (2016). È anche autore di romanzi, racconti, saggi e aforismi. Ha vinto premi come il ramón lópez velarde, il Casa de américa e il Premio Ciudad de Melilla.

Gloria Gabuardi (Managua, 1945) è poeta e artista plastica. Nel 1984 ha ottenuto il Premio Nazionale di letteratura per il libro en defensa del amor. Ha pubblicato anche Mástiles y velas (2002, 2005). È direttrice esecutiva del festival Internazionale di Poesia di granada.

jeannette L. Clariond (Chihuahua, Messico, 1949) è poeta e traduttrice. Ha pubblicato: Mujer dando la espalda, desierta memoria, todo antes de la noche, leve sangre, los momentos del agua, Marzo 10, n.Y. In prosa: cuaderno de chihuahua. Ha ottenuto, tra gli altri, il Premio al Merito Editoriale dall’università di Nuevo león e il Premio juan de Mairena dall’università di guadalajara.

juan Manz (Ciudad obregón, sonora, Messico, 1945), poeta e attivo operatore culturale, ha fondato nel 2003, nella sua città, un Incontro latinoamericano di scrittori, intitolato “bajo el asedio de los signos”. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia, riunite in alcune antologie, come para repasar el círculo. poesía reunida (2007) e poemas al Margen. poesía reunida (2010).

Luis Eduardo Rivera (Città del guatemala, 1949) è poeta, narratore, traduttore, critico e giornalista. Ha tradotto autori francesi come joseph joubert, george Perros e remy de gourmont. Ha pubblicato i seguenti libri di poesía: servicios ejemplares (1978), salida de emergencia (1988), las voces y los días (1990), Movimientos (1999), poesía prepóstuma (2008).

Mateo Morrison (santo Domingo, 1946) è avvocato, narratore, saggista e poeta. Nel 2010 ha vinto il Premio Nazionale di letteratura. È autore del romanzo Un silencio que camina (2007) e di numerosi libri di poesia, tra i quali: aniversario del dolor (1973), visiones del transeúnte (1983), si la casa se llena de sombras (1986), nocturnidad del viento, voz que se desplaza (1996) e soliloquio desnudo y otros poemas (2007).

Alexis Gómez Rosa (santo Domingo, 1950) è autore di numerosi libri di poesia, riuniti tutti in el festín (s)obras completas. poemas 1967-2011. Nel 1991 ha ricevuto il Premio Nazionale di Poesia salomé Hureña de Henríquez con si dios quiere y otros versos por encargo. È stato membro fondatore del gruppo letterario “la antorcha”.

Gioconda Belli (Managua, 1948) nasce in una famiglia dell’alta borghesia nicaraguense di origine italiana. Negli anni 70 partecipa alla lotta armata contro la dittatura di anastasio somoza. È autrice di vari libri di poesia, tra cui línea de fuego (1978,

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Rodolfo Dada (san josé, Costa rica, 1952) ha pubblicato: el abecedario del Yaquí (1981, Premio Carmen lyra), la voz del caracol (1988), cuajiniquil (1975), el domador (1973, Premio universitario per il racconto), Kotuma, la rana y la luna (1984, Premio uNa-Palabra), de azul el mar (2004) e cardumen (2004).

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vanessa Droz (vega baja, Porto rico, 1952) è stata editorialista letteraria del giornale “El mundo”. Nel 1982 uscì il suo primo libro di poesia la cicatriz a medias. Col secondo libro vicios de ángeles y otras pasiones privadas vinse il Premio Nazionale di letteratura. estrategias de la catedral (2009) è la sua ultima pubblicazione. Eduardo Langagne (Città del Messico, 1952) è poeta e traduttore. È stato il primo poeta messicano a ottenere il Premio Casa de las ámericas (Cuba, 1980). Nel 1994 vinse il premio aguascalentes con cantos para una exposición. I suoi ultimi libri sono: reposo del guerrero (2012), verdad posible (2014) e sobre la mesa del tiempo (2014). Reina María Rodríguez (l’avana, 1952) ha vinto, fra gli altri, il Premio Casa de las américas nel 1984, il Premio Nazionale di letteratura nel 2013 e il Premio Iberoamericano di Poesia Pablo Neruda nel 2014. Ha pubblicato numerosi libri, fra cui: la gente de mi barrio (1976), para un cordero blanco (1984), páramos (1995), la foto del invernadero (1998), Bosque negro (2005, 2008), variedades de galeano (2008) e otras mitologías (2012). Aída Toledo (Città del guatemala, 1952) è professoressa universitaria, poeta e narratrice. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Brutal batalla de silencios (1990), realidad más extraña que el sueño (1994), cuando pittsburgh no cesa de ser pittsbourgh (1997), Bondades de la cibernética (1998), con la lengua pegada al paladar (2006) e Un hoy que parece estatua (2010). Manuel García verdecia (Marcané, Holguín, Cuba, 1953) è scrittore, editore e traduttore. Ha vinto, tra gli altri, il premio josé soler Puig per la narrativa e il julián del Casal per la poesia. suoi libri di poesia: incertidumbre de la lluvia (1993), hebras (2000), Meditación de odiseo a su regreso (2001), saga de odiseo (2006), hombre de la honda y de la piedra (2008) e la pasión según gregorio samsa (2011). josé González (la lima, Cortés, Honduras, 1953) è stato Premio Nazionale di letteratura nel 2008, Premio latinoamericano di Poesia “Plural”, Messico nel 1984 e Premio Centroamericano di Poesia, tegucigalpa nel 1991. Ha pubblicato i libri di poesia poemas del cariato (1984), las órdenes superiores (1985) e il saggio diccionario de autores hondureños (1987, 1997). Alex Fleites, nato a Caracas nel 1954, da esuli politici cubani, vive all’avana fin dai primi anni della rivoluzione. Poeta, narratore, editore e giornalista culturale, è autore di diversi libri di poesia riuniti in alguien enciende las luces del planeta (2014). Ha

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pubblicato anche il libro di racconti canta lo sentimental (2011) e l’antologia di narratori cubani deshacer el amor (2009). víctor Rodríguez Núñez (l’avana, 1955) è poeta, giornalista, critico letterario e traduttore. Ha pubblicato più di una ventina di libri di poesia riuniti in varie antologie, l’ultima delle quali è: cuarto de deshago. antología personal 1975-2010 (2013). Ha avuto prestigiosi riconoscimenti e premi, tra cui il Premio alfons el Magnànim (2013) e nel 2015 il premio loewe. Margarito Cuéllar, nato a san luis Potosí, Messico, 1956, vive a Monterrey. Come poeta ha pubblicato, fra gli altri, Que la mar abra sus puertas para que entren los pájaros (1982), Batallas y naufragios (1985), cuaderno para celebrar (2000), plegaria de los ciegos caminantes (2000), noticias de ninguna parte (2007) e estas calles de abril. saga del inmigrante (2008). Consuelo Tomás Fitzgerald (bocas del toro, Panama, 1957) è poeta, narratrice e attrice di teatro. Ha ottenuto il Premio Nazionale di letteratura ricardo Miró nel 2009 per il romanzo lágrima de dragón. libri di poesia: confieso estas ternuras y estas rabias (1983), Motivos generales (1992), apelaciones (1993), el cuarto edén (1995), agonía de la reina (1995), libro de las propensiones (2000). Norberto Salinas (san josé, Costa rica, 1957) ha fatto parte della brigata leonel rugama durante la guerra di liberazione del Nicaragua. Ha pubblicato i libri di poesia luna en Bebedero (1990), Mascarón de proa (2004) e selección de poemas (antologia, 2005). È direttore del festival Internazionale di Poesia di Costa rica. Minerva Margarita villarreal (Montemorelos, Nuevo león, Messico, 1957) è poeta e professoressa universitaria. Ha pubblicato, fra gli altri, dama infiel al sueño (1991), pérdida (Premio Nacional de Poesía alfonso reyes 1990), el corazón más secreto (Premio Internacional de Poesía jaime sabines 1994), adamar (1998), herida luminosa (2009), tálamo (2011, Premio Internazionale sor juana Inés de la Cruz) e de amor y furia. epigramísticos (2015). Nel 2016 ha vinto il Premio aguascalientes di poesia, con il libro las maneras del agua. josé ángel Leya (Durango, Messico, 1958) è giornalista, saggista, narratore ed editore. Come poeta ha pubblicato, tra gli altri, i libri: Botellas de sed (1988), catulo en el destierro (1993, seconda edizione 2006), entresueños (1996), el espinazo del diablo (1998), duranguraños (2007), aguja (2009), carne de imagen (2011) e tres cuartas partes (2012).

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Marianne Toussaint è nata a torreón, nello stato di Coahuila (Messico) nel 1958. È poeta e saggista. Ha pubblicato sei libri di poesia: esta cuchilla móvil (1982), Un viento funde el paisaje (1987), Mapas de humedad (1991), Murallas (1996), provincias de la noche (2000) e el paisaje era la casa (2006). Carmen villoro è nata a Città del Messico nel 1958. È poeta e narratrice. Ha pubblicato dieci libri di poesia. Nel 2004 ha riunito quattro dei suoi libri con il titolo el tiempo alguna vez e nel 2011 ha pubblicato espigas antes del viento, un’ampia antologia della sua opera poetica. Plinio Chaín (santo Domingo, repubblica Domenicana, 1959) ha pubblicato i seguenti libri: pasión en el oficio de escribir (2007), ¿literatura sin lenguaje? escritos sobre el silencio y otros textos (Premio nazionale di saggistica, 2005), hechizos de la hybris (Premio Casa de teatro 1998), oficios de un celebrante (1999), solemnidades de la muerte (1991) e consumación de la carne (1986). un’ampia antologia della sua opera poetica si trova in cabaret místico (2007). jorge Humberto Chávez (Ciudad juárez, Messico, 1959) ha pubblicato diversi libri di poesia, tra cui nunca será la medianoche (1987), la lluvia desde el puente (1991), Bar papillon (1999), Ángel (2011), te diría que fuéramos al río Bravo a llorar pero debes saber que ya no hay río ni llanto (2013, Premio Nazionale di Poesia aguascalientes). fondatore di vari festival di poesia, è membro del sistema Nazionale di Creatori d’arte. josé javier villarreal (tijuana, Messico, 1959) è poeta e traduttore. Ha pubblicato, fra gli altri, i seguenti libri di poesia: estatua sumergida (1982), Mar del norte (1987, Premio di Poesia aguascalientes), los fantasmas de la pasión (1997), portuaria (1997), Bíblica (1998), fábula (2003), la santa (2006, Premio El barbón de oro) e campo alaska (2012).

Milagros Terán (león, Nicaragua, 1962) è poeta e traduttrice. Ha pubblicato quattro libri di poesia: las luces en la sien (1993), plaza de los comunes (2002), sol lascivo (2007, Premio Nazionale di Poesia Mariana sansón) e poemas de una niña (2010). josé Antonio Funes (Puerto Cortés, Honduras, 1963) è stato viceministro della Cultura e direttore della biblioteca Nazionale dell’Honduras. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Modo de ser (1989), a quien corresponda (1995) e agua del tiempo (1999). È Premio di studi storici rey juan Carlos I (2004) con l’opera froylán turcios y el modernismo en honduras. León Félix Batista (santo Domingo, 1964) ha pubblicato sei libri di poesia: el oscuro semejante (1989), negro eterno (1997), vicio (1999), Burdel nirvana (2001, Premio Nazionale di Poesia “Casa de teatro”), Mosaico fluido (2006, Premio Nazionale di Poesia “Emilio Prud’Homme”) e pseudolibro (2008, Premio Nazionale di Poesia “universidad Central del Este”). Marianela Medrano è nata a Montecristi (repubblica Dominicana) nel 1964. Dal 1990 vive nel Connecticut. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: oficio de vivir (1986), los alegres ojos de la tristeza (1987), regando esencias (1998), curada de espantos (2002) e diosas de la Yuca (2011). Madeline Millán (Coamo, Porto rico, 1965) è poeta, narratrice e traduttrice. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: para no morir por segunda vez (2002), de toros y estrellas (2004), leche/Milk (2008, Premio Nazionale di Poesia del PEN Club di Porto rico). In 365 esquinas e día cero include diversi generi (2008 e 2009). Il suo ultimo libro, contracanto/del aire a la rosa (2013) ha ottenuto la menzione d’onore del PEN Club di Porto rico.

Leticia Herrera (Monterrey, Messico, 1960) è sociologa, poeta e promotrice culturale. Insegna all’università Pedagogica Nazionale 19b. Ha pubblicato diversi libri di poesia, tra cui poemas incompletos. 1984-2006, sólo digan que fui, celebración del vértigo, desde el nido y otros poemas. È responsabile delle Ediciones Caletita.

Otoniel Guevara (quezaltepeque, El salvador, 1967) ha pubblicato una ventina di libri di poesia, tra cui: erótica (1999), simplemente un milagro (2001), cuaderno deshojado (2002), isla ilegal (2003), sosiego (2003), no apto para turistas (2004), cuando la lluvia se techa de prodigios (2005), los juguetes sangrantes (2006) e canción enferma (2009). Dirige l’Incontro Internazionale di Poeti “El turno del ofendido”.

María Baranda è nata a Città del Messico nel 1962. Ha scritto diversi libri di poesia, alcuni dei quali tradotti in francese, inglese e cinese mandarino. tra i numerosi premi ricevuti, ricordiamo il Nazionale di Poesia aguascalientes nel 2015. Nel 2010 la uNaM ha pubblicato un’ampia scelta della sua poesia col titolo el mar insuficiente.

Enzia verduchi, nata in Italia nel 1967, risiede a Città del Messico da quando aveva cinque anni. Nel 1993 pubblica cartas de usurpación e l’anno dopo riceve il Premio Nazionale Efraín Huerta. altri libri di poesia: el bosque de la hormiga (2002) e 40° a la sombra (2012).

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Mario Bojórquez (los Mochis, sinaloa, Messico, 1968) ha ricevuto, tra gli altri, il Premio Nazionale di Poesia aguascalientes(2007), il Premio Nazionale di saggio letterario josé revueltas (2010) e il Premio alhambra di Poesia americana (2012). Ha pubblicato: pájaros sueltos, contradanza de pie y de barro, diván de Mouraria, pretzels, el deseo postergado, Y2 K, el cerro de la Memoria e hablar sombras.

Roxana Méndez (san salvador, El salvador, 1979) è scrittrice e illustratrice. Ha ottenuto il Premio Nazionale di Poesia (2003) e il Premio Nazionale di Narrativa per l’infanzia (2011). Nel 2012 le fu concesso il premio alhambra di Poesia americana. Ha pubblicato i libri di poesia: Memoria (2004), Mnemosine (2008) e el cielo en la ventana (2012).

Manuel Cuautle (Città del Messico, 1971) è poeta, fotografo e promotore culturale. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: delirios… (1997), cuerpos nómadas (2003), emulación de la tierra (2003), el suicidio del caracol (2005, 2013), en la partitura del exilio (2007), catarsis de la muerte (2009) e Ángeles insurrectos (2013). Dirige il festival Internazionale di Poesia di Città del Messico.

Dennis ávila (tegucigalpa, Honduras, 1981) ha pubblicato due libri di poesia: la calada (2000) e algunos conceptos para entender la ternura (2005). Ha vinto i premi “Poesía hablada” (2001), “Premio único Certamen Cuento breve universitario” (2005) e Menzione onorifica Premio Hibueras (2006). una scelta del suo lavoro è presente nel CD vErsofóNICa (20 poeti, 20 frequenze).

jorge Galán (san salvador, El salvador, 1973) ha pubblicato i libri di poesia el círculo (2014), la ciudad (2011), el estanque colmado (2010), Breve historia del alba (2007), la habitación (2007), fra gli altri. E i romanzi el sueño de Mariana (f&g ediciones, guatemala, 2008) e noviembre (2015, sul massacro dei gesuiti nel suo paese). Ha vinto in tre occasioni il Premio Nazionale di Poesia del suo paese.

javier Alvarado (Panama, 1982) ha ricevuto il Premio Nazionale di Poesia giovane gustavo batista Cedeño negli anni 2000, 2004 e 2007. Nel 2004 gli è stato attribuito il Premio di Poesia Pablo Neruda. Ha pubblicato una decina di libri di poesía, tra i quali: tiempos de vida y muerte, poemas para caminar bajo un paraguas e el mar que me habita.

álvaro Solís (villahermosa, Messico, 1974) ha pubblicato i libri di poesia Bitácora de nadie (2013), diarios del mar (2012), todos los rumbos el mar (2011), los ríos de la noche oscura (2008), los días y sus designos (2007), cantalao (2007), solisón (2005), también soy un fantasma (2003). Ha ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti.

Alí Calderón (Città del Messico, 1982) è poeta e critico letterario. Nel 2007 ricevette il Premio latinoamericano benemerito d’america. Nel 2004 gli fu conferito il Premio Nazionale di Poesia ramón lópez velarde. È autore dei libri di poesia imago prima (2005), ser en el mundo (2007), de naufragios y rescates (2011), en agua rápida (2013) e las correspondencias (2015).

Eleazar Rivera (santo Domingo, El salvador, 1976), ha pubblicato tre libri di poesia: escombros (2003), crepitaciones (2006) e ciudad del contrahombre & noctambulario (2008). Ha vinto numerosi premi, tra i quali il Premio Centramericano di Poesia “Pablo Neruda” nel 2004.

David Cruz (san josé, Costa rica, 1982) è poeta, narratore e giornalista. Ha pubblicato: natación nocturna (2004, Premio giovane Creazione), transatlántico (2011, Premio Cardoza y aragón) e a ella le gusta llorar mientras escucha the Beatles (2013).

Rolando Kattán (tegucigalpa, Honduras, 1979) è poeta, bibliofilo e gestore culturale. Ha pubblicato: animal no identificado (2013), poemas de un relojero (2013), exploración al hormiguero (2004), lo que no cabe en mí (2003), e fuga de sombras (2001).

Paola valverde Alier (san josé, Costa rica, 1984) è poeta e dirigente culturale. È produttrice generale del festival Internazionale di Poesia di Costa. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: la quinta esquina del cuadrilátero (2013) e Bartender (finali sta del xxIv Premio di Poesia jaime gil de biedma, 2014).

Mijail Lamas (Culiacán, sinaloa, Messico, 1979) è critico e traduttore. Ha pubblicato come poeta contraverano (2007), cuaderno de tyler durden seguido de fundación de la casa (2008), Un recuento parcial de los incendios, selección de poemas (2009) e trevas. canción del navegante de sí mismo (2013).

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RAFFAELLI EDITORE Vicolo Gioia, 10 - 47921 Rimini (Italia) www.raffaellieditore.com ISBN 978-88-6792-136-2 stampato a rimini nell’ottobre 2016


collana

Poesia presente (volumi già pubblicati)

1. francesco Napoli PoEsIa PrEsENtE

in italia dal 1975 al 2010 2. Emilio Coco Dalla Parola aNtICa alla Parola Nuova

ventidue poeti messicani d'oggi 3. Maria Cristina biggio NuovI NuovIssIMI MoNDI

antologia di poesia americana, canadese e australiana 4. Emilio Coco trENtaquattro PoEtI CatalaNI PEr Il xxI sEColo

5. Emilio Coco CoN Il fuoCo DEl saNguE

trentadue poeti colombiani d'oggi 6. 7. 8. Emilio Coco Il fIorE DElla PoEsIa latINoaMErICaNa D’oggI

Primo volume - Messico, america centrale e isole secondo volume - america meridionale i terzo volume - america meridionale ii

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