Aprile 2015

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G I O VA N I L E

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Newsletter Mensile ECCO IL TUO DIO Qual’è l’immagine di Dio che Gesù ci ha offerto in sé stesso? Un Dio che ama fino al punto di morire sulla croce per l’uomo. Un Dio che l’uomo può flagellare, deridere, annientare sulla croce. Un Dio che perde sé stesso per salvarci. Pagina 1

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GIOVENTÙ BELLA E... NUOVA Settanta giovani e giovanissimi hanno partecipato al Corso Nuova Vita di Marzo a Pergusa. Pagina 4

INDOVINA CHI VIENE AL CORSO? Il Vescovo di Noto ha fatto visita ai partecipanti al Corso Gesù introducendolo con un suo insegnamento. Pagina 5

NON C’È DUE SENZA TRE La quarta nuova Porziuncola a nascere quest’anno è la terza di Palermo. Ma le grazie del Signore non finiscono qui… Dove nascerà la prossima? Lo saprete il prossimo mese tra queste pagine. Pagina 6 BACHECA MGF Tutti gli appuntamenti MGF per il mese di Aprile. Pagina 8

ECCO IL TUO DIO Ogni anno la Chiesa, nella liturgia, rinnova il mistero pasquale di Cristo, della sua morte e risurrezione. In verità in ogni cele-­‐ brazione eucaris4ca, par4colarmente la Domenica, noi riviviamo la Pasqua di Gesù. Allora, che senso ha celebrare in una ma-­‐ niera così par4colare ogni anno la Pasqua? Perché ques4 quaranta giorni di Quaresi-­‐ ma, tempo penitenziale che ha il suo cul-­‐ mine nei ri4 di questa seEmana santa? E cosa succede nei ri4 della Pasqua? Newsletter - Aprile 2015

La domanda che dobbiamo farci è semplice: la celebrazione della Pasqua è qualcosa che riguarda Dio o è qualcosa che riguarda noi? Spesso si sente dire il venerdì santo, tra la gente come nei mass-­‐media: Oggi è morto il Signore! oppure, la domenica di Pasqua: Oggi è risorto il Signore! Ma è veramente così? A Pasqua, ogni anno, il Signore muore e risorge? San Pietro scrive nella sua prima leMera che Cristo è morto una volta per sempre per i

pecca6 (1Pt 3,18). Ciò che è avvenuto duemila anni fa nella ciMà di Gerusalemme basta ed avanza! Il cristiano, a differenza della mentalità reli-­‐ giosa pagana, non ha bisogno che Dio ogni anno muoia e risorga affinché la creazione e l’uomo abbiano la possibilità di continuare a vivere. Il tempo, per il cristiano, ha un punto di partenza, la creazione; un culmine: l’even-­‐ to pasquale di duemila anni fa; un punto di arrivo: la ricapitolazione di tutto in Cristo, 1


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quando Cristo sarà tutto in tutti (cfr 1Cor 15,20-­‐28). Dunque, ogni anno non ritorniamo punto e accapo! Dalla morte e risurrezione di Cristo è iniziato il tempo della missione di riportare ogni cosa in Cri-­‐ sto, di fare di tutti i popoli e nazioni discepoli di Cristo. Ma, allora, cosa è e a cosa serve celebrare ogni anno la Pasqua? La Chiesa celebra ogni anno, in maniera unica e solenne, la Pasqua -­‐ e non dimen4chiamoci che lo fa ogni Domenica! -­‐ per rendere aMuale ai suoi figli i benefici di quell’evento unico e irripe4bile. Ogni anno ci viene data la possibilità di vivere un tempo, quello quaresimale, in cui prendiamo aMo che abbiamo bisogno di Dio, abbiamo bisogno della sua salvezza realizzata in Cristo Gesù, che abbiamo bisogno di riaccendere la nostra vita alla Luce pasquale di Cristo morto e risorto per noi. E questo perché, lungo il cammino che è iniziato con il nostro baMesimo, subiamo con4nuamente la tentazione e di faMo spegniamo la luce pasquale con cui siamo sta4 accesi dal Risorto per essere a nostra volta luce del mondo, per infiammare il mondo finché Cristo regni su tuE gli uo-­‐ mini. La mèta finale ce la descrive bene il libro del-­‐ l’Apocalisse quando dice che non avremo più biso-­‐ gno né di luce di lampada né di luce di sole perché la gloria di Dio ci illuminerà e la lampada è l’Agnello, Gesù Cristo (cfr Ap 21,23; 22,5). Se però la nostra luce si spegne, come nella parabo-­‐ la delle dieci vergini (Lc 25,1-­‐13) in cui cinque di esse fanno spegnere la loro lampada, come potremo collaborare all’opera che Cristo ha iniziato duemila anni fa? Ecco il senso della Pasqua annuale: riconosce-­‐ re che la nostra lampada si è spenta o quasi e così ri-­‐ tornare a riaccenderci alla luce di Cristo per con4nuare ad accendere il mondo! Il fine della Pasqua siamo noi stessi, lucignoli fumigan4, e per mez-­‐ zo nostro, per mezzo della Chiesa, questo mondo di tenebra e di peccato. Nella celebrazione della Pasqua la Chiesa, riconoscendo di essersi allontanata da Gesù, si ricollega alla sua luce, come quando rimeEamo la spina di una lampada alla presa di corrente. Stacca4 dalla presa ci spegniamo, riaMacca4 ci riaccendiamo. Celebrando la Pasqua riconosciamo che abbiamo bisogno di restare aMacca4 a Cristo, come i tralci alla vite, per portare fruMo. San Paolo, nel capitolo 4 della le@era agli Efesini, ci mostra questo dinamismo della fede crisCana. All’inizio ci dice di camminare se-­‐ condo la vocazione baMesimale che abbiamo ricevuto, cioè la san-­‐ 4tà di vita che deriva dal riconoscere l’unico vero Dio e il suo Figlio, Gesù Cristo, quale unico salvatore. Poi dice che ognuno ha ricevuto una grazia par4colare dallo Spirito di Dio: chi quella dell’apostolato, chi quella dell’insegnamento, ecc. il cui fine è quello di edificare la Chiesa e di raggiungere tuE la perfeMa unità con Cristo. Infine con-­‐ 2

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clude con questa forte esortazione: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri, acceca6 nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore… rives6te l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella gius6zia e nella vera san6tà. (cfr. Ef 4,17-­‐24). L’apostolo riconosce che lungo il cammino di crescita verso la no-­‐ stra pienezza e perfezione che è Cristo, noi cambiamo passo, e ri-­‐ prendiamo a camminare alla maniera dei pagani, avendo i loro vani pensieri, acceca6 nella mente e diventa4 estranei alla vita di Dio, a causa dell’ignoranza e della durezza del nostro cuore. La conse-­‐ guenza è quella di spogliarci della veste baMesimale, che indica la nostra dignità di figli di Dio, per rimeMerci le ves4 dell’uomo vec-­‐ chio, schiavo di una mentalità pagana. Ecco, dunque, il nostro grande problema: il ritorno al paganesi-­‐ mo! Voi mi direte: No, noi non siamo pagani: noi crediamo in Dio, crediamo in Gesù, non negli idoli… Ed io vi dico: Ne siete cer6?

San Paolo ci dice che il vero credente, quello che non è pagano, è rives4to dell’uomo nuovo, creato secondo Dio. È cioè l’uomo che si concepisce e vive ad immagine e somiglianza di Dio. Che, in fondo, è quello che ha faMo Gesù per noi: ci ha libera4 dal peccato per res4tuirci l’immagine e somiglianza di Dio che abbiamo deturpata e persa con il peccato. Pagano è pertanto colui che non è ad immagi-­‐ ne e somiglianza del Dio di Gesù Cristo. Cosa voglio dire con questa affermazione che anche san Paolo sot-­‐ tende quando scrive di non comportarci come i pagani, con i loro vani pensieri e acceca4 nella mente? Noi percorriamo le vie dei pagani quando la nostra immagine di Dio non è quella rivelata da Gesù Cristo ma quella propria dei pa-­‐ gani che in Zeus ha il suo più alto proto4po. PermeMetemi di dirvi francamente che risiede proprio qui il nostro paganesimo, la cecità della nostra mente, tanto che san Paolo dice che dobbiamo rinnovarci nello spirito della nostra mente, dobbia-­‐ mo cioè conver4rci (conversione, dal greco metanoia, significa ap-­‐ Newsletter - Aprile 2015


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punto cambiamento della mente). Abbiamo una mentalità distorta. Abbiamo una mentalità da pagani e non ce ne accorgiamo! Il nostro vero grande problema è la nostra idea di Dio. Abbiamo una mentalità pagana perché per noi Dio non è il Padre buono e misericordioso di Gesù Cristo, ma Zeus, geloso delle sue preroga4-­‐ ve, per cui nessuno può essere come lui. Anzi, quando qualcuno gli si avvicina un pocheEno, allora lui lo punisce mandandogli qualche sofferenza, una cosiddeMa “prova”, per rimeMerlo al suo posto di uomo. Per noi Dio è Zeus, capriccioso e spesso crudele, che senza alcun mo4vo ogni tanto si diverte a mandarci qualche male e noi dobbiamo solo acceMare la sua volontà insindacabile. Oggi gli an-­‐ dava di farmi stare male, di farmi girare storta la giornata, di far morire quel giovane in un incidente, di farmi venire un tumore… SIA FATTA LA SUA VOLONTÀ! Per noi, Dio è quel Zeus che appena sbagliamo, non osservando le sue leggi, allora ci scaglia addosso un fulmine per annientarci. Gli stessi apostoli hanno ceduto a questa visione quando chiedono a Gesù il permesso di far scendere un fuoco dal cielo per distruggere i samaritani che non l’hanno accolto (Lc 9,54). Viviamo costantemente con la paura di sbagliare, con la paura che Dio-­‐Zeus ci punirà se sgarriamo. E perciò un giorno tro-­‐ veremo chiusa la porta del paradiso! Ma questo non è il Dio di Ge-­‐ sù Cristo, non è il Dio della mia professione di fede! Noi viviamo la nostra vita spiritua-­‐ le in rapporto con una imma-­‐ gine di Dio distorta e per que-­‐ sto viviamo storti, camminia-­‐ mo per vie storte e rendiamo storto anche il mondo che ci circonda. Ad Andrea e Filippo che gli vanno a dire che ci sono dei greci che vogliono vederlo, Gesù risponde che è arrivato il momento di glorificare Dio, cioè di rendere manifesto Dio. E inizia a parlare di un seme che deve morire per portare fruMo, di un perdere la propria vita per salvarla; parla cioè della sua imminente morte sulla croce (cfr Gv 12,20-­‐33). Questa è l’immagine di Dio che Gesù ci ha offerto in sé stesso: un Dio che ama fino al punto di morire sulla croce per l’uo-­‐ mo. Un Dio che l’uomo può flagellare, deridere, annientare sulla croce. Un Dio che perde sé stesso per salvarci. Questa è la perfezione a cui san Paolo ci richiama: Gesù Cristo, l’uomo perfeMo, perché ha riprodoMo in sé pienamen-­‐ te, perfeMamente, sulla croce, l’immagine vera di Dio (cfr Ef 4,13). Newsletter - Aprile 2015

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È questa immagine di Dio a cui dobbiamo somigliare e che dob-­‐ biamo tesCmoniare al mondo: Dio è amore fino alla follia della croce; Dio non è geloso delle sue preroga4ve, ma si è spogliato fino ad assumere la condizione di servo, umiliato fino alla morte di cro-­‐ ce (cfr Fil 2,6-­‐8); Dio non è un legislatore implacabile, ma scrive con il suo sangue un’unica legge: amare fino a dare la vita per l’altro (cfr Gv 15,13); Dio non è capriccioso nel suo agire, mandando a destra e a manca mali e sofferenze: Egli si è caricato delle nostre malaJe e infermità (cfr Mt 8,17); Dio non ci punisce duramente se cadiamo nel peccato, ma si è faLo peccato in nostro favore (cfr 2Cor 5,21), perché ognuno di noi, come l’apostolo Giovanni, possa guardare e sperare sempre nell’amore di Dio: ecco, una porta era aperta nel cielo. (Ap 4,1) Sì, c’è una porta nel cielo spalancata per l’uomo e questa porta è il costato di Cristo spalancato dall’amore incondizionato di Dio. A Pasqua abbiamo l’opportunità di riprendere il nostro cammino, abbandonando il paganesimo della nostra mente, rientrando per la porta del cielo che è Gesù Cristo (Pasqua significa appunto “pas-­‐ saggio”). Riprendiamo il nostro cammino verso la piena conoscenza di Dio aMraversando quel passaggio aperto nel costato di Cristo. Buona Pasqua! fra’ Saverio Benena6

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GIOVENTÙ BELLA E... NUOVA In occasione di un incontro interna-­‐ zionale nell’ambito del Giubileo del 2000, l’allora Cardinale Ratzinger, futuro Papa BenedeMo XVI, ebbe a soMolineare che “Evangelizzare non è semplicemente una forma di parla-­‐ re, ma una forma di vivere”. Questa affermazione non solo è valida per quan4 nel Movimento Giovanile Francescano, giorno per giorno, at-­‐ tendono a questo ministero, ma va applicata anche a tuMe le esperienze che vengono proposte a tuE i livelli per la Nuova Evange-­‐ lizzazione e la formazione progressiva e permanente dei giovani.

vitale della salvezza in Cristo Gesù per la potenza dello Spirito Santo. La maggior parte di essi sono diciot-­‐ to/ventenni che hanno riscoperto un Gesù Risorto, vivo e vivificante, nelle proprie ciMà grazie all’instancabile opera di evangelizzazione da parte dei membri delle Porziuncole. L’esperienza proposta, che si configu-­‐ ra come un vero e proprio laboratorio in cui Dio stesso opera mediante la

Parola salvifica del Vangelo e l’invisibi-­‐ le, ma quanto efficace, azione dello Spirito Santo, ha prodotto notevoli frutti. Solo chi se ne è reso protagoni-­‐ sta, come argilla nelle mani del va-­‐ saio, può descrivere la conversione profonda che solo la Parola viva ed efficace del Vangelo produce in chi l’accoglie con cuore umile e sincero. RIngraziamo il Signore per averci fat-­‐ to dono di ques4 giovanissimi fratelli con i quali, ne siamo sicuri, vivremo altre profonde esperienze di Dio.

In par4colare, i cosiddeE “corsi” della Scuola di Evan-­‐ gelizzazione si propongono non tanto come esperienze didaEche, bensì come espe-­‐ rienze di vita, che incidono nel cuore, innanzi tuMo, e poi anche nella mente, per un profondo e radicale cambia-­‐ mento di vita. Così, ancora una volta, il Cor-­‐ so Nuova Vita, riproposto dal 13 al 15 marzo a Pergusa e che ha visto la partecipazio-­‐ ne di seManta giovani prove-­‐ nien4 da tuMa la Sicilia, ha faMo fare esperienza viva e 4

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INDOVINA CHI VIENE AL CORSO? Domenica 8 Marzo, presso l’Is4tuto delle Suore Francescane di Lipari, si è tenuto a Noto la prima parte del corso zonale “Gesù nei quaMro Vangeli”, proposto dalla Scuola di Evangelizza-­‐ zione del Movimento Giovanile Fran-­‐ cescano di Sicilia, che ha visto la parte-­‐ cipazione di alcuni giovani provenien4, oltre che da Noto, anche da Paternò. Il corso, che si ar4colerà in altri tre in-­‐ contri con cadenza mensile, non consi-­‐ ste tanto in uno studio biblico dei van-­‐ geli, quanto in un incontro con Gesù aMraverso lo sguardo e l’esperienza di ogni evangelista, a par4re dal Vangelo di Marco. In occasione del primo incontro i par-­‐ tecipan4 hanno ricevuto inaspeMata-­‐ mente la visita ed il saluto del Vescovo

della Diocesi di Noto, Mons. Antonio Staglianò, che con le sue parole ha contribuito a dare una visione pano-­‐ ramica dei Vangeli, soMolineandone la bellezza di ciascuno nel ritraMo perso-­‐ nale e caraMeris4co di Gesù. Il suo sugges4vo e approfondito insegna-­‐ mento sul Gesù storico e sull’impor-­‐ tanza dell’esperienza di Gesù Risorto per comprendere la Verità che i Vange-­‐ li intendono trasmeMere ha rappresen-­‐ tato una vera ricchezza per tuE i par-­‐ tecipan4 al Corso. I giovani del “ProgeMo Discepoli” si augurano che questo edificante incon-­‐ tro rappresen4 la prima tappa di un percorso di concreta collaborazione con la Chiesa di Noto e con il suo Pa-­‐ store finalizzato a condurre sempre più

giovani alla sequela di Gesù, unica via di gioia e di salvezza.

PROSSIMAMENTE NELLE ZONE MGF… CORSO GESÙ: Vangelo secondo Matteo Noto: 12 Aprile - Marineo: 19 Aprile CORSO GESÙ: Vangelo secondo Luca Pergusa: 26 Aprile Per maggiori informazioni e iscrizioni, mettiti in contatto con i referenti locali. Newsletter - Aprile 2015

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NON C’È DUE SENZA TRE Un po’ di storia… Ancora una volta il Signore compie i suoi prodigi; la Porziuncola di cui faccio parte inizia il suo percorso il 12 Maggio del 2011 con quaMro cari fratellini, Fa-­‐ bio, Francesca, Sabrina e Gianmarco. Il Signore ci ha faMo dono di tante sorel-­‐ line e di tan4 fratellini, fino a quando il 29 Novembre del 2012 abbiamo avuto la gioia di festeggiare la prima mol4pli-­‐ cazione. Durante ques4 anni il Signore ci ha usa4 e ha cominciato a cambiare il no-­‐ stro cuore; del resto nella Porziuncola siamo chiama4 ad accoglierci gli uni gli altri per crescere nella sequela di Gesù, ma non ci può essere piena sequela se il nostro cuore non è reso capace dallo Spirito Santo di essere accogliente ver-­‐ so tuE quei fratelli e quelle sorelle che Lui ci invia. È bello sperimentare ciò che il Signore fa in ognuno di noi quando ci lasciamo usare dando il nostro “eccomi”! Così il Signore ci ha condoE verso la nuova mol4plicazione: la Porziuncola nascen-­‐ te, guidata da Angela Costa, è compo-­‐ sta dai componen4 della Porziuncola a noi affidata e da quella di Vincenzo e Linda, quella appunto nata nel 2012. Che momento di grazia ascoltare le testimonianze con le quali si è fatta 6

m e m o r i a d e l l e meraviglie operate d a l S i g n o r e i n questi mesi di cammino insie-­‐ me. Ricordiamo la testimonianza di Angela che conosce il pro-­‐ getto discepoli attraverso Fa-­‐ cebook e il sito mgfsicilia.org; quella di Margherita aggiunta a noi grazie alla preghiera dei fratelli e la testimo-­‐ nianza di Angela; quella di Giuseppe che ci rappresentava le sue difficoltà iniziali a causa della timidezza che si è “sciolta” grazie all’accoglienza dei fra-­‐ telli e alla misericordia del Signore; quella di Francesca Aiello, responsabi-­‐ le di un gruppo giovanile parrocchiale, che attraverso il Progetto Discepoli sta trovando nuova linfa e vigore nel ser-­‐ vire il Signore e i fratelli. Il momento della molCplicazione Durante la preghiera dell’Invio abbia-­‐ mo vissuto un momento molto forte e intenso, faMo di emozioni che sono difficili da scrivere perché non potran-­‐ no mai trasmeMere l'amore che ognu-­‐ no di noi ha provato. È stato emozio-­‐

n a n-­‐ te pregare sui fratelli in mol4-­‐ plicazione mentre essi, in ginocchio davan4 la statua della Vergine Maria, pregavano a loro volta. Lo Spirito Santo invocato su di loro, alternando mo-­‐ men4 di invocazione con il canto, ha faMo sì che realmente potessimo spe-­‐ rimentare il “dove due o tre sono riu-­‐ ni4 nel mio Nome io sarò con loro”. La mol4plicazione ha proseguito con il dono della luce da parte di Fabio e Francesca ad Angela. La mol4plicazione si è conclusa con l'abbraccio fraterno facendoci sperimentare la purezza dei rappor4 umani tra fratelli che vivono in Cristo accomuna4 dall’Amore. Francesca Aiello tes4monia così il mo-­‐ mento vissuto: “Alla mia prima espe-­‐ Newsletter - Aprile 2015


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rienza di mol4plicazione, posso dire che ho il cuore traboccante di gioia, ho re-­‐ spirato davvero il senso di comunità, di fratellanza, di amore vero, gratuito… Cristo vivo in mezzo a noi tra sorrisi la-­‐ crime e preghiera. Cer4 che la mol4pli-­‐ cazione non ci ha divisi ma ci ha uni4 ancora di più in Cristo. Ringrazio il Si-­‐ gnore per le grazie su grazie che ci dona e perché ci ama per primo e vuole sem-­‐ pre il meglio per noi.” Grazie a tuMa la comunità che in un sol corpo e un solo spirito prega il Signore per ciascuno di noi perché le nostre ginocchia non siano vacillan4 ma sem-­‐ pre pronte a correre in modo costante verso l’annunzio della Parola di Gesù… fino ai confini del mondo. Ma quali so-­‐ no i confini del mondo verso cui il Si-­‐ gnore ci invia? Accogliamo questa sfida, fissando gli occhi su Gesù, e con4nuia-­‐ mo a sostenerci vicendevolmente verso quei “confini” dove Gesù ci invia. Fabio Pace

IL GESÙ DI MATTEO Ha preso il via la seconda parte del Corso Gesù dedicata al Vangelo secondo Mat-­‐ teo. Dopo, infatti, aver conosciuto il Gesù secondo Marco, potente nei segni di sal-­‐ vezza, il 22 marzo scorso a Pergusa si è tenuta la prima delle tre giornate zonali -­‐ le prossime tappe sono a Noto e Marineo -­‐ dedicate alla conoscenza del Gesù così come ce lo ha restituito il secondo, in or-­‐ dine cronologico, evangelista. Identico lo schema di presentazione: do-­‐ po la conoscenza dell’autore e la presen-­‐ tazione delle peculiari caratteristiche del-­‐ la sua opera, si è potuto maggiormente comprendere e apprezzare il contenuto del suo Vangelo che, come negli altri, è la Persona viva del Figlio di Dio, anche se vista dalla particolare ottica di ogni singo-­‐ lo autore sacro. Si è venuto così a scoprire che nel Vange-­‐ lo secondo Matteo… Non aggiungiamo altro, lasciando che i partecipanti ai pros-­‐ simi appuntamenti zonali lo scoprano da soli, dalla stessa penna di Matteo.

Nella foto a sinistra i membri della terza Porziuncola palermitana nata dalla moltiplicazione delle prime due.

VOICES FOR CHARITY Oltre cinquanta giovani MGF provenienti da diverse città della Sicilia orientale si sono riuniti a Mascalucia il 29 marzo scorso, Domenica delle palme, in occasione di un concerto di beneficenza organizzato dalla corale “Voices for Charity” (formatasi lo scorso dicembre), composta da alcuni giovani appartenenti alle Porziuncole locali e ad altre della zona orientale (Catenanuova, Avola, Catania, Gela), e diretto dalla porziuncolina di Mascalucia Lucia Cantone. Voluto fortemente dal parroco, don Paolo Malatesta, della parrocchia San Vito martire di Mascalucia, dove si è svolto l’evento, il concerto ha avuto lo scopo di Newsletter - Aprile 2015

aiutare la nascente Caritas parrocchiale per venire incontro alle tante famiglie bisognose in questo momento di crisi. I giovani, nonostante qualche sacrificio nella difficoltà d’incontrarsi, provenendo da diverse città, provando e riprovando per un mese circa una quindicina di canti presi dalla tradizione liturgica e non solo, hanno cercato di rispondere con gioia alla chiamata di Cristo, poiché “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.” (Mt 25,40)

Ciascuno di noi si è sentito riempito da quell’Amore che solo Gesù può dare e che rende tutti fratelli. Ringraziamo Gesù che ci ha riempito della sua forza, nella speranza di aver toccato i cuori di chi, oltre ad essere bisognoso di un aiuto materiale, è bisognoso di Lui, vera fonte di acqua viva che disseta per l’eternità. 7


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CALENDARIO MGF Ù CORSO GES oto: Matteo 12 Aprile a N arineo: Matteo 19 Aprile a M gusa: Luca 26 Aprile a Per

25-26 Aprile a Marineo Incontro Gruppo San Damiano a cura del Servizio Provinciale di Orientamento vocazionale

ADORAZIONE GIOVANI - JESUS

4YOU

Catania: 9 Aprile - H 20.30 Palermo: 9 Aprile - H 21.00 Catenanuova: 16 Aprile - H 19.00 Roma: 17 Aprile - H 21.00 Marineo: 22 Aprile - H 21.00 Noto: 23 Aprile - H 20.30 Pergusa: 23 Aprile - H 20.30 Pedara: 27 Aprile - H 20.30 Paternò: 30 Aprile - H 19.30

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE OFM CONV. Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

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SOVRABBONDANTE GRATUITÀ Domenica 26 Aprile si cele-­‐ bra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Che senso ha oggi spendersi totalmente per il Signore nella consacrazione religiosa e sacerdotale? Di seguito un passaggio dell’Esortazione Apostolica Vita Consecrata di Giovanni Paolo II (104). Non sono pochi coloro che oggi si interrogano perplessi: Perché la vita consacrata? Perché abbracciare questo genere di vita, dal momento che vi sono tante urgenze, nell'ambito della cari-­‐ tà e della stessa evangelizzazione, a cui si può rispondere an-­‐ che senza assumersi gli impegni peculiari della vita consacrata? Non è forse, la vita consacrata, una sorta di «spreco» di ener-­‐ gie umane utilizzabili secondo un criterio di efficienza per un bene più grande a vantaggio dell'umanità e della Chiesa? Que-­‐ ste domande sono più frequenti nel nostro tempo, perché stimolate da una cultura utilitaristica e tecnocratica, che tende a valutare l'importanza delle cose e delle stesse persone in rapporto alla loro immediata «funzionalità». Ma interrogativi simili sono esistiti sempre, come dimostra eloquentemente l'episodio evangelico dell'unzione di Betania: «Maria, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, co-­‐ sparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento» (Gv 12,3). A Giuda che, prendendo a pretesto il bisogno dei poveri, si lamentava per tanto spreco, Gesù rispose: «Lasciala fare!» (Gv 12,7). E' questa la risposta sempre valida alla domanda che tanti, anche in buona fede, si pongono circa l'attualità della vita consacrata: Non si potrebbe investire la propria esistenza in modo più effi-­‐ ciente e razionale per il miglioramento della società? Ecco la risposta di Gesù: «Lasciala fare!». A chi è concesso il dono ine-­‐ stimabile di seguire più da vicino il Signore Gesù appare ovvio che Egli possa e debba essere amato con cuore indiviso, che a Lui si possa dedicare tutta la vita e non solo alcuni gesti o al-­‐ cuni momenti o alcune attività. L'unguento prezioso versato come puro atto di amore, e perciò al di là di ogni considerazio-­‐ ne «utilitaristica», è segno di una sovrabbondanza di gratuità, quale si esprime in una vita spesa per amare e per servire il Signore, per dedicarsi alla sua persona e al suo Corpo mistico. Ma è da questa vita «versata» senza risparmio che si diffonde un profumo che riempie tutta la casa. La casa di Dio, la Chiesa, è, oggi non meno di ieri, adornata e impreziosita dalla presenza della vita consacrata. Quello che agli occhi degli uomini può apparire come uno spreco, per la persona avvinta nel segreto del cuore dalla bellezza e dalla bontà del Signore è un'ovvia risposta d'amore, è esultante gratitudine per essere stata am-­‐ messa in modo tutto speciale alla conoscenza del Figlio ed alla condivisione della sua divina missione nel mondo. «Se un figlio di Dio conoscesse e gustasse l'amore divino, Dio increato, Dio incarnato, Dio passionato, che è il sommo bene, gli si darebbe tutto, si sottrarrebbe non solo alle altre creature, ma perfino a se stesso e con tutto se stesso amerebbe questo Dio d'amore fino a trasformarsi tutto nel Dio-­‐uomo, che è il sommo Amato».

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