Dicembre 2015

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M O V I M E N T O

G I O VA N I L E

F R A N C E S C A N O

Newsletter Mensile PROVATA DALL’AMORE Dalla “prova d’amore” all’Amore accolto e provato in Gesù Cristo. La testimonianza di Sibilla che ha sperimentato la liberazione dalle lacrime e dalla morte grazie all’incontro con Colui che è l’Amore. Pagina 4

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ANCORATI ALLA SPERANZA Con quasi ottanta partecipanti, la Sicilia si è confermata la Regione con più partecipanti al Convegno Nazionale “Giovani verso Assisi”. Pagina 6

MISSIONE COMPIUTA! Oltre ottanta porziuncolini hanno partecipato al corso Tetelestai in cui si è fatta esperienza del nucleo centrale del kerygma, per accoglierlo e annunciarlo con potenza. Pagina 8

LA GIUSTA MISURA Lo psicologo e porziuncolino Antonio Ferro ha aperto a Palermo un ciclo di incontri sulle nuove dipendenze che affliggono sempre più individui, famiglie e società. Pagina 12

NUOVE PIETRE VIVE Lo scorso 25 Novembre è nata la Porziuncola di Pietraperzia, frutto dei discepoli-missionari di Enna-Pergusa. Pagina 10

BUONA LA PRIMA! È partita ad Enna la nuova proposta MGF del Chiosco Teologico. Pagina 13

FARE MISERICORDIA Volendoci consegnare qualco-­‐ sa di concreto e di riproducibi-­‐ le, quindi u5le ai suoi eredi, Francesco d’Assisi ci consegna nel suo Testamento quale principio della sua personale conversione l’esperienza pres-­‐ so i lebbrosi. Esperienza che definisce con queste parole: feci con essi misericordia. Nello scorso numero di questa nostra newsle2er vi ho scri2o riguardo al Te-­‐ stamento di San Francesco una prima riflessione di una serie che sento di of-­‐ frirvi per delineare in una qualche misura quella spiritualità che ci dovrebbe con-­‐ traddis?nguere come appartenen? ad un Movimento francescano. Francesco, scrivevo nella scorsa riflessio-­‐ ne, inizia il suo Testamento con le parole “Il Signore”. Non tanto Francesco, ma è il Signore a2raverso Francesco che conse-­‐ Newsletter - Dicembre 2015

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gna a noi l’eredità france-­‐ scana. Francesco ne è quasi notaio o, se volete, esecuto-­‐ re testamentario o anche amministratore. E il primo dono che Francesco riceve dal Signore e che con il Te-­‐ stamento consegna a noi in eredità è la misericordia: Il Signore de5e a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccaA mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E al-­‐ lontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, steG un poco e uscii dal mondo.

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la Scrittura, anche per l’opera che vuole realizzare in France-­‐ sco, Dio si serve di “angeli” che in questo caso specifico sono i lebbrosi. A Francesco viene concesso da Dio il dono della conversione mediante i lebbrosi, quello scarto della società che per primo France-­‐ sco fuggiva. Dio prende l’ini-­‐ ziativa di convertire Francesco proprio a partire da ciò che maggiormente fuggiva anche solo alla vista. Lo prende di peso e lo conduce tra loro.

Perché? Perché Dio per con-­‐ vertire Francesco ha avuto bisogno di condurlo tra i lebbrosi? L’i?nerario di conversione vissuto da Francesco fu sicu-­‐ ramente molto più ricco e complesso di un pur impor-­‐ Fare penitenza. Cosa in-­‐ tante soggiorno e servizio tra tende Francesco con questa i lebbrosi: le biografie, infa_, espressione? Non certa-­‐ ci raccontano diversi e inte-­‐ mente che il Signore chiese La parola ebraica hesed con cui traduciamo le parole ressan? episodi, tra i quali a Francesco di pagare pe-­‐ amore e misericordia non descrive il cuore, ma l’agire anche l'esperienza mis?ca gno per i suoi peccati di concreto. La hesed di Dio si sperimenta in ciò che Dio ha davan? alla croce di San Da-­‐ gioventù! La parola “peni-­‐ fatto e continua a fare, è una cosa verificabile, è qual-­‐ miano. Eppure per Francesco, tenza” negli scritti france-­‐ prossimo alla morte e deside-­‐ cosa che arriva a noi, è ricevibile non come un senti-­‐ scani corrisponde alla paro-­‐ roso di lasciare una memoria la “conversione”. Per Fran-­‐ mento ma come un’opera pratica e concreta di Dio. preziosa degli even? impor-­‐ cesco, penitenza significa tan? della sua vita, il ricordo quel capovolgimento che porta l’uomo da una vita istintiva, essenziale a cui egli a2ribuì un valore determinante fu il tempo auto-­‐centrata, ad una esistenza interamente soggetta e ab-­‐ trascorso con i lebbrosi. Quell'evento non solo non fu mai di-­‐ bandonata alla volontà e alla signoria di Dio. men?cato dal Santo ma fu il primo che ritornò alla sua memo-­‐ Questo significato di penitenza risulta anche dalla Vita prima di ria nel momento in cui volle raccontare di sé e della sua conver-­‐ Tommaso da Celano, uno dei suoi primi biografi: ascoltato il sione. Dobbiamo pertanto supporre – ma fondatamente – che Vangelo della missione degli apostoli ed il commento del sacer-­‐ Francesco ha una convinzione alla base di quanto sta scrivendo: dote secondo cui «i discepoli di Cristo… devono soltanto predi-­‐ le esperienze mis?che sono dei doni personali non riproducibili care il Regno di Dio e la penitenza», subito, esultante di Spirito e quindi non consegnabili come modello agli altri. E, infa_, Santo, Francesco esclama di volerlo, di chiederlo, di bramarlo di Francesco nel suo Testamento non scrive né dell’esperienza di San Damiano né di quella de La Verna in cui riceverà le s?gma-­‐ fare con tu2o il cuore! Da allora, con grande fervore, egli comincia a predicare la peni-­‐ te. Volendoci consegnare qualcosa di concreto e di riproducibi-­‐ tenza e raduna? i primi o2o fratelli alla Porziuncola, dopo aver le, quindi u?le al le2ore, ci consegna l’esperienza presso i leb-­‐ parlato a lungo del Regno di Dio, del disprezzo del mondo, del brosi. Esperienza che definisce con queste parole: usai-­‐feci con rinnegamento della propria volontà, del dominio che si deve essi misericordia. esercitare sul proprio corpo, li divide in qua2ro gruppi e dice loro di andare a due a due per le varie par? del mondo e di an-­‐ nunciare agli uomini la pace e la penitenza. È poi da notare che tale annuncio riceverà la conferma dalla Chiesa quando Inno-­‐ cenzo III, nella primavera del 1210, li incoraggiò con molti consigli e li benedisse dicendo: Andate con Dio, fratelli, e co-­‐ me Egli si degnerà ispirarvi, predicate a tutti la penitenza. Francesco per prima cosa ci consegna l’esperienza della sua conversione, nata per iniziativa di Dio. E come spesso ci attesta 2

Feci misericordia. A noi questo verbo torna strano; siamo soli? dire che si è misericordiosi, non tanto che si fa la misericordia. La misericordia per noi è un sen?mento che ci porta a compiere delle opere che ne sono espressione dire2a. La misericordia in sé, in quanto sen?mento del cuore e a2eggiamento di vita, si esprime con ges? che la rivelano e la qualificano. Ma per la Scri2ura no! Per la Bibbia l’amore e la misericordia non sono sen?men?, ma qualcosa che si fa: si fa l’amore, si fa la miseri-­‐ cordia. La parola ebraica hesed con cui traduciamo le parole amore e misericordia non descrive il cuore, ma l’agire dell’uo-­‐ Newsletter - Dicembre 2015


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mo. La hesed di Dio si sperimenta in ciò che Dio ha fa2o e con-­‐ ?nua a fare (vedi il Grande Hallel: Sal 136), è una cosa verifica-­‐ bile, è qualcosa che arriva a noi, è ricevibile non come un sen-­‐ ?mento ma come un’opera pra?ca e concreta di Dio. Ma nella bibbia c’è un altro termine che noi traduciamo con misericordia, che è più auten?co e più frequente poiché si rife-­‐ risce quasi esclusivamente a Dio quale agente ed esprime la sua misericordia e il suo perdono: rahamim che significa utero. Se-­‐ condo questa accezione la misericordia di Dio è l’a2o genera?-­‐ vo con cui Dio da vita all’uomo morto per il peccato. Nelle parabole evangeliche è evidente come dietro le parole greche misericordia, compassione e perdono c’è dietro l’ebrai-­‐ co-­‐aramaico rahamim poiché le azioni descri2e sono sempre a_ di vita per cui qualcuno, morto o des?nato alla morte, torna a vivere (cfr. il padrone e il servo senza cuore in Mt 18,23-­‐35; il padre e il figliol prodigo in Lc 15,11-­‐32; ecc.). Nei contes? dove Gesù prova compassione ci sono sempre elemen? che espri-­‐ mono il dono della vita: mol?plicazione dei pani, la vedova di Nain, la peccatrice perdonata, ecc. Gesù è il misericordioso per eccellenza fino al punto che, men-­‐ tre lo crocifiggono, ripete con insistenza “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34), donando la sua vita ai suoi stessi crocifissori. Infa_, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morA che era-­‐ vamo per le colpe, ci ha fa5o rivivere con Cristo (Ef 2,4).

Ritornando alle parole di Francesco d’Assisi, comprendiamo adesso bene quello che ci sta dicendo: il Signore lo fece passare dalla morte alla vita, dall’amarezza del peccato alla dolcezza della vita nuova in Cristo, quando iniziò a dare vita a quei leb-­‐ brosi con il suo servizio in mezzo ad essi. In tutto ciò Francesco sperimenta pienamente la quinta beati-­‐ Newsletter - Dicembre 2015

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tudine: Beati i misericordiosi perché riceveranno misericordia. C’è una reciprocità tra la vita nuova che riceviamo da Dio, frutto del Suo amore, e l’amore con cui rigeneriamo i fratelli. Possiamo tradurre così la quinta beatitudine: beati coloro che vivificano con il loro amore-­‐misericordia perché saranno vivifi-­‐ cati da Dio. Il vero problema dell’uomo è non tanto essere capace di mi-­‐ sericordia ma di ricevere misericordia da Dio. E la parola di Gesù su questo punto è inequivocabile: devi usare misericor-­‐ dia! ...rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori… Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro per-­‐ donerà le vostre colpe. (Mt 6,12.14-­‐15) Perché tan@ giovani e meno giovani, dopo aver faBo un’espe-­‐ rienza forte di Dio, quale potrebbe essere nel nostro Movi-­‐ mento Giovanile Francescano il Corso Nuova Vita come per Francesco fu l’esperienza con il crocifisso di San Damiano, non giungono poi a viverla in pienezza? Perché manca questo passo successivo: fare misericordia agli altri per ricevere concre?zzare la misericordia di Dio e così sperimentare la Vita Nuova. Come a un qualsiasi bambino non basta uscire dal grembo della madre per vivere, ma gli occorre respirare liberandolo da ciò che ostruisce le vie respiratorie, così non basta un’esperienza di Dio, per quanto forte, ma occorre liberarci da ciò che impedisce a Dio di farci vivere. La conversione raggiunge il suo culmine e produce i suoi effeM sensibili solo con un cambiamento radicale di vita mediante l’esperien-­‐ za del fare misericordia, cioè del sanare le divi-­‐ sioni con i fratelli me-­‐ diante il perdono e/o con l’abbracciare chiun-­‐ que è diviso da me. In-­‐ fa_, Francesco così con-­‐ clude: E allontanandomi da essi [il sogge2o sono “i pecca?” di cui prima aveva de2o che vi era immerso], ciò che mi sembrava amaro [la sola vista dei lebbrosi] mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E l’avventura di Francesco, discepolo di Cristo, apo-­‐ stolo della penitenza-­‐con-­‐ versione, ebbe inizio. Per-­‐ ciò, alla base del nostro discepolato-­‐missionario francescano non possiamo collocare altro che la conversione, frutto del fare misericordia, dell’accorciare qualunque distanza e dell’annullare qualsiasi divisione dai fratelli, a partire da quelli che ci rendono amara l’esistenza, ma che sono, nel progetto mi-­‐ sericordioso di Dio, gli “angeli” della nostra salvezza. fra’ Saverio BenenaA 3


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PROVATA DALLʼAMORE Dalla “prova dʼamore” allʼAmore accolto e provato in Gesù Cristo. La testimonianza di Sibilla che ha sperimentato la liberazione dalle lacrime e dalla morte grazie allʼincontro con Colui che è lʼAmore.

Un anno fa la mia vita è completa-­‐ mente cambiata. Ho incontrato per la prima volta Gesù e oggi, che vivo molto più di allora la consapevolez-­‐ za dalla mia conversione, mi è stata concessa la grazia di poter? raccon-­‐ tare l‘immenso amore di Dio. Non posso dire che la Sua presenza è stata nulla nei miei passati 24 anni, tutt’altro! Anche se me ne rendo conto solo ora. Sin da quan-­‐ do sono venuta al mondo, Lui ha condotto i miei passi, mi ha posto sotto la sua ala per tutta l’infanzia proteggendomi e salvandomi da molti pericoli. Tuttavia la situazio-­‐ ne è cambiata nell’adolescenza, quando presi pieno possesso della mia libertà di scelta. E così mentre io iniziai a scegliere di allontanarmi sempre più da Dio, Lui se ne stava in disparte e in silenzio, senza smettere di guardarmi. All’età di 14 anni, il mio primo “fi-­‐ danzato” decise di me2ermi alle 4

stre2e dicendomi: “Se mi ami devi dimostrarmelo”. Io, che non deside-­‐ ravo altro che sen?rmi amata e ap-­‐ prezzata, mi trovai di fronte a una scelta. Non avevo idea di cosa fosse l’Amore e con tanta paura decisi di pagare il pegno per riceverlo in cambio. Ricordo ancora quella sera: la luna aveva perso la sua incante-­‐ vole bellezza. Dopo pochissimo tempo ci lasciammo: lui aveva con-­‐ quistato il suo trofeo e io avevo perso la par?ta, con tanta rabbia dentro perché mi sen?vo derubata di qualcosa di prezioso, profanata. L’orgoglio mi portò a non riconosce-­‐ re questa ferita, ma a fare altre scelte laceran?, ritenendo che nes-­‐ suno poteva più togliermi niente. E mentre con?nuavo a cercare l’amo-­‐ re perfe2o la storia con?nuava a ripetersi, al punto che non cadeva più neanche una lacrima. Il risultato era che mi sen?vo sempre più spor-­‐ ca di una macchia indelebile; ricor-­‐ do le volte che so2o la doccia mi

graffiavo la pelle perché non riusci-­‐ vo a sen?rmi pulita dentro! Iniziai a darmi alla ricerca disperata di quel qualcosa che mi mancava per ricolmare il grande vuoto che senti-­‐ vo dentro. Mi chiedevo: “Cosa mi manca? Perché non sono felice?”. Pensando che il problema fosse il mio corpo, molto diverso da quello delle modelle, iniziai a mangiare sempre meno: stavo per conoscere l’anoressia. Presa per i capelli, mi diedi ad altre forme di compensa-­‐ zione. Credendo nella necessità di farmi degli amici, sperando di entra-­‐ re a far parte di un gruppo, iniziai a seguire compagnie nelle loro forme di illusorio divertimento: alcol e dro-­‐ ga. Ma tutto fu solo distruttivo. Disperata, decisi di darmi alla vita “sana” arrivando a fare anche sei ore di attività fisica al giorno; non vivevo per altro e arrivai a perdere final-­‐ mente quei chili di troppo. Ma cosa cambiò? Nulla. Anzi, stavo peggio di Newsletter - Dicembre 2015


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prima, mi sentivo ancora più sola, ancora più triste. La mia vita era un fallimento: non ero riuscita a portare a compimento gli studi secondo i tempi che mi ero prefissata, non ero riuscita a circondarmi di amici, non ero riuscita a farmi amare. Ero nes-­‐ suno, una creatura inutile, sporca, destinata a nulla di buono. Era il settembre 2014 quando, stan-­‐ ca di quella vana e dolorosa ricerca, iniziai a tremare dinanzi alla scelta che rimbombava sempre più nella mia testa: togliermi la vita. Il demo-­‐ nio aveva fatto bene il suo lavoro e stava per chiudere completamente la fossa che mi ero scavata. Iniziai a diventare pubblicamente un mendi-­‐ cante di amore, di attenzione, grida-­‐ vo in lacrime a chiunque che avevo bisogno di aiuto. Nessuno sapeva come aiutarmi, anzi ci fu anche chi se ne approfittò. Solo una persona mi diede ascolto, quella stessa per-­‐ sona che sino ad allora era rimasta in silenzio e in disparte senza mai togliere lo sguardo su di me: Gesù. Chi può dimen?care quella no2e del 4 novembre 2014: mi ritrovai faccia a faccia con Lui alla mia pri-­‐ ma adorazione eucaris?ca. Ero l’adultera che si trascinava per terra aspe2ando di essere lapidata, ma ecco che come il figliol prodi-­‐ go fui abbracciata dal Padre, misericordioso e pieno di amore. Percepii la sua im-­‐ mensa felicità per aver ritro-­‐ vato la sua pecorella smarri-­‐ ta. Prima ancora che ricono-­‐ scessi il mio peccato Lui mi aveva già perdonato. Quella macchia per me indelebile venne completamente can-­‐ cellata e fui resa più bianca della neve. Come il cieco Bar-­‐ ?meo, ge2ai via il mantello pesante della mia vita passa-­‐ ta, e senza vedere a cosa sa-­‐ rei andata incontro mi diressi verso quella voce che mi chiamava per nome. Il Signo-­‐ re mi fece rinascere a vita Newsletter - Dicembre 2015

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nuova, riempiendomi del suo im-­‐ menso amore. E proprio come alla donna che piangendo lavò i piedi del Maestro con le sue lacrime, mi disse: “Va’, la tua fede A ha salva-­‐ ta“! (Lc 7,50). Da quella sera la luna riacquistò quella bellezza che aveva perso. È da un anno che cammino con e per Gesù ed è meraviglioso, la parola “infelicità” non esiste più. È normale che le difficoltà continuino a esserci, in fondo la vita è una barca sul mare e a volte arriva anche la tempesta. Ma ora sulla mia barca c’è una Gui-­‐ da, un Amico, un Fratello che mi in-­‐ dica la Via, mi dona la Forza e la Spe-­‐ ranza e m’istruisce sulla Verità: Ge-­‐ sù. Il Signore ha lenito completa-­‐ mente le mie ferite, ogni giorno mi fa sentire amata insegnandomi ad amare me stessa con tutti i miei limi-­‐ ti; solo così posso realmente riuscire ad amare il prossimo. Mi insegna giorno dopo giorno ad apprezzare la bellezza del dono della Vita e come debba farne buon uso. Da quella sera non mi sento più sola, oltre a sperimentare la sua Presenza viva, lo tocco con mano nei fratelli e sorelle che ha posto al mio fianco; nel compagno di viaggio che mi ha donato, il bastone su cui posso sor-­‐

reggermi nel cammino verso la san-­‐ tità, con cui vivo un fidanzamento casto fondato su Gesù che ci fa sco-­‐ prire il senso profondo dell’Amore. Sono tanto grata al Signore e non posso che ringraziarlo con la mia stessa vita! Come posso tenere per me tu2o questo? “Sì, hai liberato la mia vita dalla morte, i miei occhi dalle lacri-­‐ me, i miei piedi dalla caduta” (Sal 116,8). Dio mi ha salvata e vuole salvare anche TE! Dio mi ama e ama anche TE! Lui si è fa2o uomo, è morto in croce per i miei e i tuoi pecca?! Lui è quella Luce che ? manca, quella felicità di cui tu sei mendicante. Lui è nella tua vita, che ? sta guardando, in disparte a causa delle tue scelte; ma oggi non sta in silenzio, oggi ? sta urlando “Io A amo, voglio che tu sia amato e A mostrerò il cammino che conduce all’amore se me lo perme5erai”. Cosa aspe_? Seguilo! Ricorda: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non va-­‐ da perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,16-­‐17).

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ANCORATI ALLA SPERANZA Con quasi ottanta partecipanti, la Sicilia si è confermata la Regione con più partecipanti al Convegno Nazionale “Giovani verso Assisi”. Unʼesperienza che, nonostante il peso degli anni, vale ancora la gioia di vivere!

Cercare di sintetizzare i contenuti del Convegno Nazionale Giovani verso Assisi risulta come sempre un’ardua impresa, particolarmente quest’anno in cui la virtù oggetto delle giornate assisane era la Spe-­‐

ranza mentre i vizi, suoi opposti, erano l’accidia e l’avarizia. Ardua impre-­‐ sa, dicevamo, con cui non ci confronteremo, poiché il Convegno

a n-­‐ nuale di Assisi non è un tempo di ascolto di cui si può for-­‐ nire un resoconto, bensì un’espe-­‐ rienza da vivere. Centrale, certa-­‐ mente, è sempre la riflessione proposta in una delle mattinate del Convegno, ma poi è tutto il “con-­‐ torno”, sicuramente non seconda-­‐ 6

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rio, che aiuta ad entrare nella te-­‐ matica. E per contorno intendiamo le liturgie, i confronti e gli appro-­‐ fondimenti in gruppo, il clima di fraternità all’interno delle regioni così come con i giovani del resto della Nazione. Il Convegno Nazio-­‐ nale va vissuto prima ancora che partecipato. Vivere l’esperienza del Giovani ver-­‐ so Assisi, nonostante il format ri-­‐ senta della sua quasi immutabilità dopo ben trentasei anni, è un tor-­‐ nare alle cose essenziali dell’essere umano. Abituati allo scorrere velo-­‐ ce delle notizie – più cattive che buone – Assisi, in quanto città e in quanto momento di aggregazione giovanile, offre l’opportunità di fermare gli eventi e la propria vita, per rientrare in sé stessi e risco-­‐ prirvi la verità di fondo: siamo fatti per lasciare, come Francesco, una impronta di amore e di pace, di speranza certa, in questo mondo frenetico e senza meta. Di fronte al non-­‐senso degli accadimenti quo-­‐ tidiani, di fronte alla delusione di ogni aspettativa positiva da parte dei giovani, che senso ha impe-­‐ gnarsi in prima persona per rende-­‐ re questo mondo migliore? Che senso ha rendersi poveri e distac-­‐

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cati come Francesco d’Assisi e i suoi seguaci? Se non c’è certezza alcuna su un futuro che dalla na-­‐ scita è un inarrestabile countdown verso la morte, ha ancora senso vivere, lottare, compromettersi in prima persona? Ad Assisi abbiamo avuto modo, prima più che scoprire, di vivere l’esperienza che Gesù è la risposta al disorientamento globale, che Egli è quella Speranza certa che Francesco ha contemplato nel cro-­‐ cifisso, nudo e impotente; che esi-­‐

ste ancora un universo giovanile che brama punti fermi e certi verso cui orientare la propria vita e per cui spendersi senza riserve. Lo ab-­‐ biamo ascoltato nei vari interventi che si sono succeduti fin dal primo giorno, lo abbiamo ascoltato nelle parole di testimonianza di Mons. Antonio Di Donna e Suor Roberta Vinerba (che vi invitiamo ad ascol-­‐ tare dalla registrazione video di cui abbiamo pubblicato il link nella nostra Pagina FB). Lo abbiamo con-­‐ templato nelle celebrazioni liturgi-­‐ che e nell’Eucaristia esposta ed adorata nella Cappella delle Reli-­‐ quie. Lo abbiamo sperimentato personalmente nel perdono gratui-­‐ to e senza riserve ricevuto nel sa-­‐ cramento della Riconciliazione. Lo abbiamo visto nei tanti volti gioiosi di giovani provenienti da tutte le regioni e soprattutto nei volti di quei giovani frati e suore la cui vi-­‐ sta, oggi più di ieri, fa esclamare a tanti: Ma chi gliel’ha fatto fare?! Solo un “amore più grande”, certo e duraturo, che sa di infinito, è ca-­‐ pace di parlare al cuore dei giovani di oggi. A quelli che ogni anno tor-­‐ nano ad Assisi per il Convegno Na-­‐ zionale e a quelli che vi rimangono per compromettersi totalmente e radicalmente per Gesù, come Francesco d’Assisi. 7


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MISSIONE COMPIUTA! Oltre ottanta porziuncolini hanno partecipato al corso Tetelestai in cui si è fatta esperienza, come il discepolo amato del Vangelo di Giovanni, del nucleo centrale del kerygma, non solo per accoglierlo ma anche per poterlo annunciare con potenza. Oltre o2anta giovani delle Porziuncole hanno partecipato dal 27 al 29 No-­‐ vembre a Pergusa al corso Tetelestai. Un Corso che fa entrare nel cuore del kerygma per poterlo accogliere come il discepolo amato e res?tuirlo nell’an-­‐ nuncio missionario. Non è semplice potere sinte?zzare quanto il Signore ha donato ai parteci-­‐ pan? durante ques? giorni, anche per-­‐ ché, siamo cer?, i fru_ saranno tan?s-­‐ simi. Il Signore ha seminato ancora una volta nel terreno del nostro cuore, fa-­‐ cendoci incontrare, entrandovici con tu2a la nostra vita, con la Gloria di Dio, cioè con la manifestazione potente e oltre ogni misura del suo amore in quella che definiamo comunemente la passione del suo Figlio Gesù Cristo. La parola greca Tetelestai è l’ul?ma parola pronunziata da Gesù sulla croce (Gv 19,30) trado2a con il più conosciu-­‐ to “Tu2o è compiuto!”. Ma questa non è una compiutezza che si ferma a due-­‐ mila anni fa, essa con?nua nella nostra storia. Il prezzo è stato computato/pa-­‐ 8

gato, il prezzo del risca2o della nostra vita, della nostra salvezza, qui e ora. Ci siamo identificati con gli apostoli Giu-­‐ da, Pietro e Giovanni, con le loro con-­‐ traddizioni e limiti umani. Siamo andati con essi nel cenacolo, nell’orto degli ulivi, nell’atri del palazzo di Caifa e nel pretorio di Pilato, fino ad arrivare sul Golgota e poi, dal giardino del sepolcro vuoto fino al lago di Tiberiade. E così abbiamo ricono-­‐ sciuto quante vol-­‐ te, come Pietro, non abbiamo volu-­‐ to farci lavare i piedi da Gesù, che equivale ad un entrare in una in-­‐ timità profonda c o n L u i , c o m e quella degli sposi tra loro, né tanto meno abbiamo voluto fare lo stes-­‐ so con i fratelli.

Quale amore... Quanto amore.... in quella Eucares?a, an?cipazione e at-­‐ tualizzazione del mistero della croce, che non è il premio per i gius?, ma per tu_ i Giuda che funestano il tempo, anche per quel Giuda che sono io. L’Eucares?a, che è uno s?molo ad an-­‐ dare con Gesù, ad amare come Lui ci ha ama?, non è un appagamento per

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restare fermi, aneste?zzandoci rispe2o a quanto è so2o gli occhi di tu_: il se-­‐ questro di Gesù dal cuore e dalla vita degli uomini. Pietro non vuole che Gesù beva il calice perché sa che se lo beve il maestro anche lui sarà chiamato a berlo. E noi? Acce_amo il calice che il Padre ci dà, oppure lo rifiu?amo? Gesù, che beve con decisione il calice che il Padre gli offre, che decide volon-­‐ tariamente di offrirsi per compiere il proge2o d’amore del Padre, che ab-­‐ braccia con amore la croce che gli ha dato… dall’alto di questo trono di gloria ci offre la possibilità di abbandonare l’uomo vecchio per rives?rci di Lui, l’Uomo Nuovo pienamente immagine del nostro Padre d’Amore. Con le sue ves? di salvezza, Gesù ci dona anche

sua Madre, la Donna Nuova, perché ci custodisca, ci insegni a pregare e ad amare come ha fa2o con Lui, per ab-­‐ bracciare anche noi con amore il pro-­‐ ge2o di salvezza che il Padre ci affida personalmente e in quanto Chiesa nata so2o la croce con il soffio del suo Spiri-­‐ to e con l’acqua e il sangue scaturi? dal suo costato come da sorgente perenne e che arrivano a noi per le mani di quan? Egli chiama e consacra ancora oggi al ministero sacerdotale.

vive realizzano nella comunione frater-­‐ na l’edificio spirituale all’interno del quale abita Dio. Queste pietre n o n s e r vo n o per seppellire e n a s c o n d e r e Gesù Risorto m a d e v o n o fargli spazio e lasciare sempre aperto un varco perché i Tom-­‐ maso di oggi possano, pur non vedendolo con gli occhi del corpo, spe-­‐ rimentare con potenza, toccandolo con mano, tu2o l’amore del Risorto.

Giovanni al termine del suo Vangelo (21,25) scrive che vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scri2e una per una, il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Ma chi è il discepolo amato di cui mai cita il nome? E qual’è questa storia che non può essere contenuta né in un libro né nel mondo intero? Il discepolo amato sono io, sei tu, sorella e fratello che leggi, è il prossimo che ci sta ac-­‐ canto, è la storia, il presente e il futuro di ciascuno di noi, l’unicum della nostra vita che rappresenta l’eternità stessa nella quale siamo chiama? a vivere. L’augurio che ci facciamo è che al ter-­‐ mine delle nostre giornate e della no-­‐ stra vita, possiamo dire a te, o Padre, Tetelestai – Missione compiuta!

Noi siamo la Chiesa nata dalla croce di Cristo la cui missione essenziale è pro-­‐ prio la manifestazione della Gloria di Dio, del suo immenso amore che dona vita eterna per l’umanità avviata, inve-­‐ ce, per la sua natura segnata dal pecca-­‐ to, verso la morte. Questa Chiesa, fa2a dai mor? e risor? in Cristo, come pietre Newsletter - Dicembre 2015

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Ai piedi di Gesù Eucaris5a è nata lo scorso 25 Novembre la Porziuncola di Pietraperzia, fruJo dei discepoli-­‐missionari di Enna-­‐Pergusa.

NUOVE PIETRE VIVE Giocando un po’ con il nome degli abitan? di Pietraperzia, chiama? appunto pietrini, possiamo dire con sicurezza che anche in questo terri-­‐ torio dell’entroterra siciliano sono state poste le prime pietre vive del Proge5o Discepoli, esperienza di Chiesa-­‐giovane in permanente stato di missionarietà. Ai piedi di Gesù Eucaris?a, dopo vari mesi di trasferte da parte dei missionari di Pergusa, con l’affida-­‐

mento personale a Gesù, Signore e Maestro, se2e giovani pietrini han-­‐ no dato vita ufficialmente alla loro prima Porziuncola.

rietà, intesa come condivisione della gioia di aver incontrato Cristo e di averne sperimentato tu2o il suo amore.

L’Adorazione Eucaris?ca è stata pre-­‐ sieduta da fra’ Saverio, responsabile regionale del Movimento, che nel-­‐ l’esortazione prima dell’affidamen-­‐ to, ha so2olineato l’importanza di saper sempre tenere uni? il disce-­‐ polato, inteso come crescita fino alla misura di Cristo, e la missiona-­‐

A guidare la neonata Porziuncola è stata chiamata Sara Di Gregorio a cui va tu2o il nostro sostegno nella preghiera per il ministero affidatole. La gioia sua e quella dei suoi fratelli e sorelle saprà certamente a2rarre tan? giovani a Colui che è la pienez-­‐ za della gioia e della vita.

SOSPINTI DALLA GIOIA

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Dove Tu mi vuoi, io andrò... Questo abbiamo de2o a Gesù quando lo abbiamo accolto pienamente nella nostra vita e proprio questo è quello che abbiamo de-­‐ ciso di fare: accogliere la Sua volontà, annunciando la Sua Parola ai tan? fratelli che ancora non lo conosco-­‐ no... Proprio così, quando incontri Gesù ed entra a far parte della tua vita provi una gioia così grande che non puoi fare a meno di condividerla con gli altri. Spin? da questa forte gioia e dall'entusiasmo di cam-­‐ minare con Lui, dalla nostra Enna siamo anda? oltre i confini del nostro comune, delle nostre parrocchie e siamo arriva? fino a Pietraperzia… Una piccola espe-­‐ rienza di “missione” che ci ha arricchi? profondamen-­‐ te, ci ha permesso di capire che con Gesù accanto puoi arrivare ovunque, basta fidarsi di Lui… e così se2e ra-­‐ gazzi pietrini iniziano il loro cammino di discepolato alla sequela di Gesù, formando una nuova Porziuncola! Grazie Gesù per le meraviglie che compi! Grazie Gesù perché ci hai chiama? per nome e ci hai scel?! Walter e Serena Newsletter - Dicembre 2015



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LA GIUSTA MISURA Splendida serata quella di venerdì 20 novembre, presso la Parrocchia di Santa Chiara d’Assisi in Palermo, gui-­‐ data da don Fulvio Iervolino, che sta proponendo un ciclo di incontri sulle nuove dipendenze. Il primo incontro è stato guidato dal Do2. Antonio Ferro, psicologo, por-­‐ ziuncolino a Marineo e membro della Worship Band regionale e dell’equipe musicale della Scuola di Evangelizza-­‐ zione. O_ma la partecipazione: l’udi-­‐ torio era composto da mol? giovani e tante famiglie, appartenen? alla co-­‐ munità parrocchiale, alle Porziuncole e ad altre comunità. Il relatore ci ha introdotti e condotti, in modo estremamente immediato in due delle problematiche molto diffuse nella nostra società, ma an-­‐ che poco conosciute e, pertanto, spesso non avvertite come tali: la dipendenza da internet e dalle nuo-­‐ ve tecnologie, e la dipendenza dal gioco. Subito è stato so2olineato che non tu2e le dipendenze sono nega?ve, come ad esempio la dipendenza del bambino dal genitore oppure le sane dipendenze affe_ve tra adul? in fa-­‐ miglia, nei luoghi di lavoro, etc. Ma quando si può parlare di dipendenza “nega?va” e, quindi, patologica? Quando si supera il “limite” oltre cui considerare patologica una dipen-­‐

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denza? Nella dipendenza abbiamo 4 parole chiave: • Piacere: si comincia perché piace…; • Tolleranza: assuefazione e quindi aumento dell’intensità e frequenza per soddisfare il bisogno; • As.nenza: bisogno di me2ere in a2o nuovamente il comportamen-­‐ to per a2enuare i sintomi; • Compulsione: l’individuo è spinto a me2ere in a2o determina? com-­‐ portamen?, anche se lui stesso ne riconosce l’inu?lità e l’inadeguatez-­‐ za, ma la cui mancata esecuzione provoca in lui angoscia. Ques? sono gli elemen? che cara2e-­‐ rizzano tu2e le ?pologie di dipen-­‐ denza patologica. Il ca_vo u?lizzo di internet, dei social network, dei cellulari, dei giochi onli-­‐ ne, e in generale l’uso indiscriminato delle nuove tecnologie porta sempre più il sogge2o ad essere avulso ri-­‐ spe2o al mondo in cui vive; ques? diventa un individuo sempre più “anonimo”, che a volte vive anche una doppia vita, quella reale e quella virtuale. La facilità d’accesso a internet intro-­‐ duce un numero sempre maggiore di uten? a realtà virtuali, come, ad esempio, pornografia e gioco d’az-­‐ zardo. La nuova comunicazione sem-­‐ bra spingere sempre più gli uten? verso interazioni intersogge_ve che

Con una conferenza sulla di-­‐ pendenza dalle nuove tecno-­‐ logie e sul gioco d’azzardo pa-­‐ tologico, lo psicologo Antonio Ferro ha aperto a Palermo un ciclo di incontri sulle nuove dipendenze che affliggono sempre più gli individui, le famiglie e la società.

avvengono mediante l’ausilio delle chat, comportando così la progressi-­‐ va es?nzione del linguaggio comuni-­‐ ca?vo para-­‐verbale. Anche l’uso smoderato di cellulari/smartphone e tablet rientra tra le dipendenze da nuove tecnologiche, prendendo il nome di “Crackberry Syndrome”: cambiano le priorità, il cellulare pre-­‐ vale su tu2o, non si a2ende più, si è sempre reperibili. Diversi studi hanno dimostrato una riduzione delle capa-­‐ cità di apprendimento, come anche alterazioni comportamentali in bam-­‐ bini che usano frequentemente il telefono cellulare. L’uso scorre2o del cellulare e delle nuove tecnologie è indice sicuramen-­‐ te di un profondo disagio giovanile. Vi sono degli indicatori di allerta: • sindrome da as?nenza; • prestazioni scolas?che in calo; • aumento dei confli_ in famiglia; • paranoia da gioco; • disturbi del ritmo veglia/sonno; • aumento dell’aggressività. Va inoltre sottolineato che l’addicted (il dipendente) nega di avere questo problema. Pertanto gli adulti, al fine di proteggere i giovani da tutto ciò, de-­‐ vono sostenere in modo positivo l’uti-­‐ lizzo dei nuovi strumenti di comunica-­‐ zione, introducendo le nuove tecnolo-­‐ gie in modo graduale e integrato nella vita dei ragazzi, limitandone il tempo Newsletter - Dicembre 2015


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dedicato e accertandosi che i giovani socializzino anche nei modi “tradizionali”. Anche il gioco d’azzardo rappresenta una pato-­‐ logia per l’individuo e per la nostra società, ar-­‐ rivando a coinvolgere tu2e le fasce sociali; tale problema?ca presenta gli elemen? comuni alle altre dipendenze patologiche. Facile, dunque, chiedersi: ma allora? In defini?va, qual è la so-­‐ luzione alle dipendenze da nuove tecnologie e dal gioco? Non si deve più usare internet? Non si deve più usare il cellulare? Non si devono comprare più “gra2a e vinci” o biglie_ della lo2eria? Non si deve più usare Facebook o Whatsapp? La risposta è una: la giusta misura!

BUONA LA PRIMA! È nata ad Enna la nuova formula di evangeliz-­‐ zazione del Movimento Giovanile Francescano denominata CHIOSCO TEOLOGICO rivolta a creden5 e non per l’approfondimento dei co-­‐ siddeU “temi scoJan5” della fede. Il primo in-­‐ contro in assoluto è stato tenuto dal biblista S.E.R. Mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina. Nonostante l’allerta meteo abbia imposto la chiusura delle scuole e quindi impedito di fa2o la partecipazione di mol? giovani delle superiori e della locale sede universitaria che avevano an?cipato la loro adesione all’inizia?va e nono-­‐ stante la mobilitazione anche tramite i social-­‐network di manifestan? che hanno visto nel tema dell’incontro la pre-­‐ sunta omofobia di cui con superficialità viene accusata la Chiesa e che ha richiesto la presenza delle forze dell’ordine al fine di evitare eventuali scontri verbali o di peggior altra natura, il primo Chiosco Teologico ha raggiunto con succes-­‐ so i suoi obie_vi. Organizzato dai giovani MGF di Enna-­‐Pergusa, che qualche mese fa hanno dato vita all’Associazione HOPE anche per realizzare questo ?po di inizia?ve pubbliche e di rilevanza sociale, per questo primo incontro hanno scelto quello che forse è uno dei più sco2an? temi del diba_to poli?co e sociale, quello riguardante la teoria del gender. Il vescovo Gisana, esperto biblista già docente di Sacra Scri2ura, pri-­‐ ma di iniziare, ha voluto incontrare personalmente i pochi giovani accorsi per manifestare contro la tema?ca ritenuta di ideologia omofoba invitandoli a prendere parte all’incon-­‐ tro insieme ai giovani dei movimen? ca2olici, i sacerdo?, le religiose e i tan? laici accorsi incuriosi? dal ?tolo dell’incon-­‐ tro: “Che genere di uomo c’è nella Bibbia?”. «Offro oggi sulle Sacre Scritture il mio sguardo da studioso e non da pastore – ha esordito Mons. Gisana – e qui non tro-­‐ Newsletter - Dicembre 2015

viamo la specificazione di genere, non si parla né di omoses-­‐ sualità né di eterosessualità, ma di come l’uomo si rapporta con Dio e di come vince la sua solitudine. Il punto di vista di Dio è disarmante, un Dio che non ha genere maschile o femminile, ma che è comunque madre e padre insieme, per-­‐ ché pronto ad accogliere affettività diversificate». E così il Pastore ha anche spiegato come nella Genesi non si parli di diversità uomo-­‐donna, ma letteralmente diversità tra “essere puntato ed essere forato”: «Adam chiede a Dio un aiuto per la sua solitudine che né gli esseri vegetali né quelli animali alleviavano; così fu creata la donna, in quanto essere di pari dignità, con la quale l’uomo potesse rapportarsi volto a vol-­‐ to». Da qui discendono tutte le conseguenze del rapporto tra gli uomini che se sovvertito snatura l’uomo della sua identità di uomo. Al termine dell’incontro anche i manifestanti hanno avvicinato e ringraziato Mons. Gisana per la chiarezza con cui ha portato essi stessi a comprendere meglio il punto di vista biblico su cui si fonda la posizione della Chiesa sulla questio-­‐ ne del gender. Dopo questa prima esperienza che è servita anche a “testa-­‐ re” la formula del Chiosco Teologico, sarà proposto a breve un calendario di incontri a cadenza mensile su vari temi “sco2an?” di a2ualità sociale e riguardan? la fede sia a Enna che in altre ci2à dove i giovani delle Porziuncole sono più numerosi e a_vamente variega? nelle inizia?ve di nuo-­‐ va evangelizzazione. 13


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BACHECA MGF

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29 Dicembre / 1 Gennaio ad Assisi Capodanno con San Francesco Esperienza presso il Sacro Convento per 18-28enni INFO e ISCRIZIONI: giovaniversoassisi.blogspot.it

19 Dicembre a Enna Jubilate Christmas Worship

Preghiamo per... la buona riuscita del worship regionale; i porziuncolini che stanno discernendo la propria possibile vocazione alla vita consacrata francescana; le coppie di sposi e di fidanzati che stanno vivendo situazioni di difficoltà nella loro relazione;

20 Dicembre a Enna Post-Worship: Benvenuto a Casa!

ADORAZIONE GIOVANI

la Porziuncola di Centuripe che questo mese celebrerà la sua prima AdorAzione Giovani.

CATANIA

CATENANUOVA

CENTURIPE

ENNA/PERGUSA

Chiesa S. Francesco dʼAssisi

Chiesa S. Chiara

Chiesa Immacolata C.

DUOMO DI ENNA

Giovedì 17 Dicembre ore 19.30

Lunedì 14 Dicembre ore 20.30

Worship regionale Sabato 19 Dicembre ore 20.30

PEDARA

ROMA

Giovedì 3 Dicembre ore 20.30

MARINEO

NOTO

PALERMO

PATERNOʼ

Santuario S. Maria della Dayna

Chiesa S. Francesco dʼAssisi

Basilica S. Francesco dʼAssisi

Mercoledì 2 Dicembre dopo la S. Messa delle ore 21.00

Giovedì 17 Dicembre ore 20.30

Mercoledì 16 Dicembre ore 21.15

Chiesa Chiesa Basilica Mad. dellʼAlto Maria Immac. SS. XII Apostoli (ex-monastero) della Medaglia Venerdì 18 Dicembre Miracolosa

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

Questo mese non si terrà

ore 21.00

Martedì 29 Dicembre ore 20.30

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE OFM CONV. Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

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