Marzo 2014

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F R A N C E S C A N O

Newsletter Mensile SI FECE POVERO PER ARRICCHIRCI Il testo integrale del Messaggio per la Quaresima di Papa Francesco che propone all’attenzione dei cristiani il problema della miseria nel suo triplice aspetto materiale, morale e spirituale. Pagina 1

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Marzo 2014 CORSO NUOVA VITA Aperte le iscrizioni al Corso Nuova Vita a cura della Scuola di Evangelizzazione. Pagina 5

TEMPO DI QUARESIMA. Una riflessione sulla Quaresima di Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose, tratta dal quotidiano cattolico online Avvenire. Pagina 3

INCONTRI HD A PREGUSA Anche i giovani evangelizzatori di Pergusa confermano la bontà e l’efficacia del condividere la fede con gli incontri-cene HD. Pagina 4

BACHECA MGF Tutti gli appuntamenti MGF per il mese di Marzo. Pagina 6

Cari fratelli e sorelle, in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perché possano servi-­‐ re al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo spunto dal-­‐ l’espressione di san Paolo: «Conoscete infa? la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è faFo pove-­‐ ro per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9). L’Apostolo si rivolge ai crisPani di Corinto per incoraggiarli ad essere ge-­‐ nerosi nell’aiutare i fedeli di Gerusa-­‐ lemme che si trovano nel bisogno. Che cosa dicono a noi, crisPani di oggi, que-­‐ ste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico?

SI FECE POVERO PER ARRICCHIRCI

Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico? Newsletter - Marzo 2014

La grazia di Cristo AnzituFo ci dicono qual è lo sPle di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della po-­‐ tenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della po-­‐ vertà: «Da ricco che era, si è faFo pove-­‐ ro per voi…». Cristo, il Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si è faFo povero; è sceso in mez-­‐ zo a noi, si è faFo vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, “svuotato”, per ren-­‐ dersi in tuFo simile a noi (cfr Fil 2,7; Eb 4,15). È un grande mistero l’incarnazio-­‐ ne di Dio! Ma la ragione di tuFo questo è l’amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità,

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mità, e non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La carità, l’amore è condividere in tuFo la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbaFe i muri e le distanze. E Dio ha faFo questo con noi. Gesù, infa?, «ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è faFo veramente uno di noi, in tuFo simile a noi fuorché nel peccato» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22). Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice san Paolo – «...perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà». Non si traFa di un gioco di parole, di un’espressione ad effeFo! E’ invece una sintesi della logica di Dio, la logica dell’amo-­‐ re, la logica dell’Incarnazione e della Croce. Dio non ha faFo cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio superfluo con piePsmo filantropico. Non è questo l’amore di Cristo! Quando Gesù scende nelle acque del Giordano e si fa baFez-­‐ zare da Giovanni il Ba?sta, non lo fa perché ha bisogno di penitenza, di conversione; lo fa per meFersi in mezzo alla gente, bisognosa di perdono, in mezzo a noi peccatori, e caricarsi del peso dei nostri peccaP. E’ questa la via che ha scelto per consolarci, salvarci, liberar-­‐ ci dalla nostra miseria. Ci colpisce che l’Apostolo dica che siamo staP liberaP non per mezzo della ricchezza di Cristo, ma per mezzo della sua povertà. Eppure san Paolo conosce bene le «impenetrabili ric-­‐ chezze di Cristo» (Ef 3,8), «erede di tuFe le cose» (Eb 1,2). Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci rende ric-­‐ chi? È proprio il suo modo di amarci, il suo farsi prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada (cfr Lc 10,25ss). Ciò che ci dà vera libertà, vera salvezza e vera felicità è il suo amore di compassione, di tenerezza e di condivisione. La povertà di Cristo che ci arricchisce è il suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, comuni-­‐ candoci la misericordia infinita di Dio. La povertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Pa-­‐ dre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria. È ricco come lo è un bambino che si sente amato e ama i suoi genitori e non dubita un istante del loro amore e della loro tenerezza. La ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio, la sua relazione unica con il Padre è la prerogativa sovrana di questo Messia povero. Quando Gesù ci invita a prendere su di noi il suo “giogo soa-­‐ ve”, ci invita ad arricchirci di questa sua “ricca povertà” e “povera ric-­‐ chezza”, a condividere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventa-­‐ re figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito (cfr Rm 8,29). È stato deFo che la sola vera tristezza è non essere sanP (L. Bloy); potremmo anche dire che vi è una sola vera miseria: non vivere da figli di Dio e da fratelli di Cristo. La nostra tesHmonianza Potremmo pensare che questa “via” della povertà sia stata quella di Gesù, mentre noi, che veniamo dopo di Lui, possiamo salvare il mondo con adeguati mezzi umani. Non è così. In ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di poveri. La ricchezza di Dio non può passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la no-­‐ stra povertà, personale e comunitaria, animata dallo Spirito di Cristo. Ad imitazione del nostro Maestro, noi crisPani siamo chiamaP a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a opera-­‐ re concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la po-­‐ vertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Possiamo disPnguere tre Ppi di miseria: la miseria mate-­‐ riale, la miseria morale e la miseria spirituale. La miseria materiale è quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanP vivono in una condizione non degna della persona umana: privaP dei 2

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diri? fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’ac-­‐ qua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità. Nei poveri e negli ulPmi noi vediamo il volto di Cristo; amando e aiutando i poveri amiamo e serviamo Cristo. Il nostro impegno si orienta anche a fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi, che, in tanP casi, sono all’origine della miseria. Quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si an-­‐ tepongono quesP all’esigenza di una equa distribuzione delle ric-­‐ chezze. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giusPzia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione. Non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel di-­‐ ventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nel-­‐ l’angoscia perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggio-­‐ gato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante per-­‐ sone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospe?ve sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costreFe a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavo-­‐ ro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispeFo ai diri? all’educazione e alla salu-­‐ te. In quesP casi la miseria morale può ben chiamarsi suicidio inci-­‐ piente. Questa forma di miseria, che è anche causa di rovina econo-­‐ mica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiuPamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera. Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna. Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza! È bello sperimentare la gioia di diffondere questa buona notizia, di condividere il tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e dare speranza a tanti fratel-­‐ li e sorelle avvolti dal buio. Si tratta di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i peccatori come il pastore verso la pecora per-­‐ duta, e ci è andato pieno d’amore. Uniti a Lui possiamo aprire con coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione umana. Cari fratelli e sorelle, questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel tesHmoniare a quanH vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pron-­‐ to ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in cui saremo conformaP a Cristo, che si è faFo povero e ci ha arric-­‐ chiP con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adaFo per la spo-­‐ gliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimen-­‐ Pchiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spoglia-­‐ zione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole. Lo Spirito Santo, grazie al quale «[siamo] come poveri, ma capaci di arricchire molP; come gente che non ha nulla e invece possediamo tuFo» (2 Cor 6,10), sostenga quesP nostri proposiP e rafforzi in noi l’aFenzione e la responsabilità verso la miseria umana, per diventare misericordiosi e operatori di misericordia. Con questo auspicio, assi-­‐ curo la mia preghiera affinché ogni credente e ogni comunità eccle-­‐ siale percorra con fruFo l’iPnerario quaresimale, e vi chiedo di pre-­‐ gare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. PAPA FRANCESCO Newsletter - Marzo 2014


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ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9). Anche Benedetto XVI nel messaggio quaresimale del 2008 si era lasciato ispirare dallo stesso ver-­‐ setto, che è davvero un’affermazione decisiva perché condensa in sé l’incarnazione del Figlio di Dio, mettendone nel contempo in risalto lo stile. Sì, la fede della Chiesa di Corinto, fondata dal-­‐ l’Apostolo da pochissimi anni, confessa che Dio si è faFo uomo in Gesù, confessa che Gesù il Cristo, che era Figlio di Dio, che era Dio, al quale tuFo apparteneva – potenza, eternità, ricchezza, gloria –, si è spogliato di tuFe queste prerogaP-­‐ ve e si è dunque faFo uomo tra di noi, uomo fragile, mortale, per essere in mezzo a noi, uno di noi, un figlio di Adamo come noi. Ecco lo stile del nostro Dio, non di un qualsiasi Dio. Io amo dire che il nostro Dio è un «Dio al contrario » perché si rivela nella debolezza, nella povertà, nell’insuccesso secondo il mondo, nel servi-­‐ re noi anziché chiedere il nostro servizio. Questo è scandaloso, perché noi abbiamo l’immagine – che gli uomini sempre fabbricano e rinnovano – di un Dio potente, che regna, che si impone. Se il nostro Dio è un «Dio al contrario» rispetto alle no-­‐ stre attese mondane, anche suo Figlio, l’Inviato nel mondo, il Messia, è un «Messia al contrario». Non è venuto nello splendore, nella gloria, nella straordinarietà di teofanie che abbagliano, ma nella povertà, na-­‐ scendo non a caso in una stalla, come uno che non ha trovato un luogo in cui venire al mondo neppure in un caravanserraglio (cf. Lc 2,7). Questo, lo sappiamo, è «lo scandalo della croce» (Gal 5,11), è ciò che lo stesso Paolo confessa nella LeFera ai Filippesi, in quell’inno che conPene il medesimo movimento: dal cielo alla terra, dalla condizione di Dio a quella mortale, da Signore a schiavo, da Onnipotente a croci-­‐ fisso in una morte ignominiosa, «obbediente fino alla morte, e alla morte di croce» (cf. Fil 2,6-­‐8). Citando il concilio, papa Francesco ri-­‐ corda: «Dio in Gesù ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo» (Gaudium et spes, 22). È in questa povertà che Gesù, il Figlio di Dio, ha voluto stare con noi, essere l’Emanuele, il Dio-­‐con-­‐noi (cf. Is 7,14; Mt 1,23). Questa sua povertà, che era kénosis, svuotamento, abbassamento, ha permesso a Gesù la prossimità a noi, il condividere la nostra condizione, e dunque gli ha permesso di amare nell’empaPa e nella simpaPa per noi. E così ci ha insegnato la via della fiducia, del servizio, dell’«amore fino alla fine» (cf. Gv 13,1), della compassione e del perdono. Quella povertà che il Messia ha assunto è diventata per noi una via di ricchezza, certo non mondana, ma una ricchezza di comunione con Dio stesso e con tu? gli uomini. In questo messaggio, dunque, papa Francesco non fa soltanto un’esortazione morale ai crisPani, ma ricorda innanzituFo la fonte di ogni azione crisPana: la fede. Dalla fede, infa?, scaturisce l’autenPca carità; è conoscendo veramente Gesù Cristo che noi posse-­‐ diamo la vita per sempre (cf. Gv 17,3); è conformandoci a lui nella nostra vita, è vivendo come lui ha vissuto e con il suo sPle che pos-­‐ siamo seguirlo e partecipare al suo Regno. Questo riguarda ciascuno di noi e riguarda la Chiesa tuFa. […] Se davvero tu? i crisPani caFolici, sulla traccia fornita da papa Francesco, tentassero con risolutezza di vivere questa quaresima, allo-­‐ ra la riforma della Chiesa che tanP aspeFano e chiedono a Francesco potrebbe muovere i primi passi. Ma si smeFa di chiedere al papa di operare lui ciò che riguarda tu? noi e che dovrebbe farci mutare qual-­‐ cosa della nostra vita crisPana: dovrebbe farci operare la conversione, nulla di più, nulla di meno.

TEMPO DI QUARESIMA Si avvicina il tempo della quaresima, tempo dei quaranta giorni pre-­‐ cedenP la Pasqua, tempo da viversi come penitenziale, impegnaP nel rinnovamento della conversione, tempo che la Chiesa vive e celebra dalla metà del IV secolo d.C. La quaresima – che la Chiesa con audacia chiama “sacramento” (an-­‐ nua quadragesimalis exerci1a sacramen1: colleFa della I domenica di Quaresima), cioè realtà che si vive per partecipare al mistero – è un tempo “forte”, contrassegnato da un intenso impegno spirituale, per radunare tuFe le energie in vista di un mutamento del nostro pensa-­‐ re, parlare e operare, di un ritorno al Signore dal quale ci allontania-­‐ mo, cedendo costantemente al male che ci seduce. La prima funzione della quaresima è il risveglio della nostra coscienza: ciascuno di noi è un peccatore, cade ogni giorno in peccato e perciò deve confessarsi creatura fragile, sovente incapace di rispondere al Signore vivendo secondo la sua volontà. Il crisPano non può senPrsi giusto, non può ritenersi sano, altrimenP si impedisce l’incontro e la comunione con Gesù Cristo il Signore, venuto per i peccatori e per i malaP, non per quanP si reputano non bisognosi di lui (cf. Mc 2,17 e par.). Con l’Apostolo il crisPano dovrebbe dire: «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io» (1Tm 1,15). Ecco, riconoscere il proprio peccato è il primo passo per vivere la quaresima, e i padri del deserto a ragione ammonivano: «Chi riconosce il proprio peccato è più grande di chi fa miracoli e risuscita un morto». Il cammino quaresimale si incomincia con questa consapevolezza, e perciò la Chiesa prevede il rito dell’imposizione delle ceneri sul capo, con le parole che ne esprimono il significato: «Sei un uomo che, traFo dalla terra, ritorna alla terra, dunque converPP e credi alla buona no-­‐ Pzia del Vangelo di Cristo!». Così si vive un gesto materiale, una parola assolutamente decisiva per la nostra idenPtà e chiamata. Di conseguenza, nei 40 giorni quaresimali si dovrà intensificare l’ascol-­‐ to della parola di Dio contenuta nelle sante ScriFure e la preghiera; si dovrà imparare a digiunare per affermare che «l’uomo non vive di solo pane» (Dt 8,3; Mt 4,4; Lc 4,4); ci si dovrà esercitare alla prossimi-­‐ tà all’altro, a guardare all’altro, a discernere il suo bisogno, a provare senPmenP di compassione verso di lui e ad aiutarlo con quello che si è, con la propria presenza innanzituFo, e con quello che si ha. Per la quaresima di quest’anno papa Francesco ha inviato, com’è con-­‐ suetudine, un messaggio ai cattolici, ispirandosi significativamente a un testo, anzi a un solo versetto densissimo di cristologia della Seconda lettera di Paolo ai Corinzi: «Conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste Newsletter - Marzo 2014

Enzo Bianchi (da Avvenire.it) 3


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Anche a Pergusa hanno preso il via gli Incontri HD per annunciare Gesù e la gioia della vita cri-­‐ stiana, con la semplicità di una cena tra amici…

INCONTRI HD A PERGUSA Lo scorso 31 Gennaio i giovani delle quaFro Porziuncole ennesi hanno organizzato presso l’Oasi Francescana di Pergusa la prima serata HD, fruFo di un intenso lavoro di programmazione e soprat-­‐ tuFo della comunione di fede e di impegno per l’evangelizzazione che è la caraFerisPca dei giovani del ProgeFo Discepoli. Dopo es-­‐ sersi suddivisi nei giorni precedenP in varie equipe (addobbi, pre-­‐ parazione del cibo, accoglienza e musica), tu? si sono resi prota-­‐ gonisP fino agli ulPmi minuP e durante tuFa la serata per la buona riuscita dell’incontro. All’arrivo dei 14 ospiP invitaP dai porziuncolini, la serata ha avuto inizio all’insegna dell’accoglienza gioiosa e del dialogo, tra un ape-­‐ riPvo e l’altro. Si è passaP poi alla cena ai tavoli i cui posP erano staP assegnaP in precedenza dall’equipe dell’accoglienza al fine di far senPre a proprio agio gli ospiP. Dopo aver consumato la cena, Walter, leader della seconda Porziuncola di Pergusa, ha animato un momento di ascolto della Parola e di preghiera, durato poco più di mezz’ora. Alla preghiera di lode iniziale accompagnata dal canto è seguita dalla leFura di un brano del Vangelo di Marco e dall’in-­‐ segnamento. Walter ha poi condiviso con i presenP la sua tesP-­‐ monianza di conversione e vita crisPana concludendo con una preghiera di intercessione per gli ospiP presenP alla serata. La serata si è conclusa con la consumazione del dessert, occasione durante la quale i porziuncolini, dialogando con gli ospiP, hanno potuto fare una verifica di prima mano sulle impressioni degli ospiP. Tu? hanno condiviso di aver trascorso una serata speciale, da non riuscire a descrivere con le parole talmente si sono trovaP bene, colpiP dal senso di accoglienza che si respirava e sopraFuFo dalla maniera in cui Gesù è entrato in quella serata in punta di piedi servendosi di Walter e lasciando loro un’emozione indescri-­‐ vibile e un piccolo seme da far fru?ficare. Hanno ringraziato an-­‐ che i porziuncolini per questa serata e sopraFuFo per le preghiere di intercessione nei loro confronP. Dunque, una serata ben riusci-­‐ ta, la prima di una serie, che ha permesso ai porziuncolini ennesi 4

di poter sperimentare una profonda comunione tra di loro e an-­‐ nunciare Gesù ai propri amici, con la tesPmonianza della propria esperienza ecclesiale, in semplicità, aForno ad una mensa frater-­‐ na, come già faceva Gesù duemila anni fa… Newsletter - Marzo 2014


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Ritorna dopo un anno la proposta del Corso Nuova Vita, un’esperienza unica per rinnovare la propria fede rifondandola nel mistero dell’amore di Dio e così iniziare un nuovo percorso di vita con Gesù. L’esperienza, a cui hanno già fatto richiesta di iscrizione numerosissimi giovani, si terrà a Pergusa, presso l’Oasi Madonnina del Lago, dalla sera di venerdì 28 marzo al pomeriggio di domenica 30.

CORSO NUOVA VITA Il Corso Nuova Vita è un riPro biblico-­‐esperienziale vissuto in un week-­‐ end in cui si fa esperienza della salvezza di Dio-­‐Padre aFraverso un incontro personale con Gesù risorto ed una nuova effusione dello Spirito Santo, che ci faccia nascere di nuovo, per vivere come figli di Dio ed eredi del suo Regno. Questo corso si chiama Nuova Vita perché Dio vuole fare di noi qual-­‐ cosa di totalmente nuovo. Si traFa di un laboratorio nel quale ognuno sperimenta la potenza e l’amore di Dio. Il protagonista non sei tu, né quello che tu puoi fare per Dio. Lui è l’artefice che P modella, come un vasaio fa con l’argilla, per trasformarP in una nuova creatura. La Vita Nuova in Cristo l’abbiamo tu? ricevuta con il baFesimo, ma oggi è urgente e necessario riscoprire questo dono per fondare sta-­‐ bilmente la nostra fede e dare un orientamento nuovo alla nostra esistenza. L’esperienza perciò offre nuovi orizzonP per nuovi percorsi di vita con Gesù e nella Chiesa-­‐comunità, luogo di esperienza di Dio, di condivisione del suo Amore e di partenza per l’evangelizzazione. Sono cenPnaia i giovani che hanno partecipato a questo Corso e che, dopo di esso, tesPmoniano che non si può più ritornare ad essere come prima. A parPre dal Corso in molP hanno cominciato un radicale cammino di discepolato di Cristo, sia entrando nelle Porziuncole sia vivendo le successive esperienze della Scuola di Evangelizzazione (Corsi Emmaus, Giovanni, Giacobbe, Maria…). Non è mai troppo tardi per iniziare un nuovo percorso di vita in Gesù Via, Verità e Vita.

PROGRAMMA Venerdì 28 Marzo Arrivi e sistemazioni nel primo pomeriggio 17.30: Inizio del Corso 20.00: Cena 21.30: II parte del Corso Sabato 29 Marzo 7.30 Sveglia e colazione 8.30: III parte del Corso 13.00: Pranzo 15.30: IV parte del Corso 20.00: Cena 21.30: V parte del Corso Domenica 30 Marzo 7.30: Sveglia 8.00: Preghiera comunitaria 8.30: Colazione 9.15: VI parte del Corso 13.00: Pranzo 15.00: S. Messa conclusiva e partenze (non prima delle 17.00)

Info e iscrizioni su: www.mgfsicilia.org

JUBILATE IN RITIRO L’8 e 9 marzo prossimi si terrà a Pergusa un ritiro per i membri del Gruppo Jubilate, il coro e l’orchestra del Movimento Giovanile Fran-­‐ cescano di Sicilia autore di numerosi Worship e anima musicale di tante celebrazioni liturgiche e incontri regionali. Per annunciare/predicare Cristo agli altri, qualunque sia il mezzo usato, occorre saper stare con Cristo. Lo stare con Cristo significa restare uniti a Lui nella fede, nella preghiera, nei sacramenti, nella sua Parola. Non è possibile dare ciò che non si conosce né si possie-­‐ de. E, comunque, l’evangelizzazione è sempre un’opera ecclesiale, vissuta in comunione con la Chiesa espressa da una comunità locale viva e vissuta. Solo in questo caso possiamo veramente parlare di

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carismi e di ministeri: i carismi, infatti, come dice San Paolo, sono donati per l’utilità comune e per l’edificazione del Corpo di Cristo. Di tutto ciò anche il Gruppo Jubilate è chiamato a farne esperienza e a darne testimonianza. È questa la premessa del prossimo ritiro del Gruppo Jubilate, voluto dall’Equipe di Animazione e Servizio. Mediante l’ascolto/meditazione della Parola, la preghiera e il con-­‐ fronto fraterno, i membri del coro e orchestra regionali saranno condotti alla radice del loro ministero, poiché solo dimorando in Cristo è possibile portare il frutto che il Signore desidera. Saranno inoltre discusse e proposte all’approvazione le linee-­‐guida del Grup-­‐ po Jubilate a quasi dieci anni dalla sua fondazione, frutto pertanto della lunga esperienza fatta fino ad oggi. Quindi, una due-­‐giorni per stare con Gesù, rinsaldando la comunione fraterna, per portare frutto abbondante. Per partecipare, occorrerà rispondere tempestivamente all’invito personale che ogni membro del Gruppo Jubilate riceverà dalla se-­‐ greteria dell’Equipe di Animazione e Servizio.

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CALENDARIO MGF 5 Marzo della Quaresima Le Ceneri: inizio

8-9 Marzo a Pergusa Ritiro del Gruppo Jubilate

22-23 Marzo a Marineo Fine-settimana vocazionale

in evidenza

28-30 MARZO a Pergusa VITA CORSO NUOVA ADORAZIONE GIOVANI - JESUS

4YOU

Catania: 6 Marzo - H 20.30 Marineo: 7 Marzo - H 21.00 Palermo: 13 Marzo - H 21.00 Enna: 14 Marzo - H 20.30 Messina: 14 Marzo - H 19.00 Roma: 14 Marzo - H 21.00 Noto: 14 Marzo - H 20.30 Catenanuova: 20 Marzo - H 19.00

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE OFM CONV. Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

La Scuola di Evangelizzazione MGF La SCUOLA DI EVANGELIZZAZIONE MGF è la colonna ver-­‐ tebrale della formazione PErmanente,Progressiva, Siste-­‐ maPca e Integrale del Proge(o Discepoli. Non si traFa di una struFura fisica, legata ad un luogo parPcolare, un cen-­‐ tro o luogo fisico, bensì di una Equipe regionale di giovani impegnaP nel proporre un programma di formazione al discepolato crisPano e all’evangelizzazione. I Corsi della Scuola di Evangelizzazione non hanno il carat-­‐ tere dida?co-­‐catechePco, di lezioni accademiche, bensì uPlizzano una metodologia a<va-­‐partecipaBva, puntando a far fare esperienza della Parola di Dio nella preghiera, nella dinamicità dei contenuP della predicazione, nel inter-­‐ azione personale e di gruppo tra i partecipanP. MISSION Formare Nuovi Evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione

7 OBIETTIVI 1. Evangelizzare facendo esperienza dell’Amore di Dio 2. Crescere nella conoscenza della Fede 3. Acquisire una Mentalità KerygmaPca 4. Imparare ad Evangelizzare 5. Imparare a Predicare 6. Imparare una Metodologia 7. Imparare ad essere Formatori di formatori

PROGRAMMA 1a Tappa: FondamenP della vita crisPana 2a Tappa: Come evangelizzare 3a Tappa: Diventare formatori Mediante: -­‐ Week-­‐end e/o corsi se?manali esPvi e invernali per AdolescenP (14/17 anni); -­‐ Week-­‐end a cadenza mensile o bimestrale per Giovani e Giova-­‐ ni-­‐adulP.

FORMAZIONE INTEGRATA La Scuola di Evangelizzazione MGF integra ed esprime la forma-­‐ zione quoPdiana al discepolato-­‐missionario del Disciples-­‐Project, vissuto nelle Porziuncole, cosicché quanto ricevuto nei Corsi pos-­‐ sa essere immediatamente sperimentato, vissuto e condiviso nella quoPdianità e nel proprio ambiente di vita sociale ed eccle-­‐ siale. Esiste, pertanto, una streFa sinergia e integrazione metodo-­‐ logica e di obie?vi tra i corsi della Scuola di Evangelizzazione e l’esperienza del ProgeFo Discepoli.

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