La domanda sorse subito spontanea: è possibile raccontare la "Milano al plurale" usando solo lo sguardo di uno o più fotografi professionisti? Oppure si rischia di affidarsi a un punto di vista esterno che cerca di rendere conto di una differenza culturale di cui i fotografi non possono essere che spettatori?
Per raccontare la Milano al Plurale abbiamo quindi deciso di intraprendere una strada nuova e differente che si chiama fotografia partecipativa. L'obiettivo non è più solamente raccontare una realtà multiculturale, ma anche e soprattutto darle voce, chiedendo a chi vive e crea questa multiculturalità di mettersi in gioco in prima persona.