IL PARCO DELLE LUNE ELETTRICHE BOSCO IN CITTÀ MILANO DOWNTOWN/GRATOSOGLIO SWEET HOME SANTA GIULIA ISOLA RITRATTI DI CASE
ISSUE #9 - AUTUMN/2011
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Milano è il Duomo e piazza della Scala. Così ci dicono le cartoline, più o meno ingiallite che troviamo in giro. Così ci raccontano la letteratura, il cinema e gli sconosciuti incontrati in viaggio. Milano è l’immagine della crescita infinita dell’economia post-bellica che ancora oggi riscalda i sogni (impossibili? naïve?) di molti. Una città dove c’è una piazza Affari, con la Rinascente e i negozi dei marchi più apprezzati del mondo. Un piccolissimo centro storico, custode di gran parte della ricchezza d’Italia, sembra nascere dal nulla, nelle nebbie della val padana. Così si afferma il mito di Milano nel resto d’Italia, con gli stereotipi più stupidi in circolazione, che dipingono una città di milionari. Milano non è soltanto questo, naturalmente. Milano è anche la sua corona, i suoi quartieri meno battuti, il suo degrado e le sue piccole bellezze ai margini. Qui si raccontano altre storie che stanno pian piano trovando eco in una letteratura – si intende anche nel cinema, nella musica e nella fotografia - ancora semi-sconosciuta di una città complicata e contraddittoria. Gratosoglio, l’Isola, Piazza Brasilia, il Bosco in Città, Santa Giulia. Milano, comunque. Che lo si voglia o no, bisogna disegnare una geografia urbana che superi l’idea del centro caput mundi e che dia spazio alla vita, alla socialità e al lavoro anche dove le condizioni sono meno favorevoli. Senza centralizzare a tutti i costi, senza costruire dormitori per poveri o pensare che l’anima di un quartiere non sia importante. Perché è fondamentale ribadire una piccola verità: non basta una casa per vivere. E forse è sufficiente far due passi in un grande parco quando si celebra un matrimonio musulmano, per conoscere la varia umanità che popola la città. Forse dovremmo più spesso passeggiare di notte, quando tutto è fermo, nell’erba di un giardino pubblico, elettrica di luce. In questo numero si racconta che Milano è molto più grande di quanto si pensi. Ma ci si premura di ricordare che dimenticarsi della sua estensione fuori dalla cerchia dei Bastioni vuol dire cancellere -rimuovere? - la sua complessa geografia e la sua storia tutt’altro che lineare.
IL PARCO DELLE LUNE ELETTRICHE
Nicola Bertasi
Thomas Pagani
EMERGENZE SWEET HOME SANTA GIULIA
Giordana Gagliardini Ambra Zeni
RITRATTI DI CASE
Sara Moiola
INTRA MUROS
Giovanni Hänninen
BOSCO IN CITTÀ
Daniele Faverzani
MILANO DOWNTOWN/ GRATOSOGLIO
Buona visione
NEL VERDE
ISOLA
Maria Vittoria Trovato
IL PARCO DELLE LUNE ELETTRICHE Daniele Faverzani
ISSUE #9 - AUTUMN/2011
Le nuove luminarie dei parchi cittadini disegnano colorati e misteriosi paesaggi notturni. Le luci installate per prevenire il crimine, non avvicinano i cittadini, lasciando i parchi meravigliosamente illuminati ma deserti. I parchi urbani sono poco frequentati nelle ore serali e notturne, a differenza di altri spazi cittadini capaci di essere ospitali anche alla fine della giornata. Nelle calde serate estive, quando potrebbero diventare luoghi in cui rinfrescarsi, non sembrano essere attraenti. Le persone spesso preferiscono l’artificio di un ventilatore o l’aria raffreddata da un condizionatore. Gli enormi apparati di illuminazione alti parecchi metri, collocati nei parchi cittadini per eliminare o limitare attività illecite e criminose, se in un certo senso sono riusciti a spostare tali attività in altri luoghi, non hanno comunque contribuito ad incentivare la fruizione del verde da parte dei cittadini. Le nuove luci hanno completamente mutato la percezione di questi spazi. Il precedente sistema di illuminazione consentiva la sola visione dei percorsi lungo i quali erano installate lampade o lampioni; ora invece si svelano alla vista fette di territorio urbano che altrimenti sarebbero rimasti nel buio. Si assiste così alla “snaturalizzazione di uno spazio artificiale” (in quanto dotato di una presunta naturalità). Emergono dall’oscurità gruppi di alberi, prati e campetti da calcio che si prestano ad essere osservati da un’altra angolatura, ad essere vissuti diversamente.
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Daniele Faverzani Daniele Faverzani nasce a Sesto San Giovanni nel 1964. Discute la tesi di laurea in Architettura, facendo ampio ricorso alla fotografia per indagare l’influenza operata dall’immagine pubblicitaria di dimensione architettonica (maxi-affissione) sulla percezione dello spazio urbano nella città di Milano. Predilige la fotografia di paesaggio, attraverso la quale conduce il suo personale lavoro di ricerca teso a ricucire lo strappo tra realtà e immaginario. Dopo la formazione in “Fotografia e rappresentazione del territorio” presso il Politecnico di Milano ha collaborato con la Facoltà di Architettura alla pubblicazione di Nuove specie di spazi, a cura di Ida Faré e Silvia Piardi. Vive e lavora come fotografo free lance a Milano. Per saperne di più... Guarda il servizio online Contatti: email sito web
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BOSCO IN CITTÀ Thomas Pagani
ISSUE #9 - AUTUMN/2011
Il Bosco in Città, un’oasi di verde a pochi chilometri dal centro di Milano, si riempi di colore durante l’estate. Un esperimento di convivenza fra le diversità, a cavallo fra la Mitteleuropa e l’Italia mediterranea. I parchi sono il luogo dove si spende il rarissimo tempo libero durante l’inverno, quando ci si ferma in ogni piccolo rettangolo di verde tra i palazzi e il cemento a mangiare un panino, a fare una corsa o a portare i bambini a sporcarsi di terra scalciando un pallone. Qualcosa però cambia d’estate. I giardini e i boschi cittadini diventano oasi vacanziere a tempo quasi pieno per chi non ha potuto o voluto lasciare Milano. Il Bosco in Città è un bell’esempio di cosmopolitismo urbano in questo periodo. Fiumi di griglie che bruciano quintali di salamelle, urla di ragazzini, odori di Autan e creme abbronzanti. Ma anche compleanni medio-orientali, grigliate sudamericane, sfide di calcio Italia - Marocco e feste di laurea alla milanese. Thomas Pagani, in questo suo lavoro ci mostra un aspetto interessante della vita estiva di una Milano che cambia. La metropoli lombarda, sospesa fra la Mitteleuropa e l’Italia mediterranea sta trovando sue nuove forme di convivenza e di incontro fra culture. In tempo di crisi, il Bosco in Città si riempie di colore e di interesse sopratutto in estate.
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Thomas Pagani Roberto Thomas Pagani Roberto nasce a Rho (Milano) nel 1983. Laureato in Scienze Umane dell’Ambiente presso l’Università Statale di Milano, è stato tecnico ambientale e analista GIS per l’Oasi WWF di Vanzago. Dal 2010 si occupa di fotografia di interni, design e architettura. Per saperne di più... Guarda il servizio online Contatti: email sito web Pubblicato su MiCiAp: Presenze Luoghi inattesi
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SWEET HOME SANTA GIULIA
Giordana Gagliardini e Ambra Zeni
ISSUE #9 - AUTUMN/2011
Montecity-Santa Giulia, Parco Trapezio giugno 2009
Montecity-Santa Giulia, Via Bruno Cassinari
Santa Giulia è un quartiere senza negozi, trasporti, cinema e supermercati. Solo case. Si dice per colpa della crisi, naturalmente. Montecity-Santa Giulia, quartiere a ridosso di Rogoredo, nella periferia sud-est di Milano. Molteplici le impressioni avute nel visitarlo. La prima e sicuramente la più personale è il senso di spaesamento provato; palazzi tutti uguali si susseguono uno dopo l’altro lasciando forte la sensazione che vivere in un appartamento del primo o dell’ultimo edificio sia del tutto indifferente. In secondo luogo, si ha la sensazione di arrivare in un quartiere, sì nuovissimo, ma grottescamente incompiuto: poca gente in giro, deserti i rari bar aperti, molte, troppe insegne di vendesi e affittasi, nessun supermercato e ancora transenne che impediscono l’uso di quasi tutti gli spazi comuni (compreso l’asilo tanto pubblicizzato) a due anni dall’arrivo dei primi residenti. Infine è tangibile - e gli abitanti del quartiere hanno presto costituito un comitato per portare avanti le proprie istanze - la percezione di essere stati presi in giro da tante promesse, quasi del tutto disattese. Doverosa una breve cronaca della storia che ha portato alla riqualificazione di quest area, dove fino al 1984 trovava sede la fabbrica siderurgica Redaelli. Nel 2005 ad Urbanpromo, Risanamento Spa presenta il progetto Montecity-Santa Giulia,“città nella città”. Il progetto prevede due zone: una a sud, di edilizia cooperativa, ripresa nelle nostre foto ed una a nord, più elegante e progettata dallo studio Foster, scomparsa nel corso dei lavori. E con questa sono scomparsi i negozi di maggior richiamo, il cinema, le sale congressi e il tram, insomma tutti quei servizi che dovevano rendere il quartiere autonomo da Milano. La giustificazione data è la crisi immobiliare che ha colpito l’Italia dal 2008. Noi però ricordiamo anche gli arresti per corruzione dell’imprenditore Giuseppe Grossi, di Rosanna Gariboldi, moglie dell’assessore lombardo Gian Carlo Abelli e lo smaltimento illegale di materiale altamente inquinante sotto le aree comuni ora sotto sequestro. Dell’ultima ora è la notizia che nel mese di maggio si inizierà la bonifica del terreno sottostante l’asilo. Che sia la volta buona?
aprile 2011
Montecity-Santa Giulia, Via Francesco Pizzolpasso, entrata al Parco aprile 2011
Giordana Gagliardini
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Montecity-Santa Giulia, passaggio in Via Bruno Cassinari aprile 2011
Montecity-Santa Giulia, Via Bruno Cassinari aprile 2011
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Montecity-Santa Giulia, Promenade, Via Bruno Cassinari aprile 2011
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Montecity-Santa Giulia, negozio sfitto in Via Bruno Cassinari aprile 2011
Montecity-Santa Giulia, Bar in Via Bruno Cassinari aprile 2011
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Montecity-Santa Giulia, Bar Cocchi Bakery & cafè, Via Bruno Cassinari aprile 2011
Montecity-Santa Giulia, Via Andrea e Pietro Cascella 9, piano ammezzato aprile 2011
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Montecity-Santa Giulia, Scuola materna, Via Alberto Savinio aprile 2011
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Montecity-Santa Giulia, Via del Futurismo aprile 2011
Montecity-Santa Giulia, parcheggio camper, Via del Futurismo angolo Via San Venerio, aprile 2011
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Montecity-Santa Giulia, rotonda tra Via A.Savinio e Via B.Cassinari aprile 2011
Montecity-Santa Giulia, accesso tangenziali e autostrade, fine di Via del Futurismo aprile 2011
Montecity-Santa Giulia, Parco Trapezio aprile 2011
Giordana Gagliardini
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Contatti:
Giordana Gagliardini nasce a Venezia nel 1972. Negli ultimi anni si appasiona alla fotografia; frequenta un corso serale alla scuola Bauer, dove trova terreno fertile per sviluppare un eccessivo senso critico. Ha in testa molti progetti, sa già che non li realizzerà mai.
La storia del Quartiere Santa Giulia è molto tortuosa; nella presentazione del progetto siamo riuscite a dare solo un’infarinata delle vicende che l’hanno caratterizzata. Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento può dare un’occhiata al sito creato dagli abitanti del quartiere: www.comitatoquartieremilanosantagiulia.it In queste pagine potrete trovare una storia della zona e soprattutto una cronaca degli avvenimenti più recenti e degli sviluppi futuri. Il sito è però carente per quanto riguarda le vicende di cronaca più scabrose; è però sufficiente inserire i nomi di Susanna Gariboldi e Giuseppe Grossi in qualsiasi motore di ricerca e troverete parecchie informazioni. Nel 2009/2010 le notizie sulla corruzione dei lavori di Santa Giulia erano tra le prime notizie date a livello locale. E infine, abbiamo allegato un interessante documento pdf di Geoinforma, rivista specializzata per geometri e costruttori edili, che abbiamo trovato in rete qualche tempo fa, quando il nostro progetto stava prendendo forma: [Link]
email sito web
Ambra Zeni Nel 2006 si laurea in Comunicazione presso la facoltà di Scienze Politiche e si iscrive al corso serale di fotografia dello IED. Oggi fa da assistente a diversi fotografi di design e di architettura e ha cominciato ad avere propri clienti come fotografa free lance. Nel 2008 espone Famiglia che vai, frigo che trovi presso lo spazio Polifemo – Fabbrica del Vapore. Nel 2009, durante il Salone del Mobile, espone presso la galleria Bettinelli4 il progetto SottoSale, realizzato con Marta Carboni e Sabrina Piediferro.
Pubblicato su MiCiAp: Famiglia che vai frigo che trovi
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RITRATTI DI CASE Sara Moiola
ISSUE #9 - AUTUMN/2011
Le villette finlandesi. Provvisoriamente prefabbricate. Le villette finlandesi, così soprannominate per la somiglianza alle tipologie architettoniche nordiche, si stagliano disordinate a pochi passi dai massicci edifici Enel di Piazza Brasilia a Milano. Questi prefabbricati monofamiliari modulari risalenti all’inizio degli anni 50, nati per essere soluzioni abitative temporanee, d’emergenza, racchiudono oggi nei propri prospetti un ampio catalogo delle differenti interpretazioni individuali dello spazio abitativo standard. “Ritratti di case” vuole essere un album familiare, una raccolta di istantanee che alterna ritratti delle abitazioni nella loro serialità e particolari scelti tra ciò che a prima vista il fruitore non percepisce, nel tentativo di un’esplorazione dello spazio nella sua dimensione privata.
Via dei Garofani 22, Milano
Via delle Viole 1, Milano
Via dei Mughetti 7, Milano
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Via delle Rose 9, Milano
Via delle Ortensie 5, Milano
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Via delle Viole 15, Milano
Via dei Mughetti 3, Milano
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Via degli Oleandri 4, Milano
Via dei Garofani 9, Milano
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Sara Moiola Classe 1985. Si laurea in Scienze dell’Architettura presso il Politecnico di Milano per poi frequentare il corso di Tecnica e Linguaggio Fotografico al Cfp Bauer. Fortemente affascinata dalla fotografia documentaria americana e dalla scuola di paesaggio italiana, orienta la sua ricerca verso il rapporto uomo-architettura, il territorio e le sue trasformazioni. Selezionata a Confini09, attualmente lavora come assistente fotografa freelance e scrive per la sezione fotografia di ArteShop Magazine. Per saperne di piÚ... Guarda il servizio online Contatti: sito web email Da sinistra Via degli Oleandri 4, Milano Via dei Garofani 9, Milano
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MILANO DOWNTOWN/GRATOSOGLIO
Giovanni H채nninen
Torri gemelle, Gratosoglio, Milano
ISSUE #9 - AUTUMN/2011
Shopping in Gratosoglio, Gratosoglio, Milano
Gratosoglio senza rotta. Un quartiere di Milano che rischia di perdersi nel suo degrado. Un lavoro fotografico tratto da una più ampia ricerca sulla Grande Milano. Milano Downtown è un percorso di ricerca fra cinque realtà abitative interne al confine comunale della “Grande area metropolitana milanese”, ma ignorate dall’amministrazione pubblica. Dopo anni di decentramento e diffusione dell’insediamento abitativo sul territorio, l’obiettivo ora è la centralizzazione. Ecco allora che la città, mentre autocelebra il proprio rinascimento, toglie investimenti alle zone meno vicine alla cerchia dei bastioni e si disinteressa di situazioni già problematiche, affidandosi alla politica del lasciar fare, più che del fare. È il caso di Gratosoglio, lasciato al proprio degrado edilizio, dopo tante promesse. “I nuovi interventi che sono arrivati sono proprio dei meteoriti. A Gratosoglio è arrivata la residenza per allettati, persone che stanno male e neanche del quartiere, la residenza delle giovani coppie che sarà per persone sfigate, gli studenti va bene, il ricovero per senza fissa dimora bam!, la casa di riposo, c’e’ anche un campo rom. Le cose che sono arrivate negli ultimi dieci anni sono queste, non c’entra con il contratto di quartiere. Ma con il quartiere si. E che miglioramento c’e’?” A.Coppola Il lavoro qui presentato fa parte di una ricerca sulla città di Milano che ha prodotto un volume Milano Downtown (et al./edizioni, 2010) e una mostra fotografica dallo stesso titolo.
Scelte, Gratosoglio, Milano
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Incontri mancati, Gratosoglio, Milano
Comuni spazi, Gratosoglio, Milano
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Incontro tra confini, Gratosoglio, Milano
Play/pause, Gratosoglio, Milano
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Verdi barriere, Gratosoglio, Milano
S’impara crescendo e tentando, Gratosoglio, Milano
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Giovanni Hänninen Giovanni Hänninen è nato a Helsinki, ma ha sempre vissuto a Milano. Come dottore di ricerca in Ingegneria aerospaziale, collabora con il Politecnico di Milano. Come fotografo realizza ritratti e reportage per riviste nazionali e internazionali. Ha inoltre curato l’indagine fotografica per due saggi di urbanistica: Milano Downtown (et al. Edizioni, 2010) e L’abitare collettivo (Franco Angeli Editore, 2011). I suoi lavori sono stati esposti nelle mostre Milano Downtown, presso lo spazio Assab One, e Milano, un minuto prima, presso la Fondazione FORMA per la Fotografia. Da bambino sviluppava i suoi primi scatti nel bagno di casa, trasformato in camera oscura, mentre sognava di diventare ingegnere. Oggi vuole ancora studiare la realtà come uno scienziato, attraverso una lente. Quella della sua macchina fotografica. Per saperne di più... Milano Downtown. Azione pubblica e luoghi dell’abitare Massimo Bricoccoli, Paola Savoldi, et al./ Edizioni, Milano 2010 pp. 288 cm 15 x 21 - euro 22,00 - con 15 illustrazioni a colori ISBN 978-88-6463-018-2 Non sono qui, Gratosoglio, Milano “Frocio ki legge”, Gratosoglio, Milano
Contributi di Giovanni Hänninen, Paola Arrigoni, Alessandro Coppola, Lidia C.K. Manzo, Raffaele Monteleone. Commenti di Ota de Leonardis e Pier Carlo Palermo. Partendo dall’analisi di cinque quartieri (Pompeo Leoni, Santa Giulia, Canonica-Sarpi, via Padova, Gratosoglio), gli autori di questo libro tracciano un quadro selettivo, ma molto rappresentativo delle più recenti forme di governo sperimentate a Milano e delle loro implicazioni più contraddittorie. Il tema è di cruciale importanza e di grande attualità, perché proprio dalla capacità di generare progetti al servizio della nuova domanda abitativa, e di integrarli con il paesaggio urbano già esistente, dipenderanno la riuscita e la sostenibilità dei modelli di sviluppo oggi in uso in molte città europee. Per approfondimenti sul libro: - domusweb.it - hanninen.it - etal-edizioni.it Per maggiori informazioni relative alla mostra: [link] Guarda il servizio online Contatti: sito web email Pubblicato su MiCiAp: MiSex
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ISOLA Maria Vittoria Trovato
Un “giocatore di boccette” alla Trattoria Dal Verme
ISSUE #9 - AUTUMN/2011
Giordano, il calzolaio catanese che ha aperto la sua bottega a Isola dopo anni in giro per l’Europa
Il quartiere Isola aveva una storia a sé nella geografia milanese, come se ci fosse il mare attorno. Oggi il ponte, voluto da alcuni, sacrifica (per interessi immobiliari) la sua complessa identità. L’interesse per il dinamismo e il continuo divenire che caratterizza le grandi aree ai margini del sistema urbano si concretizza nel racconto di un quartiere milanese la cui natura composita ed aperta è stata rafforzata sempre più dalla simbiosi tra arte e attività sociali e culturali. Tra la fine del 2007 e il 2008, dopo anni di opposizione da parte di artisti, comitati e abitanti del quartiere, viene avviato un progetto di riqualificazione. La Stecca degli Artigiani (ex Brown Boveri), centro delle idee e delle esperienze creative di un’Isola che da sempre accoglie le realtà più diverse, viene sgomberata e subito demolita. Storicamente racchiuso entro confini ben definiti, il quartiere vede svanire giorno dopo giorno quel carattere di separazione dal resto della città che da sempre lo contraddistingue.
La Stecca degli Artigiani, ex Brown Boveri
Il Museo Aerosolar, una mongolfiera a energia solare ideata dall’artista Thomas Saraceno e realizzata con gli abitanti del quartiere e i giovani artisti di Isola Art Center
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Stefano Massimello, “giardiniere evoluto�, si propone di importare a Milano i principi e le pratiche del community gardening
Un’artista di strada si esibisce nel Sagrato di S. Maria alla Fontana in occasione del Milano Clown Festival
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In senso antioriario I ragazzi dell’associazione +BC all’interno della Stecca degli Artigiani Lo studio del pittore Francesco Magli, da vent’anni alla Stecca degli Artigiani Bert Theis, artista e coordinatore delle attività dell’Isola Art Center e fondatore di OUT (Office for Urban Trasformation)
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Hotel Isola, un’installazione dell’artista greca Maria Papadimitriou su una parete dell’Isola Art Center
Interni dell’Isola Art Center al secondo piano della Stecca degli Artigiani
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In senso orario Interni dell’Isola Art Center al secondo piano della Stecca degli Artigiani lavori di demolizione della Stecca degli Artigiani Dopo aver lavorato per venticinque anni all’interno della Stecca, alcuni artigiani assistono allo sgombero dell’edificio. Al centro, il fabbro Piero e il tapparellista Don Diego
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I nuovi spazi destinati agli artigiani dopo lo sgombero della Stecca presso la Fondazione Catella
Maria Vittoria Trovato Vive in Sicilia dove è nata nel 1982. Ha studiato filosofia a Catania e fotografia alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano. Dopo uno stage alla Magnum Photos di New York, inizia a collaborare con diverse riviste e dal 2009 si dedica ad un progetto a lungo termine sulle navi e sugli uomini che vi lavorano. “Grande Atlantico. Cargo Ship Stories” è il libro che racconta un viaggio in cargo da Buenos Aires ad Amburgo. Le sue immagini sono state pubblicate su D La Repubblica delle Donne, Riders, Gioia, Il Mattino, Le Monde, Monocle. Per saperne di più... Guarda il servizio online Contatti: sito web email
I nuovi spazi destinati agli artigiani dopo lo sgombero della Stecca presso la Fondazione Catella
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